This is the End

Meteoriti estivi sfiorano il nostro pianeta d’estate.

Qualcuno fa allarmismo e si grida alla catastrofe ma in realtà passano a distanze enormi in genere.

Purtroppo però una di queste minacce è entrata nell’atmosfera e sta per schiantarsi sulla malandata Charlotte.

L’uomo simbolo degli Hornets dovrebbe vestirsi in bianco-verde per il prossimo anno.

Un colpo di mano di Boston che è in pole position per Kemba Walker e per Charlotte il prossimo anno sa già di tristezza.

La voce autorevole è quella di Rick Bonnell del Charlotte Observer che dalla sua pagina Twitter fa sapere che Kemba sarà un Leprechaun salvo improbabili colpi di scena dell’ultimo secondo.

Kemba Walker inizia il suo cammino in direzione nord verso Boston.

Aspetto di sentire dalla bocca di Walker (ricordiamo che è free agent) le ragioni di questo cambiamento ma la love story dovrebbe interrompersi domenica con Kemba a definire i dettagli e poi il 6 luglio per la firma.

Walker ha sempre dichiarato di essere molto legato alla città ma voleva avere un progetto per giocarsi almeno i playoffs e l’immobilismo della società bloccata da contratti pesanti non fa ben sperare nemmeno per modificare in meglio quest’anno un roster dopo la probabile perdita di Kemba.

Oltretutto il GM di Walker è lo stesso di Lamb e se avesse dato un consiglio potremmo perdere anche l’ex prezioso OKC mentre la società è orientata per la sostituzione dell’insostituibile su nomi che non stuzzicano fantasie: TJ McConnell, Emmanuel Mudiay, Ish Smit ed Elfrid Payton.

L’offerta di Charlotte era lontana dal Super-Max di una sessantina di milioni ma avrebbe guadagnato circa 32 milioni a stagione per un’offerta complessiva di 160 milioni in 5 anni (massimo sui 170), una cifra non adeguata molto probabilmente al livello di All-Star di Kemba nel particolare contesto NBA (avrebbe potuto ambire a un massimo di 221 milioni).

Pare che Boston voglia offrire 140 milioni circa per quattro anni (35 circa all’anno quindi), un’offerta migliore di quella degli Hornets sempre autolimitatsi dalla luxury tax.

Nel disastro è ufficiale che anche Frank Kaminsky non sarà rinnovato a 4,5 milioni…

Passano in secondo piano la diramazione del calendario degli Hornets della Summer League (dove si sfiderà una selezione cinese anche) e la visita nella nostra penisola di Jordan (ieri a Firenze e oggi a Bologna) che tra affari e visite di piacere come quella agli Uffizi sta creando la caccia al mito.

https://www.nba.com/hornets/press-releases/hornets-announce-roster-mgm-resorts-nba-summer-league-2019?fbclid=IwAR0-ztve3KLyhWbOHIcOF_wYMV2lSH2I16X7wwFtClc-GhGliFEbKe8zl_w

Cade quindi l’ennesimo effimero simbolo d’immutabilità e di attaccamento sportivo, si chiude tra franchigia e giocatore la love story iniziata al Draft 2011 in piena terribile era Bobcats.

Ciao Kemba e grazie per tutte le emozioni del recente passato.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.