Classifica al 31/12/2016 e Walker Charlotte Ranger

E’ fine anno, tempo di bilanci, anche se parziali per i team NBA, che non sono nemmeno ancora a metà dell’opera in regular Season…

Charlotte comunque si è stabilizzata su un’onorevole quarta posizione a Est in una conference comunque molto livellata.

Ecco qui la tabella riepilativa a Est quando Charlotte è arrivata a gara 33…

 

 

Nella notte affronterà i Cavaliers, per la prima volta in casa dopo due trasferte finite male all Quicken Loans Arena.

Gli Hornets cercheranno di difendere l’Alveare dalle grinfie di James e Irving per finire il 2016 in maniera soddisfacente e raggiungere le venti vittorie. Per noi sarà già 2017, quale miglior modo per iniziare in maniera positiva l’anno se non (Cavs permettendo) vincendo contro il top team a Est?

Nel frattempo, per spingere Kemba Walker all’All-Star Game che si sarebbe dovuto disputare a Charlotte, ma che in realtà si terrà a New Orleans per la nota vicenda extra cestistica, a Chalotte hanno pensato di rifare il verso a Walker Texas Ranger, montando delle mini puntate (ironiche) di Walker Charlotte Ranger, dove Kemba risolve problemi e batte i cattivi, gli heel di turno, grazie alle sue abilità con la palla a spicchi in mano, il tutto con un aiuto sceriffo d’eccezione: Frank Kaminsky.

La sigla originale utilizza anche la voce di Spencer Hawes e nelle prossime puntate promette di spuntare anche Martin, storica voice ai microfoni di Charlotte.

 

Qui trovate il sito dove potrete vedere la sigla e i primi due episodi usciti fino a oggi:

http://www.walkercharlotteranger.com/

In data odierna, infine, il GM di Charlotte Rich Cho ha richiamato Wood e Harrison da Greensboro, saranno quindi aggregati alla squadra.

Harrison ha giocato con gli Swarm 13 partite segnando 20,6 punti di media, mentre Wood in 11 gare disputate ha tenuto una media di 17,2 punti realizzati e 9,3 rimbalzi catturati.

Per finire, auguro un felice anno nuovo a tutti, in particolare ai fan degli Hornets, nello specifico augurandomi ci diano ancor più soddisfazioni in questo entrante 2017…

One on one con Erik, il teal & purple.

In genere durante la regular season tra recap, punti della situazione, classifiche (e mettiamoci anche qualche impegno personale) c’è poco tempo per scrivere di altro, ma quando mi riesce, sono felice di mostrare altri punti di vista della situazione, se poi realizzati, scritti da gente competente come nel caso e fan degli Hornets, ancora meglio.
 
Oggi ho il piacere di “lasciare la parola” a una persona competente in materia di basket:
Al secolo Erik (non il rosso, il famoso condottiero normanno, ma il “nostro” teal and purple) Chialina, ventun anni di Udine, lavoro e studio più gli hobby di portare avanti un sito di una squadra di basket locale e per non farsi mancare niente utilizza bene del tempo facendo l’allenatore di un team maschile seguendone un altro femminile.
Mi fa piacere lasciare spazio (nella mia strana ottica di un blog pluritario) a una persona competente “anche se giovane” e che forma il substrato vivo del basket insieme a tanti altri appassionati.
Un questionario one on one esteso ai lettori sulla Charlotte del basket NBA e non solo.
 
1D) Intanto, per conoscerla un po’… cosa l’ha spinta a seguire questo sport?
Che emozioni da seguire la NBA e che soddisfazioni da seguire un gruppo di giocatrici?
 
1R) Sono un ragazzo di 21 anni che ha sempre ricercato il lato pratico delle cose.
Lo sport, soprattutto a livello giovanile, spinge l’allenatore a non avere l’assillo del risultato ad ogni costo secondo me, per questo ho voluto fare il corso allenatore e dedicare la mia “vita sportiva” ai più giovani.
Alleno una squadra maschile Under 16, le donne le seguo perché ho la mia “figlioccia”, la figlia del mio padrino, quindi per simpatia.
Il basket mi piace perché vedo gesti atletici molto spettacolari che impegnano tutto il corpo, dai piedi ai polpastrelli.
Sul seguire le donne e un gruppo di maschile… ci vuole un notevole sacrificio psicologico perché basta un piccolo imprevisto e gli equilibri si possono spezzare.
L’importante è sapere ascoltare tutti ma trovare una propria soluzione; comunque più sono giovani i ragazzi/e con cui lavorare, più mi piace perché so dove trovare i punti deboli e forti del cestista che ho di fronte e trovare le giuste correzioni d’apportare.
 
2D) In una NBA che si riduce sempre di più a prendersi vantaggi, le squadre dell’Est in generale sembrano “storicamente” propendere più per il gioco corale che quello fronzoli e lazzi di diverse squadre a Ovest.
In questo Clifford ha fatto di necessità virtù, unendo alla difesa degli attacchi con pick and roll non sempre elementari, in più Batum come playmaker può inventare, anche un Hawes è un fine passatore quando è impiegato.
Le piace il gioco di Clifford?
 
2R) Personalmente a me piace il gioco imbastito da Clifford, il basato sulla difesa mi piace parecchio perché è dalle fasi di non possesso che si vince una partita; la difesa da l’energia giusta per attaccare nel modo corretto con le dovute spaziature trovando dei canestri facili, in molti casi in transizione per le numerose palle recuperate.
Quindi la difesa è la base principale per portare un buon attacco.
 
3D) Le do la possibilità di fare sia l’allenatore sia il GM di Charlotte.
Da allenatore che situazioni cambierebbe eventualmente? Partendo dallo starting five, alle rotazioni, allo sfruttamento massimo (l’ottimizzazione) delle caratteristiche di alcuni giocatori magari inespresse, alla costruzione del gioco e agli equilibri tattici in campo…
Da GM, che cosa porterebbe a casa (senza esagerare), quale sarebbe il tassello mancante per far girare il motore a pieno regime?
 
3R) Sulle situazioni tattiche imbastite da Clifford io non cambierei nulla anche perché il gruppo è valido e sta facendo una buona stagione, se dovessi dare un voto, per il momento sarebbe un 7.
Sulla faccenda l’unico correttivo che adotterei sarebbe scambiare M. Williams per un 4 di spessore, che abbia fisicità ma che sappia anche aprire il campo, giocatore ideale, per me, Paul Milsap degli Atlanta Hawks.
 
4D) Giocatore top e flop degli Hornets fino a questo momento?
 
4R) Vado controcorrente, per adesso il giocatore FLOP non lo do a nessuno, mentre il TOP lo do al gruppo anche perché ha saputo coinvolgere un giocatore arrivato quest’estate, esperto nella lega, ma nello stesso disponibile a mettersi ancora in gioco, il nostro italianissimo Marco Belinelli, quindi bene tutti nessun escluso.
L’obiettivo per questi Hornets è arrivare ai playoff e magari superare il 1° turno, ma tutto dipenderà come ci si arriverà ad aprile, con la maggior parte del gruppo in salute come oggi, l’obiettivo è ampiamente alla portata della franchigia.
 
5D) Con Lei vorrei soffermarmi soprattutto sull’aspetto tecnico di Charlotte:
In primis partirei dai singoli… Frank Kaminsky era atteso quest’anno, ragazzo più maturo per età rispetto ad altri giocatori scelti allo stesso Draft, dopo l’anno da rookie ha avuto parecchi problemi sin qui da sophemore.
Si gioca molto utilizzando il tiro da tre punti (anche i lunghi oggi devono saper tirare da fuori), Frank ha mostrato poca dimestichezza in questo fondamentale, la sua percentuale da oltre l’arco è scesa dal 33,7% dello scorso anno al 27,9% quest’anno, mentre il tiro dal campo è sceso dal 41,0% al 37,4%…
Personalmente mi sembra già parta poco convinto e un po’ “moscio” a livello dalle caviglie che non supportano il tiro. Rotazione, inclinazione della mano e delle dita, fiducia possono incidere.
E… a proposito di tiro… un altro che ha sempre avuto problemi nella conclusione a canestro in jumper è MKG, il quale dalla lunetta sembra migliorato sin da dopo la cura di Mark Price.
Dal 69,0% dello scorso anno al 75,3 al momento (mai tirato così bene a gioco fermo).
Ancora oggi i giocatori di Charlotte, in generale, sembrano essere seguiti bene, basti pensare a Walker, il quale da tre spesso dal palleggio sfugge all’avversario e con l’arresto e tiro (spesso protetto da un blocco alto del lungo) sta diventando una sentenza.
Le sue percentuali sono salite del 3,8% (dal 37,1 della scorsa stagione al 40,9 attuale) aumentando la pericolosità di Charlotte. Inoltre dal 42,7% è passato al 45,7% dal campo…
 
5R) Sull’aspetto tecnico: MKG ha un tiro costruito dopo anni di lavoro grazie al lavoro dei validissimi assistenti allenatori degli Hornets, mentre Frank ha un discreto tiro ma sbaglia parecchio in questo periodo.
 
6D) Augurandomi che i nostri Calabroni ci portino più lontano dello scorso anno Le chiedo che ne pensa?
Quali possibilità abbiamo quest’anno?
 
6R) L’ obiettivo per questi Hornets è arrivare ai playoff e magari superare il 1° turno, ma tutto dipenderà come ci si arriverà ad aprile.
Con la maggior parte del gruppo in salute, per come stanno le cose adesso, l’obiettivo è ampiamente alla portata della franchigia.
 
7D) Per chi iniziasse adesso a giocare a basket o volesse rivedere qualcosa nel suo tiro, cosa consiglierebbe di fare da coach e quali sono gli errori da evitare durante la meccanica di tiro?
(Qui Coach Chialina è stato molto esaustivo e ne è uscito un bel “tutorial”)…
 
7R) Gli errori più frequenti sono:
 
1. I piedi (tiro in sospensione). Spesso il tiratore non è correttamente orientato verso il canestro, il suo corpo e, soprattutto, i piedi non sono rivolti a canestro ma divergono dalla linea pallone-canestro. Quasi sempre questo errore è commesso già al momento della ricezione del pallone e richiede un inevitabile e necessario adeguamento perché il giocatore sia rivolto a canestro nella classica posizione di tripla minaccia. La correzione comporta una perdita di tempo che può rivelarsi fatale e la mancata correzione è anche peggiore perché porta all’inevitabile errore o alla rettifica in corso d’opera, vale a dire durante l’esecuzione del tiro.
 
2. I piedi (tiro libero). Ammessa e concessa l’assunzione della loro corretta posizione in sede di preparazione del tiro libero, è durante l’esecuzione che si riscontra l’errore più frequente. Nella fase di spinta delle gambe e in quella della loro distensione finale i piedi svolgono un ruolo rilevante contribuendo in modo decisivo all’esito del tiro. Numerosi tiratori non finiscono il tiro sulla punta dei piedi ma rimangono ancorati al terreno con la pianta, se non addirittura con i talloni. Ciò non consente di trasmettere la spinta necessaria degli arti inferiori, incide sulla fluidità e comporta movimenti correttivi scorretti da parte del braccio e della mano di tiro.
 
3. Le ginocchia. La rigidità delle ginocchia (e, di riflesso, delle gambe) e il loro insufficiente piegamento non consentono di caricare correttamente il tiro. Anziché scattare come una molla improvvisamente liberata, le ginocchia, da normalmente flesse nella posizione di partenza, devono piegarsi ed estendersi con un movimento fluido e continuo e in sincronismo con quello complessivo. La scorrettezza o l’incompletezza di questo movimento – caricamento durante il piegamento e restituzione della spinta nella fase che precede e completa il rilascio del pallone – oltre che non agevolare e non incrementare l’elevazione penalizza in modo consistente la sequenza meccanica del tiro, la cosiddetta “routine”, e incide sulla sua precisione e sul risultato finale.
 
4. La posizione della mano sul pallone. E’ sorprendente – ma, purtroppo, vero – riscontrare quanti giocatori facciano un uso improprio della mano che esegue il tiro già al momento della sua preparazione. Accolgono amorevolmente il pallone nel palmo e lo avvolgono con l’intera mano appoggiata sulla sua superficie. Ci sono così tutte le premesse per l’esecuzione di un tiro sbagliato e quando questo errore, già di per sé molto grave, si combina con uno o più altri – soprattutto con quelli indicati ai punti 5,6,7,8,9 – solo la dea bendata può benevolmente far sì che il pallone attraversi la retina. Nella fase di caricamento, il pallone finisce sopra la spalla e riceve una spinta verso l’alto e non verso l’alto-avanti e la spalla interviene scorrettamente causando un movimento più simile a quello dei lanciatori di peso.
 
5. Il gomito. Il tiro in sospensione (ma anche il libero) non necessita della protezione del gomito che spesso e volentieri è allargato in fuori. Così facendo non è perpendicolare al di sotto del pallone che viene di conseguenza portato fuori linea con il canestro e non può che mancare l’obiettivo. Quando ciò si combina con la mancata formazione di un angolo di una “L” fra avambraccio e bicipite, quando il gomito non punta verso canestro o quando il braccio non è completamente disteso, la percentuale di errore è elevatissima.
6. La distensione del braccio. Un elemento così importante come il braccio è frequentemente maltrattato da un uso errato e raramente gli viene prestata la dovuta attenzione. Soprattutto non viene curata la sua completa estensione che prepara la frustata del polso. Troppi tiri sono eseguiti con il braccio piegato con un angolo più o meno ampio, cosicché la spinta risulta incompleta e incide significativamente sul buon esito del tiro. Un secondo errore, altrettanto influente (anche se così non appare), consiste nel riportare immediatamente indietro (o verso l’alto) il braccio non appena il pallone è rilasciato dalla mano. L’effetto negativo di questo gesto è l’impercettibile ma decisivo per il mancato completamento del tiro che imprime al pallone una parabola imprecisa.
 
7. Il polso. Colpisce non poco osservare quanti sono i giocatori che eseguono sia il tiro libero che quello in sospensione senza piegare il polso. Un polso bloccato, non “spezzato”, nega il gesto che più di ogni altro è caratteristico del tiro e che è noto come “frustata”. La sua mancanza non consente di imprimere, con le dita, il movimento rotatorio all’indietro al pallone e, quindi, di dargli la giusta parabola, né va sottovalutata l’incidenza esercitata dai movimenti che lo portano fuori asse quali quelli che imprimono alla mano le rotazioni verso l’interno e verso l’esterno (con i più che intuitivi risultati).
 
8. La mano e la chiusura del tiro. Quando il pallone appoggia completamente sulla mano, dita e palmo, non soltanto quando viene ricevuto dal tiratore (possibile la presa scorretta dovuta a un cattivo passaggio) ma anche nel corso dell’intera sequenza di tiro le possibilità di errore sono più che concrete. Il più evidente è quello già citato al punto 4 e deriva dalla spinta verso l’alto impressa al pallone. Ma c’è un altro clamoroso errore che viene commesso durante la fase di chiusura del tiro e consiste nella gamma di movimenti eseguiti dalla mano al momento del rilascio del pallone. E’ tutt’altro che raro vedere la mano ruotata lateralmente verso l’esterno o verso l’interno facendo perno sul polso o chiusa a pugno. E’ evidente che simili gesti imprimono al pallone direzioni e rotazioni che lo portano a toccare l’anello e a uscire dopo aver ruotato alcune volte sulla sua circonferenza.
 
9. Le dita. L’impatto esercitato sull’esito del tiro da un errato uso delle dita è assai forte e anche se tutti i movimenti precedenti sono eseguiti in modo appropriato, l’errore è in agguato. Posizionate correttamente sul pallone, le dita lo controllano totalmente e ogni loro intervento inadeguato influenza il risultato. Troppo chiuse o troppo allargate, troppo rigide o troppo rilassate non permettono un buon controllo e, soprattutto, portano spesso anulare, pollice e mignolo a essere le ultime dita a staccarsi dal pallone. Così facendo, il giocatore gli imprime una rotazione laterale che interferisce con quella rotatoria all’indietro e che causa l’uscita del pallone dal canestro. Inoltre, la parabola risulta troppo tesa o troppo arcuata e il pallone non “vede” l’anello nella sua forma circolare ma ellittica o comunque distorta.
 
10. Il punto di mira. A prima vista può essere difficile individuare un errore fatale per il buon esito del tiro: la mancanza di un punto di mira e, per estensione, abbassare (o distogliere) gli occhi e perdere così il contatto visivo con il canestro. Avere un riferimento visivo preciso e univoco – quello che gli americani chiamano “target” – è determinante. Molto spesso si vedono tiri eseguiti con tecnica impeccabile mancare il bersaglio e ciò è dovuto alla mancanza di un preciso obiettivo oppure alla sua variabilità, vale a dire al cambiamento del punto di mira di volta in volta. Non è infrequente vedere eccellenti giocatori in possesso di una tecnica da manuale interrompere il contatto visivo con la parte del canestro prescelta e scoccare un tiro inevitabilmente destinato a uscire.
 
Un caloroso saluto a tutti i lettori del blog ResurreziHornets e ai membri del gruppo FB CHARLOTTE HORNETS ITALIA e a risentirci a presto.
 
ERIK CHIALINA

Game 33: Charlotte Hornets Vs Miami Heat 91-82

 
 
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“Senza memoria l’uomo è ridotto al rango di animale inferiore” è una frase di Malcom X.
Se ne potrebbe discutere, anche in base su che cosa intenda per inferiore (per me che amo gli animali, Calabroni in particolare poi… ^_°), di certo non va presa letteralmente ma sta a significare una perdita di valori, di tradizioni che possono far emergere pericoli simili a quelli passati, i quali si possono sventare grazie all’esperienza e al buon senso.
Per un team NBA, il quale replica una partita altre ottantuno volte in regular season, questa frase ha un senso specifico, se anche le avversarie sono tutte differenti e possono mettere in difficoltà con modalità differenti il team di Clifford, è indispensabile ricordare, imparare dai propri errori e cercare di non ripeterli per continuare a vincere.
La squadra di Clifford quindi, dopo aver chiuso sotto il primo tempo, si è ricordata del magnifico terzo quarto contro Orlando e ha vinto la partita, sebbene il Calore di Miami si sia attenuato soltanto nei minuti finali i Calabroni hanno ricostruito il DNA vincente in serata.
Gli Hornets nonostante Whiteside, hanno dominato a rimbalzo (54-46), hanno sfruttato un 6/13 dalla lunetta di Miami (per noi un 14/18) e hanno guadagnato dai turnover (16 Miami, 8 i nostri), mentre altre statistiche hanno margini ridotti o siamo andati peggio (vedi percentuale da tre punti con il tiro un po’ abusato nella notte).
Richardson ha chiuso con 20 punti, poi dalla panchina sono spuntati T. Johnson con 18 ed Ellington con 12. Whiteside si è fermato a 8 con 10 rimbalz e Dragic a 5 con 8 assist, Winslow ha chiuso con un punto e uno 0/9 dal campo nonostante i 5 assist…
Ecco quindi che Charlotte vince la quinta delle ultime sei gare e si appresta a giocarsi il partitone finale dell’anno in casa contro i Cavs.

Walker l’equilibrista, non facile per Winslowindovinare da che parte vada Kemba…
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
G. Dragic, Richardson, Winslow, Babbitt e Whiteside erano gli uomini mandati sul campo da Spolestra per iniziare, Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e Zeller invece i soliti noti per Clifford.
 
Sul salto per la palla a due Whiteside riusciva a far cadere la sfera appena oltre la propria metà campo ma Batum s’inseriva e recuperava portando il primo pericolo della gara dalle parti del ferro di Miami.
In realtà il primo tiro di Batum era stoppato, mentre dall’altra parte Babbitt a 11:36 metteva dentro i primi due punti della gara, Charlotte provava a passare diverse volte dall’esterno tentando triple che non s’infilavano, era allora Batum con un lob che sorvolava l’intera difesa di Miami a trovare Marvin Williams posizionato oltre tutti sotto il canestro a sinistra pronto per appoggiare al vetro.
A 9:51 Dragic lasciato libero appena dentro l’arco realizzava il nuovo vantaggio per l’orda nera, ma a 9:15 Williams beneficiava del secondo assist (all’indietro) di Batum, per convertire in tre punti il pallone donatogli.
Il nuovo vantaggio dei ragazzi di Jordan durava sino all’alley-oop di Whiteside (assist di Winslow), tuttavia Batum decideva di mettersi in proprio e andare in ritmo a tentare il tiro nel colorato, Babbitt non era d’accordo e commetteva il fallo ma il pallone si staccava ugualmente dai polpastrelli del nostro numero 5 e finiva dentro la retina regalando il gioco da tre punti dopo la conversione del libero.
A 8:05 MKG preservava il canestro stoppando Winslow su una transizione ormai non più vantaggiosa, dall’altra parte era sempre la nostra ala piccola per mezzo di un jumper dal mid range a spingere il punteggio sul 10-6 prima che Babbitt a 7:28 con una bomba accorciasse sul -1.
Un fade-away di Babbitt (3/3 sino a questo momento) su MKG consentiva il sorpasso ospite ma Marvin Williams con un’entrata e rilascio in alzata della sfera esclusivamente con la mano destra, batteva il proprio difensore e il tentativo di stoppata in aiuto di Whiteside mandando il tabellone su un più consono 12-11, inoltre Batum con una steal e una jam in solitaria portava il gap di Miami a tre punti.
Whiteside a 4:36 dopo aver passato agevolmente Kaminsky sulla linea di fondo appoggiava ma Kemba venti secondi più tardi si creava un buono spazio andando dopo lo step back a colpire centralmente da tre punti raggiungendo i 7.000 punti con Charlotte.
T. Johnson con un pullup accorciava sul -2 e a 3.29 Jam. Johnson andava in lunetta per un fallo assegnato a Zeller sul tentativo di stoppata, il giocatore di Miami tuttavia mancava entrambi i FT lasciando inalterato il vantaggio dei bianchi che allungavano a 3:04 quando Zeller correggeva a rimorchio il fing and roll di Batum terminato sul secondo ferro.
MKG in difesa subiva sfondamento da parte di Whiteside, inoltre in sull’attacco successivo di Miami la difesa di Charlotte teneva, Lamb usciva con la palla in transizione spingendo per il canestro, era ancora Zeller a pulire la tabella in correzione mettendo dentro il 21-15.
Nessuna illusione però perché la partita rimaneva punto a punto. Se Dragic splittava dalla lunetta, Ellington colpiva da tre dalla sinistra oltre Hibbert ben posizionato.
Ellington in transizione da tre mancava il sorpasso tirando dal lato opposto e Kaminsky sulla sirena si ritagliava lo spazio per il tiro, ma fuori equilibrio non segnava lasciando dopo la prima dozzina di minuti il vantaggio di Charlotte fisso sui due punti (21-19).
 
Il tredicesimo minuto di gioco si presentava con il pareggio di T. Johnson a 11:25, un catch and shoot per il 21-21, inoltre Kaminsky con un passaggio pessimo apriva il campo a Miami; McGrouder intercettava e Reed correggeva sul secondo tentativo l’errore di un compagno portando in vantaggio gli uomini di Spolestra.
A 10:54 Clifford chiamava il time-out, Charlotte dietro teneva e Kaminsky a 9:38 schiacciava in contropiede per il nuovo pari, Sessions inoltre a 9:05 era spinto alle spalle da T. Johnson e con i liberi a bersaglio portava la gara sul 25-23.
Niente da fare per Charlotte comunque… un circus shot di Richardson che resisteva a un doppio contatto (aiuto di Hibbert) procurava a Miami un gioco da tre punti che serviva a compiere l’ennesimo sorpasso ravvicinato.
Ellington a 7:22 aumentava la dose di gap con una tripla dal corner destro che andava dentro passando la mano alzata di MKG.
A 7:07 Sessions rispondeva attaccando in un mismatch il lungo Reed che ripiegava, ma per inerzia come un pianeta portato via dalla coda di marea sfregava su Ramon commettendo fallo prima di essere sparato fuori orbita.
Il nostro numero 7 metteva dentro tiro e libero aggiuntivo, così, grazie all’aiuto successivo di Kemba a 6:56, bravo a guadagnare due liberi in transizione, era utile a portare sul 30-29 il punteggio, un +1 firmato dalle due guardie.
A 6:46 tuttavia Charlotte iniziava a dimostrare di avere problemi dall’arco; Ellington firmava la terza tripla di serata e anche se a 6:29 Hibbert correggeva per il 32 pari l’errore di MKG, in difesa si soffriva troppo, se poi Richardson metteva dentro un impressionante tiro frontale oltre il difensore, la piega sul finale di secondo quarto non era quella desiderata nonostante Kemba s’infilasse sul centro destra per andare all’appoggio contro Winslow non in grado di tenere la penetrazione.
A 4:54 altra entrata di Kemba con finta nel cuore del pitturato su Whiteside depistato e vantaggio Hornets, almeno sino all’appoggio volante del centrone di Miami poco più tardi.
Gli Hornets salivano sul +2 ma ancora una bomba dall’angolo destro scoppiava nella retina degli Hornets, questa volta l’artefice era Richardson, Walker era disinnescato in entrata dall’artificiere Whiteside e nonostante Dragic fosse contenuto da Williams, Johnson recuperava da sotto e metteva altri due punti per Miami. A 3.07 Marvin Williams dalle pendici dell’area a destra doveva tirar fuori i colori dell’arcobaleno per infilare magicamente la sfera nella retina passando il Monte Olimpo Whiteside ma Richardson a 2:22 gelava i Calabroni portando il punteggio sul 40-44.
Charlotte beneficiava di due punti di Batum, inoltre Zeller a 1:25 andava in lunetta dopo un crossover con assist no look di Kemba che faceva sussultare il pubblico.
Il nostro centro mancava il pari errando le due conclusioni e Miami a 1:08 ne metteva due con Richardson, ricezione a centro area sulle rotazioni, avanzamento e due punti dal post basso sinistro circa nonostante Zeller in chiusura.
Batum non segnava da tre, Dragic andava in penetrazione, la difesa di Charlotte si accentrava tutta su Goran che sparava l’assist indietro per un liberissimo T. Johnson bravo a mandare a bersaglio il buzzer beater che dava il massimo vantaggio a Miami mai raggiunto nella gara.
Allo stacco lungo arrivava avanti la squadra della Florida quindi sul 42-49.

Justise Winslow oscurato da Michael Kidd-Gilchrist.
NBAE (Photo by Brock Williams-Smith/NBAE via Getty Images)

 
Si ripartiva nel secondo tempo e Charlotte riproponeva un quarto da favola come quello visto contro i Magic ieri notte… iniziava un parziale di 8-0 a 11:27 con Batum che guadagnava un punto splittando dalla lunetta, concludendo con lo stesso Batum che a 9:47 metteva dentro dalla diagonale destra (media distanza) un tiro in sospensione per il 50-49.
A 9:06 Richardson interrompeva il digiuno ospite regalando il vantaggio a coach Spolestra per il quattordicesimo cambio di squadra leader in serata…
Whiteside allungava di due facendo toccare al pallone il primo ferro e successivamente la retina interna.
Babbitt mancava un colpo dalla sinistra, la tripla non entrava e gli Hornets, scampato il pericolo, colpivano a 7:46 con un off-balance di Batum… dopo il tiro a fenicottero, un tiro a fenice che riduceva lo scarto a un punto…
La partita si vivacizzava e Richardson affondava una tripla da destra su Batum ma a 7:11 una martellata di Zeller posterizzava Richardson e Winslow, il coprifuoco a Miami suonava dopo un’altra mazzata a canestro.
Questa volta era Marvin Williams a partire battendo il proprio difensore con una finta sulla destra, via libera per l’attacco a canestro a tutta velocità, Whiteside si guardava bene dal tentativo di stoppata su una slam dunk a una mano della nostra ala grande che inceneriva Miami, panchina compresa.
Appena raggiunto il pareggio però Dragic metteva dentro a 6:21 sfruttando la tabella, ci voleva più di un minuto (per la precisione 1:11) prima che Frank dalla lunetta riuscisse a pareggiare la situazione.
Walker con una penetrazione in dribbling girava intorno al fusto di Whiteside sotto canestro, l’alzata non aveva angolazione ma Batum spuntava per la correzione e il nuovo vantaggio degli imenotteri che tornavano a condurre, ora sul 60-58.
La squadra di Spolestra si disuniva un po’ dopo un canestro di Lamb, il quale passeggiando sulla linea di fondo riceveva a destra, andava a sinistra e tirava oltre il difensore mettendo dentro il +4, inoltre Batum forniva l’assist a Walker per la tripla dalla leggera diagonale destra e quando a 3:16 Lamb infilava il layup in corsa su gentile assist di Kaminsky (facile aprire il campo in transizione), Charlotte volava sul 67-58.
Richardson con un FT jumper preciso e in ritmo batteva il difensore interrompendo il parziale ma Lamb in terzo tempo lento riusciva a dribblare il difensore e a presentarsi dalle parti del ferro, rilascio in floater e canestro del 69-60 ottenuto con tempo e armonia.
A 1:48 Batum sfruttava il vantaggio contro il piccolo McGrouder, spalle a canestro si girava e colpiva dallo spigolo destro del colorato.
J. Johnson e T. Johnson mettevano dentro tre punti in toto e Miami accorciava sul -5 ma l’ultima parola l’aveva Sessions che a :03.4 spediva dentro dall’area per un parziale di 31-17 che dava il 73-66 dopo 36 minuti di gioco.

Una carrellata delle splendide “Api Mellifere” in serata, attive anche nell’intervallo.

 

 

 
Charlotte iniziava ambiguamente l’ultimo quarto… Hibbert stoppava fallosamente J. Johnson, nel cambio canestro sicuro/fallo, gli Hornets guadagnavano vedendo il giocatore di Miami andare a vuoto su entrambi i tentativi.
A 11:05 un fast break portava Sessions sui bordi dell’area destra a dare dentro per Hibbert che mettendo dentro una schiacciata pesante, intesa proprio come sensazione del peso del suo corpaccione inarrestabile in discesa, dava il +9 (75-66) ai ragazzi del North Carolina.
W. Reed prendeva un passaggio in corsa e dopo un istante metteva dentro frontalmente toccato istintivamente da Hibbert, gioco da tre punti e Miami ancora alla ricerca della W quindi giacché una stoppata dell’indemoniato T. Johnson su Sessions dava la possibilità alla quarta tripla di serata di Ellington (4/8) di accorciare sul -3 (75-72)…
Kemba portava a casa quattro punti, con una seconda azione da applausi; Reed e Johnson chiudevano alti, ma lui rompeva la difesa passando in mezzo e andando a concludere in layup dalle parti del ferro.
A 8:31 anche Johnson colpiva da tre per il 79-75, nessun problema per Charlotte comunque che riprendeva a macinare punti; Lamb a 7:24 guadagnava sotto canestro due FT per un charge e Sessions sull’attacco seguente lasciava sul posto con la finta Richardson, dalla linea di fondo destra arrivava sullo stesso lato del ferro dove appoggiava comodamene difendendo palla da eventuali rientri.
A 6:12 T. Johnson metteva dentro un lungo due con Lamb in leggero ritardo in chiusura, il nostro numero 3 si faceva perdonare in attacco con un tiro che colpiva il primo ferro ma finiva comunque in fondo al sacco.
Johnson da vicino accorciava sull’85-79 ma Miami vedeva le sue possibilità ridursi vedendo scorrere i minuti mancanti in modo non redditizio; Dragic e Whiteside sbagliavano due tiri piuttosto semplici per loro, era T. Johnson a dare qualche speranza intercettando un passaggio corto orizzontale di Batum e volando in contropiede a 3:14 innalzava il punteggio sull’85-81.
Le squadre iniziavano a copiarsi come ninja… Zeller e Winslow splittavano dalla lunetta, poi due entrate selvagge di MKG e Winslow portavano solo a qualche rimbalzo dell’oggetto del gioco sul ferro, Batum e Zeller su un incrocio perdevano palla ma T. Johnson non segnava tirando corto da tre, a questo punto Kemba tergiversava ma decideva di non seguire più il copione e sfruttando un blocco rapido di Cody, passando a sinistra catapultava la tripla decisiva a 1:40 dalla fine.
Era l’89-82, puntellato da MKG nel finale che con un tiro ferro, plexiglass/ferro chiudeva i conti sul 91-82 regalando a Charlotte la seconda vittoria consecutiva e una buona classifica con un record di 19-14.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
22 pt. (8/20), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Beh… si rischia di scadere nella ripetitività estrema. Giocatore fondamentale, arriva a 7.019 punti con Charlotte… Risolve la partita. Le sue caratteristiche le conosciamo, nonostante sbagli qualcosa di troppo (anche se la media è buona ma ha serate migliori come percentuali), i suoi attacchi al ferro sono raramente bloccati, in più tira con il 40% (4/10) da tre…
 
Batum: 7
16 pt. (7/17), 13 rimbalzi, 8 assist, 3 rubate, 1 stoppata. A parte I soliti tre turnover, no nel finale un po’ pesantuccio, spalma punti e assist per tutta la gara compreso un tiro fuori equilibrio in un momento delicato, inoltre cattura qualche buon rimbalzo e finisce in doppia doppia.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
4 pt. (2/7), 6 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Su Winslow va bene, benissimo, su altri giocatori prende qualche punto in faccia, l’impegno c’è, alla fine stanca gli avversari che a volte prendono e tirano senza far circolare bene il pallone.
 
M. Williams: 6,5
13 pt. (6/12), 2 assist, 1 rimbalzo, 1 rubata. Partita sufficiente o forse qualcosina di più di Marvin che fa squillare le tromba con una schiacciata da paura nel terzo quarto.
 
C. Zeller: 6,5
9 pt. (3/4), 2 assist, 7 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Due palle perse e un 3/6 sono le note negative. In attacco spreca poco, in difesa copre bene sulle incursioni, anche nel finale è determinante in una situazione. Anche per lui dunk in corsa da paura. Limita Whiteside a 8 punti e nemmeno li fa tutti contro di lui.
 
Sessions: 6
9 pt. (3/9), 2 rimbalzi, 1 assist. Inizia fuori giri, sembra quello d’inizio stagione, poi trova i sui canestri. Un bell’assist per Hibbert in 18 minuti.
 
Lamb: 6
10 pt. (4/10), 8 rimbalzi, 1 stoppata. Nessun turnover e nessun assist, gli si chiede di segnare, lo fa con il 40% provandoci quasi sempre da distanze non eccessive. In difesa deve essere più accorto, T. Johnson o meno deve migliorare sotto questo punto di vista. In attacco ottiene una sufficienza striminzita. A parte un brutto tiro mette un paio di canestri importanti.
 
Kaminsky: 5,5
4 pt. (1/11), 1 assist, 6 rimbalzi, 1 assist, 3 stoppate. Torna in netta difficoltà in attacco, anche da sotto, uno 0/4 da tre e tanto da correggere da fuori. Mezzo voto in più per rimbalzi e stoppate, anche se in difesa un paio di volte gli scrivono “arrivederci” con il pennarello sulla fronte. Probabilmente gli annullano un canestro (goaltending non chiamato) valido, ma siamo sempre lì…
 
Hibbert: 6,5
4 pt. (2/3), 4 rimbalzi, 2 stoppate. Un Pallone perso e due falli spesi, uno bene e uno male, istintivo. Sotto in 14 minuti fa il suo e si fa sentire. Presenza marginale ma cementante per la difesa se l’attacco non è esplosivo. Rientra in difesa correndo più velocemente del solito…
 
Coach Clifford: 7
Con il Beli out impiega solo 9 giocatori in un back to back ma ha ragione lui. Forse anche Hawes si sarebbe potuto inserire al posto di Frank per qualche minuto. I centri stanotte hanno giocato bene, la squadra anche, sebbene i 18 assist siano inferiori alle solite cifre, diversi sono stati dirottati dalla lunetta con Miami che ha preferito spender falli. Da tre forse si esagera… un 5/26 che non fa nemmeno il 20% non ferma comunque Charlotte che ha dominato (54-46 a rimbalzo). Kemba e Batum, iniziative personali, ma anche lavoro di squadra rispetto a molti altri team moderni.

Game 32: Charlotte Hornets @ Orlando Magic 120-101

 
 
Fuga per la vittoria.
 
Gli Charlotte Hornets non soffrivano il mal d’Africa, in altre parole la nostalgia di chi visita il continente nero e vorrebbe farvi ritorno, ma il mal di trasferta (una brutta di serie di sconfitte esterne interrotta solamente dal blitz di Atlanta), aumentato nella tragicomica trasferta di smaltimento post natalizia a Brooklyn con sconfitta all’ultimo istante, rendeva necessaria una vittoria esterna per legittimare le ambizioni di post season e dare una florida classifica battendo Orlando e Miami (avversaria odierna e prossima) che dall’aggettivo appena utilizzato prendono l’ubicazione geografica.
La prima missione è stata compiuta, i Calabroni tornano ora a Charlotte dopo aver visitato l’esotica e Magica Orlando trascinando con sé bei ricordi, una W, giocate di livello che davano carica e fiducia per il back to back programmato dopo sole 24 ore.
La vittoria è arrivata nel terzo quarto quando i Calabroni tra attacco e difesa hanno annichilito i Magic estromettendoli dalla gara dopo aver toccato i 31 punti di vantaggio grazie a un allungo prodigioso.
Una fuga per la vittoria (parafrasando il titolo del famoso film), che ha consentito la certezza della W ben 12 minuti prima della sirena finale.
A nulla sono valsi i 21 punti di Vucevic guadagnati con il suo tiro dalla media e i 20 di Ibaka, quasi scomparso nel secondo tempo.
I Magic hanno tirato sotto il 26% da tre e hanno messo dentro 8 dei 10 tentativi dalla lunetta, mentre Charlotte ha tirato con il 41,7% da oltre l’arco e ha messo dentro 18 dei 19 liberi concessi.
Gli assist sono stati gli stessi (25), ma la lotta a rimbalzo è stata vinta nettamente da Charlotte che con un 46-34 si è assicurata il controllo dei tabelloni.
 
Gli Hornets, nonostante l’assenza del sesto uomo Belinelli, all’Amway Center potevano schierare la loro formazione base; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.
Vogel doveva rinunciare a Fournier, mentre DJ Augustin in regia ormai per scelta tecnica prendeva il posto di Payton.
I Magic quindi utilizzavano il seguente starting five; DJ Augustin, Meeks, Gordon, Ibaka e Biyombo.
 

Lamb schiaccia nel finale su Hezonja. Jeremy, approfittando dell’assenza di Marco, ha chiuso con 14 punti.

La palla a due era vinta in due tempi dall’ex Biyombo, il quale regalava all’altro (ispano) congolese dopo solo 16 secondi, il tiro del vantaggio dalla baseline sinistra.
MKG lavorava su Meeks in un mismatch, spalle a canestro arrivava nel cuore del pitturato e girandosi metteva il ponticello a 11:22 al quale seguiva 43 secondi più tardi il suo intelligente (perché raddoppiato) passaggio per Zeller, il quale smarcato sotto canestro schiacciava per il primo vantaggio viola.
La squadra di Vogel pareggiava dalla lunetta con Augustin ma a 9:06 i Clifford Boys ritrovavano il vantaggio grazie a Walker che metteva un lungo tiro da due nonostante fosse contrastato.
A 8:47 Gordon fermava con la trattenuta sull’avambraccio di MKG la transizione della nostra ala pronta all’appoggio. Dalla lunetta il nostro numero 14 continuava a tirare bene regalando il doppiaggio a se stesso e ai compagni.
A 8:23 Walker con un passaggio tascabile serviva sulla corsa Zeller che dalla sinistra si accentrava e con la rim run metteva dentro due punti alla sua nuova maniera.
A 8:00 esatti Ibaka iniziava a produrre costantemente punti per Orlando mettendone due, Walker però con la mano sinistra batteva il difensore dalle parti del ferro ritrovando il +6, una dunk dell’ex Biz riduceva nuovamente le distanze a 4, Walker invece in mezzo al traffico sotto il canestro avversario rischiava di perder palla ma da quelle parti passava l’autobus Cody in soccorso; appoggio sulla sinistra del plexiglass e 14-8 a 7:14.
Un gancio di Ibaka e alcuni canestri precedenti dei ragazzi di Vogel portavano sul 14-12 la gara, tuttavia a 6:14 Walker serviva sulla sinistra Batum, il quale aveva km di spazio per realizzare la tripla del 17-12.
Ibaka metteva dentro un jumper dalla sinistra, Nicolas rispondeva dallo spigolo sinistro dell’area infilando un solo cotone ma Ibaka realizzava una tripla che lo portava a 11 punti personali, inoltre Meeks sulla baseline sfuggiva alla difesa di Charlotte e alla stoppata di Zeller realizzando il 19 pari.
A 3:57 una prima e precisa tripla di Kemba riportava il vantaggio tra le unghie dei Calabroni, che tuttavia incassavano l’immediato pareggio di Meeks che da fuori batteva Lamb.
Il time-out voluto da Clifford non serviva perché Ibaka stoppava Zeller e andava in terzo tempo dall’altra parte per far rimetter la testa avanti ai suoi a 3:04.
Lamb a 2:29 dalla diagonale sinistra sorpassava ma Meeks dal mid range destro tirava sul vetro per il +1 Orlando.
Kaminsky era stoppato da Ibaka, ma sulla stessa azione dalle parti della linea di fondo sinistra Sessions riusciva a mettere un buon tiro andando oltre il difensore, il vantaggio era aumentato da Batum che sulla destra correva in transizione battendo in velocità la difesa di Green, il quale non riusciva a tenere sull’appoggio del francese.
Il transalpino, prima di chiudere il quarto, smistava da appena fuori semicerchio dei tre punti, un assist saltato che raggiungeva Lamb, intento come un ninja a staccarsi dal difensore e a passare in back-door sulla destra, su di lui arrivava comunque un tocco tardivo, così il nostro numero 3 portava a casa un gioco da tre punti a :36.5 che chiudeva i giochi del primo periodo sul 32-26.
 
Nel secondo periodo Kaminsky inaugurava le marcature per gli Hornets con una tripla, i Calabroni inoltre volavano con Sessions che a 10:48 realizzava altri due punti.
Orlando rispondeva con un canestro di Vucevic su Kaminsky e con due FT di Green (nati da un passaggio e da un suo attacco deciso al ferro) a 9:56, inoltre a 9:08 Biz in transizione era toccato da Lamb.
L’ex centro di Clifford realizzava un gioco da tre punti che riportava a contatto (39-37) la squadra in divisa bianca.
La squadra di Charlotte ripartiva all’ultimo respiro in attacco; catch and shoot di Hibbert dalla media distanza a destra, preciso e velocissimo a battere la sirena sullo scarico di un compagno.
Orlando tuttavia non aveva ancora esaurito il momento positivo in attacco e con due canestri di Vucevic (vittime una volta Frank e un’altra Roy) riportava in equilibrio il punteggio.
Kemba riprendeva per mano la squadra e con una delle sue rapide finte trovava lo spazio minimo per andare a colpire da tre sulla diagonale sinistra, inoltre fintando alla stessa maniera su Vucevic, ripartiva dopo un’esitazione, passaggio per MKG bravo a metter dentro il 46-41 che costringeva Vogel al time-out per riordinare la propria difesa apparsa smarrita nell’occasione. Orlando però non ne beneficiava immediatamente; Watson spingeva Sessions su un tentativo di floater mandando il nostro numero 7 in lunetta da dove Charlotte aumentava di due il divario, inoltre 13 secondi più tardi Batum metteva in condizioni Kemba di poter segnare da sotto; Walker aggiungeva del suo rimanendo in aria di più e subendo un fallo sul tentativo di stoppata, si presentava in lunetta imitando la nostra ala piccola.
Ibaka nel pitturato interrompeva l’inezia viola per il 50-43 ma un teardrop soft di Kemba ridava i 9 punti di vantaggio alla quadra della Queen City.
Ibaka da tre non dava lustro una gran figura alla difesa di Williams, inoltre su un raro tiro sbagliato della PF avversaria, Gordon riusciva a mettere un tap-in a due mani in reverse sul quale Clifford chiamava immediatamente una pausa.
Kemba mostrava di avere un mirino di precisione quando si creava un pullup in ritmo, il tiro dal gomito usciva ancora una volta precisissimo e gli Hornets toccavano il +6 ma DJ Augustin da tre riduceva a soli tre punti il gap portando il punteggio sul 54-51.
Finalmente si faceva notare anche Marvin Williams per gli Hornets; dopo una tripla sbagliata in precedenza, scagliava un ordigno da tre punti che esplodeva nella retina dei Magic, a 1:36 l’attacco di Charlotte faceva girar palla fuori, Batum aveva la possibilità dell’open e non falliva la tripla del 60-53, in più a 1:07 MKG lanciato in transizione, andando a depositare dopo l’autoscontro di spalla con il difensore, lanciava Charlotte sul 62-53.
Vucevic chiudeva il quarto con due punti e le squadre si recavano negli spogliati sul 62-55.

Zeller rientra con una sindattilia presente sulla mano destra, tuttavia ciò non gli impedirà di schiacciare…

 
Al rientro sul parquet dei Magici, Meeks sfruttava un intercetto su un tentativo di assist di Batum per correre in contropiede, finta su MKG che in rientro saltava e lasciava il tempo giusto all’ex Pistons di realizzare il -5.
A 10:21, Marvin segnava dopo aver appena subito una stoppata, ma Meeks segnava ancora dimostrando di saper far un buon uso della tabella.
Gli Hornets esplodevano insieme a MKG, il quale si faceva vedere alto a 8:54, lungo due punti quasi frontale per la nostra ala che mandava sul -7 i ragazzi di Vogel.
Gordon nell’angolo sinistro subiva il disturbo di Batum, la sua tripla finiva storta sul ferro e Charlotte colpiva ancora a 7:59.
Gli Hornets difendevano bene ora; MKG si stampava su un blocco illegale di Biyombo (spallata sinistra a MKG alla ricerca di Meeks) e costringeva gli arbitri ad annullare in contemporanea il canestro indebitamente guadagnato.
Charlotte dilagava nel quarto replicando con MKG a 7:22, altro ponticello, stavolta con rimbalzi da ferro amico e Hornets sul +11, ma non era finita… passaggio breve laterale di Kemba per Marvin, il quale a 6:39 saettava una tripla che fulminava la difesa della squadra di casa.
Venti secondi più tardi Kemba bruciava Payton (rimasto fermo sul lato sbagliato del blocco portato da Zeller) e Vucevic; appoggiando sulla destra del canestro e subendo anche il contatto con il numero 9 avversario riusciva a portare a casa un gioco da tre punti che consentiva a Charlotte di muovere ancora il tabellone. A 6:19 segnava un parziale d 12-0 e un 76-59 pro Hornets…

Vucevic con il quattordicesimo punto personale cercava di bloccare la fuga ospite, ma i Calabroni giocavano palloni dalle parti del ferro; se prima Cody guadagnava due liberi (fallo d’Ibaka), Batum riceveva da Kemba e schiacciava a una mano indisturbato a 5:36, Williams da sotto canestro a destra dava dietro sulla corsa di Zeller, il quale schiacciando rumorosamente si sentiva fino a Miami, avvisando gli Heat per domani sera…
Il canestro valeva l’82-61 e certificava la scomparsa mentale dal campo dei Magic che tentavano 4 volte, specialmente da oltre l’arco sulla stessa azione (due rimbalzi offensivi di Payton) ma non la mettevano più dentro…
Walker acuiva le difficoltà dei locali ricevendo in corsa appoggiando con armonia in continuazione da sotto. Lamb da sinistra remava fino all’isola del tesoro bruciando la retina, Batum recuperava un rimbalzo e andando in coast to coast realizzava in appoggio spinto da Vucevic aprendo il forziere con un gioco da tre punti che valeva l’89-61.
A 2:50 era ancora il francese a depistare la difesa bianca, in particolare Green rimaneva lì mentre Batum andava sulla diagonale destra per realizzare il +31 con una bombarda siderale (92-61).
Batum nel finale dava ancora Charlotte dopo un gioco da tre punti di Green; assist verticale per Kaminsky, il quale era rapido a compiere mezzo giro sull’esterno dal post destro e a mettere dentro usando il plexiglass.
A 1:25 Batum sfornava l’ottavo assist per la tripla di Sessions frontale, la quale valeva il 97-67.
L’1/2 di Watson dalla linea a :26.9 dalla terza sirena addolciva una pillola amara per Orlando, che nel parziale di quarto si vedeva superare 35-13, sostanzialmente eclissandosi dalla partita.
 
Nell’ultimo quarto partiva solo MKG tra i titolari; Lamb in questa frazione “spazzatura” metteva dentro due liberi a 11:24 mentre a 10:56 Sessions s’inseriva in un discorso “rimbalzistico” dei Magic e rubando palla sulla sinistra appoggiava tra gli uomini di creta di Vogel.
Il 101-68 al quale replicava con un arcobaleno Payton era più che soddisfacente oltre che rassicurante.
Dopo un artistico misto sottomano/fing an roll chiuso di destra di un Kaminsky proveniente dalla sinistra, Orlando portava a casa un parziale di 9-0 ma Hawes, appena entrato, a 7:05 infilava un turnaround dal pitturato.
A 6:23 un bel tiro di Sessions valeva il 107-79, nel finale per Orlando c’era spazio per il tiro, Hezonja ne approfittava, mentre dall’altra parte la connessione Hawes/Lamb si dimostrava forte nonostante fosse stata interrotta da Clifford per lungo tempo; Spencer forniva dei dolcetti a Jeremy che li usava in maniera propizia portando a casa 4 punti con due jam piacevoli da osservare.
Orlando guadagnava sterilmente qualche punto nel finale e a 09.2 Rudez realizzava la tripla che fissava il risultato sul 120-101, tuttavia Charlotte interrompeva il mal di trasferta in maniera convincente.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
21 pt. (8/12), 3 rimbalzi, 5 assist. Si riposa integralmente nell’ultimo quarto ma il tunnel l’aveva già scavato. E’ lui quando c’è bisogno a fornire benzina alla squadra. Spreca pochissimo al tiro e perde solo un pallone in soli 24 minuti. Dietro cerca di lavorare sui blocchi per Augustin che lo colpisce una volta ma poi si limita al tiro e chiude con 7 punti e 3 assist, poca “roba”…
 
Batum: 8
20 pt. (8/12), 9 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata in 29 minuti. Tutta la sera ironicamente i tre commentatori di Charlotte ridendo, l’hanno ironicamente definito uomo colla, certo se gioca così, e ne ha le possibilità, è molto di più. Al tiro va come Kemba, realizza alcune triple in momenti importanti e ha cifre da gioielleria. Co un rimbalzo e due assist in più (avesse giocato l’ultimo quarto) sarebbe andato in tripla doppia…
 
Kidd-Gilchrist: 7
12 pt. (5/9), Va sul concreto, in attacco e in difesa. Dietro si fa fatica a passare anche quando gli avversari segnano, in attacco va in fiducia mettendo un paio di tiri che ora sembrano essere nelle sue corde se presi con tranquillità, inoltre dalla lunetta sembra diventato più preciso e freddo.
 
M. Williams: 6
8 pt. (3/7), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, 1 rubata. Un po’ in affanno in difesa dove non risulta efficace, poi migliora o l’avversario peggiora… Mette un tiro da tre nel secondo tempo che contribuisce a squassare la nave di Vogel.
 
C. Zeller: 6,5
10 pt. (4/6), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Sembra debba uscire per infortunio a poco più di un secondo dall’intervallo a causa di un tentato anticipo sotto canestro da parte di Meeks che gli colpisce anche la mano (oltre la palla), tuttavia rientra con una sindattilia e da il suo contributo anche nel secondo tempo. Segna quando c’è la possibilità senza strafare, anche lui risparmia energie nell’ultimo quarto prima della sfida con Miami.
 
Sessions: 6,5
13 pt. (5/9), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate in 21 minuti. Ha voglia, gioca, corre, crea per se stesso e si batte, oltretutto mette buona parte dei tiri. Un solo assist ma comunque è un giocatore ben diverso da quello visto a inizio stagione al quale riusciva poco.
 
Lamb: 6,5
14 pt. (5/10), 4 rimbalzi. Mette una tripla nel primo tempo e un paio di canestri in schiacciata nel “rumenta time”. Il suo lo fa, anche se magari non sempre in difesa è così coriaceo.
 
Kaminsky: 6
9 pt. (3/11), 1 rubata, 2 perse. Si perde un po’ nel garbage time, poco preciso da fuori (1/6), conta relativamente ma deve mantenere la concentrazione. Qualche errore anche prima, come i due tiri iniziali poi comunque riscattati con un buon terzo tentativo. I suoi canestri comunque contano al momento giusto.
 
Hibbert: 6
4 pt. (2/4), 3 rimbalzi. Gioca 15 minuti, perde due palloni. Lento a rientrare e lento nei movimenti in attacco. Se ha palla in mano, può creare un pericolo, altrimenti sui passaggi in attacco con lui marcato, rischiamo qualche cosa (l’anticipo, la persa, ecc.), tuttavia mette dentro un tiro prezioso allo scadere dei 24. In difesa potrebbe fare meglio.
 
Hawes: 6,5
6 pt. (3/4), 4 rimbalzi, 2 assist. Entra e interrompe il monologo punti Orlando, replica un paio di volte con canestri agili, sbaglia una tripla ma in versione Babbo Natale schiaccia assist regalo. Per lui un -10 ma senza troppe colpe.
 
Roberts: 6
2 pt. (0/0), 2 assist in 5 minuti. Due punti passando per la lunetta (buon movimento per prendersi il fallo), più due assist smistati. Prende un -9 di +/- con le squadre scollate ma lui fa il richiesto.
 
Graham: s.v.
1 pt. (0/0) in 4 minuti. Gioca poco, non si può dare un giudizio.
 
Coach Clifford: 7
Buoni I tempi per I time-out, la squadra riesce a recepire i messaggi, oltre il talento di Walker e il collante di Batum abbiamo una difesa seria nel terzo quarto e un attacco che crea con varie situazioni, buoni tempi di gioco, vantaggi e qualità per arrivare a canestro, almeno contro i Magic funziona bene…

Game 31: Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 118-120

 
 
RistrettHornets
 
Per motivi personali questo recap sarà scritto in versione ristretta, Brooklyn ha vinto insperatamente una gara rocambolesca con diversi colpi di scena nel finale.
I tiri da oltre l’arco hanno finito per punirci, in particolare il buzzer beater di Foye non ha più dato possibilità di replica e i Calabroni sono caduti ancora una volta in una partita punto a punto, dimostrandosi più fragili dello scorso anno, quando queste diverse volte si portavano a casa.
Belinelli è rimasto fuori per problemi alla caviglia e Charlotte ha tirato con il 30,8% da tre contro il 48,4% di Brooklyn…
Un 44-39 e un 11-4 tra rimbalzi e rubate non sono serviti agli Hornets per dare continuità alla classifica.
La striscia si è fermata a tre e gli Hornets dovranno rivedere qualcosa sugli esterni e sul tiro dall’arco per evitare di giocare bene ma a causa di piccoli momenti di “relax” mentale, essere beffati in finali che quest’anno sono stati amari.
Per i Nets Bogdanovic è stato il top scorer con 26, Kilpatrick lo ha seguito da vicino con 23 mentre sul podio è salito anche Lopez con 21.
Appena giù dal predellino ecco Lin con 17 in 22 prima di uscire per un risentimento muscolare.

Batum ha segnato 24 punti ma Charlotte non è riuscita a uscir vittoriosa dal Barclays Center.

I cinque Calabroni iniziali prescelti da Clifford per iniziare la partita erano: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams, e C. Zeller.
I Brooklyn Nets potevano schierare l’ex Hornets Jeremy Lin e mettevano in campo il seguente quintetto: Lin, Kilpatrick, Joe Harris, Tr. Booker e Brook Lopez per Ken Atkinson.
 
L’inizio vivace della partita portava le squadre a superarsi diverse volte; dopo i canestri ravvicinati di Booker in post basso destro e Walker in velocissima entrata, Batum guadagnava due liberi per portare avanti i nostri colori 4-2 ma l’ex Lin da tre colpiva in transizione da tre punti.
Nonostante ciò Charlotte reagiva e mettendo a segno due canestri con una dunk di MKG e due FT di Batum a 9:09 fermato fallosamente in transizione.
Sull’8-5 i Calabroni subivano due canestri di Kilpatrick complice una rapida steal di Lin ma un bel canestro in uno contro uno (dalla media alzata veloce) di Marvin Williams riconsegnava il vantaggio ai viola che tuttavia subivano una tripla di Lopez dall’angolo sinistro nonostante Zeller provasse a contrastarla. Era sempre Batum a gioco fermo (dopo il time-out) a riconsegnare l’equilibrio alla partita, mentre da un air-ball di MKG nasceva il vantaggio Hornets con Marvin Williams al posto giusto nel momento ideale per segnare dopo aver raccolto il pallone quasi caduto a destra vicino al ferro.
Batum realizzava i suoi primi due punti dal campo utilizzando il vetro, a 5:58 Walker aggiungeva due FT (Lin foul) per portare il punteggio sul 20-14 e 29 secondi più tardi colpiva nuovamente e pesantemente da tre punti per il +9.
Il distacco arrivava a 11 punti quando a 3:57 Kaminsky colpiva da tre punti e a 13 quando Lamb sfruttava un rimbalzo offensivo di Hibbert per saettare frontalmente da tre il 31-18.
Whitehead rispondeva dalla lunga, le squadre riuscivano comunque a trovare una certa fluidità nel realizzare punti e Batum dalla diagonale destra lunga esplodeva uno stop & pops che centrava perfettamente la retina per il 36-25.
Kaminsky metteva dentro un paio di canestri facendo vedere la buona vena realizzativa, mentre Bogdanovic chiudeva il punteggio nel quarto con la tripla del 40-31 dall’angolo destro.
 
Nel secondo quarto L & L innalzavano il punteggio di due per ambo i team; Lamb a 11:42 per Charlotte e Lopez per i locali, dando da fare ai tabellonisti, poi a 10:50 Brooklyn iniziava a usare il tiro da tre con costanza riuscendo a colpire con il n°22 grazie anche a un buon giro palla.
MKG dalla diagonale sinistra, una dunk a due mani di Hollis-Jefferson, una drive chiusa in mezza girata per un contatto e l’appoggio in layup di Sessions incrementavano il punteggio, Lamb a 9:06 dalla diagonale sinistra rispondeva alla bomba precedente di Brooklyn tirando fuori in uno contro uno, una traiettoria precisa che serviva ai ragazzi di Clifford per salire sul 49-38.
MKG trovava spesso spazio sulla linea di fondo; era il caso a 8:44 quando perso dalla difesa in tenuta bianca e raggiunto da un passaggio di Sessions riusciva a metter dentro la jam. Bogdanovic e Lin rispondevano con due triple ma ancora la nostra ala piccola sulla linea di fondo riceveva a 7:06 da Kemba e infilava altri due comodi punti, non contrastato da nessuno. MKG a 3:12 subiva fallo ma la situazione era simile alle precedentemente descritte, solo questa volta gli toccava passar dalla lunetta per ottenere de punti in maniera leggermente più faticosa.
Dal 57-49 si passava al 59-52 con una bomba di Kilpatrick abile a far scavallare i cinquanta alla squadra newyorkese.
A ridistanziare i giocatori della tentacolare città nel finale ci pensava Kemba, il quale realizzava due canestri consecutivi e con il secondo a 1:46 messo dalla media a destra in jumper anticipando l’arrivo del difensore rispediva Brooklyn al -9 (61-52). Per un fallo a rimbalzo offensivo di Booker (con il “colpevole” non d’accordo), Marvin Williams si recava dall’altra parte del parquet (in bonus) per affondare i due FT che chiudevano i primi 24 minuti sul punteggio i 63-54.
 
La ripresa partiva con un fast elbow jumper di Kemba dalla media diagonale desta per ridare un vantaggio in doppia cifra ai ragazzi del North Carolina ma il trend durava poco; Brooklyn s’impegnava nella rimonta e viveva un buon momento grazie a Brook Lopez, il quale stoppava Kemba, poi schiacciava dall’altra parte e sull’azione offensiva seguente metteva dentro un tap-in per il 68-63.
Charlotte andava a vuoto diverse volte in attacco e veniva freddata da una bomba di Bogdanovic frontale, sulla quale MKG tentava l’inutile uscita dal blocco portato per il tiratore avversario. Il 68-66 riportava in bilico la partita che subiva anche il cambio di squadra leader quando Bogdanovic portava a casa un gioco da tre punti e mandava sul -1 gli Hornets, i quali finalmente riuscivano a reagire e a segnare con Zeller a 7:25.
Cody sfruttava il lavoro di Kemba arrivato sulla linea di fondo destra, Lopez si staccava per raddoppiare ma lasciava scoperta la diagonale verso il centro, il nostro play leggeva bene la situazione e con l’assist per il nostro centro firmava l’assist per la rim run del sorpasso targata Cody.
A 6:48 MKG puniva in transizione un errore pacchiano in palleggio degli avversari, poi andava a stoppare rabbiosamente Kilpatrick, infine una dunk di Zeller portava i Calabroni sul 74-69. I Nets passavano diverse volte dalla lunetta e grazie a un 4/6 si riavvicinavano sul 77-75 a 3:23 con un 2/2 di Hollis-Jefferson fermato in transizione dal fallo di Lamb.
Kaminsky subiva uno sfondamento da parte di Whitehead e in attacco andava schiacciare grazie a un bel pick and roll con assist schiacciato di Batum.
Sessions a 1:52 segnava in ritmo tre punti dalla top of the key e gli imenotteri potevano così controllare la gara sull’82-77.
Bogdanovic però andava in bonus sul fallo di Batum e accorciava a tre le lunghezze di svantaggio che continuava a oscillare nel finale di quarto tra tre e cinque punti giacché nonostante i buoni canestri di Kaminsky e Batum, Bogdanovic e Lopez riuscivano a rispondere.
Il parziale dopo tre quarti vedeva accorciare i Nets ma gli Hornets mantenere ancora il vantaggio sull’88-83 mentre Lin nel quarto era anche costretto a uscire su un suo reverse si faceva male al retro della coscia sinistra.

Cody porta sul 118-117 la partita.

 
Charlotte nell’ultimo quarto si portava sul +6 con i canestri di Lamb a 8:42 e Hibbert trenta secondi più tardi (turnaround su Hamilton).
Sul 98-92 a 7:57 Lopez trovava un canestro con fallo di Hibbert in continuazione perpetua, sempre il centro dei bianchi a 7:40 pareggiava le sorti della partita e ricevendo in lob segnava venendo schiacciato tra Zeller e Kaminsky, ciò gli valeva il punto supplementare dalla linea della carità che agganciava i Calabroni rimasti fermi ai 98.
Lamb non segnava e Lopez dal post basso firmava il parziale (tutto suo) di 0-8, Kemba in penetrazione non segnava ma era atletico e acrobatico Lamb a trovare la parità a quota 100.
I Nets realizzavano 4 punti consecutivi e Charlotte andava anche sotto di 6 con una tabellata di Bogdanovic.
Un barlume di speranza si accendeva con una tripla solo cotone di Williams dalla diagonale sinistra, ma della stessa moneta rispondeva dalla parte opposta del campo Killpatrick.
A 3:04 dalla fine Charlotte sul 105-111 era in grossa difficoltà, tanto più che guadagnava una rimessa dal fondo ma mantenendo pochi secondi per tirare.
Sulla rimessa dal fondo arrivava lo scambio Williams/Batum con il francese bravissimo a realizzare la bombarda dal corner destro e a subire fallo.
Il gioco da 4 punti a 2:22 riconsegnava un finale alla gara, reso ancor più interessante quando Cody riprendeva da un suo errore da sotto e faceva girare la base della palla sul ferro prima di farla accomodare nel canestro per il 111-111.
Nel finale però la squadra del North Carolina subiva un’altra tripla di Patrick alla quale rispondeva con Batum, bravo a saltare un difensore e a dare in mezzo a Zeller, il quale non avendo nessuno tra i piedi schiacciava il 113-114.
A 1:06 tuttavia ancora una tripla di Bogdanovic gelava Charlotte che andava oltre il possesso sul 113-117.
Sembrava finita quando dopo il time-out Walker perdeva frettolosamente palla non agganciandola sulla rimessa ma si faceva perdonare con la penetrazione e lo scarico dietro per l’open 3 di Batum che riportava in scia Charlotte.
Bogdanovic esagerava da tre e gli Hornets a :08.6 conquistavano il rimbalzo.
Time-out necessario e al rientro ricezione di Kemba in punta che dopo la serpentina tra i difensori era fermato in stoppata, la palla rimaneva lì e Zeller era bravo a metter dentro i punti del sorpasso con soli :02.3 sul cronometro.
Sulla rimessa di Bogdanovic, Foye lavorava per liberare Lopez, sul quale finiva Walker, Zeller riprendeva posizione ma sulla rotazione si distanziava il numero due dei Nets prendendo vantaggio su Walker, il quale faceva ciò che poteva per contrastare un tiro non semplicissimo da tre, la palla tuttavia entrava nella retina e Brooklyn vinceva 118-120 una rocambolesca partita.
 
Pagelle
 
Walker: 6
15 pt., 6 assist… Una partita normale per Kemba. Nulla di eccezionale anche se con qualche sua puntata. Fa 6/17 e commette 3 turnover, nel finale prende in faccia la tripla decisiva ma non credo potesse fare molto di più con i Calabroni sopra solo di un punto.
 
Batum: 7
24 pt., 5 rimb., 5 assist. Tira un po’ male nel terzo quarto, poi nel finale fa rientrare prepotentemente Charlotte con un gioco da 4 punti e una tripla. Prende in faccia una tripla piuttosto improbabile nel finale ma crea e segna. Peccato non sia servito a nulla il suo lavoro tonight.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
12 pt., 10 rimbalzi, 2 stoppate. Finché può veleggia sulla linea di fondo e porta a casa punti. Va in doppia doppia e anche se prende qualche punto in faccia, gioca con impegno e intensità.
 
M. Williams: 6
9 pt., 4 rimbalzi, 3 rubate. Normale partita per Marvin in 28 minuti d’impiego.
 
C. Zeller: 6,5
15 pt. (7/11), 9 rimbalzi. Rischiava di essere il salvatore della patria, purtroppo Foye gli rovina tutto, compreso un buon ultimo quarto, nonostante sia a rischio sesto fallo e quindi espulsione. Battaglia con Lopez, a quale si avvinghia in alcune delle situazioni finali. Rimane leggermente arretrato sul blocco di Foye finale.
 
Kaminsky: 6,5
13 pt. (5/9), 5 rimbalzi. Buona partita offensive di Frank. Difensivamente va a tratti ma meglio del solito, tuttavia con lui in campo è un +/- di -7.
 
Sessions: 6,5
In 15 minuti segna 9 punti e smista 4 assist. Fa il suo dovere.
 
Lamb: 6,5
17 pt. (7/14), 4 rimbalzi. Da il suo contributo in attacco. Buona la percentuale, non così dalla lunetta da dove fallisce un paio di occasioni, che sommato alle pecche degli altri, risultano decisive, ma la sua è la solita partita fatta per cercar di segnare. Con il Beli out non va male.
 
Hibbert: 6
4 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Luci e ombre, fa un paio di cose buone a inizio ultimo quarto, poi le alterna con un paio di cose negative. Fa 2/3 dal campo con 2 palle perse.
 
Coach Clifford: 6
Tutto bene eccetto la difesa, un po’ blanda in alcuni tratti ha consentito il rientro dei padroni di casa che hanno trovato, nonostante l’uscita di Lin, linfa da Bogdanovic e dalle triple oltre l’arco. Bisogna chiudere prima le gare, squadra scostante e occasione persa. I bagordi delle tre vittorie precedenti hanno detto che oggi eravamo oltre la frutta, proprio al caffè…

Game 30: Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 103-91

TimHornets
 
Siamo sotto Natale, il consumismo porta nelle nostre case doni, più o meno apprezzati, forse meno gradite sono talvolta persone o le aziende che li fanno, regali dovuti e poco pensati, lo stress anche per chi li fa, il tempo dedicato… soldi spesi… ebbene, nella notte Charlotte regala ai suoi fan un successo che esula un po’ (almeno non necessariamente nonostante ovviamente l’impostazione della NBA sia ultra commerciale) dal discorso speculativo, mentre per me che dedico tempo a questa “folle” squadra, regala del tempo felice, compreso un finale visto in apprezzatissima compagnia di un familiare che solitamente non vive qui.
Il tempo (anzi… i tempi) è ancora più importante dei soldi spesi, regala momenti unici a volte e nel basket se sai usarli sono il fulcro della partita.
Il tempismo degli Hornets, insieme all’energia profusa e al timone di Clifford, hanno consentito ai ragazzi di Jordan di mettere a referto 13 stoppate contro le 6 dei Bulls, nonostante che a rimbalzo i Calabroni siano andati sotto 48-52 quando nel finale i Bulls hanno tentato di aggredire dalle parti del ferro per accorciare.
Per i Bulls Butler ha realizzato 26 punti, McDermott 15 mentre Wade ha finito con soli 12 punticini mentre Rondo si è fermato a 7.
Il 39,6% dal campo dei Bulls contro il 44% degli Hornets e i FT (8/10 Bulls e 24/28 Hornets) sono stati altri aspetti che uniti all’impegno, hanno consentito ai ragazzi di Clifford di anticipare d’un giorno il gift natalizio.

Collins, la brava Ready con il mitico Dell Curry prima della partita.

 
Il quintetto iniziale dei Bulls era composto da; Rondo, Wade, Butler, Gibson e R. Lopez, mentre gli Hornets schieravano; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams, C. Zeller.

Walker (20 pt.) contro Robin Lopez (espulso nel finale per una doppia gomitata).

 
Gli Hornets riuscivano a portar il primo pallone nella propria metà campo ma non a segnare alla prima occasione; Marvin Williams colpiva il ferro da oltre l’arco, tuttavia Zeller recuperava un lento lob e partendo dalla difesa i Calabroni sviluppavano una trama offensiva più efficace, era Marvin a dare dentro per Batum che s’infilava tra le maglie nere, ma era fermato con il fallo a 11:11.
I liberi andavano a segno e gli Hornets passavano in vantaggio ma venivano agguantati sul 2-2 a causa di un jumper di Rondo poco più tardi.
Gli Hornets producevano un buon basket e Kemba passando dietro un blocco alto di Zeller realizzava da tre a 10:34, Marvin usava un fast break arrivando a rimorchio per battere il difensore dei Bulls comunque riuscitosi a piazzare davanti al canestro.
In difesa Williams chiudeva su Gibson ma fallosamente e il 2/2 a 9:57 riavvicinava a un solo possesso lungo i Tori.
Un floater di Cody dal pitturato violaceo e un canestro di MKG in transizione ridistanziavano i Bulls (11-4), i quali però reagivano con 4 punti consecutivi in fade-away di Wade prima di subire a 7:31 un FT di Zeller (splittati) per il 12-8.
Rondo da destra riportava a -1 i Bulls grazie a una bomba con un po’ di spazio Cody era stoppato al ferro da Gibson ma MKG in rientro si vendicava sullo stesso Taj restituendo il favore e a 7:37 Batum segnava da due punti.
Lopez con un gancio al vetro e un’entrata di MKG che dalla baseline destra passava a quella sinistra per infilare un gancio ravvicinato alzavano il punteggio sul 16-13, poi i Bulls realizzavano due canestri e passavano avanti con Gibson a 3:35 abile a mettere un jumper dalla media linea di fondo sinistra. Kaminsky non segnava e subiva l’entrata di Butler che continuava il parziale (4-11) dei Bulls, a nulla servivano due rimbalzi offensivi di MKG nella stesa azione, era sempre l’astro emergente dei Bulls a realizzare su Beli per estendere il vantaggio ospite sul +5 (16-21).
Kaminsky con uno spin nel traffico dal post basso sinistro metteva dentro con la mancina mai Tori correndo in contropiede mettevano dentro due rapidissimi punti così Clifford chiamava il time-out a 1:14.
Al rientro un bellissimo tracciante verticale di Kaminsky per Lamb che correndo parallelo alla baseline sinistra agganciava in corsa al volo e deviava facendo accendere la stella cometa a contatto dell’atmosfera del pitturato serviva per il -3, ma una tripla di McDermott mandava al massimo distacco gli Hornets durante il primo quarto.
Charlotte chiudeva la prima frazione con due punti di Hibbert che iniziava a ingranare per il secondo quarto.
Dopo 12 minuti quindi Charlotte si trovava sotto 22-26.

Jordan ha vissuto con partecipazione la serata contro la sua ex squadra principale.

 
Charlotte iniziava difendendo bene su Wade e McDermott, Hibbert prendeva il rimbalzo ma a contatto veniva sbilanciato perdendo palla, Mirotic finiva per segnare, i Bulls realizzavano altri due punti e potrebbero andare anche sul +10 con Felicio in lunetta che tuttavia faceva un doppio regalo ai Calabroni fallendo ambo le conclusioni.
Batum da tre tirava storto, ma Hibbert chiudeva in aiuto Mirotic stoppando il barbuto dei Bulls, Sessions in transizione riusciva in due “blocchi” di azione ad aumentare di tre i punti dei teal che dopo aver ridotto a cinque, il gap usavano un tremendo Hibbert per stoppare Mirotic ancora una volta (questa volta sulla baseline sinistra), Roy in attacco superava il pacco Felicio e la differenza si assottigliava a tre sole unità…
Dietro ancora Hibbert in aiuto apriva la strada in contropiede a Walker, il quale con un terzo tempo alla Harden costringeva al fallo i Bulls sul tiro in transizione.
Dalla lunetta Walker realizzava il 29-30 ma i teal non si accontentavano di rimanere a contatto, una stoppata stratosferica (anche se la rivedrei perché forse leggermente sospetta di goaltending) su Mirotic serviva a Charlotte per rimanere viva e portare una transizione sulla quale Batum in tap-in sorpassava la squadra di Hoiberg a 6:25.
Altri quattro punti consecutivi di Batum servivano a Charlotte per raggiungere il 35-30 a 4:46.
A 4:29 Kemba subiva fallo in penetrazione e dalla lunetta non sbagliava realizzando il +7 grazie a un 15-0 di parziale Butler con una finta costringeva Hibbert al fallo e il suo 2/2 interrompeva la corsa degli Hornets che comunque a 3:59 segnavano con Zeller in schiacciata prepotente (secondo tentativo) a posterizzare Lopez e Gibson.
Gli Hornets si portavano sul +9 quando una trappola nell’angolo destro consentiva a William d’intercettare il passaggio in uscita, Kemba portava la minaccia dall’altra parte del parquet e segnava il 43-34.
Butler segnava un FT jumper grazie allo schermo di Gibson ma nonostante un paio di bei canestri di Wade i Calabroni usavano un 5-4 per chiudere sul 48-40 il primo tempo.

Hibbert in chiusura contro McDermott. Roy è stato una presenza finalmente nella notte, non vago spettro di Christmas Carol.

 
Nei primi minuti della ripresa sul parquet pervenivano solo i Bulls che usavano un inquietante parziale di 9-0 per ribaltare la partita. Butler da destra colpiva e affondava da tre punti a 10:21 grazie a un passaggio in transizione, la squadra dell’Illinois si trovava quindi sul +1 in nemmeno un minuto e quaranta secondi giocati…
Marvin Williams partiva da sinistra in orizzontale, arrivava a centro area e metteva dentro tirando sopra Gibson proteso in salto al massimo sforzo possibile.
Il nuovo vantaggio Hornets era difeso da Zeller che da dietro rubava a Rondo un pallone, poi Batum passava a Zeller bravo prima a tenere dietro Butler per uno screen roll e poi a schiacciare con la mano destra senza trovare opposizioni. Batum portava sul 54-49 i ragazzi del North Carolina, Rondo in incursione al ferro rispondeva ma Kemba nel duello tra play a 7:08 usava il tiro da due lungo per pareggiare il duello nel breve lasso di tempo.
Zeller dava una mano in difesa stoppando Rondo da dietro, grazie anche a Kemba, abile a rallentarne l’incedere ponendosi davanti a lui, arretrando nella giusta maniera, Butler tuttavia a 6:26 infilava un bel jumper battendo Marvin senza colpe.
Sempre Jimmy recuperava una palla e appoggiava sul pass in transizione per il -1.
Charlotte di squadra usciva dai problemi di riavvicinamento dei Bulls, passaggio per Cody che con un extra pass sotto il canestro a destra regalava a MKG la schiacciata scoprendo la coperta dei Bulls sul lato corto, Marvin inoltre in difesa era abile a preservare il nostro canestro con la stoppata, sulla transizione gli arrivava un pallone per la tripla frontale che valeva il 61-55. Dopo punti schermaglia, Batum continuava il suo lavoro per arrivare in tripla doppia; un catch n’shoot in uscita che lasciava sul blocco il difensore e dava origine al 64-59.
McDermott rispondeva da tre e Walker andava a sedersi in panca, ma quando si sarebbero potuti pensare problemi palesi per leadership e facilità nel realizzare punti, i ragazzi di Clifford andavano a smentire immediatamente l’ipotesi.
Kaminsky vinceva due duelli con Mirotic (attacco e difesa), Zeller a 2:29 si procurava spazio andando a metter dentro tra la selva di arti protesa alla difesa del canestro dei Bulls, McDermott replicava con la seconda tripla a 2:50 accorciando sul 68-65 ma Frank dalla mattonella del corner sinistro imitava il collega tiratore, così gli Hornets salivano sul +6 e sopra i 70…
Cody e Frank aggiungevano due punti a testa (il tank con un teardrop nel pitturato grazie alla partenza fintata da oltre l’arco) portando sul +10 i teal (75-65).
Grant con uno step back di qualità chiudeva anche il terzo quarto sul punteggio di 75-67.

Hugo e le splendide Honeybees. Happy winning time in Charlotte.

 
Sessions in avvio di ultima frazione mancava un reverse ma Kaminsky riprendeva e metteva dentro due punti per la causa. Gibson inoltre si prendeva un tecnico sull’azione d’attacco. Lamb a 10:57 ringraziava e metteva dentro il 78-67.
A 10:50 la terza tripla di McDermot faceva scemare il vantaggio degli imenotteri a otto punti che divenivano solo una mezza dozzina con Mirotic in appoggio.
Lamb agli Hornets faceva il suo dovere di tiratore e tornando a segnare ridava margine di sicurezza a Charlotte, Hibbert e MKG (sua la stoppata) raddoppiavano e fermavano Wade, la transizione al ferro di Sessions spingeva gli Hornets sull’82-72. Wade rispondeva ma un pachidermico Felicio usciva dal cilindro commettendo fallo su Lamb al tiro.
Jeremy infilava i FT a gioco fermo (84-74) quando mancavano 8:04 sul cronometro.
Mirotic con un altro tapi-in faceva oscillare lo svantaggio ma un fallo di Butler su Kemba (non al tiro ma in tentativo di crossover) mandava in lunetta il nostro play (Charlotte in bonus).
Passato circa un minuto dall’ultimo canestro di Charlotte, Kemba replicava al canestro dell’ala dei Tori, riportando il vantaggio a 10 punti.
A 5:59 Kaminsky era un tornado nel pitturato; usando il piede perno si alzava battendo Gibson per portare sul +12 i ragazzi di Jordan (88-76).
Gibson colpito nel vivo ci metteva molto del suo per accorciare dalla dozzina di punti di svantaggio alla mezza dozzina (88-82), anche se l’ottantaduesimo punto era ottenuto da McDermott con un reverse.
Clifford chiamava time-out e Charlotte al rientro risolveva la partita; MKG con un jumper preciso da destra portava due punti a Charlotte che a 3:14 ne aggiungeva due per mano di Kemba in penetrazione.
Ripristinato il vantaggio di 10 e vistosi ancora una volta colpire da McDermott (da due questa volta), i Calabroni cercavano di pungere per abbattere il Toro, il caso voleva che non riuscissimo a segnare sul primo attacco prendendoci una stoppata, ma sul proseguo, un pallone dato fuori sulla sinistra per Kemba, portava il nostro fuoriclasse a ergersi a risolutore battendo il cronometro dei 24 e regalandoci il 95-84 a 2:01 dalla luce rossastra facendo esultare anche Jordan in panchina.
Butler segnava tre punti replicando agilmente, tuttavia un floater di MKG fruttava un paio di liberi più un tecnico a Lopez (realizzato da Batum) che MKG metteva dentro lanciava gli Hornets a 1:37 dalla fine sul 98-87.
Butler con un top shot accorciava ancora ma Lopez nel finale con una doppia gomitata contemporanea su Williams e Zeller si faceva espellere commettendo un flagrant foul che minacciava d’innescare la reazione di Marvin (bravi compagni e arbitri a sedare subito gli animi), inoltre Gibson si prendeva n altro tecnico, i Tori perdevano la testa e la partita colpiti dalle banderillas di Batum e Marvin Williams.
Sul 101-89 a :38.1 dalla fine la corrida per i Tori frustrati era finita, anche se gli unici Tori maltrattati nella notte per fortuna erano bipedi capaci di difendersi da sé.
Il finale era di 103-89 con gli ultimi punti delle stelle Walker e Butler a fissare il punteggio.
 
Pagelle
 
Walker: 7
20 pt. (6/16), 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Tiro spartiacque a 2:01 dalla fine. Non sempre segna andandosi a cacciare in situazioni di traffico ma è sempre importante.
 
Batum: 8,5
20 pt. (7/15), 11 rimbalzi, 10 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Due soli turnover, un +17 di plus-minus ma tanto gioco creato, dai pick and roll con Zeller ai tiri in proprio uscendo dai blocchi. Mano ritrovata, la squadra gira, la difesa è sufficiente, la concentrazione e l’impegno invece sono ottimali così la tripla doppia che aiuta Charlotte a vincere è portata meritatamente a casa.
 
Kidd-Gilchrist: 8
12 pt. (5/9), 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 4 stoppate. La difesa di MKG sale a livelli di decibel che frantumano i vetri dei fragili attacchi Bulls. Raramente Wade riesce con il suo talento a batterlo. Attento e preciso, si fa trovare in attacco, dove nel finale mette un bel tiro in sospensione e anche a rimbalzo è presente.
 
M. Williams: 6,5
9 pt. (3/7), 2 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Cifre forse più modeste dei compagni ma utile in difesa. Fa ripartire Charlotte a inizio ripresa mettendo dentro punti importanti.
 
C. Zeller: 7
13 pt. (5/9), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Hibbert si protrae sul parquet più a lungo durante le prime rotazioni. Cody in qualche piccolo frangente va in difficoltà ma in realtà come Roy nel complesso fa un’ottima partita piena d’energia e grazi ai giochi con Batum mette sempre dentro qualche punto ottenuto in maniera esaltante. Un Best Zeller per Natale.
 
Kaminsky: 6,5
13 pt. (5/14), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Non sempre preciso ma anche sfortunato in un paio d’occasioni quando il ferro lo beffa respingendogli un paio di belle conclusioni. Usa i suoi movimenti per realizzare da vicino, partecipa al festival delle stoppate di Charlotte.
 
Lamb: 6
7 pt. (2/6), 3 rimbalzi. Lamb gioca una partita tentando d’ispirarsi. Mette un paio di canestri e a gioco fermo mette dentro un 3/3 in sei minuti. L’impegno c’è.
 
Sessions: 6
5 pt. (2/5), 1 rimabalzo, 3 assist. Due palle perse, non convincentissimo durante le prime rotazioni, molto meglio durante le seconde dove l’aggressività si sviluppa in maniera migliore. In 15 minuti gioca una partita sufficiente. Bello il fing and roll in contropiede nel secondo tempo.
 
Belinelli: s.v.
0 pt. (0/1). Marco gioca solo 6 minuti poi per un contatto con McDermott che gli procura a 7:08 del secondo quarto un’uscita anticipate verso gli spogliatoi sostenuto da due aiutanti. Un problema alla caviglia sinistra probabilmente che non gli consente di proseguire la gara.
 
Hibbert: 7
4 pt. (2/2), 5 rimbalzi, 4 stoppate. Un paio di turnover. Non pare sia un gran passatore come diceva qualcuno nell’entourage dei Lakers ed è lento nelle reazioni sul passaggio ma in difesa stasera è un mostro e favorisce il nostro primo recupero. Più aggressivo mette a segno 4 stoppate ma fa anche sbagliare diverse volte gli avversari.
 
Coach Clifford: 7
Buon gioco di squadra anche se “ovviamente” moderno. La squadra mette energia, impegno, difesa e regala un sereno Natale ai propri tifosi. Applausi per tutti, anche per Clifford che insieme agli Hornets sale sul 17-13 in classifica.

Le giocate di Batum.

Game 29: Charlotte Hornets Vs Los Angeles Lakers 117-113

 
 
RavvedimentHornets
 
“A bordo di uno yacht di nome Nellie, ancorato in un porto lungo il Tamigi, cinque membri dell’equipaggio attendono la marea favorevole per poter prendere il largo”.
Così come nel Romanzo Cuore di Tenebra (Conrad 1902) anche i nostri iniziali protagonisti erano cinque e salpavano per cercar di portare a casa un risultato che a inizio gara è sempre misterioso. L’inizio nebbioso pareva esser più un incubo tuttavia…
Marlow, il protagonista, che identificheremo con Batum, arriva alla sede della compagnia che l’ha assunto situata nella nera Africa.
Se la compagnia basa i suoi guadagni poco eticamente sull’avorio, Nic era in cerca di riscatto e di una W finale per gli Hornets.
La vera destinazione di Nic però la casa di Kurtz (Walker), l’unico agente che pareva essere in grado di portare essere l’unico in grado di procurare quantitativi del prezioso materiale punti.
Di Kemba però si son perse le tracce, vive all’interno di un’inestricabile foresta che Batum partito per ritrovare se stesso, cercava di raggiungere percorrendo un fiume dove il tempo sembrava scorrere selvaggiamente all’indietro, un po’ come vedere la regressione di questi ultimi anni dei Lakers, squadra in ricostruzione, partita bene, con qualche giocatore interessante ma ancora non certo vicina ai livelli dei tempi buoni di Bryant. Kurtz/Walker, considerato una divinità dagli indigeni è venerato a Charlotte, la sua determinazione feroce e le sue abilità ne hanno fatto un idolo.
Certo… il protagonista del romanzo originale non è un modello, anzi…
“L’orrore, l’orrore” (quello visto per un tempo dalle parti della nostra difesa), parole che pronuncerà prima della propria fine, non sono certo parole gettate lì a caso da un protagonista buono, ma da un villain che si rende conto nella sua ultima follia di aver visto cose che sprigionano un senso tragico di pietà in lui e di essere stato fagocitato da un ingranaggio più grande di lui che l’ha costretto a prender scelte sbagliate.
Per fortuna qui scriviamo di basket e Kemba è nella compagnia giusta, anche se non pare esser proprio quella dell’anello, la sua umanità si sprigiona quando non riesce a dare la W finale ai compagni, spesso, nonostante le sue buone prestazioni.
In serata tuttavia è lui a dare il là per la vittoria finale, con Batum/Marlow che da il colpo di grazia ai Lakers e i compagni come Zeller e Belinelli pronti a sostenere nel finale i due eroi in una pazza serata che ha dimostrato le fragilità dei due team ma ha dato un’importante vittoria alla squadra di Clifford nonostante i 25 di Clarkson (a dimostrazione dell’importanza per Walton della sua panchina per ottenere punti) e i 24 di Young.
Lakers che hanno chiuso con il 48,5% da tre contro il 44% degli Hornets.
 
I Lakers sbarcavano in North Carolina con; Russell, Young, Randle, Deng e Mozgov.
La formazione degli Hornets era quella base; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.
 

La palla si stacca dalla mano destra di Batum e va a colpire il vetro per ricadere dentro. E’ il canestro vincente.

Il tipoff era vinto da Zeller, palla a Walker che penetrava facilmente e portava sopra gli Hornets, Russell dall’altra parte lo imitava e 30 secondi dopo la palla a due entrambe le formazioni avevano già eliminato lo 0 dal proprio tabellino.
Russell e Young portavano sul +4 i gialloviola, Marvin Williams formava una triangolazione mobile con Batum punta alta e fissa, la nostra ala grande scattava e appoggiava alla tabella sulla sinistra per il 4-6.
I Lakers non smettevano di segnare e quando perdevano un colpo conquistavano il rimbalzo offensivo; era il caso di Young che da sinistra sfruttava una seconda possibilità per realizzare la tripla del 6-11.
Gli Hornets reagivano; il cronometro si fermava a 8:24 e venti secondi più tardi, Walker e Williams affondavano le loro due occasioni a testa così Charlotte tornava sul -1, ma a 7:49 Deng da destra tirava da tre sopra Batum e vedeva infilarsi il suo tentativo.
I Lakers salivano sul 10-16 prima che Kemba desse palla in transizione a MKG, il quale veloce superava l’ultimo baluardo dei Lakers oltrepassando con il cambio mano il ferro da sinistra a destra e depositando nella retina ci riportava a -4 a 6:39 dalla prima sirena.
Una tripla quasi immediata di Young obbligava Clifford al primo time-out di serata.
Dopo aver subito l’alzata oltre il ferro di Deng per due punti che affondavano sul -9 i bianchi, gli Hornets reagivano con una tripla di Batum e una dunk di Zeller (passaggio schiacciato smarcante di Kemba) a 4:42 modificavano il risultato in 17-21.
Un altro rimbalzo offensivo dei Lakers tuttavia portava Randolph a segnare mentre in attacco Walker commetteva il terzo turnover di Charlotte.
Provava a reagire Batum da destra, finalmente lo si vedeva andare in penetrazione; contatto con il numero 14 e cucchiaiata al vetro mentre in corsa il francese si eclissava dietro il plexiglass.
La palla finiva dentro così come il libero supplementare.
Alla prodezza di Nic rispondeva sempre dalla baseline destra Lou Williams che in corsa tirava a contatto con Zeller; fallo, canestro e tiro libero, che per nostra fortuna il ferro respingeva.
A 3:21 Hibbert si girava sull’esterno appena fuori dall’area, gancio sinistro e fallo immediato di Nance che mandava in lunetta l’ex gialloviola. Roy non tremava e mettendo dentro entrambe le occasioni portava il punteggio sul 22-25.
La partita prendeva una piega surreale quando i gialloviola mettevano dentro due tiri da tre punti intervallati da una bomba di Kaminsky; le percentuali si alzavano così come il punteggio, Clifford correva ai ripari chiamando la seconda pausa e al rientro Belinelli dallo spigolo destro dell’area cacciava dentro la sfera per il 27-31.
Marco tuttavia dietro era un buco nella serata.
Clarkson segnava tre punti per il 31-36, tuttavia la replica degli Hornets pareva esser efficace, Kaminsky da sotto metteva dentro due punti, Hibbert stoppava Clarkson e in attacco sul passaggio proveniente dalla linea laterale destra (mittente Batum), rallentava la corsa verticale per superare di tronco e battere l’avversario in appoggio.
Il canestro valeva il 35-38 ma un buzzer beater di Nance da posizione frontale beffava Charlotte che tornava sul -6 (35-41).
 
Il secondo quarto iniziava ancora peggio per gli Hornets: due triple di Clarkson su Belinelli nello spazio di 37 secondi, un libero di Nance e a 10:02 altro rimbalzo offensivo Lakers con canestro di Nance…
A cavallo del primo quarto e l’inizio del secondo quindi i Lakers portavano un micidiale parziale di 12-0 con il quale avanzavano sul 35-50.
Charlotte provava a reagire ma la panchina in campo si dimostrava incapace di segnare.
Anche Big Frank a 9:46 dalla lunetta falliva due liberi, anche se lui stesso a 9:14 dopo uno spin dal post basso destro lasciava indietro il difensore e schiacciava finalmente per il -13.
Deng con un fast break e Nance segnavan due canestri “normali”, i losangelini scappavano incredibilmente sul +18 ma Belinelli scaricava dalla penetrazione per Kemba bravo da fuori a colpire da tre punti per il 42-57.
Deng in penetrazione dalla linea di fondo sinistra andava via a Marvin e realizzava altri due punti, Lou Williams dimostrava di essere un ottimo scorer non sbagliando la sua occasione e gli imenotteri precipitavano sul -19 (42-61), costringendo per l’ennesima volta coach Clifford a fermare il gioco a 6:11.
Il parziale di 7-20 veniva attenuato al rientro da uno spin di MKG che lo portava al canestro ravvicinato; Clarkson ne metteva ancora due da sotto, poi gli Hornets erano bravi a battere una rimessa dal fondo con poco più di un secondo per il tiro; assist schiacciato di Batum per Marvin che liberatosi appoggiava di mano sinistra al vetro il 46-63.
Kemba a 2:38 realizzava un’altra tripla (aperta dalla diagonale destra) spingendo sul 54-65 i compagni.
Un reverse in corsa del numero 0 ospite (Belinelli in ritardo nonostante il tentativo d’allungo) più l’ennesima bomba da fuori (questa volta targata Young) lasciavano attardati gli Hornets di 16 punti che salivano a 17 a :29.9 quando sempre Young centrava un canestro grande come un canotto evidentemente se i Lakers sino a quel momento da tre erano riusciti a tirare con il 71%… Kemba tuttavia accorciava sul -14 all’intervallo grazie al palleggio con finte sul posto e risposta saettante sempre da oltre l’arco nonostante la marcatura.
Il primo tempo si chiudeva quindi sul mirabolante punteggio di 59-73 anche se certo gli Hornets non si potevano dire soddisfatti di una difesa troppo blanda.

Louis Williams controllato da Batum.
NBAE (Photo by Brock Williams-Smith/NBAE via Getty Images)

 
L’avvio di terza frazione sembrava confermare il buono dei Lakers e le amnesie degli Hornets…
Russell segnava due semplici canestri, il secondo usando uno screen roll per arrivare al ferro senza opposizioni…
Sul 60-77 a 11:05 Kemba indovinava il pullup e 19 secondi dopo ne aggiungeva due in transizione.
Uno step back dalla sinistra di Batum da media distanza accorciava ulteriormente facendo raddrizzare le antenne al pubblico, così quando Marvin Williams da sinistra infilava la tripla del 69-77 a 9:48 il pubblico si esaltava per il veloce riavvicinamento.
Non era finita lì però comunque… i Lakers non segnavano e Charlotte estendeva il parzialone: Walker verticale per Batum che sotto canestro a sinistra con la mano destra (la più lontana dal difensore) alzava il gancetto vincente, a 8:31 era Kemba a infilarsi tra le maglie dei Lakers e a concludere nella retina, i Lakers giovani e fragili andavano nel panico più totale. Il commentatore di casa Charlotte per Fox Collins, aveva il tempo di pronunciare con enfasi: “Batuuuuum”, il quale con un lungo terzo tempo frontale chiudeva con un fluttuante fing and roll a 7:59 portando il parziale sul 15-0 e il risultato sul 75-77.
Young tuttavia sfrontatamente interrompeva l’inerzia con una bomba, ma solo momentaneamente, infatti, Cody passava a ricciolo sul difensore ricevendo e continuava la corsa sino a posterizzare Nance con una jam.
Kemba inoltre fintando la partenza riusciva a togliere il tempo alla difesa dei Lakers sul vero primo passo, l’entrata chiusa a 6:34 dava il -1 (79-80).
Kemba era on-fire e passando dietro un blocco di Zeller scavalcava Clarkson e Nance in aiuto sorvolandolo con la tripla dell’82-80.
I Lakers provavano a opporre resistenza e con un reverse di jordaniana memoria Young (tocco di Williams) portava a casa un gioco da tre punti.
Cody in penetrazione sulla sinistra aveva la meglio sull’autoscontro con il difensore; appoggio e sorpasso per l’84-83, a 4:57 un jumper di Walker e due FT di Zeller (in bonus per un fallo di Nance su un tentativo di steal che costava al lungo avversario l’abbandono del parquet per infortunio autoprocuratosi) a 4:15 lanciavano Charlotte sull’88-83 facendo credere che gli uomini di Clifford potessero macinare agevolmente i californiani da qui alla fine.
Non era così… i Lakers reagivano con velocità e orgoglio portando un parziale di 9-0 (88-94) chiuso da Randle in transizione.
L’ala dei Lakers aveva la meglio un paio di volte anche difensivamente su MKG, stoppandolo faceva salire questa statistica, già alta per i ragazzi di Walton.
Randle in attacco tuttavia falliva una ghiotta occasione e Batum a 1:11 andando ancora dentro subiva il fallo e dalla lunetta accorciava sul -4, scarto che si dimezzava con il transalpino abile a intuire le difficoltà nel pitturato dei gialloviola.
L’attacco in corsa valeva il 94-96 prima che iniziassero i 12 minuti finali.

Marco Belinelli contro Ivica Zubac e Brandon Ingram
(Photo by Streeter Lecka/Getty Images)

 
L’ultimo quarto iniziava con Kaminsky pronto a pareggiare, Russell riportava sopra i “visitors” ma Lamb firmava con due FT il nuovo pari a 10:35.
Clarkson dal limite dell’area piccola a sinistra attaccava Kaminsky, troppo veloce pe Frank che sfiorava solamente l’appoggio, buono per far toccare i 100 ai pluricampioni.
Belinelli a 9:27 si svegliava facendo superare quota 100 a Charlotte e rimettendola avanti di un punto, Russell tuttavia colpiva da tre, così gli Hornets ripiombavano sul -2 e nonostante numerosi tentativi ripetuti in attacco grazie ai rimbalzi di MKG, sembravano andare un po’ nel pallone, sull’ultimo tentativo (un wild shot di Kaminsky) il pubblico rumoreggiava, dopo la bomba di Clarkson dall’angolo sinistro si preoccupava con i Lacustri sul 101-106.
Per un fallo di Clarkson su Belinelli a 6:59 il nostro connazionale si recava in lunetta mettendo i primi due tiri liberi dei tre concessi, l’ultimo non entrava ma ci si portava a distanza di un possesso lungo.
Un’aggressiva e facilissima dunk di Lou Williams ci riportava oltre il break, Kemba sbagliava un paio di volte ma sulla seconda occasione, cadendo, forse distraeva i difensori che lasciavano prender il rimbalzo sull’altro lato a Marvin, il quale appoggiava sulla destra da pochi cm a 5:40. A 5:23 per un fallo chiamato contro Kemba Lou Williams si presentava in lunetta da dove, come in un videogame sparatutto, dimostrava le proprie abilità passando al livello successivo (3/3) mandano i Lakers sul +6 (106-111).
Marvin chiuso da sotto si faceva stoppare sbagliando in totale tre occasioni, anche sull’azione seguente il tre frontale non era preciso, il 3/17 dopo l’errore di Zeller non lasciava tanta speranza agli Hornets.
La stoppata di Randle su Zeller tuttavia non toglieva il possesso a Charlotte che rimetteva dal fondo, sviluppava l’azione e colpiva da tre con Tarzan Belinelli che si aggrappava alla liana della salvezza per non sprofondare nelle sabbie mobili.
Randle in attacco sfondava su Walker, bravo a saltare appena prima e a prender posizione, poi era Batum a passare in verticale a Cody per una rim run appesa.
Young dava spinta ed energia ai suoi andando nel pitturato a segnare il 110-113.
Belinelli tentava d’andare in entrata con un tiro selvaggio, idea pessima ma il rimbalzo offensivo era preda di Charlotte, palla a Kemba che forniva l’assist a Marco per il pareggio con una tripla di giustezza a 2:22 dall’ultima sirena.
Le squadre commettevano diversi errori in attacco così si arrivava in equilibrio quaranta secondi dalla fine; Walker provava a distanziare i Walton boys di tripla, la palla non entrava, Marvin e Cody contro Deng riuscivano in qualche modo a mandare la palla verso destra, Kemba piombava su di essa ed il nuovo possesso portava Batum ad attaccare dal palleggio Young… un suo driving bank shot allargandosi a destra sul contatto risultava il canestro decisivo.
Young marcato da Cody e MKG tirava da tre ma non segnava, così Batum era fermato con il fallo a sei secondi dalla luce rossa.
Il due su due del francese sigillava la partita sul 117-113 e dava una preziosa W agli uomini di Clifford.
 
Pagelle
 
Walker:8
28 pt. (11/26), 8 rimbalzi, 10 assist. Inizia con qualche turnover, poi esplode nel terzo quarto quando rimanda in partita Charlotte con tutto il suo repertorio. On-fire anche nel finale, va in doppia doppia a un paio di rimbalzi dalla tripla, cattura l’ottavo dopo un suo errore e lasci a Batum il compito di chiudere il match.
 
Batum: 8,5
23 pt. (8/12), 10 assist, 5 rimbalzi, 1 rubata. A parte i 4 turnover (uno nel primo tempo con palla che ormai stava dando in angolo ma il compagno era già scattato verso il centro), anche lui va in doppia doppia. Assist sempre veri ma la novità, a parte tornare a tirare bene, è che oggi attacca finalmente il ferro e nessuno lo ferma mai quando lo fa. Con lo stesso metodo vince la partita che poi difende e chiude dalla lunetta.
 
Kidd-Gilchrist: 6
6 pt. (3/11), 11 rimbalzi, 1 rubata. Prende una riga di stoppate che non si ricordava dalla prestagione, tuttavia ha un +10 di +/-, questo perché la sua energia e la sua difesa (compresa quella finale su Young) sono buone, nonostante nel primo tempo sia coinvolto in una difesa con i buchi. Meglio non esageri da sotto una volta preso il rimbalzo, forza se marcato. Con calma smistare la palla fuori…
 
M. Williams: 6,5
15 pt. (6/10), 5 rimbalzi, due assist. Si fa male a un dito, nel finale sbaglia qualcosa di troppo ma mette dentro anche a 5:40 un canestro importante. Prima era stato quasi perfetto e ha comunque portato 15 punti a casa. Deng non è tiratore da tre, a volte fa bene a “invitarlo”, per me vince lui il duello di poco…
 
C. Zeller: 6,5
11 pt. (4/8), 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Nel finale compie due buone difese, lui insieme a Marvin disturbano Deng s un rimbalzo cruciale. Anche lui però si fa stoppare un paio di volte, una nel finale, comunque discreta partita. Buono un suo recupero di sacrificio con tuffo finale che o spinge out ai piedi della panchina degli Hornets. L’azione è quella descritta in precedenza, dove Nance si fa male.
 
Belinelli: 6,5
13 pt. (4/10), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Clarkson lo disintegra durante le prime rotazioni. Sui blocchi non passa e l’agile e filiforme avversario si avvantaggia mettendo triple in serie. Da 4,5… poi rientra e nel finale mettere due triple fondamentali per tenere aperte le speranze di vittorie degli Hornets (anche se sbaglia dall’angolo sinistro quella dell’eventuale sorpasso) riscattandosi.
 
Kaminsky: 6
11 pt. (4/6), 3 rimbalzi, 1 rubata. Coinvolto in uno dei momenti peggiori della partita, se episodicamente fa fatica a contenere sul piccolo, porta 11 punti in 18 minuti limitando a due i tiri dall’arco. Gioca più diligentemente.
 
Sessions: 6
2 pt. (1/2), 4 assist. Anche lui con la panchina subisce un parzialone ma in 6 minuti smista 4 assist.
 
Lamb: 5
2 pt. (0/6), 3 rimbalzi. Ottiene i punti dalla lunetta. Non ci prende mai dal campo e per un tiratore è grave. Solo qualche rimbalzo e due Ft sono il suo contributo, misero, infatti, la squadra con lui in campo va sotto con un -14 di plus/minus personale.
 
Hibbert: 6
6 pt. (2/3), 2 rimbalzi, 1 stoppata. Otto minuti in campo, un -10 di plus/minus come Ramon e Frank. Fa il suo, anche se non sempre è utile in difesa. Buona la stoppata in aiuto e la mano dalla lunetta.
 
Coach Clifford: 6,5
Prova a stoppare la gara tante volte per restituire fiducia e riassestare la squadra dissestata in difesa. Alla fine ci riesce e i suoi nel finale tengono bene andando a vincere sfruttando un Batum capace anche di penetrare.

Game 28: Charlotte Hornets @ Atlanta Hawks 107-99

 
 
MarcHornets
 
La controversia tra Tesla e Marconi sull’invenzione della radio questa notte è stata risolta; a vincerla l’italiano corregionale del più famoso Guglielmo.
Marco Belinelli splendido finalizzatore di progetti come Guglielmo Marconi.
In un finale dove gli Hornets hanno rischiato ancora una volta di gettare alle ortiche tutto il buon lavoro svolto per due quarti e mezzo (sarà servita la lezione di Boston?), le invenzioni da tre punti di Belinelli hanno salvato il risultato e hanno consentito a coach Clifford di mantenere la testa della Southeast Division (in caso di vittoria degli Hawks sarebbe arrivato il sorpasso proprio ad opera di Atlanta), rompendo finalmente la maledizione delle sconfitte in trasferta.
Marco ha telegrafato 9 punti fondamentali utilizzando in certi frangenti solo le onde radio.
Charlotte è arrivata determinata all’appuntamento accompagnata dal ritrovato Walker che ha guidato la squadra senza eccedere. Un gioco corale che ha finito per avere la meglio sul credo altrettanto simile di coach Budenholzer.
Due squadre in back to back che arrivavano da due momenti opposti.
Statistiche spesso vicine o in parità, vedi i turnover (12-12) o gli assist (26-26), Atlanta ha prevalso a rimbalzo con un 47-43 aiutato dai 23 di Howard ma è andata leggermente peggio al tiro dal campo (46,5% contro il 48,9% di Charlotte), mentre le palle rubate degli Hornets sono state il doppio (8-4). Nel tabellino punti di Atlanta Hardaway Jr. ha finito con l’essere il top scorer; 21 punti per lui, Millsap l’ha seguito con con 20 e Bazemore con 17 è salito sul podio, mentre Howard si è fermato a 10.
 

Il ricordo di Sager prima della partita con lo spettacolare fondale a lui dedicato. Qui Craig era a casa nonostante fosse nato a Batavia (Illinois), uno dei figli lavora per i Falcons ad Atlanta.

Gli Hornets si presentavano in Georgia con; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.
Gli Hawks dopo la brillante e quasi inaspettata vittoria a Toronto proponevano; Schroder, T. Hardaway Jr., Sefolosha, Millsap e Howard.

Marvin Williams in ripresa tra i titolari. Il tiro che chiude la gara stanotte è suo.
NBAE (Photo by Scott Cunningham/NBAE via Getty Images)

 
La partita iniziava male per gli Hornets che andavano sotto di cinque (11:16 tripla di Sefolosha dalla destra sullo scarico di Schroder e appoggio di Hardaway Jr. in penetrazione), Charlotte reagiva e con un parziale di 8-0 (Williams realizzava una tripla a 10:00 esatti dalla sirena, Walker dalla punta dell’arco da tre connetteva palla e retina, inoltre Zeller dallo spigolo destro del pitturato dopo un’esitazione metteva dentro il piazzato) si portava sopra di tre.
Gli Hawks rispondevano con un 10-0 bestiale iniziato da un pullup di Schroder, proseguito da una tripla di Hardaway Jr. dal corner sinistro per il sorpasso e chiuso da Millsap dal mid range della baseline destra tirava fuori una specie di parabola perfetta che scavalcava Zeller e filtrava nella retina perfettamente per l’8-15 con Clifford costretto a chiamare time-out.
Kemba non ne traeva benficio al rientro; un suo elbow jumper non colpiva nemmeno il ferro andando corto, gli Hornets comunque segnavano con Zeller che in area si svitava e in allungo galleggiava quel tanto che bastava per trovare il varco giusto per depositare oltre il difensore il 10-15.
Sempre Zeller era lanciato in contropiede ma questa volta Bazemore cancellava senz’appello il tentativo e andava anche a colpire da tre punti a 4:31 per l’allungo dei locali sul +8.
Entrava Kaminsky e questa volta aveva impatto positivo; prima in area fingeva il tiro all’interno, girava sul piede perno e metteva dentro appoggiando al vetro destro, poi si trasformava in uomo assist e dava a Batum appena appostato fuori la linea del pitturato sinistro.
Il francese sfruttava con un tiro corto la kick and drive e accorciava sul -4 costringendo Atlanta al time-out quando il cronometro segnava 3:14.
Il tempo calcolato con gli strumenti degli uomini tornava a correre, non così Muscala che sfruttava un passaggio sotto l’ombra verticale del ferro e difendendosi con esso dalla possibile stoppata di Zeller appoggiava con la mano sinistra sullo stesso lato del plexiglass.
Batum non si perdeva d’animo e penetrava quasi sino al ferro, passaggio corto in orizzontale sulla vicina corsa parallela di Zeller che alzava da vicino un pallone che ricadeva nella retina per il 16-20.
Belinelli contrastava Korver uscito in corsa a prendersi la palla per la tripla che non andava, Delaney comunque aumentava il gap andando da media distanza contro Hibbert (16-22), tuttavia Belinelli usando uno schermo alo passava a sinistra e si sistemava dalle parti del semicerchio non pitturato per affondare due punti.
Kaminsky passava ancora palla a Batum che rifiniva al vetro il 20-22, nel finale Sessions si metteva in proprio e in penetrazione a :05.5 guadagnava due liberi con i quali riportava in parità la situazione.
Atlanta sulla sirena non segnava e il primo quarto andava in archivio sul 22-22.
 
Il secondo quarto iniziava alla grande per gli Hornets che con la panchina distanziavano i padroni di casa; Sessions a 11:36 dalla diagonale destra segnava in sospensione, Kaminsky in gancetto dal pitturato portava a +4 Charlotte prima che venissero assegnati due liberi ad Howard, il quale splittava a 10:53 così Belinelli ne approfittava per gli Hornets degnando da due punti e issando i viola sul +5.
Howard rispondeva in alley-oop, i Calabroni invece cercavano di segnare con la filosofia opposta, era il piccolo Sessions a ricamare sul parquet giri che lo portassero a prendersi spazio, alla fine riusciva tagliarsi uno scampolo d’aria per il tiro a una mano che finiva nella retina.
A 9:20 Hibbert schiacciava corto appena sfiorato da Howard, due FT per l’ex losangelino che splittava e portava sul 31-25 la partita, la quale sorrideva ancora agli Hornets.
In difesa Kaminsky interrompeva la trama per un possibile alley-oop di Howard, Belinelli in attacco s’inventava in corsa un circus shot con la mano sinistra per eludere l’intervento del centrone avversario. Atlanta tirava male in questo frangente.
Se Hibbert fermava con il fallo Hardaway che dalla lunetta faceva cilecca ambo le volte, i Falchi usavano Howard per catturare il rimbalzo offensivo ma non segnavano perché Schroder era stoppato da Lamb e Millsap sul proseguimento dell’azione tirava fuori un terribile air-ball.
Tornava in attacco Charlotte e Belinelli segnava il sesto punto di serata passando a ricciolo con palla in palleggio dietro un blocco, arresto e tiro dalla media e Hornets in paradiso sul 35-25.
Zeller in difesa andava duro su Hardaway che dalla lunetta falliva una delle due occasioni, Schröder con uno spin e deposito con la mano sinistra accorciava ma la soluzione da tre di Kemba si dimostrava solida e i teal & purple a 6:20 dalla sirena passavano sul 40-28.
Dopo due punti di Bazemore in tap-in per far cifra tonda, Lamb andava con una drive in diagonale a tagliare da destra verso sinistra francobollato da Millsap che era battuto da un plastico reverse layup del nostro numero 3.
I tre punti di Hardaway Jr. non davano la felicità ai georgiani che vedevano avvicinarsi al ferro un tiro da tre di MKG, la palla non entrava ma Lamb recuperava l’offensivo e con un mini arcobaleno da sotto spingeva i ragazzi di Clifford sul +11 (44-33).
Un floater di Hardaway dava continuità al tabellino del figlio d’arte ma Marvin si teletrasportava in area ricevendo al momento giusto un passaggio che lo aiutava con un paio di finte d’inerzia con il tronco, facile da due passi senza resistenza aumentare il divario.
Provavano a reagire i falchi che con l’asse Bazemore/Howard organizzavano e portavano a termine la missione alley-oop ma a 1:48 Kemba non andava tanto per il sottile realizzando ancora da te e rigettando il tentativo di recupero dei locali che si ritrovavano sotto di 9 (49-40).
Sefolosha in attacco sfondava su Walker, il passaggio per il canestro di Howard non contava mentre era valido l’arresto e tiro di Kidd-Gilchrist dallo spigolo sinistro dell’area per il 51-40. Bazemore in atletico appoggio in corsa arrivava a depositare al ferro il 51-42, l’ultimo sussulto del primo tempo era però ancora dei ragazzi provenienti dalla North Carolina che segnavano da tre sulla sinistra con Marvin Williams grazie al rimbalzo offensivo preso da MKG.
Grazie a questa soluzione dalla distanza Charlotte chiudeva sul +11 il primo tempo (53-42).

Marco Belinelli ha acceso la luce alla Philips Arena. Con 19 punti ha dato una manona a Charlotte a interrompere la striscia negativa.
2016 NBAE (Photo by Scott Cunningham/NBAE via Getty Images)

 
Gli Hawks erano 1-11 quando si trattava di rincorrere dall’intervallo quest’anno e l’inizio secondo tempo sembrava confermare da subito la non incoraggiante statistica; MKG lavorando dal post basso metteva dentro, poi la difesa degli Hornets produceva una transizione e Batum schiacciava un passaggio avanzato sulla corsa di Zeller il quale trovava il tappeto rosso e decollava per una schiacciata a due mani in corsa che costringeva coach Budenholzer al time-out immediato con i Calabroni già violati sul +15 (57-42).
Charlotte nei primi minuti teneva, una tripla di Marvin Williams a 9:16 dava il 62-46, Sefolosha però colpiva dall’angolo sinistro, MKG tentava di resistere alla rimonta stoppando Hardaway sulla linea di fondo sinistra ma il nostro numero 14 scivolava e toccava la linea di fondo con palla in mano…
I Falchi si riavvicinavano tornando sul -9 con una tripla di Hardaway Jr., Millsap lasciato colpevolmente solo tagliava lo svantaggio con un’altra bomba e il gap scemava a 6 pt. (63-57).
Il time-out di Clifford a 6:41 era provvidenziale ma MKG tentava un jumper, non la soluzione ideale, dall’altra parte Zeller difendeva bene il ferro ma Howard raccoglieva il rimbalzo e schiacciava per il 63-59.
Walker passava dietro un blocco alto di Zeller e dalla diagonale sinistra aiutava Charlotte alla strenua resistenza al comando (66-59).
Schroeder segnava due punti ma Kemba con un passaggio a una mano dietro la schiena mandava a bersaglio Marvin Williams dalla stessa posizione che aveva appena utilizzato in precedenza esso stesso.
Il 69-61 non dava ancora sufficienti garanzie, infatti, Millsap accelerando frontalmente arrivava a contatto con la difesa di Kaminsky battuta con l’appoggio al vetro per il 69-65.
Walker decideva di mettersi in proprio andando in dribbling, traiettorie imprendibili e reverse su Muscala dopo essere passato nel traffico della tangenziale nell’ora di punta.
Batum a 2:56 si trovava in posizione e versione ricevitore e in corsa prendeva il minimo vantaggio per andare all’appoggio che consentiva agli Hornets di andare sul 73-65.
Una finta di tiro di Batum seguita da un passaggio diagonale verso il centro dava a Zeller la possibilità di alzare un tiro tagliato che accarezzava la retina interna per il +10 (75-65).
Millsap nel finale usava l’arma tecnica del Millennio, la tripla del lungo e portava il risultato sul 77-72 ma Kaminsky centrava una tripla fondamentale in vista del futuro possesso degli Hawks; finta sul posto con l’uomo davanti e tutti in piedi per la tripla che a :09.9 non andava per nulla fuori ritmo.
Il quarto terminava con Millsap abile a sfruttare i secondi rimasti per accorciare di due e chiudere sull’80-74 i primi 36 minuti di gioco.
 
L’ultimo quarto era fucina inarrestabile d’emozioni; Korver su Lamb metteva il primo FG della sua partita, anche se valeva solamente due per lui, specialista da tre.
Marco a sinistra in ritmo rispondeva mettendo dentro ancora l’ennesimo due punti della sua magnifica prestazione.
Un reverse layup di Bazemore dopo aver preso la linea di fondo teneva preoccupati gli imenotteri che drizzavano le antenne con Hibbert, bravo a contenere Howard che prepotentemente cercava di metter dentro da pochi passi.
Kaminsky continuava a dare il suo apporto, ricezione nel pitturato, mezzo giro sull’interno, difensore sparito e jam dell’84-78.
Korver l’onnivoro si adattava a segnare da due, anche Lamb che passava davanti allo schermo di Hibbert e rilasciava uno dei suoi classici tiri che finiva in fondo alla retina mentre arrivava Howard a spingerlo.
Il gioco da tre punti tuttavia non si chiudeva perché il ferro diceva no a Jeremy. Hardaway riaccorciava al -4 e l’elastico si chiudeva con Korver che tornava a mangiare il suo pasto prediletto.
Da una penetrazione dalla linea di fondo destra arrivava il pallone per la sua tripla dal corner sinistro per il -1.
A 7:41 Hardaway in transizione subiva fallo da Walker che non otteneva però l’effetto sperato.
Hardaway Jr. in lunetta era preciso e compiva il sorpasso (86-87).
A 7:27 però usciva dall’uovo Belinelli che accettava la sfida di Korver, prima tripla “volante” e sorpasso ottenuto.
A 6:50 Marco era mitico, da ben oltre la linea dei tre punti si spostava lateralmente rispetto al blocco e saettava una seconda tripla che fulminava i Falchi appesi a un filo.
Il 92-87 veniva contrastato da Millsap e Bazemore con due punti a testa.
Kemba tirava fuori l’assist schiacciato per la solita incursione di Zeller, il tutto avveniva in un fazzoletto ma l’azione si sviluppava con il lampo di Zeller e la schiacciata in corsa a una mano.
Gli Hawks si affidavano ancora una volta alle loro lunghe ali; Bazemore e Millsap invertivano l’ordine ma il risultato non cambiava; due canestri che a 3:51 riportavano sopra Atlanta di uno (94-95).
A 3:10 era clamoroso Marco che realizzava la terza tripla di fila e dava ancora la spinta agli Hornets per il finale, dietro Marvin Williams faceva buona guardia su Milsap mentre in attacco riusciva anche a segnare con un floater dal pitturato.
Zeller spendeva il suo quinto fallo su Schroeder che clamorosamente nonostante la mano falliva entrambi i liberi ma si rifaceva più tardi con l’entrata del 99-97.
Cody non segnava, Schröder vi andava nettamente più vicino ma la palla lo beffava, Kemba aiutato da Batum strappava un rimbalzo importantissimo, dall’altra parte guidava l’azione e sulla top of the key Millsap decideva di andare a raddoppiarlo pensando di avere successo, invece l’istinto da insetto del nostro play era rapido e letale; assist in mezzo ai due giocatori in divisa bianca, palla sulla diagonale destra per Marvin che aggiustava i piedi e salutava i falchi definitivamente.
La tripla del 102-97 era snodo cruciale per vincere il match poiché sul cronometro rimanevano soltanto :27.8.
Budenholzer s’infervorava per un possibile fallo di Zeller che tentava di recuperar palla sul Millsap allungandosi ma in arretramento sul wild shot dell’ala grande finiva per terra.
Per gli arbitri non c’era niente se non il fallo successivo di Bazemore per fermare il cronometro.
Dalla lunetta Charlotte chiudeva i conti vincendo 107-99 sul campo della diretta rivale nella Southeast.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
18 pt. (5/14) 6 rimbalzi, 10 assist. Alcune importanti triple durante la gara. Non sempre gli entra tutto ma senza forzare fa girare di più la squadra avvicinandosi allo stile del playmaker puro, arriva in doppia doppia con scioltezza. A parte una bellissima drive in dribbling, nel finale rimbalzo fondamentale e assist per Williams risolvi partita.
 
Batum: 6
7 pt. (3/13), 3 rimbalzi, 4 assist, 4 rubate. Gioca 32 minuti e i turnover sono zero. Questa è già una notizia in una serata dove Charlotte torna a gestire meglio la palla. La non notizia è al tiro, ancora percentuali basse, al momento è il suo tallone d’Achille o da killer come diceva qualche aspirante ai provini del Grande Fratello. Ecco… limitare certi tiri ignoranti gioverebbe perché a livello di assist e rubate c’è e anche dietro in alcune situazioni spinose da una manina.
 
Kidd-Gilchrist: 6
4 pt. (2/7), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. A parte una preziosa e netta stoppata MKG gioca solo 20 minuti lasciando spazio a Marco nel finale dove serve qualcuno che la metta dentro. Lui saltella felice comunque quando Marco segna, ha spirito di squadra e di sacrificio, mi piace questo ragazzo anche se le stat sono quasi azzerate. In serata ci prova ma dovrebbe limitare gli attacchi a un range molto ravvicinato. Perde un pallone nel tentativo d’entrare. In difesa per la mia opinione fa bene ma chiude con un -7 frutto della mancanza d’attacco.
 
M. Williams: 7,5
19 pt. (7/10), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Solo una persa, normale che Millsap e soci gli avrebbero dato fastidio ma lui se la cava egregiamente tornando il miglior Marvin dello scorso anno. Buon tiro, discreta difesa e anche ciliegina sulla torta stanotte, colpo K.O.
 
C. Zeller: 7,5
16 pt. (8/14), 11 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. A parte due perse e cinque falli spesi comunque abbastanza correttamente, nel finale evita un paio di canestri, anche se in attacco va peggiorando le sue statistiche. Belle le sue incursioni chiuse in schiacciata. Prende meno della metà dei rimbalzi di Howard ma lo limita e segna sei punti in più. Si prende un tecnico con Howard (non punito dal flagrant ma con un altro tecnico) che lo scalcia mentre Cody nella battaglia era caduto a terra.
 
Kaminsky: 7
9 pt. (4/7), 2 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Da tre si riscatta con la tripla a fine terzo quarto, gioca più intelligentemente andandosi a prendere anche tiri da due riuscendo a mettere in difficoltà i pari ruolo. Bella partita anche a livello assist finalmente posso assegnargli un voto nettamente positivo.
 
Belinelli: 9
19 pt. (8/11), 3 rimbalzi, 1 assist. Un solo turnover che conduce al contropiede da due punti degli Hawks. Per il resto sbaglia pochissimo e i suoi nove punti nel finale (3/4 da fuori), tutti da tre ottenuti in maniera non semplice, aiutano enormemente i Calabroni a uscire dal tunnell delle sconfitte. Il +15 di plus/minus non è bugiardo. Anche la difesa non è così malvagia e si vede quando contrasta al meglio un paio di tiri.
 
Sessions: 6,5
6 pt. (2/4), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. In 14 minuti è molto. Gioca con confidenza a cercare spazi e penetrazioni ma sa quando è il momento giusto di ceder la palla. Come Marvin, brutto inizio stagione ma oggi è in risalita.
 
Hibbert: 6
1 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 1 stoppata. Gioca nove minuti ma è quasi una comparsata. Un tiro preso non troppo convinto da appena oltre la linea dei liberi, che diventa un open sbagliato. Un ½ dalla linea della carità, un paio di buone difese e rimbalzi. In attacco è inutile.
 
Lamb: 6,5
8 pt. (4/7), 5 rimbalzi, 1 stoppata. Come molti altri una palla persa ma entra nel meccanismo difensivo di serata di Clifford. Si applica di più conquistando anche con il suo atletismo qualche rimbalzo. In attacco trova buona mano.
 
Coach Clifford: 7
Il tempo è semplicemente come vivi la tua vita ha detto Craig Sager. Il mio tempo lo sto spendendo anche per questa passione chiamata Hornets, Clifford ultimamente mi aveva regalato parecchie delusioni (è faticoso seguire…) ma stasera mette giù una formazione da battaglia che dimostra ancora lacune e limiti a questo punto direi psicologici e qualche fragilità tecnica. Alla fine mi regala una gioia con brivido. Buono anche l’attacco con un giro palla più efficace e spaziature spesso giuste, compreso l’uso dei blocchi di Lamb, Kemba, Marco e altri tiratori. Mischia un po’ i quintetti anche se in avvio di ultimo quarto con Hibbert e altri panchinari in campo il dubbio su chi la potesse mettere dentro c’era. Riesce a limitare Howard e viene aiutato dai Falchi dalla lunetta che con il loro 9/16 danno una mano a portar a casa la vittoria.

Game 27: Charlotte Hornets @ Boston Celtics 88-96

 
 
DestinaziHornets
 
Qualche anno fa (18) usciva il film Sliding Doors (con Gwyneth Paltrow) con colonna sonora degli Acqua dal titolo “Sliding Doors”.
Un film che mostrava due universi paralleli che si sviluppavano in contemporanea.
Da un dato momento, causa situazioni esterne e scelte, la vita della protagonista correva su due binari paralleli, per poi ricongiungersi nel finale.
Strana coincidenza per me incontrare proprio oggi i Leprechaun d’origine irlandese con un fratello che torna a casa per il Natale proprio oggi dalla verde Irlanda, strana coincidenza anche che i due play titolari (Walker e Thomas) subissero l’influenza del destino pronto a mutare in un attimo.
Walker, che avrebbe dovuto giocare, invece per problemi famigliari è rimasto fuori per una notte, mentre Thomas (28 punti nella notte), out nelle precedenti gare, rientrava sul parquet proprio per tempo.
Il roster dei Calabroni non potendo fare affidamento su forze maggiori (chissà se MJ vorrà veramente cambiare il destino di questa franchigia a breve) doveva cercare quindi di mutare il proprio futuro tornando a vincere su un campo non certo semplice.
Il progetto sembrava fattibile nel terzo quarto quando i Calabroni accumulavano 12 punti di vantaggio ma si dimostravano incapaci di difenderli.
Non bastava più una difesa fisica con la panchina in campo (nelle ultime partite gli avversari sono vicini a una media del 50% dal campo e del 45% da tre…), partiti in parità nell’ultima frazione, gli Hornets hanno tirato orrendamente e anche un paio di chiamate arbitrali discutibili (un flagrant 1 di Belinelli) hanno dato il là a una squadra che questa sera ha dimostrato una panchina fragile e un’incapacità di vincere le partite punto a punto crollando sul più bello e ampliando il mal di trasferta e le parallele sconfitte consecutive a quattro.
 
Il 32,7% dal campo condanna la squadra di Clifford nonostante la lotta a rimbalzo sia stata vinta 53-46.
 
La formazione titolare degli Hornets, perso Walker, si modificava in; Sessions, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.
I Celtics dopo aver perso a San Antonio senza Thomas proponevano un quintetto con il figliol prodigo; I. Thomas, Bradley, Crowder, A. Johnson e Horford.
Dopo il saluto a Craig Sager (ecco le giacchette indossate dai giocatori di Boston con il messaggio del simpatico reporter sulle spalle), s’iniziava.
 
La prima offesa era portata da Boston con Crowder, il quale solo dopo 13 secondi guadagnava la lunetta andando in penetrazione contro Batum.
I liberi andavano a segno per lo 0-2 ma Charlotte a 10:58 pareggiava con un lungo jumper di Batum.
Dopo il nuovo vantaggio dei verdi di casa a 10:44 per opera di Horford (18 punti finali), liberato da Thomas sul quale i Calabroni avevano portato il raddoppio e il secondo raggiungimento del pareggio per opera di Sessions a 10:30, la partita entrava in una fase molto fisica nella quale nessuna delle due squadre riusciva a segnare fino al tiro di Bradley a 8:22 che colpiva il vetro frontalmente e ricadeva nella retina.
A 8:05 tuttavia i Calabroni passavano in vantaggio con un lavoro di Batum sulla sinistra che impegnava la difesa dei Celtics, scarico per Marvin che dal lato sinistro metteva dentro il 7-6. Dopo il sorpasso targato Thomas, i Calabroni trovavano un buon ritmo e mettevano dentro un parziale di 7-0 iniziandolo con Batum (fade-away a fenicottero) che ricadeva dentro la retina e guadagnava anche un FT supplementare per effetto del fallo di Bradley.
Gli Hornets si portavano sul 10-8 e arrivavano sul 14-8 grazie alla prima tripla dell’anno di MKG.
Boston interrompeva il parziale con Thomas da sotto, Sessions con due liberi ridava il +6 a Charlotte.
Gli Hornets raggiungevano anche il 19-12 grazie a un’azione corale; Batum dava un filtrante sulla corsa di Belinelli parallelo alla linea di fondo, extra pass di Marco in orsa verso l’angolo sinistro, dove grazie all’ottima spaziatura, ben distanziato, Sessions sparava da tre realizzando con sicurezza.
I Celtics tuttavia si avvantaggiavano con qualche titolare in campo e tornavano in partita seccamente; Crowder realizzava la tripla del 19 pari, Horford in sospensione dalla linea del tiro libero esagerava e portava sopra i ragazzi di Stevens.
Belinelli otteneva tre liberi per un tocco di Smart su un suo tentativo; il 2-3 riequilibrava perfettamente il punteggio a quota 21.
Brown realizzava due punti, Roberts uno su due FT concessi per una sua incursione fermata fallosamente e il quarto si chiudeva sul 22-23 per i padroni di casa.
 
Il secondo quarto iniziava con il sorpasso Hornets e l’allungo di Lamb che da sotto tabella andava a ricevere e a mettere dentro un tiro acrobatico per il 26-23.
I Celtics rispondevano con Jerebko, ma gli Hornets riuscivano a rimanere avanti rispondendo prontamente a 10:38 con Roberts nonostante il tiro fosse contrastato.
Smart con un tap-in tuttavia perveniva al pareggio a quota ventotto mostrando qualche problema nel pitturato di Charlotte che con questo canestro subiva il quattordicesimo punto contro i soli quattro realizzati.
A 8:04 Rozier dalla diagonale sinistra metteva il jumper del sorpasso, erano ora i Celtics a cercare di rimanere avanti ma dopo il pareggio, Charlotte si riportava avanti di 4; Lamb a 4:57 dalla diagonale sinistra tirava da media distanza sopra Jerebko infilando il 36-32.
Un parziale di 5-0 pro Celtics riportava la partita punto a punto e restituiva il vantaggio ai Leprechaun, i quali tuttavia venivano colpiti da Batum, che sulla pressione di Horford si allungava un po’ per dare un passaggio schiacciato in diagonale dal perfetto tempismo; Lamb in corsa agguantava la palla a spicchi e chiudeva degnamente l’azione.
A 3:37 in transizione Sessions aumentava il gap aspettando i difensori in rientro e battendoli dopo il loro transito in corsa.
Thomas arrivava al ferro mettendo il -1 ma Lamb sulla sinistra in uno contro uno andava in separation con una sospensione vincente per il 42-39.
Horford metteva dentro appoggiando alla tabella (lato dx) eludendo il tentativo di Marvin, Charlotte tuttavia aveva un sussulto, in particolare Batum metteva dentro due triple consecutive; la prima gli veniva assegnata come un lungo due punti, la seconda era un pick and pop con Marvin con il francese che si allargava sulla diagonale sinistra e metteva dentro la mina aperta per il 48-41.
MKG dava fastidio a Smart che non segnava da tre, così come a cavallo tra le due triple di Batum aveva fatto sbagliare Horford in jumper (il cambio era avvenuto sulle rotazioni a causa dei blocchi), in generale la difesa di Charlotte era attiva e Marvin a :20.3 dalla sirena girandosi dal post basso destro tirava evitando di un soffio il tentativo di stoppata in aiuto di Horford, la palla colpiva il ferro ma finiva dentro per il 50-41, punteggio sul quale si andava a riposo.
 
Cody iniziava bene la ripresa mettendo dentro il primo FG della sua partita da sotto il canestro a destra, Marvin in tuffo recuperava un pallone ma Sessions era stoppato da dietro e Thomas segnava una tripla.
Mentre Batum tirava due liberi, Marvin veniva medicato a una mano per sanguinamento, MKG scivolava sul parquet come Alberto Tomba dei tempi migliori, Bradley non segnava contro di lui, ma Thomas metteva dentro da una controtransizione.
Williams tuttavia partiva da sinistra e ondeggiando raggiungeva il ferro, colpito e affondato con una dunk imperiale effettuata con la mano destra.
Marvin rubava un pallone a Horford e Batum andava prendersi un contatto e altri due liberi che issavano Charlotte sul +12 a 8:55.
Dopo due easy point di Thomas, Nic si dimostrava in forma con un altro turnaround jumper che mortificava la difesa di Bradley, il quale rispondeva però segnando subito in attacco il 60-50.
Bradley però a 6:01 dava tre punti ai Celtics in un parziale di 9-0 che li riportava a -3 tra gli applausi del TD Garden.
A 5:14 Sessions per Batum che sulla linea di fondo tentava un reverse ma era fermato con il fallo.
Concentratissimo il francese realizzava i +5 (62-57).
Horford dava il suo contributo in attacco e in difesa, lasciando a Olynyk l’onere di realizzare la tripla del pareggio a quota 62 a 3:58.
Charlotte finiva sotto causa hook di Horford ma pareggiava con una delle pochissime cose buone fatte da Hawes nella serata.
Marco seguito da due giocatori dava verso il centro a Kaminsky che sprigionava la tripla frontale; 67-64 che ridava fiducia.
Horford si guadagnava due volte la lunetta ma stanco faceva 2/4.
Hawes tirava da tre un tremendo air-ball mentre Boston spostava più volte velocemente la palla sui lati del campo, da destra finiva per avere spazio Olynyk che sorpassava (67-69).
A :32.4 Rozier commetteva fallo su Roberts che questa volta non sbagliava, pareggiando la gara.
Su un errore di Kaminsky la luce rossa incorniciava il plexiglass dando il via libera all’ultimo quarto che iniziava sul 69 pari.
 
Smart iniziava bene per la squadra di Stevens; contatto con Belinelli, appoggio al vetro e gioco da tre punti compreso il libero addizionale.
Olynyk raddoppiato sotto il cilindro del canestro passava la palla sotto le maglie dei lunghi di Charlotte, facile perfino per Amir Johnson metter dentro da due passi.
La reazione degli Hornets si concretizzava a 7:51 con Belinelli bravo a realizzare una tripla per il 75-77. Gli arbitri iniziavano, però, a fare chiamate strane; su un lancio lungo per Bradley, Belinelli a metà strada provava a intercettare palla probabilmente non riuscendovi; gli arbitri chiamavano la palla a due tra Johnson e Zeller, il primo la vinceva ma s’infilava nel varco giusto Batum, pronto ad andare a schiacciare i 77 pari.
Belinelli con un’entrata di mano sinistra portava avanti anche Charlotte di due ma a 6:12 arrivava il ricongiungimento negativo della sliding doors… tre punti di Crowder, già visti quest’anno, poi l’episodio controverso; Belinelli faceva un normale fallo per fermare Thomas in transizione impegnato nell’appoggio.
Marco spingeva un po’ con l’arto sinistro e gli arbitri chiamavano flagrant 1 affossando Charlotte che subiva i due liberi e poi per effetto del possesso della squadra “offesa” altri due FT (Marvin in stoppata su Crowder da rivedere), così i verdi a 5:24 tornavano sul +5 (79-84).
A un passo da toccare il fondo Charlotte lo raggiungeva con Thomas e Bradley realizzavano una tripla a testa facendo esplodere gli ultimi ordigni in sequenza, Clifford e i nostri a 3:09 cadevano improvvisamente sul 79-92 tirando al momento descitto, nel quarto, con il 24% conto il 55% dei Leprechaun.
Inutile il canestro di Belinelli a 2:20 anche perché successivamente falliva la tripla dal corner sinistro.
Charlotte non rientrava più in partita e Boston portava a casa la quarta sfida (due di preseason e due di regular) quest’anno.
 
Pagelle
 
Sessions: 5,5
13 pt. (5/16), 6 rimbalzi, 6 assist. Un solo turnover ma non è Kemba e si vede. Fa girar palla e partecipa al gioco, non perdiamo certo per sua colpa, ha anche un +1 di +/- ma in difesa nonostante l’impegno a volte Thomas gli scappa e se dietro c’è Zeller, auguri…
 
Batum: 6
22 pt. (6/19), 9 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate. A guardare la partita sembrava avesse fatto molto meglio, poi scorgendo le 5 palle perse e ripensando all’ultimo quarto dove non incide, possiamo dire che non può essere l’uomo leader, inteso come top scorer di una squadra vincente. Tre quarti molto buoni e poi fa fatica anche lui, nonostante un paio di perle come assist effettuate in precedenza va sulla sufficienza.
 
Kidd-Gilchrist: 6
3 pt. (1/4), 5 rimbalzi, 2 rubate. Ottima partita difensiva ma attacco nullo. Gioca solo 21 minuti per dare spazio a Belinelli. L’idea è che questi due coesistano o Marco da solo faccia danni.
 
M. Williams: 6,5
12 pt. (5/11), 6 rimbalzi, 3 assist. Buona difesa sicuramente nonostante il sanguinamento a una mano modello Padre Pio, attacco che produce almeno la doppia cifra. Generoso nel terzo quarto, quando esce si sente.
 
C. Zeller: 5,5
2 pt. (1/7), 10 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 3 stoppate. Ci vuole il canotto stasera per farlo segnare, inoltre nonostante due prodigiose stoppate e l’abilità (momentanea) a rimbalzo, la sensazione è che sa colpito da quadriplegia su Thomas.
 
Belinelli: 4,5
11 pt. (4/13), 2 rimbalzi, 4 assist. Una delle peggiori partite di Marco che asserisce che MJ l’abbia preso per tirare. Fa 1/6 da tre e 4/13 in totale… In difesa stasera non c’è, anche se il flagrant secondo me grida vendetta.
 
Roberts: 5
5 pt. (1/5), 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata. Due i palloni persi e un -12 di plus/minus. A parte il buon inizio è arrugginito. Gioca seriamente per la prima volta quest’anno e in 15 minuti grazie alle sue incursioni racimola 4 FT.
 
Kaminsky: 5
7 pt. (3/10), 5 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Se non si riprende a breve, conviene valutarlo… non può andare avanti così. A parte il tiro, stasera si vede Frank anche piroettare nel pitturato e tentare un tiro assurdo da marcato quando avrebbe potuto servire Belinelli libero che gli chiamava palla… La differenza con Williams (non parliamo di un top player) si tocca recentemente.
 
Lamb: 6
10 pt. (5/10), 6 rimbalzi, 1 rubata. Commette 4 falli. Ci sono ma vorrei vedere arbitri così solerti anche quando li subisce. In un’azione, partito da sinistra, gli è fischiato solamente il terzo dei falli che i vari giocatori passati da Jeremy commettono e non va nemmeno in lunetta. Bene al tiro, la difesa punto più debole, anche se come tutti s’impegna.
 
Hawes: 4,5
3 pt. (1/3), 3 rimbalzi. Gioca 14 minuti. L’avevo anche sponsorizzato ma è arrugginitissimo. Non tiene in difesa, dove commette quattro falli, in attacco combina pasticci, tira maluccio. Nelle due fasi non mi è piaciuto.
 
Coach Clifford: 5,5
La squadra parte alla grande, gioca fisico, si trova in campo giocando d’insieme nonostante manchi Kemba, poi arriva la panchina e addio. Lui chiama il time—out ma le cose non vanno come sperato. Deve trovare differenti rotazioni, specialmente tra gli swingman. La quarta sconfitta consecutiva dice che non vanno bene. Manca equilibrio e forse qualità in panchina, in una serata nella quale nemmeno Hibbert ha potuto giocare, la difesa ha tenuto Boston sotto i 100 ma l’attacco senza Kemba è crollato nel finale.

Game 26: Charlotte Hornets @ Washington Wizards 106-109

 
SmottamentHornets
 
Gli Hornets, usciti malconci dalle prime due trasferte, volavano a levante, abbeverandosi dal fiume Potomac prima di superarlo e far visita alla capitale degli Stati Uniti.
Sul campo più abbordabile che questo road tour, composto di cinque trasferte ci regalava, arrivava però un’altra sconfitta. Beffarda per il modo in cui è maturata ma non immeritata. La partita è stata giocata alla pari direi, a fasi alterne che hanno visto prevalere le due squadre, ma l’arrivare punto a punto evidentemente quest’anno penalizza gli Hornets che non sanno chiudere le partite o vincerle negli ultimi minuti visti i tre precedenti overtime persi.
La beffa è arrivata sulla sirena, con gli Hornets sotto di tre, dopo un tiro impossibile di Batum e un pallone rimbalzato corto nel pitturato, Walker riusciva a portar fuori il pallone dalla mischia a terra e a riprovare da tre punti, ma la sfera si negava alla retina rimbalzando via dal contatto con il ferro.
Gli Hornets così incassavano la terza sconfitta consecutiva su tre tentativi esterni.
A parte le prestazioni degli uomini di guardia di Brooks (Wall e Beal, rispettivamente 25 e 20 punti), gli Hornets hanno concesso troppi punti dai turnover (18 contro i 14 di Washington e 7-15 le rubate), dalle rubate e dai fast break gli Hornets hanno finito per perder la partita passando dal +10 sino al -12.
Anche a rimbalzo Charlotte non è andata bene (33-41) a nulla è valso il 51,4% dal campo.
Franando ancora una volta, i ragazzi di Clifford, dimostravano di avere diversi problemi… ora dovranno dimostrare di avere carattere e giocare con il sangue agli occhi le prossime due trasferte sui campi di Boston e Atlanta se vorranno rimanere tra le otto partecipanti ai playoffs.
 
Il quintetto degli Hornets schierato da Clifford al Verizon Center era sempre il medesimo; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller, mentre i Maghi si opponevano con; Wall, Beal, O. Porter, Kelly Oubre Jr. e M. Gortat.

La batteria di titolari Hornets composta da Michael Kidd-Gilchrist; Kemba Walker e Marvin Williams.
I tre insieme nella notte, hanno combinato 32 punti.
(Photo by Rob Carr/Getty Images)

 
Il primo possesso era a vantaggio di Washington, Beal tuttavia sbagliava il primo tiro preso da tre da posizione frontale, sul rimbalzo Zeller subiva fallo da Gortat ma l’attacco degli Hornets andava a vuoto con Kemba costretto alla forzatura, era Porter da sotto quindi a rompere il muro dello 0-0.
Il pareggio arrivava per merito di Walker, il sorpasso invece era firmato da una schiacciata in corsa di Zeller, bravo a sfruttare il passaggio schiacciato smarcante di Batum.
Wall in fing and roll perveniva al pareggio mentre Beal a 8:48 dalla lunetta portava in vantaggio per la prima volta i capitolini. L’asse Batum/Zeller nel primo quarto funzionava benissimo; era Nic in transizione a fornire a Cody il passaggio per l’appoggio in transizione (8:17) per il pareggio a quota sei.
A 7:39 Batum con un lungo due punti riportava sopra i viola ma Gortat da vicino riportava il match in perfetta parità. Un drive and kick di Walker per il jumper di MKG dalla sinistra ridava il vantaggio agli uomini di Clifford ma un tiro dalla baseline destra di Gortat portava il punteggio in doppia cifra per entrambe le squadre mentre Porter faceva tornare al comando i locali di due. Batum guadagnava due liberi a 5:48 e pareggiava a gioco fermo, mentre Zeller stoppava all’ultimo Gortat, ma sul proseguimento della stessa azione Porter segnava in sospensione dalla destra. A 5:15 l’asse Batum/Zeller funzionava a meraviglia; assist dalla linea di fondo destra di Nic per l’arrivo frontale di Cody che metteva dentro un rim shot.
MKG dietro compiva una delle sue buone difese e dava la possibilità di attaccare ai viola per il nuovo vantaggio, ottenuto realmente da Williams in penetrazione chiusa da un floater sopra Gortat.
A 4:23 MKG in coast to coast portava a 4 le lunghezze di vantaggio per la squadra del North Carolina, la quale subiva però un canestro di Wall che riportava la partita punto a punto.
Batum cercava di sganciare i Maghi sfruttando un blocco alto di Zeller e a 3:45 metteva dentro da tre per il 21-16.
Sessions, appena entrato (insieme a Beli e Kaminsky) rubava subito palla, in attacco sulla sinistra palla a Batum che si girava e batteva da fermo con la sospensione la marcatura di Beal. Il +7 durava poco perché Oubre completamente dimenticato sotto canestro accorciava senza problemi ma una collaborazione italo-francese (passaggio verticale di Batum per il movimento sulla linea di fondo di Belinelli che chiudeva il reverse passando sotto canestro da destra a sinistra) restituiva i magnifici sette di vantaggio agli Hornets.
I Wizards reagivano e mettevano dentro tre canestri di fila, l’ultimo con Oubre a 1:01 (dunk per malinteso tra Kaminsky e Batum in attacco) per il nuovo -1 (27-26).
Sessions riusciva a far ripartire il punteggio degli Hornets con una tripla dalla diagonale sinistra che dava il 30-26 a :27.5 dalla sirena.
Smith sullo scarico dalla baseline destra tirava ben oltre il ferro sull’ultimo possesso lasciando inalterato il punteggio.
I Calabroni dopo i primi 12 minuti conducevano quindi 30-26.
 
Il secondo quarto iniziava con quattro errori, due da ambo le parti (di Frank i nostri), spezzava la serie negativa al tiro Belinelli, il quale vistosi passare avanti Hibbert, sfruttava il momento del blocco accidentale per ricavarne la pazza idea del tiro da tre punti da ben oltre la linea; alla fine Marco aveva ragione e portava Charlotte sul 33-26 a 10:36.
Dopo un errore da tre punti dell’ex compagno e avversario ai tempi di New Orleans, Thornton, la guardia ora ai Wizards metteva dentro ripetendosi da vicino poco dopo (liberandosi di marco con un movimento sotto canestro), Belinelli vedeva anche il pallone rimbalzar via dal ferro ma non tagliava fuori Smith che partiva da destra dietro di lui, recuperava e riequilibrava la partita sui 33 a testa.
Clifford vistosi rimontare facilmente chiamava un time-out che evidentemente al rientro serviva se Lamb si metteva in proprio e sfruttando un blocco segnava un FT jumper.
Belinelli con una finta mandava al bar il difensore in chiusura ma perdendo il ritmo colpiva il ferro, se ne avvantaggiava Hibbert che conquistava il rimbalzo e sul contatto guadagnava due FT.
Il 2/2 riportava la squadra di Clifford sul +4 a 7:18.
Roy tentava di congelare il vantaggio inchiodando il tentativo di schiacciata di Smith alla tabella, ma l’altro ex New Orleans Hornets riprendeva e metteva dentro per il 37-35.
A 6:48 finalmente Kaminsky metteva dentro una tripla, seguita però da quattro punti di Burke, bravo a riportare a contatto (40-39) i Maghi.
A 5:31 Kaminsky trovava la seconda tripla, dalle sue mani il passaggio per Kemba che si sfilava sulla destra e restituiva a Kaminsky in posizione più centrale, tiro in ritmo e 43-39.
I Wizards non demordevano comunque trovando il nuovo pareggio con una dunk del loro centro polacco.
Kaminsky salvava su un passaggio ficcante dentro, Porter toccava oltre la linea di fondo per ultimo ma Washington passava comunque avanti quando un attacco in transizione di Wall a 4:21 costava il fallo speso dagli uomini di Clifford.
Il due su due del play avversario ci mandava sotto di due, tuttavia la classe di Kemba in attacco serviva per puntare Gortat e appoggiare sulla sinistra del vetro.
MKG metteva dentro il secondo jumper personale scongiurando il nuovo vantaggio dei bianco-stellati ma Oubre sfruttava una rimessa dal fondo per schiacciare, complice la mancanza di comunicazione tra i giocatori di Charlotte presenti sul parquet. Hornets che tornavano in attacco, nell’angolo sinistro Batum si vedeva raddoppiato, ma superava il muro con un passaggio orizzontale per MKG che aveva vita facile per l’appoggio dalla stessa baseline.
Gortat vinceva un duello di forza con Williams andando verso canestro.
Ai 24 secondi d’attacco degli Hornets però Batum riusciva a segnare da tre punti e si ripeteva in uno contro uno da due punti con un tiro girando mezz’anca dalla media distanza.
Beal tentava un top shot forzato da MKG, la palla girava vorticosamente all’interno del ferro ma usciva mentre la luce rossa si accendeva lasciando inalterato il punteggio sul 54-49 a favore degli Hornets.
 
Nella ripresa sarebbe dovuto entrare in gioco il fattore “terzo quarto” degli Hornets, ma in realtà a parte il fatto che stia scemando questa consuetudine, erano i Wizards a giocare un ottimo periodo, iniziando con Gortat (16 pt.) dal pitturato in girata su Zeller, passando per Porter e il suo tiro dalla media che riavvicinavano i Maghi e anche se MKG riusciva a battere Beal dalla linea di fondo destra si vedeva rispondere dallo stesso con una tripla che riportava il bilancio punti in parità (56-56).
A 9:46 Charlotte iniziava un mini-parziale con un floater di Marvin dal rimbalzo amico sul ferro, Kemba usando lo schermo di Zeller centrava il canestro da oltre l’arco, Batum riceveva dallo stesso Walker e piazzato fuori dall’arco sulla sinistra realizzava il 64-56 che costringeva al time-out Scott Brooks.
Gli Hornets sembravano andare in controllo della gara quando anche Cody appoggiando al vetro (altro assist letale di Batum) metteva dentro e portava sul +10 la squadra di MJ, ma i Wizards reagivano e con Oubre Jr. da tre (scontro sospetto su Kemba in precedenza) nel giro di poco si ritrovavano sul -4 (67-63) e addirittura sul -2 quando Wall rubava a Kemba e metteva dentro in transizione.
A 5:44, Beal, dopo un primo tempo cheto, era senza vergogna e compiva il sorpasso con la tripla, rincarava la dose Wall che in contropiede serviva Oubre jr. per una delle sue schiacciate di serata.
Beal metteva dentro anche il 69-73, Walker era stoppato d Porter mentre tentava di tirare da tre punti, dall’altra parte Wall invece guadagnava de liberi per fallo di Zeller.
Il due su due ampliava un divario che Beal verso fine quarto portava incredibilmente a 11 punti…
Belinelli a 1:05 rischiava di perder palla ma riusciva a ritirarla su e a mettere una tripla dalla diagonale sinistra per il 77-85.
Oubre invece sfruttava un blocco e arrivava agilmente a canestro entrando a contatto con il corpaccione di Hibbert che lo toccava sul reverse, ottenendo un canestro più fallo.
Il libero non entrava ma i Wizards chiudevano il quarto sul +10 (77-87).

Marco Belinelli ha chiuso con 16 punti con 4/6 dalla distanza.
NBAE (Photo by Ned Dishman/NBAE via Getty Images)

 
Gli Hornets a inizio ultimo quarto dovevano scuotersi ma Burke mandava il gap alla dozzina di punti, Belinelli non ci stava e accorciava a un più appropriato -9 a 11:26 con una tripla “effervescente”.
Il gap rimaneva tuttavia immutato mentre i minuti passavano, per un altro piccolo passo di riavvicinamento ci voleva ancora Belinelli che con l’uomo in faccia riusciva a uscire dal blocco e a metter dentro ugualmente una bomba entusiasmante che valeva come 85-91.
A 7:32 gli Hornets si riavvicinavano sino al possesso lungo, facendolo a suon di triple; Kemba smistava per Kaminsky che trovava la concentrazione per metter dentro il 90-93.
Hibbert in difesa stoppava Wall che scendeva con la palla in mano, palla a due vinta da Hibbert con qualche problemino, in attacco si raffreddava Marco che sbagliava due volte, finiva per segnare Washington, anche se in attacco Hibbert nel pitturato non andando in uno contro uno girando la palla sul lato destro dava la possibilità a Kemba di realizzare la tripla del 93-95.
Beal metteva dentro un tiro anche contro Batum, Walker mancava la tripla e Wall andando in penetrazione contro Belinelli sbagliava, ma con Marco scivolato fuori dal campo riprendeva e metteva dentro il 93-99.
Marco e John avevano qualcosa da dirsi, evidentemente non piaceva agli arbitri l’atteggiamento del secondo, così Batum si presentava in lunetta per il tecnico contro il play avversario.
Nic metteva dentro il 94-99 e poi dall’angolo destro segnava anche da fuori o quasi… ma la punta della scarpa destra pestava sfortunatamente la linea e il tiro veniva assegnato da due punti. Gortat metteva dentro la dunk a una mano tenendo fede al soprannome di “Polish hammer”, Zeller in attacco portava un blocco ma veniva travolto da Oubre Jr. (15 pt. finali) a palla lontana.
Il nostro centro andava in lunetta e metteva dentro le due occasioni, Cody si recava altre due volte in lunetta, ma splittando ambo i singoli stop (2/4) lasciava indietro i suoi di due punti; 100-102 a 1:55 dalla fine.
Oubre mancava un facile appoggio, anche se la difesa degli Hornets in diverse circostanze dava fastidio attorno al canestro, Marvin dal corner destro non riusciva a metter dentro la tripla del sorpasso così Wall in sospensione lunga riportava a distanza di sicurezza i ragazzi di Brooks.
Un tentativo in fade-away di MKG dal pitturato aveva il successo che avrebbe un messicano che si presentasse a elemosinare a casa Trump, quindi un’isolation di Wall con blocchi per la corsia di sinistra portava in tangenziale il play che velocissimo la imboccava sbattendo sul posto di blocco Zeller che tuttavia non riusciva a fermarlo.
Il 100-106 dava poche speranze nell’ultimo minuto ma un pick and roll tra Kemba e Cody apparecchiava la strada al centro per la dunk solitaria a :26.9 dalla fine.
Due FT di Beal appena due secondi più tardi decretavano la quasi sconfitta di Charlotte che invece segnava con Walker in appoggio al plexiglass destro e recuperando un pallone nell’angolo destro, insperatamente si trovava sotto di due, grazie al passaggio di Batum per Zeller che si liberava del difensore e metteva dentro il 106-108.
Kemba era costretto a far fallo immediato su Wall nella metà campo difensiva pronto a scappare… Wall si presentava in lunetta ma sbagliando il primo dava un’ultima possibilità a Charlotte.
Il secondo entrava, gli Hornets si ripresentavano in campo per la rimessa offensiva, il lavoro sui blocchi non dava gli esiti sperati, Batum si prendeva un tiro con l’uomo davanti oltre la linea dei tre punti (diagonale sinistra), il pallone toccava il ferro anteriore e rimbalzava corto nel pitturato, Zeller lottando anche in tuffo lo teneva vivo, dallo spiaggiamento generale, Walker, rimasto in piedi, portava via il pallone e arretrando per tentare la tripla dell’aggancio si vedeva beffato dall’unione tra ferro e palla che decidevano complottisticamente di bocciare la prestazione di Charlotte che usciva anche senza il pugno di mosche dalla capitale statunitense.
 
Pagelle
 
Walker: 6
17 pt. (7/15), 6 rimbalzi, 9 assist. Perde tre palloni, un paio purtroppo costosi. Non vince il duello con Wall dove in difesa soffre un po’, ma in una serata ancora una volta negativa, smista più di un terzo degli assist della squadra. Sfortunato sulla tripla finale.
 
Batum: 7
20 pt. (7/14), 5 rimbalzi, 8 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Anche lui perde tre palloni e insieme a Kemba fa girare la squadra con i suoi 8 assist, molti per Zeller. Applicazione difensiva sufficiente, in attacco trova scelte di tiro migliori e i risultati si vedono, sulla tripla finale forse avrebbe potuto aspettare e dare n pallone su qualche movimento ma oggettivamente era difficile da marcato con poco sul cronometro.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
11 pt. (5/7), 3 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Anche lui perde un paio di palloni, in difesa è super aggressive e annulla Beal o chi gli capita da quelle parti. Pochi i rimbalzi, bene i punti anche per la stessa aggressività trasportata in fase offensiva.
 
M. Williams: 5,5
4 pt. (2/6), 4 rimbalzi, 1 assist. Se tiene abbastanza dietro, compreso un mismatch nel finale con Wall è anche vero che a rimbalzi difensivo dovrebbe fare di più, specialmente in situazioni di mischia e tap-in possibili. Uno della sua esperienza si dimostra anche poco freddo in serata sbagliando tre triple, una importante nel finale.
 
C. Zeller: 6
18 pt. (6/7), 2 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Cody è il ricettatore dei passaggi di Batum, va in doppia cifra grazie a lui. Nel finale dalla lunetta sbaglia un paio di liberi fondamentali, poi si rifà nel finale segnando due punti e lottando su un pallone vagante. Dalle parti del ferro però non è una garanzia come centro titolare, i rimbalzi mi portano a dargli una sufficienza… Subiamo troppo nel pitturato certe situazioni, anche se da fastidio spesso. Tre i palloni persi.
 
Belinelli: 6
16 pt. (6/10), 1 rimbalzo, 1 assist. Due i palloni persi. Non si capisce come facci aa segnare certi tiri… S’infiamma e mette dentro tiri assurdi, poi, però si raffredda e gli Hornets ne soffrono. In attacco fa il suo, è in difesa che stasera non regge il confronto. Battibecco con Wall, la prossima volta un fallo ben speso sull’attaccante per farsi rispettare, sempre meglio che fasi spostare.
 
Kaminsky: 6
10 pt. (3/9), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Perde tre palloni, inizia male ma poi infila 9 punti da tripla. In ripresa dopo le ultime pessime gare, speriamo possa migliorare ancora.
 
Sessions: 5,5
4 pt. (1/3), 1 rimbalzo, 1 assist, 2 rubate. In 12 minuti di gioco perde un Pallone e ha un -2 di plus/minus. Di solito è più incisivo (parlando delle ultime gare) ma stasera gioca pochino.
 
Hibbert: 6,5
4 pt. (0/0), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 3 stoppate. Nessun turnover, lento sale due volte per il tiro e viene fermato con il fallo. Da lì guadagna due liberi. Per il resto i compagni passano al largo e non lo coinvolgono più di tano in attacco. In difesa nonostante gradirei un giocatore un po’ più vivo e aggressivo è utile e bravo in serata.
 
Lamb: 5,5
2 pt. (1/3), 1 rimbalzo, 1 assist. Un canestro su tre tentativi, poco altro in 11 minuti. Difesa così così ma gioca nel periodo più proficuo di Charlotte e finisce con un +5 di +/-.
 
Coach Clifford: 5,5
Terza sconfitta consecutiva su un campo modello “fossa delle Marianne”. Frank si riprende un po’ ma Hawes non gioca più. Marco viene rimesso nel finale per la disperazione. Prima aveva inserito nuovamente MKG in quintetto, idea non necessariamente malvagia cercando di dare un equilibrio tra attacco e difesa. Personalmente avrei tentato con un quintetto più piccolo escludendo Marvin. Tradito dai troppi turnover cerca di porvi rimedio ma la malattia è contagiosa e Charlotte paga caro il non mantenimento del possesso palla.

Game 25: Charlotte Hornets @ Indiana Pacers 94-110

 

AttenziHornets
 
Gli Hornets volavano a sud-ovest nella seconda tappa del road tour dicembrino.
Lo stop sul lago Erie era quasi scontato.
La nuova meta era “Indy”, città fondata sul lago White ma più famosa per l’Indianapolis Motor Speedway, il circuito ovale più famoso del mondo.
Se i Battistrada qui erano di casa, i Calabroni chiedevano strada prendendo la scia in parabolica.
Purtroppo sull’ultima curva (a inizio dell’ultimo periodo), il motore dei Pacers lasciava indietro gli imenotteri nell’impari sfida. George e Turner segnavano 22 punti a testa durante la serata, Teague 16, in più Stuckey (14 pt.) e CJ Miles (11) dalla panchina erano importanti (rispettivamente con penetrazioni e triple), così, con un 47,2% da tre punti la squadra dell’ex Sonic McMillan incartava e portava a casa la gara.
A niente è servito il 28/32 dalla lunetta di Charlotte contro il 7/10 dei Pacers.
Gli Hornets hanno finito con 13 turnover contro i soli 11 d’Indiana. Ora i Pacers si portano sul 12-11 in classifica, mentre Charlotte incassa la seconda L consecutiva andando su un record di 14-11.
La prossima sfida sarà a Washinton, da giocare con molta attenzione, vietato sbagliare per non piombare nel calderone delle pretendenti pericolanti ai Playoffs…
 
Clifford a Indianapolis si affidava al solito quintetto composto da: Walker, Batum, MKG, M. Williams e C. Zeller.
Coach McMillan, occhi gialli fissi sul parquet schierava inizialmente: Teague, Gl. Robinson III, George, Th. Young e My. Turner.

Marvin Williams alla Bankers Life Fieldhouse ha chiuso in doppia cifra ma Charlotte ha perso la seconda partita consecutiva.
(Photo by Andy Lyons/Getty Images)

 
Charlotte riusciva a vincere la palla a due con Zeller, Kemba preoccupava la difesa dei Pacers che riusciva tuttavia a chiudersi sul passaggio per Zeller come rollante, ma lasciava spazio nell’angolo destro a Marvin Williams per la prima tripla a segno di serata (11:42).
Non si doveva attendere molto per vedere la reazione dei locali che rispondevano con cinque punti di George (tre per il pareggio e due in fade-away a 10:43 per il vantaggio), tuttavia Zeller in tap-in riportava in equilibrio il match.
A 9:59 un teardrop di Marvin Williams portava in vantaggio i viola facendo saltare la pressione avversaria.
Il pareggio dei Pacers arrivava per mezzo di Teague dalla lunetta, dal gioco fermo si passava al vantaggio su azione per i ragazzi di coach McMillan; tripla di Turner sullo scarico e aumento del gap con una bomba da destra di Glen Robinson III, abile a sfruttare il lavoro di due passaggi provenienti dalla sinistra, transitati nella tonnara del pitturato.
Gli Hornets non partivano bene con Walker e Batum al tiro, Turner ne aggiungeva due costringendo Clifford a chiamare un time-out a 7:33 sul punteggio di 7-15.
Dopo una persa di Batum e un suo tiro lungo, Charlotte finalmente passava alla casa con lo stesso Nic, abile a uscire sulla diagonale destra per un prendi e tira dopo un incrocio tra Zeller e Walker con palla in mano che aveva posto l’attenzione principale dei Pacers su un possibile pick and roll tra i due.
Il 10-15 era tuttavia fugace, i Pacers mettevano altri 5 punti e doppiavano i Calabroni sul 10-20.
Belinelli faceva ripartire lo scoreboard lato Hornets con un mid-range jumper, il vantaggio si dimezzava grazie ancora a Marco che sfruttando lo schermo di Hibbert dribblava Stuckey, il quale si appoggiava banalmente su di lui, tiro comodo in jumper e gioco da tre punti passando dalla lunetta per il 15-20.
C’era anche Hibbert, il pubblico se ne accorgeva e lo fischiava, lui faceva partire un gancio dal mid-range che batteva l’ex Jefferson in un duello dalle parti invertite solo due stagioni fa.
A :47.8 un Ft jumper di Roy riportava a contatto i Calabroni (19-20), prima che Stuckey interrompesse il primo parziale di Charlotte da 9-0.
Sessions accorciava di uno splittando dalla lunetta ma a due secondi dalla fine la barca di Clifford affondava a causa di una tripla di P. George, il quale sfruttava una mancanza di comunicazione tra Belinelli e Batum per prendersi il 20-25 che chiudeva i primi 12 minuti.
 
Pronti a ripetersi altri 12 minuti nel secondo quarto, ma con protagonisti diversi…
Charlotte sfruttava l’assenza dei titolari gialloblù (tra i quali finalmente si annoverava anche George sedutosi in panchina), anche se un ½ di Stuckey e un tap-in di L. Allen sull’errore di Jefferson portavano la differenza punti a otto a favore dei locali. Un attacco in corsa di Sessions tracciava una diagonale verso destra, palla alzata al plexiglass oltre il difensore e -6 ottenuto con bravura.
A 10:21 Lamb in possesso di palla sfruttava lo schermo di Hibbert, finta all’interno e un paio di passi in entrata sull’esterno usando il vetro per battere l’aiuto di Jefferson.
Un buon lavoro di Hibbert e Sessions in raddoppio difensivo su Big Al consentivano al nostro play di riserva di andare in attacco per accorciare a mezzo tripla (dopo aver fatto le prove precedentemente) sul -1 (27-28).
A 8:43 Lamb usava ancora lo screen roll per attaccare i lenti centrali dei Pacers; due liberi guadagnati e realizzati, Charlotte tornava così i testa (altro parziale di 9-0) dopo un lungo inseguimento.
Non durava molto il vantaggio; Stuckey dal mid range metteva dentro, se poi Kaminsky iniziava il suo show in negativo c’era poca speranza…
Frank era stoppato, Stuckey con un’entrata strong aumentava la differenza tra i team a tre punti, Kemba perdeva palla oltre il fondo e gli Hornets subivano una prepotente megadunk di Turner che sarebbe anche potuto valere un tecnico (tenendo conto di quella fischiata per molto meno a Zeller qualche partita fa).
Ad ogni modo anche Miles approfittava di un Kaminsky attardato sui blocchi e infilando una tripla ampliava il divario a otto punti … Miles tuttavia subiva anche l’effetto opposto, quando non trovando più Kaminsky, in attacco prima doveva ceder palla sulla pressione di Williams nonostante si apprestasse al tiro, poi lo prendeva sul proseguimento dell’azione ma la pressione del nostro numero due salvava il canestro da un’altra possibile marcatura.
A 6:14 Hibbert segnava due liberi, dall’altra parte George rispondeva con due punti a metà quarto, diciascette secondi più tardi Marvin riusciva ad andar via sulla linea di fondo sinistra e a mettere dentro con un floater solo cotone.
Stuckey da tre e Teague portavano cinque punti nelle casse dei Pacers mentre gli Hornets in attacco andavano un po’ in difficoltà, sfruttando tuttavia il lavoro di MKG a rimbalzo offensivo ottenevano qualche possibilità in più.
Era il caso di un extra possesso che serviva a Kemba per prendersi due FT a 3:19 con i quali entrare in partita dopo un digiuno lunghissimo.
Walker centrava anche il primo tiro dal campo a 2:23, una tripla pesante che riavvicinava al -6 i ragazzi di Clifford.
Kemba tuttavia commetteva un fallo su Teague impegnato in un tiro simile fuori dall’arco.
Per fortuna l’ex Hawks mancava i primi due liberi prima di mettere il terzo tentativo, Charlotte nel finale accorciava con un’entrata di Kemba nel cuore della difesa di Indy.
Il canestro era accompagnato anche da un libero supplementare che a 32.8 riportava a -2 i Calabroni.
Non si sarebbe più segnato nel primo tempo, ma grazie all’entrata di Kemba avevamo ancora una partita.
 
Una gara che dopo l’intervallo era portata in parità da Williams che arrivava bene su un passaggio laterale di Teague per Turner, palla strappata al lungo e transizione che non riusciva a chiudere per il fallo sul rientro del treccinato avversario.
Il due su due e dalla linea della carità precedeva un elbow jumper con reverse dribble di George che si staccava così in corsa da un MKG pronto a francobollarlo.
Marvin e Batum erano stoppati in due azioni differenti, George a 10:38 si scatenava con una tripla in faccia a Kidd-Gilchrist che faceva rimpiombare Charlotte a -5 nonostante una difesa serrata. Tuttavia la strenua difesa opposta nel quarto consentiva di risalire nel punteggio; Robinson non segnava sull’uscita di MKG che pompava poi la palla in transizione e guadagnava due liberi. Messi insieme con altri due FT grazie a una palla recuperata (una collaborazione Zeller/Walker), in 13 secondi, tra i 9:47 e i 9:34 la nostra ala faceva risalire i Calabroni sino al -1.
Gli Hornets si portavano anche sopra con il giro palla, sulla top of the key da tre punti Marvin con una finta partiva con il vantaggio, penetrava frontalmente e scaricava per Zeller appostato sotto canestro a destra da dove appoggiava nel rettangolo centrale del vetro per il 51-50.
La partita s’infiammava e Zeller/Walker riproponevano la trappola difensiva che portava MKG a metter dentro altri due punti in transizione.
Le squadre ora sembravano non voler più sbagliare; Young infilava la tripla del pareggio a 8:31, Cody a 8:16 metteva dentro una pesante dunk a due mani, ma a 8:.00 arrivava il sorpasso di Indy con Teague che realizzava un’altra tripla, quella del 55-56.
A 6:21 Marvin rispondeva per le rime creando l’eco della tripla anche dall’altra parte del parquet, questa volta però grazie a una seconda opportunità venuta fuori da un MKG importante a rimbalzo.
A 6:11 Clifford iniziava a mostrare segni evidenti di scontentezza nei confronti della terna arbitrale e per reiterate proteste prendeva un tecnico che riavvicinava i Battistrada.
A 5:59 un Kemba move cercava di dare metri di vantaggio ai viola; entrata con separation cadendo all’indietro e appoggio al vetro oltre Turner per il 60-57.
Turner metteva due punti ma gli Hornets ottenevano il loro massimo vantaggio (+4) con Batum, che finalmente dopo una serata orribile al tiro, dal corner sinistro realizzava con spazio il tiro pesante grazie a una drive & kick di MKG.
Turner era un’arma tattica di serata per i Pacers; dalle sue mani partiva un’altra tripla che accomodava sul -1 i padroni di casa, i quali però si vedevano silurare nuovamente da Batum a 3:48.
La seconda tripla di fila portava i Calabroni sul 66-62.
Young in transizione e Turner con una schiacciata portavano il tabellone su un 6 in più del satanico numero, tuttavia Sessions spinto alle spalle faceva finire la messa nera realizzando il 68-66 dalla lunetta.
Da Myles Turner a C.J. Miles la differenza sostanziale per Charlotte non c’era, altra tripla e Indy sul +1.
I gialloblù trovavano anche la versione addormentata di Hibbert e segnavano con Jefferson dal post basso, con Brooks in entrata con Roy un po’ “timido”, tuttavia nel finale di terzo quarto Nicolas dava una bella mano realizzando la terza tripla nel giro di pochi minuti.
Sul 73-73 Charlotte puntava ad andare al riposo in parità ma da una palla che usciva allungata dal pitturato, Miles aveva l’occasione di segnare da sinistra il 73-76 che chiudeva il tempo.
 

Michael Kidd-Gilchrist non è andato bene al tiro, complice qualche stoppata presa, ma a rimbalzo è andato in doppia cifra.
(Photo by Ron Hoskins/NBAE via Getty Images)

L’ultimo quarto dimostrava che gli Hornets non erano in gran serata.
Si partiva subito male con Hibbert a subire un canestro dal mid-range di Jefferson.
Belinelli sbagliava un tiro, Hibbert sul tap-in non riusciva a metter dentro, Roy era anche sbeffeggiato da uno dei classici movimenti di Jefferson in attacco; giro sull’esterno rapido in post basso e appoggio per il 73-80…
Kaminsky non segnava, Lamb nemmeno, Stuckey si ma aveva il color di maglia sbagliato.
Sul 73-82 Clifford fermava le lancette e chiamando un time-out tentava di riordinare le idee offensive.
Non vi riusciva benissimo, dopo qualche schermaglia Brooks da tre realizzava dal corner destro nonostante l’uscita rapidissima di Kemba a dar fastidio.
A 7:33 Frank the Tank metteva dentro la tripla, Belinelli in difesa deviava un pallone al volo saltando, Zeller allungava la mano anticipando l’avversario diretto e Charlotte partiva a razzo in contropiede; triangolazione in corsa Walker/Lamb con quest’ultimo a metter dentro l’82-87.
Miles realizzava da due ma Belinelli a 6:03 in piena area metteva dentro lanciando la palla sul vetro frontalmente.
Un floater di Teague e un giro nel pitturato di Turner a 4:51 davano il +9 (84-93) ai rivali dell’Eastern.
A 4:30 Belinelli provava il tiro sfruttando un blocco lampo di Zeller, su di lui un tocco sul suo fianco destro e tre liberi realizzati.
Marco segnava anche una tripla (gioco a due prolungato con Marvin con ricollocamento oltre la diagonale destra del nostro swingman) e Charlotte tornava a -5 (90-95).
George segnava due punti e Indy ancora in transizione con il numero 21, dopo una forzatura di Marco.
La gara finiva lì.
Nel finale uno step back tre di Tuner, una tripla di Teague ampliavano il divario eccessivamente, in una serata comunque no per Charlotte.
 
Pagelle
 
Walker: 5
12 pt. (4/16), 2 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate. Ci vuole un’eternità prima che realizzi due punti, a 3:19 del secondo quarto e dalla lunetta. Entra in partita tardi, perde tre palloni e si fa stoppare diverse volte, anche se mostra un paio d’entrate da All-Star game, rimane una delle prestazioni più scadenti dell’anno. Forse la botta rimediata a Cleveland ha lasciato qualche leggero strascico.
 
Batum: 6
13 pt. (4/13), 10 rimbalzi, 3 assist. Finisce con un 4/7 da 3, da due non mette nulla… Nel tabellino ha un punto in più di Kemba ma va in doppia doppia con 10 rimbalzi. E’ l’uomo partita per Charlotte secondo Fox ma onestamente non avrei dato a lui la palma del migliore, nonostante nel terzo periodo abbia messo dentro tre triple ravvicinate che ci hanno consentito di provare a giocarci l’ultimo quarto. 4 turnover e 4 falli, non sempre è pulito ma la sensazione è che certi arbitri l’abbiano preso un po’ di mira.
 
Kidd-Gilchrist: 6
6 pt. (1/9), 10 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Altro tabellino che evidenzia deficit al tiro in serata ma che non dice sulla fase difensiva… Fa quello che può, per il resto George lo batte almeno tre volte senza colpe. Ottimo a rimbalzo, guadagna anche una rimessa dal fondo andando a disturbare e pompa un paio di transizioni.
 
M. Williams: 6,5
13 pt. (4/7) 2 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Gioca 28 minuti, peccato per dei tiri non entrati in momenti abbastanza importanti (ammesso ve ne siano più di altri), Buona prova anche in difesa, dove gli avversari non si ritrovano più Kaminsky.
 
C. Zeller: 6
8 pt. (4/9) 7 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Difficile dare un voto a Cody stanotte, una prestazione nel mezzo. Sicuramente vive buone fasi in difesa ed è meglio di Roy oggi.
 
Belinelli: 6
14 pt. (4/9), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Discreta prova di Marco ance con un -22 di +/-, preso in un finale dove Indiana ha messo dentro triple a partita già vinta. Qualcosa da rivedere in difesa, commette tre falli ma forse non li spende nella maniera più adeguata. Difficile difendere su un team, come Charlotte, che usa screen roll in maniera adeguata. In attacco fa bene, nel finale con 6 punti consecutivi da un po’ di spinta al team ma va a forzare una tripla subito dopo che da il là al break finale dei Pacers. Non può essere solo lui a prendersi ¾ tiri di fila nei finali, non è Bryant, anche se sta facendo il suo bene.
 
Sessions: 6,5
8 pt. (2/4), 2 assist. Li ottiene in 12 minuti, attaccando al suo solito il ferro (3/4 dalla lunetta). Se a inizio stagione non ne azzeccava una, oggi è stato tra i migliori per il team di MJ.
 
Kaminsky: 4,5
6 pt. (1/8), 4 rimbalzi, 1 rubata. Gioca “solo” 19 minuti ma son già troppi. Il mio amico Erik (poi magari un giorno ne scriveremo), dice che Frank kha un problema d’invasione della mano d’appoggio. Scusate se tragicamente commento che nemmeno Lapo forse in questo periodo gli insegnerebbe a tirare, un 1/8 imbarazzante prima di mettere una tripla che è servita a poco. In un periodo così, visto che qualche movimento ce l’ha, dovrebbero sfruttarlo per qualche mismatch con dei piccoli che possano andare in difficoltà e commettere qualche fallo su di lui.
 
Lamb: 6
8 pt. (2/6), 5 rimbalzi. Uno 0/3 da oltre l’arco e un brutto turnover, per il resto in 13 minuti mette i suoi punti, anche se con medie periodiche non eccelse…
 
Hibbert: 5
6 pt. (2/3), 3 rimbalzi, 1 stoppata. In sedici minuti. Una palla persa. Entra bene in gara durante le prime rotazioni, sulla seconda è veramente un fantasma e gli avversari ne approfittano. La differenza tra lui e Turner è l’aggressività che porta l’uomo d’Indiana e la squadra a creare una statistica di 4-11 a favore dei Pacers nelle stoppate.
 
Coach Clifford: 5,5
Troppo nervosa, abbassa il minutaggio a Kaminsky ma è ancora troppo. Meglio Hawes di questi tempi. Per Frank un po’ di lavoro extra non sarebbe male. Cerca di far ragionare i suoi ragazzi che conquistano attraverso passaggi o individualità i vantaggi per andare in lunetta. Arriva però la seconda sconfitta consecutiva. Il tiro è un po’ mancato in serata e se un paio di lunghi fanno male, è dura…

Game 24: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 105-116

 
 
ImpossibilitaziHornets
 
I Clevelanders (gli abitanti di Cleveland) avevano in estate festeggiato il titolo più assurdo mai vinto (Golden State, una macchina da guerra che ha disputato la miglior regular season di sempre dell’intera NBA, avanti 3-1 nella serie e con il vantaggio fattore campo in gara 7 ha finito per soccombere al team di LeBron James, Irving e soci) e in serata cercavano di dare continuità al loro progetto playoffs, apparso per ora poco disturbato.
Con qualche squadra di buon livello a Est ma nessuna eccellente, al momento solo Toronto si staglia sullo sfondo come accreditata inseguitrice per rubare eventualmente (se Cleveland dovesse fare passi falsi) il primo posto nell’Eastern Conference. Gli Hornets da trasferta, 6-3 prima di questa gara, prendendo spunto da Cleveland cercavano di fare l’impresa (volendo dimostrare di essere un buon team) in un back to back probante per entrambi i team.
Contro i Cavalieri, il tour di cinque gare da giocare in trasferta partiva male.
Troppo potenziale a disposizione per gli uomini di Lue e Charlotte costretta a vedere un James da 44 punti, 10 rimbalzi e 9 assist, quasi in tripla doppia.
Impossibile per gli Hornets tenere il passo, rientrati sul -3 erano tuttavia distaccati nel finale, nel quale perdevamo Kemba (sperando sia solo una contusione).
 
Clifford tentava l’impresa con lo stesso quintetto: Walker, Batum, MKG, M. Williams e C. Zeller.
Lue mandava sul parquet amico: Irving, J.R. Smith, James, Love e Thompson.

La palla a due alla Quicken Loans Arena vinta da Zeller.
NBAE (Photo by David Liam Kyle/NBAE via Getty Images)

 
Venti secondi dopo l’inizio del match, gli Hornets passavano in vantaggio con Batum, il quale tirava dalla diagonale destra da circa 45° sopra il proprio difensore.
Ne usciva un pullup in ritmo che portava in vantaggio Charlotte, ma la gioia durava poco, Love dalla baseline sinistra batteva un Marvin Williams apparso in difficoltà nei primi minuti.
Love stesso portava in vantaggio gli arancio andando dalla destra in spin su Marvin e appoggiando il 2-4, iniziava a mostrare le lacune e le difficoltà di contenimento su di lui nel primo quarto. Kemba a 10:27 in penetrazione subiva fallo da Thompson ma lasciava sul campo un libero e gli Hornets rimanevano attardati di un punto.
Poco male perché il pallone moriva in mano a James in attacco che non si accorgeva dei 24 in scadenza e Charlotte a 9:53 passava in vantaggio con un’alzata a una mano ravvicinata di Zeller (assist di Batum).
Ancora una volta però la felicità svaniva rapidamente perché James affondava una tripla a 9:36, Walker tuttavia 16 secondi più tardi effettuava il controsorpasso usando la stessa arma.
Un gancio ravvicinato di Love dava il via alla corsa di Cleveland che grazie a Smith da tre aumentava le distanze.
A 7:24 James chiudeva il parziale da 9-0, utile ai padroni di casa per portarsi sull’8-16.
Anche gli Hornets salivano in doppia cifra tornando al -6, Clifford chiedeva aiuto a Kemba per rientrare.
Il nostro play riceveva l’S.O.S. e a 6:09 metteva dentro la seconda tripla di serata, inoltre anticipava un passaggio sull’esterno di James per Irving, transizione, passaggio per Zeller, attacco a L con apertura sotto per un MKG solo soletto pronto a schiacciare il pallone del 15-18 a 5:47.
La partita rimaneva in equilibrio finché non entrava Kaminsky, il quale in corsa tentava un wild shot in corsa nonostante la marcatura, il tiro colpiva il secondo ferro e rimbalzava via, in difesa il nostro numero 44 non riusciva a impedire a Love la realizzazione dopo il bump nel pitturato.
Un fade-away di Batum a 3:24 ci riportava sul -4 (19-23), ma Love metteva dentro un turnaround jumper dalla linea di fondo andando oltre Kaminsky, Liggins dava dentro a Thompson che da sotto realizzava senza affanno, inoltre a 2:10 Shumpert infilava la tripla e la squadra proveniente dal North Carolina piombava sul -11 (19-30).
Hibbert con un turnaround si procurava due FT (fallo di Love) interrompendo il parziale degli uomini di Lue, Kaminsky falliva un paio d’occasioni, la differenza con Shumpert che invece metteva ancora dentro dimostrando la buona vena realizzativa dei Cavs nel primo tempo.
Sul giro palla veloce la tripla valeva il 21-33.
Il distacco dalla dozzina di punti scendeva nel finale a 8 quando Sessions sfruttava dalla diagonale sinistra un’apertura di Belinelli; Ramon tirava qualche passo indietro l’arco ma la parabola era perfetta e i Calabroni si portavano sul 26-34.
Un coast to coast di James chiudeva i conti nel primo quarto chiuso dai locali sul +10 (26-36).
 
Partiva male anche il secondo quarto; un passaggio sotto canestro per Irving era buono per il numero due avversario per portare a casa un gioco da tre punti (tocco di Sessions in allungo sul braccio della PG avversaria) solamente dopo otto secondi trascorsi.
Lamb con un bel rolling hook tentava di svegliare Charlotte che tuttavia dietro continuava a dimostrarsi in difficoltà, James andava via sulla linea di fondo destra a Belinelli, il quale non opponeva resistenza e vedeva Re James passare oltre il ferro per schiacciare una reverse dunk.
Un pasaggio per un back-door di Jefferson esaltava le qualità del “rasato” dei Cavaliers ed evidenziava un’altra “dormita di Frank the Tank. Belinelli ci provava per la prima volta in serata e gli andava bene; tripla per il 32-43, parzialmente “vanificata” da Irving in turnaround su un Sessions senza colpe.
A 8:38 un passaggio rapido per Lamb portava il nostro numero tre a tirare velocemente con scioltezza, altra tripla ma Charlotte dopo aver subito molto tornava solamente sul -10 (35-45).
Gli Hornets non erano particolarmente fortunati quando un pallone rubato da Sessions sulla linea laterale sinistra (guardando l’attacco dei Cavs), rimbalzava sulla schiena d’Irving a pelle d’orso sul tentativo in tuffo di recupero.
A 7:45 Shumpert segnava da due in sospensione andando oltre Marco che si rifaceva in attacco pareggiando il parzialino con l’avversario.
Irving a 6:59 sparava un’altra tripla vincente, Belinelli opponeva accanita resistenza con una bomba deflagrante solo 17 secondi più tardi.
Una bella tripla per il 40-50 nata da un palleggio e da un fade-away mandato a bersaglio con fiducia.
I campioni in carica mostravano un buon giro palla, Kaminsky tentava la chiusura su Shumpert, la rotazione era troppo lenta e la guardia avversaria realizzava la terza tripla personale di serata. Walker con due entrate portava punti nel forziere di Charlotte che tuttavia risultava molto meno pesante di quello dei Cavalieri che gettavano altri dobloni grazie a J.R. Smith e Love, prima che un runner di Belinelli portasse a 46 le monete d’oro di Charlotte contro le 60 avversarie.
Si accendeva anche James nel finale; prima batteva Frank dal mid-range (senza colpe per il già martoriato carro), poi sfruttava un lento cambio difensivo degli Hornets per mettere un banker, infine andava sulla baseline a realizzare contro MKG.
Gli arancioni andavano così sul +19, tuttavia nel finale Batum e Walker mettevano due punti a destra e gli Hornets andavano a riposo sul -15 (52-67).
 
Sicuramente Clifford rivedeva una difesa che non aveva funzionato nel primo tempo, una commistione tra i meriti dei Cavs e i demeriti degli Hornets aveva portato a un distacco importante che i Calabroni provavano a ricucire in avvio di terza frazione. La prima azione non era incoraggiante; palla a sorvolare la difesa degli Hornets, dalla baseline sinistra arrivava dietro a tutti Thompson che schiacciava un alley-oop.
Kemba tuttavia segnava una tripla, Marvin con un fing and roll realizzava il 57-70, Kemba sparava un passaggio verticale per Zeller, il quale non falliva da pochi passi dando il -11 (59-70) a 9:20 dalla terza sirena.
Un attacco in paleggio spalle a canestro di Marvin Williams partito dal post basso destro era efficacie e portava i primi due punti al nostro numero due, abile a sfruttare il mismatch contro Irving.
Kemba batteva Love in entrata e poi si rivedeva ancora Marvin; un’apertura sulla sinistra, dava la possibilità, anche grazie al bel blocco nel mid-range di Zeller, di portare a cinque il bottino personale della nostra ala grande.
Gli Hornets rientravano così sino al -4 (66-70) ma si risvegliava James che affondava una tripla nonostante il braccio alzato di MKG, Batum falliva due occasioni ma per fortuna Walker assegnava il ruolo di Willy il Coyote (eterno inseguitore) a Love, andandogli via nuovamente sulla linea di fondo sinistra e chiudendo con un gorgeous move per il 68-73.
Walker non s’arrestava lì perché infilava anche un tiro da media distanza, con gli Hornets a ridurre ulteriormente il gap, ora sul -3 (70-73).
I Calabroni non si sarebbero però più riavvicinati, se non con un tiro di Batum a pareggiare due liberi di Love.
James tornava a essere fondamentale per i campioni NBA; dopo uno spin di Love su MKG in post basso chiuso con due punti, James infilava una tripla dall’angolo con Kaminsky impotente. Una tripla aperta di Frank dall’angolo sinistro si stampava sul ferro, dall’altra parte James metteva dentro ancora da tre a 3:35 e i viola tornavano sul -8 (75-83).
A dare un po’ di brio all’attacco di Charlotte era ancora Marco, caldissimo a 2:38 piazzava un’altra tripla volante, un catch’n shoot sul tocco corto all’indietro di Kaminsky.
L’ex Wisconsin però difendeva male su un rimbalzo, James in ritardo gli prendeva il pallone lungo in uscita a sinistra, alla fine Love arrivava a subire fallo e guadagnava due FT.
L’1/2 anticipava un lungo catch n’shoot di Marco che in uscita da un blocco, fuori equilibrio mandava comunque il tabellone sull’80-84.
I liberi però erano letali per i Calabroni; Cleveland tornava ben sei volte in lunetta mettendo cinque delle sei conclusioni tentate. Sull’80-89 Sessions si procurava due liberi (sbarra del passaggio a livello di Thompson abbassata sull’avambraccio di Ramon) ma l’1/2 riduceva lo scarto solamente a otto punti.
Nel finale Irving usava uno schermo alto e colpendo da tre chiudeva il penultimo quarto sull’81-92.

Kemba Walker ha realizzato 24 punti, prima di uscire nel finale a causa di uno scontro con James.
NBAE (Photo by David Liam Kyle/NBAE via Getty Images)

 
In avvio di ultimo quarto Kaminsky spendeva il primo fallo in contenimento su LeBron (1/2), poi si faceva scappare Jefferson dall’angolo sinistro senza opporsi con un fallo, dietro non c’era copertura con Williams come altro lungo e il panchinaro dei Cavs chiudeva con un’altra schiacciata con la mano destra, esaltante per i suoi tifosi.
Kaminsky iniziava a riprendersi un po’ in attacco e segnava sei punti in tutti i modi (un libero, da due in post basso sinistro e una tripla aperta dalla destra).
James però era in serata playoffs e metteva dentro un coast to coast easy per l’89-102.
Rientrava Kemba, assist a destra per Marvin che s’infilava e appoggiava dopo aver subito un tocco inutile da parte di Smith che lo mandava in lunetta.
La nostra ala però errava la conclusione, Belinelli si raffreddava nel finale iniziando a mancare i tiri, ma Walker e Zeller apportavano due punti a testa alla causa, così Charlotte tornava al -8 (95-103).
Gli Hornets forzavano il diciottesimo turnover dei Cavs quando la pressione di Kemba induceva il passaggio saltato di Irving, troppo arretrato per James che vedeva sfilare la palla per raggiungere la panchina di Charlotte.
Su un contatto tra James e Walker (ginocchio sinistro contro ginocchio sinistro) sul cambio difensivo, il nostro play rimaneva per terra per un paio di minuti.
Rialzandosi guadagnava la panchina e successivamente gli spogliatoi, senza più rientrare sul parquet.
L’ala dei Kings metteva altri punti nel finale, gli arancio andavano sul +11 (97-108), infine arrivava la tripla di Shumpert dal corner sinistro a sigillare la partita.
Inutili sei punti di fila di Zeller e una schiacciata di Sessions a campo aperto.
Il finale non era in discussione e Cleveland vinceva 105-116 nonostante una discreta prova di squadra dei ragazzi di Clifford.
 
Cavs che hanno tirato con il 57,5% dal campo e con il 41,9% da tre punti…
Nei rimbalzi e negli assist i Calabroni hanno finito per averne solo uno in meno in entrambe le statistiche tirando anche con un buon 45,3% dal campo e con il 37% da tre.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
24 pt. (9/14), 1 rimbalzo, 5 assist, 1 rubata. A livello di punti è fondamentale. Li ottiene con facilità contro un big team. Ottime percentuali. Qualche buona difesa. Esce nel finale colpito al ginocchio da James. Sperando non sia grave il suo “infortunio”.
 
Batum: 6
9 pt. (4/12), 6 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Potrebbe fare meglio al tiro, però è anche vero che facilita i compiti del team, nel fare questo commette i soliti 3 turnover.
 
Kidd-Gilchrist: 5
2 pt. (1/2), 2 rimbalzi, 1 assist. Gioca praticamente metà gara. Poche le difese veramente a suo livello. Con il fisico fa fatica su LeBron, ma anche su Love talvolta. N attacco prende solo un paio di tiri.
 
M. Williams: 5,5
11 pt. (5/13), 5 rimbalzi, 1 assist. Una difesa a volte mortificata ma sufficiiente dopo un inizio pessimo su Love che chiuderà con 22 punti, molti nel primo quarto. Dopo uno 0/4 iniziale si riprende bene ma la sua doppia cifra non serve.
 
C. Zeller: 6,5
17 pt. (7/8), 9 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Cinque falli spesi e cinque turnover. Da vicino non sbaglia quasi nulla.
 
Belinelli: 6,5
15 pt. (6/11), 1 rimbalzo, 1 assist. Per un po’ è imprendibile. Segna tutto ma nel finale si raffredda. ¾ da tre punti sbagliando nel finale l’ultima remota speranza. Anche l’inizio in difesa è un po’ problematico. Non può tenere James anche se porta a casa uno sfondamento nel finale ma gli egala anche un circus shot più fallo.
 
Sessions: 5,5
7 pt. (2/6), 1 assist, 1 rubata. Una bella tripla e una palla rubata con esperienza, fallendo tuttavia il tiro sull’azione seguente. Un solo assist in 18 minuti.
 
Hibbert: 6
4 pt. (0/0), 2 rimbalzi, 2 assist. Un fallo su una palla vagante in attacco nel finale di terzo quarto che ci allontana. Quattro sono i punti che ottiene integralmente dalla lunetta.
 
Lamb: 6,5
10 pt. (3/7), 5 rimbalzi, 2 assist. Da generosamente due palloni per I compagni, riuscendo a far segnare Kaminsky. Buone realizzazioni, atletico strappa anche qualche rimbalzo.
 
Kaminsky: 4,5
6 pt. (2/13), 6 rimbalzi, 5 assist. Continua la discesa agli inferi del Carrarmato, il quale gioca più minuti di Belinelli e dovrebbe essere ancora quinto nel minutaggio degli Hornets. Il suo 2/13 ci porta fuori partita e anche talune sue difese contribuiscono a non arrestare il parziale avversario. Si salva solo a livello assist. Un -18 in plus/minus non casuale.
 
Coach Clifford: 4,5
Non mi piace per nulla l’idea d’insistere su Kaminsky, un buco… troppo spesso fuori partita e con un tiro in involuzione. Nel finale di secondo quarto si affaccia l’idea di un quintetto più piccolo. Lamb è usato poco e forse a tratti potrebbe essere proposto con Marco ma tenendo in campo almeno uno tra Hibbert e Hawes. Il gioco c’è anche ma regaliamo un tempo agli avversari.