Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

Game 52: Charlotte Hornets @ Orlando Magic 86-102

Taj Gibson, doppia doppia per lui.

Per fortuna mancano solamente 30 partite alla fine dell’ennesima (la terza di fila) disastratissima stagione.

La partita si divide essenzialmente in due tronconi quasi esattamente sovrapponibili.

Il primo tempo è equilibrato perché gli Hornets schierano Nurkic e perché Orlando si intestardisce con il tiro da fuori sbagliandone in quantità industriale, il secondo è quando Orlando comincia a rimettere più fisicità in difesa ma soprattutto a segnare anche da tre riuscendo a sganciarsi in maniera netta in poco tempo mentre gli Hornets si ricordano di non avere Ball e la barca di Lee affonda velocemente nel lago Eola nonostante l’esordio del nuovo Baugh bagnato da 16 punti.

“Meglio” di lui fa solo Bridges con 19 punti ma con un terribile 6/23 al tiro.

Miles è uno dei primi tiratori NBA degli ultimi tempi di tutta la lega per FGA e questo Orlando lo sapeva e quindi gli è stata resa la vita difficile mentre Charlotte oltre all’evidenza di non avere scorer ha unito il fatto di giocare con quintetti improbabili per chimica (conoscendosi poco) e adattati complessivamente nel ruolo, giocando a tratti con una small Ball che ha prodotto solamente fratture nelle marcature e concesso troppi open agli avversari come ad esempio Banchero che ha cominciato a segnare da fuori proprio quando gli è stato lasciato molto spazio… tra l’altro Paolo, insieme a Franz (Wagner) superano singolarmente Bridges per tiri tentati nell’ultimo periodo.

Lee, in piena emergenza senza Diabaté poi ci mette del suo lasciando in panchina un tiratore come Seth Curry per tutta la partita e gli Hornets chiudono con un 39,5% al tiro…

Per Orlando Paolo Banchero ha totalizzato 24 punti e catturato 8 rimbalzi, Franz Wagner ha aggiunto 16 punti e 7 rimbalzi mentre Anthony Black è uscito dalla panchina per segnare 18 punti.

Kentavious Caldwell-Pope dei Magic e Nick Smith Jr. degli Hornets sono stati espulsi negli ultimi secondi del primo tempo dopo uno scontro verbale in campo che li ha portati all’uscita per motivi differenti e in differita di qualche secondo.

Conclusioni Hornets: Con LaMelo Ball (caviglia destra dolorante) e il centro Moussa Diabaté (abrasione all’occhio destro) aggiunti alla loro lunga lista di infortuni, gli Hornets vanno alla pausa dell’All-Star Game avendo perso nove delle ultime 10 partite disputate, un ottimo corroborante non per il morale ma per il Draft, NBA permettendo…

Conclusioni Magic: Jalen Suggs, che ha saltato la sua nona partita consecutiva per una contusione al quadricipite sinistro e la sua 19a partita dal 3 gennaio, dovrebbe tornare dopo la pausa dell’All-Star.

La vittoria di mercoledì è stata solo la quinta di Orlando in 19 partite senza Suggs, facendo scendere i Magic dal quarto al nono posto nella conference.

La partita e il momento chiave: Nurkic segnava subito da due punti e il nuovo Baugh infilava a 3:11 una tripla con estrema sicurezza portando una gara combattuta sul 18-17 per Charlotte che con la panchina sul parquet si perdeva a cavallo dei primi due quarti andando sotto di 13 punti quando, a 10:37, Franz Wagner segnava il pullup del 20-33.

Charlotte però si riprendeva segnando qualche canestro e finalmente la terna, dopo un primo tempo indecoroso nel quale se l’era mangiato, si ricordava di avere il fischietto, punendo la difesa aggressiva oltre le il limite di Orlando così a 47 secondi dall’intervallo due FT di Baugh riportavano a -1 Charlotte (43-44) e Gibson segnando in jumper dalla linea di fondo a 5 secondi dalla fine mandava le squadre negli spogliatoi non prima che Bridges segnasse un tecnico per l’espulsione di Caldwell-Pope.

46-44, palla tirata da Nick Smith Jr. in direzione di un giocatore di Orlando e tecnico prima dell’inizio della ripresa con la squadra della Florida a -1.

Orlando prendeva un leggero vantaggio ma due FT di Bridges più una delle transizioni con le quali Charlotte si era sostentata nei primi 24 minuti facevano guadagnare il +5 ai Calabroni, Miles lanciato, palla laser nell’angolo ad un teletrasportato Green e tripla pulita per il 53-48 a 8:20 dal sound della terza sirena di serata.

Da lì in poi però i giocatori rimasti agli Hornets non reggevano: Cole Anthony e Paolo Banchero erano abili nel segnare due triple a testa così i Magic raggiungevano ed abbandonavano anche il ritrovato punteggio in parità (55-55) prendendo un vantaggio di 12 punti negli ultimi sei minuti del terzo quarto conducendo sempre in doppia cifra per il resto del quarto.

Partita in discesa per i Magic, Hornets fermi in difesa che lasciavano troppo spazio sul perimetro buona solo per far raggiungere a Gibson la doppia doppia e a far riposare i fan per qualche giorno visto che il break dell’All-Star Game (tra l’altro è in atto una polemica da parte di qualche fan perché LaMelo, infortunio o no, non è stato chiamato a giocarlo, nemmeno poi come riserva degli infortunati ma allo spettacolo ormai da intrattenimento di bassa lega personalmente preferisco si riposi e non sforzi la caviglia) interromperà la serie di sconfitte incassate.

Statistica chiave: La squadra con il peggior tiro da 3 punti della NBA, ovvero i Magic, ha realizzato solo un 5/21 (23%) nel primo tempo, poi sono tornati con un 9/22 (41%) nel secondo tempo.

Pagelle

Elfrid Payton: 5

4 pt., 4 rimbalzi, 7 assist. Nonostante il numero di assist non riesce a dare ritmo all’attacco degli Hornets e nelle soluzioni personali chiude con un 2/6 (tutto da due punti) non sembrando nemmeno lontano parente di Ball. Fa ciò che può ma non è abbastanza a far girare l’attacco. Partito benino si perde alla distanza. Segna alla seconda uscita il suo primo canestro con l’uniforme Hornets.

Nick Smith Jr.: 3

2 pt., 1 rimbalzo, 3 assist. Poco più di 16 minuti per lui e tutti nel primo tempo chiuso con uno scadente 1/5. Per una squadra già ampiamente rimaneggiata è imperdonabile che qualche secondo dopo aver visto l’espulsione di Caldwell-Pope venga espulso a gioco fermo – una frazione di secondo dopo la luce rossa dell’intervallo – per aver tirato (seppur blandamente) la palla addosso ad un giocatore di Orlando. Bitadze ringrazia e festeggia, lui va negli spogliatoi e fa infilare nel tunnel anche Charlotte che apre il secondo tempo a gioco fermo con un tecnico contra per causa sua.

Josh Green: 6

16 punti, 1 assist, 1 rubata. Una delle migliori partite dell’aussie a livello realizzativo. Chiude con 7/12 con un paio di highlight oltre la sua solita tripla piazzata dall’angolo; prima un alley-oop lanciatissimo sul quale si appende facendo il giro del ferro, poi una steal con la punta delle dita, il passaggio di ritorno di Baught e la jam al plastico in transizione per evitare eventuali ritorni. Nel marasma generale non basta ma si vede più personalità anche se mi aspetto di più in difesa da lui con qualche crepa e rimbalzi…

Miles Bridges: 5

19 punti, 8 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Tanti tentativi (6/23) per cercare di tenere in piedi la squadra ma è iconico quello dove gira con lo spin dinamico intorno all’avversario compassando intorno alla linea laterale dell’area, alzata e stoppata di Bitadze in aiuto. Le canotte grige gli rendono la vita difficile e lui sbaglia troppo forzando nel secondo tempo, tiri da fuori compresi.

Jusuf Nurkic: 6,5

9 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Si rende conto di avere intorno tanti ragazzi giovani e cerca di mettere insieme qualcosa che faccia la differenza. Segna subito per Charlotte e intorno al ferro gira bene riuscendo anche in un paio di appoggi alla sua maniera, il problema è che il suo esordio dura soltanto 15:39 con Lee che preferisce farlo entrare gradualmente nelle rotazioni vista l’inattività o la bassa attività dell’ultimo mese con i Suns. Ancora deve palesarsi il fantasma di M. Williams, gli Hornets non hanno fretta di farlo tornare dal limbo, anche perché la bestia bosniaca se trova difese così porose può sostituire bene Mark ma al momento con minuti limitati. La sua mancata presenza nel secondo tempo fa volgere ai titoli di coda anticipatamente.

Taj Gibson: 5,5

10 punti, 12 rimbalzi, 1 stoppata. Va in doppia doppia ed era partito anche decisamente bene stupendomi (vedi la putback jam) poi si perde in tutto, da rimbalzi non catturati a un paio di tiri mancati ma soprattutto ad una difesa non all’altezza tra falli spesi e canestri concessi per poco atletismo ormai. Gioca 21:37 va sul -5 in plus/minus.

Damion Baugh: 6

16 punti, 4 rimbalzi, 3 assist. Un -17 in +/- dovuto anche al fatto che il simpatico neo-acquisto dal cognome dal sound onomatopeico di un cane con la raucedine di Charlotte si prenda in faccia diverse conclusioni, anche da fuori nel secondo tempo, dovendo a volte marcare giocatori più alti di lui non del suo ruolo. In attacco chiude con un 5/8 mostrando un tiro da tre confidente (2/4) e buona attitudine e personalità ai tagli decisi in entrata. Sicuramente compensa in attacco diverse lacune di Charlotte ma non basta. Esordio positivo comunque.

Isaiah Wong: 5

7 punti (3/7), 1 assist. Gioca 15:47 ma per giocarli al meglio dovrebbe avere una copertura. Troppo minuto ed esile, fatica in difesa finendo con un -10 anche se qualche punticino lo racimola.

DaQuan Jeffries: 4

0 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata, 1 blocco. La magia di Jeffries è finita. Il -22 in +/- è eloquente e non bastano la stoppata o quel paio di rimbalzi in 26:27 giocati. Anche a causa sua la difesa di Charlotte risulta semplice da battere. Perde una palla in attacco calpestando la linea di fondo e sbaglia tutte e 4 le conclusioni tentate (3 da fuori) perdendo il tocco che sembrava avere in precedenza. Glie l’avranno rubato i Monster.

Tidjane Salaün: 4,5

3 punti, 3 rimbalzi, 1 assist in 20:19. Se vuoi perdere metti dentro Salaün. A parte la buona tripla lasciamo perdere… non voglio stroncarlo ma dovrebbe giocare in G-League oggi.

Coach Charles Lee: 5

Non può molto con una squadra fuori ma le sue scelte sui giocatori e sui quintetti sul parquet mi lasciano perplesso. Alienante e frustrante veder la squadra uscire di colpo dalla partita dopo aver disputato un buon primo tempo per ciò che poteva fare.

Versione corta.

Versione lunga.

 

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Trade Mark

La saga della trade momentaneamente fallita tra Lakers e Hornets aggiunge un nuovo capitolo.

Secondo Shams Charania di ESPN, gli Hornets sono in contatto con la NBA mentre tentano di esplorare le opzioni per contestare la decisione presa dai Lakers di bocciare Mark Williams alla visita medica.

“Gli Hornets stanno valutando i loro prossimi passi e soppesando le vie per contestare il processo di valutazione dei Lakers o cercare soluzioni alternative con l’ufficio della lega”, ha riferito Charania lunedì.

Le ragioni esatte del fallimento della visita medica di Williams non sono ancora esattamente note, tuttavia, secondo Dave McMenamin di ESPN, la decisione è stata presa in base a molteplici problemi e non all’infortunio alla schiena che lo ha tenuto fuori per gran parte della scorsa stagione.

Williams ha giocato solo 85 partite nelle sue prime tre stagioni NBA a Charlotte.

Oltre a quell’infortunio alla schiena, è stato limitato da problemi che coinvolgono i piedi e il pollice.

Sebbene corra rischi di infortuni a lungo termine, sembra essere abbastanza in salute per giocare in questo momento, infatti, Mark Williams ha giocato 23 partite sulle ultime 28 prima dello scambio avendo anche una buona media di 15,6 punti e 9,6 rimbalzi in 25 minuti a partita.

Ora Williams (che su un noto social aveva già messo due cuoricini, uno di colore giallo, l’altro viola) si trova in una posizione scomoda.

Se Charlotte andrà avanti nella causa e avrà successo (al momento non è chiaro se ci siano delle possibilità realistiche che ciò accada), Mark Williams finirà ai Lakers divenendo idoneo all’estensione contrattuale coi Lakers durante l’estate, sapendo già però che lo staff medico dei californiani non si fida della sua salute a lungo termine.

Se, al contrario per varie ragioni (al momento sembra l’ipotesi più probabile) gli Hornets non riuscissero a forzare con successo lo scambio, Williams rimarrebbe con una squadra che non solo lo ha scambiato ma ha anche cercato aggressivamente di forzare quello scambio dopo averlo riaccolto pubblicamente dopo l’annullamento iniziale dell’accordo.

In entrambi i casi, uno dei giovani giocatori più talentuosi della NBA si trova improvvisamente ad affrontare un futuro estremamente incerto.

Al momento due squadre sembrano litigare per decidere chi di loro sarà costretto a prenderlo.

Certo, dovessimo essere in buona fede, per Charlotte potrebbe essere più interessante avere Knetch e la scelta futura rispetto a riprendersi Mark Williams ora che è arrivato Nurkic mentre se gli Hornets avessero nascosto informazioni sulla salute di Williams farebbero una pessima figura in un contesto già di per se oggi non idilliaco e non è che la società negli ultimi anni stia collezionando “figuroni” tra risultati, problemi vari tra giocatori, gestione e in ultimo il famoso bambino della Playstation.

Forse in società non è andata giù che i Lakers abbiano dato dei truffatori a Charlotte (un conto è essere pessimi, un altro è essere volutamente disonesti) e magari gli Hornets oggi pretendono una qualche forma di risarcimento per lo scambio fallito nel quale, per effetto del pensiero dominante, la colpa ricadrebbe sugli Hornets.

Personalmente suggerirei alla NBA di istituire un concilio medico indipendente per queste rare occasioni che neutralmente possa valutare la salute di un giocatore e parametrarla a delle tabelle di idoneità o meno poiché le due squadre coinvolte non stanno facendo una grande figura, ed è probabile che se si dovesse arrivare ad un nuovo confronto risolutivo, a oggi, per come vanno le cose nella lega e per il fatto che Charlotte sia una franchigia nettamente più “piccola”, gli Hornets probabilmente sarebbero coloro che ne uscirebbero più danneggiati.

Se Williams rimanesse in roster da qu alla fine della stagione c’è la possibilità che se ne vada da Charlotte abbastanza arrabbiato perché passare da incedibile ad essere scambiato a sorpresa per non molto a oggi (poi magari domani Knetch diverrà fortissimo) non credo gli abbia fatto piacere e potrebbe aver minato la sua fiducia anche se nella NBA (vedi trade Doncic – Davis) tutto (o quasi) può accadere.

Rientrando troverà probabilmente il duo Moussa Diabate e Jusuf Nurkic.

Il primo è fresco di contratto a tempo indeterminato, ufficiale, da tre anni dopo essere stato two-way per 42 partite…

Il secondo è ancora nel limbo… si aspetta che la trade con Phoenix venga ratificata ma per ora nulla e potrebbero essere proprio gli Hornets a tergiversare perché se Williams dovesse tornare sarebbe tutto diverso.

Ovviamente, quando questa situazione si sarà sbloccata, indipendentemente se insieme al viola Williams vestirà di giallo o di teal, dovrà dimostrare di avere una buona salute e mantenersi su buoni livelli per avere un futuro in NBA ora che luci oscure sono state gettate dai Lakers nei suoi confronti.

Williams è un buon giocatore ma non un fenomeno, in attacco manca di protezione della palla sotto canestro e in difesa il suo sforzo è parso troppo fiacco contro i Lakers e contro Washington ad esempio.

Per lui e per Charlotte sarebbe bene rimanesse (se le cose rimanessero tali) e giocasse bene e con costanza in maniera da far aumentare il suo valore a vantaggio di entrambi.

Avrebbe tutte le carte in regola per affermarsi perché ha un buon fisico, sa andare a rimbalzo e non gioca male i pick and roll ad esempio, riuscendo anche recentemente a migliorarsi in fase di appoggio ai compagni, però il suo valore oggi è calato per i sospetti su di lui dopo la revoca dello scambio.

E per adesso stranamente il Trademark pare non lo voglia più nessuno…

 

Game 51: Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 89-97

DaQuan Jeffries in palleggio.

NEW YORK  — Nic Claxton ha segnato 16 punti e i Brooklyn Nets.

Cam Johnson e Day’Ron Sharpe hanno aggiunto 14 punti ciascuno per i Nets, che hanno vinto per la quinta volta in sei partite nel miglior periodo della loro prima stagione sotto Jordi Fernandez.

Le Retine si sono allontanate grazie a tre bombe consecutive e all’infortunio occorso a Ball che ha reso nuovamente dolorante la caviglia del playmaker costringendolo all’uscita definitiva nel primo quarto.

Nonostante il caos che regna sulle trade con Nurkic non ancora sul parquet e Peterson pronto alla contestazione del referto medico che i Lakers hanno utilizzato per respingere la trade di Mark Williams, Charlotte aveva recuperato un discreto numero di giocatori (vedi Nick Smith Jr. e Josh Green) ma senza Ball gli Hornets sono sprofondati in attacco mentre in difesa la verticalità di Moussa Diabaté non è bastata per cercare di bloccare le torri avversarie.

La consolazione personale per il francese è aver ottenuto il massimo della sua carriera con 21 punti andando poi in doppia doppia grazie a 10 rimbalzi.

Alla fine si è dovuto arrendere ed uscire causa un’abrasione all’occhio destro. 

I Nets hanno decisamente preso il comando nel secondo quarto estendendo il vantaggio così la vittoria non è risultata né complessa né mai in discussione anche se Charlotte nel finale ha accorciato fino all’89-97.

Tidjane Salaun ha segnato 16 punti (4/10) ma non mi ha convinto per nulla mentre Bridges è sembrato sottotono chiudendo con soli 7 punti come Curry che dopo la buona prestazione precedente si è fermato a 4 con un 1/4 al tiro…

Il momento dell’infortunio a Ball.

Ball ha giocato i primi 10 minuti e gli Hornets hanno annunciato all’intervallo che non avrebbe giocato per il resto della serata a causa di un dolore alla caviglia destra.

“Melo” era appena tornato da un’assenza a causa di una distorsione alla caviglia sinistra…

Conclusioni Hornets: Charlotte è 1-16 nelle partite che Ball ha saltato questa stagione.

Non sorprende che questa partita sia sfuggita agli Hornets una volta che il talento di Chino Hill è uscito quando i Calabroni erano in svantaggio solamente di tre punti.

Conclusioni Nets: Con una partita ancora da giocare, i Nets dovrebbero sentirsi soddisfatti del loro gioco in vista della pausa per l’All-Star.

Hanno vinto partite consecutive in casa per la prima volta in questa stagione.

Momento chiave: Charlotte era in svantaggio di due punti a circa 2 minuti e mezzo dall’inizio del secondo quarto prima che un parziale di 9-0 desse ai Nets un vantaggio di 47-36 e l’equilibrio della gara si perdesse…

Brooklyn ha mantenuto un vantaggio a due cifre per quasi tutto il secondo tempo.

Statistica chiave: Nonostante abbia saltato gli ultimi tre quarti, Ball era ancora in parità per la leadership della squadra nei tiri da tre punti fino a quando Salaun non ha segnato il suo secondo tiro della partita a 5:34 dalla fine.

Charlotte ha chiuso con 6/31 (19,4%) da fuori anche se il 23,8% di Brooklyn non è stato molto più brillante alla fine ma l’11-24 nelle second chance (11-19 nei rimbalzi offensivi) è stato fattore determinante per i newyorchesi.

 

 

Game 50: Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 102-112

Brutta serata per Salaun al tiro.

Charlotte si presentava a Detroit in modalità tanking, nove uomini indisponibili per varie ragioni inclusi Nurkic con la trade pending e Mark Williams in rientro su qualche volo diretto chissà dove…

La partenza fisica ed aggressiva dei Pistons faceva sembrare la partita più qualcosa come un playoff old tome dei Bad Boy e gli Hornets scombinati e rimaneggiati provavano a combinare qualcosa ma con scarsi risultati.

Dentro la panchina profonda compreso il nuovo Elfrid Payton ma a parte un paio di canestri di Wong, quelli della Motor City correvano: 15-39, missione, evitare il massacro.

Sul 17-44 ci lasciava anche Diabaté colpito in faccia su una palla vagante sotto canestro: scoordinato Stewart piazzava un colpo in faccia al francese che stramazzava al suolo.

Si rialzava dopo un po’ ma salutava tutti.

Solo un fallo tecnico e Stewart salvo.

A 7:11 Detroit scappava sul +28, un two and one di Miles e le triple di Curry condite con i canestri di un Wong perfetto al tiro riducevano lo scarto all’intervallo a 20 punti: 46-66 con Salaün a 0/7 e Payton 0/3, 10 tiri, zero punti totali peri due…

La “rimonta” nel terzo quarto consisteva alla fine soltanto in tre punti mangiati agli avversari ma ad inizio ultima frazione, coi titolari di casa fuori a riposare, la small ball di Charlotte funzionava, Curry diventava incandescente portando la sua serata da starter a 24 punti prima che KJ Simpson riuscisse ad infilare il 90-92 incredibile a 7:48 dalla fine coi titolari avversari già tornati sul parquet anche perché i Pistoni troppo spesso si erano accontentati di tentativi da tre sbilenchi nel frangente.

Nel frattempo Stewart evitava anche il secondo tecnico per aver ribaltato KJ Simpson e più tardi Lee vinceva il suo secondo challenge ottenendo la seconda mezza vittoria per una spinta di Cunningham su Salaün che gli aveva toccato palla, palla a due anziché fallo a favore ma va beh…

Dettagli a parte, il più grosso comeback della storia degli Hornets non si completava perché Cunningham con i suoi tiri non risultava intercettabile e nel mezzo il neo-acquisto Schröder (chissà se sarà contento di essere a Detroit), realizzava il suo primo tiro in maglia Detroit, una tripla per il 90-97.

Detroit scappava e il natio del Michigan Miles Bridges aggiustava il suo tabellino segnando qualche punto compresa la tripla finale per il 102-112 Pistons che pareggiavano così la serie stagionale sul 2-2.

Charlotte ha into nelle percentuale da fuori con il 46,9% al tiro da tre contro il 29,7% avversario ma ha incassato la mancanza di cm e di validi oppositori nel pitturato soccombendo 46-51 a rimbalzo, 8-17 nelle second chance e soprattutto 28-58 nei punti concessi nel pitturato.

Per Cunningham tripla doppia: 19 punti, 12 assist e 10 rimbalzi, superato nei pont solo da Harris con 20.

17 punti per Beasley, 16 per Thompson ed altrettanti per Duren che aggiunge però anche 12 rimbalzi al proprio tabellino.

Pagelle

KJ Simpson: 6

10 punti, 4 rimbalzi, 6 assist. Commette 4 TO e 5 falli ma mi sorprende inizialmente in palleggio per quanto riesca a non perder palla sull’aggressività avversaria, qualche ingenuità sui passaggi. Lotta e tenta di farsi rispettare anche quando Stewart gli fa fare un giro dopo averlo preso per la canotta, lui si attacca al pantaloncino, doppio fallo, mah… Dopo l’avvio drammatico finisce con un +6 in plus/minus e il canestro coraggioso da 3 per il momentaneo -2 (90-92).

Seth Curry: 7,5

26 punti, 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 5/9 da tre che aiuta moltissimo Charlotte a rientrare, quasi incandescente, si muove molto, peccato che i compagni abbiano il paraocchi e lo ignorino troppo spesso quando va a mettersi sul perimetro con spazio. Utile in diversi frangenti oltre i numeri, tocca palloni, difende, ottima prestazione da starter.

DaQuan Jeffries: 5

0 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Come titolare svirgola un paio di conclusioni poi nei 30:08 sul parquet prova a riprendersi insieme alla squadra dopo esser stato coinvolto in un avvio difficile. Fa il compitino di posizione ma non basta, serve anche qualche punto.

Miles Bridges: 6,5

30 punti, 9 rimbalzi, 3 assist. 10/20 dal campo. Porta il peso dell’attacco con entrate efficaci e ritocca nel finale uno score già buono rimpinguandolo ma purtroppo da solo non basta.

Moussa Diabaté: 6

5 pt. (2/2), 1 rimbalzo in 7:06. Riesce a combinare poco in difesa perché i Pistons segnano quasi sempre in avvio poi prende un cartone in faccia dal “simpatico” Stewart e stramazza. Deve uscire un po’ stordito, naso o occhi ma il centro francese potrebbe aver fiutato una delle ultime apparizioni in divisa Hornets se non convertiranno il suo contratto da two-way a regolare e con Nurkic in arrivo, mah… d’altra parte sempre meglio di Gibson, lo meriterebbe.

Isaiah Wong: 7

17 punti (6/9), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Porta tanti punti con buona personalità Wong che aveva messo i primi 4 tiri sella sua serata nonostante il -5 in 24:03. Il suo problema è quello di KJ Simpson, piccolo e con pochi kg addosso. La small ball funziona per un po’, poi si paga.

Elfrid Payton: 4

0 pt. (0/4), 1 rimbalzo, 4 assist, 2 rubate in 23:29. Non sembra per nulla in forma. Lento, impacciato ed accademico oltre allo stucchevole. Sbaglia tiri anche ravvicinati e chiude con un -11 per merito dei compagni altrimenti sarebbe stato un -50… Non è facile trovarsi di colpo in una squadra nuova senza conoscere nessuno e qualche meccanismo di gioco. Aspettiamolo ma alla prima uscita, far girare la squadra, prova fallita.

Tidjane Salaün: 4

8 punti (1/12), 7 rimbalzi e 4 assist. A rimbalzo mette i gomiti a protezione della palla ma avrebbe potuto fare spesso di meglio su palloni che gli sono sfuggiti di poco. Il peggio lo da al tiro sbagliando 6 triple e chiudendo con un 1/12 terrificante frutto di un canestro dalla sinistra quasi da tre punti. Chi l’ha autorizzato a prendersi tutti quei tiri, il Papa? Mamma li turchi…

Taj Gibson: 5,5

6 punti, 6 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata in 19:51. Fa il suo ma male in attacco con un 2/5, ultimo canestro a rimorchio su un appoggio di Seth spinto. Ha un +7 merito di Detroit che nell’ultimo quarto decide di sparare da tre anziché attaccare il ferro, in quel frangente non va male.

Coach Charles Lee: 6

Senza una squadra intera fa quel che può arrabattandosi con ciò che ha e a momenti sfiora l’impresa con la squadra che non molla dopo tanti tiri mancati. Cunningham senza centri decenti non lo fermi e lui non aveva nemmeno più Diabaté perso in partita. Ottimi i challenge anche se siamo stati beffati.

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To the Los Angeles and back

Lo stato degli Hornets.

Clamoroso al Cibali avrebbero detto una volta ma non siamo a Catania, bensì a Los Angeles dove, secondo l’entourage medico dei Lakers, Mark Williams non avrebbe passato le visite mediche di rito.

Mark quindi torna a Charlotte che avrà ora quattro centri con l’aggiunta di Nurkic e un Diabaté vicino al massimo di 50 partite giocabili con il two-way, dovrebbero mancargliene 7.

Annullata quindi unilateralmente dai Lakers la trade, Knetch e Reddish tornano in giallovila e Mark in purple & teal…

In un mercato dove anche il pluri- acciaccato James Wiseman ha cambiato casacca trovando nuova casa, difficile dire se abbia ragione Charlotte o il ragazzo sia stato tenuto su con i cerotti, di fatto Mark chiuderà questa stagione, almeno, a Charlotte.

NBA, il colpo di scena: Williams non passa le visite mediche, i Lakers annullano la trade | Sky Sport

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Game 49: Charlotte Hornets Vs San Antonio Spurs 117-116

LaMelo Ball, 24 punti e 10 assist.

Nell’ultima partita della lunga serie da nove giocata allo Spectrum Center gli Hornets raggiungono una vittoria all’ultimo respiro in una partita che supera le più assurde (non poche) giocate da Charlotte negli ultimi anni.

I Calabroni sono largamente rimaneggiati in attesa dei transfer dei nuovi giocatori me ritrovano inaspettatamente LaMelo Ball che ha voglia di far tornare a vincere la squadra di Lee dopo sei stop consecutivi.

Gli Hornets e Ball partono bene, in difesa Charlotte sembra produrre il doppio dello sforzo delle partite precedenti e l’efficacia si vede.

Il piano offensivo, invece, sembra quello di prendere un vantaggio tramite un blocco alto ed attaccare il pitturato con runner e floater che vanno puntualmente a bersaglio.

A 3:31 dalla prima sirena KJ Simpson indovina una tripla e porta al massimo vantaggio di serata gli Hornets, +19 (29-10) prima che il divario si riducesse a 12 complici gli ultimi FT del terribile Castle (spina nel fianco nel secondo tempo) a 29 secondi dalla luce rossa (34-22).

Ball, Smith e Salaün aprono il nuovo quarto con una tripla a testa e i Calabroni riconquistano il +18, mortificato dal rientro degli Spurs fino al -7 a 5:45 con Fox che infilava il primo libero ma mancava il secondo per il -6.

Scossi dal torpore e ispirati da Ball ecco che gli Hornets riprendevano del margine con la tripla di LaMelo e la bomba di Curry gentilmente fornita dallo stesso numero 1, Castle per gli Speroni chiudeva la frazione di tripla anch’esso ma i color menta chiudevano sul confortante 62-50 all’intervallo.

Il terzo quarto scorreva con gli Hornets bravi a veleggiare sulla quindicina di punti di vantaggio ma gli ultimi canestri Spurs, compresa la dinamitarda dunk di Vassell chiudevano il quarto sul 92-81 con i texani a mangiare un punto a Charlotte che cercava di resistere alla rimonta ospite infilando le bombe di Salaün e Curry (102-90 a 8:52) ma un two and one di Castle e una tripla di Vassell, complice l’attacco Hornets incantatosi, consentivano ai “neri” di arrivare al -3 (107-104) a 5:56 dalla fine.

Bridges da sotto e Ball da tre davano il +6 ma poi le scelte scellerate di LaMelo, tripla da lontanissimo, errore dall’angolo di Jeffries e tripla forzata di Nick Smith Jr. e fallo di Ball su passaggio stoppato, facevano piombare la Buzz City in un incubo spazio-temporale sui liberi di Castle che portavano a -1 gli Spurs con i texani bravi a costruire la rimonta sui FT (a inizio ultimo quarto Charlotte ne aveva battuto uno contro i sedici avversari) e una terna che nel dubbio era a torto o a ragione: “Diamo sempre palla agli Spurs”…

Fox si faceva perdonare dopo aver mancato un FT e complici due jump ball (l’ultima per un challenge vinto da SAS per un fallo chiamato e poi tolto su Diabaté) realizzando due canestri che sembravano portare al delitto perfetto a 8 secondi dalla fine: 114-116, primo vantaggio Spurs da inizio game e Hornets nuovamente vicini alla beffa nonostante gli sforzi.

Il rischio di transfert mentale di eventi passati nei giocatori è forte, la mia scomunica anche ma si andava in time-out per cercare di ragionare su come evitare la beffa.

Dentro Curry, rimessa difficile e nuovo time-out chiamato da Seth si settava sulla seconda possibile rimessa: palla a Ball, penetrazione, drive and kick out sulla linea di fondo per LaMelo che portava dietro di se due o tre giocatori come un pifferaio magico, palla a Bridges nell’angolo sinistro che infilava un open magistrale per il sorpasso: 117-116.

Con un secondo e quattro decimi da giocare la rimessa degli Spurs cercava Fox che doveva scartare lateralmente un difensore, tripla e palla nel sacco.

La beffa sorpasso per gli Hornets era evitata solamente dal gigante Crono che divorava la tripla della Volpe texana.

Per gli Spurs il rookie Stephon Castle ha chiuso con un record personale di 33 punti.

Fox ha totalizzato 22 punti e Victor Wembanyama ha realizzato 16 punti e 11 rimbalzi.

Pagelle

LaMelo Ball: 7,5

Parte benissimo e inaspettatamente attaccando il pitturato con rapidi floater e colpendo brillantemente anche da tre oltre a servire i compagni (vedi Curry per la seconda tripla) poi comincia a esagerare e abbassa le medie e l’efficienza del team, soprattutto nel finale quando nel crunch time fa scelte pessime spesso ma si rifà con la drive and kick che fa vincere Charlotte. Chiude in doppia doppia con 24 punti (9/26) e 10 assist in 36:12 al suo rientro.

Nick Smith Jr.: 7

19 punti, 5 assist. Ottimi i suoi fade-away frontali che in copia, dopo qualche rimbalzo sul ferro, vanno dentro grazie ad una buona rotazione della sfera. Contributo offensivo importante. Peccato per le tre palle perse compensate con 6 rimbalzi, non pochi per un piccolo e riesce a far perdere il tempo di tiro nel finale a Fox rimanendo pulito, De’Aaron segna ma oltre il limite.

DaQuan Jeffries: 5,5

4 punti, 5 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Parte bene ma lascia anche qualche porta aperta e commette un paio di falli che portano in lunetta agli avversari. Ha avversari terribili per la sua prima starting lineup. Buono lo sforzo ma pesa il 2/9 al tiro.

Miles Bridges: 8

25 punti, 7 rimbalzi e 2 assist ma soprattutto l’emozionante game winner che da queste parti non è poco. Apprezzato come sforzo, come giocatore e come messaggi dati alla città, l’augurio è di essere diventato anche una persona migliore rispetto a un paio d’anni fa per quel paio di brutte storie. Riguardo la partita chiude con un 10/18 cercando di non forzare, il factotum di Charlotte gioca intelligentemente e con personalità.

Moussa Diabaté: 6,5

9 pt. 15 rimbalzi, 6 assist. Chiude con un 4/10 e un paio di stoppate pese da Wemby ma anche una bella dunk sul connazionale. Bene in attacco dove riceve passaggi e cattura rimbalzi grazie alla modalità d’attacco, in difesa però manca un po’ di solidità a rimbalzo, qualche rebound in più poteva essere catturato.

KJ Simpson: 6

12 punti, 3 rimbalzi, 3 assist. 5/9, niente male in attacco, soprattutto nel primo tempo ma in difesa soffre nonostante lo sforzo.

Seth Curry: 7

12 punti, 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Segna da tre un open dalla top of the key su 2nd chance offerta da Diabaté poi sembra involversi ma torna a segnare chiudendo con 4 triple (4/6 da tre e 4/8 dal campo), nel finale rientra solo per la rimessa che non è come vuole lui e chiama con esperienza un altro time-out che si rivelerà essere vincente per il passaggio verso ball con timing perfetto. Punti importanti, ciò che gli si chiede.

Tidjane Salaün: 6

8 pt., 5 rimbalzi e 1 stoppata. Tornato dalla G-League sembra migliorato un po’, almeno ha ripreso la mano con un ¾. Lee gli da fiducia in difesa inserendolo appositamente in frangenti dove serve e anche nel finale lo mette dentro sull’ultima azione. Come KJ un po’ in difficoltà in certi casi in difesa ma da lui oggi mi aspettavo di meno quindi bene così.

Taj Gibson: 6

4 punti, 4 rimbalzi, 1 stoppata, 1 rubata. Parte molto bene, inaspettatamente, lotta, poi la terna gli commina un fallo inesistente, un po’ vessato e un po’ in calando nella partita ma discreti i suoi 13:19 complessivamente.

Coach Charles Lee: 7

C’è molto sforzo della squadra questa volta, ball facilita le cose a una squadra in emergenza, piano partita iniziale buono, un po’ dismesso nel finale. La vittoria sul filo è però frutto anche di qualche scelta tattica evidentemente azzeccata questa volta.

 

 

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Dentro Nurkic, via M&M’s

Il bosniaco ha già cambiato il suo profilo social definendosi centro degli Hornets.

Chiusa la deadline di mercato NBA.

Arriva da Phoenix il centro separato in casa Jusuf Nurkic (da un mese non parlava con il coach Budenholzer dopo la sua sostituzione da titolare a riserva in favore dell’ex mason Plumlee) a Charlotte insieme ad una prima scelta non protetta 2026.
La contropartita per Phoenix consiste in Cody Martin, Vasilije Micic e una seconda scelta 2026.

La neofilia della SF

Forse qualcuno si sarà chiesto, riferendosi al titolo, a cosa si riferisse SF, ovviamente non sta né per Scuderia Ferrari, né per Street Fighter tantomeno per San Francisco ma per small forward poiché gli Hornets pare stiano facendo collezione di ali piccole da Josh Green in poi.

La neofilia, ovvero il bisogno di avere sempre costanti novità intesa come nell’accezione peggiore della situazione, porta il tifoso a disaffezionarsi poiché vede i pezzi migliori partire (c’è uno svuotamento materiale ma anche affettivo), distrugge i progetti che Charlotte puntualmente tenta di costruire e poi smantella nel giro di qualche anno smentendosi, spesso accortasi di aver sbagliato scelte ma dato che tutto è permeato da variabili, a qualcuno in società non è mai venuto in mente che dopo anni di insuccessi, forse un po’ di mea culpa per l’incompetenza ci starebbe?

La stagione non ha più nulla da dire ma i tifosi si augurano comunque di vedere aumentare lo striminzito record di 12 vittorie in 28 partite che ha portato gli Hornets a livello di una vittoria ogni 4 partite parametrandosi sulle due annate precedenti.

Difficile farlo se si vendono però sempre i pezzi migliori.

Mark Williams, dichiarato incedibile in estate insieme a Ball e Miller (gli unici tre) è stato spedito ai Lakers in cambio di Dalton Knetch e Cam Reddish oltre ad una scelta non protetta nel 2031 e uno scambio di scelte nel 2030 ma forse i fan si saranno suicidati tutti prima…

In estate è arrivato Josh Green che sta giocando come ala piccola e oltre a Cody Martin ancora in roster e il nuovo arrivato Josh Okogie, ecco i due nuovi provenienti da LAL ad affollare il roster.

La voglia di nuovo nel ruolo sembra qualcosa di follemente demenziale, sia perché vi è un affollamento nel settore, sia perché Mark Williams è andato via per un cencio.

Intendiamoci, Mark Williams ha giocato le ultime partite in chiaroscuro con poca voglia e senza Ball a innescarlo ha mostrato parecchi limiti offensivi quando deve fare da solo compresi quelli sotto canestro dove non sa difendere la palla con il suo ottimo fisico e spesso finisce per esporla e perderla in maniera banale.

Sicuramente però questa stagione Mark Williams ha giocato alcune delle migliori partite della sua carriera e sembrava dover essere un pezzo fondamentale a lungo termine della franchigia.

Nelle sue ultime nove partite, Williams ha avuto una media di 21,6 punti, 12,9 rimbalzi, 3,2 assist e 1,7 stoppate a partita anche se quei numeri vogliono dire poco se non lo si osserva in partita su ambo i fronti e su come ha ottenuto quei punti.

Sicuramente i Lakers mettono insieme per l’oggi il pezzo mancante del mosaico perché Doncic e LeBron apriranno spazi a Williams che è ciò che il treccioluto giocatore gradisce di più.

Gli Hornets con Knetch acquisiscono un discreto tiratore, un rookie anomalo di 24 anni che può crescere e ha già un massimo in carriera di 37 punti.

Gli Hornets hanno acquisito anche Cam Reddish, altro giocatore alla Okogie orientato alla difesa e a proposito di defense gli Hornets sono rimasti con un solo centro sotto contratto, ovvero il prossimo al ritiro, ovvero Taj Gibson.

C’è anche Moussa Diabaté ma l’ex Clippers ha ancora un contratto two-way.

Mark Williams era stato criticato nell’ intervallo dal commentatore degli Hornets Terrence Oglesby per non aver mostrato alcuno sforzo contro i Washington Wizards. “Va bene quando i tiri vengono sbagliati, va bene quando si fanno errori ma se c’è almeno impegno, posso conviverci. Mark Williams ha messo insieme un primo tempo che non ho mai visto da un centro titolare a livello NBA… È stato così scarso dal punto di vista dell’impegno oggi che hanno dovuto toglierlo dalla marcatura di un centro sulla via del tramonto come Jonas Valanciunas, e poi ha concesso tre punti open ai tiratori avversari perché non si stava dando da fare per contestare i tre. Lo sforzo deve essere migliore. Potresti essere sotto di 23 punti, qualsiasi cosa… Questa squadra dei Washington Wizards è ultima in attacco e difesa e ti stanno battendo di 23 punti sul tuo campo perché non hai voglia di muoverti. È pazzesco. Mark Williams, se diventerai il centro di una franchigia in cui hanno investito e hanno pianificato che tu fossi un elemento fondamentale di ciò che faranno in futuro, quello sforzo è inaccettabile.”

Guardando la partita sottoscrivo tutto, sacrosante parole ma un altro mea culpa dovrebbero farlo i proprietari che in questi anni hanno gestito la franchigia, incapaci di trovare feeling ed appeal per portare giocatori già affermati a Charlotte non volendo spendere più del necessario e affidandosi a progetti sisifiani di ricostruzione, si spinge il masso in cima e lo si fa rotolare nel burrone, lo si riprende e lo si riporta in cima per continuare il ciclo eterno senza andare davvero da nessuna parte…

Peterson si è agglutinato e sembra diventato un Presti a lunga gittata che accumula scelte (o capi come tristemente vengono chiamate anche) da qui al 2031, una strategia che può piacere o no e potrebbe anche portare qualche benefit se la franchigia si regolarizzasse, ciò non toglie che a Charlotte aspettano di vincere una serie di playoff dal 2002 e visti gli infortuni di questi anni non è detto che l’unica strategia che pare percorribile low cost sia anche di successo.

Tornando a Williams (un punto a favore di Peterson è che potrebbe essere un giocatore con una presenza limitata per via degli acciacchi avuti in questi anni, un classico injury prone diciamo nonostante la giovane età) ha cominciato a vagare per il campo come fosse un fantasma per poi fare il suo nel secondo tempo a livello numerico poiché ha messo a segno 23 punti (7/12 FG), 14 rimbalzi, 2 assist, 1 palla rubata e 1 stoppata tuttavia, la sua prestazione difensiva è stata insufficiente, concludendo la partita con un punteggio difensivo di 112,6…

La sua prestazione in quella che è finita per essere l’ultima partita della sua carriera con gli Hornets è stata molto peggiore.

Contro i Milwaukee Bucks, ha messo a segno 6 punti (2/8 FG),catturato  5 rimbalzi e smistato 2 assist, concludendo la partita con un punteggio difensivo di 126,4.

Ora la palla passa ai Lakers e dovrà migliorare se vuole evitare critiche feroci.

Ai fan Hornets comunque rimane l’amarezza perché la contropartita può essere vista da alcuni come interessante ma il potenziale di un Williams motivato nelle sue migliori serate è stato sminuito e il giocatore svenduto e credo si sarebbe potuto ottenere qualche contropartita migliore vagliando l’interesse di altre squadre.

Agli Hornets resta Knetch, nato a fargo, la più popolosa città dello sperduto North Dakota, sperduti anche i fan di Charlotte che non vedono fine al peggio…

Rimangono meno di 6 ore alla fine del mercato, pare che Denver e Milwaukee siano interessate a Cody Martin, in fondo dovesse partire sarebbe neofilia, troppo vecchio per restare e troppe immagini di insuccessi con lui in questi anni (ovviamente non per causa sua) ma i signori che gestiscono la franchigia se fossero seri e non solo businessman dovrebbero vendere la franchigia perché ci meritiamo di meglio, il coma farmacologico ha un limite temporale che è stato ampiamente superato ormai…

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Game 48: Charlotte Hornets Vs Milwaukee Bucks 102-112

Moussa Diabaté ha chiuso in doppia doppia con 10 punti e 13 rimbalzi.

CHARLOTTE, N.C. — Damian Lillard ha totalizzato 29 punti e 12 assist, Bobby Portis ha realizzato 23 punti e catturato 17 rimbalzi nella sua prima partita dal 23 gennaio e sono bastati ai Milwaukee Bucks (senza Antetokounmpo) per espugnare il colabrodo Spectrum Center e vincere 102-112 contro Charlotte nonostante la cessione di mercato della guardia Khris Middleton.
Brook Lopez ha aggiunto 14 punti e i Bucks hanno anche interrotto una serie di quattro sconfitte consecutive.
Per Charlotte Nick Smith Jr. ha totalizzato 23 punti (quattro triple a bersaglio) ma la squadra ha incassato la sesta sconfitta casalinga consecutiva in quella che più che essere una festa pare ormai una via crucis e dormano sonni tranquilli perché la scelta protetta top 14 che la franchigia deve a San Antonio (poi fu selezionato Kai Jones) è pressoché blindata essendo nelle ultime posizioni dell’intera NBA.
I Bucks hanno portato il loro vantaggio a 21 nel terzo quarto, ottenendo ripetutamente tiri open da oltre l’arco contro un roster degli Hornets ridotto e non all’altezza di contrastare le plurime minacce offensive avversarie.
Charlotte non ha avuto risposte nemmeno per Lillard che ha chiuso con 9 su 18 dal campo e 8 su 9 dalla linea di tiro libero mentre ha creato ai compagni di squadra tiri liberi con penetrazione e kickout.
Lillard è stato costretto a farsi carico del peso per i Bucks, che hanno giocato senza Giannis Antetokounmpo il quale ha fatto il riscaldamento prima della partita ed è stato introdotto prima di essere escluso a causa del dolore al polpaccio sinistro pochi minuti prima della palla a due.
Conclusioni Bucks: Lopez ha dato il tono ai Bucks realizzando quattro triple nel primo quarto, costringendo il centro degli Hornets Mark Williams a uscire dal centro dell’area e aprendo spazio per i suoi compagni di squadra.
Mark Williams è stato inefficace per tutta la notte.
Conclusioni Hornets: Charlotte era senza sette giocatori a causa di svariati infortuni (LaMelo Ball sta ancora curando una lesione alla caviglia) e anche il sostituto principale di Ball, Vasa Micic, è rimasto fuori, lasciando gli Hornets nelle mani dei giovani e sottodimensionate (anche magre) guardie degli Hornets, KJ Simpson e Nick Smith Jr., il che ha reso le cose piuttosto facili per Lillard in attacco.
Momento chiave: Dopo che gli Hornets hanno ridotto il vantaggio dei Cervi sino a giungere al -7 all’inizio dell’ultimo quarto, Portis ha segnato due triple consecutive per portare il vantaggio a 13 e l’escape si è riverberata concreta sino alla fine.
Statistica chiave: Milwaukee ha chiuso con un 18/42 da 3; Charlotte con 11/34.
Nonostante gli Hornets siano andati meglio a rimbalzo (50-46) e nelle second chance (14-2) degli avversari, la differenza l’hanno fatta la qualità dei giocatori che ha permesso ai verdoni di selezionare tiri migliori ad alta percentuale chiudendo con un 50,6% dal campo contro il 43,2% degli Hornets.

Gli Hornets chiuderanno una serie casalinga di nove partite contro gli Spurs di “Wemby” e Fox, domani, nella speranza di ottenere almeno la seconda vittoria nella striscia di nove giocata consecutivamente in North Carolina.

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Game 47: Charlotte Hornets Vs Washington Wizards 114-124

Isaiah Wong

CHARLOTTE, N.C. — Bilal Coulibaly ha segnato 26 punti, Corey Kispert ne ha segnati 25 dalla panchina grazie anche a cinque triple e i Washington Wizards hanno inflitto agli Charlotte Hornets la quinta sconfitta consecutiva 124-114…

Kyle Kuzma ha contribuito con 22 punti e Jonas Valanciunas ha aggiunto 14 punti e 17 rimbalzi per i Wizards che hanno vinto due partite di fila dopo aver interrotto una serie di 16 sconfitte consecutive.

A Charlotte non è bastato un Miles Bridges che ha ottenuto la sua prima tripla doppia in carriera concludendo con 24 punti, 10 rimbalzi e 10 assist.

Nick Smith Jr. ha segnato 24 punti e Mark Williams ha chiuso con 23 punti e 14 rimbalzi per gli Hornets ma il centro nel primo tempo più che spento è sembrato da cessione immediata, senza energie, difesa drammatica tra opposizione ai tiri e surclassato a rimbalzo.

I Wizards hanno vinto la partita perché hanno messo più energia e dopo un primo quarto nei quali hanno recuperato punti per finire sopra di due, hanno superato gli Hornets 46-25 nel secondo quarto grazie al lassismo perimetrale della squadra di Lee.

Guidati da Kispert, che ha totalizzato 18 punti nel quarto con quattro triple, i Maghi hanno chiuso con 13 bombe infilate in 24 minuti per guadagnare un +26 nel primo tempo per mantenere un +23 (77-54) all’intervallo…  

Gli Hornets hanno iniziato benissimo la ripresa e nel finale sono arrivati a toccare il -5 ma tra gli ultimi secondi del quarto e l’inizio dell’ultima frazione la squadra capitolina ha piazzato un contro-break portandosi sul +17 e il successivo elastico che ha consentito a Charlotte di rientrare sotto il divario in doppia cifra non basta a compensare una delle più brutte prestazioni dell’anno unita a un’amara sconfitta poiché incassata nuovamente da quella, numeri alla mano, che è la peggior squadra nella NBA eppure tre delle otto vittorie di Washington in questa stagione sono arrivate proprio contro gli Hornets.

Gli Hornets non hanno trovato in panchina uomini in grado di reggere il confronto, 19-50 il bilancio dei punti messi a segno dalle due bench con il miglior Hornets in un discutibile KJ Simpson, il quale, fiammata da 5 punti a parte nel secondo tempo (due su un baseball pass di Bridges) pare assolutamente un giocatore da G-League e ha chiuso con 3/10 al tiro.

Conclusioni Wizards: Washington ha realizzato 17 triple.

I Wizards hanno vinto nonostante una brutta serata del capocannoniere Jordan Poole, che ha totalizzato solo 6 punti (2/11) ma in momenti importanti e ha avuto difficoltà in palleggio. Kyshawn George ha giocato solo un minuto nel secondo tempo.

Conclusioni Hornets:

Nick Smith Jr. ha trovato qualche spazio e l’ha sfruttato per portare fieno in cascina agli Hornets realizzando 4 triple su 7 contro i Wizards. Vasilije Micic è tornato miracolosamente in piedi (forse con un intervento del Maestro Miyagi di Karate Kid) ma il suo inizio non è stato confortante non riuscendo a innescare i compagni per canestri facili e sbagliando troppi tiri mentre in secundis ha messo due ottime triple per riavvicinare Charlotte che tuttavia continua a pagare i punti incassati in transizione chiudendo con un 13-28 nelle statistiche di squadra laddove le altre caselle non sono così estreme (vedi i TO 10-10 o i rimbalzi 55-57 per Washington)…

Momento chiave: L’ultimo disperato tentativo di Charlotte di avvicinamento è stato fino al -7 ma Coulibaly ha segnato una tripla dall’angolo sinistro per riportare il vantaggio a 10 con 1:16 rimasto alla fine.

Statistica chiave: I Wizards hanno segnato 9 triple su 17 da oltre l’arco nel secondo quarto.

Pagelle

Vasilije Micic: 5,5

Nick Smith Jr.: 6

Josh Green: 6

Miles Bridges: 7

Mark Williams: 5,5

KJ Simpson: 5

Seth Curry: 5

Moussa Diabaté: 5,5

DaQuan Jeffries: 4,5

Isaiah Wong: 5,5

Coach Charles Lee: 4

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Game 46: Charlotte Hornets Vs Denver Nuggets 104-107

CHARLOTTE, N.C. — Nicola Jokic ha totalizzato 28 punti, 17 assist e 13 rimbalzi per la sua 22esima tripla doppia stagionale aiutando i Denver Nuggets ad uscire da un finale complicato contro dei coriacei Charlotte Hornets che hanno gettato alle ortiche la vittoria nei 51 secondi finali.

Al 104-107 sabato sera per le Pepite ha contribuito notevolmente Christian Braun con 24 punti e 11 rimbalzi, Jamal Murray che ne ha segnati 20 e Michael Porter Jr., il quale ha totalizzato 15 punti e 10 rimbalzi. I

I Nuggets arrivavano da una vittoria per 137-134 a Philadelphia venerdì sera.

Gli Hornets, ai quali salta ormai un giocatore a partita (nella penultima Okogie che dovrebbe averne per un paio di settimane e in serata Micic che nel tentativo di depistare la difesa di Denver per scaricare palla si è distorto una caviglia), si sono aggrappati a Miles Bridges, il quale ha totalizzato 24 punti e 12 rimbalzi per Charlotte mentre il rientrante Mark Williams ha totalizzato 20 punti e catturato 15 rimbalzi per i Calabroni ma non è bastato così gli uomini di Lee hanno incassato la quarta sconfitta casalinga di fila anche se la vittoria è stata ad un passo…

Charlotte è andata sotto di 17 punti esattamente a metà del primo tempo poi ha tentato diversi riavvicinamenti ma senza riuscire a prendere mai il comando poiché tra transizioni e gioco nel pitturato Denver ha avuto vita facile a respingere la squadra color menta.

La difesa sul perimetro consentiva a Charlotte di far abbassare ai Nuggets notevolmente le percentuali da tre, anche sotto canestro le cose andavano meglio, in più l’energia di Diabaté e la precisione di Curry hanno permesso però a Charlotte di riavvicinarsi e in assenza di Jokic nell’ultimo quarto i Calabroni sono arrivati finalmente a trovare la parità a 5:39 sul 94-94 e poi si rimaneva lì a 3:20 dalla fine con un’entrata di Bridges.

Il finale si è fatto convulso con alcuni errori della terna da ambo le parti, a 2:00 dalla fine il 100-102 di Jokic è stato annullato per goaltending del serbo stesso grazie ad un challenge chiamato da Lee e Charlotte ha preso il vantaggio con due tiri dal cuore del pitturato di Miles Bridges.

A 0:52 secondi dalla fine il 104-100 pareva essere un buon risultato ma Jokic in attacco, dopo aver sbagliato da vicino ha ripreso la sfera e segnato con and one per leggero sfioramento di Williams.

Il +1 sfumava a 23 secondi dalla fine quando si vedeva il primo effetto della decisione semi-obbligata di coach Lee che dal mio punto di vista commette errori di inesperienza e di lettura della partita, KJ Simpson tentava di ammazzare il game con un tiro da tre ma non funzionava, la palla rimaneva lì, alla fine Jokic ne prendeva possesso e una manata da dietro sulla sfera di Green era considerata fallosa.

Anche questa volta Lee giocava il bonus ma la decisione era confermata al challenge.

A 19 secondi dalla fine Jokic portava in vantaggio Denver dalla lunetta: 104-105.

Gli Hornets non chiamavano time-out ma la corsa di Bridges che cercava di far valere il suo fisico in entrata portava solo ad un contatto non chiamato e a un pallone che non entrava, transizione di Denver e layup di Murray.

Hornets disperati al -3 a 8 secondi dalla fine, dentro Curry che però rimetteva in gioco, taglio centrale in corsa di Nick Smith Jr. allargamento laterale e lancio di Seth dall’altra parte del campo, non un grande schema perché Murray gli toccava la palla, non guardava nemmeno Curry più libero dietro di lui ma Smith stesso riprendeva e tentava il tiro che risultava sbilenco, rimbalzo di Mark Williams e tiro da tre dall’angolo non effettuato in tempo e comunque da marcato finiva storto…

Una sconfitta davvero molto deludente per gli Hornets che sono riusciti a perdere una partita che avrebbe dato morale per inesperienza.

Conclusioni Nuggets: Russell Westbrook (stiramento al tendine del ginocchio) non ha giocato dopo aver lasciato una partita a Philadelphia all’inizio del quarto.

La panchina di Denver aveva due punti all’intervallo e a parte le 5 stoppate di Nnaji, quella degli Hornets ha surclassato i 3 uomini di Malone.

Conclusioni Hornets: LaMelo Ball ha saltato la sua terza partita consecutiva a causa di una distorsione alla caviglia sinistra.

La guardia degli Hornets Vasilije Micic è caduta per un infortunio senza contatto alla caviglia sinistra all’inizio del secondo tempo, è stato aiutato a uscire dal campo e non è più tornato.

 

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Game 45: Charlotte Hornets Vs Los Angeles Clippers 104-112

Moussa Diabaté ha chiuso con 11 punti e 14 rimbalzi ma agli Hornets non è bastata la sua energia.

CHARLOTTE, N.C. — Norman Powell ha segnato 27 punti, Kawhi Leonard ne ha aggiunti 21 più 9 rimbalzi così i Los Angeles Clippers hanno tenuto a bada i resistenti Charlotte Hornets vincendo 104-112 allo Spectrum Center.

James Harden ha concluso con 14 punti e 10 assist per i Clippers, mentre Ivica Zubac ha totalizzato 14 punti e 11 rimbalzi.

I Clippers, avanti 48-51 dopo un canestro di Bridges in entrata a meno di due secondi nel primo tempo, sono riusciti con un lancio da fondo campo (ce ha scavalcato Bridges in salto) a trovare D. Jones che ha segnato in layup sulla sirena un + 5 divenuto +6 prima dell’inizio ripresa per un tecnico a Bridges comminato nel passaggio degli spogliatoi.

Il divario è salito a 10 punti nel terzo quarto ma i Calabroni, pur in difficoltà e con Okogie uscito dopo un paio di buone giocate per una spinta proditoria alle spalle di Harden, non si sono arresi e sono tornati al -2.

Il finale è stato a vantaggio dei Clippers, sia perché Lee non aveva giocatori crunch e il tecnico ha aggravato la situazione tenendo in campo KJ Simpson che ha mancato in precedenza un layup e un N. Smith Jr. non ancora all’altezza tra conclusioni corte in fade-away e tiri discutibili.

La tripla di Harden ha portato il punteggio sul 95-102 a 6:06 dalla fine e la schiacciata di Leonard a 1:45 dalla fine (steal a Miles) ha regalato ai Clippers il loro un vantaggio ampio 99-110.

Miles Bridges ha totalizzato 27 punti e 9 rimbalzi per Charlotte che ha ricevuto un buon contributo anche da Vasa Micic con 20 punti.

Gli Hornets (12-33) sono 1-4 nelle prime cinque partite casalinghe sulle nove previste di seguito da giocare in casa.

Domani saranno in back to back contro Denver e sicuramente non ci sarà Tre Mann, perso nella notte dei tempi tra gli infortunati.

La guardia ha finito la stagione, ieri è arrivata la notizia che dovrà sottoporsi ad un operazione per sistemare l’irritazione al disco, assurda una valutazione medica così tardiva con tutto il rispetto per il lavoro e la volontà di essere meno invasivi possibile.

L’ex possibile sesto uomo dell’anno sarà il terzo out per tutta la stagione a Charlotte dopo Grant Williams e Brandon Miller.

Conclusioni Clippers: i Clippers hanno vinto 13 partite consecutive contro gli Hornets, con l’ultima sconfitta il 18 novembre 2017 a Charlotte.

La partita di venerdì doveva essere originariamente l’ultimo incontro tra le squadre in questa stagione ma gli incendi in California all’inizio di questo mese hanno posticipato la partita dell’11 gennaio a L.A. e si giocherà il 16 marzo.

Momento chiave: Dopo che Charlotte si è portata sul 95-97 con 6:44 da giocare, Kevin Porter Jr. ha eseguito con una schiacciata del suo tiro da 3 punti sbagliato per innescare un parziale di 7-0 che includeva anche un layup in penetrazione di Powell e un tiro da 3 punti di Harden per un vantaggio di 95-104 e Charlotte non si è più riuscita ad avvicinare a meno di cinque punti per il resto della partita.

Statistica chiave: I Clippers hanno tirato con un 11/28 da 3 punti e gli Hornets solo con un 7/30, questo, nonostante i tentativi di Bridges di andare a chiudere nel pitturato, è costato molto a Charlotte che semplicemente non ha gli uomini per mettere dei tiri e a volte non riesce a costruire situazioni per far trovare spazio agli uomini sul perimetro.

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