Game 58: Charlotte Hornets @ Atlanta Hawks 76-87

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Sottotitolo; BaraccHornets
 
Gli Charlotte Hornets chiudevano la loro serie di sei trasferte consecutive su un campo in stile Fossa delle Marianne.
Dopo aver vinto quattro delle precedenti cinque trasferte giocate, il purple submarine degli Hornets si è subito inabissato per sfuggire ai siluri e alle mine lanciate dagli Hawks che hanno ritrovato un po’ di quello smalto e brillantezza che aveva impressionato lo scorso anno.
La fisicità mostrata e la pressione sui portatori di palla ha indotto Charlotte a lanciare solo bordate da tre punti (come lo chiamano in molti oggi, il circo dei tre punti, il baraccone) tutte finite in acqua nella prima parte, mostrando una squadra sfilacciata e propensa a concludere senza giocare d’insieme, così la corazzata Hawks ha preso il largo con un parziale di 16-0, variando le scelte al tiro comprese palle date ai lunghi o per gli inserimenti delle ali dalle parti del canestro.
I Calabroni sprovvisti di contraerea, alla fine, nonostante un insperato rientro in partita, hanno dovuto cedere.
Una partita di sofferenza passata a inseguire e a sperare di portare a casa una vittoria che ci avrebbe fatto scavalcare la squadra della Georgia in classifica.
In realtà Charlotte ha giocato un pessimo primo quarto e non solo, anche se alcune fiammate l’hanno riportata in partita.
La palla a due persa da Zeller sotto gli occhi di Batum e Lee.

La palla a due persa da Zeller sotto gli occhi di Batum e Lee.

 
I Calabroni alla Philips Arena scendevano sul terreno con; Walker, Lee, Batum, M. Williams, C. Zeller.
Budenholzer rispondeva con il suo starting five composto da; Teague, Korver, Bazemore, Millsap, Horford.
 
Passavano 17 secondi e gli Hawks si portavano già in vantaggio; Teague, passaggio flash orizzontale dalla baseline destra per Bazemore che arrivava ad appoggiare i primi due punti.
Millsap con un bel fade-away nonostante la buona difesa di Batum segnava quattro per i padroni di casa, Walker rispondeva con un driving layup facendo annotare i primi due punti sul tabellino di Charlotte e Lee dopo una finta e l’avanzamento era colpito da Korver a 9:35.
Dalla lunetta Lee pareggiava la gara ma Atlanta riguadagnava il comando grazie al gioco di squadra, alla pressione messa sui giocatori degli Hornets in possesso di palla, così i Calabroni faticavano a trovare il ritmo offensivo e andavano a vuoto affidandosi a conclusioni dalla grande distanza troppo di sovente.
Millsap a 9:23 riportava sopra i Falchi con un jumper, erano solo però i primi due punti di un parziale di (0-16) che vedeva gli Hawks arrivare prima sul 4-16 con Sefolosha (due pt. da jumper frontale), poi, dopo il time-out di Clifford a 3:59, prolungarsi sino al 4-20 realizzato da Scott a 1:36 con una tripla.
A interromperlo era Lin a 1:08.
La sua penetrazione era fermata con il fallo da Horford.
Jeremy realizzava i liberi e si schiodava dal numero che rappresenta la morte alcuni paesi orientali.
Schroeder segnava in jumper mentre gli Hornets palesavano ancora limiti offensivi; Kaminsky sparava sul ferro da tre punti, per fortuna Kemba guadagnava il rimbalzo, palla girata sulla diagonale sinistra dove Lin esplodeva la tripla vincente.
Il finale però era la ciliegina sulla torta; Hardaway da metà campo pur contrastato imitava il George della partita precedente e infilava la tripla del 9-25 proprio sulla sirena.
 
Il secondo quarto avrebbe potuto aprirsi bene per Charlotte che guadagnava alcuni tiri liberi ma Jefferson inaugurava il periodo con uno 0/2 che Horford dall’altra parte puniva con un mid range.
Lamb s’inseriva in partita segnando dalla diagonale destra un lungo due punti.
Lo stesso Lamb subiva fallo da Hardaway ma si univa al corpo unico parassitato dei Calabroni andando a dar vantaggio ai Falchi errando entrambe le conclusioni a gioco fermo, ma tre secondi più tardi Lin irrompeva nella difesa dei Falchi e guadagnava altri due liberi.
L’altro Jeremy si limitava a segnarne uno portando sul 12-27 la gara. Schroeder continuava a massacrare gli Hornets segnando un gioco da tre punti che a 10:23 dava il +18 alla squadra di Budenholzer (12-30) che raggiungeva anche il +20 con un canestro di Scott da sotto il ferro. Per Clifford non restava altro da fare che chiamare il time-out a 9:04.
Sul 12-36 Lamb in penetrazione segnava interrompendo il flusso negativo, Kaminsky stampava in fotocopia sul secondo ferro un’altra sua tripla, per fortuna il nostro n°3 (Lamb) sembrava esser in palla e a 6:46 tirando dalla grande distanza eguagliava in punti il suo numero di maglia.
Trenta secondi più tardi però un passaggio alzato da Teague per Horford era chiuso in alley-oop dal centro in tenuta bianca.
Lamb intercettava anche un pallone in difesa mentre Zeller nel pitturato doveva andare al secondo tentativo per segnare da sotto contornato da maglie bianche.
Sull’asse Lamb/Zeller arrivavano altri due punti per Charlotte; Jeremy passaggio per Cody che fermato irregolarmente realizzava comunque dalla lunetta.
Gli Hornets finalmente ci credevano di più, la pressione di Atlanta calava impercettibilmente, tanto bastava perché Millsap chiudesse lateralmente d’anca spingendo Walker in penetrazione.
A 4:38 Walker quindi si presentava in lunetta a e segnava il 33-38. Gli Hawks rimanevano tuttavia distanti e le triple come quella di Bazemore a 4:24, più la successiva di Millsap (con Marvin uscito troppo basso piegato sulle ginocchia a difendere in allungo) non facilitavano il rientro in partita degli uomini di Clifford.
La sfida triple era però lanciata; Williams segnava la sua a 3:17 dalla top of the key, a 2:48 una open di Bazemore dal lato destro replicava a Marvin che tuttavia a 2:30 ritrovava una mano educata (disastroso in avvio, tanto che Charlotte nel complesso dopo questa infilata di Marvin si ritrovava con un 3/15 dalla grande distanza) segnandone un’ulteriore fissando momentaneamente il punteggio sul 29-47.
Dopo un tap-in di Zeller annullato per interferenza a canestro, tornava in auge Marvin che a 1:32 metteva dentro il tris di triple consecutive.
Il finale vedeva uno sfondamento di Schroeder su Kemba e un coast to coast di Bazemore che segnava l’appoggio andando oltre la mano di Zeller protesa in recupero di fianco a lui.
Il punteggio del primo tempo rimaneva basso; 32-46 per i rapaci di casa.
 
Nel terzo quarto il piano di rientro dal debito di punti sembrava poter andare a buon fine.
Zeller segnava dopo 15 secondi due FT, Batum con personalità e grazia infilava il jumper, Millsap, però rispondeva momentaneamente con un canestro su una seconda possibilità di Atlanta.
Kemba con un jumper e un libero dava una mano a Charlotte aiutata anche da Marvin che segnava a 9:53 in runner dopo aver prima aver effettuato una finta in partenza per liberarsi dell’uomo.
Una decisa e bella penetrazione di Lee a 9:28 portava il gap tra le due squadre a soli cinque punti (43-48), Atlanta, però rispondeva con un parziale di 0-12 iniziato da Teague (bomba da tre pt.) a 8:56, continuato da Horford ad aspettare in post basso lo scarico sulla drive del piccolo e terminato da Teague con altri tre punti per il 43-60.
Tutto da rifare, ma i Calabroni non si demoralizzavano e tenacemente ripartivano segnando con Lee dal corner sinistro sull’apertura di Jefferson.
Un passaggio molle di Batum dietro la schiena effettuato con poca forza e in orizzontale, era preda delle mani di Teague che intuiva e andava in verticale a chiudere in contropiede.
A 3:56 Lee marcato, ormai allo stremo dei 24 secondi, pur forzando, segnava il tiro in sospensione da marcato, Jefferson dal post basso sinistro spalle a canestro girava verso la linea di fondo e segnava con il suo gancetto trovando il solo cotone.
Una tripla del solito Marvin riportava il distacco a 11, il finale però vedeva una serie di canestri da due punti (Muscala, Jefferson, Schroeder, Williams e ancora Muscala) che portavano a chiudere il quarto sul 57-68.
Marvin Williams (16 pt.) prova a segnare arrivando a canestro.

Marvin Williams (16 pt.) prova a segnare arrivando a canestro.

 
Iniziato l’ultimo periodo, in soli 44 secondi i Falchi commettevano due falli sui due Jeremy, questo andava a favore di Charlotte che in un finale punto a punto avrebbe potuto arrivare al bonus prima, tuttavia Lamb arrivava ai 24 e lasciava partire un tiro a una mano dalla destra che toccava solo il ferro esterno, a 10:46 allora Korver segnava due punti dalla linea di fondo destra.
Un’altra iniziativa di Lamb cadeva nel vuoto, era Walker allora a rompere la difesa passando in mezzo a due uomini e a segnare in appoggio a 9:50. Lin conservava il vantaggio con una perfetta (per tempismo) e violenta stoppata (in recupero su Schroeder) di sangue blu certificata dal monogramma JL e timbrata con ceralacca reale.
A 8:44 Lin folleggiava dal palleggio tirava su e batteva il suo difensore con la sospensione da due punti.
Sefolosha chiuso in un angolo da Batum paleggiava palla oltre il bordo perdendo palla.
Kaminsky segnava a 8:01 in floater, la pressione di Charlotte le faceva recuperar palla, Lamb in entrata da destra andava a segnare altri due punti a 7:22, così i calabroni tornavano su un -2 che dava fiducia.
Un runner di Hardaway e un mid range di Jefferson si annullavano, invece Bazemore a 6:18 dal corner destro segnava il 70-75, Kaminsky liberato da Lamb nell’angolo sinistro riusciva a sparar sopra il tabellone. Gli Hawks ne aggiungevano altri due, Lin a 4:27 era veloce in entrata, Horford stoppava la palla solo dopo che essa venisse in contatto con il vetro, Bazemore, però a 4:01 si trovava la strada spianata per segnare il tap-in con Marvin Williams e Zeller scontratisi per difendere sulla penetrazione precedente al canestro.
Sul 72-79 un paio di azioni decidevano la gara, a 3:33 Zeller riusciva a sbagliare due liberi cruciali, Scott avrebbe anch’esso le possibilità dalla lunetta ma segnava solo un FT, Lin perdeva successivamente il pallone che Walker aveva tentato di recapitargli facendoselo scivolare dalle mani.
L’altra azione decisiva vedeva uno scarico dal lato destro per Horford che tutto solo, con Zeller in velleitaria uscita, da posizione quasi centrale, buttava dentro la sfera per tre punti cha a 2:35 tagliavano le gambe e le possibilità ai Calabroni.
La gara terminava sul 76-87, era già tempo di pensare alla prossima gara casalinga con i Suns, dimenticare in fretta la sconfitta ricordandosi gli errori commessi e voltare pagina per ripartire…
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Pagelle:
 
Walker: 5
9 pt. (3/15), 6 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. Rimbalzi e assist non fanno guadagnare la sufficienza a un Kemba che va in confusione insieme alla squadra. Percentuali basse dal campo comprese di 0/7 da tre punti. Con i Suns deve risvoltare dalla parte giusta…
 
Lee: 6
9 pt. (3/6), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. La sua onesta partita senza sfigurare. Prende sempre pochi tiri ma con buone percentuali, anche quando come stasera deve forzare per mancanza di tempo. Non è un tiratore da tre punti eccelso, ma ci prova quando può.
 
Batum: 5
2 pt. (1/6), 4 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Numeri da P.J. Hairston per un giocatore del suo calibro. Serataccia, anche in difesa vive momenti non esaltanti benché si riprenda nella fase di recupero dei Calabroni da ricordare un no look pass dietro la schiena assurdo e lento che apre il campo ai Falchi.
 
M. Williams: 6
16 pt. (6/18), 9 rimbalzi, 1 assist. Inizio orrendo da giocatore in lotta con se stesso al tiro. Quando si riprende è ottimo in attacco, stasera in difesa meno brillante del solito, così noi soffriamo le ali degli Hawks. Nove rimbalzi, qualcuno facile.
 
C. Zeller: 5
6 pt. (1/4), 7 rimbalzi, 1 rubata. Sbaglia due liberi cruciali nel finale e non appare di certo un solido stoppatore o intimidatore. Sotto le plance se non è in giornata è notte fonda.
 
Jefferson: 5
6 (3/11), 7 rimbalzi, 2 assist. Una difesa ancora scadente, va in debito d’ossigeno. In attacco è veramente imbarazzante al tiro. Non è ancora lui.
 
Lin: 6
15 pt. (4/7), 1 rimb., 1 assist, 1 stoppata. Si riprende dal disastro iniziale con azioni in serie che riavvicinano Charlotte. Perde un pallone importantissimo e manca la tripla successiva.
 
Kaminsky: 5
4 pt. (2/6), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Difesa mediocre, attacco insufficiente con 0/4 da tre punti.
 
Lamb: 6,5
9 pt. (4/8), 1 rimb., 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Jeremy va a folate e probabilmente Clifford in momenti diversi avrebbe potuto impiegarlo di più in questo tipo di partita in salita. Fa un po’ di tutto.
 
Coach Clifford: 5
Rotazioni leggermente modificate negli interpreti a mio avviso Lamb avrebbe dovuto giocare di più. Nel finale va con Lin che dopo una buona fase centrale non ne ha più. Personalmente credo tardi anche a ridare un po’ di ordine alla squadra nel primo quarto quando senza gioco ci si affidava a triple difficili.

Game 57; Charlotte Hornets @ Indiana Pacers 96-95

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Sottotitolo; BatticuorHornets
Courtney Lee, altra partenza in quintetto per lui come guardia tiratrice.

Courtney Lee, altra partenza in quintetto per lui come guardia tiratrice.

 
Cielo color malva ingrigita guardando fuori dalla finestra e pioggia.
Lì prima della partita a scrutare astri invisibili per l’occhio umano, per capire come sarebbe andata a finire ma le nuvole qui e la nebulosa Indiana rendevano difficile l’identificazione delle stelle da consultare.
Le speranze appese alle stelle e ai pianeti però non bastavano, nemmeno un’irrazionale fiducia che mi suggeriva che avremmo vinto, forse rimembrando la precedente vittoria sul parquet della squadra di Bird, la quale però aveva voglia di riscattarsi e tenendo conto che noi eravamo senza MKG (il quale s’infortunò proprio a Indiana), la partita sembrava un po’ più equilibrata.
I Pacers si sono affidati molte volte al jumper avendo tiratori del calibro di Ellis e George, spesso gli ha detto bene, ma nel finale hanno dovuto comunque alzare bandiera bianca e oggettivamente, Charlotte non avrebbe meritato una simile beffa dopo esser stata in vantaggio di 14 punti e aver giocato meglio di squadra oltre che esser riuscita a impostare un ritmo alla gara nonostante le difficoltà incontrate in termini di pressione e nei rimbalzi conquistati dai Pacers, specialmente nella ripresa.
 
Clifford alla Bankers Life Fieldhouse Arena schierava la formazione che dovrebbe continuare a giocare quest’ultima parte di stagione salvo un rientro di Jefferson in quintetto; Walker, Lee, Batum, M. Williams e C. Zeller. Coach Vogel per i Pacers invece mandava in campo; G. Hill, M. Ellis, P. George (32 pt. per lui alla fine), Turner, Mahinmi.
 
La partita cominciava con un aggressivo Mahinmi, più impegnato a mulinare su Zeller che a raggiunger la sfera che vinceva la palla a due e i Pacers liberavano Turner al tiro che però non risultava idoneo al canestro, Charlotte invece con due passaggi veloci (l’ultimo di Batum) pescava Zeller nel pitturato davanti al suo marcatore, un gioco da ragazzi per l’indigeno schiacciare i primi due punti della gara, ai quali se ne assommavano altri due a 10:51, quando Walker dalla dribble drive ricavava i punti per il 4-0.
Indy giocava su Turner che forniva i primi due punti per i Pacers, Mahinmi lanciato in running dunk veniva stoppato irregolarmente da Williams.
Il lungo splittava e portava a -1 la squadra di Bird che subiva un canestro di Batum, il quale tagliava come il burro la difesa gialloblù in entrata e appoggiava per il 6-3.
I Pacers si riscattavano passando in vantaggio grazie a quattro punti consecutivi di Turner cui facevano seguito altri due ottenuti da Ellis (dalla lunetta (fallo di Walker) per l’allungo sul 6-9.
Batum tentava ancora l’azione personale, questa volta George rimaneva attaccato come una sanguisuga e sulla pressione commetteva fallo.
Il francese dalla lunetta riportava i viola al minimo scarto ma Turner lanciato in quest’inizio brillante con un bel movimento in spin dal post basso destro veniva premiato dal ferro che faceva carambolare dentro la sfera.
Da una dribble drive di Kemba nasceva il canestro del pareggio; Walker arrivava sulla linea di fondo e scaricava nell’angolo sinistro, Lee prendeva la mira e scaricava tre punti dalla tessera triple. Indiana non era intenzionata a mollare però il comando e anche se dal jumper più rischioso dell’appoggio, otteneva l’11-13 con George.
Marvin a 7:14 dalla diagonale sinistra sparava in faccia la tripla al proprio difensore mutando la squadra leader del momento ma Ellis contro lee in jumper imitava il compagno riportando sopra i Battistrada che tornavano a guidare di uno.
La squadra del North Carolina ritrovava il vantaggio su una ripartenza; Walker cercato appena fuori dall’arco da tre punti (sulla diagonale sinistra), scoccava il 17-15.
Gli Hornets lo incrementavano con Zeller che con un tiro alla cameriera appoggiava in caduta (sulla pressione di Mahinmi) al vetro e segnava anche il libero aggiuntivo per il 20-15.
Mahinmi su Zeller nel pitturato accorciava le distanze, ma una penetrazione di Kemba a splittare la difesa era propizia per fornire l’assist a Zeller che da sotto imitava il collega della controparte da vicino.
G. Hill da tre punti riaccorciava sul -2 ma Walker a 4:17 con un pull-up issava sul +4 (24-20) i Calabroni.
Turner andava per l’air-ball mentre un gioco a due portava Jefferson a tirare dalla media frontale per aggiungere altri due punti nel paniere di Charlotte.
I Pacers si sorreggevano sulle sospensioni; George e Stuckey infilavano 4 punti (2 a testa) prima che Jefferson con un tempo di vantaggio sul difensore si liberasse dello stesso con il pump fake e andasse dopo un passo a prendersi l’open più ravvicinato.
George chiudeva con buone percentuali sulle sue sospensioni il primo quarto per i Pacers con altri due punti, per Charlotte un canestro di Walker dalla lunetta chiudeva le ostilità sul 29-26.
Batum controlla l'orbita della sfera.

Batum controlla l’orbita della sfera.

 
Tanti errori a inizio secondo quarto, un libero dei Pacers a segno, poi il nulla, Kaminsky falliva due triple, Lin si faceva stoppare da Allen, Kaminsky si riscattava sull’azione successiva a quella appena descritta con una stoppata su Stuckey, finalmente Lin a 10:16 dall’angolo destro infilava tre punti, inoltre una deflection di Kemba su Monta serviva per lanciare in transizione Lin (servito dallo stesso Walker) che segnava il suo quinto punto di fila portando Charlotte sul 34-27 a 9:54.
L. Allen da sotto su un tiro corto che non toccava il ferro anticipando Kaminsky e metteva dentro un mezzo reverse, dall’altra parte canestro ravvicinato anche per Big Al al vetro, Buddinger imitava in appoggio sfruttando la tabella Jefferson e il punteggio a 8:55 si alzava sul 36-31.
Gli Hornets difendevano e Kaminsky salvava in bello stile un pallone con una specie di passaggio all’indietro prima che uscisse lateralmente sulla sinistra, dallo stesso lato ma dall’altra baseline Jefferson ringraziava sull’attacco Charlotte infilando il 38-31.
Una manata di Lee su Buddinger mandava il bianco in lunetta per il 2/2 che riavvicinava la squadra di casa.
A 6:26 tuttavia Lamb riceveva ed esplodeva subito il catch n’shoot da tre punti per il 41-33.
Dopo due punti Pacers, gli Hornets ripartivano dalla difesa, Lee e Lin recuperavano palla, apertura baseball di quest’ultimo per Lamb che esaltava la difesa/attacco verticale dei Calabroni.
Ellis segnava anch’esso in sospensione, un po’ il suo pane, dall’altra parte Zeller impegnava la difesa dei Pacers tentando di correggere un tiro in tap-in, nulla da fare ma tanto bastava per mandare in confusione i difensori che mandavano la palla oltre il fondo pasticciando.
Non si aveva nemmeno il tempo della rimessa che Marvin finiva in lunetta per un hacq di Turner sul suo tentativo di taglio centrale.
Marvin splittava ma il +7 migliorava comunque la situazione.
Complice uno 0/2 dalla linea di Zeller, emozionatosi forse nell’esser tornato a casa, i Pacers piantavano quattro punti riavvicinandosi sul 44-41.
A ridare ossigeno ai Calabroni ci pensavano la coppia Walker/Williams, la doppia W creava e segnava; Walker attirava su di se il raddoppio, lo scarico per la tripla frontale con tutto il tempo e lo spazio del mondo di Marvin riportava a sei le lunghezze di vantaggio per la squadra di Jordan.
George segnava altri due punti in separazione da Walker e Charlotte per mantenere il vantaggio aveva bisogno di due punti elegantemente ricercati da Batum in fade-away sulla linea di fondo destra a 2:32.
Charlotte rimaneva aggressiva in difesa ma il lato negativo era rappresentato dall’eccesso che portava al fallo e alla lunetta per M. Ellis a 2:06.
Nemmeno a dirlo la SG realizzava.
Per due falli non sul tiro, Charlotte raggiungeva il bonus, Marvin poteva dare sfogo alla sua vena realizzativa segnando i due liberi per il 51-45.
P. George si faceva stoppare da un onnipresente Williams ma il pallone rimaneva lì e l’ala d’Indiana ne approfittava per realizzare da sotto.
Walker riproponeva l’azione attirando il lungo e passando sotto canestro a Zeller, a :02.9 arrivava il fallo di Ellis in aiuto ma questa volta Cody non si emozionava della presenza di un fratello in tribuna e segnava i due liberi.
Sembrerebbe finita ma su sulla rimessa dal fondo di J. Hill tipo football, da poco oltre la metà campo, spostato sulla sinistra, con Zeller e Lee a chiudergli la visuale in salto, George infilava la tripla dallo spazio profondo.
Il buzzer beater valeva il 53-50 sul quale si rientrava negli spogliatoi.
 
Al rientro le squadre erano fredde e impiegavano un minuto a trovare il primo canestro; opera di George in sospensione.
Lee prendeva palla sulla baseline destra e appoggiava nonostante una manata nell’occhio.
Marvin Williams aggiungeva carburante facendo della tripla l’arma per portare Charlotte sul 58-52 a 10:11.
George a 9:38 segnava due liberi, poi, dopo qualche giocata no a segno, Charlotte si riproponeva sul lato destro; gioco a due insistito ma in movimento tra Batum e Marvin Williams, il passaggio del primo e il taglio del secondo valevano il canestro in entrata della nostra ala grande.
Turner andava corto in post con l’opposizione di Marvin, il quale in questa fase diveniva più pesante di una stella di neutroni, tripla massiccia frontale in faccia ancora al rookie Turner a 7:45 e Hornets sul 63-54.
George per Indiana teneva in piedi la baracca ancora in jumper, ma la densa concentrazione di materia di Marvin portava lo stesso a far roteare vorticosamente la palla a spicchi che rilasciata dalle sue mani, nonostante il rientro di George, colpiva ancora il canestro.
M. Turner si rifaceva a 6:23 quando da sotto subiva il contatto e metteva dentro un gioco da tre punti che gli Hornets però “annullavano” grazie alla tripla che Walker si prendeva con confidenza venti secondi più tardi, nonostante il difensore gli saltasse addosso.
A 5:13 Walker faceva le prove per il blitz finale rompendo la zona d’Indiana e appoggiando in reverse lay-up.
Dopo due punti a testa di Mahinmi e del solito M. Williams, George subiva un leggero infortunio, la palla alzata sopra la testa nel corner sinistro attirava Batum come una gazza ladra, in salto in francese cercava di portargliela via schiaffeggiandola ma George resisteva e impulsivamente partiva sulla baseline, dove andava a perder palla contro Kemba che arrivava leggermente prima sulla sfera, il tuffo di George però innescava la caduta di Walker che franava addosso all’ala piccola avversaria, la quale finiva per sbatter la testa sul parquet rimanendo giù.
Al rientro sul parquet George sembrava star bene, ma dovrò abbandonare momentaneamente il campo per rientrare nella locker room a farsi vedere per avere l’ok dal medico.
I Pacers non realizzavano le triple con G. Hill e George così Marvin andava sul pratico conquistando un rimbalzo offensivo sotto canestro e alzandosi convertiva in due punti che mandavano i Calabroni sul +14.
I Pacers riuscivano a far scadere anche i 24 secondi confermando di attraversare una pessima fase nel terzo quarto, a 1:45 però, complice la panchina di Charlotte non troppo in serata, segnavano con Hill liberato da Budinger iniziando la rimonta. Jefferson tra passi, tiri sbagliati e difesa arenata combinava un mezzo disastro così con J. Hill i Battistrada dimezzavano lo svantaggio chiudendo sul -7 (77-70) la penultima frazione.
Marvin Williams 26 punti, fattore determinante nella vittoria.

Marvin Williams 26 punti, fattore determinante nella vittoria.

 
L’ultimo quarto vedeva in campo un quintetto composto da Lin, Lee, Lamb, Kaminsky e Jefferson un po’ allo sbando, nonostante Jefferson venisse fermato da J. Hill con il fallo a 10:59 (1/2) e Indy lanciasse due palloni ai tifosi a bordo campo in quest’inizio.
Jefferson continuava a tirare fuori ritmo a Kaminsky capitava di muovere il piede perno facendo lasciar giù palla a Charlotte in azione offensiva e George rientrava in campo ma Lin a 7:54 segnava con un tiro lungo da due punti per l’80-72.
Con i Pacers tornati a -6 Turner lanciato tutto solo in contropiede tentava di spaccare il mondo, schiacciata così caricata che era stampata sul ferro dal rookie, ingenuità che i gialloblù però non pagavano, palla rimasta nelle loro mani sul rimbalzo, assist di George, Lin timido in uscita e tripla di G. Hill per l’80-77 a 7:01 che costringeva Clifford a chiamare time-out e a far rientrare, tardivamente direi, Walker e Marvin Williams in campo.
Batum da tre non funzionava, Ellis da due sì, la palla iniziava a pesare, Walker creava per Zeller che in corsa sulla sinistra arrivava sul binario giusto e puntuale all’appuntamento con la schiacciata.
I Pacers però segnavano con Turner e su una palla rubata a Batum dalla transizione riuscivano almeno a conquistare la lunetta.
Hill li segnava e gli Hornets finivano sotto 82-83.
I viola ritrovavano il vantaggio a 5:08 quando Walker spaccava la difesa centralmente per segnare l’84-83.
George dal dribbling si procurava un tiro che faceva cambiare ancora una volta la squadra al comando, due tiri liberi di Zeller invece davano solo la parità poiché l’originario dell’Indiana splittava.
George alzava un campanile per Turner sul lato opposto (sinistro) sotto canestro che il rookie al volo correggeva facilmente.
Turner, da qualche azione su Kemba, cercava di fermare un Walker che deciso a sfidarlo si prendeva la tripla a 3:02, un po’ costretto anche dai 24 secondi che stavano per scadere… trovando il ritmo scoccava il dardo da tre punti che riportava a +1 i Calabroni (88-87).
Hornets che allungavano sul 90 con due FT di Kemba (fallo di Mahinmi sulla penetrazione), le parti s’invertivano e Mahinmi era toccato da dietro da Batum sul tentativo di jam.
Il centro però dimostrava le sue mani non precisissime e sbagliava il secondo libero a 1:49 dalla fine.
Kemba cercava di ovviare ai problemi offensivi di Charlotte ma i Pacers iniziavano a raddoppiarlo, Walker comunque si prendeva la responsabilità del tentativo in penetrazione che non entrava, questa volta Zeller era provvidenziale nel correggere a 1:36.
G. Hill dalla diagonale destra però faceva tornare a contatto i suoi con una bordata da tre punti.
Charlotte dava palla a Batum, la sua vista trovava Marvin, il quale impegnato a rollare orizzontalmente riusciva a prendere il passaggio verticale effettuato del francese sopra la sua testa e a segnare a una mano.
George lavorava nel pitturato contro Walker in evidente mismatch, il canestro non tardava ad arrivare.
Charlotte andava a vuoto in attacco, Zeller conquistava una palla a due ma George s’infilava sul tocco di Cody, pessima azione ma la bravura nel limitare i danni di Charlotte si vedeva sulla ripartenza, Lee da dietro era bravissimo a deviare oltre la linea laterale sinistra, la sfera che era stata fino a quel momento sempre in possesso della stella d’Indiana che forse avrebbe potuto aprire il gioco sulla sinistra.
I Pacers però pensavano alla beffa quando Monta Ellis attaccava il canestro, Walker arretrando era spinto dall’urto della massa di Ellis (che chiedeva anche un inesistente fallo), il quale resisteva al contatto e segnava due punti per il 94-95 Pacers.
Gli Hornets organizzavano nel time-out la rimessa ma l’attacco non usciva con il buco.
Clifford allora ne chiamava un altro qualche istante più tardi.
A poco più di 10 secondi dalla fine Kemba sottopressione doveva recarsi nella propria metà campo per ricever palla da Batum, schermo altissimo di Zeller, Kemba capiva e sfruttava il momento giusto per passare tra le maglie di Hill e Mahinmi in dribbling con un palleggio in cambio mano che lasciava indietro i due Pacers, sotto canestro c’era George in aiuto ma Walker sull’inerzia del salto aveva la forza per spingersi in diagonale sulla sinistra oltrepassando la stella dei Pacers, l’appoggio al vetro di left hand era cosa fatta e a :02.9 gli imenotteri tornavano meritatamente sopra.
Indy provava l’ultima azione affidandosi a George, ma il suo tiro sulla sirena contrastato da Batum era storto e finiva per toccare il bordo sinistro del ferro.
Charlotte si salvava e portava a casa una vittoria di platino.
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Pagelle:
 
Walker: 7,5
22 pt. (8/21), 10 assist, 3 rimbalzi, 1 rubata. Sole. Tiene in orbita o a galla tutti gli altri Lavora anche per gli altri e l’illumina. Irradia energia con le sue esplosioni solari, quando lo fa, le radiazioni sono letali per i Battistrada che cuociono facilmente come l’asfalto sotto il sole cocente d’estate. Doppia doppia per lui in serata e canestri pesanti compreso il vincente.
 
Lee: 6
7 pt. (3/10), 4 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. Mercurio. Difficile vederlo immerso nel chiarore abbagliante del sole, ma ha un movimento veloce, così come Lee, gioca in difesa più che in attacco. Non avrà appeal o atmosfera, ma si rende utile. Stesso discorso di Batum sulle triple.
 
Batum: 6
6 pt. (2/6), 7 assist, 2 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Luna. Perde 5 palloni che quasi compensano gli assist anche se alcuni degni di menzione d’onore. Serata tranquilla al tiro, in difesa non mi è piaciuto molto, salvo qualche occasione, compresa quella finale dove invece è stato bravo a dar fastidio a George impegnandosi nel contrastare il tiro. Troppe triple senza senso. Lunatico, mostra le sue due facce, magari non lascia crateri, ma viene colpito più volte da pallate. Il romantico francese si dedica agli altri con gli assist.
 
M. Williams: 7,5
26 pt. (9/13), 13 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. 4U 0142+61. Il nome non dirà molto, è una stella magnetar in Cassiopea, ha un campo magnetico miliardi di volte più potente di quello terrestre. Prima Marvin collassa con Turner a inizio gara, poi quando si fanno largo esperienza, astuzia, tecnica e precisione smagnetizza l’avversario e magnetizza il canestro dei Pacers con raggi X che fotografano le loro debolezze anche se in uscita sulle sue bordate da tre punti. Doppia doppia e tante giocate decisive.
 
C. Zeller: 6,5
14 pt. (5/5), 5 rimbalzi, 1 stoppata. Venere. Caldo come Venere su azione, vicino a Walker come Venere al Sole, torna nei posti che ama. Freddo ai liberi ma essenziale nel finale mette dentro un 5/5 dal campo.
 
Jefferson: 5,5
9 pt. (4/12), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Giove, almeno per massa. Il suo inizio vulcanico è promettente, poi si raffredda e noi soffriamo.
 
Lin: 5,5
7 pt. (3/8), 3 rimbalzi, 2 assist. Terra. Il super saiyan atterra sul pianeta azzurro e concentra i suoi canestri in due momenti, l’inizio del vantaggio consistente nel secondo quarto e due punti per tentare di non soffrire nel finale. Non muore ma vive di luce riflessa, meno brillante in difesa è un po’ sott’acqua.
 
Kaminsky: 5,5
0 pt. (0/2), 3 rimbalzi, 1 stoppata, 1 rubata. Urano. Nucleo molto freddo, irradia pochissimo calore in partita. Sbaglia due tiri e si rifà con una stoppata. Poco reattivo anche in altre circostanze salvo un bel recupero.
 
Lamb: 5,5
5 pt. (2/6), 2 rimbalzi. Saturno. A inizio stagione un gigante, oggi un po’ gassoso, l’anello intorno al pianeta lo trova con il binocolo (per un giocatore come lui), prima riusciva a vederlo a occhio nudo. Un po’ calato, ma sicuramente ancora in grado di dare emozioni esteticamente e concretamente.
 
Coach Clifford: 6
Marte. Forse figlio di un tempo passato, la ruggine rossa s’impossessa di lui nel finale quando aspetta un’eternità per richiamare i titolari in campo. Si guadagna la sufficienza per la vittoria e per il secondo saggio time-out nel finale e oggettivamente la squadra gioca un buon basket.

Classifica al 26/02/2016 e maxi schermo.

Gli Charlotte Hornets hanno raggiunto gara 56, da qui a metà aprile ne mancheranno ancora altre 26 per chiudere a quota 82.

Numeri e ancora freddi numeri, talvolta necessari… (1, segue al punto 2 scivolando in basso nella lettura se si vuol evitare di analizzarli)

Le partite in casa saranno 13, così come quelle in trasferta.

Partiremo nella notte andando a giocare a Indianapolis e poi si andrà anche ad Atlanta la domenica sera (ore 21:30 italiane).

Gli Hornets però, se misuriamo l’attuale forza delle squadre basandoci sulla classifica e sull’influenza che essa potrebbe portare (alcuni team potrebbero perdere appositamente a fine stagione per avere scelte più alte al draft), la strada è in discesa, avremo infatti nove gare contro squadre che attualmente sono sopra i .500, tre partite contro quadre ce sono attualmente esattamente a .500 (due contro Detroit e una contro Houston) e ben 14 contro squadre sotto la soglia del bilancio in parità.

Se riuscissimo a vincerle tutte, per ipotesi assurda, talune sfruttando il fattore campo, ci porteremmo a fine regular season sul 43-39, ma questi sono calcoli che lasciano il tempo che trovano.

Il dato interessante è che avremmo buone possibilità di concludere una stagione vincente, anche se poi potremmo far peggio o addirittura meglio, il fatto è che abbiamo una buona occasione.

(2) talvolta no… Forse i numeri non mentono o si discostano poco dalla realtà, ma senza la comprensione umana dei fattori circostanti, questi diverrebbero insignificanti, talvotla occorrerebbe che le persone e la nostra società lo ricordassero in ogni ambito, anche per chi punta a migliorare quei numeri.

Charlotte non ha fatto plusvalenze, purtroppo MKG è durato solo 7 partite, la sua spinta però, è servita eccome, un ragazzo che gioca con il cuore oltre che con il fisico, adesso la società ha preso un discreto giocatore come Courtney Lee, il quale cercherà d’aiutarla giocando d’insieme.

Gli Hornets stanno giocando bene, anche se le prossime due gare saranno toste, abbiamo possibilità e un buon inizio marzo da calendario.

C’è da dire anche (grazie a Paolo Motta per le informazioni) che l’anno prossimo a Charlotte, in occasione dell’All-Star Game

Il logo della manifestazione.

Il logo della manifestazione.

ospitato proprio nella città il cui nome è stato dato in onore della Regina Charlotte of Mecklenburg-Strelitz, gli Hornets avranno un nuovo costosissimo mega maxi schermo pagato con i soldi dei contribuenti della contea di Charlotte.

Il North Carolina e la contea di Mecklenburg nella quale è situata Charlotte.

Il North Carolina e la contea di Mecklenburg nella quale è situata Charlotte.

Ecco alcune immagine del progetto in prospettiva futura:

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Ecco la classifica NBA  prima delle gare della notte del 26 febbraio.

 

La classifica a Est il 26/febbraio 2016, prima delle gare programmate in serata.

La classifica a Est il 26/febbraio 2016, prima delle gare programmate in serata. Sotto quella a Ovest.

 

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Game 56; Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 103-114

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Sottotitolo; InterruziHornets
Zeller prova un tagliafuori su Mozgov.

Zeller prova un tagliafuori su Mozgov.

 
Niente paura, una sconfitta che interrompe cinque vittorie consecutive ma che nella logica delle forze messe in campo ci può stare ma non sarà un resto della stagione “corollato di tenebre” per estrapolare e adattare da una poesia di Ungaretti (I miei fiumi) il concetto di una squadra viva.
Gli Hornets stoppano la propria striscia vincente ma non giocano poi così male su un campo difficile, reso impossibile dallo stop dei Cavs contro i Pistons nell’ultima gara dei padroni di casa.
Scesi in campo concentrati e determinati a vendicare la sconfitta subita a Charlotte in un recente passato, i Cavalieri hanno allungato nel secondo e risolto la gara nel terzo quarto.
Nonostante lo stop Charlotte può andare ora a giocarsi le sue carte sui parquet d’Indianapolis e Atlanta senza dover temere queste due squadre, qualsiasi risultato ne esca, a mio avviso ci sono possibilità di successo.
 
Clifford provava a schierare il nuovo quintetto con Lee in campo da subito e composto integralmente da; Walker, lee, Batum, M. Williams, C. Zeller.
I Cavaliers invece al gran completo (solo Shumpert out tra le riserve), mettevano in campo; Irving, J.R. Smith, LeBron James, K. Love e T. Thompson.
 
Le squadre andavano a vuoto una volta a testa, sul primo attacco degli Hornets Lee falliva la tripla, James partiva in coast to coast approfittando di una difesa ancora in fase di sistemazione e appoggiava lo 0-2 a 11:27.
Irving in recupero abbassava la mano sulla palla con Marvin Williams ormai in decollo per l’appoggio a pochi cm dal canestro, Batum, però appoggiava elegantemente in entrata a 10:47 ritrovando la parità, LeBron veniva beffato invece sull’appoggio, giri sull’anello della palla a spicchi che terminava la sua corsa scendendo dalla parte opposta del tabellone, ne approfittava Charlotte con Marvin Williams per passare in vantaggio a 9:28 grazie all’entrata in appoggio a destra del tabellone.
A 9:07 Cleveland liberava James nell’angolo sinistro e Cleveland con la tripla passava in vantaggio.
Cleveland allungava e a 8:00 si trovava sul 4-9 con un piazzato di Love su Marvin dalla baseline sinistra, Marvin da tre e Zeller da due sulla stessa azione non segnavano, così James piazzava anche la tripla che faceva salire i locali in doppia cifra.
A dare linfa offensiva a Charlotte ci pensava Lee, penetrazione con il difensore che per inerzia davanti a lui si staccava, arresto e tiro da sotto per il sesto punto Charlotte, che girava la cifra grazie alla tripla di Batum dal corner sinistro e costringeva Lou al time-out a 6:46.
J.R. Smith pareva potesse riprendere il filo del discorso per i Cavs infilando subito una tripla dopo il post pausa ma gli Hornets rimontavano, prima accontentandosi di un punto da Zeller dalla lunetta grazie all’iniziativa personale, altri due arrivavano da un veloce pull-up di Lee e a 4:50 un pick and pop tra Kemba e Frank liberava il lungo che da tre infilava per il pari.
A 4:13 Batum rimaneva su un blocco, Kemba era battuto dal palleggio dietro la schiena di James, arrivava sul tentativo d’appoggio Zeller che commetteva fallo sull’ala piccola di Cleveland.
I liberi comunque finivano dentro, Batum pareggiava con un turnaround appena al di fuori dal pitturato destro e Kaminsky a 3:39 tornava a far veder la luce delle stelle ai Calabroni con una tripla rilasciata con personalità.
Il vantaggio era incrementato quando Batum affrontato dal mastodontico James schiacciava un pallone sulla corsa di Kaminsky eludendo il colosso dei Cavs, il resto lo faceva Frank che in uno contro uno vinceva il duello inventandosi il tiro sull’entrata in corsa per il 22-17.
J.R. falliva uno dei pochi tiri del primo tempo, a salvarlo però arrivava sul rimbalzo Thompson che ne approfittava per schiacciare.
Jefferson entrava in campo e si faceva vedere con il suo turnaround hook dal post basso sinistro.
I Cavs azionavano la modalità penetrazione, Irving ci provava due volte, sulla prima gli andava bene, sulla seconda commetteva sfondamento, in realtà da una palla persa usciva anche la galoppata solitaria per il n°2 avversario che appoggiava il -1 che chiudeva sul 24-23 il primo quarto a favore degli Hornets.
 
La squadra di Clifford aumentava a tre il vantaggio venti secondi dopo l’inizio dell’ultimo quarto, due FT per Kaminsky con Frye a spingere con la mano bassa Frank per tutta la penetrazione.
Un pick and pop concluso dallo stesso Frye però riportava in equilibrio la gara sul 26 pari, e a 10:47 i Cavs compivano il salto sull’accelerazione di Irving; fallo di Jefferson e gioco da tre punti.
Per i Cavs era sempre il nuovo arrivato Frye il terminale per un appoggio al vetro dopo aver giocato un pick and roll con Irving.
Lamb a 9:56 con due liberi provava a interrompere l’inerzia pro uomini di Lou con 2 FT ma il primo andava corto, il secondo a bersaglio non compensava l’appoggio del Jefferson di Cleveland contro il nostro, che commosso da una possibile parentela non faceva molto per fermarlo. Lin da tre punti a 9:08 faceva restare in corsa i Calabroni portando sul -3 la gara che tornava a essere una corrida da penetrazione con Irving a guadagnarsi altri due punti e con Lin in dribbling drive a far guadagnare due punti a Jefferson che da sotto segnava subendo fallo da Irving in aiuto, anche lui però falliva il libero, Irving in penetrazione non sbagliava, Lin imitava il collega a 7:53, realizzazione con mano destra e fallo di Love ma l’imprecisione ai liberi continuava e gli Hornets rimanevano sul -3 quando avrebbero potuto essere in parità.
Dellavedova mandava a bersaglio un FT per 3 secondi di Jefferson in area, Cleveland prendeva il volo quando si accendeva J.R. Smith, a 7:26 si accontentava di uno step back con tiro da due punti per andare oltre a una buona difesa di Lamb, Lin con le sue finte di crossover metteva in difficoltà la difesa di Lou ma nonostante il fallo di Love, dalla lunetta splittando non portava molto vantaggio alla squadra. LeBron penetrava da sinistra, troppo veloce e troppi kg perché Kaminsky potesse contenerlo, a Frank non restava che rifarsi grazie alla bella azione con finta che a 6:41 lo portava a canestro.
Lamb da tre falliva il tiro, J.R. Smith e Dellavedova no e i Cavaliers si portavano sul 37-48 costringendo Clifford al time-out.
Al rientro Jefferson segnava due liberi ma J.R. era in the zone, due punti su Lin per il 39-50…
Charlotte mostrava una delle più belle azioni corali della partita quando Batum serviva Lin che in corsa in taglio back door sulla baseline destra arrivava dalle parti del canestro e con scarico volante forniva un extra pass per Marvin Williams che con fluidità completava l’azione scagliando la freccia da tre punti del 42-50.
A 4:30 un altro lungo jumper di J.R. su Lin. I Cavs mantenevano il vantaggio e andavano a segno con la dunk volante di Thompson, Marvin Williams rintuzzava con due liberi ma J.R. rispondeva dalla lunetta per fallo di Zeller e una jam in contropiede di James mandavano i Calabroni sul -14.
A 2:22 una transizione condotta da Lee era finalizzata da Walker che a rimorchio arrivava per il tiro immediato da tre punti che consentiva a Charlotte di toccare quota 47, gli Hornets per superare i 50 si affidavano a Kemba, prima un passaggio ravvicinato ispirava la schiacciata di Zeller, poi un suo tentativo di rompere il raddoppio finiva sulla punta della scarpa di Love (se non intenzionale il pallone era sicuramente colpito in maniera impropria con gamba allungata), i Cavs segnavano così con la loro ala grande in transizione con gli arbitri dormienti.
Kemba si “vendicava” con un’entrata da 3 punti per il 52-62.
Quattro liberi tentati da James (1/4) nel finale chiudevano il quarto con Cleveland avanti 52-63.
Kaminsky a metà tempo ne aveva realizzati 12, ma James 15 e J.R. Smith 14.
Clifford e Walker a colloquio.

Clifford e Walker a colloquio.

 
Al rientro sul parquet Charlotte provava a produrre lo sforzo necessario per rientrare, ma una running dunk shot di Thompson iniziale sembrava raffreddare subito le cose dall’inizio, Batum però lanciava il suo fendente in diagonale verso il ferro, Lee in taglio dalla parte opposta convergeva sulla sfera e al volo batteva il difensore depositando nella retina e Walker sfuggiva alla marcatura di Irving, canestro veloce in jumper dalla media e Charlotte sul -9, 56-65.
Irving al vetro destro però mostrava la debolezza della difesa di Charlotte su un giocatore così abile e veloce, la filosofia allora era quella almeno di segnare cercando di restare agganciati alla gara, Lee in corsa dall’area appoggiava a una mano e restava fedele al progetto. Nonostante l’aiuto di Zeller in uscita Irving si dimostrava implacabile realizzando una tripla a 9:18, 20 secondi più tardi Walker rispondeva al fuoco dalla stessa distanza.
Gli Hornets tentavano di recuperare; Lee stoppava Irving, Kemba in coast to coast sfruttava un blocco alto e minimo di Zeller passando largo sulla sinistra e convergendo in reverse lay-up dalle parti del canestro, a 8:16 così i Calabroni trovavano un -7 per giocarsela.
In breve però gli Hornets tornavano sotto, Batum e Marvin Williams pasticciavano e lasciavano a James la schiacciata in transizione, un’altra partenza di LeBron dalla difesa chiusa in appoggio reverse al plexiglass spediva i Cavaliers sopra di 14 (77-63) nonostante l’ottimo tentativo di stoppata di Marvin.
Dopo il time-out Kemba segnava da te punti, Marvin da tre invece andava corto sganciando la bomba ma il rimbalzo era preda di Zeller che da sotto abbassava il ferro per la schiacciata riportando le lunghezze a solo nove pro Cavs.
I Calabroni rientravano sul -7 e lo conservavano anche dopo un canestro di Cleveland, quando Walker per riportare tale differenza passava dalla lunetta a 4:05 (botta di J.R. sulla mano prima dell’appoggio) due volte. Dellavedova però dalla linea di fondo destra vedeva il taglio di James, facile dal pitturato segnare per lui, e un passaggio orizzontale di Kemba per Marvin era intercettato da Smith che creava un po’ di show per il pubblico in schiacciata.
La frazione terminava sul +12 Cavaliers nonostante un paio di canestri trovati da Jefferson in post basso.
 
Nell’ultimo quarto Clifford schierava comunque i titolari mentre James si riposava, Mozgov ne segnava quattro di fila, Jefferson rispondeva con due, ma l’ex di Orlando Frye infilava una tripla.
Gli Hornets non finivano ancora su una coda di marea alla deriva nello spazio grazie alla tripla di Kaminsky a 9:56 (81-95) ma Frye ne indovinava ancora due dalla grande distanza facendo calare il buio anche sulle stelle degli Hornets.
Nel finale entravano le riserve; Gutierrez, il messicano messo sotto contratto da 10 giorni giocava bene, anche se il primo a prendersi la scena era Daniels che mostrava le sue qualità di tiratore con cinque punti.
Anche il messicano aveva tempo per segnare e fornire assist ma la partita si chiudeva sul 103-114 a favore di LeBron e soci.
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Pagelle:
 
Walker: 6,5
20 pt. (7/13), 2 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. Gli capita di perdere un pallone importantissimo, uno lo perde per omaggio degli arbitri. Fa il suo segnando 20 punti e fornendo discreti assist, compensa le stats di Irving.
Lee: 6
8 pt. (4/7), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Va a seguire il giocatore on fire di turno a volte, non è sempre facile, s’intravedono buone possibilità di crescita all’interno del team.
 
Batum: 5,5
9 pt. (4/9), 6 assist, 5 rimb., 1 rubata, 1 stoppata. Perde tre palloni, un paio malamente che innescano transizioni, per il resto non è facile controllare James ma da lui mi aspettavo qualcosa di più.
 
M. Williams: 6
9 pt. (2/8), 10 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Qualche pasticcio quando cercano di servirlo, non è colpa sua, si batte gettandosi a terra se è il caso e recupera tanti rimbalzi, però al tiro viene a mancare.
 
C. Zeller: 5,5
7 pt. (3/6), 6 rimbalzi. Cody gioca da centro mobile veloce, fa quello che può con il suo fisico ma qualche rimbalzo in più forse…
 
Kaminsky: 6,5
16 pt. (5/9), 4 rimbalzi, 1 assist. Numericamente sempre bene contro Cleveland che inizia a preoccuparsi di lui offensivamente. Air-ball a parte realizza anche con buona media. Gli si possono anche perdonare i due errori di piazzamento quando Frye mette la gara in sicurezza (praticamente già chiusa) con le due bombe nell’ultimo quarto, è un rookie, deve avere più occhio a volte.
 
Lin: 5,5
10 pt. (4/9), 1 rimbalzo, 4 assist. Perde due palloni e segna altrettanti tiri quando non serve, un paio d’errori dalla lunetta contribuiscono a mandare in svantaggio più nettamente Charlotte. Iniziative comunque interessanti. Non ha i cm (7/8 in meno) sul tiro per contrastare un J.R. Smith on fire.
 
Jefferson: 5,5
Ottimi I suoi attacchi dal post basso, sono quasi infermabili, ma in difesa troppo spesso, anche a causa della condizione fisica e atletica, è in ritardo oppure sta a guardare facendosi sfiorare dal vento dei giocatori che lo circumnavigano come un baobab. La media è una quasi sufficienza considerando le attenuanti ma evidenziando un -24 di plus/minus.
 
Lamb: 5,5
1 pt. (0/3), 1 rimbalzo, 1 rubata. Non trova il ritmo. Gioca poco più di 8 minuti che per Clifford sono sufficienti.
 
Hansbrough: 5,5
Volenteroso ma dalla lunetta (e non solo) mostra I suoi limiti. Manca Biyombo.
 
Daniels: 6,5
Si rivede dopo un’eternità passata in panchina. Entra e segna subito i suoi tiri, quando lo fa la palla tocca la retina e basta tanto è preciso.
 
Harrison: s.v.
4:00 minuti senza praticamente lasciar traccia.
 
Gutierrez: 6,5
Giocatore che mi sorprende. Fa intravedere buone doti di passaggio e sa anche segnare rompendo il raddoppio come nel caso in cui va a bersaglio con il floater. In difesa è concentrato e attento, anche se la gara è finita. Lo spirito giusto non solo per farsi riconfermare, ma magari guadagnare minuti ed essere in qualche frangente importante.
 
Coach Clifford: 6
La squadra si esprime secondo le proprie potenzialità. Giochiamo con il gap Jefferson, ancora non al 100% della forma fisica e in difesa si sente.

Game 55; Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 104-96

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Sottotitolo; BilanciHornets
Kemba Walker, 28 punti, trascinatore nel finale.

Kemba Walker, 28 punti, trascinatore nel finale.

 
Buona vittoria tirando bene dal campo,quinta consecutiva, ancora in trasferta, questa volta ospitati al Barclays Center dai Brooklyn Nets.
Un attacco bilanciato ha permesso agli Hornets più possibilità di vincere la gara, Kemba nel finale si è esaltato essendo decisivo.
Triangolazioni incantate o geometrie decisive per muover palla e guadagnare spazi fondamentali supportati dall’estro di Kemba, così Charlotte ora si trova sul 29-26 in classifica prima della difficile trasferta di Cleveland.
Charlotte perdeva un pallone in più dei Nets ma vinceva (ancora) 21-16 sui punti da palle perse, con gli Hornets veloci, abili e precisi a sfruttare le transizioni.
Per i fan di Bargnani, va detto che la sua avventura a Brooklyn, per stessa dichiarazione del Mago, si è fermata ieri pomeriggio.
Il nuovo GM Sean Marks (vecchia conoscenza dei New Orleans Hornets) lo ha lasciato andare e lui si è detto pronto a iniziare una nuova avventura.
Clifford schierava in quintetto il neoarrivato Lee, la formazione quindi diveniva; Walker, Lee, Batum M. Williams e C. Zeller, i Nets invece per scelta dell’allenatore ad interim Tony Brown schieravano; Sloan, Ellington, J. Johnson, T. Young e Brook Lopez.
Brooklyn vinceva la prima palla a due ma non trovava varchi, difesa degli Hornets attenta e veloce, Young provava il jumper da destra ma ben contrastato da Williams non lasciava il segno, Charlotte invece giocava con il centro mobile e Zeller sull’imbucata centrale era fermato irregolarmente a 11:20.
Due tiri a segno per Cody e primi due punti della gara, un’entrata di Johnson invece segnava il primo canestro su azione, Charlotte tuttavia tornava in vantaggio su un’iniziativa di Williams, il quale rischiava di perder palla ma un suo tocco in recupero spediva la sfera sulla baseline sinistra, dove Lee segnava i suoi primi due punti in maglia Hornets con un preciso tiro sopra il difensore dalla media.
Un pull-up dalla diagonale destra di Walker mandava gli Hornets sul 6-2 ma i Nets tornavano inaspettatamente a contatto con una tripla di Sloan che a 9:36 cadendo all’indietro, infilava ugualmente il -1.
Williams dalla media sinistra riceveva e sparava subito nonostante il rientro in salto di Young davanti a lui la sfera partiva più alta della mano di Thaddeus e s’infilava nella retina.
Young si rifaceva con un veloce spin in movimento e tiro a una mano in area a 8:34, in più Sloan con un dai e vai sulla destra sorprendeva Walker e appoggiava per il sorpasso.
Johnson attaccava il canestro trovando il fallo di Marvin a 7:10, due FT e punteggio sull’8-11 per i padroni di casa.
Dopo un libero di Batum (3 secondi difensivi Nets), gli Hornets ritrovavano il francese un paio di volte come uomo assist, i suoi due bei passaggi per Zeller (prima a destra, poi a sinistra in schiacciata) erano intervallati da altri due liberi di Johnson, il punteggio quindi si alzava sul 13 pari.
I Nets però guadagnavano terreno con una vampata di Brook Lopez, i suoi 5 punti consecutivi portavano i Nets sul +5, per fortuna a 5:14 Marvin Williams servito sulla diagonale sinistra accorciava i tempi per una tripla difficile ma vincente.
Walker pareggiava la gara uscendo a ricciolo da un blocco a sinistra di Marvin e ricevuta palla in corsa era facile (per uno con la sua qualità) per lui andare ad appoggiare a 4:44.
Kemba in difesa portava via in maniera solare un pallone a Young e in transizione serviva Lin, che abbattuto, passava dalla lunetta per prendersi i punti del 20-18.
Bogdanovic, il giocatore su cui si erano concentrati i rumors degli Hornets qualche tempo or sono, entrava in campo per i Nets ma falliva due tiri, era Lopez a pareggiare in tap-in per i Nets.
A questo punto entrava Jefferson che evidentemente già caldo non aveva imbarazzi contro Lopez, a 2:45 da poco più in là del post basso destro faceva partire un tiro oltre Lopez che ricadeva nella retina, il lavoro di Johnson di palleggio spalle a canestro nel pitturato ristabiliva la parità ma un gancio di Jefferson a 1:37 partendo con spalle a canestro contro Lopez ridava il +2 viola.
Young a 1:25 subiva fallo e gli Hornets rischiavano il gioco da 3 pt. contro ma il pallone non entrava sul tiro.
Liberi a segno e nuovo pareggio. Jefferson si dimostrava unstoppable in quest’inizio andando a segnare un altro gancio.
Il nuovo pareggio dei Nets arrivava grazie a Young, presa la linea di fondo sinistra andava oltre il ferro e sulla girata in salto posterizzava con una violenta schiacciata Kaminsky.
Charlotte però chiudeva il primo quarto in vantaggio grazie a Walker, il quale a 2 secondi dalla sirena scoccava la tripla per il 29-26 che chiudeva la frazione.
Courtney Lee all'esordio con la canotta numero 1.

Courtney Lee all’esordio con la canotta numero 1.

 
Il secondo quarto iniziava ancora con Jefferson sugli scudi, Lin lo serviva bene nel pitturato e lui alzava la sfera con orbita perfetta per il passaggio attraverso il cotone.
A 11:12 era Jefferson con ormai un catch n’fire a bruciare la retina, gli Hornets continuavano a spingere, su un recupero difensivo Lamb apriva lungo sulla metà campo a sinistra, Batum chiudeva la triangolazione larga e veloce con l’assist per Lin che dalla corsa appoggiava sulla destra altri due punti per l’allungo degli Hornets ora sul 35-26.
I Nets rientravano sul -4, gli Hornets però beneficiavano di una tripla di Lamb a 9:27, facendo prendere al fattore L la supremazia della partita, era, infatti, Larkin a segnare due liberi poco dopo ma non finiva lì, poiché Lin con un fing and roll nella boscaglia realizzava altri due punti ai quali ne seguivano altrettanti ti Lamb; rimbalzo offensivo e comodo canestro ravvicinato a 7:46 per il 42-33 Hornets.
Una buona difesa su Robinson (fosse stato Lobinson avrebbe forse segnato), consentiva a Zeller di vedere Lin lanciarsi in contropiede, sulle finte rapide di crossover in coast to coast l’orientale disorientava Brown e appoggiava il quarantaquattresimo punto per Charlotte.
Lopez confermava il fattore L stoppando Lin, la palla però rimaneva tra le mani dei Calabroni che sulla riedizione del duello potevano andare in lunetta grazie al fallo di Lopez sulla nostra guardia.
Due tiri liberi e +13 Hornets. Nel frattempo rientrava sul parquet Jefferson, liberatosi dalle numerose bende dal ginocchio contenente una lunga banda di ghiaccio. Batum segnava due punti fronte a canestro ma poco dopo gli veniva fischiato un fallo tecnico (molto dubbio) contro per aver gettato la palla in aria dopo una chiamata contro Charlotte. Gli Hornets comunque mantenevano un vantaggio rassicurante, Walker con uno step back segnava il 50-37, i Nets ne segnavano 5 di fila ma rimanevano ancora lontani, Batum con tocco morbido da vicino riportava in doppia cifra (52-42) il vantaggio ospite, Johnson, però prima creava per l’alley-oop di Young, poi per se stesso trovando fallo, lunetta e due liberi realizzati che consentivano a Brooklyn d’arrivare al -4 (52-48), tuttavia, un clamoroso triplone buzzer beater in catch’n shoot di Batum portava negli spogliatoi Charlotte in vantaggio con un margine di 7 punti (55-48).
Jefferson ci prova contro B. Lopez.

Jefferson ci prova contro B. Lopez.

 
Nel terzo quarto Charlotte cercava di chiudere la gara; Zeller iniziava bene con il piazzato lungo dalla diagonale sinistra, Johnson e Young non erano però d’accordo con i progetti ospiti e spingendo dentro due tiri, riportavano a -5 il gap.
A 10:37 il fattore L valeva anche per il nuovo arrivato, la sua conclusione dal corner sinistro aveva fortuna sui rimbalzi all’interno dell’anello, pallone che s’impennava e ricadeva preciso all’interno del cerchio.
Su una mancata di Zeller Marvin Williams soffiava a Lopez il rimbalzo e realizzava il tap-in, Batum scardinava definitivamente la difesa dei Nets con la tripla dalla diagonale destra a 9:21 mandando gli Hornets sul +13 (65-52).
I Nets cercavano di rientrare un po’ a strappi e segnavano 4 punti, Batum però con una steal evitava ulteriori riduzioni di margine e Walker con la tripla incrementava il vantaggio a 12 quando il cronometro segnava i 7:04 dalla penultima sirena.
Stesso copione dopo il time-out Brooklyn, 4 punti Nets e Walker che passando dietro lo schermo di Williams s’infilava in area e realizzava con un floater.
Dopo altri due punti dei padroni di casa, gli Hornets decidevano di tornare a premere sull’acceleratore con la tripla di Batum e un giro palla veloce e immediato sul perimetro, Batum nell’angolo destro effettuava l’ultimo passaggio verso l’interno facendo percorrere alla palla a spicchi la linea di fondo, lì Marvin era fermato irregolarmente da Young, ma il 2/2 a 4:35 premiava il suo sforzo.
Per i Nets Lopez rusciva a segnare con un bel movimento appoggiando al vetro, sul contatto procurato avrebbe anche il libero supplementare, però non trasformato.
A 4:09 Walker con la sfera rilasciata ad arcobaleno evidenziava al microscopio i goccioloni dei tifosi Nets sospesi in aria.
Dopo un’entrata ficcante di Sloan che guadagnava però solamente due liberi (a segno), Walker si ritagliava uno spazio su Larkin e scagliava la bomba da te punti che a 3:42 portavano Charlotte sull’80-68.
Kemba prendeva ancor più confidenza, in difesa rubava un pallone e in attacco trenta secondi dopo il suo ultimo canestro, ne metteva altri due. Brown per Brooklyn segnava due punti cercando di essere tra i più positivi della sua squadra, Jefferson rispondeva con 4 punti, gli ultimi due a 2 secondi dalla fine del quarto e ai quasi 24 di possesso.
Non era finita però, perché dalla scritta Barclays Center incredibilmente Lopez segnava sulla sirena tre punti assurdi con una tripla volante e Jefferson sconsolato a guardare…
Jeremy Lin risplende.

Jeremy Lin un po’ alla NBA Jam sembra lanciato a canestro mentre produce un tracciante luminoso.

 
Poco male, Charlotte iniziava l’ultimo quarto sull’86-73 e Kaminsky con un catch n’shoot da rimessa dal fondo, affondava il lungo tiro in sospensione dalla sinistra per il +15.
I Nets però ci tentavano…
Larkin dalla baseline sinistra segnava over Jefferson, McCullough non esauriva il bonus fortuna segnando con un tiro frantuma tabella alto al plexiglass che ricadeva dentro e un lungo due di Brown dalla sinistra riportava sotto la doppia cifra (88-79) Brooklyn a 9:28 dalla fine.
Walker però sulla sinistra con un pump fake si liberava di Brown, sul susseguente avanzamento aspettava il rientro di Brown per prendersi il contatto e segnare dalla lunetta due punti che rimpinguavano il suo score.
A 8:58 Bogdanovic finalmente (per lui) indovinava una tripla, le distanze però rimanevano, sul -8 i Nets trovavano a 6:19 il canestro di Larkin; perso sul taglio (da destra in back-door) da Lin sul servizio di Lopez.
Jefferson usava la sua stazza e il suo corpo per ricevere e andare a segnare i post basso sinistro a 6:01 ridistanziando le Retine che non demordevano comunque, trovando la via del canestro con un semplice floater di Young.
A 4:42 Brown alzava per Lopez, Zeller era sorpreso e arrivava l’alley-oop del -4 Nets.
Per fortuna nel momento decisivo usciva Walker, la sua velocità gli consentiva di battere in entrata sulla destra Lopez e appoggiare due punti, Charlotte teneva in difesa anche a due buone giocate difensive di Lin, Batum metteva due liberi a 3:11, Johnson e Brown mandavano a vuoto le loro conclusioni in attacco, così Walker metteva il sigillo sulla partita con la bomba a 1:46 dall’angolo destro.
A 57 secondi dalla fine la Walker dive con pass per Cody in dunk chiudeva i conti.
I Nets segnavano gli ultimi punti ma la gara terminava 104-96 Hornets.
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Pagelle:
 
Walker: 7,5
28 pt. (11/18), 3 assist, 2 rimbalzi, 2 rubate. Perde 4 palloni ma la sua media tiro è alta per un play, pochi assist ma molti canestri Deve resistere alla pressione finale dei Nets in raddoppio su di lui, lo fa bene girando palla.
 
Lee: 6
5 pt. (2/4), 1 rimb., 1 assist. S’inserisce in un contest di squadra nuovo, troverà automatismi giocando, una difesa rognosa a tratti ma Brown nel finale lo batte un paio di volte.
 
Batum: 7
16 pt. (5/10), 7 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata. Stesso numero palloni persi di Kemba, Nicolas è attento in difesa anche se non sempre può evitare i canestri avversari. Solito apporto fatto di punti, assist e rimbalzi.
 
M. Williams: 7
9 pt. (3/6), 12 rimbalzi, 4 assist. Peccato, gli manca un punto per arrivare in doppia doppia. Domina a rimbalzo nonostante i cm e una palla a due persa nell’ultimo quarto, aiuto fondamentale.
 
C. Zeller: 6
10 pt. (4/8), Un centro che prende solo un rimbalzo in più di 20 minuti. 4 falli e 3 perse. In difesa va meglio del previsto contro un cliente scomodo, anzi, a tratti lo tiene bene. La sua energia iniziale aiuta a instradare la squadra verso la vittoria.
 
Jefferson: 7,5
18 pt. (9/13), 7 rimbalzi. Il problema non è così risolto come dice lui, ma gioca una gran partita segnando molto. Arma aggiunta dopo l’infortunio.
Gioca più del college centro. L’infiammazione al ginocchio credo sia ancora presente visto i bendaggi in panchina. Parte benissimo, si perde un po’ a metà gara, poi si ritrova nel finale.
 
Lin: 6
11 pt. (3/10), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Partita fotocopia dell’ultima, male al tiro anche da vicino, ma bravo in difesa.
 
Lamb: 6,5
5 pt. (2/7), 3 rimbalzi, 4 assist.
Tripla di personalità nel primo tempo. Discreta gara con qualche errore in più del solito al tiro.
 
Kaminsky: 5,5
2 pt. (1/3), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata.
Posterizzato da Young segna un bel canestro in avvio ultimo quarto.
 
Hansbrough: 5,5
0 pt. (0/0).
Non in forma. Con lui andiamo sotto. Plus/minus in 2:25, ha un -7…
 
Coach Clifford: 7
La squadra compie il suo dovere a Brooklyn giocando bene. L’inserimento di Lee è stato graduale, giusto così, ha fatto intravedere buone potenzialità, ma ancora deve entrare bene negli schemi della squadra nonostante l’IQ offensivo. Attenzione però a Jefferson, l’eccessivo utilizzo potrebbe portare a una ricaduta e vorrei evitarla, in partite come questa qualche minuto in meno è consigliabile.

 

Jorge Gutiérrez, il quindicesimo.

Jorge (Iván) Gutiérrez (191 cm per 88 kg circa)
è un nuovo giocatore degli Hornets che, persi Brian Roberts e P.J. Hairston e acquisito il solo Courtney Lee, erano scesi di un’unità nel roster.
Jorge in azione con la maglia dei Milwaukee Bucks in un recente passato.

Jorge in azione con la maglia dei Milwaukee Bucks in un recente passato.

 
Con il giocatore messicano i Calabroni tornano a completare attualmente la rosa, sebbene Kidd-Gilchrist non sarà più disponibile per il resto della stagione. Il quindicesimo sarà quindi un giocatore per il backcourt.
 
La point guard (all’occorenza anche SG) nata il 27/12/1988 a sud del Rio Grande (in Messico a Chihuahua City), ha firmato un contratto di 10 giorni.
 
Probabilmente lo staff lo valuterà per vedere se tagliarlo o rifirmarlo in ottica finale di stagione.
 
Il play stava attualmente giocando per i Canton Charge (che non è una squadra cinese come potrebbe sembrare dal nome, ma è una squadra dell’Ohio che milita nella lega di sviluppo per la NBA) ma ha giocato anche nella NBA in un recente passato vestendo le maglie di Nets e Bucks.
In realtà i Nets dopo averlo fatto firmare dapprima un contratto di 10 giorni e poi un contratto pluriennale, i Nets decisero di mandarlo a Philadelphia in uno scambio a tre giocatori, nella città dell’amore fraterno però non giocò mai, venendo tagliato il giorno successivo al suo arrivo.
 
Al college era un buon difensore, in North Carolina non ci si aspetta un grande impatto, chiuso da Walker e da Lin, all’occorrenza servirà per dare fiato ai compagni (sempre Clifford decida di utilizzarlo) e realizzare qualche punto.
 
Con la nazionale messicana ai mondiali FIBA 2014 ha tenuto una media di 9,2 punti a partita.
 
Ecco le statistiche in NBA da ESPN:
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Game 54; Charlotte Hornets @ Milwaukee Bucks 98-95

 
I vecchi e simpatici loghi di Bucks e Hornets, ripercorrendo lo spazio tempo all'indietro è bello ritrovare il vecchio Hugo.

I vecchi e simpatici loghi di Bucks e Hornets, ripercorrendo lo spazio tempo all’indietro è bello ritrovare il vecchio Hugo.

Sottotitolo; RipartenzHornets
 
Charlotte lascia da dove aveva interrotto anche priva di MKG, la sua corsa non si ferma a Milwaukee, anche se i Bucks hanno messo in grande difficoltà gli Hornets con la loro coppia d’ali Antetokounmpo/J. Parker, supportati da Middleton.
Gli Hornets nel terzo quarto sono sprofondati in uno svantaggio a doppia cifra e nel finale hanno rischiato di compromettere tutto, quando un punto sopra e palla in mano, hanno giocato una delle solite rimesse in campo assurde, Batum per Lamb (comunque decisivo per riprender la gara) che sotto la pressione di Middleton ha colpito la palla con lo stinco, finendo per regalar palla ai Bucks, che fortunatamente hanno fallito due volte, prima il sorpasso e poi l’aggancio sulla sirena, con Middleton.
Se guardiamo le statistiche Charlotte è andata peggio quasi in tutto ma è stata pratica nel concretizzare le situazioni da palla persa di Milwaukee, una buona difesa e delle transizioni micidiali hanno dato un parziale da palle perse di 28-14 a favore degli Hornets che così hanno potuto rispondere alle pur notevoli vittorie nella notte dei Bulls sui Raptors, dei Wizards sui Pistons, dei Magic contro i Mavericks, di Miami ad Atlanta e d’Indiana a Oklahoma City.
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Gli Charlotte Hornets salivano in Wisconsin senza schierare Courtney Lee, nuovo arrivato, il quale esordirà contro i Nets, Clifford si affidava allora al seguente quintetto; Walker, Batum, M. Williams, Kaminsky (esordio da starting five nelle terre di casa per il lungo n°44) e C. Zeller, Jason Kidd spediva in campo i suoi giovani; O. Mayo, Middleton, Antetokounmpo, J. Parker e M. Plumlee.
Kaminsky perde palla contro Middleton. Immagini da Associated Press.

Kaminsky perde palla contro Middleton. Immagini da Associated Press.

 
Gli Hornets vincevano la prima palla a due tentando subito d’imprimere velocità al gioco che però non consentivano alla squadra di Clifford di andare subito a segno, la difesa dei Cervi ancora fresca disturbava a sufficienza sul tiro della nostra ala piccola.
Le squadre però continuavano a non segnare, i primi ad andare a segno erano i padroni di casa ma solo dalla lunetta; a 10:25 Kaminsky allungava una mano sull’alzata di Parker, per gli arbitri era fallo e l’ala dei Bucks dalla lunetta segnava i primi due punti della gara.
Kemba tentava di fare da se con un’entrata troppo pretenziosa in reverse layup, il pallone rimbalzava forte sul vetro allontanandosi dalla zona calda ma Zeller che aveva seguito l’azione pareggiava con la schiacciata volante.
Antetokounmpo si travestiva da play, prima alzava un pallone per Plumlee che sotto canestro appoggiava un alley-oop morbido, poi entrava frontalmente, spin e appoggio da sotto per il 2-6 Bucks, i quali dopo aver subito un jumper dalla media di destra di Zeller, giocavano un pallone sulla baseline destra, Parker che evidentemente aveva appena visto lo slam dunk contest cercava d’imitare con una schiacciata artistica i colleghi segnando il 4-8.
Batum non segnava da tre punti, fortunatamente ci pensava Kemba a rubare un pallone dalle mani di Middleton e a segnare in transizione con una tripla il 7-8.
Parker con un’entrata in appoggio riallontanava i Calabroni che comunque in attacco avevano ormai preso a carburare; Zeller sbagliava un piazzato ma Marvin Williams conquistava il rimbalzo e correggeva a 7:21, a 6:33 i Calabroni passavano anche in vantaggio pe la prima volta nell’incontro grazie a un contropiede di Walker, il quale serviva sulla corsa Zeller, bravo a infilarsi in mezzo a due giocatori e con un balzo da piuttosto lontano segnava due punti per l’11-10.
A 5:57 su una rimessa dal fondo, Charlotte azionava Walker che dalla diagonale destra incrementava il punteggio dei viola con una tripla. Dopo l’entrata sul parquet di Jefferson e il relativo fallo di Monroe speso su di lui, era Carter-Williams a commetterne un altro su Kemba, questa volta si andava in lunetta da dove Kemba splittando portava il punteggio sul 15-10 (parziale di 8-0).
Jefferson restituiva l’intervento irregolare a Monroe, solo che nel cambio i padroni di casa guadagnavano andando a concretizzare i due liberi, sulla spinta i Bucks passavano anche in vantaggio di un punto grazie al n°34 e potrebbero anche allungare, ma un’azione confusissima con un pallone sfuggente sfiorato, appena toccato, passato velocemente di mano in mano ai giocatori delle due squadre era sfruttata da Walker, lesto a rubar palla e a chiuder l’azione in transizione a 3:16.
A 3:01 Antetokounmpo non aveva difficoltà nel conquistare un rimbalzo offensivo su Lin, da sotto i due punti erano garantiti, per fortuna a 2:29 Kemba faceva esplodere la sua tripla per il 20-18.
Carter-Williams con un po’ di spazio segnava la sua sospensione frontale pareggiando la gara a 2:11, Big Al però in uno contro uno a 1:47 dalla medio/lunga distanza da destra infilava un buon tiro.
A 1:18 Big Al cambiava lato andando a ricevere in post basso sinistro; finta su Monroe che abboccava con tutte e due le scarpe saltando, facile per Jefferson poi muoversi e andare a schiacciare con una rabbiosa dunk forse per lasciarsi alle spalle i problemi avuti in questi mesi.
A 51.3 arrivavano altri due punti per i Calabroni; questa volta era Walker in entrata sulla quale andava evidenziato il cambio di direzione prima dell’appoggio sul terzo tempo.
Il 26-20 era contrastato dalla seconda dunk di Parker dalla linea di fondo destra, un po’ meno spettacolare.
A due punto nove Lamb dalla diagonale destra metteva dentro quello che a regola avrebbero dovuti essere gli ultimi due punti del quarto, ma Carter-Williams da poco passata la propria metà campo difensiva, andava in corsa a sparare sul vetro un pallone che finiva nella retina e chiudeva il primo quarto sul 28-25.
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Kemba Walker ha dato sprint e punti alla manovra degli Hornets. Finirà con 25 punti e 4 assist.

 
Nel secondo quarto i Bucks si facevano subito intraprendenti avvicinandosi con Vaughn e sorpassando a 10:58 con la tripla di Carter-Williams.
Batum con un tiro da due punti, ben distante da canestro, pareggiava a quota 30.
Mayo infilava un’altra tripla a 9:42 mandava sotto di tre Charlotte che si riprendeva con lo Zeller-time, prima due liberi a segno, poi recuperava un rimbalzo offensivo e andava a segnare proteggendosi con il ferro a 8:59.
Un Hansbrough completamente fuori partita commetteva fallo su Monroe, il centrone dei Bucks a 8:42 riportava in vantaggio i biancoverdi.
La partita rimaneva equilibrata, era il turno di Charlotte con un lungo pull-up di Lamb dalla baseline destra, gli Hornets recuperavano anche palla in difesa con un raddoppio u Carter-Williams, Lin toccava la sfera e Batum la recuperava, in attacco Zeller aumentava il suo bottino di due punti e a 7:03 una delle micidiali transizioni di Charlotte era chiusa da Lamb con un fing and roll.
I Bucks tornavano sotto; Carter-Williams-con il suo tiro dopo le finte di dribbling segnava con un jumper dalla media, Batum però provava la prima mini fuga a 6:09 con una tripla che non lasciava scampo ai ragazzi di Kidd.
Erano i punti del 43-38.
Il vantaggio però non durava molto dato che i Bucks piazzavano un parziale di 5-0 che serviva a riportare la gara in equilibrio.
Marvin Williams doveva inventarsi un fade-away vincente dal pitturato per ridare il vantaggio ai viola, rimasto con la patata bollente di aver attinto da Walker un pallone che, stava per essere recuperato dalla difesa di Kidd, con Kemba in ritardo sui tempi della giocata.
Plumlee stoppava Hansbrough, sull’apertura Milwaukee avrebbe la comoda occasione per segnare ma su Jabari Parker arrivava come un falco da dietro Batum che compiva un intervento atleticamente prodigioso solo cinque secondi dopo stoppando al vetro l’ala del Wisconsin.
Non era finita lì, perché il rimbalzo lo catturava Marvin, il quale cedeva a Walker che arrivato dall’altra parte vedeva Batum in corsa verso l’entrata nella zona dei due punti, passaggio di Kemba, giro palla immediato e volante di Batum in angolo sinistro dove Marvin trovava spazio per sorprendere con una tripla i Cervi.
Parker segnava da due punti poco dopo, i Bucks potrebbero passare avanti ma un raddoppio di Lin e Jefferson su Middleton costringevano i Bucks alla rimessa, sul prosieguo Middleton andava corto sotto la pressione di Lin, ne approfittava a 1:57 Kaminsky con uno spin sull’esterno dell’area a destra e appoggio al vetro, stoppato irregolarmente da M. Plumlee per il goaltending.
A 1:29 Middleton sfruttava una seconda possibilità sull’attacco di Milwaukee e dalla sinistra colpiva da tre punti impattando a quota 50. Antetokounmpo segnava due liberi.
A pareggiare ci pensava Kaminsky, faceva quasi tutto Lin, però, recuperando un pallone e pompando il contropiede, assist verticale molto basso, Frank falliva la prima conclusione ma recuperava e correggeva per il 52 pari che chiudeva il primo quarto, poiché sull’ultima occasione, Marvin Williams si faceva stoppare dall’impronunciabile n°34 avversario in stile Batum (recupero da dietro).
 
Al rientro dagli spogliatoi Marvin Williams vorrebbe schiacciare ma sulla sua strada trovava Plumlee che lo toccava sull’avambraccio, poco male, due FT a segno e nuovo vantaggio ospite.
A rimpinguare il punteggio pro Hornets c’era il gioco tra Zeller e Walker, passaggio/scherma di Cody per Kemba toccato sul tentativo di tripla da Mayo.
Nulla da fare sul tiro ma il 2/3 dalla lunetta dava il +4 Hornets. Marvin conservava il vantaggio stoppando Plumlee che sull’azione seguente però a rimorchio infilava due punti.
Un passaggio ritornato per Batum sul lato sinistra era invitante per il francese che tirava sopra Middleton e trovava il cotone interno del canestro.
Delle finte di Crossover notevoli depistavano Kaminsky, l’ala batteva il nostro n°44 ritagliandosi lo spazio per il jumper, rapido e letale, Frank commetteva sfondamento in attacco e Plumlee era ancora utile ai suoi recuperando un altro pallone volante e chiudendo immediatamente in schiacciata.
A 9:12 altro canestro di Parker che trovava il ritmo e portava sopra i suoi, Antetokounmpo dava una mano da dotto canestro alzando un pallone in mezzo a due difensori; appoggio rovesciato elegante ed efficace, Bucks sul 58-62.
Gli Hornets da sotto fallivano il tiro, provvidenziale era Zeller che in tap-in correggeva e riportava a -2 Charlotte a 7:55.
Improvvisamente però la partita girava, il vento freddo di Milwaukee raggelava gli Hornets sullo swish da tre punti di Middleton 13 secondi più tardi, gli Hornets in attacco non riuscivano più a segnare e quando a 4:43 Middleton infilava una tripla nonostante l’uscita di Williams su d lui, il divario si era allargato a 10 punti (61-71).
Clifford chiamava un time-out, necessario ma non immediatamente efficace giacché i Cervi dopo un layup di Jefferson (dal post basso le finte servivano a prendersi lo spazio) raggiungevano quota 76 con una dunk reverse a due mani del loro lungo numero 34.
La schiacciata così palesemente evidenziata avrebbe stroncato qualche altra squadra, ma non gli Hornets attuali che gettavano il cuore oltre l’ostacolo, Lin segnava su azione il suo unico canestro di serata, anche se Carter-Williams restituiva i due punti con un coast to coast firmato in schiacciata.
I Calabroni chiudevano il quarto con due ottime giocate; Lamb a :45.7 era il motore della rimonta, con la sua tripla portava sul 70-78 il punteggio che in difesa veniva custodito da Marvin Williams, agile e bravo nell’andare su Monroe ancora a braccia alte sotto il canestro a sinistra che aveva appena catturato il rimbalzo, la manata della nostra eclettica ala serviva a evitare un canestro fatto.
 
Si entrava nell’ultimo decisivo quarto con la squadra del North Carolina in svantaggio di otto, i Bucks andavano a raddoppiare dalle parti di Jefferson, il quale in difficoltà era stoppato da Monroe, dall’altra parte però capitava palla nelle mani di Zeller, il quale schiacciava a 11:10. Parker a 10:52 infilava ma nonostante il turnaround hook a vuoto di Jefferson Charlotte recuperava palla grazie a Lamb, intercetto, passaggio schiacciato per Zeller che a 9:58 da sotto costringeva il tavolo a segnare il settantaquattresimo punto per Charlotte.
Lamb ci provava per conto suo a 9:17 accorgendosi dello scivolone a terra di Vaughn, via libera per la tripla del 77-80 e Milwaukee nel mirino…
Era ancora la difesa di Charlotte a conservare, Lamb andava dall’altra parte e mandando fuori giri il difensore alzava la palla a una mano ormai libero dalla marcatura.
79-80 ormai a un passo dal vantaggio insperato.
Middleton in attacco saltava senza liberarsi della palla, amnesia incredibile della guardia avversaria che chiedeva il tocco di Lin (inesistente), possibilità quindi per Charlotte, ma nella metà campo dei Bucks evidentemente il terreno era scivoloso, Jefferson franava sul parquet costringendosi a chiamare un time-out imprevisto per non perder palla.
Lamb commetteva fallo in entrata su Middleton ma la squadra di Jordan era destinata comunque a passare, sul giro palla a 6:43 arrivava la tripla di Walker da posizione frontale per l’82-80.
Il pericolo scuoteva i Bucks che pareggiavano immediatamente con Parker.
A 5:30 la velocità di Kemba che aveva preoccupato tanto Carter-Williams nell’intervista dell’intervallo, era sfoderata, entrata dalla sinistra rapidissima e appoggio nella terra dei giganti sotto canestro trovando incredibilmente lo spiraglio giusto.
Middleton dalla baseline sinistra contro Lamb pareggiava e poi segnava in entrata, Walker era stoppato da Carter-Williams, per fortuna ad Antetokounmpo erano fischiati passi in attacco.
A 3:34 Charlotte ottimizzava la transizione, passaggio di Lamb per Zeller che stava per spiccare il terzo tempo, su di lui arrivava il fallo stupido di Carter-Williams che consentiva a Cody di segnare sulla continuazione e di mettere il libero supplementare per l’87-86.
Gli Hornets sembravano prendere in mano l’incontro quando Lamb in aiuto toccava palla a Monroe, soffiandogliela, in attacco Marvin Williams scoccava una letale freccia dall’angolo destro per il 90-86 a 3:10 dall’ultima luce rossa.
Walker commetteva fallo su Middleton regalando due liberi realizzati dall’avversario, si faceva perdonare in attacco con un palleggio arresto e tiro che consentivano di tirarsi fuori dall’eventualità del pareggio in una sola giocata.
I Bucks tornavano sotto grazie a Parker, aggressivo a rimbalzo, fallo di Marvin ma solo un ½ dalla lunetta per Jabari, al quale comunque seguiva un canestro dopo un’entrata a ricciolo di Middleton per il 92-91. Lamb falliva la tripla, Parker perdeva un pallone, la palla scottava; Walker con un passaggio schiacciatissimo raggiungeva Cody in area, il quale si spostava lateralmente, su di lui arrivava l’intervento irregolare. Zeller rimaneva freddo realizzando i due liberi.
Dall’altra parte Middleton tentava una tripla forzatissima, Lamb fuori equilibrio abbassava un braccio a protezione del canestro, per gli arbitri c’era il fallo.
Middleton in lunetta pur essendo un buon tiratore, falliva la seconda importantissima conclusione.
Marvin Williams nel finale era eccezionale, finta di partenza sul n°12 che andava al mare, arresto con finta sul n°34, anche lui a guardare l’eventuale donna in costume a farsi il bagno e floater dal pitturato per il decisivo 96-93 a :25.9.
Antetokounmpo schiacciava non trovando opposizioni nel pitturato poiché la difesa di Charlotte, preoccupata di prender la tripla, si spostava in massa a destra seguendo altri giocatori.
Dopo il time-out Charlotte decideva di rischiare di perder la gara; rimessa di Batum quasi ai cinque secondi, palla poco avanti su Lamb, il quale sotto la pressione di Middleton alle sue spalle, era l’ultimo a toccare un pallone che carambolava sul suo stinco e veniva riconsegnato dagli arbitri nelle mani di Milwaukee.
Batum si faceva perdonare contrastando il tiro di Middleton che finiva corto, la soluzione in jumper non premiava i Bucks costretti a commetter fallo su Kemba a :05.6.
Walker era fermissimo e piazzava i liberi del +3.
A Milwaukee non rimaneva che il time-out corto, lo schema era sempre consegnar palla a Middleton, il quale ci provava dalla grande distanza con Batum in uscita su di lui, nulla da fare, il ferro diceva di no e premiava la tenace prova di grinta e carattere dei Calabroni.
 
Pagelle:
 
Walker: 7
25 pt. (8/16), 6 rimb., 4 assist, 2 rubate. Lui non spreca, serata concreta con qualche canestro da sottolineare per movenze e agilità. Molti lo considerano ormai un All-Star, anche se a Toronto quest’anno non c’è andato.
 
Batum: 6
7 pt. (3/11), 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 3 stoppate. Soffre un po’ in difesa ma rifila comunque tre stoppate ai Bucks, stringe le maglie con i compagni e i denti nel finale, nel quale è bravo a contrastare due tiri a Middleton.
 
M. Williams: 6,5
15 (5/15), 4 rimbalzi, 1 rubata, 2 stoppate. Non sempre è preciso e soffre un po’ cm e aggressività delle sfrontate ali dei Bucks, ma supporta la squadra nei momenti importanti. Iniziativa decisiva l’ultima.
 
Kaminsky: 5
4 pt. (2/6), 6 rimbalzi. Forse tradito dall’emozione, non fa una gran figura dalle sue parti, sarà per la prossima.
 
Zeller: 7
23 pt. (9/12), 9 rimbalzi, 2 assist. Non stoppa nessuno, in compenso quando lo stoppano, devono ricorrere al fallo. Tempista e fortunato sotto le plance dei Bucks, ma anche bravo a cercarsi i canestri. Un suo gioco da tre punti mantenendo coordinazione nel finale, da lo slancio per la vittoria.
 
Jefferson: 6
6 pt. (3/7), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Partita più che sufficiente di Jefferson al rientro, si arena scivolando nel pitturato di Milwaukee ma si salva con il time-out. Un paio di tiri errati nel finale, fa vedere però di essere sulla buona strada.
 
Lin: 5,5
4 pt. (1/8), 2 assist, 4 rubate. Perde tre palloni, un “passi” abbastanza clamoroso in attacco… A guardare le statistiche di tiro sarebbe da 4,5/5, però si danna in difesa facendo forzare gli avversari, ruba diversi palloni e segna due punti in un momento importante.
 
Lamb: 7,5
14 pt. (6/10), 2 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. Grimaldello e arciere degli Hornets. Quado entra nel terzo quarto inizia a riavvicinare con una tripla i Calabroni, poi per una breve fase pare ci sia solo lui sul parquet. Difesa/attacco, un +18 di plus/minus…
 
Hansbrough: 5
0 pt. (0/1) Gioca la sua possibilità (c’era fuori Hawes per problemi fisici) nella peggiore maniera possibile. Un pio di palloni sfuggiti in attacco dalle mani, 2 falli in 9 minuti (poco più) e relative proteste, oltre a una stoppata presa troppo semplicemente.
 
Coach Clifford: 6,5
Non era facile su un campo di una squadra mina vagante. I Bucks non avranno ancora l’attitudine vincente essendo giovani nel nucleo, ma la squadra di Kidd ha individualità, quelle cui oggi si è aggrappato Clifford per vincere la gara. Il pallone è stato mosso, ma più per ricercare il tempo di vantaggio sul difensore e partire verso canestro più che andare per sfornare l’assist. Forse aspetta troppo a chiamare nel terzo quarto il time-out, però la squadra reagisce e vince, dopo il break va bene così, anche considerando di essere senza MKG, senza il nuovo Lee e con Jefferson a mezzo servizio. La squadra ha vinto, per noi è importante mantenere quest’attitudine e mietere vittorie su tutti i campi alla nostra portata.
 


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AggiornamentHornets

Pas de nouvelles, bonnes nouvelles, potremmo titolare, ovvero; “Nessuna notizia, buona notizia”.
In realtà questo modo di dire francese, presente anche in Italia viene utilizzato quando non si ricevono notizie da una persona e si suppone stia bene, tuttavia visto il fiacco andamento del mercato invernale NBA di quest’anno (in contrapposizione con lo scorso), potremmo dire che Charlotte si è rafforzata con Courtney Lee, giacché le altre non si sono mosse molto, almeno, se consideriamo che non avremmo avuto un giocatore determinante come MKG da qui alla fine.
Tra le avversarie possiamo citare Detroit, la quale dai Rockets ha preso due discreti giocatori come Motejunas e Marcus Thornton per Joel Anthony, il quale è stato girato immediatamente a Phila dai texani.
Un altro giocatore che ha fatto il doppio salto di casacca è l’ex Brian Roberts, Miami l’ha mandato a Portland.
Tra gli altri affari, Markieff Morris è andato ai Wizards per DeJuan Blair (questi sarà tagliato), Kris Humphries e un future first-round pick che vanno ovviamente a Phoenix.
Utah ha preso da Atlanta Shelvin Mack e i Thunder Randy Foye da Denver in cambio di DJ Augustin, Steve Novak e due second-round picks .
Varejao da Cleveland a Portland, ma sarà tagliato dalla franchigia dell’Oregon. Per il brasiliano si profila un opzione Hawks…
I Clippers hanno mandato Lance Stephenson a Memphis per Jeff Green.
Channing Frye da Orlando a Cleveland…Jarnell Stokes da Miami invece è finito ai Pelicans, Kirk Hinrich dei Bulls (che non hanno mosso Pau Gasol come i rumors facevano intendere) agli Hawks per una seconda scelta.
 
"Big" Al Jefferson pronto al rientro nella notte contro Milwaukee. Mancano 29 gare alla fine della stagione, se i suoi problemi di salute fossero effettivamente risolti come sostiene il diretto interessato, potrebbe indubbiamente dare una buona mano a questa squadra.

“Big” Al Jefferson pronto al rientro nella notte contro Milwaukee. Mancano 29 gare alla fine della stagione, se i suoi problemi di salute fossero effettivamente risolti come sostiene il diretto interessato, potrebbe indubbiamente dare una buona mano a questa squadra.

 
L’affare Howard non si è concluso, né noi né Boston hanno ottenuto il centro dei Rockets, il quale è rimasto a Houston che si troverà la patata bollente della sua scadenza contrattuale, così come gli Hornets avranno quella di Jefferson, non voluto dai Rockets (insieme a Hawes) per un eventuale scambio.
Personalmente mi piaceva molto l’idea di poter avere un centro con un fisico massiccio che senza fatica potesse andare a segno senza inventarsi entrate in corsa, strani ganci, giocate meno semplici comunque…
Dwight Howard avrebbe sicuramente creato quel ronzio intorno alla tifoseria che si sarebbe tradotto in maggiori vendite, ma evidentemente per Cho le richieste dei Razzi erano troppo pretenziose per un buon giocatore, comunque in parabola discendente, la sua media punti è scesa e il suo 14,6 in questa stagione, è la sua media peggior dopo la stagione giocata da rookie.
I Rockets, evidentemente non soddisfatti, hanno tentato di forzare la mano perché probabilmente Dwight in estate si accaserà in qualche altra città NBA.
L’aggiornamento del suo stipendio il prossimo anno avrebbe potuto essere un altro problema, ventidue milioni oggi, con l’innalzamento del tetto salariale, forse “qualche milioncino” in più l’avrebbe preteso…
Certo, oggi come oggi ci avrebbe portati ai playoffs e magari fatto passare anche il primo turno o il secondo ma la filosofia di Cho è sempre quella di passare per le scelte e quindi i Calabroni sul piatto non avrebbero mai messo scelte future da primo giro.
 
Se un centro non arriva, un altro si recupera; Al Jefferson è riuscito ad allenarsi mercoledì per la prima volta in maniera completa con la squadra e probabilmente nella notte sarà della partita contro i Bucks, anche se è altamente probabile che parta dalla panchina per un rientro graduale senza forzature.
“E ‘davvero bello. L’operazione chirurgica sostanzialmente risolto il problema. Cercavo di aspettare fino alla fine della stagione per farmi operare. Ho dovuto farla finita per essere pronto per la seconda metà della stagione”.
 
Gli Hornets si sono allenati per circa due ore Mercoledì, dopo una sei giorni di stop per l’All-Star break.
Lee non è arrivato in tempo per l’allenamento di mercoledì e non giocherà contro i Bucks, esordio rinviato quindi contro i Nets nella trasferta successiva rispetto a quella di Milwaukee.
Lee è stato definito da Clifford un solido difensore, un giocatore con un consolidato tiro dalla media distanza e da tre punti, in generale il nostro allenatore pensa che possa aiutare la squadra a giocare meglio.
Gli Hornets hanno acquisito Lee da Memphis per compensare la perdita di Michael Kidd-Gilchrist, il quale si è operato mercoledì a Philadelphia. L’intervento ha avuto successo dicono fonti ufficiali degli Hornets, ma ovviamente salterà il resto della stagione 2015/16.
Batum tornerà in SF e Lee giocherà da SG perché Clifford pensa che non abbia altezza e stazza per poter prendere ali piccole più grandi di lui. Marvin Williams contro i Bucks potrebbe anche giocare come ala piccola seguendo gli adattamenti di Clifford.
“E’ un giocatore da starting five, ha giocato i playoffs e nelle finali della Western Conference”, ha detto Clifford.
“E ‘ intelligente, affidabile, un professionista.
Quando si ha la possibilità di ottenere un tipo del genere, si prende e poi basta risolvere le cose ” ha detto Clifford che aveva già conosciuto Lee ai tempi dei Magic.
“Courtney è un ragazzo che capisce la spaziatura e la tempistica. Sarà lui a capire dove i suoi compagni vogliono la palla. E’ efficace il suo modo di giocare. Mo (Williams) era un creatore, Courtney è più un giocatore che muove palla” ha proseguito Clifford.
 
Intanto nella notte Charlotte riprenderà a giocare sul campo dei Bucks (ore 2:00 italiane, probabilmente il mio pezzo sul match lo vedrete finito causa lavoro nel pomeriggio di domani), cercando di proseguire la propria corsa interrotta dal break, allungando la striscia vincente su un campo di una squadra che in casa è una mina vagante (basti pensare alla vittoria contro i Warriors), ma non ha molto da chiedere a questa stagione.
 
L’obiettivo di Jordan è costruire un team che possa avere il vantaggio del campo al primo turno.
Sarà dura quest’anno perseguire l’obiettivo ma se dovessimo uscire da queste cinque trasferte con tre vittorie e sfruttare le gare di marzo in casa, le altre non sono poi così lontane, anche se per ora meglio guardarsi le spalle.
Intanto nella notte i Bulls, sconfitti a Cleveland, sono scesi all’ottavo posto concedendoci il settimo a pari record (noi abbiamo una miglior differenza canestri e anche la serie a favore chiusa sul 3-1)…
Si riprende quindi nella notte, sarà un venerdì con molte squadre impegnate nell’immaginifico mondo NBA…
 
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OpiniHornets

Sfruttiamo un po’ il break (passato l’All-Star Game) per avere qualche opinione dei tifosi di Charlotte e non solo (abbiamo un “prestito” da New Orleans) sul momento della squadra e sul prossimo futuro, ora che nelle ultime ore disponibili prima della chiusura del mercato NBA sta salendo la febbre dello scambio…
I roster dei team potrebbero subire distorsioni tali da provocare nuovi rapporti di forza da qui alla fine della stagione, noi ci auguriamo che Jordan torni a mettere sulle mappe del basket che conta ai massimi livelli Charlotte, una città che in passato ha dimostrato tutto il suo affetto per la sua squadra e che se stimolata potrebbe riprendere la sua Hornetsmania, interrotta per i difficili rapporti tra tifosi e George Shinn a inizio anni 2000.
Qualche ora fa Houston, intanto, ha rifiutato un’offerta per Howard.
Gli Hornets hanno fatto la loro onesta proposta; avrebbero mandato in Texas Jefferson e Hawes, ma i Razzi hanno declinato l’offerta.
Rimane quindi il punto interrogativo. Riusciremo a ottenere un centro in poche ore? magari l’ex Tyson Chandler da Phoenix come si vociferava?
Comunque, tornando al discorso, il tema principale dell’articolo… tra un passato recente che ci ha accompagnato sino ad oggi, emozioni, sogni, prospettive recenti e future, le domande poste ai tifosi e appassionati NBA che hanno avuto la cortesia di rispondere sono le seguenti:
 
1) Vi aspettavate di più o di meno da quanto dimostrato da questo team dopo la preseason considerando gli innumerevoli infortuni che ci hanno colpito?
 
Giuseppe Punzi:
Sinceramente, visto anche come si erano messe le cose non me lo aspettavo, la squadra ha carattere.
 
Matteo Vetralla (tifoso Pelicans):
Secondo me lo sforzo fatto non è poco considerato tutto, penso che una classifica migliore di questa sia utopia.
 
Matteo Vezzelli:
No. Squadra da medio/bassa classifica. Mi ha stupito la PS scorso anno… Spero ancora nella lottery…
 
Igor Ferri: Gli infortuni a catena hanno pesato, abbiamo vinto partite inaspettate ma abbiamo regalato a Phoenix e Denver in crisi. Tutto sommato calcolando un calendario benevolo dopo questa serie di trasferte di fine febbraio, non è una brutta posizione di ripartenza.
 
2) Attualmente siamo all’ottavo posto. Pensate che con questo nucleo (perso MKG) riusciremo a qualificarci almeno mantenendolo?
 
Giuseppe Punzi:
Sarà durissima, ma con un po’ di fortuna non impossibile.
 
Matteo Vetralla:
È dura ma non impossibile, ce la giocheremo con Detroit fino alla fine.
 
Matteo Vezzelli:
Vedi sopra (riferito alla sua risposta n°1)…
 
Igor Ferri:
Come diceva Gigi Marzullo…
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dato che le ho stilate io le domande mettendomi in difficoltà da solo… il calendario è buono, l’arrivo di Lee aiuterà il team se riuscirà a inserirsi velocemente negli schemi di Clifford, la perdita di MKG però è stata pesante. Bisognerà vedere se nelle ultime ore succederà qualcosa di clamoroso ancora, un po’ come fu lo scorso febbraio (parlando di scambi in generale in ambito NBA)…
 
3) Secondo voi, la società dovrebbe muoversi sul mercato ora in prospettiva playoffs e futura?
 
Giuseppe Punzi:
In prospettiva Playoffs è necessario trovare un 3 decente vista la situazione, ma non vedo tanto in giro, voi?
 
Matteo Vetralla:
Difficile muovere big ora, magari un sostituito di MKG (Hairston non si può guardare), vedere se si può piazzare qualche contratto per gente in scadenza a giugno (magari per provare la carta KD), ma per fare ciò spesso si devono mettere sul piatto scelte e non conosco le intenzioni di Cho (personalmente sono sempre per andare al draft e quindi avere giocatori di prospettiva, a meno di ottime occasioni).
 
Matteo Vezzelli:
Cedere i contrattoni pluriennali e prendere dei single years in modo da rilasciarli in estate.
 
Igor Ferri:
Possibilmente si e l’ha già fatto in parte. Liberarsi di Jefferson, con tutta la stima che nutro per lui come persona e giocatore (serio professionista e gran giocatore di post basso), in ottica futura potrebbe essere utile se arrivasse qualcosa di sostanzioso. Big Al è in scadenza e la sua integrità fisica desta preoccupazioni, una squadra come la nostra non può permettersi due annate con un leader fuori per così tante partite.
 
4) Chi o di che cosa avremmo maggiormente bisogno attualmente secondo voi? Giocatore e/o ruolo…
 
Giuseppe Punzi:
Confermo il rim protector, è ciò che ci manca da tanto, da questo punto di vista mi sarei tenuto Vonleh.
 
Matteo Vetralla:
Assolutamente un rim protector, via Big Al, poi come nucleo non è male, sperando nella crescita futura di MKG (magari con meno infortuni). Ci vorrebbe forse una panchina un po’ più sostanziosa per puntare più in alto. Williams a me non convince molto da titolare, ottimo backup ma ci vuole il salto di qualità. Diciamo fino alla AP va bene.
 
Matteo Vezzelli:
Un top player di assoluto valore attorno al quale costruire il futuro.
 
Igor Ferri:
Mi unisco al famoso “protettore dell’anello”, Howard (un paio d’ore fa i Rockets hanno respinto una prima offerta di Charlotte che l’avrebbe scambiato con Jefferson e Hawes) anche se dipinto da qualcuno come soft player, personalmente mi andrebbe benissimo, anche perché credo che alltri come Whiteside e DeAndre Jordan non verrebbero mai lasciati partire dalle rispettive squadre. Si vociferava anche di Tyson Chandler (non più giovanissimo) in uno scambio con Phoenix, anche lui potrebbe essere una soluzione momentanea per la post season.
 
5) Il vostro sogno nel cassetto invece quale sarebbe (giocatore)?
 
Giuseppe Punzi:
Mi piacerebbe vedere sinceramente un centro giovane e di prospettiva, perse ormai le speranze per Al. Però non me ne viene in mente nessuno al momento. Per il resto direi che un tiratore come Booker dalla panca come cambio di “Nic” mi farebbe impazzire.
 
Matteo Vetralla:
Durant (mio giocatore preferito, speriamo venga a Nola ;)).
 
Matteo Vezzelli:
Il #35 (Kevin Durant).
 
Igor Ferri:
Stephen Curry, “roba da poco”. Ma… Dell, suo padre è il mio giocatore preferito di sempre, 10 anni a Charlotte, un Hornet della prima ora, recordman di punti della franchigia e telecronista tecnico di Fox per le partite dei Calabroni. I Warriors hanno vinto un titolo e quest’anno (salvo infortuni) se gli Spurs non faranno scherzi, probabilmente guadagneranno il secondo, non siate egoisti a Oakland. Direi che due parole per riportare a casa il giocatore più letale della lega potrebbe mettercele, anche se stimo Kemba.
 
6) Domanda da 100 milioni di dollari… premesso che non siamo nei playoffs ancora, ma se dovessimo farcela, che squadra vorreste affrontare al primo turno nella post season?
 
Giuseppe Punzi:
Toronto a mani basse, con i Cavs perdi senza dubbio, con Toronto può accadere che si suicidino.
 
Matteo Vetralla:
Bene che va ti qualifichi ottavo, quindi incontri Cleveland al 95% e Toronto al 5%, direi la seconda, ma dura vincere più di una partita in ogni caso.
 
Matteo Vezzelli:
i Cavs per potere insultare a morte “The looser one”.
 
Igor Ferri:
Mi piacerebbe una sfida contro i Bulls, magari arrivando quarti, ma tutte e due le franchigie rischiano di non giocare i playoffs. Mi associo a Giuseppe nel caso in cui la classifica non dovesse discostarsi di molto, Toronto secondo me è un team abbordabile, senza farsi illusioni sulla certezza di un passaggio turno. Atlanta è una soluzione intrigante, eviterei Boston, squadra rognosa e Cleveland.
Eventuali (se ci saranno) aggiornamenti sul mercato dei Calabroni in tarda serata…

LeeHornets

Leecour
Innanzitutto scusatemi per il titolo e il fotomontaggio volante, ribadisco che è “tutta colpa” del mitico Guerin Sportivo vecchia maniera, però i Calabroni hanno piazzato il primo ruggito in questo mercato invernale e potrebbero terrorizzare a Est se solo la società facesse uno sforzo per raggiungere un centro di cui parleremo tra poco…
 
Gli Charlotte Hornets hanno voluto muoversi sul mercato in queste ore prima della trade deadline di giovedì sera, da qui in poi il susseguirsi altre sorprese che potrebbero coinvolgere ancora Charlotte non sarebbe da escludere a priori.
A proposito di ciò, domani sera prima della chiusura, pubblicherò le opinioni di alcuni tifosi (frequentatori della pagina FB) Hornets e non solo, a riguardo di questi argomenti.
 
Che cosa è successo riguardante gli Hornets?
 
Semplicemente che l’infortunio di Kidd-Gilchrist prima dell’All-Star Game (disastroso per la squadra ma provvidenziale nei tempi), ha dato tempo e modo alla società di prendere un sostituto, cioè Courtney Lee (5,675,000 $) da Memphis, arrivato ieri nella tarda serata italiana.
 
In realtà Lee è una SG, quindi quel che mi aspetto personalmente è che Batum vada a riprendere dall’inizio il suo ruolo naturale di ala piccola mentre Lee dovrebbe partire titolare in quintetto come guardia tiratrice.
 
Lee sarà free agent a fine stagione, ci saranno da valutare i fattori d’inserimento e il suo impatto nel team (Charlotte sta tentando di migliorare ulteriormente sul perimetro) prima di parlare con un giocatore comunque che ha Memphis ha mostrato una discreta qualità.
 
Il giocatore nato il 3 ottobre 1985 a Indianapolis è al settimo anno nella NBA ed è partito 37 volte in quintetto titolare (su 51 giocate) e in 29,2 minuti ha segnato 10 punti di media a gara tirando con il 37,0% da tre punti e con l’82,6% dalla lunetta.
 
A scanso di equivoci P.J. Hairston (non più nei progetti della società da tempo) non partirà più titolare, poiché ceduto proprio ai Grizzlies in una trade a tre che ha visto arrivare a Memphis anche il trentasettenne giocatore dei Miami Heat ed ex New Orleans Hornets, C. Andersen. Memphis, squadra che in questa trade, dal mio punto di vista, ha guadagnato meno, ha ottenuto anche due scelte a testa da Charlotte e Miami, ma da secondo giro…
 
Charlotte inoltre ha mandato a Miami Brian Roberts, presumibilmente per riequilibrare un po’ il salary cup che da 76,6 milioni è aumentato a 78,1 milioni di dollari, risultando comunque sotto il tetto salariale.
 
Al momento se Lee non rifirmasse a fine stagione, gli Hornets avrebbero quasi 11 mil. (10,7) di spazio per muoversi ancora sul mercato senza pagare tasse extra.
 
Quello che intriga di più però, è il rumors secondo il quale la società sarebbe interessata all’acquisizione di Dwight Howard, il centro dei Rockets ha uno stipendio che supera i 22 milioni e con chi Charlotte potrebbe, di fatto, scambiarlo è tutto da vedere.
 
Personalmente, vista la scadenza di contratto di Jefferson (il quale guadagna 10 milioni in meno del collega), si potrebbe pensare a lui come principale indiziato con un giocatore di contorno come contropartita o eventuali scelte future, oppure anche Zeller, il quale a inizio stagione era dato come possibile pedina di scambio per eventuali trade.
 
In casa Rockets si vocifera vi siano problemi con Harden, tutto potrebbe mutare o rimanere immobile, non ci sarebbe da stupirsi in caso di prima ipotesi con il GM dei Rockets già capace di stravolgere la faccia del team.
 
Ovviamente quest’ultima è solo una voce ma se così dovesse essere, potrebbe riprendere seriamente l’Hornetsmania dilagante che nei primi anni ’90, quasi alla loro fine aveva caratterizzato la città di Charlotte e non solo (i prodotti degli Hornets arrivarono a superare in vendite quelli dei Bulls di MJ a metà anni ‘90)… che MJ ci faccia un regalo per il suo compleanno (oggi 17 febbraio 2016 compie 53 anni)?
 
Se volete fargli gli auguri (e magari qualche richiesta sulla pagina FB ufficiale), c’è un post dedicato a lui… https://www.facebook.com/hornets/?fref=nf
 
Una piccola speranza c’è, anche se rimango con i piedi per terra.
 
Let’s go Hornets!
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M. (a) K.(e) G.(uaio)…

Scusate la licenza poetica moderna nel titolo con la k centrale usata nell’acronimo, difficile far uscire altro con la K in lingua italiana.

La vita è imprevedibile, questa, però è una di quelle sorprese che non fanno piacere quando si ricevono e che non vorrei nemmeno condividere.
Nemmeno un ipotetico e potente incantesimo voodoo per annullare la maledizione infortuni su Charlotte servirebbe a qualcosa.
Come già scritto nel terzo quarto MKG allungandosi la sfera in dribbling, nel tentativo di recuperarla si gettava sul parquet, Mahinmi gli cadeva addosso provocando l’urlo della nostra ala piccola, la quale rimaneva a terra.
Quando si rialzava, lo faceva solamente per raggiungere gli spogliatoi…
ll problema attuale alla spalla destra che attanaglia Kidd-Gilchrist è sostanzialmente quello che l’ha tenuto fuori fino al suo rientro contro Portland.
MKG aveva bruciato i tempi, ma evidentemente ancora fragile, sul contatto con Mahinmi, la sua spalla non ha retto e si è lacerata nuovamente, almeno così recita il referto medico dopo la risonanza magnetica effettuata in giornata.
Non ci sono tabelle di recupero per il rientro, anche se s’ipotizza che possa davvero questa volta rimanere out per tutta la stagione…


Il ragazzo di Camden è veramente sfortunato, con lui se ne va anche la quasi certezza (visti gli ultimi risultati contro Lakers, Cleveland, Washington, Chicago e Pacers) di raggiungere i playoffs, proprio ora che prima dell’All-Star Game di Toronto, Charlotte aveva agguantato l’ottavo posto approfittando anche dello sgambetto che i Nuggets hanno fatto in casa dei Detroit Pistons la notte appena passata.
La società avrebbe tempo per agire sul mercato ora, una trade magari che ci dia più energia e punti di quelli che stava mettendo insieme P.J. Hairston prima del rientro del nostro n°14.

 

Stando così le cose Lin e Lamb dovrebbero avere più spazio e Clifford potrebbe reinserire P.J. in quintetto, nel frattempo scivolato nella panchina più profonda, anche se onestamente non me lo auguro.

Auguri a MKG per la guarigione e speriamo che Jordan e Cho soppesino esattamente la situazione, al momento giochiamo bene, ma senza il supporto di MKG è innegable che si diventi una squadra peggiore, in difesa ma anche in attacco, nonostante si possa contare su giocatori validi che giocando d’insieme come questa notte, la loro potrebbero sempre dirla su parecchi campi.

Quel che è fatto è fatto, bisogna che in società ognuno faccia il suo per vedere se a fine stagione questi ragazzi saranno stati più forti della sfortuna.

 

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Game 53; Charlotte Hornets @ Indiana Pacers 117-95

 hopac
 
Sottotitolo; DolceagrHornets
 
Gli Charlotte Hornets vanno a vincere su un campo insidioso di una diretta concorrente e lo fanno in maniera limpida, chiara, trasparente, netta, aldilà dei miei dubbi.
Buon gioco di squadra, individualità al servizio del team con buone decisioni prese in attacco, spesso senza forzare eccessivamente e giocando con i ritmi giusti, spesso nel primo tempo forzando a jumper o tiri difficili gli avversari.
Buone percentuali, buona difesa anche sui palloni persi e bene a rimbalzo.
I 22 punti di scarto raccontano una partita che avrebbe potuto essere da sogno per noi se non fosse arrivato sul campo l’infortunio alla spalla destra di MKG.
Su un’azione di gioco, infatti, la nostra ala in tuffo sul pallone finiva a terra, dove era raggiunto un istante dopo dal peso di Mahinmi, il quale involontariamente gli slogava la spalla, almeno così sembrerebbe stando alle prime fonti (telecronisti Pacers) d’informazione.
Non si sa l’entità dell’infortunio, l’unico jolly nella nostra manica sono questi giorni di pausa dell’All-Star Game, buoni per avere più tempo per un secondo eventuale recupero. Charlotte ha resistito al tentativo di rientro dei Pacers anche dopo aver perso il proprio leader difensivo e ha portato a casa una vittoria pesantissima.
 
MKG, buona gara difensiva su George ma ha dovuto chiudere anzitempo la sua prova per infortunio.

MKG, buona gara difensiva su George ma ha dovuto chiudere anzitempo la sua prova per infortunio.

 
Gli Hornets in viola salivano a Indianapolis con il solito recente quintetto; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams, C. Zeller, mentre coach Vogel per Indiana schierava; G. Hill, M. Ellis, P. George. My. Turner e Mahinmi.
 
Indiana guadagnava la prima palla che veniva sfruttata con forte un passaggio sotto canestro per Turner, il quale era veloce nell’appoggiare battendo Zeller.
Marvin falliva una tripla e i Battistrada si portavano sullo 0-4 con un turnaround su Marvin di un lanciato Turner a 11:18.
I primi due punti di Charlotte arrivavano per merito di Walker, il quale si guadagnava due tiri liberi a 10:58 con finta e giro sul quale Turner non capiva molto commettendo fallo.
Batum a 10:30 con una tripla portava per la prima volta gli Hornets a condurre la partita, George invidioso provava anch’esso dalla lunga distanza ma con MKG attaccato non riusciva a segnare, anzi, era Charlotte che con il francese bravo a smarcarsi sulla diagonale sinistra su una rimessa dal fondo, piazzava ancora la bomba per l’8-4.
Turner su una seconda chance accorciava ma Zeller, uomo di casa a Indianapolis, con due tiri liberi mandava i Calabroni a 10 punti ristabilendo il +4.
M. Ellis con due punti in jumper preparava il terreno per il sorpasso dei Battistrada ma George ancora una volta sbagliava da oltre l’arco con il nostro numero 14 ancora sulle sue tracce nonostante l’ala dei Pacers provasse a sfruttare lo schermo alto.
Per un fallo di Williams su Turner, i Pacers dalla linea a gioco fermo, ottenevano il pareggio a 8:18, Marvin si faceva perdonare con l’entrata frontale e lo scarico ravvicinato sulla sinistra del ferro per la facile dunk di Zeller.
Walker in transizione andava in salto appoggiando con ampio appoggio circolare delle braccia per evitare il difensore ma P. George a 7:05 segnava la sua prima tripla ma Walker passando oltre il blocco di Zeller in post basso destro di Zeller andava oltre il ferro per chiudere con un appoggio rovesciato nonostante un difensore all’inseguimento.
Un pullup di G. Hill riportava il minimo scarto tra le due squadre e quando Kaminsky commetteva fallo su George i Pacers tornavano a guidare la gara (16-17).
Kidd-Gilchrist però forniva energia e precisione, con le sue leggerissime finte in entrata costringeva al contatto George; floater che finiva nella retina più FT realizzato per il nuovo vantaggio Hornets che approfittavano della buona vena realizzativa della mostra ala piccola che ci riprovava a 3:42 stampando una dunk assassina dopo esser passato dietro un blocco alto di Zeller per trovar strada.
A 2:57 i Pacers ritrovavano la strada del canestro con George che arretrando sulla baseline sinistra batteva Hawes nonostante la mano alzata.
Indy grazie a George, che con una drive e un passaggio riuscito in mezzo a 4 giocatori in maglia viola addensati nel pitturato, ripassava avanti, infatti, Hill da 1:38 spingeva il pallone dentro subendo fallo da Hawes e completando il gioco da tre punti per il 21-22.
A 1:17 Kemba prendeva le redini dell’attacco andando in penetrazione a segnare in reverse layup sul lato sinistro del ferro.
Un’uscita dai blocchi consentiva a George di mettere un’altra tripla allontanandosi da MKG ma sull’ultimo possesso Kemba si dimostrava ancora immarcabile andando a prendersi il pitturato a sinistra e segnando in fade-away nonostante il difensore davanti a lui tentasse la stoppata.
25 pari alla fine dell’equilibrato primo quarto e due minuti di tempo per riordinare le idee.
 
La bandiera Kemba Walker in "Fatti più in là"...

La bandiera Kemba Walker in “Fatti più in là”…

 
Nel secondo quarto la panchina Hornets partiva bene, i due punti d’Indiana intervallavano solamente i 5 di Lin ottenuti con una tripla a 10:22 e un jumper dalla linea di fondo sinistra, a 9:49 Kaminsky, il quale aveva già fornito l’assist a Lin per la tripla, provava la gloria personal da posizione centrale oltre l’arco; il suo tiro era sicuro e gli Hornets andavano sul +6 (33-27).
Miles segnava due punti ma non interrompeva il flusso offensivo dei calabroni che nonostante finissero in un vicolo cieco sulla sinistra con Hawes costretto al difficile tiro, pescavano il jolly grazie all’ingenuo fallo di Allen.
Spencer dalla lunetta non falliva a 9:10 le sue due conclusioni, mentre una surreale schiacciata di Lin in transizione a 8:50 sugellava il momento magico della panchina di Charlotte che non si fermava però lì esaltandosi sempre più; a 8:11 Lamb, sul cambio lato di Lin, segnava una tripla da sinistra, 20 secondi più tardi era Kaminsky a segnare una jam grazie a una steal di Lin, il quale conduceva il contropiede e passava palla dietro la schiena al carrarmato che arrivava a rimorchio. La panchina di Charlotte produceva quindi un solco di 13 punti in soli 4:10 e coach Vogel chiamava time-out.
G. Hill si faceva male anche sulla rubata di Lin ma al rientro arrivava la vendetta Pacers con l’assist di Ellis per l’alley-oop di G. Robinson III. Ellis ne aggiungeva due (per i gialli) in jumper mentre Hawes stoppava la continuità a canestro dei Pacers bloccando da dietro Robinson, Lin commetteva fallo su Miles a 6:16 ma il giocatore dei Pacers segnava un solo libero.
Charlotte tornava segnare con Lamb che in entrata dalla sinistra raggiungeva la linea di fondo, ma non cercava di andare in orizzontale verso canestro ma si limitava ad alzare leggiadramente un pallone che ricadeva nella retina, un canestro perfetto realizzato bruciando il difensore con un’alzata a una mano improvvisa e fluida ad anticipare il tempo di stoppata.
Miles ne realizzava ancora due ma Lamb ritrovava la sua vecchia mano d’inizio stagione, lasciato libero sulla destra, da oltre l’arco scagliava una freccia da tre punti che colpiva il centro del bersaglio a 5:11.
I Pacers segnavano con Ellis da due punti ma Charlotte continuava a rispondere avvantaggiandosi con tiri dalla grande distanza; Kaminsky scoccava un altro dardo frontale a 4:16 facendo girare il tabellone sul 50-38.
Gli Hornets si creavano anche l’opportunità a rimbalzo con Kaminsky; il suo tiro non entrava, ma Zeller riusciva ad allungare il pallone, Frank era mobile e andava a riprendere il rimbalzo, poi su un pallone passato dentro per Zeller spalle a canestro, il nostro centro si girava mentre Turner gli saltava addosso, il pallone con le manine si arrampicava sul primo ferro ed entrava.
Il gentile omaggio del fallo speso malamente consentiva alla squadra di Jordan di guadagnare un altro punto ai FT.
Dalla difesa nasceva una velocissima transizione di Walker che in uno contro uno sverniciava George appoggiando altri due punti al vetro a 3:13 grazie ai quali la squadra del North Carolina si portava sul 55-38. Mahinmi segnava con una specie di gancetto voltandosi verso canestro e Hill ne aggiungeva due, tuttavia Kemba con un floater in entrata a 2:05.
Dopo un libero di Hill, Charlotte sulla sinistra trovava una bella azione; Kemba passava a Zeller che girava sul piede perno marcato, Walker cercava di dare una mano al compagno proponendosi indietro sulla fascia ma il difensore lo seguiva, così Kemba scattava in avanti, Zeller lo vedeva e serviva con un passaggio schiacciato sul parquet, l’infilata veloce della nostra PG arrivava sotto canestro, palla scaricata in diagonale a destra per l’accorrente MKG libero di arrivare a schiacciare grazie agli uomini portati via da Walker.
Il libero addizionale per il fallo sigillava il punteggio del primo tempo sul 60-43, anche perché Kaminsky sbagliava due tiri e Kemba una tripla sul possesso finale.
 
Gloria anche per "Frank The Tank" in schiacciata.

Gloria anche per “Frank The Tank” in schiacciata.

 
Al rientro sul parquet dopo essersi riposati un po’, Charlotte andava segno per prima grazie a un’iniziativa personale di Marvin che in runner in salto assumeva sul rilascio una strana posizione laterale che comunque gli consentiva di segnare una wild drive a 11:41.
Indiana rispondeva con 4 punti consecutivi, Charlotte non segnava ma George sbagliava due volte, fallendo poi anche una transizione per palla persa concessa da Walker.
Gi Hornets tornavano a segnare con un grandioso pick and roll tra Batum e Zeller il quale riceveva dal francese trovando il corridoio per la schiacciata.
A 8:42 l’azione incriminata; il dribbling dalla sinistra di MKG serviva per battere due difensori, ma il pallone finiva fuori dalla sua portata, per recuperarlo prima dell’intervento di Turner o Mahinmi era costretto al tuffo per terra, il centro dei Pacers gli franava addosso e la spalla destra rimaneva sotto all’enorme peso del lungo avversario.
Come già scritto sembrerebbe si trattasse di spalla slogata, MKG quindi era costretto a raggiungere gli spogliatoi per non tornar più in campo.
 
 
Zeller sul proseguimento dell’azione segnava in schiacciata ma anche se sul 66-47 c’era preoccupazione dopo i venti secondi di time-out, infatti, a memoria lo scorso anno quando perdemmo in una partita a Phila, la sconfitta maturò dopo l’uscita dal campo del nostro numero 14 benché fossimo ampiamente in vantaggio.
Clifford cercava di motivare la squadra, che indubbiamente ha più valori di quella dello scorso anno e si rientrava in campo.
I Pacers con passaggi dentro, jumper dalla media e dal pitturato cercavano di mettere in difficoltà gli Hornets, beneficiando anche dell’assenza di MKG, infatti, George a 8:28 segnava subito in sospensione.
A 8:08 un tre punti di Lin era oro per resistere, i Pacers tornavano a -13 quando George portava via un rimbalzo a Walker e concedeva la seconda possibilità sulla stessa azione dallo stesso punto (corner sinistro) al n°3 avversario, che aggiustata la mira, non falliva da tre punti.
Marvin Williams dalla diagonale sinistra a 6:30 era prezioso nel rispondere con una bomba, anche se Mahinmi da sotto realizzava. Charlotte si salvava sull’azione d’attacco seguente nella quale Zeller rischiava di perder palla, su di lui arrivava il raddoppio ma Cody riusciva a recuperar palla vicino ai suoi piedi e ad allargare il gioco sulla sinistra dove Marvin libero, continuava l’attacco periferico scagliando un altro tre punti velenoso per Indiana.
A 5:59 Charlotte si trovava quindi sul 75-58 ma un parziale di 0-6 riavvicinava i gialloblù.
Era grazie a un pallone intercettato da Lin in difesa che Charlotte poteva andare a interrompere il parziale; apertura football americano di Zeller e dunk in transizione solitaria di Batum a 3:25 per il 77-64.
A 2:54 un’entrata arretata nel pitturato improvvisamente da Frank faceva saltare oltre il suo difensore, in allungo il nostro numero 44 infilava senza fatica trovando spazio sotto canestro.
A 2:07 leccornia di Lin che con il passaggio dietro la schiena innescava Batum sul lato sinistro facendo contemporaneamente da leggero schermo, il transalpino non perdonava e piazzava la tripla.
Le squadre trovavano buona continuità in attacco nel finale e andavano a segno con George, Lin, ancora George, Walker e Hill, prima che Hawes fosse fermato irregolarmente sul tiro a :35.8 dalla sirena. Spencer splittava ma Charlotte tornava in lunetta grazie ad un errore di George.
Sull’ultima azione Batum falliva la tripla ma il rimbalzo lungo era catturato da Kemba, il quale con un passetto si portava fuori dall’arco per tentare la tripla, George gli franava addosso e Kemba a un decimo (pallone che con tutta probabilità non sarebbe partito in tempo) si prendeva tre tiri liberi segnandone due.
Sulla penultima sirena quindi Charlotte si trovava avanti 89-70.
 
Nell’ultima frazione Indiana iniziava bene e il n°5 Allen si ergeva a protagonista nonostante iniziasse splittando dalla lunetta per un fallo di Hawes a 11:19.
Altri suoi 4 punti ravvicinati costringevano Clifford alla pausa tattica. Charlotte utilizzava Lin e Lamb, ottimo al tiro in questo finale il Jeremy di colore per riportare la partita su binari giusti e nel finale faceva trascorrere i secondi cercando di addormentare il match.
Un paio di schiacciate cattive d’Indiana non spaventavano gli Hornets, anche se i Pacers tentavano il tutto per tutto con la tattica del raddoppio nel finale.
Improvvisamente su Walker arrivavano due giocatori, ma Kemba chiamava subito 20 secondi di time-out.
Al rientro sul parquet i Pacers continuavano con la loro tattica, ma Lin quasi sulla metà campo, con un passaggio si liberava del raddoppio, palla in diagonale a Hawes che faceva proseguire la corsa alla sfera mantenendone la rotta; Walker in inserimento sulla sinistra appoggiava al vetro a 1:58 per il 106-87.
A 1:37 entravano anche le riserve, Hansbrough schiacciava, Daniels metteva un tiro girandosi al volo e Roberts si svitava la spalla destra per segnare in entrata.
Tutti bravi e gli Hornets vincevano 117-95.
 
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Pagelle:
 
Walker: 7
25 pt. (10/21), 3 assist, 7 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Kemba vince il confronto tra PG. Accelera quando vuole serve, buone percentuali al tiro.
 
Batum: 7
11 pt. (4/12), 6 rimbalzi, 5 assist, 2 stoppate. Il solito Nicolas: Tiro così così ma nelle alter statistiche c’è il nocciolo della questione. Un giocatore che, dal punto di vista avversario, è difficile da gestire perché può creare per gli altri o fare da solo.
 
Kidd-Gilchrist: 7
8 pt. (3/4), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Buonissima difesa su George finché non si fa male. Bene anche al tiro. Mahinmi lo toglie di mezzo infortunandolo alla spalla destra, speriamo per poco. Forza MKG.
 
M. Williams: 6,5
8 pt. (3/7), 1 assist, 1 stoppata. Inizia male con la tripla storta e con una difesa su Turner non efficace, poi prende la mano e le misure. Le sue due triple ravvicinate, arrivano veramente nel momento di bisogno.
 
C. Zeller: 7
11 pt. (4/7), 11 rimbalzi, 3 assist. Fa meglio di Mahinmi ed entra in doppia doppia. Buona energia, bel pick and roll chiuso in schiacciata.
 
Kaminsky: 6,5
10 pt. (4/11), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Oltre le triple messe a segno anche qualche tiraccio, ancora deve trovare miglior continuità offensiva. Alterna giocate intelligenti ad azzardi. Buon contributo comunque.
 
Lin: 7,5
14pt. (5/9), 5 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate, 2 stoppate. La scintilla che dalla panchina di Charlotte crea il divario incolmabile tra I due team. Molto bravo e utile dappertutto sul parquet, dal guidare transizioni al segnare o perché no, rubare palloni o stoppare. Difesa buona, a volte anche troppo aggressiva. Ottima gara.
 
Hawes: 6,5
6 pt. (1/4), 4 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Si guadagna la sufficienza. Dalla lunetta stasera ottiene il 75%, mentre dal campo il 25%. Buona la sua presenza sul terreno anche se talvolta qualche difficoltà a difendere nel pitturato l’hasolo quando deve andare su qualcun altro. Presidia il pitturato bene, faticando a uscirne, così facendo tiene sempre la posizione utile spostandosi per tempo.
 
Lamb: 7
16 pt. (7/8), 1 rimbalzo. Non deve fare molto se non segnare. Fa sembrare la cosa semplice con strane alzate, tiri fluttuanti o triple. Gli riesce quasi tutto.
 
Daniels: 6,5
2 pt. (1/1), 1 assist. Da qui in poi, parlando dei giocatori sottostanti, questi player giocano solo 1:37, ma lo fanno bene. Un bel passaggio e un bel canestro per Troy che mostrava voglia di giocare.
 
P.J. Hairston: s.v.
0 pt. (0/0). Il meno impiegato dei 4 giocatori entrati nel finale. Prende la tripla finale in faccia ma non riusciamo a dare un giudizio nel suo caso.
 
B. Roberts: 6,5
4 pt. (2/2), 1 assist. Fa tempo a maturare il suo buon voto con due canestri, ottimo quello in entrata estendendo il braccio destro in orizzontale per segnare esattamente da sotto canestro.
 
T. Hansbrough: 6
2 pt. (1/1). Bella schiacciata appena entrato.
 
Coach Clifford: 7
Squadra che gira a meraviglia, panchina decisiva, time-out giusti e motivazione data ai suoi dopo l’infortunio di MKG convincente. La squadra continua a creare e muover palla anche dopo, ma la sfortuna e la recidività si accaniscono su MKG. Ora si dovrà valutare l’entità del danno alla spalla di MKG, nel caso di stop consistente (speriamo di no), dovrebbe chiedere rinforzi sul mercato, un difensore in quel ruolo che porti energia e qualche punto, la squadra c’è ed è viva e sul 27-26 siamo in corsa più che mai. Un peccato che la Dea Bendata non ci protegga.