Game 23: Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 119-133

Intro

La scorsa estate ho deciso di staccare un po’ la spina con il basket iniziando a vedere molti film di varie epoche e di vario genere.

Ne ho trovati parecchi molto interessanti.

Uno di quelli che mi ha colpito di più arriva dal 2009 ed è di Sion Sono, un film intitolato あいのむきだし (ai no mukidashi), “Love Exposure”…

Il film è basato su una storia vera e mostra le contraddizioni di un Giappone dove i giovani protagonisti del film sono cresciuti quasi del tutto privi dell’affetto dato loro dai genitori o con amori distorti che finiscono per imbattersi in pervertiti, violenze, religione, ecc. per supplire al loro vuoto interiore.

Una maratona di 237 assolutamente imperdibile perché la trama diventa assurda quanto la vita con colpi di scena a ripetizione ma non in stile hollywoodiano poiché da una storia che pare banale fuoriesce l’unicità di ogni vita intrisa dello spirito del samurai che guarda le foglie di sakura cadere al suolo dopo una brevissima vita, è la storia di foglie al vento, di vite trasportate da refoli d’aria che si incrociano tra loro generando mulinelli esistenziali intriganti quanto evanescenti.

E’ la storia del bisogno di emozioni vere e pesanti per non essere trasportati lontani dal vento e finisce per regalarti emozioni.

Anche gli Hornets tra W e L stanno continuando a regalare molte emozioni (una squadra divertente da vedere se non sei loro tifoso perché si è sempre su filo di una vittoria o di una sconfitta) stravaganti passando dalle vittorie top level con Brooklyn, Golden State e Washington a sconfitte pesanti contro Sacramento e Houston.

Nella notte andrà in scena una partita di alter ego guidata dei Ball che si affronteranno in regia, Rozier e LaVine saranno gli sparatutto, Hayward e DeRozan i due saggi scorer d’esperienza, Bridges e Javonte Green gli uomini di forza emergenti e P.J. Washington contro Vucevic, centri più moderni non sempre un muro in difesa mentre in panchina le schegge impazzite Oubre Jr. e Caruso potrebbero far la differenza da una parte o dall’altra così come Martin e White.

Sulla carta una sfida interessante e incerta.

Andamento della partita

Gli starting five.
Lonzo Ball (in foto) e LaVine (in dubbio prima della partita) guidano il backcourt dei Bulls.

Nel giorno del proprio compleanno Nick Richards esordiva come titolare festeggiando la palla a de vinta ma Ball e Bridge andavano a vuoto mentre Vucevic – sul cambio con Ball – segnava il jumper dalla media sulla nostra PG.

Charlotte pareggiava con un elbow di Hayward ma non trovava più il modo di segnare venendo colpita due volte da oltre l’arco da Lonzo Ball per poi pescare un canestro con Green in transizione e a 9:04 (2-10) Borrego ricorreva un time-out mandando sul parquet P.J. Washington.

Rozier prendeva spazio su LaVine segnando in pull-up da pitturato ma Vucevic segnava da tre punti su uno scarico forzato di DeRozan perché scivolato.

P.J. Cominciava a farsi sentire con un open 3 dal corner sinistro (7-13), DeRozan rispondeva da due ma ancora Washington inanellava la seconda tripla di serata per il 10-15.

Rozier, portando fuori Vucevic sulla destra riusciva a sparare sopra la sua testa una difficile tripla accorciando ancora il divario (13-17) ma LaVine da tre e DeRozan da due portavano a 4:45 sul +8 i Tori.

La carica suonava però per gli Hornets che vedevano P.J. Prendersi altri due tiri da fuori e infilarli per un perfetto 4/4 che trascinava Charlotte sul 19-21.

Si susseguivano i canestri di Vucevic, Bridges che in entrata spingeva via Green, di LaVine con tripla dalla diagonale sinistra e McDaniels in corsa servito dall’assist orizzontale corto parallelo di ball.

Ball mancava un tiro ma correndo a riprendere il rimbalzo cambiava lato con uno skip pass così Oubre Jr. dall’angolo destro pescava il pari da oltre l’arco (26-26).

Oubre e DeRozan segnavano da due alzando il punteggio, Hayward a :52.3 recuperava due liberi splittandoli per portare comunque in vantaggio per la prima volta Charlotte (29-28) mentre Jones Jr. segnava per i Bulls il contro-sorpasso infilando i primi due punti per la panchina di Donovan travolta sul 19-0 sino a quel momento.

Un sandwich su Rozier con stoppata buona da dietro di White era premiata da due liberi e gli Hornets riuscivano così a chiudere avanti il primo quarto 31-30.

Tiri liberi anche per McDaniels a 11:35 e +3 Hornets, Dosunmu pareggiava da tre e dopo il canestro di Oubre, ancora il giocatore della panchina dei Bulls costringeva P.J. A un goaltending riportando in equilibrio il match.

Dopo un’entrata di Lonzo, rimandato frettolosamente sul parquet da Donovan, Borrego andava in quick time-out a 10:33.

Ottima l’azione voluta da Miles seguente alla pausa con entrata di forza su Jones Jr. (37-36) ma la partita rimaneva in equilibrio e DeRozan a 10:01 affondava due FT per il 37-38.

Rozier dalla destra con un paio di rimbalzi amici infilava il 40-38, White a 9:23, splittando due liberi, lasciava attardata Chicago di una lunghezza e Hayward in jumper riguadagnava il +3 per i viola.

Anche DeRozan splittava due FT mentre Hayward, chiuso fallosamente da Dosonmu, non falliva le occasioni portando sul 44-40 la partita a 8:23.

I Bulls pareggiavano la partita, Terry con uno scoop in corsa provenendo dalla sx infilava il 46-44 quindi arrivavano due azioni meravigliose per parte con il giro di palla veloce dei Bulls che pescavano Vucevic dalla top of the key per la tripla vincente mentre sull’altro fronte Rozier attaccando ancora a sinistra segnava in caduta un reverse circus shot per completare un two and one a causa del fallo di Dosonmu (49-47).

Per gli Hornets – senza Martin – cominciava a diventare però un problema Caruso che segnava due punti e anche se Bridges in post alto spingeva via LaVine per appoggiare al vetro, Caruso guadagnava altri due liberi segnandone uno (51-50).

La transizione con affondata di Green valeva il vantaggio dei locali colpiti però da un reverse di LaMelo (su Vucevic) al quale fino a quel momento non era riuscito quasi nulla.

Caruso nel pitturato superava la difesa di un McDaniels fuori-giri mentre a 4.17 con un ½ Ball pareggiava dalla lunetta.

Nel finale però Chicago si staccava con due punti di Caruso (rimbalzo recuperato dai Bulls dopo due liberi mancati proprio dall’ex LAL) nonostante una tripla di P.J. e un ½ di Hayward riportassero gli Hornets a contatto sul 58-60.

McDaniels commetteva reaching su Caruso lasciando al bandanato due punti dalla lunetta poi si faceva stoppare nettamente dal centro avversario, sbagliava un tiro da tre mentre Vucevic sulla sirena non falliva per il 58-69 che mandava sul -11 a riposo Charlotte…

La ripresa partiva con la non ben augurante tripla di LaVine ma Rozier rispondeva subito scagliando un meteorite per il 61-72 e Richards guadagnava due liberi servito da Ball.

2/2 per il giamaicano a 10:57 ma troppo facile il layup di DeRozan per riportare a +11 i suoi.

Fast pull-up di un buon Rozier che dopo un TO dei Bulls (bad screen di Vucevic) segnava ancora da fuori con finta e leggero riposizionamento, purtroppo però nello scambio di triple ne arrivavano due per i Bulls (Ball e Vucevic) Intervallate da una per gli Hornets (Ball) per il 71-83 a 8:39.

A 6:35 LaMelo realizzava da tre in separation (74-85) ma Donovan andava in time-out.

Gli Hornets capivano poco di quel che accadeva subito dopo crollando sul -20 con un gancio di Vucevic e due punti di LaVine così Borrego, leggermente in ritardo, chiamava un time-out a 4:29 sul 74-94.

Oubre accorciava con due punti per poi ripristinare il -18 con una tripla dopo aver incassato quella di Caruso.

Quando a 2:15 DeRozan con una finta si faceva sbattere addosso il corpo di McDaniels trovando anche l’and one era evidente che gli Hornets erano in grandissima difficoltà difensiva.

Sul -23 Caruso riusciva anche a stoppare lo scoop di Rozier che tuttavia dava una spinta agli Hornets con due frecce in a row (85-102) per terminare almeno il quarto sul -17.

L’ultimo quarto vedeva lo scambio di cortesie iniziale tra Miles e DeRozan poi Hayward in transizione azzeccava la tripla del 91-106 e sempre l’ex ala dei Celtics andava a depositare in contropiede su passaggio liftato di Ball.

Altri due punti di Hayward in transizione erano vanificati da un tiro arcobaleno di DeRozan oltre il povero Miles per il 95-108 ma Hayward dall’angolo destro inventava la granata del -10 (98-108).

L’avanzata non si arrestava perché Oubre appoggiava di destra (lui mancino) e dopo una steal andava a schiacciare il 104-110.

Hayward – servito da un tagliante di Ball – accorciava sino al -4 a 7:31 (106-110).

L’inerzia degli Hornets era arrestata dal rientro di Vucevic che metteva subito a segno due punti e dopo la palla persa di Bridges aveva vita facile il North Carolina White a metter dentro sul giro palla.

LaMelo si lamentava per un fallo in entrata, sbattendo la mano per terra in segno di disapprovazione.

Tecnico mancato da LaVine che tuttavia segnava poco dopo due punti per lo 0-9 di parziale che portava sul 106-119 la partita sigillandola nonostante il bel turnaround a molla di Rozier nel pitturato.

LaVine andava a segnare (fallo di Vucevic con una “vecchia” con il ginocchio sul blocco portato contro Rozier) con Terry già a terra e nel finale era festa Bulls che ormai, raggiunta la vittoria segnavano ancora con Vucevic da 3 punti finendo la partita sul 119-133.

Hayward marcato da DeRozan, due protagonisti del match. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Probabilmente ho sprecato una intro su un bel film perché gli Hornets incassano la seconda sconfitta consecutiva dimostrando di avere poca difesa e zero sotto le plance dove Vucevic ha spadroneggiato ancora una volta con ben 30 punti e 14 rimbalzi.

Non solo nel pitturato ma anche da fuori con un 6/6 letale…

Perso Cody Martin, probabilmente il miglior difensore di Charlotte, una partita in equilibrio è cominciata a virare nel finale di secondo quarto quando Caruso ha cominciato a dar molto fastidio agli Hornets che hanno accusato anche un duro colpo nel terzo periodo finendo sul -23.

Poche emozioni quindi nonostante una partita in ghiaccio sia stata riaperta parzialmente e apparentemente dalla momentanea buona vena di Hayward che ha dato una mano insieme a Ball e Oubre Jr. a riportarsi sul -4 a 7:31 dalla fine ma con il rientro di Vucevic e un parziale di 9-0 pro Bulls, il gioco tutta aria fritta proposto da Borrego ha finito per dissolversi.

Nonostante si sia provato a giocar per due punti diverse volte, gli Hornets non sono stati abili nell’accuratezza di alcune scelte ma dal punto di vista offensivo la prestazione può essere considerata discreta vista la tenacia della difesa di Donovan.

A mancare è un’organizzazione difensiva e un centro vero che come Vucevic sappia far girar la squadra.

Si paga da anni l’incapacità di portare a Charlotte il pezzo mancante e la differenza tra le due difese e anche un pizzico di determinazione in più in casa Bulls che giocavano davanti a oltre 21.000 spetta-Tori.

Borrego ha provato Richards che nel giorno del suo compleanno è partito come “falso starter” giocando per pochi minuti sostituito da P.J. e riaffacciandosi a inizio ripresa ma sempre per un breve frangente.

Contro il 59,6% al tiro degli avversari non si poteva vincere e nemmeno con il 34-41 a rimbalzo nonostante i cm in più che hanno decretato un 9-5 a favore nelle stoppate.

Vucevic – come detto – ha chiuso con 30 punti, DeRozan e i suoi jumper da due l’hanno portato a 28 punti, LaVine ha chiuso con 25 punti, 16 per Lonzo Ball e 14 per Caruso.

LaMelo Ball: 5,5

18 pt. (5/15), 7 rimbalzi, 13 assist, 1 steal, 1 stoppata, 3 TO. Pessima partenza davanti al padre allo United Center. A lungo non combina molto di buono in termini di punti segnando con un reverse su Vucevic molto tardivamente. Stasera perde la sfida con il fratello anche se nel terzo quarto mostra qualcosa di buono facendo vedere sue passaggi dei suoi (il primo liftato e il secondo un tagliante dal tempismo perfetto) che mandano a canestro Hayward. Doppia doppia sì ma pare un po’ frustrato dalla partenza e finisce con un plus/minus di -9. Prende un tecnico nel finale lamentando un fallo. Diverse le situazioni su di lui controverse, a favore o contro.

Terry Rozier: 7,5

31 pt. (11/17), 2 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. Ingeneroso -22 di plus/minus per Rozier che tiene in piedi la baracca con 31 punti, 18 dei quali arrivano da oltre l’arco con un micidiale 6/7 compresa quella in faccia a Vucevic in uscita dall’area. 3/3 dalla lunetta, un reverse circus shot in caduta attaccando volentieri il ferro più il solito repertorio di pull-up, fade-away anche in turnaround. C’è da capire la chimica con la squadra nella selezione dei tiri e nei momenti ma con un 11/17, a un giocatore di 185 cm pressato da una difesa ostica, cosa volete dire? Si potrebbe parlare di difesa forse ma si impegna anche lì, è il modo di giocare di Borrego senza un paio di pezzi giusti in campo (un centro e almeno un giocatore che sia un diavolo in pressing) a essere insostenibile. Anima e diventa l’anima della squadra per larghi tratti della serata.

Gordon Hayward: 6,5

22 pt. (8/15), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Ha il merito di chiudere diverse transizioni e sganciar due triple nel momento del recupero nell’ultimo quarto poi anche lui manca una tripla e nonostante tutto prova a giocare ancora andando a commetter fallo su un tentativo di steal e dopo una rubata su DeRozan di porta avanti involontariamente la palla con il piede così la terna fischia fallo contro. Apprezzo la volontà anche se manca qualche tiro ma mette anche alcuni suoi jumper che aiutano a non deragliare precocemente. Coriaceo e bravo nell’andare a cercare spesso la penetrazione trovando tre volte la lunetta. Manca un fallo su di lui che finisce per esser conteggiato come TO.

Miles Bridges: 6

9 pt. (4/8), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Prende pochi tiri. Dovrebbero dargli più palla e farlo spingere di più. Le sue entrate sonio buone, il numero di rimbalzi anche benché perda una palla sanguinosa in entrata (unico TO) nel finale quando nel parziale di 0-9 dei Bulls bisognava cercare di trovare buoni tiri. Ci prova a fermare DeRozan ma con l’ex Spurs in serata anche le sue buone difese sono vanificate.

Nick Richards: 5,5

2 pt., 1 rimbalzo in 6:50. Parte da starter nel giorno del suo compleanno. I Bulls ma soprattutto Borrego glielo rovina facendolo giocare poco, probabilmente perché già nella sua testa ma anche perché troppo ripiegato verso l’area lascia il colpo in canna a Vucevic da distanze meno vicine al ferro. Gioca pochissimo trovando due punti ai liberi a inizio ripresa senza riuscir mai a tentare un tiro dal campo. Non può dimostrare il suo valore ma agli Hornets come centro servirebbe ben altro. E se Carey Jr. fosse una specie di acerbo Wood (altro giocatore che avevamo in casa lasciato fuggire)?

Kelly Oubre Jr.: 6

18 punti (8/17), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Un 2/7 da fuori con un paio di tiri presi con l’uomo in close-out troppo vicino e si prende anche una stoppata siderale ma è lui a segnare i 4 punti che si portano sul -4. La cosa che mi piace è che comunque vada, tenta anche di giocare da sotto finendo per appoggiare anche di destro in entrata, lui mancino.

P.J. Washington: 6

15 pt. (5/8), 3 rimbalzi, 1 steal, 1 stoppata. Dopo il promettente avvio al tiro 4/4 da tre smette di segnare praticamente. Sostituisce Richards cercando di esser più mobile anche sul perimetro per contenere Vucevic ma la cosa non gli riesce perché sui cambi costantemente voluti da Borrego andrebbe in pappa anche il cervello di Einstein. Un buon anticipo in raddoppio nel finale sul centro ex Magic e credo che gli manchi anche una stoppata non assegnata sempre sul montenegrino.

Jalen McDaniels: 4,5

4 pt. (1/8), 4 rimbalzi, 1 rubata, 2 stoppate. A parte la stoppata su Jones Jr. nell’ultimo quarto e la sfera strappata a DeRozan è praticamente un totale disastro al tiro dove sbaglia dall’angolo due triple con spazio che solitamente infilerebbe con la ciliegina sulla torta del fallo con two and one su DeRozan. Il +3 in plus/minus mente beffardamente, handicap terribile nella notte per gli Hornets.

Coach James Borrego: 5,5

C’è da far salire di livello la difesa se si vuole competere davvero in trasferta contro buone squadre. Il cambio sistematico genera svantaggio già al secondo eventuale passaggio perché ci si perde qualcosa o la velocità degli avversari riesce a creare un vantaggio come occorso diverse volte in serata. Manca anche una copertura quando si perde palla in entrata. Mancano insomma dei buoni piani organizzativi per le situazioni nelle quali va male tanto che in fast break i Bulls hanno segnato 5 punti in più degli Hornets. Mancano come già detto anche i pezzi giusti per giocare questo basket e in generale per essere più solidi ma forse basterebbe un Carey Jr. per rimanere più sulle tracce di giocatori come Vucevic pericolosi in ogni zona del campo, almeno provare perché continuar così non è possibile… Ogni centro avversario finisce per far sfracelli. Mi è piaciuto il fatto di tentare di andare a giocare più da due sfrttando la fisicità superiore ma non è bastato. Rivedere la partita insieme ai collaboratori e discuterne potrebbe essere un buon modo per passare il tempo in attesa della sfida contro Milwaukee.

Matchup Key 23: Charlotte Hornets @ Chicago Bulls

A cura di Filippo Barresi.

Miles Bridges Vs DeMar DeRozan

La sfida di questa notte si deciderà sugli esterni: i Bulls fanno affidamento sulla vena realizzativa di un DeRozan in grande spolvero e sarà compito di Bridges provare a fermarlo per avere qualche chance di vittoria.

Non sarà facile per la difesa degli Hornets tenere a bada i vari protagonisti dei Bulls che in questo inizio di stagione stanno dimostrando di saper far male in modalità differenti e con diversi interpreti.

Possibili svantaggi:

Il punto di forza di questi Bulls è la difesa, Lonzo Ball e Caruso permettono alla squadra di mantenere una continua pressione sui portatori di palla avversari soffocando qualsiasi tentativo di attacco.

Charlotte ha già fatto vedere più volte di andare in difficoltà contro difese così ben strutturate in questo inizio di stagione e sarà necessario avere un gioco corale per disinnescare lo schema avversario.

Possibili vantaggi:

Il matchup con i Bulls è forse uno dei pochi nei quali gli Hornets possono far valere la loro fisicità.

Al di là dell’assenza di Plumlee, Charlotte dovrà cercare di mettere anche alla prova gli avversari dal punto di vista fisico rispondendo colpo su colpo.

Bridges, P.J. Washington e Richards dovranno essere serviti con continuità per trovare canestri facili nei pressi del ferro.

Totopaolo: 7ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Una settimana che avrebbe potuto essere perfetta per gli Hornets viene rovinata dalla sconfitta all’overtime contro Houston.

Il record della squadra, che ha vinto 8 delle ultime 10 partite, rimane comunque positivo (13-9).

In arrivo una settimana corta con “solamente” due match, ma complicati.

Eccoli nel dettaglio:

Game 23: martedì 30/11/2021 ore 02:00 italiane @ Chicago Bulls (13-8):

Dopo un super inizio di stagione, i Bulls sono tornati con i piedi per terra perdendo tre sulle ultime quattro partite.

I nuovi acquisti estivi, hanno dato una marcia in più alla squadra dell’Illinois, che ora ha ambizioni da playoff.

DeRozan (25.5 ppp) sembra essere tornato sui suoi livelli e LaVine (25.3 ppp) rimane sempre la solita macchina da punti.

Sarà una partita dura e combattuta, con Vucevic (13.4 ppp) che sotto canestro potrebbe essere un grosso problema vista la possibile assenza di Plumlee in game decision.

Sfida nella sfida tra i fratelli Ball.

La partita se parlassimo di calcio sarebbe da tripla (da doppia nel caso del basket) ma a spuntarla potrebbero essere i padroni di casa spinti dall’entusiasmo del pubblico (più di 20.000 presenze di media a notte!).

1 di misura.

Game 24: giovedì 02/12/2021 ore 02:00 italiane @ Milwaukee Bucks (12-8):

Dopo un inizio non a livello da campioni NBA, i Bucks hanno ritrovato la “diritta via” grazie anche al recupero di Middleton (17.1 ppp).

Out ancora il centro Lopez, per gli Hornets servirà comunque una grande prestazione difensiva per limitare le scorribande del greco Giannis Antetokounmpo (27.1 ppp) e del compagno Holiday (14.2 ppp).

Anche questa sarà una partita combattuta visto che gli Hornets stanno dimostrando, se concentrati, di poter dar del filo da torcere a tutti ma ciò potrebbe non bastare.

1.

Sconfitta indolore.

Il pronostico della settimana: 0-2

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Nota del gestore della pagina.

“Mago Paolo” si trova sul 14-8 nei pronostici ma personalmente mi auguro (non me ne voglia) che questa settimana si sbagli (almeno in parte) anche se i pronostici sono plausibili.

Vedremo se gli Hornets si “deprimeranno” o sapranno regalarci ancora qualcosa di estasiante esaltandosi ancora contro team temibili.

Game 22: Charlotte Hornets @ Houston Rockets 143-146 (OT)

Intro

Anche se una delle missioni spaziali più famose (quella dell’Apollo 13) partì dalla Florida, la mente viaggia a Houston che reca anche nel logo il simbolo di un razzo spaziale in omaggio alla NASA.

Con gli Hornets in altissima quota a cercare di staccarsi il più possibile dal pianeta blu direzionandosi verso il pianeta playoff, ci sarà da stare attenti ai vari spauracchi meteoritici nei quali i Calabroni potrebbero incappare.

Quello denominato Houston non è attualmente massiccio ma ricordando l’esplosione nel modulo di servizio che impedì l’allunaggio agli astronauti e danneggiò gli equipaggiamenti oltre ad abbassare la disponibilità di ossigeno, i tre astronauti furono costretti, dopo un passaggio sul lato oscuro della Luna che interruppe le comunicazioni lasciando con il fiato sospeso tutti, ad utilizzare il modulo lunare Acquarius per ammarare sulla Terra anziché allunare sul selenico satellite.

Fu il punto più lontano raggiunto da un uomo nello spazio.

Gli Hornets oggi chiedono strada alla torre di controllo di Houston per far filare tutto liscio senza problemi e dimostrare che il tempo di maturazione non è precoce e sta dando i suoi frutti.

Andamento della partita

La partenza era pro Houston; sleep screen e due punti del dinamico Wood dimenticato sotto canestro.

Charlotte pareggiava dopo due tentativi di Miles (sul primo una spinta alle spalle di Mathews mentre Bridges si alzava per l’alley-oop generava solo un fallo e una rimessa laterale) pareggiava con lo stesso Bridges che agganciava un rischioso baseball pass di Ball e appoggiava per il 2-2.

Era ancora Wood per Houston a segnare trovandosi alla fine addosso Hayward impotente.

Lo stesso Gordon però fuggiva a destra e a L tagliava sulla baseline per arrivare sino a canestro a schiacciare.

Houston cominciava a scappare con una tripla di Mathews con spazio dall’angolo sinistro e due liberi di Tate a 9:44 arrivando anche sul +7 prima che Hayward segnasse un open 3 grazie al palleggio interno di P.J. prolungato che impegnava più difensori.

Charlotte tuttavia si accontentava spesso di tirar da fuori senza centrare il bersaglio mentre dei dinamici Rockets allungavano con un deep 3 di Gordon (7-15) nonostante Ball appoggiasse sulla stessa SG avversaria trovando un and one (10-15).

Quando Mathews riceveva in corsa un passaggio proveniente da rimessa e appoggiava senza che nessuno intervenisse Borrego andava in time-out (10-22 a 6:37).

La buona tripla di Martin dalla sinistra non era seguita da molto altro e i Rockets si avvantaggiavano andando molte volte in lunetta.

Il 2/3 di Mathews (volo di martin in close-out) valeva il 13-29 a 4:47…

Charlotte reagiva con un euro-step e cambio direzione sull’ultimo passo di ball per l’alzata oltre Mathews, con l’appoggio alto al vetro di Miles contro lo stesso tenace difensore e con un coast to coast al plexiglass di McDaniels oltre Wood per il 19-30.

Il terzo fallo assegnato a Martin costringeva Borrego a togliere il suo mastino ma nonostante ciò i Calabroni mangiavano ancora qualche punticino grazie a due triple consecutive sganciate da Ball che a 3:00 dalla prima sirena riportavano Charlotte sul 25-32.

L’emorragia degli ultimi minuti tuttavia portava a un parziale di 5-11 con l’originale fallo chiamato a McDaniels sul tiro e alla tripla finale di Brooks per il 30-43.

Il pessimo primo quarto difensivo (aiutato da tanti liberi per Houston) sembrava attenuarsi nella seconda frazione ma la rimonta appariva lontana, anzi, inizialmente Houston segnava ancora con una tripla schermata di Brooks che portava Houston sul 35-48 (-15…) mentre sull’altro fronte Richards agganciava un bound pass di McDaniels e – appostato in post basso sinistro – si alzava ritardando la schiacciata a una mano trovando l’and one.

Charlotte ribaltava la situazione in lunetta e da una tripla fallita di Oubre Jr. nasceva il rimbalzo di Miles che affossato sotto il canestro avversario andava in lunetta per il 2/2 del 44-50.

La frustrazione di vedere infilarsi un pull-up di Porter Jr. era attenuata da un rimbalzo offensivo di Oubre Jr. che forniva una 2nd chance a Rozier, bravissimo dalla sinistra a cucinare in palleggio Wood e a batterlo in pull-up 3 (47-53).

Anche Oubre capiva che attaccando il ferro Houston avrebbe avuto problemi e da una sua entrata nascevano altri due liberi a 4:53.

Il 2/2 riduceva lo scarto a 4 punti (54-58) ma i due punti di Wood in alley-oop facevano toccare quota 60 al team di Stephen Silas.

Il pull-up 3 di Rozier tagliava di netto il divario e il passaggio di ball (dopo la steal) per P.J. Faceva vedere la luce ai Calabroni tornati sul -1.

L’imprevisto arrivava però puntuale: due triple di Gordon ricacciavano gli imenotteri sul -7 ma Ball inventava un jumper sulla baseline destra scivolando come MJ (no, non Michael Jordan ma Michael Jackson) per un talentuoso 61-66 e servendo un pallone – dopo aver preso una stoppata da Wood e il pallone tornatogli tra le mani – a Hayward isolato nell’angolo destro vedeva il compagno colpir da tre per il 64-68.

Quando Hayward in entrata forzava il fallo (un po’ generoso come qualcuno assegnato nel primo tempo ai Rockets) di Mathews gli Hornets si presentavano sul -2 (68-70) a :34.5 dall’intervallo.

A :06.7 Rozier con una tripla pazzesca portava per la prima volta in vantaggio i nostri che non avevano mai comandato ma a rovinare il thè ci pensava Porter jr. che sparava una tripla lasciando 7 decimi sul cronometro alzando sul 71-73 il già (troppo) stellare punteggio.

Se i primi 24 minuti erano stati contraddistinti da una folle corsa nel punteggio, l’inizio della ripresa era peggio ma inizialmente a Charlotte andava bene poiché la tripla di P.J. con Mathews davanti a lui a terra riportava la squadra di MJ avanti per la seconda volta nell’incontro (74-73).

Si scatenava però una pioggia di triple: Tate, Bridges e Gordon non sbagliavano un colpo mentre il gancio di Hayward rimbalzava sull’anello ma non entrava e Wood da tre punti colpiva oltre P.J. Per il 77-82.

Houston rimaneva incredibilmente calda nonostante Rozier segnasse su Wood da tre punti: Tate riceveva in corsa e appoggiava l’80-84, Mathews realizzava l’82-87 da fuori e Porter Jr. in transizione ci spediva a -7.

Il time-out a 6:29 arrivava dopo un layup in entrata di Gordon che mostrava la poca attenzione ed energia di Charlotte alla difesa.

Sull’84-94 sembrava impossibile peggiorare le cose ma, dopo un 3 fuori tempo di Mathews (ball sempre distratto dalla palla e troppo lontano per un close-out efficace) e un affondata bimane in corsa del nostro numero 2 per l’88-94 i Rockets riprendevano le operazioni vittoria.

La tripla di tabella di martin a 3.58 sembrava un incidente poiché le triple dei Razzi cadevano in retina immancabilmente; Tate open per il 93-102, Brooks con un incredibile deep ai 24 (93-107) ma Rozier nel finale con una tripla e tre FT guadagnati per un fallo subito dopo aver scambiato rapidamente con Martin, portava a casa 6 punti di fila trascinando sul 99-110 a 12 minuti dalla fine la squadra.

L’ultimo quarto non sembrava però portare nulla di buono perché Sengun posterizzava McDaniels e anche l’ex Bobcats D.J. Augustin si permetteva il lusso di sganciare una tripla per il 103-117 mentre quella di Brooks portava al massimo vantaggio i texani (103-120) sembrando scriver la parola fine alla partita ma Charlotte rientrava in qualche maniera segnando ad esempio il 112-120 con P.J. Da una second chance.

La rimonta continuava con un’altra bomba di Washington e quando Terry subiva fallo (non fischiato) Oubre Jr. a rimbalzo convertiva per il 117-122.

Kelly andava a sinistra alzando di forza un’atipica palla oltre Mathews e l’aiuto vicino canestro ma Gordon al vetro segnava il 118-124.

Fallo sulla palla vagante a 4:25 di Porter Jr. su Ball e bonus per il -3 dalla lunetta.

Ball segnava anche un pull-up perfetto da due punti su Wood ma l’ex centro infilava la tripla del 123-127.Il passaggio rovesciato di Ball da drive era perfetto per l’open 3 di Rozier che mandava a bersaglio il 126-127 e quando Scary in transizione mancava l’appoggio del sorpasso si presentava Oubre Jr. a rimorchio per segnare il 128-127.

Ripassati in vantaggio a 2:28 con due FT di Wood (Oubre Jr. non poteva tenere), e allungato sul +3 dopo un tecnico a Oubre Jr. più un ½ dalla lunetta, i Rockets si facevano raggiungere dalla sagitta di Oubre che impattava sul 131 il match a 1:30.

La tripla di Mathews, sempre dimenticato in angolo dava vantaggio ai Razzi ma due punti Rozier accorciava.

Porter Jr. a :13.4 splittava due FT (133-135) e gli Hornets tentavano il colpo vittoria con Ball che sbagliava da tre contro Wood ma a rimbalzo si presentava P.J. Washington che tra due difensori schiacciava per il pari.
La steal sulla rimessa con pochi secondi a disposizione trascinava la partita all’OT.

Sembrava poter partir bene nel supplementare Charlotte con il comodo elbow jumper di Rozier per il 137-135 ma Wood pareggiava quindi Gordon e ancora Wood da sotto trovavano i nostri impreparati per due volte portando i Rockets sul 137-141.

Un OT lungo che vedeva la chiamata di un challenge di Borrego poiché la terna optava per un fallo offensivo di ball che lanciando palla a Bridges per l’alley-oop finiva contro tate fuori dal semicerchio ma in scivolamento.

Dopo aver rivisto al replay il tutto il canestro di Miles veniva assegnato ma Porter Jr. vanificava tutto il lavoro del coach con un jumper in area passando dietro lo schermo sul quale P.J. non usciva.

La schiacciata di Bridges a :54.6 ridava ossigeno ma Mathews in lunetta (fallo di Ball in corsa su chiusura laterale) aggiungeva un punticino per i rossi a :37.8 (141-144).

I due liberi di Bridges a :31.0 (challenge perso da Silas per il fallo di Porter Jr. in chiusura) andavano dentro ma un Martin troppo aggressivo su Gordon dava la possibilità al veterano di giocare con il contatto.

Due liberi, uno solo realizzato: 143-145 a :14.4 dalla fine.

Oubre provava da tre dopo il time-out ma i due ferri dicevano no e il fallo di Ball su Porter che splittava ancora mancando il secondo lasciava gli Hornets sul -3 ma tre erano anche i decimi sul cronometro e il tiro in girata di Ball partiva sulla sirena risultando comunque corto così gli Hornets cadevano nella trappola texana tornando con i piedi per terra.

Adesso ci sarà da vedere se gli Hornets ripiomberanno in crisi o la sconfitta darà una carica in più per future partite.

Ball in palleggio attende il blocco di P.J. Washington. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Houston, abbiamo due problemi: In questa regular season; i back to back e i supplementari sembrano essere tabù per i Calabroni.

Charlotte cade per la terza volta in un supplementare quest’anno (0-3) dimostrando poca energia difensiva per tre quarti riuscendo a rimontare da un -17 nell’ultimo quarto per trascinare la partita ai supplementari dove Wood e il veterano Gordon danno una mano alla squadra dell’ex Silas a vincere la partita in quella che per gli Hornets avrebbe dovuto essere la partita più facile della settimana sulla carta.

E’ vero che i Rockets sono stati molto bravi inizialmente a colpire da tre punti ma perché la difesa in avaria di Charlotte ha concesso troppo con alcuni errori tattico-strutturali valutativi come quello di lasciar troppo spazio in angolo a Mathews disinteressandosene.

In particolare Ball, di base in marcatura, è stato troppo attratto dalla palla.

Il 39,2% da fuori di Charlotte è stato superato dall’alto 46,9% dei Rockets che hanno chiuso con un 53,7% dal campo.

I 33 punti e 16 rimbalzi di Wood hanno dato una grande mano a coach Silas a vincere il match, Porter Jr. ed Eric Gordon hanno contribuito rispettivamente con 23 e 22 punti (il primo ha servito anche 12 assist) mentre Mathews è giunto a 20.

Da citare in doppia cifra anche Tate con 16 e Brooks con 15.

Una sconfitta sul filo che nonostante le numerose controverse decisioni da ambo le parti non è stata immeritata.

Houston, forse per la classifica deficitaria, ha avuto più voglia di vincere e l’ha dimostrato in difesa con gli Hornets partiti invece malissimo concedendo 43 punti soltanto nel primo quarto.

51 tiri da tre punti presi sui 104 totali sono eccessivi quando non sei in serata e puoi aggredire una difesa non irresistibile… non vorrei che la performance con Minnesota avesse alterato troppo la testa del coach e dei giocatori.

Una sconfitta che lascia il segno in classifica dove avremmo potuto presentarci a Chicago (anch’essi sconfitti di tre da Miami) in posizione più alta ma la realtà è che se pensi di giocare sempre e solo i secondi tempi sentendoti più forte non ce la farai a vincere sempre perché – come dicono in molti – questa è la NBA.

LaMelo Ball: 5,5

19 pt. (7/20), 11 rimbalzi, 13 assist, 1 rubata. Tripla doppia che arriva dopo quella toltagli recentemente dalla NBA che ha ricalcolato le statistiche della partita con gli Hawks. Tutto OK? Per niente perché a parte insistere troppo, asfissiato un po’ dalla marcatura dei Rockets, è stata per lui una partita inficiata dalla marcatura di Mathews troppo larga che ha concesso troppi punti all’avversario. Troppo attratto dalla palla ha finito per lasciar troppo spazio e il -14 con lui sul parquet racconta che non puoi sempre e solo essere un giocatore offensivo. Bellissimo il passaggio rovesciato in corsa per la tripla di Rozier, l’alzata per Miles nel finale o utili le due bombe in a row nel primo tempo ma deve crescere un po’ tatticamente anche se gli ordini di scuderia sono quelli di flottare nel caso.

Terry Rozier: 6

31 pt. (9/23), 3 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Terry spara ancora una volta tutto il cartucciere chiudendo con un 6/16 da tre punti con un paio di errori da tre sulla stessa azione nell’OT pesanti ma d’altra parte deve provarci. Il problema è che la vittoria su Minnesota con grandi percentuali da tre ha fulminato la lampadina nella testa di Borrego e degli Hornets che sono tornati a prendersi una marea di tiri da fuori pensando possa andare sempre bene anziché giocare più semplicemente e variare le soluzioni. Non gli fischiano un fallo da sotto sul tiro e manca una transizione (corretta da Oubre Jr.), in compenso, sempre rimanendo sulle entrate, mostra un’entrata con terzo tempo sul quale finta il passaggio a una mano dietro la schiena finendo invece per andare ad appoggiare. Un Terry che mostra sempre qualcosa di nuovo al pubblico risultando efficace nel caso. Era partito bene nell’OT con un semplice jumper da due, poi ha un po’ esagerato con tiri meno consigliabili in un momento delicato anche se lui li può mettere.

Gordon Hayward: 6

21 pt. (6/16), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Cerca di giocare d’astuzia ma pasticcia un po’ in qualche fade-away e conclusione da sotto, tuttavia la scelta era quella giusta. Attacca spesso il ferro e il buon Mathews deve ricorrere al fallo sui suoi movimenti sincopati in rallentamento o con cambio direzione ma anche semplicemente usando il fisico in entrata perché più pesante. 7/9 dalla lunetta non è malvagio ma lui può fare anche meglio.

Miles Bridges: 6

22 pt. (8/12), 5 rimbalzi, 2 assist, 4 TO. Esce nel finale di quarto quarto, Borrego lo manda dentro per un rimbalzo ma a parte questo fa una partita dal punto di vista offensivo discreta con canestri nell’OT che danno la spinta a Charlotte per rimanere agganciata fino all’ultimo. Dal punto di vista difensivo non sempre mi convince. L’alley-oop e i due liberi a segno freddamente e un 2/5 da oltre l’arco sono la resistenza di Charlotte nell’OT.

P.J. Washington: 6

13 pt. (5/7), 5 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 2 stoppate, 2 TO. Forse anche 5,5 ma che non sia un vero centro lo si capisce. Wood lo fa a fette perché è più veloce ma lui guida la rimonta con un paio di triple e il rimbalzo offensivo per il pari definitivo nei regolamentari. Troppo timido anche nell’OT quando non esce su Porter Jr. consentendogli un canestro facile. Essendo piuttosto mobile riesce in attacco a smistare 6 assist e sbaglia poco al tiro.

Kelly Oubre Jr.: 6,5

23 pt. (8/19), 4 rimbalzi, 3 rubate, 2 stoppate. +17 in plus/minus. Croce e delizia. Pareggia con una tripla sul 131 a poco dalla fine nei regolamentari ma finisce con un 2/10 da oltre l’arco compresa la bomba mancata che avrebbe potuto nell’OT darci forse la vittoria ma salta via sui ferri come a lui saltano i nervi su una stoppata giudicata fallosa nel finale dell’ultimo quarto che costa un tecnico. E’ bravissimo quando va dentro o segue a rimbalzo, vedi la correzione a rimorchio sull’errore di Rozier o un paio di giocate di forza con canestri inusuali. In difesa è più attivo.

Cody Martin: 5

6 pt. (2/3), 1 rubata in 14:34. Tre falli nel giro di pochi minuti e sostituzione. Un fallo su Gordon nel finale andandogli troppo sotto (il veterano aspettava solo quello per il bump). Un paio di buone chiusure per contrastare tiri sul perimetro ma non incide molto e finisce con un -12 in plus/minus. Tutto da tre il suo tabellino.

Jalen McDaniels: 5,5

5 pt. (2/3), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata in 21:15. Bene a rimbalzo ma non sempre brillante in difesa dove commette da dietro anche un fallo inutile su Wood regalandogli la lunetta.

Nick Richards: 6,5

3 pt. (1/1), 2 rimbalzi in 7:14. Solito basso minutaggio. Non sfigura trovando un and one con dunk a una mano caricata e ritardata. Metterlo ancora su Wood nel secondo tempo pareva una brutta idea?

Coach James Borrego: 6

Challenge stupendo che riassegna due punti a Miles nell’OT e quintetti provati per rientrare come quello nei finali di regolamentari che funziona. Funziona anche l’inserimento di Bridges nel finale dei regolamentari per recuperare il rimbalzo nel caso di errore ai liberi di Houston ma la squadra è un po’ scarica e soprattutto le reiterate triple di Mathews dall’angolo a anche di altri giocatori con troppo spazio lasciato non sono accettabili. Quando Charlotte chiude Houston sul perimetro la squadra di Silas smette di segnare benché purtroppo sotto canestro pare che i nostri problemi siano irrisolvibile ma per questo mettere Richards per più minuti, no? Ci vorrebbe una collimazione per mettere a fuoco la visione difensiva dalla panchina con le reali problematiche sul parquet.

Matchup Key 22: Charlotte Hornets @ Houston Rockets

A cura di F. Igor.

P.J. Washington Vs Christian Wood

Gli Hornets sono in un momento spaziale e cercheranno di restare in orbita alta anche sopra il cielo di Houston per una missione che pare di routine ma per una squadra fresca da rampa di lancio il pericolo può essere di staccare la spina in back to back e di dover affrontare un periglioso viaggio per emergere.

A ogni modo – benché possa succedere di tutto – gli Hornets sono favoriti per questa partita che si giocherà su un doppio binario ma che vedrà Charlotte impegnata come il solito nel controllare a fatica i tabelloni con P.J. Washington che potrebbe sostituire ancora Mason Plumlee (alle prese con una noia al polpaccio) per andare contro Christian Wood.

Possibili svantaggi:

Charlotte dovrà stare attenta a non sottovalutare l’avversaria che è riuscita a battere i Bulls in casa qualche giorno fa.

La stanchezza in back to back potrebbe farsi sentire e sarà importante sia limitare l’ex Christian Wood che viaggia in doppia cifra in punti e rimbalzi che controllare il perimetro, le due zone dalle quali ormai i team cercano di ricorrere per ottenere i maggiori benefici (gioco sicuro o redditizio rispettivamente).

Sul perimetro l’assenza di Jalen Green (secondo scorer del team) sarà un vantaggio ma nel ruolo di SG i Rockets sono coperti con l’ex New Orleans Hornets Eric Gordon e Kevin Porter Jr. che risultano essere il terzo e il miglior realizzatore per i texani e occhio a non lasciare troppo spazio sull’esterno anche a Matthews.

Possibili vantaggi:

Houston è una squadra acerba (Usman Garuba un nome e cognome che fa simpatia ma incarna la tendenza) che deve trovare ancora alchimie ed è prona ai TO, ecco perché una difesa aggressiva come quella di Charlotte potrebbe mandare in barca l’attacco di casa costringendolo a perdere palloni preziosi.

Controllare il perimetro senza conceder troppi metri agli avversari (penso alle steal di Rozier e a Martin) sarà un buon modo per far sbagliare i Rockets invitati alla tripla (Houston è 28ª nella percentuale media da tre punti) mentre se P.J. Washington riuscisse a limitare Wood potrebbe essere un vantaggio per sé e per gli altri compagni essendo un “centro” più moderno e atipico che potrebbe dare minori punti di riferimento in attacco grazie a spaziature più ampie, un po’ come occorso contro i Timberwolves nella notte appena vissuta.

Livello alchemico e di talento complessivo superiore anche in panchina, insomma, gli Hornets partono favoriti ma non devono distrarsi per continuare a volare anche perché il pronostico del nostro Paolo Motta dice questo e se mi pronosticherà anche una vittoria a Chicago che si avvererà, proporrò alla ditta dolciaria che reca lo stesso cognome del nostro mago di inserire dei cartigli-pronostico nei loro prodotti…

Game 21: Charlotte Hornets Vs Minnesota Timberwolves 133-115

Intro

Per una volta mi limiterò a scrivere solamente di basket tralasciando le enormi contraddizioni e i problemi al di fuori della palla a spicchi.

Non che non ve ne siano anche in NBA ma i fan degli Hornets vorrebbero che la squadra ottenesse un nuovo record stagionale di vittorie (record a 5, 7 W nelle ultime 8 partite) continuando il periodo felice.

Con una striscia aperta di due e i prossimi due impegni contro Minnesota in casa e Houston in trasferta, i tifosi si augurano di riportarsi sulla soglia delle 5 W (occorrerà vincere a Chicago in una partita dove la determinazione farà la differenza) e poi sarà il turno di Milwaukee prima di una sosta di quattro giorni.

Ieri la NBA è rimasta ferma per il thanksgiving (ogni quarto giovedì di novembre) e a proposito di ringraziamenti, chissà se qualcuno abbia pensato a motivi irrazionali per spiegare l’attuale successo di Charlotte.

Tra le tradizioni, le credenze più antiche c’è quella di scrutare e dare un’interpretazione agli astri ed è così, per divertimento, che oggi ho voluto nelle pagelle associare a ogni giocatore il segno zodiacale corrispondente ma non quello del nostro zodiaco ma dei nativi americani che contemplavano anche il lupo tra i loro 12 segni.

Andamento della partita

Gli starting five. Negli Hornets assente Plumlee per un problema a un polpaccio.

La perdita di Plumlee non costava agli Hornets la palla a due vinta e la partita iniziava in maniera veloce: tripla volante di Hayward sul ferro, passaggio di Towns in post dietro la schiena per il taglio di Edwards e lo 0-2 in velocissimo appoggio, risposta degli Hornets con ottima circolazione di palla e alzata di Hayward in area, tripla di Edwards su P.J. e risposta dello stesso Washington con un open 3 quindi Russell segnava da fuori ma festeggiava quel tanto di troppo per abbandonare Rozier che lanciato in transizione si vendicava affondando prima una jam e rubando palla su un passaggio orizzontale di Edwards per appoggiare il 9-8.

Arrivava il primo time-out dei Timberwolves che parevano più solidi fisicamente ma meno collegati e dopo l’elbow di Russel su Rozier, la tripla di Hayward su scarico di Ball (12-10), altri due pt. di Russell in jumper e risposta in transizione di Rozier dalla diagonale sinistra da oltre l’arco a 7:11 (15-12) gli Hornets vedevano il loro vantaggio ridursi a un punto (17-16) ma due TO provocati da Towns portavano a 6 i totali per i visitor.

Charlotte ne approfittava con la tripla di Oubre Jr. e mentre Edwards a 4:40 usciva per il secondo fallo commesso seguito di lì a poco da Jaden McDaniels, entrava Jalen per gli Hornets che segnava da tre punti il 24-16.

la risposta dei Lupi passava per le mani di Beasley che accorciava da fuori, da Towns che stoppato da Richards riprendeva e segnava quindi Prince in entrata costringeva al time-out i Calabroni che sul 24-23 si trovavano esattamente sullo stesso vantaggio della prima pausa ma a 3:04.

McDaniels realizzava tre punti ma Beasley rispondeva alla stessa maniera mentre il floater di Russell serviva agli ospiti per tornare avanti ma l’ultima parola del primo quarto era di Oubre Jr. che scoccava un’altra sagitta da oltre l’arco (30-28) e poi rallentava Beasley bravo a trovare la tripla ma dopo aver visto illuminarsi la tabella.

I Timberwolves trovavano comunque il pari in avvio di seconda frazione, Oubre Jr. rispondeva con due punti con una drive con appoggio ad accarezzare il plexiglas mentre la tripla di Beasley arrivava ed era buonissima, i Lupi godevano di un vantaggio che riprendevano dopo lo scambio perfetto di liberi tra Bridges e Prince (34-35).

Charlotte tornava alla ribalta con Hayward bravo a segnare un lungo due in jumper e a estrarre dal cilindro un circus shot svitando la destra in appoggio nonostante il fallo di Jaden McDaniels a 9:08.

Gordon realizzava il settimo and one stagionale e a 8:45 anche Oubre Jr. continuava a dare una mano per partecipare alla fuga con un pull-up 3 che invogliava Rozier a imitarlo al tiro da oltre l’arco così la realizzazione della nostra SG trascinava Charlotte sul +10 (45-35) velocemente.

Succedeva ancora che Jaden uscisse mentre Jalen entrava in campo e accadeva ancora che il 6 degli Hornets inaugurasse la sua entrata bagnandola con la tripla, questa volta per il 50-39.

L’entrata di Ball con abbraccio al ferro e tocco avvolgente oltre lo stesso di destra svegliava LaMelo che si ripeteva in entrata per segnare il 57-42.

Il +15 faceva scattare un campanello d’allarme per la squadra venuta dal nord che si scaldava recuperando punti e a 3.20 l’off. rebound di Towns era seguito da una dunk per il 57-48.

Charlotte vedeva P.J. tirare male, ne usciva un air-ball dalle profondità ma Hayward credeva al recupero e in salto lanciava un pallone preda di McDaniels che in corsa metteva dentro prima che la luce gialla dei 24 illuminasse il vetro.

Hayward faceva incassare anche una tripla agli avversari per mandare gli Hornets sul 62-48 e mentre Towns sbagliava un paio di volte da sotto, ball a 1:44 si infilava nella difesa dei Lupi subendo la manta di Russell per un two and one che faceva il 65-50.

Towns finiva anche giù dopo aver tentato di fare il bullo agli autoscontri con P.J. Bravo ad alzare solo l braccia sotto canestro ma Edwards spingendo via Rozier segnava subendo il fallo di P.J. In aiuto in chiusura.

Two and one più tecnico a Terry per proteste, tripla di Edwards e altro punto aggiunto dagli ospiti in lunetta che tornavano a soli 8 punti dimezzando lo scarto.

Hayward rimediava a un lob impreciso di Ball verso di lui con una stoppata su Russell e il lancio verso Miles serviva alla nostra ala per appoggiare il +10 prima del suono della sirena (68-58).

Gli Hornets rientravano sul parquet un po’ intorpiditi dal riposo e a 10:48 era Edwards dalla lunetta a segnare il primo punto mentre Jaden mancava un tiro da tre ma recuperava il rimbalzo in corsa infilando il fing and roll del 68-61.

Il divario di 7 punti resisteva con gli Hornets capaci di infilare qualche colpo come la transizione sulla quale Rozier alzava per Hayward un alley-oop (70-61) o quando da un hand-off (palla consegnata a Hayward da P.J.) arrivava lo scarico a sinistra per il colpo di Rozier da tre punti (73-63).

Quando Rozier, ottimo spin, falliva di poco ecco spuntare Hayward che rubava il tempo a tre difensori, scaricava a Miles che ringraziava martellando con un altro open 3 (76-65) ma sull’altro fronte, P.J. O Richards, Towns dava problemi e dopo un two and one contro Richards, il centro giamaicano ricorreva a un altro fallo mandando in lunetta il numero 32 che si vestiva anche da passatore fornendo l’assist perfetto in verticale per Vanderbilt lasciato sotto canestro tutto solo.

80-74 che diventava 82-74 grazie a un reverse di Miles scendendo con ottimo spin per superare Towns.

L’assist di Ball (nelle intenzioni un alley-oop) era preso dal giamaicano e convertito in due tempi in schiacciata vista la presenza di tre difensori attorno a lui.

A 4:10 l’ennesimo fallo su Towns provocava altri due punti per gli ospiti che resistevano (84-77) ma l’entrata di Oubre Jr. spaccava la partita anche perché Minnesota prendeva il lusso di perderselo spesso: prima tripla appena entrato da catch n’shoot, seconda tripla open per il 91-77 dalla diagonale sinistra, terza tripla dal corner destro per il 94-77 e granata esplosiva dall’angolo opposto per il 99-80…

Il big 3 di Prince oltre il close-out di Martin dall’angolo destro non dava un senso diverso alla partita, gli Hornets chiudevano sul +16 a 12 dal termine.

Il 7/11 di Oubre Jr. da fuori dava i suoi frutti e anche Miles da tre in step-back su Reid faceva centro mentre la corsa degli Hornets non si arrestava con il coast to coast di McDaniels bravo a trovare anche l’and one per il 107-86.

21 punti che si dilatavano per effetto di tre bombe da parte di P.J. Washington che senza pressione del risultato e spesso dell’avversario, faceva centro anche a 5:02 realizzando i1 122-98.

Dentro Ish Smith che segnava il 124-100 e poco più tardi Borrego lanciava anche Bouknight e Jones.

Il primo mandava ancora a segno da tre P.J., il secondo, su assist di Bouknight nel finale trovava i suoi primi due punti NBA, in schiacciata.

Points che Bouknight aveva appena ottenuto in precedenza a :42.8 grazie a due liberi.

Nonostante i Lupi mangiassero qualche punto con l’affamata panchina travolgendo un po’ d’insieme gli Hornets un po’ scollati difensivamente, la squadra di MJ portava a casa la vittoria con più ampio margine di stagione grazie a una prestazione convincente.

Una schiacciata appesa di P.J.. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Gli Hornets travolgono i Minnesota Timberwolves con l’apoteosi del gioco moderno voluto da Borrego tanto che nell’ultimo quarto parte a sorpresa anche la ola allo Spectrum Center da un pubblico esaltato che sperava di veder tornare a casa un team vincente (7-2 a Charlotte ora il record).

I Lupi spesso fanno buona guardia alla loro tana cercando di metterla subito sul fisico per intimorire i Calabroni che tuttavia con agili manovre a inizio match tengono botta riuscendo ad allungare nel secondo quarto.

L’icona del match e del perché gli Hornets abbiano vinto la partita è Kelly Oubre Jr., autore di 27 punti, 21 dei quali ottenuti al tiro da fuori.

Charlotte con un 23/30 da oltre l’arco (57.5%) ha trovato il modo di scavalcare il recinto della squadra guidata da Chris Finch limitando un po’ la potenza di Towns sotto canestro e le scorribande di Edwards e Russell.

Per Towns alla fine arrivano 25 punti ma solo 7 rimbalzi, 18 punti a testa per la copia Russell/Beasley e solo 11 per Edwards che ha chiuso con 4/9 in 27:32.

Nonostante il 7-15 nei rimbalzi Offensivi ( i T.Wolves sono fortissimi in questa statistica), i Calabroni sono stati soltanto sotto di 2 alla fine (50-52) sopperendo alla sconfitta nella casella con un 32-23 negli assist a dimostrazione di un gioco bilanciato con un parco di tiratori pericolosi che ha messo in crisi la buona difesa dei Lupi mostrata sino a oggi.

12-15 i TO per le più svariate e stravaganti interpretazioni arbitrali (criminali i due su Hayward ma anche Minnie ne ha un paio su cui si potrebbe molto discutere per non dire “generosi”).

Ad ogni modo Charlotte ottiene una vittoria convincente per portarsi sul 13-8 in classifica rimanendo davanti anche a Milwaukee in super striscia positiva.

Gordon Hayward, altro protagonista di serata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

LaMelo Ball: 7

10 pt. (4/10), 6 rimbalzi, 13 assist, 1 steal. Orso bruno (22 agosto). Per i nativi americani l’orso è l’animale sacro, guardiano delle foreste. Il potere dell’orso è quello di essere all’apparenza placido ma se si trova nei guai il loro power interiore si risveglia accompagnato da ardimento, tenacia se non vera e propria testardaggine. Per togliere le castagne dal fuoco a Charlotte chi meglio di un orso (ma contro i Grizzlies come siamo messi?) può guidarci nei momenti difficili e clutch della partita? In serata, nonostante il duello da superstar con Edwards (entrambi rimangono apparentemente cheti) che vince anche se i 10 punti sono il minimo per la doppia cifra, svolge il ruolo di facilitatore smistando ancora assist utilizzando anche ottime drive. Quando noto cifre come i 13 assist del tabellino odierno mi ricorda CP3 a New Orleans, due giocatori differenti ma fa brillare gli occhi mentre lui fa brillare la difesa avversaria innescando tiratori o schiacciatori.

Terry Rozier: 7

15 pt. (6/9), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Lupo (17 marzo). L’animale considerato come cattivo nelle fiabe per antonomasia per il suo aspetto, Terry ne ricalca qualche tratto essendo rispetto ai compagni più taciturno a prima vista. Emotivo, generoso e appassionato, caratteristiche che lo descrivono sul parquet. Un po’ eccessivi sino alla vendetta, si tratta di incanalare quell’energia a livello sportivo per battere gli avversari. Proprio lui che è del Lupo ha spesso sfoderato prestazioni ottime contro i Timberwolves. D’altra parte il totem o il segno del Calabrone non esiste tra i nativi americani. In serata sbaglia poco concedendosi ancora un mezzo numero come quello riuscitogli a Washington con quel trattamento di palla particolare dallo spin interessante. Non gli va bene come su un’altra conclusione (probabilmente un lungo due poiché viene segnato con un 3/3 da oltre l’arco) che serve però a Hayward per catturare un rimbalzo. Tira piuttosto bene in serata e all’inizio è utile per contrastare la voglia di Minnesota anche se rende in cm a Russell che lo batte un paio di volte ma si rifà con gli interessi schiacciando su Russell che se lo dimentica per festeggiare un suo canestro e intercettando una palla a Edwards segnando in transizione cosa che replica nel secondo tempo con un’altra brillante steal. Prende un paio di spintoni netti da Edwards che sarebbero sfondamento (visti anche i due fischi contro Hayward in attacco per aiuti minori con il braccio) del giocatore avversario va bene sul primo chiuso con and one per fallo di P.J., male sul secondo quando sbaglia il tiro con Rozier che si allontana meno.

Gordon Hayward: 8

18 pt. (7/13), 6 rimbalzi, 6 assist, 3 stoppate. Falco (23 marzo). Tra le caratteristiche attribuite ai falchi abbiamo ottime capacità di osservazione e saggezza per questo possono essere dei leader naturali. L’allenatore in campo degli Hornets gode del rispetto dei compagni e sa quando prendersi le sue giocate anche se non eccede. Ultimamente ha capito anche quando non insistere benché vada più spesso per conto suo ma eccolo che in questa partita torna a smazzare per i compagni, è sul pezzo sia a rimbalzo (quello catturato in mezzo a tre T.Wolves con apertura per il 3 di Miles è ottimo) che in stoppata, goduriosa quella su Russell. Se poi, nonostante un paio di triple fallite all’inizio, rimane in fiducia (vedi il recupero in salto fuori dal campo che serve a due punti di McDaniels), difficile fermarlo con un 2/5 da tre e conclusioni portate in ogni maniera, dal tiro in fade-away al circus shot sbendo fallo da sotto (settimo and one della stagione per lui). 5 TO ma due gridano vendetta per il metro di giudizio arbitrale (falli offensivi molto opinabili, specialmente il secondo, sempre per l’uso del braccio a spingere il difensore, considerato eccessivo).

Miles Bridges: 7

18 pt. (5/9), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Falco (21 marzo). Terzo natio marzolino nel quintetto e secondo rapace della squadra. Il falco simboleggia il potere e il cielo. Coraggiosi, creativi e determinati a superare gli ostacoli. Curioso che – come Rozier – il segno di Miles sia legato a un altro team NBA al quale rifila spesso poderose dunk che dimostrano il potere di Miles sui cieli NBA. In questo caso l’oroscopo sembra aver “azzeccato” le caratteristiche del numero zero. Il difetto è che non sa scendere a compromessi, lo vediamo anche quando prende tiri da tre sconsigliabili da fuori. In serata tuttavia torna a colpire con precisione da fuori (¾) e attaccando il canestro ottiene un 5/6 dalla lunetta. Accompagna la buona prestazione dei nostri.

P.J. Washington: 6,5

17 pt. (6/12), 6 rimbalzi, 1 assist. Orso (23 agosto). Un po’ testardi, forse è più Borrego che insiste nel farlo giocare alla Kaminsky con un ruolo moderno e in una posizione dove è sottodimensionato, comunque P.J. pare il lato oscuro di Ball che reca lo stesso segno. Più che altro speriamo che le prestazioni altalenanti di P.J. Possano lasciare il segno anche se credo che se non raddrizzerà un po’ la mano da fuori, non sia quello di cui Charlotte ha attualmente bisogno. 5/7 da fuori è la sua risposta nella notte (anche se i primi sono due tiri da tre indegni) ma con triple da garbage time, per quanto siano belle e utili statisticamente e servano a passare un finale tranquillissimo. Fatica un po’ come normale a tratti su Towns. Appena rientrato, gioca a posto di Plumlee infortunato. Qualche buona difesa in uno contro uno ma in generale prestazione tra lo scarso e il sufficiente dietro, sicuramente meglio di Richards nel tenere il 32 avversario e anche una bella dunk appesa.

Kai Jones: 6

2 pt. (1/1), 1 rimbalzo in 3:05. Oca (19 gennaio). Si dice che quelli dell’oca (non quelli della contrada senese) siano persone che cerchino con forza e impegno di raggiungere i propri obiettivi ma non siano molto comunicativi. Va beh… vallo a dire a Paperino… comunque, battute a parte, ecco finalmente l’energia di Jones sprigionata in due punti in schiacciata entrando nel finale dalla panchina.

James Bouknight: 6

2 pt. (0/1), 2 assist in 3:55. Orso bruno. Abbiamo già detto di Ball, il difetto dell’orso è però di mancare talvolta in fiducia nei propri confronti. Chissà se Borrego gliene affiderà di più in futuro. In serata cerca di penetrare con i suoi crossover ma trova la strada sbarrata mancando un reverse layup quando riesce a infilarsi ma ottenendo anche due liberi che realizza nell’ultimo minuto per i suoi primi due punti NBA. Benvenuto Sid.

Kelly Oubre Jr.: 9

27 pt. (10/17), 1 rimbalzo, 1 stoppata, +21 in plus/minus. Gufo (9 dicembre). Chi ha il gufo come totem è ricettivo e interessato al è nuovo. Onesto ma in una società come la nostra qualcuno lo definirebbe ingenuo, è capace di sacrificarsi e ha forza di volontà ma può essere disordinato in alcuni ambiti della vita ed è orgoglioso. Kelly è sicuramente un’icona dell’apertura mentale verso il nuovo. Deve trarre la sua forza con ragionamenti laterali e non essere sempre troppo schematico sul parquet. Gli manca un po’ di buon disordine nelle spaziature di Charlotte dove spesso gioca molto largo il che in serata è però mossa ottima perché i Lupi se lo dimenticano per tre quarti e lui ringrazia con un 7/13 da tre punti con due errori nell’ultimo quarto che non lo portano a quota 30 ma in 26:53 cambia il volto alla partita spaccandola in due come una noce. Si infervora e tiene particolarmente alla vittoria “sentendo l’energia con il pubblico di casa” come ha detto lui. Non fa molto altro a parte ritardare alcuni tiri o incursioni che servono a far segnare fuori tempo o a far rientrare compagni che piazzano un paio di stoppate ma basta e avanza per trasformare in platino i palloni che passano dalle sue mani.

Ish Smith: 6

2 pt. (½) in 5:37. Picchio (5 luglio). Il picchio non riesce a trattenersi, le sue azioni sono guidate dai sentimenti. Anche in campo le scorribande di Smith sembrano più dettate dal sentimento che dalla logica. Il piccolo martellatore degli Hornets è però (come da caratteristica da segno) anche altruista con gli assist ma un picchio di quelle dimensioni nel mondo NBA fatica. Fiducioso rientri grazie alla testardaggine, in serata coglie l’occasione per segnare un buon canestro nel pitturato e più tardi manca un tiro. Fatica un po’ come prima barriera ma nel finale saltano tutti gli schemi con le panchine sul parquet.

Cody Martin: 6,5

6 pt. (3/5), 3 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. Corvo (28 settembre). Al corvo vengono attribuite capacità curative. Un po’ restii a tutto ciò che possa limitare la loro libertà, cono caratterialmente un po’ timidi in ambito lavorativo. Martin sul parquet dovrebbe quindi trovarsi a suo agio potendo spaziare e rincorrere gli avversari anche usufruendo dei cambi sui pick and roll avversari e dovendo flottare tra giocatori per occupare le linee di passaggio talvolta. Sicuramente ha spesso curato la mancanza difensiva degli Hornets con ottime prestazioni che hanno portato a cambiare il volto della partita. Questa notte non è lui che modifica la partita ma una stoppata rientrando la piazza, gioca intelligentemente sfornando 6 assist (ottimo swing pass per Miles da 3) e trova qualche punto come con la buona entrata veloce con appoggio esibita senza paura. Buon collante.

Jalen McDaniels: 7,5

14 pt. (5/7), 8 rimbalzi, 1 assist. 31 gennaio (Lontra). Ottimiste e creative le lontre possono tirar fuori qualcosa di buono da situazioni intricate ma sono un po’ egoiste. ¾ da tre punti. Il confronto con il fratello è vinto anche partendo dalla panchina. Non si incrociano inizialmente due volte perché Borrego lo mette e Finch toglie il fratello Jaden. Un suo buon close-out su Jaden, infilate letali come quella su recupero di Hayward e il coast to coast con and one nel secondo tempo anche se non sembra molto contento di dover battere proprio il fratello fa una bella partita prendendo anche rimbalzi e segnando un ¾ da fuori.

Nick Richards: 5,5

2 pt. (½), 3 rimbalzi, 1 stoppata in 14:31. Secondo gufo in panca. Probabilmente giovane, a vedere i suoi messaggi social non ha ancora molta saggezza come sul parquet non ha ancora padronanza delle situazioni ma sta migliorando in fretta sebbene tecnicamente non sia esattamente ciò che nella NBA cerchino ma la sua fisicità e l’attitudine alla protezione del ferro. I gufi sono sognatori ma il dream di Richards si sta avverando. Giocare in NBA con continuità per anni (anche in un ruolo minore), se mostrerà i progressi fatti vedere ultimamente e continuerà a lavorare potrebbe non essere una remota impresa. Il voto probabilmente è sintomo di mancanza di maturità. Deve lavorare di più sulle gambe e cercare di acquisire esperienza. Ricorre al fallo un paio di volte su Towns e gli va male anche con un and one. Almeno ci prova, nel primo tempo mura proprio Towns ma nessuno l’aiuta e il lungo avversario riprende la sfera segnando.

Coach James Borrego: 7

Serpente (12 novembre). Simbolo di saggezza e intuizione per i nativi americani. Onesti e diretti, in genere non amano compromessi o scuse ma non hanno una zona grigia di mezzo tendendo a vedere tutto bianco o tutto nero e questo ultimo aspetto può rivelarsi un handicap per un coach. Tenaci ma lunatici, va a nozze grazie al fatto che i Timberwolves si concentrino troppo dalle parti del pitturato lasciando talvolta agli Hornets spazio per il tiro. Non sposta il suo play-book generale anche perché i tiratori di Charlotte sembrano tutti uomini in missione in serata…

Versione 1.
Versione 2.

Matchup Key 21: Charlotte Hornets Vs Minnesota Timberwolves

A cura di Filippo Barresi.

LaMelo Ball Vs Anthony Edwards

La sfida tra Minnesota e Charlotte vedrà di fronte le due stelle del Draft 2020 che nella scorsa stagione hanno battagliato fino all’ultimo istante per la vittoria del Rookie of the Year. Edwards, come LaMelo, è al momento il top scorer della sua squadra e sembra essere la spalla perfetta per Karl Anthony Towns, stella dei Timberwolves.

Questi due ragazzi hanno in comune sempre la spiccata volontà di dare spettacolo in ogni loro giocata e per questo motivo sarà una partita entusiasmante.

Possibili svantaggi:

I Timberwolves hanno basato il loro successo in questo inizio di stagione su un’attitudine difensiva di molto migliorata rispetto al passato.

La presenza di Vanderbilt e Jaden McDaniels (il fratello del nostro Jalen) ha garantito alla squadra una buona dose di fisicità e versatilità difensiva che si sta dimostrando molto efficace nel tenere a bada gli avversari.

Non sarà facile per LaMelo e compagni trovare il canestro con continuità.

Possibili vantaggi:

La partita potrebbe giocarsi tutta sulle seconde linee laddove i Timberwolves usano Beasley e Russell come principali accentratori di gioco.

L’obiettivo degli Hornets dovrà essere quello di guadagnare il più ampio margine possibile nel momento in cui i titolari staranno riposando, soprattutto affidandosi a un sempre più in forma Cody Martin e a un ritrovato P.J. Washington.

Game 20: Charlotte Hornets @ Orlando Magic 106-99

Intro

Visto il buon momento degli Hornets (6 W nelle ultime 7 uscite) e il fatto che si giochi in casa Disneyland, ho optato per identificare i giocatori nelle pagelle con feste che si tengono sparse per il mondo ma giacché oggi (in Italia, quando uscirà il pezzo) è la giornata per l’eliminazione della violenza contro le Donne, mi faceva piacere parlarne brevemente creando un aggancio con la situazione di Charlotte.

Premesso che il tema è molto complesso è eliminare la violenza, di qualsiasi genere, pare utopia giacché è facile riscontrare come in situazioni di crisi finanziaria, personale e i problemi lavorativi e generali portino tendenzialmente a una minor sopportabilità in tutto, il problema di fondo è culturale.

Retaggi del passato che impongono un ruolo più che definito del proprio sesso, scolpito nella pietra, senza possibilità di mobilità alcuna, finiscono per cristallizzare insieme a culture arretrate e senso di possesso, un’avversione nei confronti di una società che sta cambiando.

Che sia un bene o un male ognuno è in grado di deciderlo, di certo questo sviluppo piuttosto entropico porta anche aspetti negativi oltre che a quelli positivi ma l’emancipazione della persona (in questo caso parliamo di donne svantaggiate) ai nostri giorni può passare soltanto attraverso una sostenibilità finanziaria garantita che essa sia lavoro o altro e l’accettazione di una parità reale nella nostra società con un cambio di rotta culturale auspicabile perché le nuove generazioni possano essere più felici.

Un cambio di rotta culturale è quello che ci vuole anche agli Hornets che attraverso il Draft e con qualche puntellatura dal mercato stanno cercando di svoltare.

Cambiare pagina, fotografare una nuova vita dopo anni mediocri, riportarsi ad anni più felici passati da troppo tempo sembra essere oggi la promessa delle nuove giovani tigri di Charlotte.

Battuti i Warriors, due volte Washington, poi Brooklyn, New York, Portland e Memphis, tutte squadre sopra i .500.

Nonostante un calendario difficile e una concorrenza spietata a Est con 4 squadre a mezza partita dall’MJ team (New York, Milwaukee, Boston e Philadelphia) che paiono più attrezzate, Charlotte sta tenendo una quinta posizione di tutto rispetto che cercherà di mantenere vincendo a Orlando con dei Magic dall’infermeria piena.

Le prossime tre sfide saranno a portata dei Calabroni che dovranno evitare scivoloni e cercare di non perdere colpi per volare quanto più possibile in alto per quando dovessero incappare in qualche L in partite difficili.

La partita è alle porte, ora tocca a Bridges, Ball, Hayward, Rozier e agli altri componenti del team dimostrare che Charlotte è tornata a essere una squadra vincente.

Andamento della partita

Gli starting five.

Inizio originale da parte arbitrale e povero dal punto di vista offensivo da parte delle due squadre con i Magic primi a passare in vantaggio grazie a un’entrata di F. Wagner.

Charlotte continuava a tirar male ma si sbloccava a 9:50 con una tripla di Ball che serviva momentaneamente a passare in vantaggio.

Il bel pull-up di Suggs su Hayward riportava avanti i locali ma a 8:20 Plumlee da un rimbalzo offensivo ricavava due liberi che incredibilmente metteva entrambi, il primo paio di FT infilati durante lo stesso giro dalla lunetta.

Gli Hornets con poca energia e mano da fuori area si accontentavano di sparacchiare da fuori senza ottenere risultati mentre due punti da sotto di Wagner dopo qualche rimbalzo offensivo Magic e la tripla di Harris mandavano la partita sul 5-11.

Un doppio fallo chiamato su un attacco Hornets generava una palla a due che Bridges prima vinceva e poi spingeva in retina su invito volante di Ball.

I Magic però rispondevano con il mezzo salto volante in reverse, lettera per la tripla di Bamba dall’angolo sinistro e il 7-14.

Un tiro frontale dalle profondità di ball portava gli Hornets in doppia cifra ma la mega dunk di Wendell Carter Jr. più il blocking foul affibbiato di Martin riportavano a 7 le lunghezze di vantaggio per la squadra della Florida.

Una drive di Ball e due successivi FT dello stesso play mangiavano due pt. a Orlando (14-19) e il botta e risposta tra Wendell Carter Jr. da sotto e la tripla di Oubre Jr. suggevano un altro punticino (17-21).

Oubre si ripeteva da fuori ma Mulder era bravo a segnar da tre nonostante l’aggressiva difesa di martin mentre Hayward a :04.8 splittando due FT riportava gli Hornets a 4 punti di distanza (24-28 a fine primo quarto).

Una scorribanda di Oubre Jr. sulla linea di fondo destra chiusa con appoggio, una stoppata di Richards su Suggs e due triple consecutive di Rozier sganciate con sicurezza trascinavano Charlotte avanti 32-28 ma i Magic con un parziale da 0-5 si riportavano sopra di uno con la tripla del n° 21 Moritz Wagner.

McDaniels trovava un contatto (generoso) con Suggs in arretramento trovando il canestro ma sbagliando il libero addizionale e mentre Wagner trovava la seconda tripla consecutiva, Rozier con un arresto nel pitturato e un giro da 360° e fade-away finale, sverniciava proprio il lungo avversario.

Il 36 pari era conservato dalla seconda stoppata di Richards (Harris la vittima questa volta) e mentre la partita si spostava sul 39 -39 ci volevano la fotocopia di Bridges in alley-oop su alzata di ball più una steal di martin con canestro in entrata di Plumlee per smuovere le acque dalla parità.

I Magic tenevano botta in attacco rispondendo agli Hornets rimanendo a elastico a -2 ma quando Plumlee a 1:12 andava oltre Bamba trovando anche l’and one i Calabroni guadagnavano un +5, peccato che l’avanzata dell’altro Wagner era chiusa dall’alzata per la Cavalcata delle Valchirie di Bamba in alley-oop.

52-49 con Charlotte leggermente impaludata nelle trappole dei Magic che chiudevano il primo tempo con 5 rimbalzi in più (30-35) ma soffrivano molto gli assist di Charlotte (14-9) e le stoppate (6-1) mentre il 6/20 da fuori area (30,0%) era destino comune ad entrambi i team.

La partenza della ripresa vedeva Rozier molto attivo rubare un pallone in difesa ma l’air-ball di Bridges non portava a nulla così anche l’altro Wagner, Franz, infilando una tripla riagganciava gli Hornets che tornavano sopra con la granata dalla sinistra di Terry ma i Magic si portavano per la seconda volta nel terzo quarto in parità con due FT splittati di Suggs.

Rozier riusciva però a rubare prima palla a Harris e poi a Bamba perfezionando la steal con un secondo tocco ma in entrambi i casi la sua fuga in transizione finiva con due appoggi per il 59-55.

Orlando trovava due triple con i lunghi (Bamba e Carter Jr.)issandosi sul +2 (59-61) ma il contro-sorpasso dalla diagonale destra era firmato da Ball con un catch n’shoot in movimento.

Orlando giocava duramente e si riportava sopra di due quando Mo Bamba inanellava la terza tripla di serata a 5:06.

L’alley-oop di Carter e la quarta tripla di Mo Bamba spaventavano Charlotte che sul 67-74 ritrovava Oubre e Martin; il primo andava sul concreto in entrata recuperando due liberi (segnati) a 3.51, il secondo stoppava Bamba in angolo nonostante i cm di differenza e offriva una palla per la schiacciata a Oubre che non falliva.

La corsa degli Hornets non si arrestava; goaltending di Bamba su McDaniels, appoggio di Bridges su F. Wagner con Bamba rimasto a terra sull’altro fronte, tripla di Oubre Jr., buona difesa e passaggio in transizione di Martin per l’appoggio volante di Rozier, rimbalzo offensivo dello stesso Cody e drive prepotente con sparata a una mano su M. Wagner a :20.1 per l’82-74…

Sulla sirena Mo Wagner segnava da tre l’82-77 ma il parziale da 15-0 Hornets lasciava un +5 a Charlotte.

Martin iniziava l’ultimo quarto improvvisando una tripla molto veloce a due secondi dallo scadere del possesso offensivo ma Harris replicava dall’angolo sx (85-80).

Charlotte cominciava a salir di quota quando Bridges pompava una bimane con braccia dietro la schiena ritardando la dunk sul passaggio di Harris per scaricar la jam dell’89-82 dopo aver fluttuato per un istante.

A 5:15 la tripla lunga di ball dava agli Hornets 10 punti di vantaggio (94-84) e McDaniels su servizio lungo di ball trovava la sua prima jam di stagione per il 96-84.

L’arcobaleno di Rozier serviva a resistere al tentativo piuttosto difficoltoso degli avversari e due incursioni di Ball ai 24 (circus shot la prima, floater su Carter Jr. e Bamba la seconda) davano a Charlotte a :40.6 il 106-97.

Punteggio ritoccato solamente sul 106-99 con gli Hornets che dopo qualche affanno riuscivano a espugnare ancora Orlando.

Cody Martin a rimbalzo attorniato da Bridges, Rozier, Richards (dietro di lui) e Oubre Jr.. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Capita spesso che gli Hornets decidano a proprio favore le sorti del match ed è accaduto anche questa volta a Orlando ma ci sono voluti tre quarti e mezzo per scrollarsi di dosso i rimaneggiati Magic.

Come ha detto Rozier a fine partita: “E’ la NBA” e l’approccio non proprio da finale NBA ha favorito la squadra di casa che si è giocata le sue chance facendo paura a Charlotte quando nel terzo quarto si è portata sul +7 dopo la quarta tripla di Bamba…

Gli Hornets hanno avuto sentore del pericolo di una sconfitta che avrebbe potuto maturare concretamente e aiutati da Martin e Oubre Jr. hanno risposto con un 15-0 di parziale.

Nel finale Charlotte si è scrollata di dosso i Magic e giocando con il cronometro non ha più sofferto grazie a due abili entrate di Ball che hanno sigillato il game.

Charlotte ha vinto il match tra rubate (11-5) e – strano a dirsi – stoppate (11-1) e hanno compensato la serata negativa nel tiro da fuori (sotto il 30%) e di Hayward (1 pt.) con il backcourt, 70 punti in tre (Ball, Rozier e Oubre Jr.) mentre Martin è stato un fattore determinante in difesa.

Gli Hornets hanno tenuto a rimbalzo (56-60) anche se in alcuni momenti hanno sofferto e hanno completato l’opera con ciò che dicevamo sulle steal e transizioni dalla difesa: 21-7 nei fast break dopo lo zero nella capitale.

I Magic hanno equilibrato l’attacco bilanciandolo con tiri per tutti i giocatori.

Questo ha portato molti player in doppia cifra ma non è servito per vincere.

18 punti per Mo Bamba, 17 per Suggs, 16 per Franz Wagner, 14 per Wendell Carter Jr. e 13 a testa per la coppia Harris, Moritz Wagner.

LaMelo Ball: 7

22 pt. (7/17), 4 rimbalzi, 4 assist. Holi. Una festa indiana che forse avrete già visto in immagini o video da qualche parte. Celebrare l’inizio della primavera colorando l’ambiente e soprattutto sé stessi con polveri colorate è l’idea di fondo, il tutto annaffiato da balli e musica. La speranza di Charlotte è che Ball si riveli l’arcobaleno degli Hornets in grado di far sbocciare la squadra dopo anni di mediocri rigori invernali dai record bassi e che nonostante l’agguerrita concorrenza a Est, a primavere si possa festeggiare con l’accesso ai playoff. Anche lui esagera con un tentativo di bound pass per sé stesso e schiacciata rovesciata sulla quale perde il contatto e fa una figura da Paperissima che rimarrà negli archivi di Youtube in un momento non consigliabile (esagerata sicurezza che a volte non fa bene) ma non diventa erubiscente continuando a giocare, così svolta la partita nel finale con un assist per McDaniels e punti. I suoi due canestri finali in entrata sono due capolavori, difficili da realizzare. Un paio di deep 3 (4/9 da fuori) tanto per gradire e anche se non è sempre preciso in serata compensa un po’ con la tenuta difensiva migliorata rispetto lo scorso anno.

Terry Rozier: 8,5

27 pt. (11/22), 3 rimbalzi, 5 assist, 6 rubate, 1 stoppata. Foam N’ Glow. Negli Stati Uniti in circa una cinquantina di città si celebrano degli enormi schiuma party con cannoni spara schiuma, il tutto condito da uno spettacolo fantasmagorico che include artisti di strada. Direi perfetto per lo sgusciante e in alcune serate evanescente Terry che avvolto dalla sua nuvoletta di schiuma – come una specie di Goku – riesce nello spazio di pochi cm a tirar fuori pull-up, fade-away e magie anche in uno contro uno. La schiuma viscida di Terry in serata si materializza con ben 6 crazy steal. Alla fine non ci crede nemmeno lui quando viene informato ma è dal suo flottare rapido, dalle sue mani velocissime e dalle sue steal che nascono transizioni che lo portano a chiudere con bravura segnando canestri utili a dare spinta ai Calabroni. Se da fuori si ferma a un 3/11 non eccelso, da due fa vedere ancora qualcosina come un arresto e tiro in fade-away dopo giro completo su piede perno, un fing and floater da old school o videogame e un jumper in corsa brillante. Altra prestazione esterna di alto livello. Lui non si è mai preoccupato delle sue percentuali e ha continuato a credere in sé stesso ha detto e ha fatto bene.

Gordon Hayward: 5

Songkran. Festa un po’ snaturata, ogni anno in Thailandia si scatena una guerra con gavettoni, fucili e pistole ad acqua. Il liquido è incolore e inodore oltre a essere innocuo. Dipende dalla quantità ovviamente che si riversa. Hayward fino a oggi è sembrato a volte il bambino innocuo con la pistola ad acqua o il Poseidone in grado di sollevare onde del mare fino a creare danni sulle coste avversarie. Il flusso di punti che l’ala titolare degli Hornets riesce a dare alla squadra può essere importante. Il formato della notte purtroppo è il primo e la canna della pistola ad acqua è anche otturata. Difettoso al tiro chiude con 1 punto (½ ai liberi) frustrato dai tiri mancati in precedenza. 0/6 al tiro, 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate e un TO in 24:39.

Miles Bridges: 6,5

11 pt. (5/16), 9 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 3 stoppate. The Albuquerque International Balloon Fiesta. Ad Albuquerque (New Mexico) si riuniscono in tanti per osservare un mega raduno di mongolfiere volare sopra le montagne Sandia. Miles si è gonfiato come una mongolfiera questa stagione migliorando ancora altri aspetti del suo gioco già in progresso netto la scorsa R.S.. Ogni tanto si concede qualche pausa e deve dare gas per spingersi più vicino all’Olimpo del gioco ma pare che si sia già liberato di tutte le zavorre prendendosi i suoi spazi e i suoi tiri senza problemi. In serata mostra ancora problemi al tiro, specialmente da fuori (16) ma la sua serata non brillante al tiro viene comunque valorizzata da un canestro di fisico su F. Wagner e da tre conclusioni dirompenti; due alley-oop e una dunk caricata sul passaggio di Harris. Si rende utile tra rimbalzi e stoppate, ben 3.

Mason Plumlee: 6,5

La battaglia delle arance. Ivrea. Festa molto coreografica nata a Carnevale, nonostante l’iconicità e la fascinazione dell’evento è una festa che non amo molto in primis per lo spreco di cibo che potrebbe essere impiegato in altra maniera che testimonia la poca coerenza di questa società che raccoglie collette alimentari e poi lo spreca in festival (ve ne è uno equivalente in Spagna chiamato la Tomatina fatto con i pomodori). Ovviamente non è una crociata la mia contro la manifestazione e non risolveremmo i problemi del mondo donando quelle quintalate di arance ma di fondo è la forma mentis della nostra società che mi lascia perplesso. Perplesso sempre di più lo sono anche su Mason Plumlee, arrivato come rim protector e rimbalzista teoricamente in grado di far meglio di Zeller e Biyombo sotto le plance con i suoi 211 cm ma solitamente viene preso a pallate color arancio… 7 punti nel primo tempo, quelli rimangono alla fine…8 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata condiscono il tutto. Per una volta non soffre eccessivamente singolarmente gli avversari nei suoi 21:12. Da evento la prima coppia di liberi a segno e il 3/3 finale dalla lunetta dopo aver trovato un buon and one su Bamba.

Kelly Oubre Jr.: 7,5

Oktoberfest. L’andamento scostante di Oubre Jr. mi fa venire in mente la celeberrima festa tedesca che – parrà una bestemmia – ma non amo tanto poiché a parte la graziosità delle kellerine in costume, la festa è valutabile come un upgrade della Taverna di Boe con un Barney Gamble al vostro fianco potenzialmente dangerous pronto a vomitarvi sui pantaloni e qualcuno con la cannuccia pronto a raccogliere ogni singola stilla di liquido fermentato caduto. C’è da capire se il platinato giocatore degli Hornets vada a tutta birra da sobrio o da ubriaco ma l’importante sarebbe che riuscisse a trovare una sua costanza e non cambi personalità e prestazioni con picchi terribili da serata a serata. 10 pt. Nel primo tempo equamente divisi tra tiri da due e da fuori con un 4/8 complessivo. Regala punti a Charlotte e conquista tre rimbalzi oltre a un paio di buone chiusure. Chiude con 21 punti con gli stessi tiri tentati e messi da Ball (7/17). Una spinta importante dalla panchina. Da buona spaziature e aggiunge 6 rimbalzi e ottiene il miglior plus/minus con +16.

Ish Smith: Non entrato

Il giorno del Ringraziamento. In realtà l’avevo già fatta e anche se non è entrato lo lasciamo per simpatia. In origine la prima festa si tenne nel 1621 da parte della prima comunità locale, guidata da W. Bradford, arrivata da Plymouth negli States per celebrare il raccolto e ringraziare i nativi americani che avevano dato consigli e aiutato i visi pallidi arrivati da Plymouth nel nuovo mondo. Non che sia andata a finire bene poi tra le due comunità in generale andando avanti con gli anni ma Ish è tornato a Charlotte, sua città natia, dove deve cercare di migliorare il rapporto con sfera e parquet, ultimamente un po’ in ombra.

Cody Martin: 7,5

Boryeong Mud Festival. Boryeong è una città della Corea del Sud che si trova sulla parte interna dello Stato, dalla parte del Mar Giallo. A fine anni ’90 l’amministrazione locale pensò di pubblicizzare attraverso una grande festa le qualità dei fanghi locali ed ecco che oggi molte persone nel luglio coreano si tuffano in enormi piscine stando in costume e riempiendosi di fango. Per me che da giovane giocavo a calcio in porta non è che sia questa grande idea ma serve a simboleggiare il lavoro sporco, quello più oscuro e fatto di sudore di Martin che sguazza nella piscina e porta a casa benessere per gli Hornets. Entra nel primo quarto per dare intensità, difesa lutolenta e concretezza a una squadra un po’ svogliata e supponente riuscendo con piccole cose a indirizzare la partita. Rimedia un two and one da sotto con finta (Suggs gli salta sulle spalle) e dopo aver perso palla in palleggio riesce a rientrare per stoppare da dietro ancora il piccolo giocatore avversario. Finisce con 8 punti, 5 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate e 2 stoppate mostrando come sia un uomo ovunque in grado di spingere Charlotte dalla difesa all’attacco. La stoppata su Bamba è da incorniciare ma anche l’azione nella quale recupera palla e serve Rozier in transizione è iconica.

P.J. Washington: 5,5

Dia de los Muertos. In Messico, in età precolonizzatrice si celebra questo culto che oggi è un inno alla vita oltre che il ricordo dei defunti, infatti, si crede che fintanto che qualcuno qui ricorderà i cari scomparsi essi possano venire a trovarci e la visione onirica della morte è che non sia la fine di tutto ma solo il passaggio verso un altro mondo. Il ritorno dell’infortunato P.J. Pare piuttosto affrettato. Senza ritmo, gioca piuttosto malamente il primo tempo chiuso con una stoppata ma 0/2 al tiro, una palla persa e una difesa non irreprensibile. Non si vede più nel secondo tempo ed è meglio perché in una partita tirata per più di tre quarti la sua presenza avrebbe potuto non essere propedeutica alla vittoria. Bonus rientro…

Jalen McDaniels: 6,5

Festival di Nikko. Il 18 maggio in Giappone celebrano Tokugawa Ieyasu e l’abilità di questo Shogun che fu importante per unificare un Giappone in perenne guerra frammentato da battaglie intestine. Un tuffo nel passato, un revival dell’epoca che fa rivivere una parte piuttosto folkloristica di un Nihon che sta lentamente scomparendo benché siano visibili ancora tracce di quella cultura e mentalità. Jalen deve affilare le armi e scoccare le frecce dal suo arco mentre in difesa gli si chiede l’abilità e l’agilità di un ninja, solo mediamente un po’ più alto di quelli reali. Primo tempo un po’ a metà come l’1/2 sia dal campo che dalla lunetta nei 4:19 sul parquet, meglio nel secondo a dar fastidio all’attacco avversario. Recupera rimbalzi e trova anche la prima (facile) schiacciata di stagione su assist di Ball portandosi in transizione. 7 pt. (3/5), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, 1 TO.

Nick Richards: 6,5

Festa delle lanterne. Per lui che viene dalla Giamaica, l’oriente è un po’ lontano ma la festa delle lanterne diffusa in tutto oriente che ha anche una versione simile nella festa delle luci che vede lasciar partire queste lanterne verso il cielo, è l’ideale per descrivere le speranze degli Hornets su Nick. Per adesso ha ancora un guscio cartaceo ma durante l’assenza di P.J., Borrego lo sta provando per vedere se la consistenza possa aumentare e portare luce come risolutore di protettore del ferro in alcuni minuti del match benché l’allenatore degli Hornets cerchi un tipo di centro differente solitamente. 2 pt. (1/1), 3 rimbalzi, 2 stoppate in 7:29. Fa altre due vittime in stoppata: Suggs e Harris. Da lì non si passa sembra dire il centro giamaicano che sta diventando più confidente. Una schiacciata su assist e un TO.

Coach James Borrego: 6,5

Prova a richiamare all’ordine una squadra latente nell’approccio. Azzecca i cambi anche se lascia Richards nel dimenticatoio nel secondo tempo ma non aver insistito su P.J. e aver concesso minuti a Martin e Oubre Jr. in serata sono stati fattori determinanti nei momenti chiave. Si vince anche tirando male da tre con una difesa attiva sia sulle linee di passaggio che da sotto. Concedere qualcosina meno da tre con close-out più vogliosi ha poi dirottato il match in favore di Charlotte.

Versione 1.
Versione 2.

Matchup Key 20: Charlotte Hornets @ Orlando Magic

A cura di Igor F.

Kelly Oubre Jr. Vs R.J. Hampton

Jamahl Mosley e la sua giovane squadra sono 1-6 all’Amway Center e sperano che la maglia nero-arancio (City Edition) porti fortuna ad Orlando.

Gli Hornets arrivano dalla bella vittoria nella capitale e sperano di espugnare anche il parquet di Orlando per la seconda volta in stagione per allungare il momento magico.

Possibili svantaggi:

Charlotte non ha – come sappiamo – un gran pacchetto lunghi e la fisicità di Mo Bamba, anche se non porta a punti copiosi, potrebbe generare second chance per la squadra della Florida.

Dalla panchina bisognerà stare attenti Robin Lopez, lo stagionato “Telespalla Bob” che potrebbe dar fastidio a Charlotte segnando qualche punto per i Magic e a R.J. Hampton, la guardia di Texas che potrà produrre punti anche dalla distanza.

Possibili vantaggi:

Per una volta possiamo dire che il quintetto degli Hornets è nettamente favorito rispetto a quello avversario e l’attacco dei Calabroni potrebbe pungere particolarmente.

19/51 e 11/41 sono stati i numeri poco lusinghieri dei Magic dalla lunga distanza in due partite giocate contro i Bucks recentemente.

Portare pressione potrà essere la chiave vincente perché i Magic che hanno fuori Anthony e un’altra nutrita schiera di giocatori avranno delle seconde linee in campo che in realtà sarebbero terze, ecco perché la panchina degli Hornets con Martin, McDaniels e Oubre Jr. (anche dal punto di vista offensivo l’ultimo) potrebbero essere molto importanti per ottenere la vittoria.

“Penso che il gruppo stia iniziando a capire cosa serve per vincere in questo campionato”, ha detto lunedì l’allenatore di Charlotte, James Borrego, dopo la partita.

“Non siamo dove dobbiamo essere, ma stiamo facendo dei passi nella giusta direzione”.
P.J. Washington (gomito) è indicato come in dubbio.

Game 19: Charlotte Hornets @ Washington Wizards 109-103

Intro

Molti fatti negativi probabilmente vengono immagazzinati mediamente più pesantemente dalla mente ma di certo non mancano tanti episodi negativi da raccontare ogni giorno.

Il duplice omicidio da parte di un diciassettenne (K. Rittenhouse) nei confronti di due manifestanti a Kenosha (uno era un 26enne bianco) e la sua recentissima assoluzione lasciano una scia che come una coda di fuoco su una striscia di benzina rischia di far esplodere nuovamente la rabbia (in genere piuttosto pacifica se si eccettuano saccheggi di sciacalli che spesso non hanno a cuore la protesta) dei movimenti come Black Lives Matter.

Il punto è che in America è legale acquistare armi piuttosto facilmente e molti Stati consentono di girare con armi in pugno per legittima difesa come nel caso del Wisconsin dove è accaduto l’episodio.

Se Sankara diceva che le armi date a soldati “non istruiti” possono essere potenzialmente un danno perché potenzialmente in mano ad assassini, figuriamoci a ragazzini fanatici suprematisti che credono di essere degli angeli giustizieri scesi sulla Terra in nome della causa del bene.

Sempre negli States, l’episodio appena occorso tra I. Stewart dei Pistons e LeBron James con gomitata del secondo sul primo – che con una faccia sanguinante ha poi cercato di farsi giustizia da solo trattenuto a fatica dai compagni – non è episodio edificante sportivamente parlando anche se l’adrenalina in certi momenti sale al massimo e cose del genere possono essere comprese.

Chissà però cose avrebbe fatto il povero Stewart dei Pistons (che per inciso aveva assolutamente ragione) se avesse avuto in mano un’arma vista la reazione.

Chissà anche perché in genere non si scende quasi mai se non proprio mai in piazza quando la teotecnocrazia moderna tocca i nostri diritti e/o quelli dei più deboli e continua a sostenere modelli che stanno portando alla catastrofe il pianeta ma si scende in piazza (vedi Bruxelles) solo per protestare contro cose che andrebbero a proprio vantaggio.

Si potrebbe continuare all’infinito con la situazione femminile in Afghanistan, la tennista cinese che come Rockfeller fatto parlare da Moreno viene fatta parlare dal governo cinese, di complesse situazioni come l’ammassamento delle truppe putiniane al confine con l’Ucraina e delle manovre Nato ai confini della Madre Russia con il dramma dei profughi in Bielorussia e il confine di filo spinato e muraglie che la Polonia intende costruire o le ingiustizie nel quotidiano…

Una polveriera questo mondo che a volte fa sembrare assolutamente superfluo parlare di sport Epocalisse – YouTube ma gli atleti e lo sport stesso non sono dissociati o sganciati da tematiche extra sportive.

“Democrazia in vetrina” cantava Caparezza ormai troppi anni fa per notare che non è cambiato nulla nonostante Trump sia stato momentaneamente debellato ma Biden, pur senza l’arroganza del primo sembra commettere altrettanti peculiari danni.

A Washington, dopo qualche anno non facile, l’americano medio forse cerca di dimenticare la politica con la magia che i Wizards stanno portando in città in questa regular season con un primo posto sfumato recentemente anche a causa della sconfitta subita a Charlotte ma a distanza di mezza partita da Bulls e Nets, le ex Pallottole (a proposito di violenza e un nome sostituito per cercare inutilmente di dare un’altra aria alla città giusto per parlare di aria fritta e non voler mai andare a fondo nel risolvere i problemi alla radice) cercheranno di vendicarsi battendo degli Hornets che fuori casa non hanno un radar sempre ben puntato ma i Calabroni se vogliono fare il salto di qualità e avvicinarsi alle prime quattro posizioni (essendo quinti attualmente), dovranno sfoggiare una prestazione migliore rispetto a quella mostrata ad Atlanta con bonus stanchezza.

Gli Hornets andavano sotto ai liberi (6/7 Vs 14/18), pesantemente a rimbalzo (22-36), nelle rubate (4-5) e nelle stoppate (1-4) ma a parte il 12-11 negli assist erano le percentuali a decider il primo tempo, in particolare il tiro da tre con Charlotte a 9/15 (60,0%) contro il 4/17 avversario (23,5%) con le 3 bombe di Rozier ad aprire il primo quarto e le altrettante di Ball a chiudere il secondo.

Gli Hornets si caricano prima della partita sullo sfondo con Ashley, bordocampista degli Hornets in primo piano.

Andamento della partita

I quintetti.

Dopo diversi errori da ambo le parti Kuzma sbloccava la partita per i Wizards che continuavano a segnare irretendo gli Hornets nonostante Plumlee partisse benino riuscendo anche a stoppare Gafford ma sul taglio centrale di Beal, la palla servita da Gafford portava sullo 0-8 le squadre.

Dopo uno 0/6 al tiro, i Calabroni si sbloccavano a 8:16 grazie a una tripla rim-glass di Rozier.

Scary si ripeteva dalla diagonale destra e, dopo un canestro dal pitturato di Ball, anche dalla diagonale sinistra dalla grande distanza (assist volante di Plumlee) riuscendo a contribuire con tre triple in maniera determinante all’aggancio a quota 11.

Nonostante una steal in tuffo di Plumlee, il successivo canestro era una dunk di Gafford che riportava avanti i capitolini ma gli imenotteri mettevano il capo avanti per la prima volta con la tripla in step back di Martin dalla destra (14-13).

Beal da tre e Rozier dopo aver passato il blocco di Plumlee impattavano la partita a quota 16.

Due canestri di Neto davano il +4 ai Maghi ma Oubre Jr. accorciava con un jumper sullo stesso Neto dotato di meno cm.

Dunk di Harrell e tripla dall’angolo destro per Kelly (21-22), schiacciata anche per Richards e Hornets che si riaffacciavano per la seconda volta avanti.

Il centro giamaicano splittava due FT e segnava ancora da rimbalzo offensivo ma una tripla di Avdija chiudeva il primo quarto sul 26-27 per la squadra di Washington.

Charlotte tentava di riprendersi il vantaggio e di renderlo meno fragile nel secondo quarto partendo con un appoggio mulinato di Oubre Jr. e una tripla dall’angolo destro di Hayward in transizione aggiungendo un libero di Rozier (tecnico a Dinwiddie per proteste sull’azione precedente chiusa dal play avversario che chiedeva un fallo sull’appoggio) per il 32-27.

Charlotte però incappava in un momento offensivo non brillante ricorrendo a difesa e qualche fallo come quello di McDaniels su Harrell che, colpito a un occhio, rischiava di costare un flagrant e mandava a riposare la partita per un paio di minuti ma a parte l’1/2 del centro del North Carolina che a 7:17 portava il match sul 34-37, gli Hornets finalmente muovevano il punteggio con una drive di Martin e assist breve per la dunk di Plumlee (36-37) che si ripeteva dopo due FT di Beal per il 38-39 con un appoggio volante dettato da Ball.

I Wizards riprendevano un +4 con Caldwell-Pope in schiacciata da transizione su lancio di Beal ma nel finale usciva Ball che ringraziava per lo spazio concesso segnando da tre punti frontalmente il -1.

A 4:40 Hayward beneficiava di due liberi che trascinavano avanti ancora una vota Charlotte (45-44) ma una stoppata in ripiegamento di Gafford su Hayward lanciato con un lob da Ball in solitaria e un open 3 di Kuzma segnavano il 45-47.

Nel mezzo di altre situazioni c’era il tempo per; un floater di Ball, 2 FT (a segno per LaMelo), open 3 per il numero 2 e tripla frontale solo cotone da molto vicino al logo per il ragazzo di Chino Hill…

Il Ball show praticamente trascinava all’intervallo avanti gli Hornets di 9 punti (59-50) e ai Maghi andava bene suonasse il gong.

Diventavano evidentissime le percentuali da tre differenti nel terzo quarto che Rozier apriva con l’ennesima bomba personale e mentre Washington mancava tutte le granate da oltre l’arco portando a casa qualche punto da sotto nonostante nel primo tempo i falli spesi dagli Hornets consigliassero ai ragazzi di Unseld di girare al largo, Charlotte infilava altre due triple con “Scary” che faceva davvero paura anche ai Maghi essendo arrivato a un 6/6 da fuori.

Un gancio con and one mancato di Plumlee mandava gli Hornets sull’incredibile +17 a 8:07 (73-56) ma Charlotte perdeva mano mentre i Wizards infilavano un parziale da 6-0 con una stoppata di Plumlee su Gafford che non serviva perché sulla ripartenza la squadra di MJ si faceva rubar palla e subiva il canestro da sotto in solitaria di Beal a 6:27.

Borrego, arrabbiato, chiamava un time-out e Bridges rispondeva con un turnaround dalla sinistra su Kuzma.

Peccato che Martin a 4:12, dopo aver subito fallo, mancasse due liberi anche se il gemello rimasto agli Hornets era protagonista di alcune buone difese nel finale.

Holiday con una tripla frontale accorciava sul -8 (81-73) ma Rozier in pull-up metteva dentro il +10 che aumentava di un punto il margine a scudo dei Calabroni rispetto il primo tempo.

Ultimo quarto con i Wizards che cercavano di rientrare ma Rozier, dopo aver battuto un tecnico (proteste di Harrell per un raddoppio con groviglio su un suo tentativo da sotto) andato a segno, pompava la palla avanti per far passare Holiday avanti come un toro in corsa, recuperar palla e con un pull-up in step-back far meravigliare tutta la Capital One Arena.

Oubre Jr. recuperava una palla vagante e servendo Rozier dalla sinistra trovava altri tre punti per i Calabroni volati sul +15

Il finale però si faceva arroventato perché Washington non mollava e i rimbalzi offensivi aiutavano in più Dinwiddie a 0/14 contro gli Hornets, pescava due tiri da tre punti che a 5:22 contribuivano alla rimonta capitolina fino al 97-91.

Un baseball pass di Beal per Harrell era materia malleabile per il centro che infilando il -4 faceva paura a Charlotte.

Una no fear 3 open di Hayward ridava ossigeno a Charlotte a 4:30 (100-93) mentre Rozier sulla linea di passaggio intercettava un allungo per una transizione che Martin si beveva con un appoggio sbilenco e così Beal – perso nell’angolo sinistro – feriva Charlotte con tre punti.

Sembrava appianare le cose Ball che con iniziativa personale sverniciava Kuzma in crossover ma l’ex LAL rimontava da dietro colpendo al collo Ball sull’appoggio.

A 3:25 il canestro con and one validato riportava sul +7 Charlotte che recuperava anche palla con una match-up zone che confondeva Beal e compagni.

Il gancio di Bridges nel pitturato su Harrell sembrava sigillare definitivamente la partita ma proprio anche grazie a due errori offensivi del numero zero, un paio di canestri da sotto (Kuzma e Harrell) e la tripla di Caldwell-Pope a :51.4 la partita si riapriva completamente.

Charlotte tentava di andare sul sicuro quando Ball alzava un pallone che Miles avrebbe spedito dentro 9 volte su 10 ma non stasera, l’alley-oop con ferro abbassato schizzava via, Harrell recuperava palla ma LaMelo con un gioco di prestigio toccava la sfera al centro che guardandosi intorno per impostare l’azione non vedeva il pericolo e mentre la spicchiata finiva tra le mani di martin in salto, Borrego poteva tirare un sospiro di sollievo anche perché se l’azione di Rozier era un uno contro uno crazy con tripla a segno a :12.9 dalla fine, il 108-103 questa volta dava garanzie per effetto del tempo sul cronometro rimasto.

Ball alla fine ritoccava con un ½ dalla lunetta e gli Hornets, scampato il pericolo, ottenevano un’importante vittoria nel lunghissimo cammino verso i sospirati playoff.

Rozier al tiro contro Avdija. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Se non amate le emozioni state lontani dagli Hornets.

Anche nella fredda notte di Washington i Calabroni fanno vivere emozioni sino all’ultimo.

Charlotte emerge nel finale di secondo quarto quando Ball segnando tre bombe fa la differenza portando sul 59-50 il match.

L’altro protagonista di serata – Rozier – carica una dinamitarda tripla dalla sinistra che manda a +15 gli Hornets nell’ultimo quarto ma Washington non ci sta e approfittando dello strapotere sotto le plance e dell’espulsione di Plumlee, si getta all’attacco riuscendo ad arrivare sul -2 a :51.4 dal termine con una tripla di Caldwell-Pope.

Bridges manca un alley-oop ma Ball recupera abilmente palla dalle mani di Harrell e Rozier in uno contro uno scocca la freccia che decide il match da oltre l’arco.

La vittoria è soprattutto merito del backcourt con 76 punti su 109 del terzetto Ball, Rozier e Hayward con anche il terzo decisivo nel finale grazie a una tripla per il 100-93.

Altra ragione della W un po’ a sorpresa per qualcuno forse, è stata l’energia, l’intensità in difesa con una zona che ha lasciato spazio ai Wizards sotto ma la pressione e la possibilità di arrivare sulle linee di passaggio ha mandato un po’ in tilt i Wizards che hanno commesso quasi il doppio dei TO.

A nulla è servita l’espulsione di Plumlee nel finale, lo strapotere a rimbalzo dei Wizards (46-77 con un 6-20 sugli offensivi), il 4/6 nelle stoppate e il 22/27 contro il 14/24 dalla linea di Charlotte.

Il 48,4% degli Hornets da tre punti contro il 25,0% dei Maghi ha finito per fare la differenza così come il 10-18 nei TO con la squadra locale che ha commesso qualche pasticcio o ingenuità di troppo.

Decisivi gli errori di Washington da oltre l’arco.

3-24 nelle second chance (fatale quella degli Hornets nel finale) e un clamoroso 0-17 nei fast break con Charlotte che non è riuscita a ottenere punti facili in transizione sono altri dati pro Wizards che non sono stati sufficienti a fermare i Calabroni.

Il peso di Harrell dalla panchina si è fatto sentire con 24 punti e 18 rimbalzi, Beal ha chiuso con 18 punti, Caldwell-Pope a 17, Kuzma a 11 con 13 rimbalzi mentre Gafford, un fattore nella prima sfida, ha terminato con 8 punti e 10 rimbalzi spendendo 5 falli.

LaMelo Ball: 8,5

28 pt., 13 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 6 TO in 38:16 ma 10/24 dal campo per la mente degli Hornets che mostra tanta personalità portando minacce in svariate maniere. Tante frecce nella faretra di Ball che parte così così in penetrazione a livello di rifinitura ma a 3:25 dalla fine segna un and one su Kuzma davvero importante mostrando una accelerazione impressionante. D’altra parte, come dice lui, il suo segreto è bere acqua. Che abbia visto il primo Space Jam? Di spaziale intanto c’è lui che anche quando gli altri non sfruttano il suo talento (alzata per Bridges nel finale che manca l’alley-oop e non lo aiuta ad avvicinarsi alla tripla doppia) non demorde. Mani veloci, una steal fondamentale nel finale su Harrell.

Terry Rozier: 9

32 pt. (11/19), 2 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Chissà che si aspettava quando firmò per Charlotte con una squadra in ricostruzione. Terrificante terremoto in serata, season high in punti, abbatte Washington con scosse da tre punti (8/11 da oltre l’arco). Quasi inarrestabile da fuori ha l’ardire di prendersi anche una tripla sparata in faccia a Caldwell-Pope dalla leggera diagonale sinistra. Parte con tre bombe per tener in partita gli Hornets e chiude anche il match facendo calare il sipario con gli applausi. L’uomo in più nella notte, finalmente anche in formato trasferta.

Gordon Hayward: 6,5

16 pt. (5/13), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Sbaglia qualche tiro ma torna un paio di volte a prendersi la lunetta oltre a una tripla aperta nel finale (100-93) che galleggia tra ferro e retina prima di entrare felicemente per noi. Una bella stoppata su Beal da considerare.

Miles Bridges: 5

6 pt. (3/13), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 0/4 da fuori. Il miglior giocatore degli Hornets finora per performance è nettamente in una serata no se si eccettuano un paio di spin che lo portano al turnaround nel finale o a un canestro molto bello in precedenza (manca il fallo non fischiato) ma per il resto non è mentalmente in partita. Fa poco a rimbalzo e sbaglia tanto in attacco fuori ritmo comprese tre occasioni nel finale (punta dell’iceberg l’alley-oop) che avrebbero potuto costare caro.

Mason Plumlee: 6

9 pt. (4/6), 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Out al sesto fallo commesso nel finale, partita controversa del nostro centro. Parte anche bene con alcune buone difese sul tiro e ruba anche un pallone in tuffo. Anche nel secondo quarto influenza Beal al tiro un paio di volte ma in 22 minuti cattura solo 4 rimbalzi e i Wizards banchettano spesso nel pitturato. Perdonatemi il paragone bizzarro ma a quest’ora della notte mi è venuto in mente solo questo: è come acquistare una gallina per mangiare uova ma vi accorgete che questa gallina non fa uova eppure canta splendidamente per allietarvi. OK, questo è Mason Plumlee, buoni passaggi, qualche buona difesa ma scarsa presenza fisica a rimbalzo e per gli Hornets è un problema. Tra tutto… la sufficienza la prende ma deve razzolare meglio a rimbalzo.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

7 pt. (3/7), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Parte bene segnando anche da tre oltre a mettere intelligentemente sopra Neto (più piccolo) un tiro andando in area ma si perde. Un po’ avulso dal gioco sbaglia un paio di conclusioni e ha un plus/minus di -10. Serata così così…

Cody Martin: 6,5

3 pt. (1/3), 2 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate in 28:26. Inizia con una tripla step-back da destra poi finisce per sbagliare malamente un layup in transizione. La differenza tra un giocatore completo e Cody martin è questa anche se comunque sta lavorando per migliorarsi e si vede. In difesa è utile recuperando palloni, infastidendo su linee di passaggio e tiro (nel secondo tempo dal pitturato Kuzma sbaglia ravvicinatamente sulla sua difesa). Avesse cm in più potrebbe dare maggior contributo a rimbalzo ma la palla che in salto recupera sulla steal di ball, in anticipo sul suo marcatore, è preziosa.

Jalen McDaniels: 5

1 pt. (0/2) in 8:35. Commette 2 falli, uno costa a Harrell una momentanea sospensione dal gioco. La manata rifilata verso l’occhio del centro non è bella così come i due errori al tiro non lo sono. Subisce fallo a inizio ultimo quarto ma splitta i liberi. Serata no.

Nick Richards: 6,5

Mamma butta la pasta”,gioco 9:21. Gioca inspiegabilmente poco Nick che porta a casa 7 punti (¾), 3 rimbalzi e un plus/minus di +1. Borrego preferisce un team più rapido ma i Wizards da sotto ci massacrano mentre da tre sbagliano molto. Probabilmente il C giamaicano potrebbe giocare anche nella maniera voluta da Borrego.

Coach James Borrego: 6,5

Partita dal doppio volto. Sceglie di non preoccuparsi troppo sotto le plance e sfida al tiro da fuori gli avversari. La prima gli va davvero male, la seconda gli va bene e il risultato gli arride. Time-out buoni e difesa aggressiva fatta da molta energia come deve essere fatta per poter funzionare.

Versione 1.
Versione 2

Totopaolo: 6ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Redditizia settimana per gli Hornets che portano a casa tre vittorie su quattro partite e consolidano un record positivo, ora sul 10-8.

Testa però già ai prossimi incontri che sulla carta non sembrano essere particolarmente proibitivi.

L’obiettivo è quello di mettere più fieno in cascina possibile sfruttando anche il calendario. Ecco nello specifico cosa ci attende:

Game 19: martedì 23/11/2021 ore 01:00 italiane @ Washington Wizards (11-5):

Qualche giorno fa, la prima delle quattro sfide previste contro i rossoblù finì 97-87 per Charlotte all’Alveare.

Rozier (19 punti) e Bridges (17) furono i mattatori della partita insieme ad un’insolita buona difesa di squadra.

Vincere nella capitale non sarà facile, i Wizards, infatti, hanno perso una sola partita su otto tra le mura amiche.

Sarà probabilmente un partita equilibrata fino alla fine.

Se saremo in grado di replicare la buona prestazione difensiva del primo match, il risultato potrebbe essere alla portata.

Gioco il jolly, 2, con una vittoria sofferta.

Game 20: giovedì 25/11/2021 ore 01:00 italiane @ Orlando Magic (4-13):

Qualche settimana addietro finì 120-111 per gli Hornets.

Orlando è in totale ricostruzione ma mostra sprazzi di luce portata dai giovani Anthony (19.6 ppp), Suggs (12.2 ppp) e Bamba (11.2 ppp) ma la strada per la redenzione è ancora lunga. Gli Hornets dovranno approfittarne e partire subito concentrati per non incappare in scivoloni assai dolorosi.

L’importante sarà sfornare una prestazione più concreta che spettacolare anche se Disney World è dietro l’angolo.

Vittoria alla portata. 2.

Game 21: sabato 27/11/2021 ore 01:00 italiane Vs Minnesota Timberwolves (7-9):

Altro inizio di stagione tormentato per i Lupi della Foresta.

Nonostante dei buon giocatori, la squadra di Minneapolis non riesce ad esprimere tutto il suo potenziale sul parquet.

Towns (23.1 ppp) sarà sicuramente un problema per i nostri sotto canestro.

Occhio anche alle scorribande di Edwards (22.5 ppp) nel traffico.

Altra partita equilibrata dove il fattore campo potrebbe fare la differenza.

Vittoria non cosi scontata ma dico 1.

Game 22: domenica 28/11/2021 ore 02:00 italiane Vs Houston Rockets (1-15):

Come Orlando, Houston (1-15) è un’altra squadra in completo rebuilding ma questa volta la luce in fondo al tunnel non è visibile nemmeno con il binocolo.

Jalen Green (14.2 ppp) è una delle poche note positive per i texani.

Partita da vincere assolutamente senza se e senza ma…

Attenzione però al back to back, ma lo scarso livello degli attuali Rockets non dovrebbe destare preoccupazioni.

2 fisso.

Il pronostico della settimana: 4-0

Nota personale del gestore della pagina: attualmente Mago Paolo (ovviamente facciamo questi pronostici per divertimento oltre che per la curiosità di vedere se avranno effettivo riscontro grazie al buon “intuito”) è sull’11-7 nell’indovinare la squadra vittoriosa, speriamo che visti i pronostici appena emessi dal suo pendolino possa andare a 15… ^_^

Matchup Key 19: Charlotte Hornets Vs Washington Wizards

A cura di Filippo Barresi.

Bradley Beal vs Terry Rozier

Lo scontro di questa gara riguarda le due guardie titolari, per due motivi diversi.

Come abbiamo potuto osservare nell’incontro tra le due squadre nel corso della settimana passata, Beal è ancora la stella di Washington e dalle sue mani passa la maggior parte delle finalizzazioni e della pericolosità di tutta la squadra.

Dall’altra parte, invece, Rozier, stranamente, sta facendo molta fatica nell’adattarsi alle dinamiche della squadra e nel trovare ritmo soprattutto nel tiro da tre punti.

La speranza è che possa uscire il vero “Scary” Terry in questa partita per sbloccare totalmente il potenziale offensivo della squadra.

Possibili svantaggi:

Nel primo scontro stagionale tra le due squadre abbiamo visto come la rotazione dei lunghi dei Wizards (composta da Gafford e Harrell) sia in grado di garantire una forte presenza sotto canestro per la totalità della partita.

La difesa degli Hornets sta faticando molto a contenere giocatori così strutturati e abili nel segnare all’interno del pitturato e sarà necessario uno sforzo decisivo da parte del nostro pacchetto di lunghi.

Possibili vantaggi:

La difesa a zona è stata decisiva nella vittoria contro Washington.

Gli avversari non sono una grande squadra nel tiro da tre e “concedere” appositamente questo tipo di conclusioni per “impacchettare” l’area potrebbe rivelarsi di nuovo una tattica vincente.