Game 61: Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 118-103

 
Gli Hornets per svoltare dovevano cacciare i fantasmi del 2017.
Un 2017 iniziato con una L contro i Bulls e finito con un bilancio complessivamente negativo, incluse altre due sconfitte proprio contro i Tori (una di un punto con un super Kemba che non riusciva tuttavia allo scadere a metter dentro il sorpasso e l’altra all’OT).
Per fare ciò i Calabroni dovevano mostrare la solidità con la quale hanno giocato le ultime partite.
Mostrarsi, apparire, sono verbi che sono l’etimo della parola fantasma.
Charlotte però doveva cancellare l’immagine spettrale, ambigua e diafana avuta lo scorso anno per voltare pagina e allontanare anche l’allucinazione Bulls.
Sul piano del risultato, dopo aver sofferto per almeno due quarti e mezzo, nulla da dire, l’incubo è stato ampiamente scacciato e ora ci si affaccia a una serie di trasferte non semplici.
Tornando alla partita… Charlotte ha accelerato nel finale e ha vinto sfruttando la maggior classe, precisione ed energia profusa, tuttavia la serata ha registrato gli infortuni di MKG (quasi immediato) e di Zeller (non rientrato nel secondo tempo).
Nel primo caso, dovesse trattarsi d’infortuni medio/lunghi, il numero 14 sarà rimpiazzato probabilmente da Lamb e Graham che stanno facendo altrettanto bene, se non di più, nel secondo caso Frank e Hernangomez potrebbero sostituirsi al recidivo centro, anche se lo spagnolo nei pochi minuti apparso, non è piaciuto.
Gli Hornets hanno quindi interrotto una serie di 4 sconfitte contro i Bulls e allungato la striscia vincente stagionale portandola a 5 partite, cosa che se non ricordo male, non accadeva dal 2016.
Tra gli ospiti diversi giocatori sono andati in doppia cifra ma LaVine con i suoi 21 punti è stato il più pericoloso.
Degni di menzione sono anche Valentine con 14 pt. e Portis che ha chiuso con una doppia doppia da 12 punti e 10 rimbalzi, mentre per Charlotte i 31 pt. di Walker e i 24 di Howard, aiutati dai 15 di Lamb costituivano il nucleo (70 pt.) delle realizzazioni per coach Clifford.
Gli Hornets hanno catturato solo 35 rimbalzi contro i 44 dei Bulls, sopra anche negli assist (26-28), ma hanno tirato meglio con il 53,7% contro il 48,1% e hanno avuto meno turnover (14 contro 20).

Lo starting five di Chicago.

Il classico quintetto degli Hornets.

Hugo e le cheerleaders a inizio gara.

Partenza diesel per Walker che sulla prima azione della partita perdeva palla.
Al contrario Felicio partiva in maniera sprint segnando subito dal mid range lo 0-2 con un piazzato su un Howard svogliato nell’uscire.
Il nostro centro si faceva perdonare immediatamente in alley-oop lanciato da Batum.
Felicio con un altro piazzato, questa volta fronte a canestro dal punto più lontano del semicerchio dei liberi, colpiva per il 2-4 mentre Kemba si faceva stoppare dall’altra parte ma la palla schizzava sotto a Howard che sfruttava l’occasione per schiacciare, pareggiando.
Felicio, da sotto, ai 24 riusciva a evitare il tentativo di stoppata di Williams, firmando tutti e sei i primi punti dei Bulls.
Williams, a 9:10 invece metteva dentro la tripla per il sorpasso degli Hornets, che puntellavano lo score fino all’8-6 con Kemba a splittare due liberi per un blocking foul del centro avversario.
Lavine con un dribbling layup depositava oltre Howard per il pari (8-8), ma a 8:18 Kemba segnava da tre riportando sopra il team guidato da Clifford.
I Bulls continuavano a segnare cercando di tenere il passo; Lavine in jumper infilava l’11-10 ma un’altra tripla volante di Walker (7:08) era utile per il +4, anche se il finlandese dei Bulls replicava con la stessa arma a stretto giro di posta.
A 6:31, sulla linea di fondo sinistra, Howard tagliava dietro la difesa, Batum riconosceva la situazione da lontano e forniva la sfera al centro per il secondo alley-oop della sua gara…
Batum stoppava Lavine, ma Kemba ci pensava troppo sul tentativo da tre frontale e andava corto, dall’altra parte Dwight in aiuto stoppava Lavine all’ultimo secondo ma la sfera era preda di Felicio che convertiva i due punti…
Bulls sempre sotto di uno, ma l’entrata di Lamb era propizia a fornire immediatamente propellente per il decollo; tripla dalla diagonale sinistra per il 19-15 seguita da due punti di Dunn che tuttavia doveva vedere incassare i suoi un gancetto in turnaround nel pitturato opera di Williams.
Era sempre la nostra ala forte a darci ulteriore vantaggio, ancora merito di Batum, che da metà campo, sul rientro della difesa dei Bulls, capiva che vi sarebbe stato spazio sulla sinistra per un tiro da tre di Marvin, raggiunto dalla sfera, bravo a convertire con immediatezza per il 24-17.
MKG nel frattempo per un problema fisico al ginocchio usciva, entrava la panchina e i Bulls rimontavano segnando con l’ex Vonleh al vetro (oltre Batum) il 24-21 e pareggiando con un open 3 di Nwaba dalla destra.
I Bulls ripassavano avanti, venivano raggiunti da un’entrata con appoggio a una mano di Lamb che interrompeva il digiuno di punti degli Hornets, ma a poco dalla fine (:04.2) Valentine ghiacciava gli Hornets con la tripla che chiudeva il primo quarto sul 26-29.

Williams supera Dun in floater durante il primo tempo.
AP Photo/Bob Leverone

Howard schiaccia durante il primo tempo della partite.
(AP Photo/Bob Leverone)

 
Il secondo quarto non dava la sveglia a una panchina degli Hornets troppo passiva.
Un tecnico a Clifford dopo 11 secondi allontanava sul 26-30 gli ospiti che tuttavia continuavano ad avvantaggiarsi con un gancetto in entrata di Vonleh e una tripla di Portis per un parziale di 9-0 pro Bulls.
MCW, non al primo tiro errato (tripla mancata sul finire del primo quarto e altre due open prima del canestro da fuori di Portis) si faceva anche stoppare, per fortuna Graham dall’altra parte era un difensore amuleto; il tiro oltre di lui di Valentine s’infrangeva sul ferro ed MCW, nonostante un altro errore, conquistava il rimbalzo e depositando finalmente due punti, faceva ripartire l’attacco di Charlotte. Nwaba trovava due punti ma Kaminsky con un piazzato dal mid range leggermente a destra anticipava un arresto e tiro di Lamb su Portis che non riusciva per tempo a reagire (pensando a un’entrata del nostro numero 3) lasciando a Jeremy i due punti.
Tre ne trovava il Tank a 8:33 con un catch n’shoot notevole… -2, mentre dall’altra parte Graham teneva anche sul tentativo di Portis, tuttavia un per un fallo di MCW, l’ex Vonleh segnando dalla lunetta riportava la Wind City oltre il break.
MCW mancava ancora un open 3, più impegnato a costruirselo che altro e Vonleh, in avvicinamento, approfittava anche di uno scivolone a piedi uniti di Zeller per depositare il 35-41.
Clifford a 7:21 chiamava il time-out. Nove secondi dopo il rientro sul parquet, una produzione made in Kaminskyland (step back armonico da tre) riavvicinava i bianchi di casa, anche Lavine non riusciva a battere Graham, mentre dall’altra parte Zeller, raggiunto da un passaggio sotto canestro, fintava per subire il tocco di Payne.
Due punti e un FT mancato che facevano girare il tabellone sul 40-41 con Markkanen capace di ritoccare sul +3 per i neri andando oltre la difesa di Frank con tiro leggermente all’indietro dalla media.
Walker decideva d’infiammarsi e con quattro punti riportava sopra i Calabroni (44-43).
Iniziava una serie si sorpassi; Felicio su passaggio laterale, entrando come un treno depositava due punti, Kemba al vetro andava oltre il finlandese, Kemba con l’arresto e tiro segnava anche il 48-45.
Con in campo lo spagnolo Hernangomez per la prima volta nei minuti che contano, la partita non andava meglio; Felico lo batteva dopo uno spin dal post basso e da una drive, LaVine ricavava due FT per il sorpasso.
Walker intuiva l’entrata a ricciolo di Marvin libero da pressione, raggiunta la palla Williams puntava a canestro diretto dove liberava una dinamitarda schiacciata di destro per il 50-49.
Passavano avanti gli ospiti con due FT ma erano raggiunti da un ½ di Kaminsky che segnava la fine delle ostilità per quanto riguarda i punti segnati.
Perfetto equilibrio (51-51) al riposo dunque.

Walker si libera di Dunn grazie allo schermo di Howard e si prepara al tiro da tre punti…
(AP Photo/Bob Leverone)

 
Si rientrava nella ripresa con Howard in campo, alle prese con un piccolo problemino, chi invece rimaneva negli spogliatoi per un infortunio al ginocchio era ancora il recidivo Zeller…
Howard comunque iniziava alla grande stoppando Dunn e influenzandone un altro tiro, ripartenza con corsa in parallelo di Howard rispetto a quella di Kemba, palla alzata dal secondo per il primo vicino a canestro e alley-oop bruciante…
Markkanen con un po’ di sfacciataggine riusciva a trovare quella fortuna che aiuta gli audaci sul tocco a superare Howard.
Mentre a 10:28 una brutta difesa di Charlotte consentiva al finlandese di depositare facile in nuovo vantaggio per la squadra di Hoiberg (53-55).
Batum, seguendo Howard nella sua drive sulla baseline veniva raggiunto in area, fallo e due FT per il pari.
Nwaba fermava con il terzo fallo personale Howard che dividendo i liberi restituiva un minimo vantaggio alla squadra del N. Carolina la quale traeva beneficio da un’azione convulsa sulla quale Batum recuperando pala a metà campo lanciava lungo sulla contro-transizione Lamb ce solo, al volo depositava facilmente.
A Howard veniva assegnato un fallo contro Dunn sfruttato a metà dall’avversario dalla lunetta, sempre a Howard a 8:05 era annullato un poderoso alley-oop per una spinta di Valentine avvenuta prima del tiro tra i fischi del pubblico… Dalla possibile giocata da tre punti si passava invece al pari quando il finlandese scaricava una violenta schiacciata a una mano a 7:46.
Walker non se ne preoccupava troppo segnando da tre, ma i Bulls ancora una volta tornavano sul -1 e avrebbero la possibilità di pareggiare con un tecnico assegnato a Howard che tuttavia non era ben sfruttato da LaVine. Howard si rimetteva in moto in attacco; spin esterno su Felicio dal post basso sinistro per chiudere con perizia. Dwight era bersagliato dagli arbitri e riceveva contro una chiamata per intervento irregolare su Felicio che tuttavia dalla lunetta segnando un solo libero, lasciava attardata di 2 Chicago (63-61).
Lamb e Valentine si rispondevano, la partita rimaneva quindi incerta fino alla svolta data dal capitano che a 5:44, indovinando un tiro pesante con palla accolta dal ferro che quasi l’aveva fatta riposare sopra di sé, dava il via alla fuga decisiva.
Dunn a 5:33 sfondava su Walker (al secondo sfondamento preso in serata) e a 5:13 il capitano, scambiando sulla sinistra con Batum, dalla linea di fondo restituiva al francese che bombardava da tre dal lato per anticipare la bomba del Tank che spingeva i teal & purple sul 71-63.
Cambiava il vento nei confronti di Howard che udiva il fischio degli arbitri a suo favore completando una giocata da tre punti che faceva viaggiare gli Hornets sul 74-63 (4:49) con un parziale esteso sul 9-0…
LaVine da tre non si arrendeva, ma ancora Howard a 4:02 non incontrava serie opposizioni al suo ingresso nel pitturato da sinistra che gli consentiva di fisico di depositare il personale sedicesimo punto.
Portis maldestramente in possesso di palla buttava giù Batum, altro sfondamento che i Bulls pagavano caro perché Batum vedeva il passaggio in zona rossa di Howard (completamente libero) che si permetteva il lusso e la finezza di chiudere in reverse alley-oop per allietare i fan a 3:34 Portis era stoppato da Howard, ma sull’azione successiva i Bulls tornavano a segnare con un rapido spin di LaVine, bravo a battere Frank nel pitturato.
Nel finale a 1:09 LaVine stesso in transizione segnava l’82-75 ma era un semigancio di Howard dopo due passetti in corsa a far notare l’impotenza di Portis nel tenere Dwight. Il numero 5 avversario si rifaceva andando di tripla ma sull’ultima azione finale degli Hornets, un rimbalzo offensivo ci consentiva di tener palla sino alla fine del quarto; Kemba la gelava per poi realizzare a :03.9 dalla top of the key tre punti che restituivano ossigeno e chiudevano il quarto sull’87-78.
 
Dal +9 al +11 in avvio ultimo quarto con due FT, saltando più avanti, si passava anche sul +14 quando Lamb sulla sinistra lavorava un pallone mandando fuori tempo gli avversari per cedere poi, facendo la cosa giusta, a Graham che fronte a canestro e senza nessuno tra i piedi, scagliava la micidiale freccia del 94-80…
Lamb andava a chiuder una tripla sul lato, Howard prendeva il rimbalzo difensivo in maniera aggressiva, avanzava lanciando lungo e teso per lo stesso Lamb che dl post basso sinistro anticipava il difensore con un tiro sobrio ma efficace per il 96-81.
Non c’era più partita con i canestri di Kemba, Lamb e ancora Walker… a poco serviva la tripla di LaVine da destra, pur ben chiuso.
103-90 che diventava 111-95 quando Nwaba, tagliando in diagonale, tornava su Batum andando a sbattere di spalla sul tiro.
Giocata da tre punti del francese che in due tempi otteneva ciò che nel finale riuscivano a fare in un sol colpo ancora una volta Walker e Graham che guidavano senza rischi Charlotte alla vittoria finale per 118-103.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
31 pt., 2 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate. 11/19 al tiro compreso un 6/10 da fuori. Peccato per i 6 turnover, uno ad esempio nel finale in transizione con palla orizzontale lunga data a destra per un tiratore da tre inesistente con la squadra a schiacciarsi verso il centro. Roba da poco, come le difficoltà iniziali. Quando prende confidenza è letale sia da sotto che da oltre l’arco da dove bombarda spietatamente. Ha il merito di spingere fuori dalle secche Charlotte nel terzo quarto oltre che andare a recuperare due palloni in difesa per sfondamento. Servirà questo Kemba per le difficili tre trasferte contro top team dell’Est.
 
Batum: 6,5
10 pt., 7 rimbalzi, 12 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Pessimo 3/10 al tiro, ancor di più il/1/6 da fuori… Classica notte in cui non connetta, ma connette invece molto bene i compagni per mandarli a canestro con pregevoli assist mandati al destinatario con precisione anche da lande quasi inesplorate. Di tutto un po’, rimbalzi, un paio di steal… Speriamo continui così ed eviti di forzare qualche tiro non necessario.
 
Kidd-Gilchrist: s.v.
0 pt. (0/0), 1 rubata. Ruba un pallone in 6 minuti. Per il resto non ha il tempo di mettersi in moto. Potrebbe essere il tendine del ginocchio sinistro a dar fastidio. Vedremo gli sviluppi…
 
M. Williams: 7
14 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 5/8 al tiro e ¾ da fuori, +18 di +/-. Discreta partita di Marvin che s’impreziosisce grazie a pochi tiri mancati. Ciò che ci serve. Qualcuno di complementare che commetta pochi errori quando chiamato in causa…
 
Howard: 8
24 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 5 stoppate. Non cattura molti rimbalzi e i Bulls vincono la sterile lotta a rimbalzo, ma distribuisce 5 stoppate facendo subito capire la filosofia di fondo tratta dal not in my home di Mutombo. 4/5 dalla lunetta e 10/12 al tiro. Domina in attacco contro tutti i lunghi dei Bulls, specialmente Portis.
 
Lamb: 7
15 pt., 1 rimbalzo, 5 assist. Molto più concreto di altre partite, chiude con un 7/9 dal campo e un +13 di +/-. Partita nella quale fa bene la fase offensiva ma anche la difensiva. Ottimo terzo aiuto per coach Clifford.
 
Kaminsky: 6,5
11 pt., 2 rimbalzi, 1 stoppata in 22 minuti. 4/6 al tiro. Frank gioca qualche minuto in più (non del solito, ma nel finale di secondo quarto a subentrate allo spagnolo) per l’assenza di Zeller, prendendosi tuttavia pochi tiri. Finisce con un 4/6 dal campo e in doppia cifra. Altro buon aiuto per Clifford che quando ha una panchina così, deve preoccuparsi di poco.
 
Carter-Williams: 5
4 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Non molla e gliene do atto. Continui così tirando meglio però… Purtroppo l’1/11 dal campo e come l’ottiene, determina anche un voto, già alzato per un finale nel quale guadagna comunque due liberi, riesce a rubare un pallone… Bravo a rimbalzo ma le sue triple aperte (0/6) nelle quali sembra guardarsi i piedi prima di tirare e salire incerto ci hanno condizionato nel risultato per parte della gara. Soluzioni giuste per l’uomo sbagliato. Prende anche un tecnico per una reazione non indirizzata agli arbitri dopo l’ennesimo errore ravvicinato.
 
C. Zeller: 6
2 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. Gioca 10 minuti finendo sotto di 4 nel plus/minus. Un buon canestro con finta, accompagnato però dall’errore al libero. Poi l’infortunio e i non rientro nella seconda parte di gara.
 
Graham: 7
7 pt., 2 rimbalzi, 4 rubate. 2/4 al tiro in 27 minuti. Sostituisce alla grande MKG. Difficile segnargli. Un muro che da sempre fastidio nel modo giusto sul tiro. Micidiale se servito smarcato. Servirà se MKG dovesse restar fuori per le prossime sfide.
 
Hernangomez: 5,5
0 pt. (0/0), 1 rimbalzo. In tre minuti deve ricorrere a due falli. Clifford lo toglie inserendo il Tank nel finale del primo tempo. Poco in campo ma non piace in serata. Da rivedere perché il talento dovrebbe averlo ma sembra ancora un po’ avulso dal gioco. In difesa però deve dare di più.
 
Monk: s.v.
0 pt. (0/1). Clifford lo fa apposta per allungarmi la lista dei giocatori scesi in campo (inutilmente). Poco più di un minuto nel quale aggiunge un errore al tiro.
 
Bacon: s.v.
0 pt. (0/0), 1 assist. Come Monk, ma lui ha un assist all’attivo.
 
Coach S. Clifford: 6,5
La squadra è meno brillante ma ricalca un po’ la partita contro i Nets disputata poco tempo fa. Sicuramente la difesa è da rivedere. Ora dovrà vedere di recuperare gli infortunati e gestire al meglio quest’onda d’entusiasmo. L’energia c’è, non bisogna fermarsi alla prima avversità ma cercare di vincerne il più possibile, anche perché gli Heat, in Florida, in una gara spareggio, sono riusciti a prevalere di un punto su Phila. Se da una parte ciò mantiene le distanze invariate dall’ottavo posto, riavvicina la squadra della città dell’amore fraterno, con la quale avremo ben 4 scontri. Per stasera va bene così. Aiutato dai big e dai passaggi di Batum, dalle incursioni di Lamb e dalla difesa di Graham.

 

 

Viaggio oltre lo Sport (by Paolo)

Nella filosofia personale d’estendere ad altri e quindi d’arricchire la pagina con altri contenuti, quello che formalmente è principalmente un blog sportivo dedicato agli Hornets, non limitandosi però noiosamente a questo, insieme all’amico Paolo (lo ringrazio per il tempo dedicato), tifoso degli Hornets (forse qualcuno ricorderà i suoi video live mandati dallo Spectrum Center in occasione della partita di quasi fine anno contro i Celtics), abbiamo pensato un pezzo che valichi appunto il confine dello sport e integri anche altri contesti correlati, riprendendo la sua esperienza passata a fine anno in ben tre stati del sud degli U.S.A. (tralasciando NY).
Detto che, personalmente non amo certi retaggi culturali americani (come non ne amo molti occidentali, ma questo spirito critico mi è necessario per essere il più imparziale possibile), ciò che ne è scaturito, dal mio punto di vista, è stato un pezzo marchiato fortemente da un entusiasmo genuino, atto a far entrare il lettore nello scritto, sino a fondersi quasi nel testo.
Lo scritto di Paolo mi ha ricordato il vecchio film “La Storia Infinita”, nel quale il bambino si trovava, appunto, immerso nel libro.

La colonna sonora del film “La Storia Infinita” che fu un successo degli ’80. Cantata da Limahl, fu musicata e scritta dal tedesco Klaus Doldinger e dall’italiano Giorgio Moroder aiutato da Keith Forsey nella parte del testo.
Paolo, inoltre, ha redatto una bella e importante carrellata di foto e video, a testimoniare le esperienze personali di viaggio.
Queste arricchiscono il pezzo e magari potrebbero tornare utili se qualcuno volesse seguire le orme del nostro buon “Paolino”.
A lui i miei più sinceri complimenti quindi.
Non mi dilungo oltre, ma vi auguro una buona lettura:
 
 
Domanda Premessa:
 
Visto che siamo al momento come una tribù d’indiani chiusi in uno spazio ristretto e potremmo quasi contarci come fan italiani degli Charlotte Hornets…
Qual è il curioso motivo che l’ha spinta ad amarli?
 
Risposta Premessa:
 
Sono un tifoso Hornets da circa la metà degli anni ‘90, non so indicare una data precisa, ma ricordo che all’epoca (12/13 anni circa) entrai in una sala giochi allestita per la festa del paese e casualmente inserii un gettone in un videogioco che riguardava la NBA, scorsi il menù di selezione delle squadre e fu subito colpo di fulmine.
Quelle due parole (Charlotte Hornets) che suonavano tanto anglofone, entrarono diretta dentro di me e non mi lasciarono più.
 
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1D) Da qui al passo del viaggio negli States, indice di grande passione.
A prescindere dall’esborso economico per l’alloggio e il biglietto della partita da una posizione dalla quale si riconoscano i giocatori (probabilmente non è contemplabile un opzione “piccionaia” se si parte dall’Italia per vedere una partita NBA), nelle foto inviate a fine anno ho visto foto di stadi di vari sport.
Cosa l’ha colpita però in generale della città?
 
1R) Oltre ad essere un tifoso Hornets, sono un grande estimatore della città di Charlotte.
Naturalmente l’interesse per la squadra mi ha portato a voler conoscere il suo contesto da tutti i punti di vista, fino a fondere la passione per i “Calabroni” e per la città in una sola.
Da qui nasce il sogno di volare in America per vedere la mia squadra del cuore in azione sul proprio campo.
Dopo anni di tentativi d’organizzazione del viaggio, finalmente riesco a far combaciare tutto e a volare negli States.
La città che per anni avevo soltanto ammirato su internet, si presenta in vetro e acciaio davanti a me!
Charlotte è proprio come l’avevo sempre immaginata; non tanto grande, molti edifici moderni, alti grattacieli.
Si capisce subito che è in grande crescita.
Di per sé mi hanno colpito molto la pulizia e l’ordine, un po’ meno graziosi da vedere, gli americani nei fast food.
Ho girato le vie del centro in lungo e in largo, ho ammirato:
lo stadio di baseball dei Charlotte Knights,
lo stadio di football dei Carolina Panthers,
il Romare Bearden Park,
il Duke Energy Center,
il Bank of America Building,
l’Epicentre
e naturalmente lo Spectrum Center!
 
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2D) Io ho smesso di mangiare all’estero cibi italiani (a meno non vi sia un italiano a gestire il locale) perché troppe volte le imitazioni sono piatti letali per la vista ma soprattutto il palato.
Si dice che Charlotte sia la città delle banche (*nota del curatore-non le ama particolarmente).
Il conto lascia il palato salato?
Ma soprattutto, come e cosa ha mangiato?
C’è qualche posto che consiglierebbe?
 
2R) Fino a qualche tempo fa, Charlotte era la seconda città americana per attività finanziarie, preceduta ovviamente da NY.
Nell’ultimo anno è stata superata anche da San Francisco scendendo sul gradino più basso del podio.
Per fortuna comunque a Charlotte non ci sono solo banche, palazzi e uffici, ma anche gli Hornets, i Panthers, il pulled pork e la birra fatta in casa.

Naturalmente quando si esce dall’Italia, la maggior parte delle volte il buon cibo rimane una chimera e per ovvi motivi, in America non poteva essere diversamente.
Tralasciando i fast food aperti H24, dove puoi mangiare ogni tipo di cosa in stile “Man VS Food” con prezzi più o meno abbordabili, nei miei tre giorni in North Carolina, a livello culinario mi ha colpito in modo positivo il Queen city Q, locale situato a pochi passi dallo Spectrum Center.

Un classico esempio di uomo contro cibo…
Non lesinano sulle porzioni in America, ma secondo alcune fonti pare che il cibo sprecato negli States raggiungerebbe anche il 40% purtroppo… Non so se siano attendibili ma serve impegnarsi per finirle…

Oltre ad aver mangiato un ottimo maiale sfilettato, accompagnato da una eccellente birra (la Golden Boy spillata proprio nella Queen City), quello che ha lasciato il segno è stata la salsa BBQ, deliziosa e molto dolce.

La salsa BBQ.

In più il locale è gemellato con gli Hornets, ne trasmettono le partite e le cameriere indossano magliette in stile grafico NBA JAM con il logo degli Hornets.
Fantastiche… (nota del curatore* Anna, tranquilla, sta parlando delle magliette) Naturalmente in città ci sono anche locali mordi e fuggi dove cucinano cibo più salutare a un prezzo leggermente più alto.
Per esempio da “Dean & DeLuca” ho mangiato dei maccheroni al pesto con pomodorini e mozzarelline, piatto che, dopo giorni di hamburger, mi è sembrato la fine del mondo.
E poi ci sono anche i ristoranti più ricercati dove puoi mangiare “come da noi”, ma lì ovviamente i prezzi salgono notevolmente.
 
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3D) Terminato il giro turistico/culinario torniamo a parlare degli Hornets.
Acquisito il biglietto in Italia, com’è stata l’esperienza fantasmagorica della partita?
 
 
3R) La vacanza è stata pianificata principalmente in base al calendario degli Hornets uscito intorno a Ferragosto.
Purtroppo o per fortuna la sorte mi ha concesso solo una partita tra le mura amiche, quindi ho deciso di puntare molto sul posto a sedere.
Il biglietto (sez. 104, quella dietro alla panchina dei locali per intenderci), comprato sul sito vividseats.com circa tre mesi prima della partita, mi è costato circa 190 euro.
L’atmosfera che si respirava (sarà stata la sfida di cartello contro Boston del 27 dicembre) è fantastica sin dall’inizio, sia dentro che fuori lo stadio.

L’ubicazione dello Spectrum Center in centro a Charlotte.
330 E Trade St..
Niente a che vedere con il vecchio Alveare quasi “fuori città”…

I tifosi delle due squadre erano tutti mischiati, cantavano cori che creavano quell’atmosfera di festa che fa bene allo sport, senza sfottò né insulti.
La partita è uno show nello show, a partire dall’inno americano cantato da tutto il palazzetto che mi ha messo i brividi.

L’arena degli Hornets, inaugurata nel 2005 (*nota del curatore- Da un concerto dei Rolling Stones), è praticamente nuova, tenuta bene e pulita, con un nuovo maxi schermo tra i più grandi di tutta la NBA che amplifica il tutto.

Il maxischermo…

Un clima che ti fa capire che in Italia siamo indietro anni luce in quanto a sportiva.
E poi le cheerleader, i trampolieri, gli americani che non stanno mai fermi e ogni due per tre vanno a prendersi i loro hot-dog con bibite super size annesse e gli steward che ti dicono esattamente dove sederti.

Le Dance Brackets.

Il trampoliere. Io comunque continuo a preferire le cheerleaders…

Facendo una digressione… qualche video realizzato da Paolo nel prepartita per far comprendere l’atmosfera festosa…

Tutto organizzato nei minimi dettagli.
La partita andrà come sarebbe dovuta andare viste le forze in campo, nonostante un tentativo di rimonta, la sconfitta arriva inesorabile.
E poi sei lì che ti guardi intorno, ti perdi a vedere i giocatori in panchina, Howard che scherza con il pubblico, i telecronisti che ascolti cento volte sul tuo NBA League Pass e ora quasi li puoi toccare con mano.
Come dimenticare la mitica mascotte Hugo e gli omini che lanciano le magliette con i fucili ad aria compressa (nota del curatore* – Per fortuna non c’era Homer o avremmo avuto un lutto in casa Flanders).
La partita scivola via veloce, forse troppo, ma quello che ti rimane è qualcosa d’indimenticabile.

Anche Batum segna da tre punti.
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4D Un bilancio dell’esperienza NBA Game a prescinder dal risultato (purtroppo negativo)?
 
 
4R) Inutile dire che l’esperienza sportiva è stata fantastica, non solo a Charlotte, ma anche ad Atlanta.
Sì perché oltre alla partita in North Carolina, ho avuto la possibilità d’assistere in Georgia alla sfida NBA tra Hawks e Trail Blazers (nota del curatore*- Male Paolo, non mi starai diventando un tifoso dei Falchi? Scherzo….) e alla sfida NFL tra Falcons e Panthers (non a caso di Charlotte).

L’interno della Philips Arena ad Atlanta.

Il palazzetto degli Hawks (la Philips Arena) sta attraversando una fase di rinnovamento, ma anche qui si capisce subito l’importanza generale che hanno gli impianti per le società, che tra ristoranti e fanshop, sono il motore economico live delle squadre e naturali punti di aggregazione per la comunità (come non avviene invece in Italia).
Nota di merito aggiuntiva va allo stadio degli Atlanta Falcons, nuovo di zecca, incredibile, imponente e mega tecnologico!

L’esterno.

L’interno.

 
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5D) Quali sono i suoi ricordi più belli legati alla visita a Charlotte?
 
 
5R) Il momento più bello della vacanza è stato sicuramente quello dove ho chiesto alla mia ragazza Anna (la quale mi ha accompagnato in questa avventura) di sposarmi.
Il tutto è avvenuto al Fahrenheit, locale in cima ad un grattacielo, dal quale si può ammirare tutto lo skyline della città.

Splendido il panorama con un cielo bicolore striato di cirrocumuli.

Nonostante il mio tentativo di chiederle la mano durante la partita sul maxischermo non sia andato a buon fine per motivi tempistici a detta del front office degli Hornets, la spontaneità e la vista in cima al grattacielo è stata impagabile.
 
I Momenti sportivi topici della vacanza:

L’allenatore dei Celtics Stevens (a sinistra) quasi in incognito…

 
– foto con Brad Stevens, coach dei Celtics che vagava con un sacchetto della spesa prima della partita,
– entrare allo Spectrum Center e vedere il campo da gioco dal vivo,

Il “vichingo” TE dei Panthers, Olsen.

 
– foto con Greg Olsen, TE dei Panthers, seduto giusto un posto davanti al mio durante la partita degli Hornets,
 
– foto con un tifoso dei Panthers davanti allo stadio di football, che stava tornando dalla Virginia e che biascicava qualche parola d’italiano, visto che il padre era stato pilota nella base americana di Vicenza (nota dell’autore*- in effetti entrando nella stazione ferroviaria di Vicenza non capisci se sei entrato in città o in una base militare americana),
 
– avvicinarsi a bordo campo e vedere Walker, Batum (si proprio lui) e Irving a pochi metri,

Dell Curry in postazione.

 
– vedere Dell Curry (papà di Steph ed ex leggenda Hornets) scendere le scale a mezzo metro (nota del curatore*- Dell Curry N°1 più di Thè Lipton per me),
 
– ascoltare l’inno americano,
 
 

– giocare (gratis) a NBA JAM nella biblioteca comunale di Charleston.
 
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Conclusione
 
Ho trascorso due settimane in America, districandomi tra North Carolina, South Carolina, Georgia e NY.
Tralasciando la seconda settimina nella “Grande Mela” che è da considerarsi un mondo a sé, ci sono parecchie cose che mi hanno colpito sia in positivo che in negativo de tre stati del Sud che ho visitato, ma siccome il filo conduttore della vacanza è stato lo sport, tralascio questi “dettagli” non inerenti, così, non mi resta che elogiare la cultura sportiva americana e il suo modello organizzativo.

Game 60: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 114-98

 
C’è un pezzo degli anni ’80 di Nick Kershaw (artista, cantante e songwriter inglese) intitolato The Riddle (l’Enigma), che ho sempre trovato molto affascinante.
Mi chiedevo però il significato di un testo apparentemente confuso o indirizzato in direzioni indefinite…
Ebbene… dopo anni fu lo stesso cantante a rivelare che quel testo non presentava soluzioni, per lui era “spazzatura”, un’“assurdità”, “cazzate” (le definizioni le dette lo stesso Kershaw) tipiche da prodotto anni ’80 (potremmo discuterne), ma rappresentavano un adattamento alla musica che era stata evidentemente partorita prima.
Eppure, nonostante la distruzione della sua opera a livello di testo, forse non sa che ha fornito non solo la base per vari remix (famoso quello di Gigi D’Agostino), ma ha avuto il merito di far riflettere e pensare tanti fan che hanno cercato di comprendere tra le righe un significato (ancor più misterioso e “incasinato” dal video che mostrava immagini che parevano esser prese da Alice nel paese delle meraviglie e con la presenza dell’Enigmista in tuta verde, nemico di Batman) che non c’era.
Tratto forse da un amore per l’espressionismo, incamerata la fotografia dall’esterno e violentemente rilasciata l’immagine che si è riverberata violentemente all’esterno, è l’impressione dell’artista sul mondo a far la differenza, in contrasto con la realtà oggettiva.
Se avessimo tentato di comprendere qualcosa sulla stagione di Charlotte, basandoci solo sulle presunte forze in campo, la tattica, gli infortuni… probabilmente saremmo rimasti delusi.
Battere alcune tra le squadre più forti (almeno a Ovest) e poi perdere reiteratamente gare punto a punto o contro team di non altro livello, avrebbe stordito anche il padre della psicanalisi.
Espressionismo dicevamo… un movimento il cui fulcro consiste nel produrre una ribellione dello spirito contro la materia, i giocatori nelle ultime partite, con le spalle al muro hanno iniziato a sfidare quella bassa percentuale appena al di sopra del 10% data come possibilità di partecipazione ai playoffs e con impegno, cuore e determinazione, stanno tracciando nuove imprevedibili traiettorie sfidando la legge numerica.
Hornets però che ora sono alla quarta vittoria consecutiva e sono sembrati da subito nettamente superiori ai Pistons durante la partita.
La squadra della Motor City probabilmente ha peggiorato la sua situazione nello scambio con i Clippers, si è notata infatti l’assenza di esterni brillanti pronti a colpire da fuori…
Griffin ha chiuso con 20 punti, Drummond e Bullock con 14 a testa ma Charlotte ha portato a casa la serie per 2-1 e sembra tra le due essere l’unica accreditata per andare a romper le uova nel paniere a Miami o a qualche altra squadra che ormai credeva d’avere i playoffs in tasca…
Il 16/35 da fuori ha aiutato molto Charlotte che in una gara con diversi turnover (18 CHA, 17 DET), ha vinto 47-41 a rimbalzo e 28-23 negli assist (9 di Batum) dimostrando d’aver ritrovato anche gioco di squadra.
 
Pronti, via… alla conquista dello spazio sulla palla a due, in qualche maniera la sfera finiva nella metà campo dei Pistons che partivano determinati…
Drummond con un appoggio al vetro particolare segnava il primo canestro, Ish Smith il secondo dalla FT line nonostante l’opposizione attiva di Walker.
Marvin, circumnavigando il fianco destro di Drummond depositava nella retina dopo aver mandato prima la sfera a toccare il vetro ma ancora i Pistons con Smith da sotto riuscivano a segnare il 2-6.
Difesa aggressiva con frequenti uscite di Griffin a disturbare/raddoppiare Walker, il quale, per tutta risposta, infilava proprio davanti al neoacquisto di Van Gundy il 4-6 in jumper.
A 9:36 il pallone rimaneva nei pressi del canestro dei Pistons (entrata di Walker non a segno), ci pensava Howard a riprendere e a ribadire a canestro per il pari…
I Pistons segnavano con Griffin, ma per la seconda volta in partita a Drummond erano fischiati i tre secondi nella nostra area.
Arrivava quindi l’occasione del pari con un passaggio saltato di Batum per l’infilata sul pick and roll di Howard e relativa slam dunk a una mano.
Marvin da destra con la tripla ci portava avanti e su un rimbalzo offensivo Howard metteva dentro il tredicesimo punto trovando l’asse con Batum che lo mandava nuovamente a canestro con un alley-oop sul quale in nostro numero 12 però doveva esaltarsi in volo per concretizzarlo…
Si andava sul 21-15 mentre Batum approfittava del raddoppio su Howard in modalità scatto da pick and roll per tirare in fade-away agilmente: 23-17…
Batum continuava a fornire assist: questa volta dalla sinistra un passaggio orizzontale tagliava la difesa dei Pistons che subivano la bimane di MCW, il quale era attivo anche in difesa andando a stoppare Griffin da dietro…
MCW metteva anche due liberi, Drummond mancava un potente alley-oop a una mano e dall’altra parte Kaminsky lo puniva dalla diagonale destra colpendo da tre con il centro non reattivo sull’alzata.
Il big man di Detroit si rifaceva conquistando un canestro da due punti nonostante il fallo di Frank.
Drummond però mancava il libero e sulla sirena, durante l’ultima azione a disposizione degli Hornets, spuntava nel traffico Zeller a tapinare un errore di Lamb…
32-17 era il finale di primo quarto…

Charlotte Hornets’ Michael Carter-Williams (10) blocks Detroit Pistons’ Blake Griffin (23) shot during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Sunday, Feb. 25, 2018. (AP Photo/Bob Leverone)(Photo: The Associated Press)

 
Il secondo iniziava ancora con un paio di punti dei Pistons, questa volta ottenuti a mezzo lunetta da Ennis.
Cody però replicava cambiando sport; con l’uomo davanti cercava spazio in maniera ortodossa, ne usciva un gesto atletico simile al getto del peso con palla a rimbalzare sul plexiglass e a finire in retina…
Tolliver mancava un tiro da due, rimbalzo, tripla di Nelson, classico in & out mentre Charlotte non falliva; ultimo passaggio a liberare Graham nell’angolo destro e preciso tiro che issava i viola sul 37-21.
Galloway da fuori era sfortunato come Nelson, Frank invece da posizione quasi frontale aveva il tempo per mirare e infilare un altro tiro pesante…
Ormai esaltatosi Frank si faceva spazio in avvicinamento tra un paio di giocatori, Galloway commetteva fallo, mentre Frank imitava una ballerina di Flamenco con braccio alzato sopra la testa; circus shot con libero aggiuntivo a bersaglio. Inizio meraviglioso degli Hornets tra gioco di squadra e prodezze personali di giocatori redivivi…
Bullock dopo lungo tempo sbloccava gli ospiti con due punti ma il risultato variava solamente sul 46-23.
C’era il tempo anche per un’entrata di MCW che da sotto canestro in salto passava al volo dietro la nuca il pallone per Zeller che dal pitturato ravvicinato infilava il piazzato…
A 6:41 anche Lamb, dopo diversi errori, infilava una tripla open dalla diagonale sinistra.
Ci riprovava Lamb ma non andava a segno, tuttavia intercettava la riapertura dei Pistons per il contropiede… Smith in entrata scomposta segnava il 51-27, ma nella battaglia delle PG Kemba aveva la meglio infilando una bomba fuori equilibrio dopo aver oltrepassato lo schermo di Howard e ripetendosi anche da tre a 4:50 con un deep 3, mandava Charlotte sul 57-29.
7/14 per gli Hornets e 0/6 per i Pistons da oltre l’arco era un dato chiaro…
Griffin in avvicinamento e poi Howard con uno spin, un arresto a mandar fuori tempo Drummond prima d’appoggiare di dx proteggendosi con il ferro, erano canestri che non cambiavano la sostanza, così come le repliche di Griffin e di MKG in coast to coast.
Blake perdeva la testa sulla rimessa rimettendo palla in gioco con i due piedi in campo, poi si metteva a protestare a 2:05 ma Kemba infilava due liberi facendo toccare agli Hornets il +30 (mai raggiunto in stagione simil divario).
I Pistons però rientravano di qualche punto andando a riposo sul 70-46…

Già a fine primo tempo il +/- della panchina dava l’idea della supremazia dei viola.

 
Il terzo quarto lo apriva Batum di tripla a 11:13, Howard a 10:04 segnando un libero su due infilava il 74-46 ma gli Hornets si addormentavano un po’ consentendo ai Pistons di rientrare.
A sugellare il buon momento ospite e il pessimo dei locali era Drummond in raddoppio su Kemba in palleggio, la sua steal con successivo passaggio dietro la schiena per sé stesso gli consentivano di lanciarsi in contropiede, Marvin tentava d’intervenire sul palleggio, ma un principio di crossover con una chiusura brillante consentivano alla squadra di Stan Van Gundy di raggiungere il 74-51.
Per riavviare il motore degli Hornets serviva una tripla di Batum per farci toccare quota 77, c’era ancora qualche scoria del sonnifero nel sangue degli Hornets però che incassavano una tripla di Bullock in transizione alla quale rimediava Williams ripagando con la stessa moneta per l’80-60.
Era sempre Bullock con due punti a riavvicinare i Pistons sul -16 (80-64), ci pensava ancora Batum tracciano un passaggio teso e rischioso ma perfetto per il back-door di Howard che riusciva a battere la spietata marcatura di Drummond con l’alley-oop stretto a sinistra del canestro. Batum stoppava Griffin in aiuto ma iniziavano a piovere decisioni a favore dei Pistons che Clifford e giocatori contestavano (qualcuna a torto, qualcuna a ragione), comunque a 3:23 arrivavano due FT a favore di Smith ma lo 0/2 lasciava la partita sull’82-66 salvando Charlotte da un possibile principio di serio rientro della formazione della Motor City…
A 2:57, partendo dalla sinistra con finta, Kemba arrestava il palleggio poco più avanti trovando un importante banker, Kaminsky a 2:21 infilava la tripla ma Ennis replicava immediatamente ultimando le ultime resistenze dei grigi. Kemba a 1:52 passava sulla sinistra del blocco portato da Howard rompendo il raddoppio, palleggio a testa bassa e volo alla sinistra di Tolliver (aspettava lo sfondamento) svitando l’anca sinistra in ascensione per chiudere in appoggio con la stessa mano tra l’incredulità di qualche fan.
Libero aggiuntivo per il 90-69, 21 pt. di vantaggio ripristinati…
Si finiva con una tripla di Batum che vedeva il fondo del secchiello mentre Ennis, sull’uscita dal blocco, era aggressivo finendo addosso al francese che portava a casa l’azione da 4 pt., anche se era “Geremia Agnello” (Lamb) a finire sul tabellino come ultimo realizzatore del quarto con un’elegante rilascio in avvicinamento per ritoccare il punteggio fino al 96-71.

Walker va dritto contro Drummond…
(AP Photo/Bob Leverone)

 
L’ultimo quarto poteva riservare poche insidie ma a mettere la parola fine sulla partita ci pensava ancora lui: Jeremy Lamb, il quale, dopo aver visto una tripla di MCW e un semigancio di Zeller finiti dentro, andava a forzare Griffin al quinto fallo.
Ne approfittava poco dopo per colpire da tre dalla diagonale destra, proprio con l’ex Clippers in marcatura più passiva per non esser buttato fuori…
Il nostro numero 3 si ripeteva dal corner sinistro facendo toccare il margine, glaciale per i Pistons, di 32 punti.
La macchina di Marchionne era in panne, Griffin segnava in schiacciata ornamentale arrivando a quota 18, ma si prendeva un tecnico per spinta a Zeller successivamente (sull’inerzia, ma spinta voluta) ai passi fischiati dall’arbitro. Anche Tolliver rifilava una mazzata a Frank sotto il canestro dei Pistoni in un uno contro uno, ma c’era poco da dire.
Partita finita con la panchina in campo, poi con la panchina profonda ne approfittavano gli uomini di Van Gundy per render lo strappo più dignitoso.
114-98 era il punteggio finale, ma il divario è sembrato dall’inizio molto più netto dello score finale…
 
Pagelle
 
Walker: 7
17 pt., 1 rimbalzo, 6 assist, 1 stoppata. 5/11 dal campo. Kemba regala sempre qualche perla come un’entrata e una tripla fuori equilibrio. Un po’ sotto media perché non vuole strafare. Prende meno tiri ma è più attivo in difesa. Un paio di difese nelle quali gli scappa Smith, per il resto attento e pronto e disponibile a ceder anche palla. Altruista.
 
Batum: 8
15 pt., 5 rimbalzi, 9 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 5/10 al tiro. Lo so… non sembra vero ma per me (non solo per me, è stato il miglior giocatore premiato da Sprite) è stato il migliore. Assist in serie già dal primo quarto trovando l’intesa anche con Howard finalmente. Segna subito da tre nel terzo quarto e ancora quando si stavano riavvicinando gli ospiti, dandogli anche la spallata nel finale di terzo quarto con un’azione da quattro punti. 5 rimbalzi, 3 rubate, una stoppatona a Griffin… Qual è il vero Batum? Noi ci auguriamo questo sino a fine stagione…
 
Kidd-Gilchrist: 6
6 pt., 2 rimbalzi. 3/6 al tiro in 20 minuti. Una difesa tarantolata a tratti ma non sempre adeguata nei 20 minuti. Bullock dalla destra gli mette in faccia una tripla un po’ troppo semplice, tuttavia ci prova. Peccato per lo 0/2 ai liberi, bello il coast to coast con il quale batte Griffin.
 
M. Williams: 6,5
8 pt., 7 rimbalzi in 23 minuti. Non gioca moltissimo, ma come nella precedente partita indovina una tripla al momento giusto. In difesa contiene bene e cattura anche parecchi rimbalzi per i suoi standard attuali.
 
Howard: 7,5
17 pt., 12 rimbalzi con 8/10 al tiro. Non sbaglia quasi nulla, anche perché Batum gli propone alley-oop in serie, ma lui è più bravo di Testsuya e del Brain Condor di Mazinga sull’agganciamento, non semplice… Vince ancora il duello con Drummond che in attacco ha timore di lui e affretta tiri andando fuori ritmo. Doppia doppia da favola ancora una volta.
 
Lamb: 7
11 pt., 5 assist, 1 rubata. +34 di +/-… Non parte benissimo mancando tre conclusioni, poi trova una tripla e altre due nel finale. Nel mezzo c’è anche tanta difesa a disturbare tiratori e se deve ricorrere al fallo non lesina, tanto che Clifford gli fa capire di non eccedere in alcune circostanze. Un plus/minus clamoroso…
 
Kaminsky: 7
13 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4/9 al tiro. Buona partita incentrata sul 3/5 da fuori per quanto riguarda i punti. Attivo a rimbalzo, conquista anche quello sull’errore di Drummond dalla lunetta. Un circus shot spettacolare nel primo tempo, fortunoso ma voluto. Altra buona serata per il risveglio del Tank che in difesa tiene meglio. Va K.O. su una mazzata di Tolliver ma si rialza…
 
Carter-Williams: 7,5
10 pt., 3 rimbalzi, 6 assist, 3 rubate, 1 stoppata. +24 di +/-… Big night per il redivivo MCW. Parte bene tra punti, palle recuperate con voglia e anche una clamorosa stoppata rifilata a Griffin. Un air-ball da tre e un palleggio non riuscito sul lato sinistro sono le note negative. Nell’ultimo quarto trova anche la tripla, oltre ad assist pregevoli sfornati in precedenza…
 
Graham: 6
4 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. Bella la tripla dall’angolo, poi splitta due FT e manca un paio di tiri da sotto (in serie) nel finale, dopo essersi preso il suo rimbalzo. Può essere importante in alcune partite come sfogo, ma va anche ad attaccare il canestro, tuttavia da sotto deve affinare la mano, così come ai liberi…
 
C. Zeller: 7
13 pt., 5 rimbalzi, 1 rubata. 6/9 al tiro. Equilibrato in difesa, va a dar fastidio anche nell’area avversaria dove recupera anche falli da trattenuta o rimbalzi (3 dei 5 sono offensivi). Partita nella quale fa valere il suo tocco ravvicinato nonostante non sia semplice. Nel finale garantisce solidità con un canestro e un rimbalzo difensivo in sequenza.
 
Monk: 5,5
0 pt. (0/5). Circa 6 minuti in campo finendo con uno 0/5 dal campo. Se vuole ottenere qualche minuto in più deve far meglio di così anche se stai giocando con una squadra che se non è quella casuale di giornata trovata con gente al campetto che forse più o meno conosci, poco ci manca per l’affiatamento… MCW sta rendendo di più attualmente…
 
Hernangomez: s.v.
0 pt. (0/2). Si prende una stoppata netta e sbaglia un tiro in tre minuti. Da rivedere con più tempo in campo a disposizione.
 
Bacon: s.v.
0 pt. (0/0). Tre minuti e riga di zero nel tabellino.
 
Coach S. Clifford: 7,5
Squadra rimessa a nuovo e tirata a lucido che gioca una delle partite, o almeno, un primo tempo spettacolare e fortunato con schemi e giocatori “nuovi” nello spirito. Non so che sia successo ma questa squadra al momento sembra rinata, lontana parente di quella impaurita che perdeva tutti i finali punto a punto… Spareggio vinto, ora bisogna mantenere i piedi per terra e continuare a giocare così…

Game 59: Charlotte Hornets @ Washington Wizards 122-105

 
Non c’era nemmeno il tempo di riflettere dopo aver gioito per la vittoria casalinga sui Nets.
Si viaggiava in direzione capitale per affrontare una partita contro i Wizards in back to back per entrambe le squadre che nella notte precedente erano uscite entrambe vincenti, con i padroni di casa capaci d’imporsi 110-103 sul “terreno” dei Cavaliers nonostante l’assenza di Wall.
Un muro era proprio quello da abbattere da parte degli Hornets per sperare d’ottenere una clamorosa qualificazione ai playoffs anche da ultima seed.
Un muro come quello che un padre di una ragazza uccisa nell’ultima o meglio… la penultima sparatoria con troppi morti in una scuola statunitense si è trovato davanti in un incontro al quale era presidente il presidente Trump, il quale mentre ascoltava le parole del padre che chiedeva di far qualcosa mal celava una faccia disinteressata e beffarda, un po’ come quella di vecchi manager navigati che in un bordo ring da wrestling sono pronti a commettere qualsiasi tipo di scorrettezza (naturalmente nel wrestling è tutto preordinato).
Ovvio che se la National Rifle Association, la potentissima lobby che riunisce i costruttori d’armi, finanzia la tua campagna elettorale (per la verità finanzia indistintamente sia democraici che Repubblicani, anche se in questi ultimi trova maggiori sostenitori della necessità d’armarsi), le soluzioni non possono essere trovate, non solo per radice storica e culturale (ieri ad esempio vedendo la tripla di Walker, Howard ha simulato un pistolero che rinfodera le sue colt nel cinturone, ma finché rimane lì la cosa…
D’altra parte anche noi parliamo di bombe o usiamo talvolta un lessico militare), ma anche per mancanza di volontà derivante da un conflitto d’interessi palese.
Conflitto anche di Washington che con Indiana alle calcagna e i Cavaliers a portata, Washington cercava di non perder la quarta piazza e il fattore campo e al contempo migliorare la propria posizione, ma i “disperati” Hornets andavano a creare un nuovo fronte di conflitto, accerchiando la capitale.
Gli ex Bullets (le Pallottole) finivano al tappeto ancora una volta.
Charlotte, se ieri contro i Nets sembrava limitarsi e non convincere appieno, questa sera ha dominato dall’inizio alla fine.
E’ vero che ogni partita ha una storia a sé, noi sembriamo avere un buon feeling contro i Maghi quest’anno (3-0 e serie vinta), ma la squadra è apparsa in buona forma, quindi il sogno può continuare, avendo vinto anche questa “finale”…
I 41 rimbalzi contro i 36 dei locali hanno aiutato, così come una solida gestione della spicchiata (soli 8 i TO contro i 14 dei Wizards) e se complessivamente dal campo siamo sotto di poco in percentuali che comunque si avvicinano al 50% per ambo le squadre, da fuori abbiamo fatto nettamente meglio con il 43,6% contro il 36% dei Maghi…
A poco sono serviti i 33 punti di Beal e i 16 di Porter Jr., la manovra a tenaglia e i bombardamenti da fuori hanno favorito gli Hornets, bravi a non far tornare in partita gli avversari.
 
Partenza “sparata” di Charlotte nonostante la prima palla sia dei Wizards.
Dopo due tentativi dei Maghi a vuoto con Howard abile a stoppare Gortat e a creare sul secondo attacco degli Hornets un’azione da tripla aperta per Marvin che non sbagliava da tre (11:12), il nostro centro si ripeteva su Satoransky, ma il centro polacco che aveva seguito l’azione correggeva per il 3-2.
Washington in vantaggio con Morris e l’appoggio dal centro dell’area, ma Marvin scattando sulla sinistra riceveva il passaggio di Kemba fermo dietro di lui, così scagliando la seconda tripla ci riportava avanti.
Porter Jr. mi allarmava segnando ancora dal rosso pitturato, ma MKG a tutta velocità ci riportava sopra appoggiando di dx al vetro andando a battere Gortat con urlo paralizzante.
A 9:03 un semplice lob altissimo (volontario di Batum) dall’esterno era trasformato da Howard in alley-oop.
Dopo un buon reverse layup di Morris, Charlotte iniziava a staccarsi; Batum colpiva lungo dalla linea destra, Marvin cambiando strategia colpiva il ferro in entrata, ma recuperando il rimbalzo appoggiava a canestro correggendo l’errore, una transizione 4 contro uno guidata da Batum con passaggio poi restituito all’ultimo da Howard, consentiva al francese d’appoggiare e di ricevere anche il fallo.
A 7:00 minuti con il libero aggiuntivo, Charlotte raggiungeva il 17-10.
Tre secondi dopo scattava l’allarme rosso per Brooks che chiamava un time-out.
Si succedevano rapidamente gli alley-oop di Morris e di Howard, poi Beal segnando da tre innalzava il punteggio sul 19-15.
Walker mancava il primo tiro della serata ma in difesa dava fastidio a Morris e Satoransky che finivano per perdere un pallone a testa.
Nel frattempo MKG dal palleggio tirava fuori un pullup dalla baseline destra che infilava armonioso così come la tripla di Williams, sul quale sbatteva Morris in uscita a 4:45.
Marvin celebrava da terra e anche se sbagliava il libero (corto), Charlotte volava sul +9 (24-15).
Una gran difesa di Marvin su Beal consentiva la lettura del passaggio forzato di Beal, Kemba intercettava e MKG segnava in transizione…
Oubre Jr. da tre dalla diagonale destra riduceva lo scarto così come Satoransky in entrata battendo Kemba.
Scattava quindi anche il primo time-out per gli Hornets a 3:20 sul 26-20.
Al rientro arrivava un altro alley-oop sull’asse Batum/Howard, il francese armava anche Kaminsky e Lamb ma i loro tiri da fuori non entravano, al contrario di quella di Batum frontale un paio di passi dietro la linea con la difesa ad aspettarsi l’ennesimo passaggio dentro (in questo caso per Zeller).
Quattro punti dei Wizards facevano un po’ più felice Brooks che vedeva i suoi riavvicinarsi (31-24), poi nell’ultimo minuto Lamb intercettava un pass di Meeks verso Oubre venendo trattenuto da quest’ultimo.
Primo fallo nei due minuti finali e mancata transizione.
Jeremy però si rifaceva segnando da ben oltre la linea, tutto spostato a sinistra battendo la luce rossa.
La sua tripla spaziale chiudeva sul 36-26 il primo quarto.

Lamb fermato irregolarmente da Oubre Jr. durante il primo tempo della partita.
Jeremy farà una buona gara chiudendo con 13 punti.
(AP Photo/Nick Wass)

 
Panchina di Charlotte pronta per il secondo con l’apertura di tripla dopo 20 secondi di Kaminsky, un MCW aggressivo colpiva in faccia Meeks sul tentativo di floater.
Flagrant 1 per gli arbitri.
Due FT a segno per il n°20 avversario e palla in mano ai rossi che tuttavia si facevano rubare l’ennesima palla, questa volta era Graham a proporsi in coast to coast con terzo tempo all’europea, appoggio al vetro e fallo di Frazier che non era stato a scuola di walzer.
42-28 dopo l’addizionale rintuzzato da due FT di Mahinmi, ma MCW in modalità aggressiva anche in attacco, sterzava di anca in salto producendosi in un fade-away tra Porter e Mahinmi, arrivava un tocco, il canestro e il libero aggiuntivo trasformato successivamente per il 45-40…
Un open 3 di Kaminsky ci portava sul +18 (48-30) ma Beal rispondeva da fuori, il vantaggio oscillava comunque in doppia cifra, anche perché il Tank metteva a posto il mirino continuando a cannoneggiare da fuori.
Terza tripla di serata a 8:05 dopo un TO dei Wizards che portava il parziale dei turnover a 18-2…
Frank non si fermava andando a impiegare i cingolati in penetrazione sulla sinistra, sul tocco in avvicinamento, Beal, Gortat e Oubre Jr. e la loro selva di mani alzate a contrastare palla e giocatore non serviva
No a nulla, Frank si esaltava resistendo a tutto.
Si passava rapidamente a una battaglia ai liberi quindi che lasciava Charlotte con buon margine di vantaggio mentre il tempo scorreva.
Oubre Jr. trovava involandosi in solitaria la dunk poiché ben fuori area Lamb mancava l’intercetto sul passaggio a raggiungere l’esterno dei Maghi.
Poco male se Lamb si rifaceva nei panni di assist man; finta di corpo sul posto a far saltare Gortat, cambio di posizione del corpo e assist sul back-door di MCW proveniente da dx che segnava così due punti facili.
MKG andando a ricciolo a disegnare una u passando sotto il ferro, tornando in dietro si voltava e segnava in modalità ravvicinata per far cifra tonda sul 60-40.
Kemba mancava un paio di tiri (0/5) e Beal ne approfittava per appoggiare in atletico appoggio il 60-45.
Ancora un paio di falli ci consentivano un ½ di Marvin ai liberi più un 1/1 di Kemba, scaturito da un tecnico a Brooks che lamentava la chiamata, perfetta degli arbitri per toco sul gomito destro di MKG, il quale con un 2/2 infilava il 64-47, “cancellato” dalla tripla di Porter a stretto giro di posta. Kemba andava a prendersi da solo la tripla infischiandosene dell’altezza di Satoransky infilando così il suo primo FG. Dal +17 si passava al +12 appena prima della sirena, quando l’ennesima rimessa gettata con sufficienza in campo (Batum verso Howard che si allontanava) era intercettata da Beal che rapidamente si portava nell’angolo sinistro battendo per un decimo il cronometro.
67-55 all’intervallo.

Frank segna nonostante l’impiego di tre difensori…
Brad Mills-USA TODAY Sports

 
Charlotte rientrava incassando un open 3 di Morris a sinistra ma reagiva con una giocata da tre punti di Howard che seguiva Kemba, l’errore in estensione sull’appoggio consentiva al nostro centro di passare avanti a Gortat (pessimo tagliafuori) e di appoggiare subendo fallo dallo stesso.
Canestro importante e tripla di Kemba a 10:21 per riallontanare i fantasmi di dannosi rientri…
Sul 73-58 Charlotte non perdeva la testa, MKG toglieva le castagne dal fuoco a Charlotte andando a pochi secondi dallo scadere dei 24 in appoggio in entrata con la solita determinazione.
Beal però segnava 4 punti consecutivi e sull’errore di Morris arrivava il tap-in di Porter con la difesa degli Hornets che avrebbe dovuto coprire meglio.
Clifford se ne accorgeva e chiamava il time-out con il ghiaccio tornato ad assottigliarsi a 8:30 (75-66).
Beal mandava a segno dopo la pausa anche una tripla ma mancavano l’azione successiva, MKG catturava in due tempi il rimbalzo e innescava un’importante tripla di Williams per il 78-69.
A 7:17 Kemba andava a contatto con il Polish Hammer, non contento della chiamata (4° fallo personale).
Il 2/2 dalla lunetta anticipava una tripla, sempre a firma del capitano prima che Beal (6:43) segnasse due punti dietro un blocco di Gortat scattava lasciando indietro MKG, facile il jumper.
Iniziava una fase confusa in cui si alzava il ritmo ma si abbassava la qualità, per vedere un altro canestro occorreva attendere Porter a 4:20…
A 3:28 Walker si portava in giro il difensore con movimento ampio circolare per tornare in area a segnare pur svitando la spalla destra per trovare la retina nell’uno contro uno.
Howard da sotto il ferro fintava l’appoggio a sx, cambio peso e appoggio in reverse a destra oltre Gortat… questi Hornets giocavano bene insomma…
Walker s’involava saltando da triplista mentre ai lati i tentativi di stoppata di Beal e Porter facevano solamente da cornice attiva al gesto atletico del capitano…
Sempre Walker a 1:55 si accendeva ormai definitivamente colpendo da tre…
Punti importanti perché, nonostante l’89-73 momentaneo, i Wizards riuscendo ad accorciare di qualche punto, avrebbero potuto tornare pericolosi a inizio ultimo quarto con la nostra instabile panchina in campo.
In realtà le distanze si riducevano ma a 12 punti, conservando quindi integralmente il vantaggio accumulato nel primo tempo.

Charlotte Hornets forward Frank Kaminsky (44) gestures after his basket during the second half of an NBA basketball game past Washington Wizards forward Markieff Morris (5), Friday, Feb. 23, 2018, in Washington. (Nick Wass/Associated Press)

 
L’ultimo quarto partiva con due punti di Beal per il 94-84. Rispondeva immediatamente Lamb che riceveva da Kaminsky un bound pass verticale sulla fascia sinistra; il resto lo faceva lo scatto di Jeremy che passando dietro Oubre Jr. lo lasciava attardato per arrivare in schiacciata magnetica a contatto con il ferro.
Lamb in entrata a sinistra era spinto da Mahinmi.
Altri due Ft per Charlotte mandati a bersaglio a 11:00 dalla fine.
Frank si sentiva caldo ma mancava la tripla, nessun problema se Lamb a rimbalzo conquistava la sfera per smistarla poi ancora a Frank che nel frattempo si era spostato nell’angolo sinistro; schermo di Lamb, ricezione e tripla del Tank, giochi quasi decisi sul 101-84…
Morris, Lamb e una tripla di Porter mandavano il match sul 105-89, Charlotte era brava a far trascorrere i minuti centrali del quarto congelando il match, diversi rimbalzi offensivi e un fallo guadagnato non ci facevano rischiare nulla, poi improvvisamente, dal ritmo lento, si passava all’improvvisata di Lamb che con uno scatto fulmineo centrale prendeva il centro dell’area per decollare trasfigurandosi in volo in Michael Jordan.
Pazzesca la sfida alla forza di gravità con il veleggiare elegante e la potente hammer a una mano che faceva gioire tutta la panchina.
109-93 che Walker aggiornava a 5:55 di tripla.
Non ne avevano più i Wizards vittoriosi in casa Cavs la sera prima, così Frank si ripeteva due volte da fuori per aumentare il bottino personale, si finiva sul 122-105 grazie al quale il sogno di rimonta di Charlotte può proseguire.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
24 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 8/17 dal campo. Partenza lenta di Kemba con uno 0/5 dal campo. Si sblocca con un libero e va a segno con una tripla su Satoransky da classificare come pezzo di bravura. In palleggio suona molto meglio dei bonghi del protagonista della canzone di Elio “Parco Sempione”, però fa venir mal di testa ugualmente a chi lo contrasta. Accesosi nel secondo tempo trova canestri importanti nel terzo quarto per completare il gioco di Charlotte e resistere al pericoloso rientro della squadra di Brooks.
 
Batum: 7
8 pt., 6 rimbalzi, 8 assist, 2 rubate. 3/8 dal campo. Come al solito cerca di fare un po’ tutto ma lo fa decisamene meglio. Interessante qualche difesa come quella a inizio terzo quarto nella quale devia a Morris un pallone che recupereremo. Nel primo tempo trova l’asse portante con Howard e fornisce palloni per gli alley-oop del nostro mastodontico centro.
 
Kidd-Gilchrist: 7
14 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Solido con 6/8 dal campo. Non è più velocissimo se deve passare dietro un blocco, ogni tanto va fuori equilibrio in rotazione, ma anche lui contribuisce. Gioca con calma andando con convinzione a sfidare anche il lungo se necessario e i risultati gli danno ragione in attacco.
 
M. Williams: 7
15 pt., 2 rimbalzi, 1 stoppata. 5/9 dal campo con un 4/7 da tre. Si specializza in bombe. Cia iuta a staccarci nel primo tempo e ne mette una nel momento più delicato della rimonta de Maghi. Provvidenziale.
 
Howard: 6,5
11 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. 5/9 dal campo. Discreta gara di Dwight che parte con due stoppate. Riesce ad arrivare in doppia cifra nei punti sprecando poco e ottenendo l’ennesimo gioco da tre punti. Pochi i rimbalzi però.
 
Lamb: 7,5
13 pt., 5 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. 4/9 dal campo. +18 di plus/minus. L’arma (sportiva) aggiunta. Letale, segna sulla sirena del primo quarto un clamoroso triplone, poi nell’ultima parte segna 4 punti e regala anche una schiacciata da top ten dell’anno per gli Hornets. Atletico, chiude dovendo forzare ai 24 e con una persa per passi ma ormai la gara era stata vinta.
 
Kaminsky: 8
23 pt., 3 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. 8/15 al tiro. +24 di plus/minus. Big night per Frank che spara da fuori con un 6/9 clamoroso. Anche in fase di passaggio è ispirato. Abbassa le percentuali con un paio di forzature necessarie ai 24 ma è una partita importante in attacco.
 
Carter-Williams: 6,5
9 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 18 minuti. 3/7. Spende 5 falli perché rimane costantemente aggressivo. A volte eccede, comunque sfiora la doppia cifra. Il fisico non l’aiuta. Parte meglio, più concretamente, nella seconda parte meno bene ma il giudizio è positivo. Cattura anche un rimbalzone nell’ultimo quarto con personalità.
 
Zeller: 6
2 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. Tre falli, su uno vittima di una chiamata pro Beal da tutela All-Star. Poco importa, complessivamente chiude con un 1/3, buon impegno, alcuni rimbalzi utili. Un po’ impreciso e mani scivolose come avesse del sapone su un’azione nella quale sembra che voglia lasciar continuamente in gioco la sfera che alla fine recupera…
 
Graham: 6
3 pt., 1 rubata in 14 minuti. Una steal con transizione è quasi tutto. Gli fischiano una persa per un piede fuori dalla linea laterale destra.
 
Monk: s.v.
0 pt. (0/0). Saluta il parquet.
 
Bacon: s.v.
0 pt. (0/3), 1 rimbalzo. In poco più di un minuto riesce a prendersi tre tiri e a non infilarne nemmeno uno. Soprassediamo…
 
Hernangomez: s.v.
0 pt. (0/0). Vedi Monk ma con un turnover…
 
Coach S. Clifford: 7,5
Sembra tornata una squadra dopo la pausa benefica dell’All-Star Game. Sono passate solamente due partite ma la squadra sta girando bene tra schemi e giocatori che si esaltano. La riprova della squadra che gioca è Walker, che fino a quasi alla fine del primo tempo era rimasto a zero punti, ma la squadra era avanti in doppia cifra nonostante la performance del capitano fosse iniziata in sordina. C’è vita su Marte se battagliamo…
Video recap:

Game 58: Charlotte Hornets Vs Brooklyn Nets 111-96

 
Si ricominciava.
Dopo la kermesse delle stelle, allo Spectrum Center andava in scena una gara da cometa.
Dal greco kòme (chioma), la cometa Charlotte, tentando l’avvicinamento al sole dei playoffs, ha iniziato a liberare gas e polveri, le quali fuoriescono ionizzate e scintillano per effetto del vento solare formando una scia luminosa a tracciare una strada ancora incerta.
Vincere però, mancando solamente 25 partite alla fine, rappresentava l’unica maniera per proseguire una corsa che al momento ci vede intorno al 12% di possibilità di partecipazione ai playoffs.
Fatto fuori il GM Cho, uno degli artefici di questa, speriamo, ellittica traiettoria, toccava alla squadra rispondere sul parquet contro una squadra ormai tagliata fuori dall’accesso ai playoffs, ma che nascondeva l’incognita della prima gara stagionale contro i Calabroni.
La partita è andata a strappi e i Calabroni si sono dimostrati superiori aiutati dai due punti di forza Kemba e Dwight, un “cometone” piombato a tutta forza sulle Retine nella notte.
Non siamo diventati la squadra più forte del mondo e servirà altro per battere squadre più attrezzate, ma nella serata ciò può bastare.
Una buona gara nella quale Howard ha potuto fare il bello e il cattivo tempo sotto le plance sfiorando il record di rimbalzi detenuto da Okafor dall’epoca Bobcats.
Casella rimbalzi che gli Hornets hanno vinto complessivamente 54-41, così come negli assist (29-27) i numeri hanno dato ragione alla squadra di Clifford.
Un 52,4% da tre, più alto del complessivo 48,3% dal campo ha spinto gli Hornets alla vittoria.
Brooklyn con il 38,7 ha finalizzato male anche da sotto talune volte, salvata dai 22 di Cunningham (ex Pelicans) e dai 19 del promettente D’Angelo Russell. 9 pt. e 7 rimbalzi per il C rookie Jarrett Allen.
 
Partiva bene Charlotte che vinceva il tip-off e segnava con Howard, abile a chiudere in due tempi un possibile alley-oop; il disturbo di Allen non gli consentiva di schiacciare sull’assist volante di Kemba, ma il recupero della sfera e la risalita facevano il 2-0 dopo 16 secondi.
D’Angelo Russell colpiva da tre a 11:19.
Non succedeva nulla per un minuto fino a che Walker dall’altra parte realizzava il controsorpasso con la stessa arma, dalla diagonale sinistra.
Un passaggio invitante sulla cora di Allen ed era il pareggio ospite ma Howard, conquistava un rimbalzo offensivo su un tiro mancato da MKG da lontano.
Canestro più fallo per il più classico gioco da tre punti. Si andava sul 5-8, ma si scoprirà più tardi che la tripla di Walker in realtà era stata effettuata con un piede sulla linea, quindi avveniva la correzione di punteggio durante il primo break.
Nel frattempo Howard dominava catturando rimbalzi e schiacciando una mina a una mano dopo aver oltrepassato Allen, già giunto al secondo fallo.
Proprio lui catturando un altro rimbalzo, riequilibrava la situazione sul 12 pari con due FT, dei quali solo uno a segno però.
Walker ci provava da fuori in transizione ma la palla s’incastrava sulla sinistra tra ferro e plexiglass.
Palla a due che MKG portava a casa la palla a due contesa da altri, ma non riusciva a segnare, cosa invece che faceva Batum a 6:17, quando battendo una rimessa passava dietro un blocco incrociando e tirando arrestandosi da tre.
15-12 con tripla di Acy per l’immediato pari, riapriva però le danze Williams, pescato a sinistra sulla diagonale buona, dopo che Howard, nel cuore del pitturato era stato capace di conquistare l’ennesimo rimbalzo.
A 5:14 su un tentativo di turnaround piovevano altri due punti dalla linea per il nostro numero 2.
A 4:53 era ancora Marvin a spingere gli Hornets, creando un break da 8-0 tutto personale; altra tripla dalla media diagonale destra con campo aperto e il 23-15 era servito.
Si attivava Cunningham che segnando due canestri da due punti e uno da tre (dall’angolo sinistro) riusciva a pareggiare a quota 23.
Finale del primo quarto a ricalcare gli ultimi minuti giocati con Charlotte intenta a scappare (tripla di Lamb a 2:55, entrata aggressiva di Lamb con passaggio veloce diagonale per la schiacciata inarcata di Howard) e Nets a reagire (tripla di Harris a 2:04) che portavano la gara sul 28-23. Kemba aggiungeva una tripla mentre Howard tornava in panchina già in doppia doppia (10 pt. e 11 rimbalzi).
A 1:19 segnava Harris, Kaminsky segnava un libero per proteste di Russell, probabilmente per un’infrazione di passi di MCW, salito e sceso con la palla in mano.
Frank segnava ma chiudevano i Nets, il risultato quindi muoveva sul 32-28 dopo i primi 12 minuti.
 
A inizio secondo quarto il punteggio si spostava ancora, modificando la casella ospiti dopo 19 secondi e ripetendo lo stesso numero sul tabellone a 10:51, quando due FT di Russell (spostato da Graham sotto canestro all’ultimo momento) ricadevano nella retina.
La panchina era un po’ addormentata, Zeller non aveva chance di difendere sulla serpentina con arresto e tiro dalla sinistra di Russell, Charlotte quindi finiva anche sotto di due prima di riuscire a trovare il pareggio per merito di Lamb che allungava un veloce passaggio verticale a MCW, il quale non trovando avversari sino al ferro appoggiava comodamente. Lamb da assist man si trasformava in scorer passando sulla linea di fondo e ricevendo da Kaminsky il verticale, segnava da due passi il nuovo vantaggio.
Ci prendeva gusto Jeremy che a 7:45 in azione personale sbatteva contro Acy trovando un canestro un po’ rustico, non proprio da manuale.
Charlotte allungava con due liberi di Zeller (7:20) e con due punti di MCW che dalla sinistra sull’incrocio circolare con Kemba, riceveva dallo stesso ed entrava battendo la difesa. Cunningham dimostrava ancora buona mano contro di noi tenendo in gara gli ospiti grazie a una bomba, toccava ancora a MCW andare a battere Allen con una finta e tocco a tabella per il 44-37, Russell tuttavia a 5:18 infilava la tripla del 44-40 che consigliava a Clifford il time-out.
Batum segnava due punti, poi in area contrastava efficacemente Allen, il quale si rifaceva dopo tutto solo da sotto in schiacciata a una mano trovato da un rapido passaggio.
S’infiammava la sfida Dinwiddie/Walker.
Il primo metteva due punti aiutato dall’anello, il secondo a 2:21 in entrata riusciva a infilare un circus layup, più semplici gli altri due punti a testa per i giocatori citati che rispondendosi alzavano il punteggio sul 48-47.
MKG con un gancio in salto cercava di far staccare gli Hornets dalla pressione ospite, Williams da tre continuava sullo stesso progetto per il 55-47, ma nel finale gli arbitri annullavano un canestro da tre a Kemba che segnava clamorosamente fuori equilibrio.
Se si poteva dare ragione agli arbitri per una frazione di decimo sulla non continuità dell’azione, era delittuoso il canestro annullato a Marvin dall’angolo destro; finta del numero due, spostamento verso l’incrocio delle linee con Acy depistato che tornava sotto sull’alzata di Williams, gomito sul mento di Acy, giunto nel cilindro della nostra PF, canestro ma ancora una volta inutile.
Fischi prolungati del pubblico che veniva anche beffato da Crabbe a un secondo e mezzo dalla fine.
La sua tripla riportava sul -2 i bianchi.
55-53 e partita resa ancora interessante dalla terna.

Charlotte Hornets’ Kemba Walker (15) gets by a grimacing Brooklyn Nets’ Spencer Dinwiddie, who was caught in a screen by Hornets’ Dwight Howard (12) during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Thursday, Feb. 22, 2018. (Bob Leverone/Associated Press)

 
Russell era il primo giocatore a trovare la retina nel secondo tempo.
Il suo canestro dalla media sinistra impattava la partita a quota 55 ma gli Hornets ripartivano con l’ennesimo rimbalzo offensivo di Howard convertito in due punti facili appena dopo il salto di Allen, ingannato da Howard nei tempi.
Una tripla in punta di Batum (catch’n shoot rapidissimo) serviva agli Hornets per ottenere il +5, Williams passando in area a tagliare dietro Howard, dava una mano bloccando l’appoggio di Dinwiddie, finiva così per segnare MKG con un crossover su un terzo tempo in transizione.
Fallo di Allen, libero aggiuntivo a segno più uno precedente di Kemba per proteste di Carroll reiterate che chiedendo un fallo sull’azione precedente finiva per peggiorare la situazione dei suoi.
64-55 con un 9-0 run per gli uomini in livrea nera, che raggiungevano il massimo vantaggio sui 13 punti grazie a un gancetto di MKG.
Russell segnava, rispondeva su alzata di Batum, Howard che, con un soft alley-oop faceva girare la palla sul ferro come in una roulette che diceva 2.
Ancora strappo di Charlotte quindi e ancora rientro degli ospiti che con una giocata di Dinwiddie da tre punti iniziavano la rimonta che si chiudeva con la tripla di Harris per il 70-66.
Batum, dopo il time-out preso da Clifford a 4:16 era aiutato dal primo ferro sul suo tiro frontale da centro area.
Un paio di tiri dal corner sinistro di Brooklyn non avevano buon esito, così Kemba fintando batteva un paio di difensori dei Nets, che attardati potevano solo osservare il veleggiare a canestro di Kemba in appoggio.
A 1:49 ancora una finta di sopracciglia di Kemba l’aiutava ad aprirsi la strada per un intenzionale appoggio al vetro dal cuore dell’area.
Sul 77-68 Cunningham (1:28) sparava da tre prima che Walker restituisse il favore.
Batum toccava due volte il pallone il palleggio a Carroll ma la sua prolungata difesa aggressiva costringeva gli arbitri a chiamare due FT al terzo tentativo.
80-74 prima degli ultimi 12 minuti.

 

Jeremy Brevard-USA TODAY Sports. Kemba finta e tiro… vari modi per raggiungere 31 punti…

 
Cunningham metteva paura a inizio quarto sfoderando l’ennesima tripla (angolo destro oltrepassando Frank), ma a stretto giro di posta, da dietro uno schermo ampio, rispondeva proprio Kaminsky che riportava a sei le lunghezze di vantaggio.
Harris mancava un reverse ma Cunningham in transizione appoggiava al vetro sopperendo a qualche mancanza di finalizzazione dei compagni.
A 9:37 si svegliava anche Cody con un bello spin nel pitturato che lo portava a esaltare ulteriormente un’azione a triangolo con l’ultimo passaggio sospetto di Lamb in salto e ricaduta dalla linea di fondo. In realtà il replay evidenziava la bravura del nostro numero tre nel rimanere completamente in campo nonostante il passaggio rischioso e il difensore davanti a lui che avrebbe potuto farlo “rimbalzare” fuori.
Un floater di Graham e un pullup di Lamb (8:37) ci portavano rapidamente sul +10.
La panchina si riscattava quindi, così tra un canestro e l’altro di Zeller a poco serviva un’azione con gioco da tre punti di Russell.
Carroll ricevendo un extra pass andava a schiacciare ma Kemba, sfruttando una serie di movimenti e di blocchi, passava largo in modalità circolare fino ad arrivare nei pressi dei bordi dell’area destra da dove appoggiava comodamente.
Era sempre il capitano a firmare i punti vittoria; il suo meteorite scagliato dalla fascia di Kuiper con finta di passaggio che mandava Crabbe al bar, (6:18) portava gli Hornets sul 98-86, ormai irraggiungibili per le possibilità della squadra di Atkinson.
A 5:03 ancora Kemba nonostante due difensori gli saltassero addosso segnava da fuori il 103-88.
Si finiva con Howard a catturare il suo 24° rimbalzo, a uno solo di distanza dal record di franchigia (Bobcats/Hornets) ottenuto da Okafor con 25.
Rimbalzo che avrebbe probabilmente catturato il nostro centro se nei minuti finali non fosse stato sostituito da Hernangomez, che debuttando, raccoglieva un facile rimbalzo difensivo.
Monk che dopo l’incidente non avrebbe dovuto giocare, probabilmente è tornato in dima.
Suoi due punti frontali facili nel finale prima della sirena finale che decretava il 111-96.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
31 punti, 7 rimbalzi, 2 rubate. Gioca 35 minuti e chiude con un buon 12/22 incluso un 4/8 da fuori, escluso il 3/3 ai liberi. Canestri importanti nei momenti giusti. Il valore aggiunto accelera se serve. Gli viene anche annullato un canestro da highlights possibile. +18 di +/-… La maggior speranza per raggiungere i playoffs.
 
Batum: 6,5
10 pt., 5 rimbalzi, 7 assist,1 rubata, 1 stoppata. Ci prova 8 volte dal campo e termina con il 50%. 2/4 da fuori con una tripla letale bloccando l’arresto sulla corsa e una d’intelligenza incrociando con il bloccante. È in difesa però che influenza diversi tiri avversari (non proprio grandissimi finalizzatori) e compie lo sforzo maggiore.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
13 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 4/7 dal campo, concentrato, finisce con 5/5 ai liberi, risultato non scontato per lui. Attacca bene il ferro segnando sia in entrata che con movimenti a crearsi lo spazio. In certe circostanze forse potrebbe fare di più in difesa ma va bene così per oggi.
M. Williams: 6,5
11 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. A parte i tre palloni persi, paradossale che il 3/8 sia in realtà composto da un 3/5 da fuori e uno 0/3 da due… Importanti le sue triple. Gliene manca una che delittuosamente gli arbitri annullano. Una bella stoppata dai tempi giusti a spazzare via Dinwiddie nel secondo tempo.
 
D. Howard: 7,5
15 pt., 24 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Domina il match anche se si concede un 6/14 più da esterno che da centro. Non ha seri oppositori nella controparte. Allen è troppo inesperto per contrastarlo seriamente e sono poche le note negative di serata. Doppia doppia sfiorando il record di rimbalzi di franchigia, per me ottiene quello dei nuovi Hornets con 24, l’altro era di Okafor con 25 in era Bobcats. 3/7 ai liberi e 3 turnover, ma +12 di +/-, ottenuto anche per merito suo.
 
Lamb: 6,5
9 pt., 4 rimbalzi, 4 assist. Chiude con un 4/11 dal campo e qualche entrata non proprio da manuale, comunque trova canestri utili giocando 23 minuti.
 
Kaminsky: 6
4 pt., 7 rimbalzi, 4 assist. Chiude con un 1/5 al tiro e una difesa che non ama l’eccesso. Il suo verticalismo ci costa una tripla di Cunningham. Ricordo una sua uscita nel primo tempo, generosa su un tiratore, la quale pur non servendo a molto, rappresenta almeno uno sporadico tentativo di difesa vera. Alla fine segna solo un canestro dal campo rispondendo proprio a Cunningham dopo il canestro preso in faccia. Si salva con qualche rimbalzo e un paio d’assist intelligenti.
 
Graham: 6
2 pt., 1 rimbalzo in 11 minuti. Sta poco in campo e raggiunge il suo apice nel secondo tempo quando segna e prende un fallo a favore per un blocco offensivo di Acy.
 
Zeller: 6,5
8 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Si sveglia a un certo punto del secondo tempo. Nell’ultimo quarto trova il suo meglio riscattando la prima uscita dalla panchina, più frustrante che scialba. Sistematicamente tagliato fuori si nota la differenza con Howard. Chiude con un 3/5 dal campo. Mezzo voto in più perché la spinta arriva nel finale in un momento importante.
 
Carter-Williams: 6,5
6 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 stoppata. Inizia male ma poi finisce con un ¾ dal campo, attaccando con velocità ma senza fretta di concludere. I Nets lo permettono e lui ne approfitta per prendersi quei decimi di secondo che fanno la differenza tra un tiro avventato e uno mirato… Rapporto assist/turnover non il massimo ma la difesa sopperisca a questa lacuna.
 
Monk: s.v.
2 pt. in poco più di un minuto. Due anche i turnover. Out dalle rotazioni, non avrebbe dovuto scender sul parquet per il botto in auto. Vedremo se avrà più spazio in un prossimo futuro ma dubito…
 
Bacon: s.v.
Chiedere a Chi l’Ha Visto per il minuto in campo.
 
Hernangomez: s.v.
2 rimbalzi e una stoppata, ma anche un’entrata gentilmente concessa nel finale. Si presenta comunque bene difensivamente Willy. Lo spazio da ritagliarli sarà eventualmente premura e compito di Clifford.
 
Coach S. Clifford: 6,5
Squadra tranquilla che non sembra fenomenale ma migliore dei Nets. Giocando contro diverse squadre dalla fascia medio bassa, dovremmo riuscire con qualche individualità e qualche schemino semplice che si è rivisto in serata ad avere la meglio, considerando che tali squadre non dovrebbero giocare alla morte visto il prossimo Draft. Il problema saranno le partite più consistenti, il cui esito rimane incerto.

Botto-M-onk

È iniziato con il botto il 2018 di Monk.
No, non parliamo di risultati sul campo.
Quelli possono attendere nonostante sicuramente il suo impiego abbia svelato che il giocatore non era pronto come si pensava.
Gli Hornets, nonostante siano circolate anche voci su un suo possibile approdo ai Bucks (squadra contro la quale a inizio stagione Malik disputò una gran partita), hanno deciso di tenerlo per dargli più tempo per sviluppare il suo potenziale.

Fino a oggi è stato un prendi e tira ma con i tempi sbagliati.

Monk fotografato mercoledì 19 marzo 2014 con la divisa dei Tigers Bentonville.
Qui al Tyson Park in Springdale for Arkansas Democrat-Gazette All-Arkansas.

Tornare a casa per riprendersi un po’ avrebbe potuto essere salutare, ma è stato anche rischioso, pensando che alle 5:46 del 18 febbraio, la sua Lexus rossa del 2002 è finita contro un cancello…
Malik Monk è nativo di Jonesboro, Arkansas appunto, e ha giocato per Lepanto e Bentonville (entrambe le città sono nello stesso Stato) prima d’approdare a Kentucky.

In verde, il luogo di nascita di Monk, in rosso, il luogo dell’incidente e in azzurro, una delle due città dell’Arkansas, dove Malik ha giocato da adolescente.

 
Per fortuna, nonostante l’auto sia andata in pezzi (la parte anteriore e il motore sono stati seriamente danneggiati nell’impatto) il giocatore è rimasto incolume.
L’incidente è occorso a Fayetteville domenica mattina.
All’entrata di Road Hog Park (appena a sud-est del Baum Stadium) nel blocco 1100 della West 15th Street l’incidente avrebbe potuto avere conseguenze peggiori ma ha avuto un lieto fine anche perché il giocatore indossava le cinture di sicurezza.

Foto di Jim Eden all’interno del RoadHog Park (3 novembre scorso).

 
Il dipartimento di polizia dell’Università dell’Arkansas però non l’ha presa bene e ha citato Monk con l’accusa di guida incauta, inoltre al momento Malik non ha fornito nessuna prova di assicurazione del mezzo scrivendo “NA” sotto i campi dedicati alla compagnia e al numero di polizza… Monk ha detto alla polizia d’aver guardato in basso per un attimo e di essersi trovato fermo contro il cancello, aggiungendo che il fatto è accaduto velocemente…
Il tribunale però ha già fissato una data per l’udienza.
Sarà il 9 marzo, data nella quale gli Hornets non avranno partite (l’8 e il 10 giocheremo in casa però contro i Nets e poi i Suns).
Guardando at the bottom quindi ha avuto questo contrattempo, speriamo che sui parquet torni a guardare in alto, bene a canestro per riprendersi gli spazi persi e poter essere una nuova freccia all’arco della squadra di MJ…
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Supernova Cho…

La notizia avrebbe potuto anche non sorprendere nessuno, ma è deflagrata durante la pausa dell’All-Star Game.
Oggi è scaturita, o meglio, si è rivelata al pubblico, la scelta della società di non rinnovare più il contratto a Rich Cho, GM attuale dei Calabroni.
Sicuramente non esattamente una scelta di stile tempisticamente parlando, ma la forza di gravità e la pressione esercitata intorno alla squadra ha finito per collassare e la stella di Cho è esplosa.

La notizia data da Woj…

In ciò forse avremo dei prodromi per l’accensione di nuove stelle future.
A proposito di stelle, faccio una digressione essendo nel break finale dopo lo svolgimento l’All-Star Game a Los Angeles, altro trait d’union con il futuro…
Era stato presentato qualche tempo fa il logo per il prossimo All-Star Game, riassegnato a Charlotte dopo che la città l’aveva perso per i noti problemi con l’amministrazione locale, la quale non pensò ad arretrare di un passo sulle proprie posizioni.
La corona, simbolo della Queen City, ancor prima della Buzz City, è posta in un esagono che ne sormonta altri due con dei simboli (pallone da basket e stella) che non hanno bisogno di ulteriori delucidazioni…
 
Jordan ha preso il testimone per il prossimo anno e Walker ha giocato nella gara All-Star finendo con un 5/10 dal campo, 11 punti e la vittoria (per quel che conta) del suo team, o meglio… quello targato LBJ, per 148-145…

L’intervista a Walker che ribadisce l’amore per la città ricambiato dalla stessa…

 
Non è andata benissimo nemmeno a Howard, il quale, come simpatico partecipante a una specie di Talent, ha dovuto fare i conti con il poco senso autoironico di Shaq. Pazienza…

Tornando al ruolo di GM ormai vacante…
Kupchak, proprio un ex LAL, sembra uno dei favoriti per prendere il posto del birmano che, negli ultimi 4 anni targati Hornets, pur avendo a che fare con un Est complessivamente meno attrezzato e ostile della controparte Ovest è riuscito a mettere in campo forze che ci hanno condotto solamente una volta ai playoffs, mentre due volte siamo stati esclusi e a stagione in corso si rischia fortemente la terza esclusione dalle magnifiche 16.
Sicuramente la sua strategia a lungo termine, a mio giudizio, è stata un’arma a doppio taglio.
Avrebbe potuto essere un’abilissima mossa per bloccare i salari in espansione in uno small market come Charlotte e se consideriamo che Walker, ancora oggi guadagni “solamente” 12 milioni, da questo punto di vista Cho è stato geniale.
Il problema tuttavia torna indietro come un boomerang (risultati a parte) quando si pensa a un contratto sontuoso fatto firmare a Batum, oggi sui 23 milioni, il quale sta intasando notevolmente il salary cap di Charlotte e, inutile dirselo, il francese non sta rendendo nemmeno per un quarto del suo lauto stipendio.
Certamente quando fu fatto firmare ci si trovava di fronte a una buonissima stagione del transalpino, il quale, coadiuvato da altri protagonisti, era stato un giocatore polifunzionale, molto importante per gli Hornets.
A tradire l’erede dell’antico Siam, anche il doppio infortunio a MKG che l’ha reso un giocatore molto meno esplosivo, gli errori poi commessi su scelte fatte di rinnovo a lungo termine come Marvin Williams, o a breve come i vari Sessions lo scorso anno e MCW quest’anno, PG in cerca di rilancio, sono stati rischi che non hanno pagato, anzi… probabilmente hanno avuto un peso specifico nella situazione.
Non era facile certamente portare qualcuno d’importante a Charlotte di questi tempi.
Ricordiamo Dwight Howard, il quale sta vivendo una seconda giovinezza ma ci è costato un tiratore come Belinelli, oltre che all’errore Miles Plumlee, commesso sempre dallo stesso GM il febbraio dell’anno precedente.
Il tutto gli si è ritorto contro…
In una situazione sempre più incandescente ha iniziato a produrre ferro, finendo per autodistruggersi dall’interno come una Supernova.
Dopo esattamente un anno, sono spuntate voci di una possibile cessione di Kemba, ma alla fine non si è mosso nulla, è stato ceduto JOB (O’Bryant) in cambio di un buon giocatore come Willy Hernangomez, il quale potrebbe anche divenire un giocatore sopra le aspettative di molti, ma tuttavia per ruolo e caratteristiche va ad affollare un settore nel quale avevamo meno bisogno.
La carenza in alcuni settori di buoni ricambi che hanno reso inconsistente anche uno dei marchi di fabbrica di Clifford, come la difesa ha finito per pesare molto.
A mio parere, sarà proprio Clifford a rischiare molto in questo finale di stagione.
Se non arriverà almeno l’ottavo posto, potrebbe salutare.
Oggettivamente il suo tipo di gioco si è impoverito e Walker a parte, pochi giocatori sono stati in grado di svilupparsi a Charlotte.
Blocchi alti e tiri da tre punti volanti, il risolutore Howard sotto canestro non bastano, la squadra per caratteristiche tende a non allargare il campo e fa fatica nelle spaziature, sia offensive che difensive.
L’arrivo di Howard avrebbe dovuto rimettere un po’ d’ordine sul perimetro, ma errori individuali a parte soffriamo ancora troppo e nemmeno il teismo degli irriducibili nei confronti di Jordan sembra porti a un regno del parquet per gli Hornets.
Una questione d’equilibri quindi, che proprio come nello spazio può creare e distruggere, aggregare o scomporsi… tutto potrebbe succedere quindi in estate, alla ricerca della formazione di un vortice capace di generare una nuova generazione di stelle lucenti che non baluginino nel buio ma che rimangano stabili…
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Avanti, March! Hernan, go!

Il calendario di Febbraio sta volgendo al termine per quel che riguarda le partite da giocare.
Saranno ancora quattro (Vs Nets, @ Wizards, Vs Pistons, Vs Bulls), prima di voltare pagina e affacciarci a un marzo decisivo.
Avevamo iniziato bene il mese con le vittorie su Pacers e Suns, pooi la rovinosa serie di 4 sconfitte consecutive ha nuovamente tagliato le gambe a una squadra in difficoltà.
Rimangono comunque negli occhi le giocate di Walker, di Dwight e qualche blitz di Lamb, oltre alle foto delle Honeybees, la cui grazia non guasta mai…

Rossy. Dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Laken, ormai “veterana”… Dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Con le ultime due partite disputate nella notte (vittoria dei Nuggets per 134 a 123 sul campo dei Bucks e l’affermazione interna dei Timberwolves sui Lakers per 119-111) si è giunti al classico stop da All-Star-Game.
 
Durante l’ultima partita degli Hornets, disputata a Orlando nella serata americana di San Valentino, i ragazzi di Clifford sono riusciti a strappare finalmente una vittoria in una gara punto a punto continuando la recente tradizione positiva contro la squadra della Florida.
 
Ormai scatenati gli amici del blog, dopo l’esperienza di Paolo (appena dopo Natale, in casa contro Boston), anche l’amico brasiliano Michele è andato “live” sul posto, appositamente per vedere un match di Charlotte, riuscendo anche a “consegnare” al volo, un presente (una maglia dell’Ararurama F.C., formazione della quale Michele è copresidente, militante nel Campionato Carioca di Serie B2) per Julyan Stone, terzo play di Charlotte ed ex Reyer Venezia, sembrato un po’ sorpreso del gesto.
Fortunatamente Michele ha assistito a una vittoria, dopo la quale, oltre alle successive partite menzionate a inizio articolo, si può andare a comporre una classifica che rimarrà ferma una settimana.
Così a Est:
 
Come forse avrete notato, ho aggiunto un’ultima riga verticale indicane il numero di partite mancanti contro ogni squadra dell’Est.
In sfondo giallo nella fila precedente, gli head to head stagionali già finali.
 
A Ovest le sfide mancanti saranno 4:
Phoenix, Memphis, Dallas e New Orleans.
L’ultima sarà il reale ostacolo, un derby da giocare in Louisiana contro una squadra (senza Cousins) di medio livello il 14 marzo (data italiana), mentre le altre tre sfide saranno contro squadre di bassa classifica, quindi più abbordabili, immaginando che qualche formazione sarà propensa a tankare.
Il 25 marzo avremo l’ultima sfida a Dallas.
Troppo presto oggi per poter fare previsioni a lungo termine.
Certamente la situazione non è idilliaca considerando che ormai mancano solamente 25 partite e il -9 dal “pareggio di bilancio” non basterebbe probabilmente nemmeno a raggiungere gli Heat che attualmente sono fermi all’ottavo posto con un record di 30-28 con gli scontri diretti decisamente a loro favore.
 
Paradossalmente, se dovessimo riuscire a riavvicinarci intorno a metà marzo, dalla seconda metà quasi alla fine del terzo mese avremo sei partite su sette contro squadre di bassa classifica, l’”avanti, march!” quindi potrebbe essere un motto decisivo.
Ovviamente non voglio creare illusioni, le possibilità non sono tantissime perché c’è da sbagliare il meno possibile ormai…
Avremo 11 partite in casa e 14 in trasferta, ma non in tutte le occasioni la località farà la differenza.
Dopo un buon inizio di stagione casalingo, al quale fece da contraltare il disastro in trasferta, il fattore campo è completamente saltato fino a invertirsi in qualche occasione.
Il 15-15 casalingo la dice lunga…
Il 9-18 da trasferta potrebbe essere migliorabile, ma la situazione attuale assomiglia a un domino con i pezzi spinti inizialmente da un polpastrello.
Se le tessere cadranno per il verso giusto potremmo risalire, se invece, qualcosa s’incepperà nell’imprevedibile meccanismo, ci troveremo fuori dai playoffs per il terzo anno su quattro tentativi.
Washington, Boston e Toronto saranno tessere infilate in mezzo ai primi pezzi a dover cadere, non sarà semplice…
 
Intanto, l’artefice principale delle speranze degli Hornets è volato a Los Angeles (causa All-Star Game) tenendo in mano la fiaccola (non quella olimpica datata 1984) che illumina il cammino di Charlotte.
I suoi 22,9 punti di media dicono che al momento si trova in 17^ posizione nell’intera classifica NBA dedicata, davanti a quel Porzingis (22,7 pt.) che il neoarrivato Hernangomez ha aiutato a portare fuori dal campo dopo il grave infortunio.

Hernangomez con la sua nuova divisa.

Proprio lo spagnolo parla in un’intervista (by Sam Perley) uscita sul sito ufficiale:
 
“Voglio dire grazie ai Calabroni.
Penso che sia un nuovo capitolo per me.
Sono molto entusiasta di far parte di questa squadra e di questa famiglia, penso che imparerò molto con questo staff tecnico e i compagni di squadra.
Non vedo l’ora di incontrare anche i fan.
So che i miei compagni di squadra mi aiuteranno molto. Coach Cliff. farà del mio meglio per me e cercherò di migliorare i miei compagni di squadra.”
 
Lo scorso anno Willy ha fatto registrare con i Knicks 8,2 punti, 7,0 rimbalzi e 1,3 assist giocando più di 18 minuti a partita (72 le presenze), ma quest’anno ha usufruito di poco spazio (solo 9 i minuti concessi di media in 26 partite), trovando affollamento nelle rotazioni dei “Pantaloni alla Zuava” orange.
 
“Forse non era il mio posto”, ha detto.
“Voglio dire grazie all’organizzazione dei New York Knicks.
Tutte le persone che ci lavorano mi hanno aiutato molto dall’inizio in questi due anni.
Proprio ora, qui, voglio solo fare del mio meglio e mostrare ai miei compagni di squadra e ai miei allenatori che possono fidarsi di me. “
 
Nicolas Batum ha detto su di lui:
“Ho affrontato Willy (riguardo le competizioni per nazionali) un paio di volte.
È un buon giocatore.
Molto abile, molto fisico, molto intelligente.
Non credo che molte persone lo conoscano davvero, ma ci darà molto perché è un giocatore molto intelligente.”
 
Willy ha un fratello, Juan, che attualmente gioca per i Denver Nuggets e sua sorella minore, Andrea, è una delle migliori giovani giocatrici in Spagna.
Sua madre, Margarita Geuer, ha giocato nella nazionale spagnola dal 1985 al 1993 e suo padre, Guillermo, era un giocatore professionista.
 
“Penso che mia sorella sarà la migliore”, ha detto Hernangomez interrogato sull’argomento.
“È ancora molto giovane, ma penso che sarà la migliore, si spera.”
 
Sulla città invece…
 
“Mi piace la città.
Il tempo è bello.
New York è molto fredda.
La gente è stata molto simpatica con me sin dall’inizio (a Charlotte).
È una città pulita, una piccola città.
Mi piace veramente.
Sono stato qui un paio di giorni a passeggiare, quindi ho avuto modo di conoscerla un po’ di più.
Mi sento a casa, quindi è grandioso…
Nuovi ristoranti Nuovi posti.
Non sento odore di cibo ovunque vada come a New York. Non sento rumori (frequenti) come le sirene della polizia o qualsiasi altra cosa come a New York.
È super silenzioso.
Posso davvero riposare e dormire.
Essere davvero concentrato su ciò che ho bisogno di essere è grandioso.”
 
Charlotte però, scambiando O’Bryant, ha inserito un lungo di maggior valore rispetto al buon JOB.
Clifford non fa giocare in genere moltissimo i rookie, chissà che un sophemore…
Sicuramente le rotazioni sono affollate tra i lunghi.
Se come ali grandi Marvin Williams e Kaminsky interpretano il ruolo da stretch four, pronti a sparare da fuori, facendo anche qualche puntata verso canestro, magari attraverso scambi/pick and roll per Marvin e invenzioni per Frank, nel ruolo di centro troviamo l’immarcescibile Howard che occupa la maggior parte del tempo sul parquet peri i Calabroni.
Zeller, appena rientrato, si sta riprendendo.
Sicuramente Hernangomez ha qualche arma differente rispetto a Cody e Dwight ma le rotazioni dei lunghi a Charlotte sembrano essere comunque affollate, tanto che JOB con il rientro di Zeller, difficilmente avrebbe visto il parquet.
 
Sono curioso di vedere se troverà spazio in un team che Clifford fa abitualmente ruotare a 9/10 uomini e altrettanto desideroso di vedere se, attraverso la sua intelligenza cestistica, saprà ricalcare un po’ le orme da passatore lungo che qualche anno fa occupavano McRoberts ai Bobcats e Hawes, sempre agli Hornets…
 
Per ora Willy, dichiarazioni di rito a parte, sembrerebbe essere abbastanza felice di chiamare Charlotte come sua nuova casa, vedremo se avrà la possibilità di darci una mano tentando d’agguantare uno degli ultimi due posti a Est per veder il sorgere dei playoffs…

Game 57: Charlotte Hornets @ Orlando Magic 104-102

 
Momento difficile nella giornata di San Valentino per rinnovare l’amore per una squadra che negli ultimi anni ha dato qualche gioia ma molte più delusioni, tuttavia se dovessi estrapolare una frase dal rito nuziale sarebbe: “Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore” (nella buona o nella cattiva sorte).
Forse un giorno Jordan o qualcuno dopo di lui aprirà un ciclo vincente, una stirpe, una dinastia di Calabroni destinata a vincere, nel frattempo la squadra vive nel limbo di un medio livello da purgatorio dantesco, troppo facile però salire sul carro dei vincitori e scenderne quando le cose non vanno bene.
Al contrario di qualsiasi rapporto interpersonale, il quale può essere legato a dinamiche bilaterali, la nostra volontà di seguire incondizionatamente qualcosa di più astratto, alla quale ci si può legare a qualcosa per diversi motivi rimane puro agape più che philia, varietà etimologiche di parole greche arrivate sino a noi presenti in altre o sorroforma d’altro che nel loro significato originale però detengono il loro massimo splendore.

Giochi di parole dal sito ufficiale degli Hornets per celebrare S. Valentino. Anche a noi mancava Batum, il quale, nonostante abbia avuto un atteggiamento come al solito, abbastanza compassato e distratto a tratti, ha contribuito finendo per segnare una tripla decisiva.

La situazione non è affatto buona, ma avremo circa una dozzina di partite contro squadre di bassa classifica che ormai, salvo qualche vittoria per dare soddisfazione ai propri tifosi, sono propense a tankare vista la situazione in classifica e il Draft 2018 che promette d’esser interessante.

Erano 9 le w consecutive contro Orlando..

È arrivata una vittoria in una punto a punto e la decima consecutiva contro i Magic… non è stato facile però, nonostante a inizio ultimo quarto Lamb ci avesse portato sul +9…
Orlando ha usufruito della buona prestazione di un Hezonja da 21 punti, seguito da DJ Augustin e Speights che con 16 a testa son saliti sul podio marcatori per la squadra della Florida.
Statistica inusuale e decisiva, le 14 rubate di Charlotte contro le sole 7 dei Magic (12 a 20 i turnover), palloni intercettati, strappati o regalati dei Magic che hanno pesato enormemente nel computo finale del game.
Curioso che Charlotte abbia tirato leggermente meglio da tre che in totale, con il 43,3%, al posto del 42,2% complessivo.
Ora vi sarà il break per l’All-Star Game, possiamo respirare un po’ grazie a questa vittoria e cercare di costruire qualcosa d migliore per affrontare le future sfide.
 
Una dozzina di partite da interpretare come finali; l’atteggiamento degli Hornets iniziale non era quello giusto perché, dopo il teardrop fallito da Williams con relativo rimbalzo catturato in area, relative finte e sfera ribadita a canestro per il 2-0 dopo 21 secondi, Charlotte incassava due triple con spazio.
La prima era firmata da D.J. Augustin, la seconda da Fournier, dimenticato completamente sulla sinistra… Hezonja in entrata segnava il 2-8, accorciava Howard in alley-oop su una drive con alzata corta di Walker, ma i Magic correvano sul 4-12 centrando il bersaglio ancora con Hezonja e Fournier a 8:20.
Pessimo inizio, occorreva un time-out di Clifford per fare il punto della situazione.
Dopo il break gli Hornets rientravano lentamente grazie a una difesa più accorta, Williams recuperava un pallone in difesa intasando una linea di passaggio orizzontale dei Magic, dall’altra parte dai bordi del post basso sinistro Howard si girava facendo partire un soft left hook vincente. Un passaggio fuori per Williams che dalla top of the key si metteva in ritmo per colpire da tre punti riavvicinava gli Hornets che beneficiavano anche di una stoppata data da Howard al tentativo d’appoggio di DJ Augustin di destra, 4 secondi dopo (6:03) gli Hornets, fiondandosi in transizione ottenevano due FT con Williams.
Dentro il primo, anticipando il secondo, coach Vogel chiamava time-out, Marvin si deconcentrava mancando il secondo lasciando gli Hornets sul 10-12.
Riprendevano quota i Magic che sfruttavano le transizioni; un pessimo passaggio si Batum all’indietro era preda del connazionale Fournier che segnava era bloccato da Walker nell’uno contro uno.
Dentro il primo, palla guadagnata dai Magic nonostante l’errore sul secondo e dalla rimessa Simmons segnava dalla baseline destra mandando sul +5 i locali.
Non finiva lì però perché Howard in azione non riuscendo a difender palla lasciava spazio a un altro contropiede finalizzato a 4:41 da una schiacciata di Fournier.
A 4:23 Batum riusciva a segnare da tre punti, poi in difesa recuperava un pallone ma andando a prendersi un pullup frontale non aveva fortuna, così, dopo alcuni errori da ambo le parti Simmons in corsa e in caduta appoggiava il 13-19.
MKG e l’ex “Biz” mancavano due canestri semplici, per il secondo arrivavano due liberi dei quali solo il primo trovava la retina, mentre dall’altra parte Howard aveva la stessa sorte sul fallo commesso proprio da Biyombo che andava a sedersi in panca.
Senza l’ex Hornets a protezione del ferro, Walker si fiondava dentro trovando canestro e fallo a 2:11.
Giocata da tre punti per il 17-21.
A 1:55, un pallone vagante sotto canestro, era conteso da vari giocatori; Speights, Lamb e Zeller, non si capiva benissimo di chi fosse l’ultimo tocco, una cucchiaiata di uno dei tre che rimbalzava dentro fortunosamente per i Magic che ottenevano anche ulteriori tre punti spinta da Speights per il 17-26.
Lamb riuscendo a infilare anch’esso da fuori, metteva una pezza al momento giusto prima di un’eventuale fuga dei Magic, abili comunque a chiudere avanti sul 20-26 il primo quarto.

Dwight Howard (12) is fouled by Orlando Magic center Bismack Biyombo, right, while going up for a shot during the first half of an NBA basketball game Wednesday, Feb. 14, 2018, in Orlando, Fla. (Phelan M. Ebenhack/Associated Press)

 
Il secondo periodo era inaugurato dai Magic con due punti di Birch, Lamb, infilandosi a ricciolo riceveva il passaggio e andando con lo scoop destra in entrata continuando il movimento circolare trovava spazio per depositare il nuovo -6.
Graham dalla destra dimezzava lo scarto mostrando la consueta più che discreta mano da fuori, il problema era che Speights rispondendo sempre da oltre l’arco (possibili passi) a 10:21 ci riallontanava, ma “the answer” era Lamb, bravo a appoggiare in entrata di destra sul lato sinistro del ferro evitando l’onnipresente Speights all’inseguimento.
Era sempre il corpulento panchinaro dei Magic a procurarsi due FT, i quali realizzati fruttavano il 27-33 per i Magic. MCW andando in schiacciata vedeva la sua dunk ad abbassare il ferro fluttuare; palla a colpire i ferri che probabilmente non sarebbe entrata ma Birch, toccando il ferro con la palla ancora sull’aureola del ferro commetteva interferenza.
Goaltending e -4.
Sembrava eterno l’elastico tra i due team quando Iwandu procurandosi due FT ci rimandava sotto di 6 punti (8:45), Zeller continuava così a riproporre il rientro degli Hornets non contravvenendo all’elastico.
Screen roll con passaggio filtrante di Graham e dunk appesa del primo a 7:50…
Mack a 7:33 faceva uno strappo alla regola avendo la possibilità di bombardare frontalmente da tre (31-38), Kaminsky usciva dal proprio cilindro per inventarsi un tiro fuori equilibrio di dx, soft touch vincente.
A 6:30 Lamb in avvicinamento con passetti d’esitazione era raddoppiato in area, passaggio intelligente sotto per Cody che smarcato infilava il 35-38.
Una tripla di MCW era il classico in & out, Hezonja dall’altra parte disorientava il proprio difensore con rapido spin chiuso da uno scoop, bella azione che unita alla tripla dello stesso giocatore a 5:23 costringeva Clifford al time-out sul 37-43.
A 4:37 Walker da tre segnava il -3 Batum perdeva l’ennesimo pallone, Mack in transizione sbattendo su Kemba faceva recuperare a Lamb la sfera, apertura lunga verso Howard oltre tutti che aspettava Birch per virare e segnare da sotto il -1.
Howard potrebbe riportarci in vantaggio dopo immemore tempo ma il suo spin su Fournier in mismatch, pur essendo buono, mal consigliava il centro sul salto anticipato in entrata, dunk sull’esterno del ferro tra i fischi del pubblico, dall’altra parte Simmons puniva l’errore con la classica giocata da due punti più libero realizzato.
Hornets sotto di 4 (42-46) con un passaggio di Marvin verso Batum che il francese in ricezione si faceva portar via non proteggendo a dovere palla, transizione e altro easy bucket per Fournier…
Howard dalla media distanza da di sinistra mettendo dentro due punti avvicinava nuovamente Charlotte che utilizzava ancora il suo centro per contrastare una dunk di Biyombo spalmata sul ferro, dall’altra parte Batum si faceva perdonare segnando da tre il -1 mentre a :58.7 si registrava anche il sorpasso.
Un gioco a due sulla sinistra portava Batum a passare e schermare Lamb, il quale dall’angolo sinistro da tre punti faceva girare il tabellone sul 50-48.
Un rimbalzo offensivo portava Biyombo a schiacciare per il pari sul totale dei 100 punti ma c’era ancora tempo; Kemba veniva steso sul tiro da un’ancata destra di DJ Augustin (voltato anch’esso verso canestro).
Tre punti più libero a segno. Hornets in vantaggio di 4 che incassavano però la tripla di Fournier nonostante il disturbo di Williams e rischiavano grosso sulla sirena, quando DJ Augustin centrava il canestro, ma l’intervento di Walker a disturbo consentiva di far perder al play avversario quei decimi preziosi che lo vedevano attardarsi per scagliare la sfera oltre la luce rossa.
Charlotte quindi resisteva finendo avanti di un punticino (54-53).
 
A inizio ripresa MKG in entrata frontale trovava il primo canestro della sua gara, Batum a 10:01 spingeva la squadra del North Carolina verso la fuga mettendo una tripla (61-55), poi era Kemba a guadagnare in entrata un contatto con il centro Biyombo.
Il 2/2 anticipava il secondo canestro di MKG di serata, altra transizione con una drive and kick di Simmons a favorire gli Hornets (passaggio a Walker). Hornets sul +10, conservato momentaneamente da Howard in stoppata su una rolling hook di Biyombo.
DJ Augustin comunque centrava il canestro con la tripla su una second chance ma Charlotte ancora non si preoccupava tanto poiché Howard a 7:47, infilando due FT dava comunque un consistente margine di 9 punti da difendere agli imenotteri.
Howard segnava ancora un paio di canestri; il primo era gentile concessione di Kemba che in entrata alzava un lob per l’alley-oop facile, la seconda realizzazione era un connubio tra forza e tecnica che serviva al nostro centro per raggiungere i 15 punti.
Augustin infilava con splendindo movimento seguito da step-back una bomba oltre Walker (71-66) ma Howard appoggiando al vetro metteva due punti in tasca per la stoppata di Biyombo in goaltending, poi ne recuperava altri 2 a 4:50 che, unitamente al pullup frontale di Walker, portava i Calabroni sul 77-68.
Una palla persa da Simmons, recuperata a terra da Batum, innescava la tripla di Kemba a 4:02, Hezonja rispondeva da due così si poteva far cifra tonda: 80-70.
Un braccio teso di Speights sull’entrata lanciata di MKG costava una caduta in wrestling style alla nostra ala piccola che, ancora stordita mancava il primo dei due FT. Realizzato il secondo, il finale scorreva tra canestri di Hezonja (reverse layup su Howard per l’81-76) e qualche punto degli Hornets per rimanere saldamente in testa, vedi tripla di Graham in transizione dal corner destro (passaggio di Batum).
Iwandu al terzo tentativo dei Magic da sotto faceva centro, Howard ritoccava segnando l’85-78 finale (due FT splittati) di quarto, poiché Speights in avvicinamento velocizzava l’appoggio potenzialmente facile vedendo scorrere i decimi mancanti, palla fuori sulla luce rossa…

Dwight Howard (12) of the Charlotte Hornets shoots the ball against the Orlando Magic on February 14, 2018 at Amway Center in Orlando, Florida.

 
Un reverse layup di Lamb a inizio quarto riportava gli Hornets alle soglie del vantaggio a doppia cifra (87-78), ma inaspettatamente tre bombe realizzate velocemente dai Magic (prima di Speights e altre due di Afflalo), servivano ai ragazzi di Vogel per pareggiare la partita Hornets uccellati anche da due liberi di Mack a 8:48, bravo a estendere il parziale di 11-0 a favore di Orlando per riportare in vantaggio i bianchi di casa.
Un doppio duello tra MCW ed Afflalo si risolveva due volte a nostro favore.
Nel primo caso la nostra point guard di riserva recuperava due FT realizzandoli, nel secondo la gran difesa costringeva il tiratore avversario all’errore dalla baseline sinistra.
Il pari resisteva perché a Lamb era fischiato uno sfondamento su Speights e il canestro era annullato…
Era Mack (da) tre ad essere tagliente come un rasoio.
A 6:36 colpiti, non eravamo affondati se MCW dava il suo contributo inserendo a tabellino altri due punti derivanti da un jumper frontale.
A 4:41 Walker stoppava, già in salto, l’entrata di Mack, mano destra pulita sulla palla, entrambe le mani sulla rimessa dal fondo lunga per anticipare il passaggio, peccato fallisse dall’altro lato l’appoggio nell’uno contro uno.
Anche ai Magic era annullato un canestro; la tripla di Hezonja dalla sinistra era aiutata irregolarmente da Augustin che muovendo lo schermo, impediva a Williams di portarsi sul tiratore.
A 3:13 l’ex Howard decideva che era tempo di sorpassare.
Entrata con errore da destra, rimbalzo a sinistra e appoggio.
A Hezonja non serviva molto però per ristabilire le condizioni preesistenti (93-94).
Fournier era stoppato da Lamb che dall’altra parte in entrata era chiuso da Hezonja, sul quale sbatteva il nostro numero tre.
Fallo e canestro con la palla spinta bizzarramente verso l’esterno del canestro da un lato dell’anello, la traiettoria però era bassa e il rimbalzo sul ferro opposto trascinava nel gorgo della retina la palla a spicchi.
96-94…
A 1:30 Marvin si agganciava e spingeva Biyombo sotto canestro; due liberi che erano sfruttatati a metà dall’ex centro degli Hornets.
Un suo rimbalzo offensivo per consentiva di portare i suoi sul +1 (96-97).
Clifford predicava calma ma Kemba a 1:11 riconosceva il vantaggio del blocco di Howard che lasciava i Magic un po’ storditi; il tentativo di tripla si trasformava in un 3FGMade, a poco serviva un altro rimbalzo offensivo di un Biz scatenato nel finale se Fournier dall’angolo non centrava la tripla.
Batum a :11.3 mandava a segno la tripla decisiva; finta su Hezonja, leggero spostamento verso sinistra rimanendo oltre l’arco e preciso tre per il 102-97.
I Magic si riavvicinavano a :04.4 con due liberi di Biz (102-99), Lamb a :02.3 era fermato volontariamente da Hezonja.
Due FT realizzati che mettevano al riparo da possibili brutte sorprese, anche perché sulla rimessa lunga Speights, nonostante il tocco di Marvin, impegnato nell’anticipo, riuscisse sulla sirena a infilare la bomba del 104-102 finale.
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
20 pt., 5 assist, 6 rimbalzi, 4 rubate, 1 stoppata. Quando accelera diventa difficilmente prendibile. Troppi scoop o entrate sbagliate (6/19 dal campo) ma il suo 4/8 da fuori, con la penultima tripla infilata è importante. Riempie il tabellino con statistiche difensive e offensive. 4/4 ai liberi. Vola all’All-Star Game di Los Angeles.
 
Batum: 6,5
14 pt., 5 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata. 5/11 dal campo. 4/7 da fuori e due turnover sanguinosi. Atteggiamento troppo blando nella prima parte e due palloni persi banali. Nonostante un paio di tiracci ad anticipare il difensore nel tentativo di recuperare un fallo, riesce a essere abbastanza preciso da oltre l’arco. Mette il tiro partita.
 
Kidd-Gilchrist: 5,5
5 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 2/7 dal campo. Sbaglia tutto nel primo tempo in attacco. Inizia il secondo tempo con due appoggi facili. Steso, ai liberi completa la sua opera a livello di punti. Solida difesa nel finale su Hezonja, costretto al pass in allungamento per Fournier che a sua volta completava la catena dando a Biz sotto. Secondi preziosi guadagnati visto il finale. In 23 minuti partita comunque sullo scarso/sufficiente…
 
M. Williams: 6
6 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 4 rubate. 2/8 dal campo, 1/5 da fuori con un paio di tiri ad ammazzare la partita falliti. Per fortuna gli Hornets portano a casa la W battendo cassa. Magnetico sui passaggi dei Magic o si trova in traiettoria o li recupera, discreta difesa, cattura anche un paio di rimbalzi offensivi, uno a inizio gara su un suo errore ci porta subito avanti indicando l’esempio.
 
Howard: 7,5
22 pt., 13 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. Chiude con 9/16 dal campo una serata da primo attore. Più facile se non c’è Vuc, dominare su un buon centro di riserva come Biyombo che non ha le capacità di portarlo fuori. Bravo ad andare in doppia doppia. Reattivo nelle due fasi di gioco.
 
Graham: 6
6 pt., 1 assist in 13 minuti. Coinvolto nella debacle d’inizio ultimo periodo, nonostante le due triple, esce con un plus/minus consistente.
 
Lamb: 7
17 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Veloce, in difesa può girare generosamente in rotazione su uomini non suoi, ha la tendenza però ad accentrarsi troppo, lasciando il suo uomo scoperto sull’esterno. In attacco è importantissimo. Segna tre punti nel primo quarto che ci tengono non troppo distanti, poi, nl finale, a parte una palla persa (c’era un fallo su di lui non rilevato) e lo sfondamento su Speights, segna canestri importanti come l’azione da tre punti nel finale, oltre agli ultimi due liberi.
 
Kaminsky: 5,5
2 pt., 3 assist. Gioca poco, solo 9 minuti ma non sembra in gran forma complessivamente. Trova la sua unica marcatura inventandosela. Bene nei passaggi.
 
Carter-Williams: 6,5
6 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Nonostante il -8 di plus/minus, pian piano emerge. Trova punti importanti andandoli a cercare. Da il suo contributo fermando Afflalo che a sorpresa aveva infilato due bombe a inizio ultima frazione. Energia e tanta difesa che, stando alla qualità dei Magic, viene premiata.
 
C. Zeller: 6,5
6 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Molto attivo, torna a giocare con pick and roll, inserimenti, presente a rimbalzo difensivo anche se sotto a volte si lege chiaramente non avere la presenza di Howard, ha minime colpe sul rientro dei Magic.
 
Coach S. Clifford: 6,5
La squadra vince una punto a punto. Lui rimane calmo. Chiama i time-out per riorganzizzarsi ai momenti giusti, compreso quello dopo la tripla di Afflalo in transizione per l’87 pari sulla quale Kemba rimane giù nella metà campo avversaria, MCW costeggia il tiratore e gli altri ripiegano verso il canestro. Sfortunatamente i Magic erano privi di Vucevic e Gordon, questo vuol dire che la prossima volta gli Hornets dovranno far meglio di così per vincere. Per oggi è bastato. C’è una settimana di tempo…

Game 56: Charlotte Hornets Vs Toronto Raptors 103-123

Freddi algoritmi contro euristica.
Alla prima categoria appartiene Clifford.
Coach che stimo come persona ma come allenatore è in disgrazia totale…
Vorrei evitare di parlare troppo di singoli ma devo constatare che i suoi algoritmi danno precisi risultati anche questa stagione.
Dopo aver incassato 32 sconfitte (la trentatreesima è arrivata in serata) delle quali quasi la metà arrivate in partite punto a punto che vanno sempre quasi a finir male, la sua cocciutaggine nel far giocare sempre gli stessi giocatori nello starting five, compreso un Batum inguardabile, sta determinando sorti sfavorevoli per la squadra.
Non sa più shakerare ma soprattutto non riesce più a dare un’impronta di gioco alla squadra che troppo spesso si affida a prender semplici vantaggi ed andar per conto proprio non avendo la qualità di Kemba, team che stasera era partito fortissimo, proprio grazie al capitano (10-0), per spegnersi prestissimo.
Toronto ha vinto nettamente e noi abbiamo giocato una delle due peggiori partite dell’anno (l’altra sempre contro Toronto, quando fu Lamb a salvarci un po’ la faccia).
Euristica dicevamo… termine largo, utilizzato in più campi, qui lo prendo in termini positivi come metodo d’approccio che non segue un percorso dogmatico o rigoroso e che serve per trovar una soluzione dei problemi.
Affidandosi all’intuito e allo stato temporaneo delle circostanze, consentirebbe di prevedere un risultato che sarebbe sempre da verificare.
Ipotesi più umana che sarebbe da vagliare piuttosto che ripetere sempre lo stesso errore di un algoritmo “negativo”.
Sperimentare qualcosa di nuovo sarebbe d’obbligo, tanto più che il francese di Charlotte è tornato a sparacchiare prendendo tiri buoni o poco consigliabili che hanno avuto lo stesso effetto… zero canestri con 0/10 dal campo, il che per una SG titolare è francamente preoccupante oltre che imbarazzante nella NBA…
Algoritmo o bias (inclinazione pregiudizievole) che sia, questa sera la squadra ha mostrato i suoi limiti.
26 assist contro i 35 di Toronto, 56,3% dal campo concesso agli ospiti contro il 42,7% dei nostri…
I Raptors quindi rimangono in testa nella classifica a Est grazie ai 25 punti di DeRozan, ai 24 di uno scatenato CJ Miles partito dalla panchina e ai 21 + 9 rimbalzi di Valanciunas, C di Toronto.
Unico momento positivo la consegna del premio dell’ex leader nelle triple realizzate per Charlotte Dell Curry nelle mani di Walker che questa sera ne ha aggiunte 4…
Le formazioni:
 
Partivano fortissimo gli Hornets con Kemba Walker che si fiondava in area avversaria e saltando in avanti rilasciava un passaggio alto chiuso da Howard per un meraviglioso alley-oop.
MKG francobollava DeRozan facendolo sbagliare e Walker dall’altra parte non ci pensava un secondo nel tentare una tripla che evidentemente sentiva tantissimo.
Tre punti perfetti da fronte a canestro replicati dopo un dribbling sul posto contro Ibaka ma dal lato destro.
Hornets lanciatissimi che riuscendo a bloccare l’attacco dei Raptors trovavano anche un po’ di fortuna su un tiro dal mid range di MKG dalla destra a medio raggio sul quale il ferro aveva un ruolo determinante nell’aiutare la nostra ala piccola.
A 9:43 Ibaka segnava i primi due punti per i Raptors andando alto sopra Williams per un tiro frontale ai 24 secondi.
Howard correndo parallelamente all’entrata di Kemba riceveva il lob per un secondo alley-oop (12-2) mentre i Raptors iniziavano a carburare con un ½ dalla lunetta di Valanciunas che a 8:26 trovava spazio per la schiacciata. Un raddoppio su Marvin in post basso sinistro era utile al nostro numero due per vedere il taglio sotto canestro sul lato debole da parte di MKG che non faticava a metter dentro.
Le guardie di Toronto riavvicinavano i canadesi; tripla di Lowry dal corner sx e reverse layup di Derozan.
Howard a 5:52, ricevendo da Batum, si presentava in area contro Valanciunas confuso dal crossover; canestro più fallo.
Azione da tre punti che issava Charlotte sul 17-12.
I Raptors rimontavano anche se Howard su una delle azioni d’attacco dei canadesi costringeva alla persa DeRozan modificandone l’intenzione; il passaggio era recuperato ma Graham vedeva rimbalzare fuori la sua tripla, Ibaka a 3:57 portava a un solo punto gli ospiti che mettevano la prima freccia del sorpasso a 3:30 quando Lowry scaricava la tripla oltre Kemba per il 19-21.
Il parziale di 0-9 pro Casey era bloccato da Kaminsky da fronte a canestro (assist smarcante di Walker) che sparando da tre realizzava il 22-23 (2:31).
Segnava Toronto, rispondeva Howard con un rolling hook al vetro nonostante la marcatura della riserva austriaca.
Gli Hornets subivano ancora un canestro ma rispondevano con la drive di MCW da destra prima d’incassare la tripla di C.J. Miles che chiudeva il primo quarto sul 26-30.

DeRozan in reverse layup con Howard e Graham nel tentativo d’impedirglielo.
Foto: Associated Press

 
CJ Miles raddoppiava il vantaggio canadese a nove secondi dall’inizio del secondo quarto; tripla più fallo di Graham e libero che segnato dava il +8.
Dall’altra parte Zeller se ne ritrovava due da battere ma non si batteva chiodo.
Lamb recuperava comunque i due punti con un’acrobatica entrata (28-34) mentre da una rimessa dal fondo nella metà campo dei Raptors, MCW passava verso Zeller che bruciava l’asburgico centro finendo per completare un’azione da tre punti riuscendo a farsi perdonare degli errori precedenti.
CJ Miles on fire infilava due punti, Lamb si faceva stoppare e Siakam in transizione predava altri due punti.
Anche Poeltl contribuiva offensivamente con due punti trascinando i suoi sul 31-40…
Charlotte si attardava a reagire ma Lamb a 9:02 andava sino in fondo appoggiando al ferro dopo un’agile entrata, tuttavia la terza tripla di serata di CJ Miles affossava Charlotte sul -10 (33-43).
Colpo duro da subire per una panchina già non eccelsa che capitolava ancora su un lancio lunghissimo di VanVleet per Siakam che da sotto non aveva avversari da affrontare per l’appoggio.
Rientrava Kemba che portava via uomini sulla sua penetrazione; scarico da sotto canestro al corner destro dove MCW migliorava le sue statistiche da tre punti, VanVleet però metteva dentro 4 punti di seguito sfruttando una resistenza passiva di Zeller sul primo canestro e un passaggio telefonato di MCW sul secondo.
Howard ne metteva dentro due, Walker tre dalla linea per l’intervento di Wright che spostava il capitano sul jumper. Le finte di crossover di Howard mandavano Valanciunas quasi a terra, passaggio sotto a destra del canestro per Marvin che metteva dentro facile il 43-51.
Le distanze non mutavano ma si registravano anche i primi due punti di Batum e non dal campo (0/5) con due FT a 2:26.
Kemba nel finale con un armonico floater in corsa realizzava il 52-60, poi si finiva con Ibaka a realizzare una second chance e Walker che riuscendo a trovar spazio sul cambio lato del blocco portato da Howard infilava tre punti a poco più di sei secondi dalla fine.
Gli Hornets quindi si presentavano all’intervallo lungo sul -8 (54-62).

Walker, in penetrazione, scarica al volo oltre l’austriaco Jakob Poeltl.
Foto: Associated Press.

 
Al rientro sul parquet però i presagi non erano favorevoli; Valanciunas segnando 5 pt. consecutivi rimandava in fuga gli ospiti che incassavano il turnaround di Williams (57-67) dal pitturato a 10:51.
Momento da ricordare bene perché gli Hornets non troveranno più la via del canestro, riuscendo a limitare per un po’ le offensive ospiti che tuttavia trovavano un paio di sbocchi che conducevano a tre bombe pesanti (due di Lowry intervallate da una di Valanciunas che aveva anche il tempo di bere un caffè prima che Howard si portasse su di lui) che conducevano i predatori sul 57-80 a 5:26 dalla rossa sirena del terzo quarto.
Time-out Hornets e canestro Hornets a 5:14 (dopo cinque minuti e trentasette secondi) con MKG in jumper da distanza considerevole.
Howard in entrata a 3:41 infilava un banker di sinistra ma DeRozan mandava a segno una tripla nel silenzio generale del pubblico.
Walker infilava due dei tre liberi concessi, Howard raccoglieva da terra un pallone per alzare il tronco e appoggiare da sotto sbaragliando Lowry, DeRozan e Ibaka che cercando di strappargliela finivano metri più in là sul movimento di Howard.
Libero a segno e Hornets sul 69-87 a 2:12.
Chiudeva Kemba con una tripla che nasceva da un suo dribbling.
74-90 in attesa dei 12 minuti finali.
 
Partiva male Lamb nell’ultimo quarto con un air-ball ma Poeltl commetteva un’ingenuità andando a recuperar palla trascinandosi oltre il fondo.
Sugli sviluppi della rimessa Lamb si riscattava andando a bersaglio da vicino.
Sul -14 Charlotte faceva un pensierino per il rientro, ma CJ Miles chiudeva ogni discorso con una tripla dalla diagonale destra e rubando un pallone che viaggiava per quasi tutta la larghezza del parquet prima di venir intercettato dall’ex Pacers, abile poi a chiuder la transizione.
-19 che si ampliava a dismisura…
A 9:09 piovevano fischi dal pubblico costretto a vedere su una second chance Kaminsky tirare al volo dall’angolo sinistro, il secondo recupero vedeva poi Zeller cercare con un passaggio basso Graham, ma il pallone sfuggendogli scivolava sul fondo.
CJ Miles riusciva a metter a referto un’altra azione da 4 punti con tripla e libero (fallo di MCW con la mano in faccia al tiratore) per il 76-108.
La panchina di Charlotte cedeva mentre ai Raptors riusciva di tutto, compresa una tripla di Siakam ai 24 da sinistra e un’altra di VanVleet che presentandosi oltre l’arco infilava la sesta nel quarto su sei tentativi, ovviamente di squadra.
Gli Hornets con la panchina tentavano d’addolcire la pillola rientrando un po’ da un glaciale -36 (79-115)…
Monk, in campo da circa 5/6 minuti nel finale azzeccava una tripla così come Zeller che fissava il 103-123 finale…
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
 
23 pt., 2 rimbalzi, 9 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 30 minuti. Chiude con 7/17 dal campo, 2 turnover e un -10 di +/-. Parte fortissimo con due assist per gli alley-oop di Howard e due triple che determinano il 10-0 iniziale, poi segna altri canestri compresi i 4 da fuori su 6 tentativi. Scompare un po’ nel terzo quarto quando Charlotte non riesce a segnare facendosi stoppare da Valanciunas.
 
Batum: 3
 
2 pt., 3 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Chiude con un -8 di plus/minus ma la sua prestazione è tra le più insufficienti della squadra. Due punti solo ai liberi sbagliando un tecnico e una difesa non entusiasmante. Il problema principale è che Charlotte fa occupare lo spot di SG (guardia tiratrice) a uno che in serata è riuscito nell’impresa di fare 0/10… Gli altri segnano, noi no…
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
 
9 pt., 4 rimbalzi, 1 rubata. 4/7 dal campo, nessun turnover. Un paio di scelte al tiro discutibili, specialmente il fade-away da marcato sul lungolinea destro nel secondo tempo, però prova diverse entrate rimediando anche un paio di liberi. Una prova sicuramente positiva in difesa su DeRozan che chiude sì con 25 pt. e 10/19 ma non tutti contro di lui. Gli fa sbagliare un contropiede uno contro uno e influenza alcuni tiri. Bipolare, a volte è attacco, a volte difesa, stasera il suo contributo è stato su ambo i lati del campo…
 
Williams: 5
 
6 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Manca un paio di triple, una apertissima, ma a parte ciò, è la difesa a non esser efficace. Qualche fallo inutile e qualcuno non speso.
 
Howard: 6,5
 
17 pt., 13 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Diverse buone azioni per andare a canestro con qualche forzatura in uno contro uno in gancio. Il 7/11 è buono così come i soli due turnover. Il duello con Valanciunas direi che è pari…
 
Graham: 5
 
0 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. -19 di plus/minus e uno 0/2 dal campo. Travolto insieme alla panchina finisce nel calderone. Gioca 15 minuti ma non riesce a combinar nulla.
 
Kaminsky: 5,5
 
10 pt., 4 rimbalzi in 22 minuti. 3/8 dal campo compreso un air-ball da tre punti. Partito bene con la tripla frontale, si vede segnare nel finale con la finta di tiro e partenza da sinistra per autoprodurre il canestro ottenuto con il tiro a una mano in avvicinamento. Troppo molle in un paio di situazioni che ci costano punti contro.
 
Lamb: 5,5
 
13 pt., 1 rimbalzo, 1 assist, 2 stoppate. Il contributo in punti lo da ma perde 4 palloni, almeno due dei quali innescano facili contropiedi. 5/10 dal campo in 19 minuti ma -22 di plus/minus.
 
Carter-Williams: 5
 
8 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 2 rubate. 3/5 dal campo ma con la panchina viene travolto. Buone le entrate, commette un fallo su un’azione da 4 punti degli ospiti. Un passaggio nella nostra mnetà campo orizzontale e molle intercettato da V.V. che ringraziava e appoggiava senza difensori.
 
Zeller: 5,5
 
10 pt., 8 rimbalzi, 1 assist. Ha la scusante di non essere ancora al 100% ma è troppo molle in serata. Pasticcia un po’ in varie occasioni e anche se segna 7 punti nel finale, compresa una tripla, denota limiti tecnici nonostante il 4/7 al tiro.
 
Monk: 5,5
 
5 pt. (2/5). In 8 minuti colleziona una riga di zero nelle altre tabelle perché è un prendi e tira o un prendi, palleggia e tira…. Non è ancora affidabilissimo da fuori con l’1/4.
 
Bacon: s.v.
 
0 pt., 1 assist. +12 senza meriti, la panchina fa il suoi nel finale.
 
Stone: s.v.
 
0 pt.. Gioca 2 minuti senza troppa voglia.
Hernangomez
Seduto dietro la panchina in giacca grigia, vede la partita dello stesso colore. Quando sarà disponibile avrà il suo bel da fare, intanto twittava l’altro giorno…
 
Coach S. Clifford: 3,5
 
La squadra non ha uno straccio di gioco, prende una lezione da Toronto (la seconda nell’anno), lui gioca sempre con gli stessi elementi che danno lo stesso identico risultato. Aveva perso già lo spogliatoio lo scorso anno, ora rege le critiche ma per le aspettative d’inizio stagione quest’annata è un fallimento perché non è riuscito a far quadrare diversi aspetti. Mezzo voto in più per aver fatto giocare Monk poco più di 8 minuti…

 

Game 55: Charlotte Hornets @ Utah Jazz 94-106

 
Unire due o più argomenti totalmente diversi in un unico piatto può risultare difficile, ma se gli argomenti scelti sono la cucina, il basket e l’umorismo, il mix potrebbe diventare esplosivo più che equilibrato.
Senza scomodare James Harden, ma traendo spunto da un libro di Antonio Albanese denominato “lenticchie alla julienne” nel quale il comico si diverte a proporre ricette assurdamente impossibili da realizzare mi affiderò per le pagelle agli ingredienti della sua ricetta denominata “pâté d’animo”.
Il pâté tradotto come pasta ma anche pasticcio, quello che gli Hornets hanno combinato più volte nei finali di partita quest’anno…
Troppi pasticci che lo Chef Clifford avrebbe dovuto risolvere con l’arrivo di Howard, ma l’abbassamento statistico delle ali titolari e l’involuzione di Batum, oltre che una parte di panchina a pesare con la propria inefficienza, ha finito per frenare la squadra che assomiglia, per citare un altro passo del libro, presa da i “Consigli dello Chef” sulla stessa ricetta, a un centro di recupero per chef stellati.
Howard è spesso brillante ma se cala come nelle ultime due trasferte, tanti auguri…
Finiva male anche a Salt Lake City, colpiti ancora una volta dalla differenza dei punti nel pitturato con un Howard poco più brillante della scorsa notte, un Kemba umano e i soliti casi clinici di Batum e MCW su tutti…
1-3 nel road trip tra Pacific e Midwest con terza sconfitta consecutiva prima di tornare a casa domenica sera contro Toronto.
Mitchell chiuderà con 25 punti, Ingles con 23, seguito da Gobert con 20 per l’ottava vittoria di fila dei Jazz.
Charlotte vince nei minor turnover (7-12) ma perde nettamente a rimbalzo 33-49 oltre che a denotare scarso gioco (17 assist contro 29), nelle stoppate (2-7) e dal campo fa registrare un 41,2% inferiore al 48,8% dei Jazz. Più un patimento che animo quindi, in attesa che si possa vedere di meglio…
Gli starting five:
Alla Vivint Smart Home Arena s’iniziava non potendo evitare la visione della maglia dei Jazz non è proprio gradiente, sembra più un tubetto di gustose caramelle Charms (per chi se le ricorda) per rimanere in tema di alimenti e forse Kemba rimaneva abbagliato, il suo passaggio era intercettato da Rubio che estendeva classicamente gamba e braccio sulla sua destra intercettando palla e dando via alla transizione chiusa da Ingles.
Pareggiava esattamente dopo trenta secondi Batum con un jumper frontale, mentre Kemba arrivava sino sotto canestro appoggiando oltre un arrendevole Gobert indicando la strada del primo vantaggio.
I Jazz pareggiavano a 10:15 con Rubio ritrovando il vantaggio con un’altra transizione di Ingles favorito da una stoppata di Favors su Walker che lasciava scoperta la retroguardia della squadra del North Carolina.
Howard faceva a spallate sotto canestro e arrivava il raddoppio con fallo di Ingles.
L’1/2 lasciava arretrati gli Hornets di un punticino, ma il divario era destinato a salire nonostante l’air ball di Mitchell che era raccolto a Favors sotto canestro e ribadito in schiacciata.
Un fade-away di Batum dal post alto destro era forzato vista la mano in faccia di Ingles ma vincente, dall’altra parte Utah si produceva in una triangolazione veloce a L, con deviazione volante decisa dal cuore dell’area di Favors per Gobert che da sotto non poteva sbagliare.
A 7:29 un fast bound pass di Batum per MKG in corsa in area era buono, ma la spinta alle spalle del Re Leone mandava in lunetta MKG, il quale splittando recuperava solo un punticino (8-12).
Ingles si serviva di un blocco per lasciare indietro MKG, nonostante la lentezza nessuno aiutava sul floater in avvicinamento, così i Jazz ottenevano altri due punti facili. Altri due punti dell’ala più un air-ball di Kemba corretto al volo da sotto da Williams anticipavano la tripla di Mitchell oltre Graham (4:43) che valeva il 10-19…
A 3:27 Batum con semplicità realizzava in pullup creandosi spazio ma a 3:03 Jerebko infilava la tripla dal corner sinistro premiando una paziente azione dei Jazz fatta di passaggi per muover la difesa degli Hornets.
Bastava invece un passaggio verticale sulla fascia sinistra di Kemba per far realizzare lungo la baseline Frank.
Dalla diagonale sinistra Lamb colpiva da tre con precisione, inoltre veniva riaccreditato un punto a Walker per una tripla precedente calcolata da due punti, gli Hornets salivano così sul 20-22 trovando anche il pari a 1:33 con Kaminsky a dipingere un giro nel pitturato prima di rilasciare il tiro a palombella oltre il difensore che beffato incassava il 22 pari. Gli Hornets però chiudevano male negli angoli; Mitchell completamente abbandonato nell’angolo destro e R. O’Neal dal corner opposto infilavano una tripla a testa riportando i Jazz sui sei punti di vantaggio.
L’ultima parola l’aveva Graham che stoppando la sua entrata nell’alto pitturato si sganciava dal difensore per colpire in fade-away e fissare il 24-28.

Kemba prova a oltrepassare Favors. Il capitano chiuderà con 19 punti.

 
Secondo quarto che partiva con una buona difesa di Zeller valorizzata da due punti di Kaminsky ai liberi, altra buona difesa di Zeller che influenzava il tiro ravvicinato di O’Neal che colpiva solamente il “palo” basso primo ferro, dall’altra parte pareggiava i conti dei pali MCW con un tiraccio da fuori mentre Cody continuava a contrastare tutti; questa volta andando nell’angolo destro a dar fastidio a Burks e alla sua tripla che non finiva nel sacco.
La bomba che invece oltrepassava la retina era quella del Tank a 10:02, un frontale per il nuovo vantaggio dei bianchi (29-28).
Lamb andava in entrata su Jerebko, in salto inarcava la schiena all’indietro rallentando l’esecuzione del tiro staccandosi dal marcatore; canestro perfetto per il 31-28. Jerebko da destra però trovava il pari colpendo da oltre l’arco con MCW lento in uscita.
Dopo un libero di Mitchell saliva in cattedra Jerebko che stoppando Cody andava anche a proporsi dall’altra parte per l’infilata con appoggio.
Altro numero di Lamb (7:32) per ottenere il pari; finta iniziale, corsa verso canestro con tiro in salto da triplista e tocco di Rubio di sx.
Azione da tre punti per raggiunger l’equilibrio (34-34). Gobert mancava il tap-in volante contrastato da Zeller che recuperava anche la palla in modalità circus, andava benissimo, così come il canestro di Lamb e il successivo di Kaminsky, il quale raggiungeva un assist dalla rimessa per fare due passetti e rilasciare un preciso tiro per il 38-34. Rubio faceva collassare la difesa con un corto passaggio verso il centro dove si presentava Favors per una flash dunk, i Jazz passavano anche avanti con Ingles da tre (38-39) prima del time-out di Clifford a 5:20.
Hornets che inizialmente riuscivano a contrastare in qualche maniera i Jazz, vedi l’audace canestro completamente fuori ritmo di MKG nel pitturato aiutatissimo dal primo ferro che metteva le manine per portare a casa la palla dentro la retina sfidando la forza di gravità…
I Jazz, nonostante uno 0/2 di Gobert ai liberi a 2:10 iniziavano a sganciarsi nel finale dopo il pullup di Walker a 1:55 che valeva il 44-45.
Ingles con l’antiestetico ma efficace appoggio da cameriere apriva un parziale di 0-10 chiuso da Mitchell con un arresto e tiro da tre punti per il 44-52.
Gli Hornets non segnavano più su azione nel primo tempo ma accorciavano con Marvin dalla lunetta a tre secondi dalla chiusura del primo tempo.
46-55 e squadre negli spogliatoi.
 
Ripresa che evidenziava subito Gobert con due pt., Marvin dall’altra parte, come spesso gli accade negli inizi di partita e terzo quarto si faceva notare, questa volta tornando in lunetta per metter un 2/2.
Dwight aiutava con un banker dalla media distanza da destra su assist di MKG.
Il nostro centro riusciva anche a prodursi in un personalissimo crossover che Gobert rischiava di bloccare, ma il lesto appoggio al vetro era vincente.
Quando Batum vedeva e serviva il taglio di MKG sulla diagonale sinistra gli Hornets, realizzando una giocata da e punti (fallo di Favors) tornavano sul -2 (55-57).
Rubio con 27,7 punti di media con il 55,1% nelle ultime tre partite andava con fiducia a buttarsi dentro ma il layup era respinto dal ferro, mentre dall’altra parte Howard mancava due liberi per poi andare a commetter fallo su Mitchell che al contrario non falliva le occasioni.
Ingles e Batum si rispondevano da oltre l’arco, poi Gobert si lanciava per una slam dunk a una mano (58-64).
Williams a 8:11 faceva ricader la palla a spicchi nella retina per la tripla del 61-64, Ingles con un movimento circolare lungo superava il blocco di Gobert alto per lasciar attardato Batum e depositare in modalità semplice.
A 7:40 dall’altra parte granitico blocco di Williams che favoriva la tripla di Walker che a 7:16 segnava ancora da fuori in ritmo portando Charlotte al -1 (67-68).
Kemba iniziava a mancare qualche tiro mentre Gobert riceveva dotto in post da manuale estendendo l’arto destro andando fuori portata di Zeller rimasto all’interno per il tocchetto ravvicinato.
Kemba tornava a segnare dal mid range dopo un palleggio depistante, addirittura Cody, ricevendo in corsa da Batum, estendeva l’arto sinistro oltre il difensore per l’appoggio al vetro del nuovo vantaggio (71-70).
Non resistevano molto come Leader gli Hornets perché O’Neal si procurava spazio in ara in maniera rude facendo sobbalzare Kemba colpito al volto.
Batum provava un turnaround senza spinta nelle gambe e lo falliva, O’Neal colpiva da tre punti mentre il francese andando in jumper questa volta staccava in maniera appropriate segnando il 73-75.
Hornets che pareggiavano a quota 77 con una transizione che vedeva Graham cedere a Batum i due punti da sotto essendo in due contro uno; attesa di Batum con finta sul rientro del secondo difensore e appoggio facile.
Gli Hornets però lasciavano ai Jazz il finale del quarto come accaduto nei due precedenti; Neto per Udoh da sotto facile, Ingles da tre con troppo spazio lasciato da Batum e Neto in entrata producevano un divario di 7 punti corrispondente al parziale che inabissava gli Hornets 7 punti sotto i mari.

Batum contro Ingles, duello vinto nettamente dal secondo…

 
Per risalire nell’ultimo quarto serviva anche la panchina: MCW segnava in entrata ma poi era un monologo Jazz: Frank era stoppato da O’Neal in aiuto, MCW mancava un artistico layup e commetteva fallo su Mitchell che portava a casa una giocata da tre punti per il 79-91…
Mitchell segnava due punti per l’81-93 facendo registrare il 3/8 per Utah, mentre gli Hornets rimediavano un magrissimo 1/9.
Brodino per MCW dal corner destro con la tripla, aggiungeva due patate Kemba che, nel frattempo rientrato dai pensieri in panchina, a 5:54 si arrestava sulla FT line spiazzando Gobert all’inseguimento.
Jumper perfetto e Hornets sull’86-93.
I Jazz conquistavano due rimbalzi difensivi, Howard spendeva il fallo e il francese ringraziava realizzando a gioco fermo. Mitchell, dopo l’ennesimo errore al tiro di Batum, in entrata costringeva al sesto fallo Howard che usciva a 4:16 dal termine, espulso.
2/2, 86-97, conto salato perché nonostante due punti di Kemba arrivavano le schiacciate appese di Favors, favorito da una possibile steal di Lamb che si ritorceva sugli sviluppi dell’azione contro gli Hornets e da una di Mitchell dove la difesa non aveva attenuanti…
Finiva con la panchina in campo, una tripla a bersaglio di Monk e un punteggio di 94-106.
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
19 pt., 3 rimbalzi, 5 assist. Un frammento di roccia dell’Himalaya. Spesso solo, lassù sulle vette inarrivabili per i compagni, non molla ostinatamente la presa nonostante mazzate che potrebbero stordire anche il più tenace e pugnace player. “Piccolo” sì, ma con un cuore grande. 8/19 al tiro e -12 di plus/minus. Ci prova a fiammate nonostante non inizi per nulla bene facendosi rubare palla da Rubio. È solo lui però con le sue giocate a favorire qualche capatina per metter la testa avanti…
 
Batum: 4,5
13 pt., 2 assist, 1 rubata. Burro d’arachidi del Cantabrico. Intanto perché il relativo mare tocca Spagna ma anche Francia… poi il burro da quell’idea di penetrabilità e di morbidezza che da sempre viene utilizzata in gergo sportivo per indicare una difesa non propriamente inespugnabile. Ridotto in poltiglia ha proprietà benefiche ma non è il toccasana di Charlotte, anzi… a guardare la triple o le triple, a voler essere pignoli, incassate da Ingles ecco calzare la descrizione a pennello. Insegue Ingles, non esattamente Bolt dopo esser passato dietro un blocco, va bene, ma sembra la moviola in campo… In 30 minuti chiude con 6/13 dal campo compreso un 1/3 da fuori. Sparacchia male nel finale dopo aver iniziato bene, almeno al tiro e non prende un rimbalzo nemmeno per sbaglio…
 
Kidd-Gilchrist: 5
6 pt., 1 assist in 19 minuti. 2 bicchieri di Marsala ossidato. Odore di cotto a Portland, torna a far fumo, a Salt Lake City era atteso al riscatto nonostante ormai si sia capito che il doppio infortunio alla spalla ha lasciato un MKG a metà delle sue possibilità, non certo più da seconda scelta assoluta (qualcuno contesterà anche la posizione d’allora pensando al tiro, ma la difese e le situazioni sul campo davano ragione all’MKG dei primi tempi). Oggi mi sembra denotare qualche problema fisico, forse il minutaggio deriva anche da ciò… ci prova ma troppo spesso non riesce a esser efficace.
 
M. Williams: 5,5
11 pt., 5 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Mirto quanto basta. Piccolo piccolo nel suo ruolo recita la sua parte Q.B. mettendo qualche tripla. Da colore al piatto ma viene sopraffatto da altri gusti. Insieme a MCW l’unico a soddisfare il tabellino stoppate (solo 2). Gioca bene spesso a inizio del primo e del terzo quarto, poi va perdendosi nel ruolo di comprimario perché non è prima opzione. 2/7 al tiro e finale non convincente.
 
D. Howard: 5
5 pt., 9 rimbalzi. Chiude con un ¼ ai liberi e un 2/7 al tiro. Ci prova un po’ in attacco ma combina poco. L’atteggiamento è leggermente migliore rispetto a quello contro Portland ma non ancora sufficiente. Potrebbe contrastare meglio sotto, invece commette falli ingenui che lasciano anche qualche addizionale ai ragazzi di Snyder. Esce per 6 falli e non va in doppia cifra né tanto meno guadagna 10 rimbalzi. 50 grammi di fegato d’alce. Ci voleva del fegato per venire a Charlotte e rimettersi in gioco dopo esser passati dalla città Natale e aver pensato di chiuder lì la carriera. Scaricato dai Falchi, Dwight mostra un fegato grande come un alce se ha voglia di fare a cornate sotto le plance, sfortunatamente da un paio di partite sembra aver mollato la presa non credendoci più.
 
Lamb: 6,5
10 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 4 rubate. 4/7 dal campo in 19 minuti. Buon primo tempo, scompare, nemmeno troppo ricercato dai compagni nel finale. Non è tutta colpa sua, comunque gioca una buona difesa e parte bene in attacco sfoderando subito una precisa tripla. Perché giochi Batum e non lui lo sa solo Clifford visto che oggi non è riuscito nemmeno a dare una mano alla panchina. Un litro di gelatina liquida del Resegone. Non vi traduco il nome (anzi sì, significa grande sega per la somiglianza alla dentellatura dovuta alle sue nove punte) che deriva dalla traslitterazione del lombardo. Lamb non è una sega, ma gioca gelatinosamente potendo cambiare qualche opzione in corsa.

Lamb dal campo…

 
Carter-Williams: 4,5
7 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Una cipolla nana. Più che esser venerato come la cipolla stessa dagli antichi egizi, MCW fa piangere… La forma sferica e gli anelli concentrici non sono presi a esempio da Carter-Williams che gioca 15 tragici minuti nonostante i 7 punti. Evidentemente non mi legge; tira 7 volte realizzando due canestri, non fenomenale ma pazienza… in difesa è la solita trama. Spende troppi falli (4), qualcuno inutile e rimane avulso dal gioco. Torna quello dei primi tempi nonostante ci provi a fare bene, però non è in armonia con il gioco.
 
Kaminsky: 5
14 pt., 2 assist, 1 rubata. 50 grammi di gazza ladra. Va a partita. Se è in serata è capace di rubare tempo e spazio ai compagni. Come il noto uccello “mariuolo”, lesto, può portare a casa tra gli oggetti luccicanti anche dell’oro. In serata riesce a sottrarre qualche punto all’inizio. Purtroppo in volo perde la refurtiva. 1/5 da fuori in un finale dove sbaglia troppo e ci penalizza.
 
Graham: 6
2 pt., 4 rimbalzi, 2 assist in 21 minuti. 35 grammi di ribes bluette. Non so perché bluette, anzi, sì, lo chef Alain Tonné (Alias Antonio Albanese) vuole dare un tocco chic al suo piatto, prendendo in giro tutti questi chef che stanno facendo divenire la cucina più uno spettacolo per la vista inventandosi piatti improbabili ricercatissimi, anziché perseguire più spartanamente la bontà… Treveon è l’antitesi in realtà al bluette, ma come il ribes può esser consigliato per aumentare la resistenza dei capillari fragili. Con lui solitamente la difesa migliora irradiando tutta la squadra. Stasera con lui in campo il plus/minus è di -1 a limitare i danni. Va per le terre su una finta di Mitchell ma è passi in partenza. 1/1 dal campo.
 
C. Zeller: 6
4 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 2/5 dal campo compreso un piazzato tremolante… Mi tocca prendere in prestito un ingrediente da un’altra ricetta perché qui gli elementi sono finiti. Faccio uno strappo alla regola e personalizzo con la “chaise longue pezzata”. L’agrippina o chaise longue non è nient’altro che una poltrona allungata. Non serve nel piatto ma ha la sua funzione per adagiare delle fettine di colombaccio impotente delle Cinque Terre… Va beh, ma “chissene”… era per dire che Cody all’uscita dal campo è pezzatissimo e se non è bello magari stargli troppo vicino a fine gara, dalla televisione rende meglio, lasciandoti soddisfatto per l’impegno. La tecnica è un’altra cosa, comunque… Anche stasera così… grande intensità, qualche limite su certe tiri ravvicinati… può aiutare ma non cambiare esiti già scrtti…
 
Monk: s.v.
3 pt. (1/3) chiude con tre punti ottenuti al primo tiro poi in entrata contrastata da Gobert appoggia in Indocina e sparacchia da lì la successiva tripla che rimbalza sul ferro. Ci prova ma in due minuti è tardi…
 
Bacon: s.v.
0 pt. (0/0). Rattristato in panchina entra per due minuti e commette un turnover.
 
Stone: s.v.
La novità è che si è fatto il codino ma questo non gli ha donato super poteri un fallo sotto ch regala un tiro libero in più…
 
Coach S. Clifford: 4,5
Lo chef consiglia: “Prendete le lenticchie, precedentemente tagliate da due vergini altoatesine e tagliatele alla julienne, prendendovi cura delle vostre dita, anche se dieci sono sempre state obiettivamente inutili.” Lui fa rotazioni per 10 giocatori massimo, si ritrova a che fare con lenticchie selezionate da altri, speriamo che portino almeno punti se non soldi… Il problema è che ormai fa fatica a trasmettere il concetto di difesa, non credo onestamente sarà sulla panchina anche l’anno prossimo dovessimo rimaner fuori dai playoffs ancora, per la terza volta in quattro anni, anche perché di gioco ce n’è poco e le scelte di perseverare con Batum e MCW sono ostinatamente controproducenti…

Game 54: Charlotte Hornets @ Portland Trail Blazers 103-109 (OT)

 

Le strade con i Tracciatori di sentieri si riunivano.
A volte è curioso, se non ilare, che casualmente certe situazioni con poche possibilità, del tutto inaspettatamente, imprevedibilmente, tornino ad affacciarsi.
Certamente non parliamo della sfida in sé stessa, classicamente programmata come “andata e ritorno” tra quadre dell’Est e dell’Ovest, ma di percorsi esistenziali ai quali diamo il nome destino…
Il mercato è terminato alle 21:00 della sera precedente e Cho e Jordan hanno resistito alle sirene di mercato.
A parte lo scambio con i Knicks tra O’Bryant e due seconde future scelte per Hernangomez gli Hornets sono rimasti identici.
Proprio da New York arriva un’altra buona notizia; l’infortunio di Porzingis (auguri di guarigione ovviamente) ha aperto la strada per il secondo All-Star Game a Kemba Walker che quindi volerà a Los Angeles tra meno circa una settimana…
Serata nella quale i Trail Blazers hanno prevalso nel pitturato e nelle second chance.
Purtroppo l’intensità difensiva degli Hornets è andata a tratti, i Trail Blazers hanno fatto valere il fattore campo e la consistenza fisica, alla fine è arrivata l’ennesima sconfitta in volata che lascia l’amaro in bocca.
24 pt. e 14 rimbalzi per Nurkic, 22 per McCollum, 18 per Lillard tra i nostri avversari.
Kemba ha segnato 40 punti ma ancora una volta non sono clamorosamente bastati e stasera si gioca a Salt Lake City (ore 3:00 AM italiane) in back to back dopo un supplementare.
 
Charlotte partiva mostrando la volontà di vincere; palla a due vinta da Howard, canestro di caparbietà e di forza realizzato dopo venti secondi da parte di MKG che si faceva largo a spallate sino a raggiungere il canestro, da lì si arrestava contrastato da due difensori prima di salire e abbattere i rami secchi.
Nurkic dalla linea pareggiava e poi in entrata appoggiava in fing and roll con Howard fuori causa andato a chiudere la penetrazione al passatore.
Un lungo lancio di Lillard scavalcava la difesa di Charlotte, Harkless andava in schiacciata appendendosi…
A 10:21 gli Hornets vedevano l’ultima luce per diversi minuti; un fresh Marvin Williams, appena rientrato dall’infortunio, colpiva da sinistra per tre punti mandandoci sul -1 (5-6) ma gli Hornets al tiro rimediavano almeno quattro tiri sfortunati, toccava a MKG vedere il proprio secondo in 6 out, Marvin dall’angolo destro invece falliva la tripla nonostante un passaggio diagonale di Batum tagliasse la difesa della Ripcity per l’open.
Dopo diversi errori da ambo le parti Portland prendeva il sopravvento; la pressione portata dagli uomini in divisa nera dalle bande rosse era utile per non subir canestro, la difesa di Charlotte non era perfetta così McCollum in entrata inaugurava il parzialone dei Trail Blazers che proseguiva con Nurkic in gancetto (respinto da Howard ma in goaltending) per il doppiaggio sul -10.
McCollum da tre allungava sul 5-18 e Williams salvava su Nurkic ritornando sotto canestro dopo una steal dello stesso centro su di lui ma Turner sulla baseline sinistra con un mezzo giro si trovava smarcato per un secondo mentre Howard cambiava marcatura su di lui; arcobaleno per il 5-20…
Si chiudeva con altri due punti il parziale di 16-0 dei locali nonostante un time-out di Clifford a 4:46 (piuttosto tardivo).
Era Lillard in entrata a segnare il 5-22 prima che Marvin, fronte a canestro segnasse un’altra tripla per l’ottavo punto degli imenotteri che molto lentamente risalivano con una tripla di Walker a 2:52 (passaggio fuori di Howard in double team) e due punti sotto di Howard che giocava agli autoscontri con Davis cambiando strategia.
Due punti e un libero realizzato per il -10 (14-24) a 2:12.
Kemba tornava in panca mentre Batum realizzava un jumper con eleganza e a :12.2 un verticale altissimo di Kaminsky era in realtà un passaggio volontario per il back-door di Howard che agganciava al volo e sprigionava la potenza di un robot di Go Nagai nell’alley-oop…
Si chiudeva sul 18-29 il primo giro di lancette da 12 minuti.

PORTLAND, OR – FEBRUARY 8: Michael Kidd-Gilchrist #14 of the Charlotte Hornets handles the ball against the Portland Trail Blazers on February 8, 2018 at the Moda Center in Portland, Oregon. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this Photograph, user is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2018 NBAE (Photo by Sam Forencich/NBAE via Getty Images)

 
Il secondo non girava immediatamente se Turner infilava altri due punti, Cody commetteva passi ma rimediava l’altro lungo; i cingolati del Tank scorrevano con agilità sulla penetrazione che si creava con passaggio dietro la schiena e tiro in off balance in avanti per evitar la stoppata da una distanza vicina al canestro.
Ottima realizzazione che anticipava un floater di Lamb e un tap-in di Zeller, sempre pronto a rimbalzo offensivo.
A 8:07 però sui rimaneva sul -11 (24-35). A 7:14 Frank realizzava una buona tripla (4/9 Charlotte da fuori) mentre Lamb al volo in apertura a sx faceva segnare una persa nelle statistiche ma gli arbitri non si accorgevano di una deviazione di Davis.
Kemba da sinistra batteva Collins con uno step back solo cotone, Batum sotto canestro murava Nurkic che andava a sbattere sul francese commettendo passi, si passava a un soft fade-away del transalpino (4:46) che innescava il meccanismo della rimonta…
Batum riusciva a rubare nella confusione di un rimbalzo difensivo una palla e andando ad appoggiare al vetro con buona angolazione ci riportava sul -6 (33-39).
Lillard da tre rischiava di riallontanarci di molto ma era solo una battuta d’arresto perché anche se Nurkic continuava a segnare da sotto mostrando che i Trail Blazers erano dominanti a rimbalzo (troppe second chance concesse), Kemba a 2:25 andava in slalom speciale contro il centro chiudendo con un meraviglioso reverse layup, poi guadagnava due FT realizzandoli, inoltre con due triple consecutive ci spingeva sul 45-46 a :47.2 dalla sirena dell’intervallo.
Peccato aver subito sulla sirena una tripla aperta da sinistra del lungo Leonard con Dwight in lenta uscita.
45-49 comunque all’intervallo e una partita da giocare dopo esser piombati sul -17 iniziale…
 
Il terzo quarto iniziava con la costruzione di una casa, infatti, se a 10:45 Nurkic realizzava un floater tirando una mattonata piuttosto ravvicinata, Howard poneva sopra il secondo mattone con un frontale piuttosto lungo che baciava la tabella e s’infilava nel cesto.
Portland continuava a beneficiare di second chance; Nurkic rimbalzo offensivo, canestro più libero supplementare realizzato a 9:52, Marvin rispondeva appoggiando in corsa di destra ma su un’altra azione non conclusa perfettamente da Portland, Harkless andava a portar via la palla tra le braccia alte di Howard e segnava.
Grande intervento di Walker che vedendo il lungo passaggio verticale di Lillard, lottava con il suo uomo per eclissarlo, la cosa gli riusciva finendo per rotolare per terra agganciando al volo la sfera, da lì veniva fuori una possibilità per Williams che vedeva il suo floater colpire il ferro, innalzarsi nell’alto dei cieli e ricadere nella retina a 8:49 (51-56).
Aminu segnava in area facendo notare tra prime possibilità, seconde e anche “terze” che il 20-36 nel pitturato era la statistica chiave per la quale gli uomini di Stotts si trovavano avanti.
Batum con un altro buon jumper da due e una tripla segnava 5 punti che riavvicinavano Charlotte sul 56-58, ma McCollum prima segnava due punti, poi, più avanti (5:11) ne piazzava tre concludendo la transizione della squadra dell’Oregon riuscendo a far registrare il +10 (58-68) per essa.
Turner dall’angolo sinistro provava due volte la tripla perché Walker e Batum, finiti alti sul passatore, non rientravano nemmeno sul rimbalzo di un compagno che restituiva a Turner, il quale finiva per segnare dopo aver eseguito il primo test a vuoto.
Un limpido tre punti dalla diagonale sinistra di Kaminsky a 3:13 era contrastato da due pt. di Lillard dal mid range a scavalcare Howard in uscita.
Il nostro francese passava orizzontalmente verso Lamb, il quale in corsa agganciava e superava un centesimo di secondo più tardi i difensori rimasti sul posto, layup facile e Hornets sul -11.
Nurkic a 1:51 segnava altrettanto inaspettatamente chiudendo con una tripla la giocata dei Trail Blazers per il 63-77.
Chiudevano Cody con un 2/2 dalla lunetta e Davis in appoggio fissando il 65-79.

PORTLAND, OR – FEBRUARY 8: Kemba Walker #15 of the Charlotte Hornets handles the ball against the Portland Trail Blazers on February 8, 2018 at the Moda Center in Portland, Oregon. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this Photograph, user is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2018 NBAE (Photo by Cameron Browne/NBAE via Getty Images)

 
L’ultimo quarto iniziava con poche speranze per Charlotte, sotto di 14 punti e colpita da un 22-44 nei canestri dal pitturato…
Lamb fintando l’entrata scaricava verso il Tank che sparava ancora da dietro la collina dei tre punti facendo centro. Frank faceva fuoco anche andando sul lungo linea, questa volta la mitragliata consisteva nell’alzata a una mano, l’inesperto Collins toccava anche l’arto di Frank che infilava sia il tiro che il FT supplementare.
Graham e Zeller andavano in raddoppio sulla sinistra ma un fantastico passaggio di Turner, spalle a canestro e dietro la schiena, liberava Davis (l’uomo lasciato solo dal raddoppio) in post basso destro, MCW commetteva fallo ma la giocata finiva con i tre punti del lungo…
Lamb pescava Kaminsky sotto canestro con spazio, ma sembrava proprio scivolar via come sapone quella palla, Zeller invece faceva disperar Clifford quando sbagliava due liberi per l’abbattimento di Collins (in rientro) ai danni di Cody.
Lamb e il Tank giravano come due stelle binarie, finiva per ricevere Jeremy che usufruiva del blocco del Tank per andare a piazzare dallo spigolo sinistro un buon jumper. Falciato beneficiando di un FT infilava il 74-85.
Portland comunque marciava dal pitturato o da fuori; Collins da tre realizzava il 75-90 e, quando rientrava Kemba in campo (7:14), la partita sembrava preclusa agli uomini di Clifford, ripiombati al massimo svantaggio di -17 (75-92).
Kemba non c stava però e iniziava il suo show in entrata con l’appoggio alto a 6:28 forniva un bound pass a Frank che da fuori faceva saltare le linee nemiche colpendo da lontano…
Ci provava anche Walker da fuori a 5:54 avendo successo, presoci gusto il capitano ritentava ma Aminu, 19 secondi più tardi, sul rientro laterale, “sparava” una botta in faccia al nostro play.
Walker in lunetta faceva ancora danno pesante per portarci sull’86-92 ma non era ancora sazio.
Un dribbling chiuso con un layup valeva il -4, peccato per l’inaspettato e improvviso tiro frontale di Aminu che lasciava basito MKG in marcatura.
La palla lo sorvolava e finiva nel cesto a 4:46 per l’88-95…
Walker a 4:27 rimediava altri tre liberi per l’aggressivo intervento di Lillard sul tiro del capitano che non tradiva dalla lunetta.
Kembissimo entrava in the zone zigzagando e superando Nurkic e l’aiuto di McCollum vicino a canestro per depositare un reverse layup brillante nonostante il poco spazio a disposizione ci regalava speranza.
A 3:09 con questo canestro, gli Hornets tornavano sul -2 (93-95) grazie a 15 pt. di Walker nel quarto.
Una steal (indovinate di chi?) tutta e sempre di Walker, su un passaggio orizzontale, era propedeutica per la fuga con appoggio per il pareggio…
Nel finale le squadre riuscivano a metter solamente un tiro a testa; Nurkic e poi MKG spostavano la gare sul 97 pari, nel finale Lillard in separation provava dal mid range sinistro ma il ferro diceva no, McCollum con forza si fiondava sulla palla come un rapace, ma il suo tiro in allontanamento era mal consigliato perché avrebbe avuto ancora qualche secondo sul cronometro, impreciso lasciava :01.6 agli Hornets per tentare un tiro, il quale però era stoppato senza troppe storie da Nurkic (un fattore determinante in serata) che vedeva la rimessa laterale di Frank per Howard nel pitturato e accorciando riusciva a intervenire efficacemente per trascinare la partita all’OT.
 
Gli Hornets, sconfitti 14 volte nelle punto a punto da un solo possesso però non si contraddicevano in questa gara nonostante l’inerzia avrebbe potuto spingerli oltre.
Nurkic recuperava il primo pallone dell’OT ma un suo passaggio era deviato e recuperato da Batum che tuttavia tentando da destra la tripla finiva corto, mentre Charlotte incassava quella da oltre 7 piedi di Lillard da All-Star.
All-Star per All-Star replicava Kemba a 3:54 con lo stesso mezzo.
Raggiunto l’equilibrio a quota 100 Harkless in entrata dalla destra lo rompeva andando oltre Batum e l’aiuto di Howard. Il pubblico si arrabbiava per un paio di schermi offensivi fischiati contro Nurkic (lasciando livido coach Stoots), il quale però nella metà campo difensiva dispensava tre stoppate, riuscendo a fermare Walker e Lamb, Batum da tre punti non segnava e Harkless su una transizione rimaneva freddo riuscendo a fermare in maniera pulita Lamb.
Attacco in difficoltà, difesa ingenua con uno sforamento di Howard sul tiro da tre di McCollum, gran tiratore di liberi. Fallito il primo realizzava gli altri due portando sopra il possesso i Tracciatori di Sentieri che tracciavano il solco definitivo con l’errore di Lillard in entrata contro Lamb, prontamente ribadito da Harkless in schiacciata…
Kemba da tre faceva ripassare l’aratro in senso inverso per segnare quota 40 punti a :33.2.
-3, palla ai nero-rossi che sfidavano ancora Lamb; questa volta l’entrata con alzata di McCollum era vincente.
Gli Hornets a :12.2 erano tagliati fuori dalla gara sul 103-108, così finivano per incassare anche il 103-109.
 
Pagelle
 
Walker: 8
40 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 4 rubate. Tre turnover, 13/26 dal campo e 8/8 dalla linea. In questo caso i numeri dicono molto, partendo dal fatto che i 40 punti sono stati realizzati in 39 minuti… Pensare a una sua trade fino a ieri sarebbe stata follia… Per fortuna è rimasto ma non è bastata nemmeno una buona percentuale dal campo. Difesa aggressiva con steal importanti, anche lui in difficoltà a rimbalzo.
 
Batum: 5,5
11 pt., 2 rimbalzi, 5 assist, 4 rubate. 5/15 dal campo… È l’1/8 da tre a pesare. Se ricomincia a giocare solo da fuori può essere un problema quando trova serate come queste… Buona prestazione sino a un certo punto poi inizia a sparacchiare troppo e concede con troppa facilità un paio di canestri agli avversari… Assist in media con tre passaggi illuminanti.
 
Kidd-Gilchrist: 5
6 pt., 5 rimbalzi. 28 minuti con un 3/9 dal campo. -16 di plus/minus e una serie di zeri compresi le stats di stoppate e rubate la dicono lunga sulla forma fisica di MKG che generosamente tenta di rubare un pallone a Nurkic ma finisce sotto al corpo dello slavo e deve uscire per un po’. A parte il tiro del pari finale nei regolamentari non centra quasi mai il bersaglio, ma soprattutto riesce poco ad aiutare Howard a rimbalzo. Una volta era una macchina, non dico che i 5 rimbalzi difensivi conquistati siano pochi ma forse avrebbe potuto far qualcosa di meglio.
 
M. Williams: 6
10 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Chiude con 4/6 dal campo nella serata del suo rientro (23 minuti). Bene a inizio gara, ha un paio di momenti nei quali porta punti a Charlotte e mette a referto anche due block ma se deve affrontare Nurkic va in difficoltà.
 
Howard: 5
7 pt., 15 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Soffre inaspettatamente il ventitreenne centro bosniaco, più dinamico e dal buon fisico. Riesce poco a farsi largo per segnar punti e nonostante i numerosi rimbalzi, è costretto a cederne molti. Portland finirà con 9 rimbalzi offensivi, Howard con un solo libero battuto e realizzato e un 3/11 dal campo nonostante un solo turnover…
 
Lamb: 5
7 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Serata da comparsa più che da comprimario. Buone un paio di giocate che gli danno 5 dei 7 punti totali, difesa rivedibile. Chiude lentamente su Collins nell’occasione della tripla del giovane lungo e tiene poco in qualche occasione. Speriamo si rigeneri. In calo ultimamente…
 
Graham: 5
1 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. In 17 minuti ci prova solo una volta, non fa centro, riprende la sfera proponendosi e guadagnando il fallo ma sbaglia il primo libero. Una serata a rincorrer avversari, anche in raddoppio. Difficile per tutta la difesa degli Hornets, anche lui ondeggia in balia del mare grosso…
 
Carter-Williams: 5,5
0 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. Compie 4 falli. Su uno arriva un punto supplementare che alla fine, come molti altri, si rivelerà decisivo. 13 minuti, incide poco ma non è nemmeno travolto a livello personale, anche se il cambio di passo quando rientra Kemba si vede…
 
Kaminsky: 6,5
17 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate in 29 minuti. Frank torna in panca e alterna cose belle ad altre meno efficaci. 6/14 dal campo con un 4/8 da tre. Belli gli unici due canestri realizzati da due, dalla baseline destra e una costruzione di azione in privato. Gli ho visto fare una buona difesa anche se alla fine è stato battuto, i punti ci sono, rimbalzi discreti… tra luci e ombre uno dei più positivi in serata, chiude con un +9 di plus/minus.
 
C. Zeller: 5,5
4 pt., 4 rimbalzi, 2 assist.1/3 dal campo con un piazzato cortissimo e 2/4 ai liberi con uno 0/2 nel secondo tempo che finirà per esser pesantissimo. Qualche rimbalzo lo strappa, ma come Graham è in netta difficoltà. Non una serata super in 13 minuti.
 
Coach S. Clifford: 5,5
Una squadra che è Walker dipendente. Già detto tutto di un team che ha smarrito i propri valor di gioco. Si cerca certamente di prender vantaggio ma se togliamo i canestri di Walker e rifacciamo la media di tutti gli altri componenti, stanotte avremmo tirato con un 25/72, pari al 34,7%. Trovare le giuste soluzioni per finalizzare è prioritario. Quindicesima sconfitta stagionale punto a punto… una delle peggiori squadre di sempre in questa statistica. Top Loss che fa male considerando il calendario che si accorcia. Con almeno la quasi metà di queste sconfitte tramutate in vittorie saremmo intorno ai .500. Fragili nonostante Howard, se le ali e gli altri non compiono quello sforzo in più per chiudere, saltare sul tiro, contrastare e andare a rimbalzo, finiremo così. La differenza con altri team sta tutta lì e si chiama intensità difensiva…