Game 73; Charlotte Hornets Vs Boston Celtics 104-116

Sottotitolo; BurrHornets

Charlotte cade in un dirupo nella notte, per il momento rimane aggrappata a uno di quei rami orizzontali che spuntano dalla roccia, tipici anche nei cartoni animati.
Risalire dal burrone sarà impresa ardua poiché perdere due scontri diretti non è un buon sintomo, come non lo è avere Al Jefferson a mezzo servizio che si è fatto drenare il liquido dal ginocchio per la seconda volta in settimana.
Anche Cody Zeller e MKG sono rimasti fuori. Per Zeller qualcuno parlava di rientro nella notte, ma è rimasto accanto al compagno Michael dietro la panchina di Charlotte in borghese.
Con fuori le nostre due ali, gli Hornets sono diventati atteri e senza MKG la difesa è diventata burrosa, perdendo un po’ di tenacia.
Giocare con Taylor come titolare al posto di Kidd-Gilchrist è uno svantaggio enorme.
La stagione già negativa, seppur con qualche serata felice, lo è diventata anche matematicamente.
Charlotte ha raggiunto le 42 sconfitte e al massimo potrebbe (vincendole tutte, ipotesi remota) raggiungere quota 40 W.

Jefferson contro Tyler Zeller. Il nostro Zeller, Cody, è rimasto ancora una volta a guardare.

Jefferson contro Tyler Zeller. Il nostro Zeller, Cody, è rimasto ancora una volta a guardare.

Boston (in verde) scendeva alla Time Warner Cable Arena con il seguente starting five; Smart, Bradley, Turner, Bass e Tyler Zeller. Charlotte (in bianco) si schierava con; Walker, Henderson, Taylor, Marvin Williams e Jefferson.

Partita importante che Boston sentiva particolarmente iniziando subito con l’intensità giusta in difesa cosicché Henderson doveva superarsi a 11:36 per mettere il jumper in uno contro uno dal lato destro, tuttavia Bradley riusciva a battere lo stesso Henderson pareggiando.
Hendo protagonista anche in attacco pur non in possesso palla; sul suo movimento a liberarsi veniva travolto dalla pressione di un giocatore dei Celtics che lo mandava a terra.
Gli arbitri fermavano il gioco e assegnavano un fallo per gli Hornets che tuttavia fallivano con Kemba Walker un tiro da 3 punti mentre a 10:39 Tyler Zeller e Bradley segnavano due punti in jumper a testa per il 2-6 ospite.
Taylor sbagliava la seconda conclusione in serata mentre Smart in sospensione a 9:07 faceva aumentare il gap che a 8:36 diventava di 8 punti (2-10) grazie a un gancio di T. Zeller che costringeva Clifford a chiamare il primo time-out del match.
Al rientro dalla pausa a 8:25 Jefferson segnava due punti, imitato da Kemba 18 secondi dopo, abile a intercettare un passaggio di Bradley e a volare in contropiede per l’appoggio al vetro.
A 7:51 i versi riprendevano a macinare; un leggero tocco sul taglio di Zeller ormai sotto canestro sicuro dei suoi due punti aggiungeva un punto a favore degli ospiti che si portavano sul 6-13.
Arrivava anche una palla persa da Taylor in palleggio, Bass andava per la dunk indisturbata e a 6:33 il gito e tiro di Turner portava sul 6-17 la partita.
Charlotte reagiva a 6:09 con Jefferson che metteva dentro la palla a spicchi con un tiro dalla media distanza, con Walker ai liberi a cronometro fermo (5:45) e con lo stesso Kemba che a 5:18 smistava per Henderson il quale si buttava in salto dentro e trovava il contatto con Turner non facendogli trovar palla grazie all’abile movimento delle braccia che gli consentiva di segnare e mettere anche il libero supplementare, per un gioco da 3 punti che portava Charlotte sul 13-17.
Turner continuava la sua gran serata sfruttando l’anello amico che accoglieva il suo tiro dalla diagonale destra.
Gli Hornets perdevano palla a causa di un passaggio di Jefferson orizzontale fatto mentre Henderson iniziava il suo scatto in avanti, tuttavia erano i Calabroni a segnare nuovamente con Maxiell (rimbalzo offensivo e canestro) un paio d’azioni più tardi, anche se la squadra del Massachusetts rispondeva immediatamente con il n° 99 Crowder.
Gli Hornets accorciavano nel finale; partendo da 3:36 con il canestro di Jefferson, passando per i liberi di Walker, proseguendo con un canestro di Maxiell che da sotto a 2:24 riportava a -2 la squadra di casa, infine trovavano anche il pareggio ancora con Jason che a 1:53 sfruttava l’assist di Kemba.
A 1:34 tuttavia Crowder colpiva da 3 punti mentre Charlotte andava in lunetta 19 secondi più tardi con il centro congolese che splittava fissando il punteggio del primo quarto sul 24-26, anche perché sull’ultimo possesso Charlotte sbagliava quattro tiri consecutivi compreso il tap-in di Hairston sulla sirena.

Il secondo quarto era pesante per gli Hornets nonostante prima trovassero il pareggio e poi il vantaggio (29-26) grazie a una tripla di Mo Williams, il quale però in difesa cadeva e consentiva involontariamente a Thomas di pareggiare a 10:42 con la stessa arma.
Maxiell si dimostrava incapace di mettere dei tiri in jumper che siano lontani almeno 3/4 metri da canestro mentre Jerebko trovava un gioco da 3 punti grazie a un taglio in area e a un fallo conquistato a 10:15.
Gli Hornets provavano a replicare ma a 9:43 Olynyk segnava da 3 punti, anche se il distacco rimaneva ancora contenuto quando P.J.Hairston si passava la palla dietro la schiena e sparava in ritmo per il 33-35.
Smart segnava da tre punti per Boston sfruttando un extra-possesso a 8:59, Mo Williams a 8:21 realizzava dall’angolo destro con un tiro in sospensione dalla lunga distanza ma ancora Olynyk batteva la difesa di Charlotte con un tiro dalla media che valeva il 35-40.
Gli Hornets in questa fase non riuscivano a fermare gli attacchi ospiti, ma rimanevano comunque in scia riuscendo a loro volta a segnare, era il caso di Biyombo che in post basso destro riceveva un passaggio dal post basso sinistro da Maxiell; il centro congolese convertiva in schiacciata l’assist e portava sul -3 (37-40) la squadra guidata da Clifford.
Boston però iniziava ad acquisire vantaggio; Smart approfittava ancora una volta di una seconda Chance e a 6:53 Mo si palleggiava su un piede finendo per mandare la palla arancio oltre il fondo.
Dopo una tripla di Olynyk mancata seguita da una corta di P.J., il biondo dei Celtics cambiava strategia al termine di una lunga azione personale, gancio su Jefferson e 37-44 Boston che diventava 37-48 dopo un canestro di Wallace in alley-oop, due palloni intercettati in anticipo sui passaggi dentro di Mo Williams e un canestro di Smart.
Marvin Williams andava stoppare un altro tentativo del play avversario e sulla seguente azione difensiva era ancora bravo a difendere ma sugli attacchi Charlotte sbagliava con Taylor un tiro in sospensione senza opposizione e con Henderson che perdeva palla, finendo così per subire canestro, quello del 37-50 da Turner, che faceva registrare un parziale decisivo di 10-0 a favore ospite.
Taylor finalmente faceva qualcosa di buono andando a segnare in tap-in a 2:30 dall’intervallo sull’errore in up & under di Jefferson, poi Bradley grazie a un repentino taglio si faceva trovare solo sotto canestro, visto e servito non aveva problemi a mettere dentro.
Marvin Williams a 1:55 accorciava al -10 con una bomba da 3 punti che valeva il 42-52 ma sull’errore al tiro di Thomas, il più lesto e atletico era T. Zeller che a una mano galleggiava in aria andando a prendere il rimbalzo per correggere in tap-in.
Il quarto si chiudeva con due punti a testa; penetrazione in area con spin move con scarico di Kemba per il comodo piazzato di Jefferson e un canestro di Turner su Taylor erano le azioni che mandavano al riposo lungo le squadre sul punteggio di 44-56 con Boston capace di un parziale di quarto di 20-30.

L’inizio della ripresa chiudeva i conti; Smart in appoggio e una bomba da 45° destra di Bradley a 10:41 portavano sul +17 gli ospiti che dopo aver subito due punti da Walker segnavano ancora da tre punti sempre con Bradley a 9:56 cambiando diagonale.
Per gli Hornets che si trovavano a -18 risalire era ardua; ci provava Walker a 9:41, scatenato nel secondo tempo, con una penetrazione molto bella che fruttava un gioco da 3 punti Bradley però era un osso duro e segnava da due punti contro Henderson prima che Bass commettesse fallo su Kemba per cercare di arrestarlo.
L’idea si rivelava abbastanza buona perché un Kemba con il fiato un po’ corto per lo sforzo splittava a 8:43 per il 50-66.
Henderson difendeva meglio su Bradley che non metteva il tiro mentre i teal & purple segnavano con un assist/schermo di Jefferson che cedeva la palla e proteggeva la tripla dall’angolo destro di Henderson, poi Kemba appoggiava in entrata per il 55-66.
A 7:05 nonostante una discreta difesa di Taylor, Turner era bravo ad andare sulla baseline destra e a prendersi un tiro con la mano destra, la più lontana dal difensore.
Canestro e fallo.
Gioco da 3 punti pesante per gli Hornets in rimonta.
Bradley poi superava Maxiell in entrata in diagonale andando dentro dalla baseline destra, troppo tardi arrivavano gli aiuti sotto canestro, ancora una volta il n° 0 faceva male.
Jefferson appoggiava al vetro da sotto per due punti facili ma Turner contro Taylor “vanificava” i due punti ottenuti da Big Al, poi era sempre Boston a 4:44 ad aggiungere un punto con Bass in lunetta.
Tre tentativi sulla stessa azione denotavano una scarsa attenzione e concentrazione a rimbalzo.
Big Al dal post basso sinistro segnava a 4:23 il 59-74, poi Marvin Williams rubava un pallone, serviva Kemba che in contropiede eludeva l’intervento del primo difensore e alzava la parabola per l’appoggio, dietro però arrivava di gran carriera Smart che si girava e respingeva il tentativo del nostro play.
Bradley aggiungeva altri 5 punti intervallato da due di Henderson e a 3:13 dalla penultima luce rossa gli Hornets precipitavano nuovamente sino al -18.
Un fast break con passaggio football di Turner per Bass che chiudeva in schiacciata e un’entrata di Thomas portavano al massimo vantaggio i leprechaun (+22), ma a 1:48 Marvin Williams cercava di incominciare una rimonta; gancio di Olynyk andando in entrata orizzontale da sinistra al centro e altro gioco da 3 punti, poi Marvin conteneva Turner bene e a 1:10 Mo Williams subiva il fallo di Thomas sulla conclusione da 3 punti. Tre su tre per l’ex Timberwolves a cronometro fermo e tabellone che si aggiornava sul punteggio di 67-83.
Olynyk e Marvin Williams segnavano nel finale e Charlotte chiudeva sotto di 16 punti il terzo quarto.
Impresa quasi impossibile rimontare considerando le forze in campo.

Walker ci ha provato nel finale, con un secondo tempo sopra i 20 punti.

Walker ci ha provato nel finale, con un secondo tempo sopra i 20 punti.

Charlotte in tensione, in particolare Henderson che spingeva Wallace da dietro anche con il gomito.
Per gli arbitri era flagrant 1 e Charlotte andava perdere altri due punti a 10:49 per colpa di Olynyk, anche se 15 secondi più tardi era Mo Williams a riportare l’identico distacco a quello lasciato nel terzo quarto con un canestro dal pitturato fronte a canestro.
Sempre Mo cercava di raddrizzare la baracca con un’altra penetrazione dopo che i Celtics erano riusciti a colpire da oltre l’arco, Thomas però trovava Wallace sotto il nostro canestro servendolo con un nice pass e i Verdi si dimostravano in controllo della gara sul 73-92.
In onore a Caparezza e alla sua strofa “è tardi ma non mi fermerò”, gli Hornets ci provavano; un’entrata a ricciolo con floater dal pitturato di Hendo valeva l’ennesimo gioco da 3 punti (76-92 a 9:27), Mo dal lato destro metteva dentro anche il jumper del 78-92, Smart splittava dalla lunetta e Mo a 8:28 metteva dentro anche la tripla rianimando il pubblico. A 7:48 qualcuno nell’arena iniziava a crederci; penetrazione con passaggi di Marvin Williams per un Biyombo appostato in back-door a destra del canestro, salto di Biz e schiacciata dell’83-93.
Un fallo di Taylor su Jae Crowder a 7:30 costava l’allontanamento, il gap aumentava a 12 punti ma Mo dalla lunetta segava due volte, poi Crowder era stoppato una volta a testa sulla stessa azione da Marvin Williams e da Biyombo ma sulla rimessa Boston segnava, anche se Taylor dall’angolo destro metteva a referto 3 punti per il -9 (88-97) a 6:12 su assist orizzontale di Walker (dopo penetrazione e passaggio da sotto canestro). A 5:56 non poteva fare bulla Biyombo sul gancio in mezzo stile Parish di Tyler Zeller, il quale prendeva anche il rimbalzo difensivo sull’errore di Mo Williams da 3 punti.
Il grido dagli spalti: “defense, defense” forse deconcentrava Zeller che sbagliava il tiro anche grazie a Biyombo presente sul tentativo in sospensione e Walker a 5:08 con schiena all’indietro, andava a tirare da posizione vantaggiosa mettendo due punti per il 90-99 ma Crowder in attacco cedeva a Smart il quale ripassava al n° 99 avversario che nel frattempo era passato dietro a Mo Williams distanziandosi da Marvin Williams, suo originale marcatore, rimasto un po’ sul cambio di Smart.
Ne usciva un pick and pop che il rasta dei Celtics sfruttava al meglio a 4:43 per colpire da 3 punti da posizione frontale nonostante il tardivo rientro di Marvin.
Mo s’impelagava in un’avventura in penetrazione ma non riusciva a metter dentro, Walker rubava un pallone e Marvin Williams con eleganza arrivava sino al ferro con un’entrata circolare per segnare direttamente a 3:46 alzando palla con la mano destra.
A 3:30 Turner tirava da due punti sopra Marvin ed era fortunato, il suo tiro corto colpiva il primo ferro, il rimbalzo sordo, però era musica per i Celtici perché la palla prendeva un effetto che le consentiva di finire dentro per il 92-104 Celtics.
A 3:03 Kemba segnava e portava auna sola cifra il gap (-9), Walker si ripeterà tre altre volte nel finale con altri sei punti contrastati dai Celtics. A :52.2 prendendosi un rimbalzo dopo un suo errore da 3 punti segnava il 102-108.
Un fallo di Biz su Bass costava alla squadra di Jordan due punti ma un Kemba in the zone segnava ancora. Boston perdeva palla sulla rimessa non intendendosi, Kemba sbagliava questa volta la conclusione, lottava e guadagnava una palla a due contro Turner che quest’ultimo vinceva.
Mo sulla ripartenza di Turner sceglieva di commettere un fallo antisportivo bloccando l’azione con un fallo sulla transizione solitaria dell’avversario, così con due tiri liberi e palla in mano ai Celtics a :23.8 dalla fine e gli Hornets costretti al fallo per bloccare il cronometro, il 4/4 chiudeva i giochi.
La partita finiva 104-116.

Boston ha mosso meglio la palla e ha smistato 28 assist contro i 20 di Charlotte che ha anche perso qualche pallone di troppo.
Le statistiche non sono così poi lontane ma i verdi nel complesso hanno giocato meglio di noi finendo per pareggiare la serie sul 2-2 con Turner e Bradley sugli scudi.

Le statistiche.

Le statistiche.

Voti

Walker: 7
28 pt. (9/20), 3 rimbalzi, 12 assist, 2 rubate. Si “sveglia” troppo tardi. Diciamo che passa prima a smistare qualche assist e quando vede i compagni in difficoltà, decide di mettersi in proprio per segnare. Va comunque in doppia doppia.

Henderson: 5
17 pt. (7/15), 3 rimbalzi. Perde un paio di palloni e commette 6 falli finendo fuori, nervosa commette anche un flagrant foul. Il più frustrato a parte i tifosi. Buon attacco ma la sua difesa ha fallito e si è preso un -21 di +/-.

Taylor: 5
5 pt. (2/6), 5 rimbalzi. Una palla persa e tre falli. Come già detto, giocare con lui come titolare non è possibile.

Marvin Williams: 7
10 pt. (4/6), 1 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 3 stoppate. Forse potrebbe fare di più a rimbalzi ma qualche cm gli manca a confronti di qualche avversario più dotato. Mette a referto ben 3 stoppate, Buona difesa anche se un po’ in ritardo su quel tiro di Crowder nel finale che ci rimanda sotto. Non è lui questa sera l’anello debole.

Jefferson: 6,5
12 pt. (6/10), 5 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. Un paio di palloni persi. Gioca con diversi problemi fisici, rimane in campo circa 25 minuti in cui apporta dei punti importanti poi lascia spazio a Biz.

Maxiell: 6,5
6 pt. (3/5), 8 rimbalzi, 3 assist in 17:37. Io gli preferirei Vonleh, ma in serata fa un buon lavoro a rimbalzo fa vedere che ha visione ed esperienza oltre all’altruismo per servire assist che i compagni gli restituiscono sotto canestro, unica zona dalla quale può segnare, da oltre ¾ metri ha una mano terribile.

P.J. Hairston: 5
2 pt. (1/4), 3 rimbalzi in 18:05. Gara nettamente più scialba rispetto alla buonissima prestazione precedente. Non riesce ad aiutare Charlotte da oltre l’arco con uno 0/2 in serata.

Mo Williams: 5
19 pt. (6/17), 3 rimbalzi in 25:15 Perde ancora 4 palloni. A quel punto tanto vale Stephenson se anche al tiro è poco sopra a 1/3… Si ravviva nel secondo tempo, segna e sbaglia.

Biyombo: 6
5 pt. (2/2), 6 rimbalzi, 2 stoppate in 22:53. Intelligente perché non forza e, infatti, è sopra ai .500 in stagione dal campo, in difesa discreto, anche se nel finale Zeller ha la meglio su di lui un paio di volte.

Roberts: s.v.
0 pt. (0/0), 1 palla persa in 2:31.

Clifford: 5,5
Gioca con il materiale che ha, ma arriva a metà tempo e la gara è già andata. E’ solo un’idea, ma a questo punto se non fa giocare Vonleh, la soluzione migliore che possa utilizzare secondo me è cambiare leggermente i ruoli, con Jefferson centro e Biyombo come PF che ha più mobilità potrebbe tentare di spostare Marvin Williams in SF che si avvantaggerebbe in altezza portando un frontcourt alto (contro Detroit potrebbe servire) che supporterebbe meglio anche un piccolo tandem come quello composto da Kemba e Mo Williams in backcourt quando Gerlad per le rotazioni si trovasse in panchina.

Il Punto @ 72

Charlotte-Hornets-New-Logo - Copia
Mancano esattamente dieci partite alla fine della stagione regolare e gli Hornets sono ancora in lotta per partecipare alla post season. La classifica a Est nelle posizioni tra la settima e l’undicesima sembra più simile alle montagne russe di un luna park che a una graduatoria ben definita, tutte le squadre hanno vissuto buoni momenti o pessime situazioni di crisi. Avevamo lasciato 7 squadre in lotta a oggi… i team in lizza sono rimasti 6, con Miami in leggero vantaggio per il settimo posto (che io non ambirei perché si gioca contro Cleveland) e con Detroit che nelle ultime partite ha vinto più volte, ma non sembra poter rientrare nei giochi veramente a una decina di gare dal termine dopo la sconfitta con Miami nella notte. Un negativo 3-7 nelle ultime dieci partite ha determinato lo scivolamento all’undicesimo posto della squadra della Carolina del Nord.

Il record attuale dei Calabroni è 31-41 (.431).

In queste 10 gare gli Hornets incontravano 4 squadre che al momento si trovano sopra i .500 e altrettante sotto i .500, con la particolarità di una doppia sfida contro Bulls e Kings che aumentavano di un’unità le gare sopra e sotto la metà esatta delle vittorie. Le gare casalinghe giocate sono state 4 contro le 6 disputate fuori dalle mura amiche. Sono arrivate solo 3 vittorie e 7 sconfitte, un bilancio negativo considerando le difficoltà affrontate. Il record casalingo è stato di 2-2, mentre in trasferta gli Hornets sono stati corsari, vincendo solo una partita a fronte di 5 sconfitte.

Vediamo nel dettaglio le dieci gare giocate:

63) Vs Sacramento Kings (26-46) L
64) Vs Chicago Bulls (45-29) W
65) @ Utah Jazz (32-41) L
66) @ Los Angeles Clippers (48-25) L
67) @ Sacramento Kings (26-46) L
68) @ Minnesota Timberwolves (16-56) W
69) @ Chicago Bulls (45-29) L
70) Vs Brooklin Nets (31-40) L
71) @ Washington Wizards (41-32) L
72) Vs Atlanta Hawks (55-18) W

In queste dieci partite i Calabroni sembravano tornare a giocare negativamente come a inizio stagione. Problemi in attacco, problemi in difesa, uniti a qualche serata buona da parte di qualche avversario come ad esempio Rudy Gay, che in gara 63 mandava in rovina i piani di Charlotte trascinando i suoi con la gentile collaborazione degli arbitri che nel finale aiutavano con un paio di decisioni originali i Kings. Gara 64 contro i Bulls era da giocarsi ancora alla Time Warner-Cable Arena e gli Hornets dopo essere finiti sotto un diluvio di triple da parte dei Bulls iniziavano la loro rimonta aprendo l’ombrello difensivo e andando a vincere una bella partita anche senza Jefferson, il quale si era fatto male nel secondo tempo contro i Kings. Big Al rientrava per la prima di cinque trasferte, le prime quattro a Ovest; dopo la pesante sconfitta a Salt Lake City contro dei Jazz in piena forma, gli Hornets uscivano a mani vuote anche dallo Staples Center sponda Clippers e da Sacramento. Gli Hornets interrompevano la striscia negativa battendo i Lupi nella foresta di Minneapolis ma perdevano nel ranch di Chicago prima di tornare a giocare in casa una sfida importantissima contro i Nets. Il testa a testa di questa stagione diceva 1-1. Due gare che non avevano storia; la prima con i Nets vincitori sul campo degli Hornets e la seconda con i Calabroni a restituire il favore fuori casa. Charlotte aveva il vantaggio di giocare davanti al pubblico amico la “bella”, visto che quest’anno tra le due franchigie non erano previste altre gare. Alla fine la spuntavano gli ospiti grazie a Brook Lopez, autore di 34 punti, il Re Mida della serata che metteva dentro quasi tutti i tiri presi con la gentile concessione di eccessiva libertà. Contro i Washington Wizards nella Capitale arrivava la terza sconfitta di fila, questa volta maturata dopo due OT. Una doppia beffa per gli Hornets in vantaggio di 4 punti a 14 secondi dalla fine. L’ex New Orleans Hornets R. Butler metteva una super tripla, Clifford non chiamava time-out sulla rimessa degli Hornets e Marvin Williams passava a Taylor, in campo per pochi secondi. L’ala piccola andava in lunetta come un condannato a morte; segnava rischiando di sbagliare il primo libero e poi falliva il secondo. Wall era bravo a pareggiare e la frittata era completata da 3 possibili occasioni degli Hornets con pochi secondi da giocare; nei regolamentari, nel primo supplementare e nel secondo supplementare. Gli Hornets non riuscivano a mettere un tiro e finivano per perdere 107-110. L’atmosfera nel post partita nello spogliatoio dei Calabroni era triste. Sull’orlo del baratro, scivolati all’undicesimo posto, la squadra di Clifford affrontava gli Hawks in casa nell’ultima gara presa in considerazione; Atlanta aveva 3 titolari infortunati e gli Hornets ne approfittavano vincendo 115-100 anche senza MKG fermatosi a Washington per un problema serio alla caviglia sinistra. Le prossime dieci sfide decideranno se la squadra di Jordan parteciperà ai playoffs oppure no. Si parte dall’undicesimo posto. Vediamo il calendario e analizziamolo.
Calendario
73) Vs Celtics
74) Vs Pistons
75) @ Pacers
76) Vs 76ers
77) @ Heat
78) Vs Raptors
79) @ Hawks
80) @ Pistons
81) Vs Rockets
82) @ Raptors

La squadra allenata da Clifford giocherà 5 partite in casa e 5 in trasferta. 6 saranno le sfide contro squadre sotto i .500 (2 contro i Pistons), mentre 4 quelle con franchigie sopra i .500 (2 vs i Raptors). Nella notte avremo una gara fondamentale, uno scontro diretto contro i Boston Celtics. Vincerla significherebbe scavalcare Boston e raggiungere momentaneamente il decimo posto in classifica e avere il vantaggio negli scontri diretti (3-1). Boston arriva da una sconfitta nella notte appena passata contro i Clippers ed è in back to back, che per una volta potrebbe consentirci un leggero vantaggio. Bisognerà stare attenti a chiudere gli spazi sul perimetro per non consentire a Boston triple aperte. La seconda gara sarà contro i Pistons, anche questa alla Time-Warner Cable Arena. Detroit è in ripresa, quindi non sarà una gara facilissima come si prospetta sulla carta guardando la classifica, ma gli Hornets se vogliono raggiungere i playoffs dovranno controllare i tabelloni e limitare il play dei Pistoni giocando con energia e intensità. Si andrà poi a Indianapolis a giocarsi un altro scontro diretto con gli Hornets in svantaggio 1-2 avendo perso due partite all’ultimo secondo contro i gialloblù. Anche la vittoria degli Hornets è arrivata al supplementare. Episodi potrebbero decidere una gara in una serie molto equilibrata, sebbene gli Hornets abbiano perso MKG. Si proseguirà affrontando i 76ers in una gara assolutamente da vincere, anche se in back to back. Sarà a Charlotte e Phila ormai è eliminata da un pezzo, c’è tutto da perdere insomma ma se non si vince questa partita addio playoffs. Questa gara sarà domenica notte e chiuderà il ciclo della settimana di Charlotte. Da questi quattro risultati dipenderà il futuro degli Hornets. Potrebbero rilanciarsi o uscire dalla scena definitivamente. Rimarrà poi ancora una settimana e mezza da giocare. I Calabroni voleranno a Miami in un altro scontro diretto con la squadra di Jordan in vantaggio nella serie 2-1. Giovedì notte in back to back avremo un’altra gara contro Toronto, in una serie che ci vede in vantaggio 2-0. Seguiranno le trasferte ad Atlanta e Detroit in back to back a chiudere domenica notte la settimana e a raggiungere l’ottantesima partita. Arrivati a questo punto, bisognerà vedere la classifica, se queste squadre non avessero più molto da dire potrebbero anche non giocare alla morte, così come Houston che avremo alla penultima. La gara sarà casalinga, bisognerà vedere se i Rockets saranno affaccendati in difesa o a raggiungimento di un obiettivo. L’ultima partita sarà in Canada ancora contro i Raptors, stesso discorso delle altre tre citate, valido anche per Charlotte.

Backcourt

Charlotte ha la miglior difesa dell’intera NBA da gennaio (concede 97,3 punti ogni 100 possessi) ma l’attacco è decisamente tra i peggiori nonostante l’arrivo in squadra di Mo Williams, il quale spesso sta finendo per giocare minuti accanto a Kemba Walker in una soluzione con un doppio playmaker rischiosa. L’idea è quella di aprire il campo, ma gli avversari a volte traggono beneficio dalla difesa non proprio eccezionale dei due. Walker si fa tagliare fuori dai blocchi alti a volte e Mo non è sempre irreprensibile, inoltre un doppio play costa cm quando gli avversari tentano triple o jumper. Clifford dovrà valutare gara per gara a seconda delle caratteristiche degli avversari il loro corretto impiego. Gerald Henderson invece che accompagna spesso insieme a Lance Stephenson i due play sarà importante in fase realizzativa. Nelle ultime due gare Gerald ha forzato di meno, tirando con maggiori percentuali dal campo, decisamente un fattore contro gli Hawks e contro i Wizards ha preso 14 rimbalzi, il suo massimo in carriera. Per Gerald 70 partite giocate e 2025 minuti sul parquet. E’ il giocatore che ha disputato più partite e accumulato il maggior numero di minuti in stagione per gli Hornets. Stephenson è il secondo Hornet per numero di assist forniti (239 contro i 268 di Walker). Mo Williams che guida la classifica assist con 7,0 a partita, aveva saltato la pratica al tiro il giorno prima della partita a Washington per problemi a un ginocchio ma contro Atlanta è sembrato essere in forma, tuttavia per il ginocchio lo staff medico di Charlotte dovrà fare un attento monitoraggio per il resto della stagione e potrebbe essere tenuto fuori dalle attività di pratica per preservare il suo corpo.
Lance Stephenson continua a essere altalenante e il suo gioco ormai si è capito. Dipende poi dal minutaggio che Clifford gli concede sul campo. Non è stato l’uomo che ci ha fatto fare il salto di qualità, probabilmente gli Hornets dopo non essere riusciti a prendere Hayward dei Jazz, hanno cercato Lance che non è però un grandissimo realizzatore sebbene le sue statistiche l’anno scorso con i Pacers fossero migliorate. Alla fine l’impiego sul campo contemporaneamente di Walker e Stephenson si è dimostrato negativo e coach Clifford si è dovuto arrendere impiegando Hendo come SG titolare e concedendo a Lance impieghi part-time. Il suo essere in serata potrebbe dare qualcosa di più dalla panchina, specialmente ora che MKG è fuori. Ora che Jefferson ha problemi al ginocchio avremo più bisogno dei giocatori in backcourt con minutaggio da “titolari”, sperando possano aumentare la loro precisione al tiro. Walker nelle ultime partite dal campo ha tirato con il 32,6% (46/141), appena tornato dall’infortunio ha pagato un po’ di ruggine, ma ora c’è bisogno anche del suo talento per riemergere. Mo Williams è andato leggermente meglio con il 37,6% (58/154) e Henderson è andato molto bene limitando i suoi tiri (58/125) e ottenendo un buon 46,4%. Mo Williams e Kemba Walker guidano la classifica punti rispettivamente con 18,9 e 17,9 punti a partita. Chi invece non sta trovando spazio è Brian Roberts. Con l’arrivo di Mo Williams è passato nelle gerarchie a terza scelta come play e si è visto solo a Salt Lake City, dove ha fornito una prestazione scarsa e nell’ultima partita con Atlanta ha collezionato pochissimi minuti. Con un 57/63 (90,5%) guida la classifica dei tiri liberi se escludiamo Pargo con il suo 2/2. Troy Daniels è finito in lista infortunati e ha giocato poco solo a Salt Lake City mettendo un paio di canestri dalla distanza. Purtroppo per lui è dietro a Lance nelle gerarchie, anche se ha dimostrato con un paio di triple, di poter essere un buon sharpshooters.
Shooting Forward
Kidd-Gilchrist si è infortunato nel secondo tempo con Washington e probabilmente questo c’è costato la sconfitta nella capitale. Ha lasciato lo spogliatoio di Washington con le stampelle. Per lui si parlava di circa una settimana ancora di stop ma adesso addirittura si parla di “questionable” contro Boston. Forse potrebbe rientrare o forse no, l’importante è non forzare per aggravare l’infortunio. Perdere Kidd-Gilchrist per un certo periodo di tempo sarebbe un duro colpo per una squadra che è stata ferita devastantemente tutta la stagione. Jefferson ha detto su di lui: “E’ il nostro miglior difensore, uno dei motivi più importanti per essere una buona squadra in difesa.” MKG però è importante anche in attacco, sotto le plance avversarie ha catturato ben 109 rimbalzi ed è secondo precedendo Jefferson di 11 rimbalzi. E’ secondo (dietro a Jefferson) anche nella classifica dei rimbalzi difensivi. Per sostituirlo coach Clifford sembra puntare su Jeff Taylor, l’uomo che insieme proprio al nostro allenatore, c’è costato la sconfitta a Washington. Jeff ha mancato un libero cruciale e Washington dopo due supplementari è riuscita a vincere. Probabilmente Clifford lo considera un difensore migliore del rookie Hairston che era stato fatto fuori da Clifford dicendo che P.J. non aveva trovato un modo di adattarsi al gioco dei compagni. Hairston però ha finito per giocare le ultime due partite e contro i Falchi è stato perfetto dal campo ma lascia anche qualche falla in difesa sebbene l’energia messa in campo contro gli Hawks potrebbe far ben sperare per un suo contributo dalla panchina.

Front Court
Al Jefferson è tornato ad aver problemi fisici che lo stanno un po’ limitando. Uscito nella prima gara disputata contro Sacramento ha dovuto saltare la partita interna con Chicago, poi però è riuscito a rientrare per il viaggio di cinque trasferte consecutive scendendo in campo subito. Il ginocchio gli da tormento e anche se lui dichiara che è abbastanza bravo a trattare con il dolore e non cerca alibi, Charlotte tuttavia sta soffrendo il suo stato di forma precario che lo più rende vulnerabile in difesa e meno coordinato e preciso in attacco. Ha comunque segnato 31 punti e preso 10 rimbalzi contro Washington in un doppio OT perso. Nel post partita ha dichiarato: “Abbiamo avuto occasioni, troppe occasioni per vincere”. Big Al in attacco ci sa fare, giocatore vecchio stampo, ha movimenti interessantissimi in post basso. Speriamo che riesca a realizzare molti punti in questo finale nonostante in una settimana gli abbiano drenato due volte il fluido dal ginocchio. Bismack Biyombo continuerà a fare la riserva di Big Al se questi starà bene e il suo contributo difensivo sta tornando piano piano ai suoi livelli dopo l’infortunio. In attacco riesce a farsi trovare talvolta appostato bene per la dunk o il rimbalzo offensivo. Dalla lunetta ha fatto progressi e questo è importante. Con il 54,1% è sempre lui a guidare la FG% di Charlotte ed è davanti a tutti con 1,4 stoppate a partita nella classifica dei blocchi. Cody Zeller in questa decina di partite non ha giocato. Si era fatto male alla spalla contro Washington in gara 62 e il tentativo di rientro dopo le terapie effettuate non è andato bene. A Sacramento ha fornito una prestazione insufficiente per colpa delle sue condizioni che l’hanno costretto a non rientrare più sul parquet. Non sarà un fenomeno, ma la sua energia, il suo dinamismo e i suoi cm che servono da protezione anche ad Al Jefferson servirebbero più di un Marvin Williams che mette qualche tripla ma potrebbe farlo anche uscendo dalla panchina, avvantaggiandosi in un momento in cui anche il team avversario è impegnato nelle rotazioni. Tira con il 36,6% da 3 punti ed è primo se si eccettuano i tiratori occasionali. Tornando a Zeller, dopo aver saltato 9 delle ultime dieci partite sembra che possa rientrare nella notte per giocare contro i Celtics, lo shootaround è stato positivo, anche se non si sa quanti minuti potrà giocare. Jason Maxiell sta giocando abbastanza. Senza Zeller e con Jefferson dolorante Clifford l’ha provato ma con scarsi risultati. Un attacco pessimo e una difesa che si basa su stoppate e qualche rimbalzo, anche se basta una finta per farlo abboccare sovente. Vonleh come Roberts, Hairston e Taylor ha giocato pochissimi minuti. Clifford non lo vede, anche se il rookie è pur sempre un giocatore tra i primi 10 scelti. Sembra pronto rispetto a qualche tempo fa, piuttosto che far giocare Maxiell, io lo proverei per qualche minuto.
L’attacco di Charlotte segna 95,0 punti a partita (lo 0,2 in più rispetto ai 94,8 punti di dieci partite fa) e passa dal precedente 27° posto al 26° tra tutte le 30 squadre NBA. La difesa invece subisce 97,1 punti di media (+ 0,3 rispetto ai 96,8 concessi fino a 10 partite orsono) ma in classifica è passata dalla 6^ posizione alla 4^.
La squadra ha tirato con il 42,3% dal campo in stagione ma nelle ultime 5 gare ha tirato con il 42,0% che non si discosta poi molto. Da tre punti Charlotte tira con il 31,8% ed è ultima in questa particolare classifica. Un delitto per la squadra dove aveva giocato Dell Curry.
Queste le zone di tiro arrivati alla sessantaduesima partita giocata con Charlotte calda da 3 punti solo dall’angolo sinistro:

campho

Sotto, la classifica con la media dei voti dei giocatori che ho assegnato (senza pretese) in tutte le gare disputate a oggi:
Classifica Provvisoria:
01) Mo Williams: 6,57 *voto, partite (20 in questo caso) nelle quali ha preso un voto valido, posizione rispetto alla propria precedente classifica (= in questo caso), % rispetto al proprio voto precedente (-0,63 in questo caso).
02) M. Kidd-Gilchrist: 6,38 (55) +2 (-0,02)
03) A. Jefferson: 6,37 (62) -1 (-0,11)
04) K. Walker: 6,37 (52) -1 (-0,07)
05) J. Pargo: 6,20 (5) = (0,00) Fuori Roster
06) G. Henderson: 6,17 (69) +1 (+0,04)
07) B. Biyombo: 6,13 (52) -1 (-0,03)
08) N. Vonleh: 6,04 (12) +1 (+0,09)
09) C. Zeller: 6,01 (62) -1 (-0,03)
10) Marvin Williams: 5,92 (68) = (-0,01)
11) L. Stephenson: 5,92 (58) = (+0,04)
12) B. Roberts: 5,87 (62) +1 (=0,00)
13) P.J. Hairston: 5,84 (35) +2 (+0,04)
14) T. Daniels: 5,83 (3) +3 (+0,33)
15) J. Maxiell: 5,81 (49) -1 (0,04)
16) J. Taylor: 5,81 (16) -4 (0,07)
17) G. Neal: 5,74 (43) -1 (=0,00) Fuori Roster
Coach Clifford: 5,88 (72) (-0,06)

Game 72; Charlotte Hornets Vs Atlanta Hawks 115-100

Sottotitolo; SussultHornets

Risultato che ha dell’incredibile.
Gli Hornets battono per la seconda volta in stagione la capofila Atlanta e tornano a sperare in ottica playoffs.
Non sarà facile ma ora la palla passa ai ragazzi di Clifford che hanno dovuto fare a meno di Kidd-Gilchrist, in borghese accanto ai compagni. Anche Atlanta è scesa alla Time-Warner Cable Arena menomata, numerosi infortuni hanno colpito la squadra di Budenholzer; Scott, Teague, Korver e Millsap erano veramente l’ossatura della squadra, questo non sminuisce il lavoro di Charlotte, abile a sfruttare dal campo le libertà concesse dagli avversari che in ogni caso avevano appena battuto gli Hawks e conservano una struttura di gioco offensivo degna di rispetto nonostante e indipendentemente dalle assenze.
Gli Hawks non hanno regalato nulla ma sono sembrati più in prova da playoffs, giocandosela ma stando attenti a non esagerare per ritrovarsi con qualche altro infortunato. Non hanno giocato alla morte ma ci hanno provato.
Il sussulto di Charlotte potrebbe valere molto e avere risvolti positivi se i Calabroni dovessero battere anche Boston e le altre rivali, trovando continuità nelle prossime partite.

Muscala non fema Henderson scatenato con un 9/10 dal campo nella notte per 20 punti finali.

Muscala non fema Henderson scatenato con un 9/10 dal campo nella notte per 20 punti finali.

Gli Hawks a Charlotte schieravano in uniforme blu con; Schröder, Jenkins, Bazemore, Muscala, E. Brand, per Charlotte (in bianco) invece; Walker, Henderson, Taylor, Marvin Williams e Jefferson erano i prescelti da coach Clifford.

Una volta tanto gli Hornets vincevano la palla a due ma non riuscivano a passare in vantaggio poiché Marvin Williams sbagliava il tiro in entrata, chi non falliva era Dennis Schröder che seguendo il copione di Marvin sbloccava il risultato.
Per un fallo di Bazemore su Taylor a 11:01 gli Hornets si portavano in lunetta con la loro ala piccola, reduce dal terribile errore contro i Wizards la scorsa notte; questa volta Jeffrey non aveva problemi e segnava entrambe le conclusioni tentate riportando la gara in parità, almeno fino al canestro di Brand che segnava con un tiro all’altezza della linea dei liberi. Henderson inaugurava la sua serata magica andando a segno dal lato medio destro con un tiro in sospensione dalla difficoltà enorme visto che su di lui c’erano ben due giocatori a contrastarlo.
Gerald si ripeteva a 9:26 con un tiro leggermente più in diagonale dallo stesso lato, il risultato era sempre il fondo del secchiello e gli Hornets sorpassavano gli Hawks (6-4).
La SG degli Hawks Jenkins non era d’accordo sulla manovra degli Hornets ed effettuava il controsorpasso con una tripla, Bazemore aggiungeva sprint alla manovra degli Hawks colpendo dal corner destro per il 6-10, e quando anche Muscala dalla baseline sinistra centrava l’obiettivo, gli Hornets erano costretti a chiamare time-out.
A 6:32 gli Hornets accorciavano a -4 con due FT di Walker ma Schröder otteneva due liberi e andava a copiare Kemba per un 2/2 che muoveva il tabellone sull’8-14.
A 5:55 Taylor portava gli Hornets in doppia cifra; rimessa dal fondo di Jeffrey, passaggio per Hendo che vedeva il movimento in backdoor di Taylor (lasciato completamente libero di correre verso canestro) e lo serviva con un magnifico passaggio teso (in diagonale) di ritorno per la dunk della nostra ala piccola.
Quaranta secondi dopo Kemba Walker segnava una tripla from downtown riportando a contatto (13-14) gli Hornets che con lo stesso play altri 30 secondi più tardi potrebbero passare in vantaggio, ma l’entrata non andava a buon fine, però Big Al catturava un primo rimbalzo, falliva l’occasione, si prendeva il suo rimbalzo e convertiva per il secondo sorpasso Hornets.
A 4:26 Walker in transizione ubriacava la difesa di Atlanta appoggiando in maniera fantasiosa ed eludendo qualsiasi tentativo di stoppata, mentre a 3:51 un open da 3 punti targato Henderson dalla sinistra mandava sul 21-14 i padroni di casa.
Jenkins rispondeva con due punti ma Henderson rispondeva all’avversario lasciandolo sul posto e segnando in appoggio sul lato sinistro del canestro i punti del 23-16.
Le squadre si combattevano; Muscala contro Hairston nel pitturato aveva la meglio, poi era Marvin Williams con un jumper dalla diagonale sinistra a portare sul 25-18 la partita, il divario aumentava grazie a un’entrata di Hairston (1:30) bella ma rischiosa, infatti, la palla si arrampicava con le manine dopo essere stata appoggiata in maniera tenue sul primo ferro. Bazemore stabilizzava il primo quarto segnando quattro punti per il 22-27, punteggio che sarà anche il finale di primo quarto poiché Atlanta non segnerà più; uno sfondamento di Sefolosha su Mo Williams e un errore dello stesso giocatore in divisa blu lasciavano a Charlotte 5 punti di vantaggio in attesa del secondo quarto.

Biyombo sostituisce i minuti mancanti a Big Al; 9 punti, 11 rimbalzi e 3 stoppate per il centro congolese in serata.

Biyombo sostituisce i minuti mancanti a Big Al; 9 punti, 11 rimbalzi e 3 stoppate per il centro congolese in serata.

La seconda frazione si apriva a favore degli Hawks che sfruttavano momentaneamente la panchina di Charlotte un po’ disattenta.
A 10:32 arrivavano 3 punti di Mack e gli Hawks si riportavano avanti 27-28.
A 10:15 Maxiell ben servito da Mo trovava abbastanza spazio per segnare da sotto ridando un punto di vantaggio a Charlotte, Jenkins mancava un tre punti contro Hairston e Bazemore (che rimaneva a terra sul contatto) andava a commettere un blocking foul sull’entrata di Lance che sfruttava l’occasione dei liberi a metà splittando per il 30-28 a 9:54.
Schröder con 3 punti presi da fronte a canestro a 9:43 rimandava indietro gli Hornets di un punticino, ma Hairston dimostrava di essere in forma rendendo la partita ancor più vivace 13 secondi dopo; tiro da tre punti e bucket!
Il jumper di Brand non funzionava, così gli Hornets iniziavano a carburare; a 9:08 una veloce e decisa entrata di Stephenson con appoggio al vetro incrementava il punteggio dei nostri, a 8:43 Maxiell attaccando nel pitturato attirava su di sé le attenzioni dei georgiani d’America che si chiudevano, ma l’assist a una mano in allungo dava la possibilità a Biyombo di trovarsi abbastanza libero (con spazio) appostato a sinistra del canestro, Biz andava su e schiacciava in faccia agli Hawks subendo anche il fallo.
Il gioco da 3 punti era completato a cronometro fermo.
Gli Hawks perdevano banalmente una palla con Schröder, il quale passava un pallone in orizzontale a un compagno in contromovimento; palla fuori e rimessa Hornets.
La squadra di Clifford la sfruttava con Lance che a 8:16 andava a segnare con un floater. Schröder segnava da 3 punti approfittando di una chiusura morbida di Mo ma a 7:41 Hairston alzando la parabola a una mano in entrata concedeva agli Hornets 8 punti di vantaggio che diventavano 11 (45-34) quando lo stesso indiavolato P.J. segnava una tripla approfittando della chiusura in ritardo di Jenkins. Atlanta, che ora non vedeva più la targa degli Hornets, reagiva, prima Muscala era sfortunato perché trovava al limite del goaltending (ma buona) Maxiell, il quale con ottimo tempismo andava a mettere una stoppata importante, tuttavia Jenkins trovava due volte la via della retina da oltre l’arco restituendo a P.J. Hairston i punti presi.
Sul 45-40 Clifford chiamava time-out.
Le squadre rientrate in campo sbagliavano alcuni tiri, tra questi si annotava l’unico errore dal campo di Henderson, finiva per segnare Muscala in schiacciata a 4:29 che riportava a un possesso lungo i blu.
A 3:59 Marvin Williams metteva dentro con una penetrazione e una specie di arresto e tiro veloce ma Sefolosha dal corner sinistro a 3:28 indovinava la tripla riportando i Falchi a sole due lunghezze di svantaggio. A 2:24 Mack trovava anche il pareggio a quota 49 con un movimento a ricciolo che lo portava a tirare da posizione frontale con un buon vantaggio sul difensore.
Gli Hornets fortunatamente una volta tanto trovavano un grande alleato nel ferro benevolo verso Marvin Wlliams; la flipperata sul tiro da 3 punti valeva il 52-49 ma soprattutto era importante per rimanere avanti e anche se Atalnta segnava due punti, ci pensava Taylor dalla linea di fondo sinistra a far fuori 3 giocatori in dribbling per andare a schiacciare il pallone nel canestro.
Il secondo quarto si concludeva con un’altra tripla di Marvin Williams a 1:06 e con un libero di Bazemore a 53 secondi dall’intervallo raggiunto dalle due squadre sul punteggio di 57-52 Hornets.

La ripresa iniziava con la pressione degli Hornets che facevano perdere palla ad Atlanta e con un palo di Taylor (colpiva il lato del tabellone malamente in jumper) che finiva tuttavia per segnare sulla stessa azione dopo un rimbalzo conquistato dai Calabroni.
Un open da oltre l’arco di Bazemore spostava il punteggio sul 59-55, Henderson in penetrazione segnava ma Brand e Bazemore che riceveva da Schröder un passaggio schiacciato preoccupavano gli Hornets, tornati ad avere due soli punti di vantaggio.
A 9:03 un fallo sul tiro di Walker (palla sputata fuori dall’anello) costava un punto (uno su due ai liberi) agli Hawks che subivano a 8:44 anche una transizione; da una rubata di Marvin Williams usciva l’assist di Kemba per la schiacciata roboante di Henderson.
Schröder non mollava andando a mettere due punti, ma stasera Henderson era in serata di grazia e segnava da tre punti dall’angolo destro mentre sotto canestro una spinta di Marvin (dopo il tiro) faceva volare Schröder per terra.
Il play di colore mezzo tedesco non ci stava e scalciava Marvin, il quale non la prendeva bene, ma anche i protagonisti della rissa sfiorata prendevano qualcosa; un doppio tecnico…
A 7:45 s’infiammava anche Kemba; penetrazione dalla destra e numero sul salto con tiro da circo vincente, a 7:25 un jumper di Henderson rubava per un attimo la scena a Kemba che si faceva ritrovare pronto all’appuntamento offensivo a 6:36 con un tiro frontale lungo, ottima separazione con lo step-back e Muscala era battuto, infine a 6:00 le sue finte di crossover unite allo step-back lo portavano a segnare il 75-63 dalla diagonale destra con un bel tiro in ritmo.
Atlanta senza play titolare si affidava a Schröder che metteva una tripla ma a 5:28 Walker aveva ancora qualcosa da dire segnando il 77-66. Walker era poi stoppato da Brand a 4:40 nonostante una penetrazione con palla fatta passare dietro la schiena, ci pensava Biyombo allora a procurarsi un fallo per andare in lunetta a segnare due liberi.
A 4:02 Mack per Brand era un asse che consentiva al lungo degli Hawks di segnare due facili punti in layup.
Biyombo andava a segnare ancora in schiacciata, Mo Williams a 3:00 from the elbow colpiva e Charlotte si portava sull’83-69 prima che Bazemore a 2:24 segnasse dal lato destro 3 punti grazie a una transizione.
I canestri si susseguivano e Biz a 1:11 continuava a dare qualcosa anche in attacco con un buon gancio dopo aver rischiato di commettere passi sotto il canestro raddoppiato.
Tre punti di Muscala lasciato troppo libero erano “annullati” da Marvin Williams, il quale godeva di troppa libertà come il giocatore degli Hawks e stampava il finale del terzo quarto sul 90-76.

Mo Williams con 18 punti dalla panchina diventerà fondamentale nel finale.

Mo Williams con 18 punti dalla panchina diventerà fondamentale nel finale.

Con 14 punti di vantaggio gli Hornets si affidavano ai giocatori in rotazione dalla panchina per conservare i punti di vantaggio, fino a questo momento la panchina di Charlotte aveva oscurato 28-2 quella di Atlanta.
Gli Hornets tirando dal campo con il 53,8% stavano sicuramente disputando una buona gara ma Biz non riusciva a concludere facendosi rubar palla e Atlanta andava ancora con la tripla sembrando voler provare questa situazione in vista dei playoffs.
Per la cronaca la tripla era di Daye ed era buona, però a 11:24 un fallo leggero chiamato sul tiro di Hairston consentivano al nostro rookie di mandare a bersaglio due liberi e di portare Charlotte sul 92-79.
Muscala si confermava un buon tiratore mettendo dentro un altro 3 punti, aiutato dal giro palla degli Hawks che gli consentiva di avere un po’ di spazio dall’angolo sinistro.
Due liberi del play di riserva degli Hawks riportavano a -8 gli ospiti ma uscendo da un doppio blocco Mo Williams era velocissimo a girarsi e a sparare una tripla da manuale presa da 45° destra.
Tre punti ossigeno a 10:17 che ridavano un vantaggio in doppia cifra (95-84) ai teal & purple.
Antic a 9:55 replicava con spazio da pampa argentina ma a 9:32 ci pensava ancora Mo a togliere le castagne dal fuoco; passaggio per Maxiell che si era venuto a trovare in posizione di top of the key, scatto da destra verso il centro di Mo che riceveva il passaggio di ritorno da Jason e tripla quasi frontale (leggermente a sx del canestro) pesantissima per il 98-87.
Gli Hawks trovavano un canestro fortunato ma ormai era troppo tardi; a 7:45 Kemba con un jumper dalla media portava a 101 i punti dei bianchi, 22 secondi dopo Jenkins segnava ma Mo faceva capire di essere on-fire nel finale andando a mettere un tiro forzatissimo in uno contro uno preso dal lato sinistro a ridosso della linea dei 3 punti.
Day segnava due punti e Bazemore in entrata cercava di riavvicinare un po’ la squadra della Georgia ma Biyombo tornava agli antichi splendori andando in stoppata a cancellare il tentativo del n°24 avversario.
Marvin Williams mancava la tripla, Biyombo prendeva il rimbalzo e dava la possibilità a Mo di tirare a 5:55.
Indovinate il risultato… 3 punti e 106-93.
Mo Williams a 5:07 aumentava il bottino personale con due liberi come Henderson che andava a 3:11 a mettere altri due punti in più sul suo tabellino con un jumper medio dalla sinistra che valeva il 110-95.
Da segnalare nel finale un’altra bomba sganciata da Mo Williams dalla diagonale destra da ben oltre l’arco e il canestro di Walker che a :38.0 secondi chiudeva le ostilità sul 115-100.

Charlotte è stata superiore in quasi tutte le statistiche. Un problema è chiudere meglio sull’arco.
Gli Hawks hanno tirato bene (50% da tre) ma sono stati aiutati in qualche occasione da una difesa deficitaria sul perimetro.
Atlanta dimostra di saper giocare la palla con 4 assist in più di Charlotte che comunque ha tirato con un ottimo 52,5% dal campo e ha vinto la lotta a rimbalzo 42-36.

chaatlsta

Voti

Walker: 7,5
21 pt. (7/19), 5 rimbalzi, 6 assist. On fire questa volta al momento giusto. Lui si accende e Atlanta si spegne. Quattro canestri nella fase decisiva, uno da circo.

Henderson: 9
20 pt. (9/10), 5 rimbalzi, 4 assist. Gerald sbaglia solo un tiro dal campo. Non prende 14 rimbalzi come ieri notte (suo massimo in carriera) ma spreca meno energie che gli consentono una maggior precisione.

Taylor: 6,5
9 pt. (3/6), 2 rimbalzi, 2 assist in 27:03. Clifford gli concede fiducia dopo la notte di ieri. Lui fa una discreta gara, anche se non è la prima, né la seconda, tantomeno la terza opzione offensiva, ecc..

Marvin Williams: 7
17 pt. (6/14), 5 rimbalzi, 3 assist. A parte un air-ball da 3 punti questa sera è fondamentale sul 49 pari per farci rimanere avanti, finire a metà gara sotto sarebbe potuto essere negativo per la testa dei giocatori. Importante contributo punti.

Jefferson: 6
2 pt. (1/5), 6 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate in 17:18. Esce di scena e lo si vede nell’ultimo quarto in panca con una persona che lo aiuta a estendere la gamba. Le sue smorfie fanno pensare a un dolore in aumento, anche se Big Al dice che è abituato a conviverci. Male al tiro, salva la prestazione con rimbalzi e due stoppate.

Biyombo: 7
9 pt. (3/6), 11 rimbalzi, 1 assist, 3 stoppate. Notevole in difesa. Oscura tre volte la sfera arancio con la sua nera mano, oscuro presagio per chi degli Hawks si trovava sulla sua traiettoria.

Hairston: 7
12 pt. (4/4), 2 rimbalzi, 2 rubate in 19:35. Perfetto dal campo e ai liberi fa 2/2. Si prende anche qualche punto in faccia dal suo avversario, deve migliorare in alcune chiusure, anche se a volte generosamente cerca il recupero. Positivo il suo utilizzo. Da 3 punti fa 2/2.

Stephenson: 6,5
5 pt. (2/5), 2 rimbalzi, 1 assist in 07:51.

Mo Williams: 7,5
18 pt. (6/9), 1 rimbalzo, 4 assist. Se non fosse per le 4 palle perse e una difesa che non è così buona sarebbe da 8. Nel finale sfodera diversi colpi dal suo arsenale e contribuisce a tenere a bada il possibile rientro di Atlanta.

Maxiell: 6,5
2 pt. (1/2), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata in 11:36. Minuti intensi per lui, bravo nello smistare assist, discreta prestazione culminata con la bella stoppata già descritta.

Roberts: s.v.
0 pt. (0/0), 1 assist. Commette due falli e distribuisce un assist ma dura sul parquet solo 03:38, almeno si rivede. Chissà che Clifford lo impieghi un po’ di più nel finale di stagione.

Coach Clifford: 6,5
Gli Hawks gli semplificano la vita e i suoi ragazzi anche andando spesso a segnare. Bisogna chiudere quei dannati spazi sul perimetro, da lì non possiamo concedere a Boston quello che abbiamo concesso ad Atalanta stasera. Time-out questa volta al momento giusto, ma la partita si era incanalata bene.

La Classifica a Est il 28/03/2015

Charlotte è scesa all'undicesimo posto a Est. Le ultime gare perse, sebbene combattute, hanno visto gli Hornets uscire sempre sconfitti dal campo. Nella notte si giocherà contro Atlanta in casa la sfida della disperazione, forse senza MKG problemi alla caviglia) e con Mo Williams e Al Jefferson aventi un ginocchio a testa malandato. Paradossalmente contro i Wizards sono stati tra i migliori dei Calabroni.

Charlotte è scesa all’undicesimo posto a Est. Le ultime gare perse, sebbene combattute, hanno visto gli Hornets uscire sempre sconfitti dal campo. Nella notte si giocherà contro Atlanta in casa la sfida della disperazione, forse senza MKG problemi alla caviglia) e con Mo Williams e Al Jefferson aventi un ginocchio a testa malandato. Paradossalmente contro i Wizards sono stati tra i migliori dei Calabroni.

Game 71; Charlotte Hornets @ Washington Wizards 107-110 (2 OT)

Sottotitolo; MalediziHornets

A parte la naturale ed edulcorata imprecazione che sovviene in mente quando si perde dopo due supplementari con la partita in pugno, qualcosa di maledetto aleggia su questa dannata stagione di Charlotte.
Anche sul campo dei Maghi, gli Hornets tramutano una possibile W in una L. Nonostante tutte le pecche che gli Hornets stanno dimostrando sul parquet, le scriteriate scelte di Clifford e una fase di rilassamento in cui Washington si è avvantaggiata per prendere un vantaggio in doppia cifra, gli Hornets sembravano aver in mano la gara a pochi secondi dalla fine, purtroppo però le scelte di Clifford più un po’ di sfortuna (grave infortunio per Kidd-Gilchrist durante la partita) hanno costretto gli Hornets a due tempi supplementari nei quali anche qualche giocatore degli Hornets ha contribuito a far si che il sortilegio non si spezzasse.
Nella notte solo Miami (la squadra messa meglio in classifica) ha perso. Brooklyn è riuscita a battere Cleveland e Boston come previsto ha avuto ragione di New York al Madison Square Garden.

Michael kidd Gilchrist ci prova con una delle sue entrate. Brutto infortunio per lui. Si parla di cavigia slogata, vedremo...

Michael Kidd-Gilchrist ci prova con una delle sue entrate. Brutto infortunio per lui. Si parla di cavigia slogata, vedremo…

Charlotte (in tenuta viola) alla ricerca di vittorie scendeva sul parquet senza Zeller e Daniels infortunati, schierando; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Marvin Williams e Jefferson. Washington con l’uniforme biancorossoblù casalinga rispondeva con; Wall, Beal (recuperato), Pierce, Nenè e Gortat.

Dopo un paio di attacchi andati a vuoto P. Pierce portava in vantaggio Washington con una finta di corpo e tiro in sospensione su MKG, il quale perdeva il duello anche in attacco facendosi stoppare all’ala piccola dei Wizards, anche se erano solo le prove per il nostro n°14.
Mentre Gortat si faceva irretire dalla difesa di Marvin Williams, Henderson a 10:42 dal lato destro sprigionava una tripla solo cotone portando avanti Charlotte 3-2, vantaggio che si estendeva grazie all’entrata di MKG in transizione.
Il fallo speso dai Wizards sulla nostra ala costava un gioco da 3 punti alla squadra di casa e i Calabroni si portavano sul 6-2 ma Washington reagiva e pareggiava con un canestro in sottomano di Pierce a 9:14.
Quindici secondi dopo Marvin Williams con un tiro da due punti preso dal lato sinistro (quasi da 3 punti) segnava l’8-6 ma i Wizards ribaltavano il match con Wall dal mid range e con Gortat che segnava abbastanza facilmente nonostante sulla stessa azione in precedenza Kidd-Gilchrist avesse cancellato il tentativo di Wall.
Clifford chiamava il time-out a 8:07 e sette secondi dopo un passaggio di Walker per Jefferson ristabiliva la perfetta parità grazie al tiro ravvicinato dal pitturato di Big Al che veniva toccato da Gortat sul ginocchio e iniziava a zoppicare, questo non gli impediva, dopo un canestro dei Wizards (realizzato Nenè su assist verticale di Gortat), di pareggiare nuovamente la partita a quota 12.
Washington però non si fermava in attacco e Nenè segnava facilmente contro Marvin Williams ma rispondeva nuovamente tennisticamente Charlotte che ribatteva colpo su colpo, questa volta con MKG che dopo una finta lasciava partire un morbido jumper dal mid range destro che incontrava solo la retina.
Beal in appoggio non incontrava resistenze serie e segnava il 14-16, poi un air-ball per parte; quello di Kemba da 3 punti ci costava la transizione di Wall che si trovava solo contro un Jefferson menomato, facile per lui appoggiare al ferro nonostante Hendo in disperato rientro.
Charlotte iniziava a giocar male e a staccarsi; un passaggio laterale di Walker per Henderson fuori misura terminava in rimessa laterale, Biyombo veniva stoppato e Kidd-Gilchrist falliva un tiro in sospensione, Maxiell faceva una buona cosa in difesa frapponendosi al passaggio verticale e lanciando MKG in attacco selvaggio, ma il fallo lo costringeva alla lunetta e l’uno su due a 4:20 lasciava gli Hornets indietro di tre lunghezze (15-18).
Walker riusciva a portare il distacco a un punto con un tiro dal pitturato ma Charlotte si fermava in attacco dove Gortat stoppava Kidd-Gilchrist, ne approfittava l’attacco di Washington per portare la partita sul 17-24 con due tiri liberi messi da Wall a 2:01 dalla fine del primo quarto. Charlotte tornava a segnare a 1:45 con un jumper di Mo Williams, ma i Wizards allungavano ancora e con un canestro di Wall chiudevano la prima frazione in vantaggio 19-28.

Il secondo quarto iniziava con due punti di Stephenson con la sospensione classica imitata da Mo Williams a 11:08.
Il recupero di 4 punti di Charlotte era dimezzato da due liberi di Gooden a 10:25; sul suo pump fake Maxiell era una slavina e lo travolgeva consegnando il 23-30 al giocatore dei Maghi.
A 9:44 Lance trovava Mo Williams che schermato da Marvin Williams metteva una tripla di riavvicinamento (26-30), ma Beal sull’errore al tiro di un compagno andava a correggere schiacciando.
Anche Biyombo vorrebbe mettere una jam ma a 9:11 l’intervento irregolare di Seraphin spostava Biz in lunetta dove splittava solamente. Charlotte subiva la tripla di Beal e provava ancora a ripagare con la stessa moneta; sulla conclusione di Mo Williams da 3 punti però Washington commetteva nuovamente fallo e il nostro play si recava in lunetta dove metteva un 2/3 per il 29-35.
Gooden segnava da 3 punti a 8:08 da posizione frontale e Charlotte gettava via una palla dalla rimessa dando una comoda possibilità a Gooden di portare a 11 i punti di vantaggio dei capitolini.
Hairston, entrato nel secondo quarto, a 7:35 sprigionava una tripla ma ancora Gooden rispondeva da oltre l’arco per colpa di una timida difesa di Marvin Williams.
P.J. cercava di dare qualcosa all’attacco di Charlotte; prima con una tripla (fallita) e poi andando ad attaccare il canestro.
La sua iniziativa veniva premiata dagli arbitri che assegnavano alla nostra ala due tiri liberi per il fallo di Gooden.
Dalla lunetta non si faceva intimidire dai fischi del pubblico e metteva dentro entrambe le occasioni per il 34-43.
A 6:43 Hairston entrava duro in difesa andando a stoppare fallosamente Webster che dalla lunetta non sbagliava nulla.
Charlotte provava a risalire la china con Marvin Williams che cedeva a Jefferson, il quale appoggiava al vetro la palla del 38-46 e direttamente in jumper segnava anche il 40-46.
Il time-out di Washington era seguito da un tiro from the elbow a segno di Wall a 5:14 e da una penetrazione del giocatore stesso facilissima, senza che realmente nessuno lo contrastasse; il coast to coast con leggero cambio di direzione alla fine bastava tagliare fuori Mo Williams e i Wizards tornavano a +10.
Marvin Williams a 3:55 da 3 punti grazie a una palla tenuta viva da Mo Williams metteva la tripla dal lato destro per il 43-50, anche se Gortat segnava su Big Al.
Mo provava la fase d’innesco dei compagni; prima imbeccava la tripla aperta di Walker, il quale in serataccia falliva, poi in contropiede, dopo aver rubato un pallone andava in transizione, invece di concludere schiacciava un pallone (con lui sempre in corsa) dietro alla schiena per un po’ di show-time con brividi annessi… era bravo Gerald a estendere la mano destra per eludere l’intervento di Gortat.
A 2:26 Charlotte entrava in bonus con Henderson e dalla lunetta Gerald accorciava, chi non accorciava era uno zoppicante Jefferson che rimaneva troppo dietro al rimorchio di Nenè in appoggio per il 47-54. Henderson segnava ancora due FT grazie a un fallo a palla lontana, poi a 1:03, un gioco prolungato fatto di passaggi in movimento tra Big Al e Mo Williams portavano il primo a mettere un tiro da sinistra da abbastanza lontano.
Washington segnava da 3 punti ma replicava Mo Williams a:32.5 con una tripla da 45° sinistra che valeva il 54-57.
A chiudere il quarto c’era Wall in lunetta che subiva fallo da Jefferson (la mano andava sulla palla e poi scivolava sulla mano di Wall) che non sbagliava i FT e mandava tutti negli spogliatoi sul 54-59.

Si è rivisto in campo anche P.J. Hairston. 8 punti per lui in 11:15 minuti.

Si è rivisto in campo anche P.J. Hairston. 8 punti per lui in 11:15 minuti.

L’inizio della ripresa faceva registrare un paio d’errori al tiro, fino al canestro di Walker da 3 punti a 10:56 per il 57-59.
Pierce da 3 punti non segnava, invece Jefferson dall’angolo alto a destra dell’area pitturata pareggiava a quota 59.
Nenè sbagliava un rigore da sotto, con tanto spazio mancava il tiro, ma Henderson sbagliava un tiro dalla linea di fondo dando la possibilità all’ala brasiliana di ricevere un passaggio sulla corsa e di appoggiare per il nuovo vantaggio dei padroni di casa.
A 9:19 per un fallo di Gortat su Jefferson, che lavorando in post basso sinistro riusciva a chiudere un gioco da 3 punti, i Calabroni superavano i Maghi di un punticino (62-61).
Nené ritentava l’irruente entrata frontale, ma Walker si frapponeva tra lui e il canestro.
Ottima posizione presa davanti al semicerchio e fallo di sfondamento del brasiliano.
A 8:19 due punti di Jefferson in gancio su Pierce e a 7:56 vicino canestro più due punti di Henderson sempre su Pierce a 7:56 consegnavano agli Hornets il 66-61 momentaneo.
Pierce si andava a prendere un fallo da MKG ma incredibilmente falliva entrambe le conclusioni.
Charlotte tornava in attacco; Walker però si trascinava troppo palla, perdeva la maniglia e alla fine aspettava troppo facendo scadere i 24 secondi.
Walker però era abile e lesto a rubar palla sotto il canestro e a fornire a MKG l’assist per la schiacciata dopo che lo stesso MKG nella medesima azione non era riuscito a sfruttare bene l’attacco fast break. Beal segnava per Washington che si faceva tuttavia trovare impreparata sulla rimessa; un passaggio da football americano raggiungeva Big Al, tutto solo dall’altra parte a mettere due punti in leggera dunk a 6:02.
Pierce ci riprovava da 3, questa volta contro Henderson ma il risultato era identico; 0…
Si arrivava a 5:05 quando Big Al recuperava un air-ball convertiva in due punti per il 72-65.
A 4:41 Wall con un jumper dal lato destro metteva il sessantasettesimo punto per i capitolini, Pierce falliva anche contro Marvin da 3 punti, mentre un raddoppio su Maxiell portava il nostro numero 54 in lunetta. Purtroppo Jason falliva entrambi i liberi, il possesso rimaneva a Washington perché sulla jump-ball chiamata tra Gortat e Biyombo per invasione il polacco aveva la meglio e Webster procurava per i suoi un’altra ghiotta occasione facendosi toccare da Mo; fallo e due tiri liberi, ancora incredibilmente sbagliati a 3:03.
Butler aggiungeva due punti per i suoi colori.
Mo Williams con un passaggio orizzontale passava sull’altro lato dell’anello dove Biz era tenuto a distanza da Gortat irregolarmente.
Il braccio non proteso alla stoppata era furbescamente atto a spingere via il nostro cento.
Gli arbitri vedevano il fallo e il centro congolese non mancava i liberi questa volta per portare a 2:20 Charlotte sul 74-69.
Wall faceva scavalcare il muro dei 70 pt. anche ai Wizards con due punti, poi iniziava la tragedia per Charlotte; Mo Williams vedeva il movimento in corsa di MKG sulla linea di fondo da destra a sinistra quindi con un passaggio schiacciato verticale gli forniva palla che la nostra ala riceveva bene, proseguendo la corsa oltre il canestro andava in appoggio rovesciato e subiva anche il fallo a 1:37.
Canestro e gioco da 3 punti (77-71) troppo costoso; Michael cadeva male, lo si capiva dalla smorfia di dolore.
Tuttavia si rialzava e continuava a giocare, ma 25 secondi dopo, inseguendo Butler finiva a terra da solo.
MKG era costretto ad abbandonare il campo e si parla ora di caviglia slogata.
Brutta tegola in ottica playoffs. A :52.9 Gooden metteva un’altra tripla dimostrandosi caldo in serata, la molle difesa di Maxiell sull’arco aiutava… A :38.0 secondi dalla fine del penultimo periodo Jason potrebbe farsi perdonare grazie a due FT guadagnati, ma anche in questo caso dalla lunetta svirgolava aggravando la sua situazione.
A :05.7 Seraphin teneva la veloce penetrazione di Mo Williams solamente con il fallo. 2/2 per Mo, mentre l’accelerazione di Wall a :01.0 dalla fine dava la possibilità alla guardia avversaria di controbattere, ma splittando lasciava i suoi oltre a un possesso di distanza.
Il terzo periodo si concludeva con gli Hornets in vantaggio 79-75.

L’ultimo quarto era da brividi senza MKG; a 11:34 Gooden colpiva da due punti e anche se Hairston subiva fallo da Sessions e segnava i suoi liberi portando sull’81-77 la partita, Charlotte non segnava più un canestro (non segnerà per più di 9 minuti) ne prendeva più una inanellando uno 0/11 dal campo che porterà in breve tempo Washington al comando di ben 6 punti (82-88) a 5:14 dalla sirena del quarto quarto.
Charlotte si reggeva sulle penetrazioni; una di Mo Williams presa sulla baseline destra era fermata da Gortat a 4:48 in maniera non considerata consona ai termini di regolamento.
I due liberi andavano dento e Charlotte tornava sul -4. Il centro polacco dei Wizards commetteva ancora fallo su Big Al che non tradiva, 86-88 che preludeva al pareggio in schiacciata con fuochi d’artificio di Big Al a 3:47. A 3:20 Jefferson commetteva fallo su Nenè che dalla lunetta proseguiva il trend negativo di Washington dalla linea facendo 0/2.
Mo Williams a 8 secondi dallo scadere dei 24 disponibili non trovava linee di passaggio libere, ed essendo pressato chiamava time-out.
Al rientro, a 2:58 se la rideva per una tripla che entrava di tabella.
Dopo una serie di errori Wall segnerebbe, ma il canestro è giustamente annullato per sfondamento su Mo Williams fermo nel pitturato al centro. Un lob di Mo a scavalcare Gortat consegnava nelle mani di Jefferson il pallone del 93-90, il suo gancio over Gooden era buono.
Wall a :50.1 con il minimo sforzo trovava il leggerissimo contatto di Mo, dalla lunetta splittava e Charlotte rimaneva a +2. I Wizards tornavano ad avere palla a :48.8 quando una rimessa prima assegnata agli Hornets era rivista con l’ausilio dell’instant replay; rimessa invertita. Secondo gli arbitri l’ultimo tocco sarebbe di Walker e non di Gortat.
Molto onestamente mi sembrava più del centro polacco che del nostro play, comunque nonostante le poche lamentele di Charlotte la palla era riassegnata ai Wizards.
Wall sbagliava, Henderson prendeva il rimbalzo ma sull’azione offensiva Mo mancava il jumper, sulla veloce ripartenza in transizione Beal con un passaggio in diagonale intendeva raggiungere Wall lanciatissimo; per fortuna in rientro c’era Mo Williams che allungava un braccio e riusciva a intercettare un pallone per due punti sicuri.
Un po’ di confusione in campo e Washington si rendeva conto di essere costretta a spendere un fallo su Kemba a :14.0 dalla fine. Walker non sbagliava ma sulla rimessa laterale (dopo il time-out) Washington impiegava meno di 3 secondi per trovare una tripla incredibile di Butler over Talor che riportava a -1 i capitolini.
Sulla rimessa Charlotte aveva difficoltà e trovava Taylor che in stagione dalla lunetta ha poco più del 50% e lo si vedeva subito quando dalla linea della carità il suo primo tiro colpiva il ferro lungo facendo esultare i tifosi dei Wizards che non avevano però fatto i conti con il rimbalzo; la palla s’impennava alta e scendeva giù precisa.
Il secondo però era effettuato con una meccanica di tiro farraginosa, poco fluida e in evidente stato di ansia.
L’errore si rivelerà decisivo perché Wall a :03.3 dalla fine passando dietro a un blocco alto di Gortat andava sulla destra a sparare.
Biyombo non ci arrivava e il pareggio era servito.
L’ultima azione spettava a Charlotte che non combinava nulla, un brutto schema che portava Mo Williams a tentare la tripla capace di fendeva solo l’aria.
Si andava così al primo supplementare dopo che i regolamentari si erano chiusi sul 96 pari.

Nel primo OT i Wizards vincevano la palla a due ma fallivano il tiro con Gooden mentre a 4:16 Mo Williams dal palleggio s’inventava la coordinazione e il ritmo per segnare un ottimo 3 punti che portava in vantaggio Charlotte 99-96.
Una stoppata di Marvin Williams su Gooden non era abbastanza, Washington manteneva possesso palla e a 2:45 segnava con Wall da 3 punti ottenuti con un from downtown vs Walker.
Una palla persa da Mo Williams infilatosi in area e stretto da 4 giocatori consentiva la ripartenza dei capitolini che segnavano in transizione con Butler su assist di Beal.
A :46.0 secondi Mo Williams con una finta faceva saltare Butler, piccolo avvicinamento e sospensione precisa e vincente per il nuovo pareggio. Wall sembrerebbe avere una buona chance, ma questa volta Biz lo marca un po’ più stretto, nulla da fare sullo schema disegnato in maniera simile (qui c’era un doppio blocco alto) dal coach dei Wizards.
Mancherebbero :02.4, il tempo per provare un tiro. Sulla rimessa Walker si muoveva bene e tagliava sul lato, potrebbe tirare, invece sceglie di penetrare battendo Gortat ma infilandosi in una situazione senza uscita. Dietro al tabellone e raddoppiato non riusciva a chiudere ancora una volta la gara.
101-101 e secondo overtime…

I Wizards vincevano ancora palla mai Beal sprecava.
Il duo Walker/Jefferson nonostante la stanchezza sembrava dare buoni frutti con un canestro a 4:31 che riportava sopra Charlotte.
A 4:04 Mo cadeva in area, Wall ne approfittava pe mettere un tiro facile da posizione frontale e anche se lo stesso play di Washington mancava il tiro, Gortat dopo aver preso il rimbalzo correggeva segnando il 103-105.
Il pari lo trovava lo stesso Kemba a 2:41 in sottomano ma la mazzata arrivava da Wall che dal lato sinistro metteva una tripla aperta che condannerà gli Hornets alla resa.
105-108, punti accorciati a uno soltanto da Jefferson a 2:07 con un mid range dalla destra over Gortat.
Dopo una serie di errori andava a segno Wall a :09.5, 107-110.
Hornets con palla in mano e una sola possibilità; portare la gara al supplementare.
Nel finale si registravano un errore di Mo Williams (sul tentativo di tripla), che sulla seconda e decisiva azione marcato da due giocatori passava a Jefferson sulla sua destra, il quale tutto solo da oltre l’arco che ci provava da 3 punti nonostante non fosse il suo mestiere.
Il tiro un po’ lungo si spegneva sul ferro, come le speranze di playoffs di Charlotte che ospiterà domani notte gli Hawks.

Il finale dopo il doppio OT vedeva vittoriosi i padroni di casa per 107-110. Sarà dura senza MKG e con una squadra che nei tre momenti decisivi non ha saputo costruirsi una buona azione né tantomeno sembra avere giocatori clutch con un Kemba troppo giù di corda.

Le statistiche non sembrerebbero poi così male se non fosse per gli atavici problemi in fase realizzativa. La peggiore, quella che ha causato la sconfitta è quella riguardante i rimbalzi, specialmente quelli offensivi, troppi concessi ai Wizards che hanno sfruttato al spesso bene le occasioni concesse.

Le statistiche non sembrerebbero poi così male se non fosse per gli atavici problemi in fase realizzativa. La peggiore, quella che ha causato la sconfitta è quella riguardante i rimbalzi, specialmente quelli offensivi, troppi concessi ai Wizards che hanno sfruttato al spesso bene le occasioni concesse.

Voti

Walker: 5
9 pt. (3/17), 1 rimbalzo, 10 assist, 3 rubate, 2 stoppate. 10 assist e qualche palla rubata gli alzano il voto di un punto che sarebbe stato bassissimo in virtù di un 3/17 che unito a quello di qualche compagno non aiuta la squadra a uscire dalla crisi. Oscena la scelta di andare in penetrazione sulla linea di fondo con pochissimo tempo da giocare alla fine del primo supplementare invece di provare il jumper.

Henderson: 6,5
11 pt. (3/8),14 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Fa quello che può. Non prende molti tiri ma ottimizza. Presente a rimbalzo, ne strappa diversi contesi e si batte.

Kidd-Gilchrist: 6,5
11 pt. (4/11), 8 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata in 22:48. Si prende qualche stoppata all’inizio, poi il livello sale e in difesa si dimostra un osso duro per i Wizards.

Marvin Williams: 5,5
5 pt. (2/7), 10 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Prende una decina di rimbalzi ma il tiro è ancora scostante e a volte è molle. Gooden ci beffa. Marvin andrebbe bene partendo dalla panchina.

Jefferson: 6,5
31 pt. (14/24), 10 rimbalzi. Gioca con un ginocchio che non lo lascia tranquillo e si vede, è in ritardo nelle chiusure sulle transizioni nel primo tempo. Lascia qualche rimbalzo di troppo ma va comunque in doppia doppia superando i 30 punti. Non può mettere anche la tripla del terzo overtime.

Maxiell: 4
0 pt. (0/2), 2 rimb., 1 rubata in 14:12. Sciagurato. La seconda prestazione a favore degli avversari. Non mette un libero (fattore decisivo poi per la sconfitta), un buon intervento difensivo in anticipo, per il resto il tiro questo sconosciuto… Quasi ogni volta che l’avversario gli fa una finta lui ci casca.

Biyombo: 6
3 pt. (0/3), 5 rimbalzi, 1 rubata, 4 stoppate in 17:50. Perde due palloni e ha un pessimo plus/minus. Si prende il tiro del pareggio di Wall in faccia senza troppe colpe allo scadere dei tempi regolamentari poi si oppone bene allo stesso Wall nel finale del primo supplementare.

Mo Williams: 6,5
26 pt. (8/26), 9 rimbalzi, 10 assist, 2 rubate, 2 stoppate. Difficile dare un voto a un 8/26 considerando poi I punti realizzati unito alle alter statistiche. Va quasi in tripla doppoa. La manca per un rimbalzo. Onnipresente però perde qualche pallone di troppo (4) e sbaglia un paio di tiri decisivi nel finale quamdo è un po’ stanco.

Stephenson: 5,5
2 pt. (1/3), 1 assist, 1 rubata in 11:40. Poco in campo e fa anche poco.

P.J. Hairston: 6
8 pt. (1/3), 2 rimbalzi in 11:15. Si rivede dopo tanto tempo in campo. Lui ci prova, attacca, segna e sembra più convinto e grintoso in difesa anche se il suo +/- è da paura…

Taylor: 5
1 pt. (0/0) in 33 secondi. Come per P.J…. Il campo non lo vedeva da troppo tempo. Mancando MKG nel finale Clifford decide di far scendere il mastino in campo. 33 secondi che ci costano caro. Si prende la tripla in faccia da Butler e poi manca uno dei due liberi chiave. Sarebbe da 4 ma divida le responsabilità con Clifford.

Coach Clifford: 3
E forse sono anche generoso. Non si gioca il time-out sulla rimessa e Marvin Williams fornisce a Taylor il kit per il suicidio. Lo chiama a canestro del pareggio preso e on riusciamo per 3 volte (finale regolamentari, primo e secondo supplementare) non solo a segnare, ma a costruire una buona azione con un blocco o altro… Piazza Taylor credendolo un miglior difensore di Hairston che era già caldo e sarebbe potuto entrare al posto di Taylor, quantomeno se non fosse riuscito a fermare Butler avrebbe avuto più possibilità dalla lunetta. Dopo un discreto periodo è tornato a combinare guai e ora probabilmente siamo senza MKG.

ManzHornets

Una delle opere più famose pubblicate dal Manzoni fu sicuramente quella de “I Promessi Sposi”, praticamente tutti abbiamo sentito parlare di Renzo e Lucia, i protagonisti della vicenda.
Anche Charlotte insegue il matrimonio con i playoffs, anche se nelle ultime settimane sta gettando al vento le proprie possibilità con un’inopinata serie di sconfitte dimostrando che i ragazzi di coach Clifford non sono stati poi così “bravi” nell’ultimo periodo, riportando il romanzo del Manzoni al titolo primordiale di “Fermo e Lucia” poiché nelle ultime nove gare ne hanno vinte solamente due a fronte di ben sette sconfitte.

Forse non basterà la Provvidenza citata nel romanzo, intesa come aiuto del Divino, contro la peste delle sconfitte, ma servirà qualcosa di più concreto; le mani di Biz, Jefferson (con problemi al ginocchio ma che dovrebbe iniziare a difendere), Maxiell, MKG e tutti gli altri, insomma, con una squadra che segna troppo poco se non s’intensifica la pressione in difesa.
Il Manzoni di quell’epoca (oltre a spiegare la società dei tempi e a intrecciare relazioni psicologiche singole e di massa, valide per ogni tempo) manda un messaggio di speranza; dopo tanto travaglio il matrimonio si avvererà, infatti, io non sono un indovino ma se gli Hornets torneranno a giocare intelligentemente come qualche tempo fa potrebbero supplire alle difficoltà e ad alcune mancanze strutturali e gestionali con alcuni giocatori letteralmente scomparsi dal parquet sebbene non siano infortunati che potrebbero minare inconsciamente l’unità dello spogliatoio e dell’entourage degli Hornets, i quali hanno appena perso l’assistente Mark Price (ultima panchina per lui contro Brooklyn) che diverrà capo allenatore dei 49ers.
Miami sembrerebbe essersi leggermente staccata (ma aspettiamo a darla per qualificata), così con il rientro dei Nets nella corsa playoffs, gli Hornets dovranno vedersela con un’avversaria in più.
Quattro squadre (Nets, Celtics, Pacers e Hornets) per un posto solo e con diversi scontri diretti.
Gli Hornets saranno nella capitale americana per giocarsela contro i Wizards e poi in back to back torneranno al “The Hive” per battersi contro gli Hawks anch’essi in back to back poiché questa notte affronteranno gli Heat, trasferta non facilissima per Miami…
Brooklyn ospiterà i Cavaliers di LeBron James, altra partita ardua per le nostre avversarie, mentre i Leprechaun di Boston andranno a New York in quella che sulla carta sembrerebbe essere la gara più facile salvo eventuali smentite dai vari campi.

Indiana (altra squadra in grave crisi), priva di David West (per reazione allergica) ha perso nella notte a Milwaukee 107-111 e ora si trova a 31 W e 41 L contro le nostre 30 W e 40 L.
Non posso nascondere amarezza e delusione per quest’ultima fase; i risultati non sono stati generosi e si sono prese anche un paio d’imbarcate abbastanza pesanti, ma ogni partita è a sé, e continuando a scrivere su questo strano campionato dove le squadre vincono e perdono strisce di partite come se fossero bipolari, tutto può ancora accadere quindi gli Hornets dovranno dimostrare di meritare questi playoffs nonostante tutte le peripezie che hanno dovuto affrontare, anche in termini di gravi perdite per infortunio.

Sotto una tabella dimostrativa che pone Charlotte al quinto posto delle squadre a Est per le assenze forzate (infortuni) da parte dei loro cinque principali giocatori. Non vuole essere un alibi perché abbiamo anche altri problemi, ma data la qualità della panchina, non lunghissima, hanno finito comunque per influenzare qualche risultato, sebbene Indiana (con George assente) e Chicago che ci precedono ci battano in questa statistica negativa.

La tabella che rappresenta il numero di partite saltate dai cinque principali giocatori (assenze ripetute ovviamente) che hanno subito tutte le squadre a Est. Un grazie a Paolo Motta per averla trovata.

La tabella che rappresenta il numero di partite saltate dai cinque principali giocatori (assenze ripetute ovviamente) che hanno subito tutte le squadre a Est. Un grazie a Paolo Motta per averla trovata.

Let’s go Hornets!

Pubblicato in News

Game 70; Charlotte Hornets Vs Brooklyn Nets 88-91

Sottotitolo; EST! EST!! EST!!!

Nel 1111 Enrico V di Germania (il futuro Imperatore del Sacro Romano Impero) viaggiava verso Roma per essere incoronato da Papa Pasquale II.
Il vescovo e compagno di viaggio J. Defuk, inviò il suo coppiere in avanscoperta per scoprire e degustare nuovi vini. Se il vino fosse stato di buona qualità avrebbe dovuto scrivere “EST!”, mentre se ne avesse trovato uno molto buono avrebbe dovuto scrivere “EST! EST!!”.
Quando l’assaggiatore/versatore Martino giunse a Montefiascone e bevve quel vino scrisse “EST! EST!! EST!!!” ritenendolo straordinario.
Il vescovo, terminata la missione, tornò e pare si stabilì in zona, dove addirittura morì, sempre pare per l’eccessivo consumo di vino.
Charlotte invece deve affrontare quattro sfide chiave per raggiungere i playoffs contro rivali a Est; il livello di extra-eccellenza se l’è giocato oggi perdendo in casa con i Nets, ora al massimo può ambire a tre Est. Ubriacata da Brook Lopez che ha finito per segnare 34 punti è svanita, sfumata, effimera al primo appuntamento decisivo.
Ne rimangono ancora tre, sebbene in nottata Miami abbia battuto Boston (difficile dire se ci abbia fatto un favore, probabilmente si) e Indiana abbia fatto il colpaccio a Washington D.C. (che non è una bestemmia ma District Of Columbia).
Proprio la capitale ospiterà la prossima gara degli Hornets sempre a mezzanotte (ora italiana) tra due giorni.

Walker finirà con 11 punti ma con 4/13 dal campo.

Walker finirà con 11 punti ma con 4/13 dal campo.

Gli Hornets con la classica divisa bianca si schieravano con; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Marvin Williams e Jefferson mentre i Nets in divisa nera si affidavano all’esperienza di Deron Williams in regia, a innescare; M. Brown, J. Johnson, T. Young e B. Lopez.

Gli Hornets non vincevano la palla a due ma si portavano per primi in vantaggio grazie a Henderson che passava a Big Al in post basso, il quale ridava il pallone nelle mani di Henderson, il quale dopo un breve scatto si coordinava dalla baseline sinistra e metteva dentro il 2-0 a 11:34.
M. Brown pareggiava andando a correggere un errore al tiro di un suo compagno, gli Hornets quindi tornavano nella loro metà campo offensiva e anche se in un primo momento Walker era bloccato da B. Lopez che cancellava il tentativo di Kemba in stoppata, Henderson, ancora dalla linea di fondo segnava il 4-2 che si trasformava in parità a quota 4 con un canestro di M. Brown e poi in +2 Brooklyn grazie a B. Lopez e il suo tiro preso dal pitturato con tutta calma.
A 9:15 Walker ristabiliva la parità ma mancava il libero addizionale concesso per ridare un minimo vantaggio alla squadra di Jordan presente in panchina in abbigliamento kitsch.
Dopo qualche errore Al Jefferson correggeva in tap-in proprio da un altro tiro sbagliato, questa volta da parte di Marvin Williams, il quale si faceva perdonare a 7:59 con una tripla che portava gli Hornets sull’11-6 e costringeva i Nets a chiamare time-out.
La pausa ricaricava gli ospiti che segnavano con Johnson ben schermato da Lopez, lo stesso Lopez appoggiava al vetro e Young portava anche in vantaggio i Nets che beneficiavano di 3 jumper a vuoto di MKG e un palleggio sul piede di Big Al con palla che si perdeva sul fondo.
Lo stesso centro degli Hornets però si riabilitava a 5:31 colpendo con un tiro dalla media sinistra per il 13-12.
Gli Hornets cercavano di sporcare i passaggi in difesa, Gerald toccava un pallone diretto a Lopez, Walker se ne impossessava e mandava Henderson a segnare e a 4:22 Marvin Williams si ripeteva da 3 punti, questa volta dall’angolo sinistro per il 17-12 Hornets.
A 3:42 Big Al dava un vantaggio di 7 punti a Charlotte con il suo palleggio giro e tiro dal post basso che trovava solo il cotone della retina. Il periodo dei Williams iniziava con Deron che segnava da 3 punti e poi mancava un libero per una difesa illegale chiamata a Charlotte, anche Mo mancava il tiro e perfino Marvin in contropiede sbagliava il facile appoggio finendo per favorire il pareggio di Lopez con un lungo due punti, ma Mo Williams con una tripla riportava avanti di 3 i Calabroni (22-19).
Nel finale Jefferson prendeva un rimbalzo sull’errore di Walker che era andato in transizione dopo una stoppata buona di MKG.
La squadra del North Carolina concludeva i primi 12 minuti di gioco in vantaggio 26-23.

La seconda frazione si apriva con le classiche rotazioni in casa Charlotte; Stephenson, uno dei nuovi subentrati, fintava crossover e passaggio che sembrava tornare indietro con l’elastico, difesa disorientata per un attimo e jumper magnetico che regalava il +5 agli uomini di Jordan, tuttavia Young replicava subito facendo tornare gli ospiti a un possesso lungo di distanza.
Gli arbitri fischiavano un fallo contro Mo Williams per una leggera sbracciata su Young che entrava da dietro in contatto con il nostro play che stava portando palla, dagli spalti piovevano fischi che Biyombo tramutava in applausi dopo l’errore della stessa PF dei Nets; Biz rischiava di perdere palla in palleggio ma recuperava l’oggetto sferico arancione e segnava in gancio.
A 9:29 Mo Williams segnava con un tiro frontale abbastanza lungo il 32-25 ma Plumlee facendo a sportellate con Biz si ritagliava lo spazio per segnare con il suo tiro ravvicinato.
Gli Hornets finalmente segnavano anche con MKG che metteva dentro dalla baseline destra il suo tiro aperto e a 7:52 un passaggio di Mo metteva in condizioni Biyombo di andare a schiacciare prepotentemente e inarrestabilmente; fallo di C. Jefferson e Bismack si presentava in lunetta chiudendo il gioco da 3 punti per il +10 (37-27) Hornets.
I Nets reagivano quasi subito per non far scappar via la gara e dopo una dunk di Biyombo spalmata sul ferro e un errore di Bogdanovic da 3 era Plumlee a catturare il rimbalzo, sul possesso offensivo dei Nets, Anderson segnava una tripla.
Stephenson iniziava a involversi, un fade-away mancato e poi un tiro soltanto messo su due dalla lunetta per un fallo subito poco dopo portavano comunque a 6:14 la squadra in maglia bianca sul 38-30, ma Jack con due punti facili da sotto riportava il gap a 6 punti.
Henderson evitava una manata dall’alto al basso di Jack nel pitturato arrestandosi e colpendo con un fade-away, tuttavia Brooklin iniziava a recuperar punti, prima con Plumlee e poi con Jack a 4:10 con un tiro frontale preso contro Mo Williams.
A 3:15 Charlotte ritrovava il sentiero del canestro; Walker passava dietro un blocco e poi in mezzo a due giocatori spezzando il loro raddoppio, infine serviva verticalmente MKG che era abile a veleggiare vicino al ferro per l’appoggio che valeva il 42-36.
Lopez iniziava a segnare il suo classico tiro a una mano che diveniva ipnotico nella serata per gli Hornets; solo Biz riusciva parzialmente a tenergli testa, comunque sia i Nets si riportavano sul -2, almeno prima che Big Al riuscisse con un up & under a segnare il 44-40 che diventava 46-40 grazie a un assist di Kemba (dalla transizione) per MKG abile a veleggiare nell’uno contro uno e ad appoggiare a una mano Lopez segnava ancora e chiudeva le marcature del primo tempo mandando il tabellone sul 46-42.

Biyombo spara sul ferro la schiacciata contro Plumlee.

Biyombo spara sul ferro la schiacciata contro Plumlee.

Dopo 10 minuti di riposo Henderson segnava dopo 18 secondi di gioco con l’aiuto benevolo del primo ferro che aiutava la sfera a entrare nella retina.
Lopez rispondeva in turnaround ma ancora Henderson in difficile jumper uno contro uno aveva un aiutone dal ferro che lo premiava nuovamente, in più Big Al metteva anche un jumper dalla media a sinistra e la squadra di Clifford andava sul 52-44.
Un’entrata di Young contrastata debolmente da Walker ci costava tre punti (canestro più libero) a 9:54, ma 15 secondi più tardi su una rimessa dal fondo in zona offensiva Henderson sfruttava Marvin Williams come boa facendo un movimento circolare che lo portava davanti al difensore, pronto a ricevere il passaggio volante di MKG per il canestro volante del 54-47.
Lopez andava ancora a segno anche in movimento con lo stesso meccanismo, poi Lopez stoppava Jefferson, ma successivamente Henderson in penetrazione scaricava su Big Al che non falliva la possibilità datagli dal compagno colpendo con un tiro dalla media distanza sul lato sinistro che andava oltre Lopez.
Deron Williams andava in penetrazione verticale, si appostava vicino canestro e ingannava Henderson con una finta che costava l’intervento falloso di Gerlald, il canestro e il tiro libero supplementare per il 56-52. Lopez e Big Al si rispondevano a distanza andando a segno, Walker si prendeva un tecnico sull’errore al tiro ma Joe Johnson sbagliava l’occasione, tuttavia non falliva Anderson il tiro a una mano in entrata.
Lo stesso Anderson tagliando in back door sotto canestro faceva pervenire al pareggio i suoi a quota 58 a 5:42 dalla fine del terzo quarto e mentre Henderson e Young finivano a terra nel pitturato prevaricando la possibilità di difesa degli Hornets mandava sul +2 i suoi.
Young rimaneva a terra sul contatto con Henderson, caviglia e forse anche ginocchio interessati, i medici lo portavano fuori e l’ala dei Nets non rientrava più sul parquet. Jefferson sbagliava un up & under contro B. Lopez che realizzava ancora a una mano frustrando il pubblico.
La scuderia Williams ridava un po’ di fiducia in casa Charlotte con l’assist orizzontale di Mo per l’accorrente Marvin che arrivava con tempismo per sparare la tripla del -1, ma Telespalla Lopez con un gancetto metteva dentro.
Charlotte nonostante avesse la possibilità con Jefferson dalla lunetta di riportarsi a -1 rimaneva attardata di due lunghezze con Big Al a splittare a 2:27 e Lopez riportava a +4 i Nets, anche se dopo un errore al tiro di Henderson lo stesso simpsoniano Lopez contro Biz andava corto con il tiro dando la possibilità a Mo Williams di andare in lunetta per 3 volte a causa di una mano sul fianco di D. Williams e forse anche di un precedente intervento sul tiro.
Il nostro play di riserva segnava due dei tre liberi concessi a :15.4 ma Bogdanovic, su una serie di cambi marcatura, aveva un bel vantaggio da sfruttare in termini di cm contro Mo Williams che nonostante lo sforzo subiva il canestro sulla sirena (jumper). 64-68 e palla in mano ai Nets a inizio ultimo quarto.

I Nets si portavano sul +6 grazie a una transizione 3 contro 1 nella quale il killer diveniva Anderson a 10:56.
Stephenson si accontentava di due tiri in sospensione ma li falliva entrambi, era Henderson a muovere il punteggio con un 2/2 dalla linea a 9:52 ottenuto per un blocking foul di Anderson che si spostava lateralmente impedendo a Henderson di proseguire la corsa.
Lopez tentava la penetrazione sulla linea di fondo ma Biz lo portava a calpestare la linea stessa ma Charlotte non sfruttava l’occasione sparando con Mo da 3, nulla di fatto nemmeno sul rimbalzo di Biyombo, gli arbitri chiamavano poi un fallo offensivo a Maxiell.
Lopez dalla media diagonale sinistra trovava spazio e tornava a colpire per il 66-72, gli Hornets perdevano palla con Mo che non controllava un passaggio impreciso e recuperava il pallone solo quando esso si trovava nella metà campo difensiva di Charlotte; backcourt violation e a 8:02 J. Jack in lunetta (fallo di Mo) mandava sul +8 i bianconeri.
Gli Hornets spalle al muro nonostante tutte le difficoltà offensive reagivano; a 7:29 una mazzata sul braccio di Hendo costava ai Nets due FT (a segno solo il primo), a 6:50 Gerlad eclissandosi dietro a Big Al metteva il tiro, poi era Walker a rubare il pallone a Bogdanovic, sulla transizione Hendo fruiva del passaggio del compagno per mettere il suo sesto punto consecutivo e portare i Calabroni sul 71-74 a 6:23.
A 6:05 però arrivava una mazzata tremenda; Joe Johnson colpiva da 3 punti e la squadra di Clifford tornava sotto di due possessi lunghi ma a 5:52 un fallo di Deron (non sul tiro) mandava in bonus Charlotte che con Walker sfruttava la situazione.
Johnson da 3 andava storto sulla buona difesa di MKG, anche Henderson falliva da oltre l’arco ma Big Al catturava il rimbalzo e dopo gli sviluppi dell’azione segnava il 75-77.
MKG teneva anche sulla drive di Deron ma Kemba falliva il tiro dopo un suo classico step-back, Lopez colpiva con il suo tiro garanzia e Big Al per riportare a -2 i Calabroni doveva inventarsi il gancio dal post basso a 3:41.
Dopo due errori dei Nets e uno degli Hornets Mo Williams partiva in transizione sparata per un coast to coast che coglieva impreparata la difesa delle Retine che si aggrappavano a B. Lopez, il quale fermava Mo ma fallosamente.
Mo dalla lunetta era preciso e a 2:36 Charlotte ristabiliva la parità a quota 79. Lopez dopo una serie di passaggi diventava devastante anche nel finale; il suo open andava a segno, Mo mancava la tripla, MKG stoppava alla grande Johnson sotto canestro e Kemba in transizione in uno contro uno a 1.30 pareggiava ancora.
La squadra di Hollins tornava avanti con Anderson; la sua corsa sulla linea di fondo era vista e servita da D. Williams, dunk di forza del giocatore avversario e 81-83, almeno sino a 1:03, quando un fade-away di Henderson (dopo un giro) rimetteva in discussione la partita.
A :47.4 Lopez veniva leggermente toccato con la mano di riporto sul corpo.
Due FT e 83-85…
Big Al in area si faceva valere su Lopez appoggiando con la mano destra il nuovo pareggio a quota 85 ma a :23.1 Lopez aveva vita facile nel pitturato con Big Al rimasto basso davanti a lui; un gioco da ragazzi per il riccio dei Nets buttarla dentro.
Walker ci provava andando sul sicuro in entrata, ma tre uomini lo seguivano, niente di fatto sul tiro sebbene Kemba si lamentasse per un contatto avvenuto in precedenza mentre pompava il pallone in palleggio.
Il fallo di Henderson a :13.2 era obbligatorio.
Deron Williams segnava i liberi, ma due secondi dopo una difesa troppo aggressiva di Jack mandava Kemba in lunetta per un punto benedetto a cronometro fermo.
Purtroppo sul secondo tiro, l’errore (credo voluto), non consentiva agli Hornets di prendere il rimbalzo, sebbene Kemba riesca a mettere fuori il pallone con un tap-out, MKG rimasto troppo indietro commetteva subito fallo su Deron Williams, infallibile dalla linea della carità.
Con Brooklyn in vantaggio di 4 (85-89) Charlotte mandava dentro Walker a :04.0 che segnava quasi indisturbato con i Nets impauriti dal possibile gioco da 3 punti.
88-91, sembrerebbe persa ormai, ma Mo Williams disturbava sulla rimessa e Deron finiva con il toccare la palla; i suoi polpastrelli erano gli ultimi a deviare il pallone fuori e Charlotte aveva l’ultima possibilità per mandare al supplementare la gara con il cronometro a segnare :03.2, ma sulla rimessa Brook Lopez sporcava il pallone che finiva basso tra i piedi di diversi giocatori e il tempo sfumava consegnando la preziosa vittoria 88-91 ai ragazzi di coach Hollins.

Ora il tie-break è a favore dei Nets (2-1) che ci raggiungono in classifica. Le statistiche di squadra con un 13/20 ai liberi contro un 10/11 dalla lunetta per i Nets che ha finito per minare la partita nonostante molte statistiche siano equilibrate:

chabrosta

Voti

Walker: 5,5
11 pt. (4/13), 6 assist, 4 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Attivo, ma troppi errori al tiro, non è ancora quello ammirato prima dell’infortunio. Chissà se è solo ruggine.

Henderson: 6,5
23pt. (10/19), 1 rimb., 2 assist, 2 rubate. Perde un paio di palloni ma sono un’inezia a confronto dei tiri messi. Forza qualcosa, questo è il suo pregio e il suo difetto. A volte segna, anche se il più delle volte ovviamente non ci riesce. Stasera buona serata offensiva. Sull’ultima rimessa avrebbe potuto fare qualcosa di meglio servendo Mo sulla sinistra, invece Lopez gli tocca un pallone passato in maniera imprecisa.

Kidd-Gilchrist: 6
6 pt. (3/8), 4 assist, 10 rimbalzi, 2 stoppate. Una buona difesa, si spende su diversi giocatori e ha poche amnesie, l’attacco non è il massimo. Sbaglia nel primo quarto 3 jumper praticamente open che avrebbero potuto dare un altro volto al match. perde Mark Price che era all’ultima partita sulla panchina degli Hornets come assistente.

Marvin Williams: 5,5
8 pt. (3/8), 7 rimbalzi, 1 assist. Difesa così così, attacco anche. Dovrebbe entrare dalla panchina ma Zeller, dato in miglioramento, ancora non c’è.

Jefferson: 6
23 pt. (11/19), 10 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. Gioca con problema al ginocchio e va in doppia doppia. Il problema è il solito. La difesa. Se è parzialmente giustificato dal dolore e Charlotte non può fare a meno di lui in attacco, è anche vero che dietro lascia troppi spazi e open agli avversari che finiamo per pagare salatamente.

Mo Williams: 5
9 pt. (2/10), 4 rimbalzi, 6 assist. Perde troppi palloni, 4… anche in palleggio. Se deve giocare per il tabellino personale ce lo dica. Si sta trasformando da Kemba in Neal. Anche questa sera dal campo tira con basse percentuali, solo il 20%… Entra dalla panchina e ha voglia, finisce con il giocare più di 30 minuti. Si guadagna un mezzo punto in più per gli assist.

Maxiell: 6
0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 2 stoppate in 11:58. Naviga sulla sufficienza. Usa il suo corpo enorme per difendere, qualche volta gli riesce.

Biyombo: 6,5
5 pt. (2/5), 8 rimbalzi in 13:08. Concede anche lui qualcosa a Brook ma lo porta diverse volte a sbagliare. Mette dentro un paio di canestri alternandosi tra forza e stranamente tecnica. Non fallisce il libero dimostrandosi migliorato.

Stephenson: 5
3 pt. (1/8), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata in 13:41. Attivo sul parquet rovina la sua prestazione contro la sua squadra del cuore andando quasi sempre a cercare un jumper che mette solamente una volta all’inizio. Troppi errori.

Coach Clifford: 5
Ha notevolmente accorciato le rotazioni, ma la scelta non sembra dare benefici, anzi, la cosa potrebbe generare malumore tra chi non vede il campo nemmeno due minuti. La nona scelta rimane in panchina, Jefferson con un ginocchio malandato gioca troppo e Clifford non capisce che qualche minuto a Biz questa sera si doveva dare. Meglio in difesa rispetto a Big Al e anche in attacco si è ritagliato i suoi spazi. La squadra fa una fatica tremenda a segnare e lui lascia in campo il totem che purtroppo è spesso immobile anche in difesa. Prova nel finale con un quintetto basso a rientrare in partita. In parte ci riesce. In attacco, ma in difesa la mossa si rivela un’arma a doppio taglio.

 

Game 69; Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 86-98

Gli Charlotte Hornets raggiungevano l’Illinois un giorno dopo aver battuto i Timberwolves.
Ad aspettarli ci sarebbero stati i Chicago Bulls, i quali ritrovavano Butler come guardia titolare, ma perdevano Noah.
Anche gli Hornets avevano problemi d’infermeria con Zeller per la seconda gara a riposo a causa di problemi con la spalla e Daniels ai box. I Bulls speravano di vincere per raggiungere matematicamente i playoffs mentre gli Hornets cercavano di mantenere l’ottava posizione a Est.
Quarta sfida stagionale tra le due franchigie con gli Hornets in vantaggio 2-1 e anche quarto differente abbinamento di colori, nella notte i Bulls sceglievano la divisa nera, mentre Charlotte utilizzava l’alternativa color teal.

Kemba Walker nel cuore della difesa dei Bulls. Finirà con 29 punti.

Kemba Walker nel cuore della difesa dei Bulls. Finirà con 29 punti.

Gli Hornets quindi si affidavano per l’avvio a; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Marvin Williams e Al Jefferson, mentre i Bulls utilizzavano come starting five; Brooks, Butler, Dunleavy, Gibson e P. Gasol.

I Bulls iniziavano segnando subito con un canestro di A. Brooks in penetrazione nonostante la mano protesa di Marvin Williams in aiuto e mentre gli Hornets non s’intendevano (passaggio di Kemba per Marvin che finiva fuori dalla line laterale), Chicago realizzava ancora (dopo un’altra azione per parte andata a vuoto), questa volta sfruttando un fresco Gasol che con il suo piazzato portava sullo 0-4 la partita.
La prima realizzazione di Charlotte era firmata Kemba Walker che con uno spin move utile per liberarsi dei difensori che lo attorniavano nel pitturato, trovava lo spazio per l’appoggio a tabella del 2-4.
Il pareggio lo procurava Henderson dalla lunetta (fallo di Butler) a 9:20, il quale vinceva il duello contro il rientrante giocatore dei Bulls in difesa costringendolo a tirare corto, tuttavia Gasol sfruttava la piccola indecisione di Jefferson in arretramento su di lui per avere quello spazio necessario a mettere un altro tiro, ma Henderson che si dimostrava caldo in questo inizio metteva un buon tiro dalla diagonale destra over Gibson a 8:09.
A 7:56 Gasol continuava il suo dominio contro Jefferson segnando e non facendolo segnare sull’azione offensiva seguente, quindi Dunleavy tirava corto grazie alla difesa di MKG e Marvin Williams con una tripla quasi frontale portava per la prima volta in vantaggio gli Hornets a 7:20 (9-8). Gasol iniziava a infastidire seriamente i Calabroni con un piazzato ma a 6:50, un pallone scaricato per Marvin Williams, era sfruttato dalla nostra PF nuovamente con una tripla che dava due punti di vantaggio alla squadra della North Carolina.
Dunleavy da sotto pareggiava ma a 6:15 un dai e vai Walker/Jefferson/Walker produceva l’entrata di Kemba sulla linea di fondo che riusciva ad appoggiare nonostante il fallo; Kemba finiva per terra facendo una capriola e la palla dentro.
Il libero supplementare era usato bene da Kemba che portava la squadra guidata da Clifford sul +3 (15-12).
Gasol finalmente sbagliava un tiro ma anche MKG, Butler, MKG in runner non aveva miglior sorte e Dunleavy era stoppato proprio dalla nostra ala piccola, Gibson riprendeva la palla vagante ma si aiutava con il corpo buttando giù l’onnipresente MKG; fallo offensivo e palla recuperata dagli Hornets.
I Bulls finivano comunque per segnare con Butler con un appoggio in entrata, i Calabroni sbagliavano un tris di occasioni sull’azione seguente con un trio di giocatori diversi, Chicago imitava Charlotte sbagliandone tre sulla stessa azione ma tutte con Gasol (tiro e due tap-in mancati), tuttavia la difesa degli Hornets deviava oltre la linea di fondo e Gasol alla quarta occasione non sbagliava portando i Bulls in vantaggio 15-16.
Un goaltending di Biyombo consentiva ai Bulls di prendersi tre punti di vantaggio, annullati poi da Walker con una tripla a 3:04.
Gasol segnava ancora sebbene ora ci fosse Biz su di lui, per Charlotte provava a replicare a 2:07 MKG avendo parziale soddisfazione dalla lunetta da dove riusciva a mettere solo uno dei liberi concessi.
Mirotic per i Bulls segnava ma Lance Stephenson inaspettatamente si prendeva una tripla from downtown e la metteva pareggiando la gara a quota 22.
L’ingresso in campo di Maxiell somigliava più a una disgrazia che ad altro; Mirotic subiva fallo da Jason e segnava i suoi liberi, lo stesso centro di riserva degli Hornets si affidava al jumper ma finiva per sbagliare e a :57.9 Mirotic dall’arco fintava, il nostro n°54 abboccava e gli franava addosso sull’alzata per il tiro.
Tre liberi tutti messi a segno dal barbuto giocatore di Chicago e vantaggio dei padroni di casa che saliva a 5 pt. (22-27).
Tredici secondi dopo Lance con un veloce movimento si toglieva dal cono d’ombra rappresentato dalla schiena di Biz e tirava velocemente da posizione frontale centrando l’obiettivo.
Un tecnico a favore dei Tori e un canestro di MKG chiudevano la prima frazione con i Bulls avanti 26-28.

I primi a segnare nel secondo quarto erano gli Hornets con Stephenson a 10:45 che andava dentro e lasciava partire un tiro a una mano; buon ritmo e buona personalità, oltre a un’ottima coordinazione determinavano una perfetta esecuzione.
Mirotic evidenziava i problemi di serata sotto le plance degli Hornets battendo il nostro centro di riserva e riportando avanti 28-30 i Bulls che ampliavano il margine di vantaggio con Hinrich da 3 punti che finalizzava la trama di passaggi sviluppata dai compagni di squadra.
A 9:10 a cronometro fermo Henderson metteva due liberi per il 30-33 ma Biyombo commetteva fallo su Butler, che un pochino arrugginito dalla linea splittava come anche Mirotic a 7:34 che tuttavia dava 5 punti di vantaggio ai Tori (30-35).
Mo Williams cercava di far rientrare Charlotte donandogli una tripla, ci sarebbe anche il fallo per un intervento difensivo che abbatteva il nostro play di riserva ma gli arbitri s’ingoiavano il fischietto.
Gibson per i Bulls falliva l’occasione ma sul rimbalzo ci andava un comunque attivissimo Butler che segnava due punti, tuttavia Mo Williams era in fase “in the zone” e colpiva con un altro tiro da tre punti mandandolo oltre la mano protesa di Gibson.
Mirotic iniziava a divenire un problema quando riusciva a mettere un canestro utilizzando il vetro e anche Gibson metteva due punti dalla lunetta (fallo speso da Biz), così la squadra dell’Illinois tornava sul +5 (36-41).
Lance ripeteva l’esecuzione precedente con l’entrata e tiro a una mano, poi Marvin Williams a 4:36 subiva fallo da Mirotic su una palla vagante (errore al tiro di Butler) e Charlotte entrava in bonus, nel canestro invece entrava solo una conclusione e gli Hornets si rifacevano sotto a soli due punti (39-41).
Un lob di Gasol per Butler costringeva Lance a spender fallo sulla SG dei neri ma il giocatore avversario segnava ancora solo un libero, si rifaceva comunque andando a prendere una palla sporca nel pitturato dei calabroni ed estendendo il vantaggio dei padroni di casa nuovamente a 5 punti (39-44).
A 2:46 Mo Williams ci riprovava da 3 punti e faceva 3/3 dal campo tirando in ritmo pazzesco.
Mo aiutava Charlotte anche in fase di costruzione di gioco; un suo assist schiacciato dopo una penetrazione dava la soddisfazione a Jefferson di tornare a -2 (prima Butler aveva segnato in appoggio rovesciato), era poi lo stesso Mo a costruirsi l’azione del -1 sottraendo un pallone a Mirotic e volando in contropiede.
Giunto sotto canestro subiva un fallo e si presentava in lunetta, da dove sbagliava il primo libero ma non il secondo per il 45-46.
Si rivedeva per un attimo in campo Vonleh, il quale prendeva un canestro in faccia sul tiro in sospensione di Mirotic ma si rifaceva subito in attacco andando in tap-in a correggere un errore di un compagno, mentre a chiudere le ostilità del primo tempo ci pensava Kemba che a :13.3 grazie a un’entrata con esitazione usava il ferro come mezzo di difesa e segnava in appoggio per il vantaggio 49-48 Hornets all’intervallo.

Mo Williams contro T. Gibson.

Mo Williams contro T. Gibson.

Nella ripresa Gibson segnava con un jumper dalla media diagonale destra a 11:10 riconducendo i padroni di casa in vantaggio ma anche Walker colpiva dal mid-range destro e Charlotte ritrovava sul +1 (51-50).
Gasol ritemprato dall’intervallo metteva dentro altri due punti con Jefferson a concedergli metri, poi un doppio duello atacco/difesa Big Al/Pau si risolveva con fallo e lunetta in entrambi i casi.
I due si copiavano anche splittando i liberi…
A 9:43 anche Kemba si metteva in azione con un crossover su Brooks e un fade-away su Gasol che incrociava la retina, Jefferson stoppava Butler e Walker aveva via libera per l’entrata; cambio passo, velocità ipersonica e 56-53 trovando quel poco spazio concesso per concludere in appoggio. A 8:57 Gasol era la solita garanzia e Brooks che girava su Kemba finiva per far sbilanciare il nostro play, per il numero 0 da solo due passi per un jumper dalla media diagonale destra e sorpasso Chicago (56-57). Jefferson in attacco si faceva portar via palla e Chicago andava in transizione, Marvin Williams spendeva fallo su Butler ma inutilmente poiché Jimmy metteva i due FT a 8:06.
La pressione dei Bulls in difesa aumentava, Henderson non riusciva a trovare compagni che gli girassero intorno per cedere palla in maniera sicura, dopo alcuni secondi con la palla in mano era costretto a girarsi verso la linea di fondo sorprendendo Dunleavy in marcatura, allungandosi riusciva anche a segnare utilizzando il “glass”.
A 6:49 un’iniziativa personale di Marvin Williams mandava la nostra PF in lunetta per fallo di Dunleavy, 2/2 e 60-59 Hornets.
A 6:31 si notava la differenza tra Big Al e Gasol, partenza sulla linea di fondo da fermo di Pau che passava sotto il ferro e girandosi in salto schiacciava in faccia a Big Al che non era abbastanza atletico da fermarlo.
I Bulls iniziavano la fuga qui; MKG con troppa fretta provava il jumper, Brooks due volte in penetrazione colpiva, consentendo alla squadra dell’Illinois di riottenere 5 punti di vantaggio.
Il time-out chiamato da Clifford non serviva a molto con Maxiell in campo; Jason sbagliava ancora infatti, poi si susseguivano; Gasol che splittava dalla lunetta, Kemba che in entrata passando sotto il ferro non trovava spazio per la conclusione ma fermatosi sul lato destro colpiva dalla media distanza senza difensori vicini.
Brooks continuava ad attaccare senza che nessuno riuscisse a fermarlo e un fallo di Maxiell costava un altro libero a segno di Butler che ci graziava ancora sbagliandone uno.
Walker non si accorgeva dello scadere dei 24 secondi in attacco e regalava palla senza tentare il tiro, ma si faceva perdonare con un fade-away di alto livello contro Dunleavy per il canestro del 64-69.
Gasol con giro e tiro dal pitturato, MKG a :39.2 prendendo al volo un air-ball di Mo Williams facevano salire il punteggio che aumentava nuovamente nel finale di terzo quarto con la gran tripla da 45° sinistra di Kemba su scarico all’esterno di Mo e con Gasol che dall’angolo destro lasciato tutto solo colpiva da 3 punti per il 69-74 che lasciava sotto gli Hornets di 5 punti a 12 minuti dalla fine…

L’ultimo periodo era una slow start per le due squadre che mancavano tante occasioni, sul primo errore (anticipo mancato di Butler) Henderson ne approfittava per poter mettere a segno un open shot dalla sinistra ma Mirotic in post basso sinistro sfruttava la sua altezza contro MKG e lo batteva facilmente.
Gli Hornets fallivano una transizione, i Bulls provavano allora il golpe con la stessa arma ma Gibson in fase di controllo, pronto ormai per la schiacciata si vedeva portar via palla dalla mano destra di Lance, lesto e abile, bravo a riportare la transizione dall’altra parte del campo e ad aprire per MKG che a 8:53 si doveva accontentare della lunetta per realizzare i suoi due punti, comunque preziosi poiché Charlotte tornava a un possesso (73-76).
Hinrich segnava ma subiva anche l’arresto e tiro vincente di Mo Williams a 8:17, tuttavia Mirotic si esaltava nel finale andando a mettere un difficile tiro in entrata vista la coriacea difesa di Biz nell’occasione.
A 7:49 Biyombo era fermato con un fallo sul tentativo di realizzazione (buon assist di Mo) ma splittando lasciava oltre un possesso la squadra di Jordan (76-80).
A 7:25 i Bulls iniziavano a prendere il vantaggio decisivo con Mirotic che quasi metteva una tripla, il canestro valeva comunque molto data l’ottima difesa di Marvin; il rookie per realizzare doveva superarsi.
Gli Hornets (come i Bulls) fallivano due attacchi con Gerald e Bismack e alla fine venivano puniti da Butler che riusciva a depistare Stephenson ma l’appoggio era incredibilmente mancato, tuttavia Charlotte non credeva nell’errore e riconcedeva una seconda chance alla guardia dei Bulls che non tradiva la fiducia dei suoi.
76-84 pesante e a 6:12 Clifford chiamava time-out.
Mo non riusciva più a giocare pressato, ci pensava Walker allora a 5:16 a mettere due liberi ottenuti grazie a una spinta presa in entrata.
Butler dalla baseline destra da distanza media metteva dentro il tiro, poi gli Hornets segnavano 4 punti dalla lunetta, uno con Gerald che falliva il secondo, Maxiell pendeva il rimbalzo, finiva per cercare il tiro Mo che veniva fermato irregolarmente sul tentativo di tripla.
Mo era glaciale e Charlotte tornava a sperare sul -4 (82-86). Dopo l’errore di Hinrich gli Hornets avrebbero la possibilità di tirar dentro Chicago in un finale punto a punto ma Walker sbagliava la tripla, sul rimbalzo poi Henderson sbagliava come Maxiell addirittura stoppato.
Mo da tre punti non centrava il bersaglio e Walker provava il tap-in ma falliva lamentandosi da terra di una spinta, Chicago non se ne curava e andava dall’altra parte a chiudere la partita con Mirotic (28 pt. alla fine) che da tre punti segnava l’82-89 a 2:33.
Nel time-out arrivava la notizia che Jefferson, uscito nel terzo quarto, dopo aver pestato un piede a Gasol in un’azione (e quindi aver pensato a un problema alla caviglia per un movimento anomalo), in realtà avrebbe dolore al ginocchio destro.
Il finale era quasi tutto a favore dei padroni di casa con Mirotic protagonista e Maxiell vittima; prima una dunk del rookie, poi un’entrata che costava l’espulsione a Jason per raggiunto numero di falli.
Kemba aumentava il suo score personale ma non poteva più ribaltare la partita.
I Bulls finivano per vincere la sfida 86-98.

Charlotte ha peccato nettamente in fase assist finendo con 11, ma solo 1 di questi è stato messo a referto nel secondo tempo…
Gli Hornets continuano ad aver problemi nel segnare, stanotte hanno finito per tirare dal campo con il 34,6% contro il 45,1% degli avversari, paradossalmente hanno messo il 40% delle triple tentate e hanno vinto la sfida a rimbalzo 51-46.

Le statistiche di squadra.

Le statistiche di squadra.

Voti

Walker: 6,5
29 pt. (11/24), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Per una squadra che tira con medie basse ha una buona percentuale dal campo, anche perché è una PG. Alcuni canestri pregevoli, peccato per aver fatto scadere il tempo su quell’azione, anche se poi ha parzialmente rimediato. Clifford deve aiutarlo quando i lunghi avversari gli portano blocchi alti (vedi Brooks in un momento decisivo), il suo marcatore a volte e ne va e anche se ha colpe relative finisce per incidere sul risultato.

Henderson: 5
11 pt. (3/12), 9 rimbalzi, 1 assist. Buon inizio. Attivo e aggressivo, anche a rimbalzo, ma dal campo ne mette poche e se è lui la SG allora non va bene.

Kidd-Gilchrist: 6
7 pt. (2/8), 9 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Concede qualcosa in difesa e al tiro non va bene, comunque prende 9 rimbalzi e compie la giocata difensiva della serata con stoppata e sfondamento subito.

Marvin Williams: 6
9 pt. (2/2), 6 rimbalzi, 1 stoppata. Perde 3 palloni, ma mette i suoi punti non esagerando.

Jefferson: 4,5
3 pt. (1/7), 5 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Perde 3 palloni, non segna in attacco e fa da spettatore contro centri come Gasol (che finisce con 27 pt.) in grado di colpire dalla media. Gioca solo una ventina di minuti ed esce per problemi al ginocchio che speriamo, nonostante la pessima serata non siano gravi. Una delle poche cose buone della serata è la stoppata su Butler che inchioda al vetro la palla a spicchi.

Maxiell: 4,5
0 pt. (0/4), 3 rimbalzi. Commette 6 falli e va fuori e ha un -14 di plus minus. Già descritta nell’articolo la sua pessima prestazione. Mezzo punto in più per quel rimbalzo d’attacco…

Biyombo: 5,5
1 pt. (0/2), 5 rimbalzi, 2 stoppate in 19:25. Mette a referto due stoppate ma sembra un Biyombo con qualcosa in meno rispetto al suo periodo d’oro. Almeno a difendere ci prova…

Mo Williams: 5,5
15 pt. (4/16), 6 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Un’ira di Dio all’inizio. Fa vedere i sorci verdi a Chicago con le sue triple, Buoni i 5 assist, ma nel secondo tempo la pressione su di lui, anche di gente nettamente più alta come Gibson lo limita troppo e sbaglia troppe conclusioni.

Stephenson: 6,5
9 pt. (4/5), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Magari in difesa deve cercare di fare un po’ meglio su certi palloni, tuttavia ha una serata positiva. Buone iniziative e comunque attivo.

Vonleh: 6,5
2 pt. (1/1), 2 rimbalzi in 1:22. Gioca ancora una volta pochissimo alla fine del secondo quarto. Viene battezzato dl jumper di Mirotic ma lui va dall’altra parte e spunta tra una selva di mani rifacendosi subito. Cattura due rimbalzi. Una scelta nelle prime 10 poco utilizzata, ormai l’infortunio è alle spalle e gli schemi dovrebbe averli appresi. Potrebbe avere più spazio, anche in considerazione dell’infortunio di Zeller.

Coach Clifford: 5,5
Qualcuno mi spieghi l’utilizzo di Vonleh. Per il resto contro Chicago nell’annata siamo due a due, ci poteva stare perdere su un campo difficile, però deve dare una sveglia ai suoi. Se ci sono mancanze (difesa passiva sul tiro) deve intervenire, anche togliendo il giocatore dal campo se è il caso.

 

Game 68; Charlotte Hornets @ Minnesota Timberwolves 109-98

Sottotitolo; Transizihornets.

“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita” non è una citazione dantesca mistica ma semplicemente una metafora dei Calabroni che rischiavano di perdersi nella foresta dei Timberwolves.
Per fortuna a far ritrovare il sentiero dei playoffs c’era Mo Williams, il quale conosceva perfettamente ogni meandro del bosco e sfoderava una prestazione da guerriglia nella giungla aiutato da MKG e qualche sparuto compagno (solo otto gli Hornets che saranno attivi sul parquet).
I suoi ex compagni raramente lo prendevano, così Mo aveva una liaison con la retina e conduceva fuori dalla selva Charlotte insieme a MKG che portava delle scorribande gettandosi negli spazi, lanciando i Calabroni verso la fattoria dei Bulls per un back to back infuocato.

Henderson schiaccia in faccia alla difesa di minnesota.

Henderson schiaccia in faccia alla difesa di minnesota.

Gli Hornets (in viola) scendevano sul profumato parquet dei Wolves con; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Marvin Williams e Al Jefferson ai quali i Timberwolves (in bianco, con qualche infortunato illustre come Rubio e Garnett) contrappoevano; Lavine, Martin, Wiggins, Payne e Dieng.

I Minnesota Timberwolves sembravano più pronti per la battaglia a inizio gara; vincevano la palla a due e si portavano sullo 0-5 grazie a Lavine che da 45° sinistra centrava l’obiettivo, prima un jumper lungo da due punti e si ripeteva da oltre l’arco dalla stessa posizione, prima di graziare gli Hornets sbagliando il tiro in entrata.
Per i Calabroni a sbloccare lo zero sul tabellone ci pensava Henderson con un jumper frontale a 10:42.
Lavine segnava nuovamente e Dieng con un jumper frontale segnava anche il 2-9, mentre i giocatori di Charlotte nell’altra metà campo litigavano con l’anello.
Quando tornavano a far pace con il canestro era Dieng a stoppare Henderson, Walker riprendeva ma non riusciva a tirare entro i 24 secondi. Kemba si rifaceva poco dopo quando in entrata batteva la difesa dei Timberwolves passando oltre il ferro e segnando in appoggio rovesciato, sebbene il trend favorevole alla squadra di Minneapolis continuasse a segnare con un tiro in sospensione di Dieng che si avvantaggiava del poster a grandezza naturale di Jefferson dipinto davanti a lui…
I Lupi erano ancora affamati e nonostante Kidd-Gilcrist facesse vedere la prima cosa buona della sua serata andando a stoppare Wiggins ormai sicuro di segnare, Martin, dopo una palla rubata dai Lupi, serviva l’assist per l’alley-oop magnetico di Lavine; 4-13 e time-out Hornets a 6:47 per riordinare le idee.
Jefferson si faceva perdonare parzialmente di una difesa inesistente con un gancetto in giro e tiro subito dopo la pausa.
Dieng segnava da sotto e Henderson dopo un buon giro palla di Charlotte sul perimetro mancava la tripla.
Gerald ci riprovava a 5:18, questa volta la sua entrata a ricciolo lo portava nei pressi del ferro per andare a mettere un’esaltante jam a una mano che piegava il canestro.
Meno eccitante era la difesa degli Hornets che concedeva altri 4 punti ai Timberwolves prima che Jefferson tornasse a segnare muovendosi bene sotto canestro e battendo il raddoppio degli avversari. Wiggins sfruttava la tabella e dava il +11 ai suoi (10-21), gli Hornets ribattevano con MKG lanciato in transizione per due punti in fing and roll ma subivano altri due punti quando a 1:50 Biz abboccava alla finta di Dieng e gli franava addosso.
Il senegalese si dimostrava un abile tiratore di liberi e faceva salire il punteggio dei bianchi a 23.
Dieci secondi dopo Mo Williams iniziava la sua ottima prestazione con un tiro in sospensione dalla sinistra, a quel punto Neal, l’uomo “sacrificato” per ottenere Mo Williams, decideva di far vedere che non era inferiore al nostro attuale play e batteva Walker in jumper. Il duello continuava con Mo, il quale avvantaggiatosi da un pump fake che gli serviva a battere il difensore sul perimetro, andava in entrata acrobatica per realizzare il 16-25 a 1:01 dalla prima sirena.
Lance aggiungeva due punti per i Calabroni a :23.6 quando tentava di andare il ferro, ma una buona difesa lo costringeva alla separazione dal difensore e al tiro che comunque dava esito positivo.
Neal a :01.7 utilizzando il “glass” chiudeva la prima frazione che vedeva i Lupi in vantaggio 18-27.

Il secondo quarto partiva con gli Hornets in possesso di palla ma Stephenson aggiungeva un errore al tiro al già scadente 9/27 dal campo del primo quarto. L’aria di Minneapolis però faceva bene a Mo che con un preciso arresto e tiro frontale faceva salire i Calabroni a 20 punti, MKG ne aggiungeva due in transizione a 10:55 con un coast to coast che incontrava solo la minima resistenza sotto canestro.
A 10:00 Payne splittava dalla lunetta, così gli Hornets recuperavano due punti quando Henderson, una volta aggiustata la mira dal corner sinistro, sparava la tripla del 25-28 a 9:46.
Neal con un runner dalla baseline destra tornava a far ululare i Lupi ma i Calabroni ora tornavano a giocar la palla senza farsi prendere dalla frenesia; una serie di passaggi portava Mo Williams ad avere un po’ di spazio per realizzare la tripla del 28-30 a 9:02 e se Minnesota colpiva da due, Mo si ripeteva da tre punti a 8:10 portando a contatto (-1) la squadra in divisa viola.
Minnie però si risvegliava e riprovava ad allungare; Payne in jumper, Neal da 3 punti, Buddinger utilizzando il vetro e Lorenzo Brown mettevano a bilancio un parziale di 10-0 che portava gli Hornets sotto di 11 punti (31-42).
Una serie di passaggi dentro-fuori degli Hornets vedevano Jefferson scaricare fuori a Mo che vedeva il taglio diagonale di Henderson che faceva la cosa più difficile svitando il braccio oltre la propria spalla dalla parte del difensore; andando a contatto riusciva a segnare, purtroppo però mancava il FT. Buddinger si prendeva anche il lusso di una tripla contro Marvin Williams e la squadra di Clifford si trovava sul baratro a -12 ormai (33-45), per fortuna Jefferson in uno contro uno segnava ma Neal attaccando con un’entrata proprio il nostro centro ristabiliva le distanze. Stephenson realizzava due canestri intervallati da una realizzazione di Minnesota, poi Neal si prendeva un tecnico per proteste ma Henderson mancava ancora il libero, tuttavia a 3:40 Walker riusciva a mettere dentro su un’azione un po’ confusa; palla contesa nel pitturato da Jefferson e Walker sui quali arrivavano due difensori a tentare di strappala, Walker spalle a canestro in posizione più avanzata rispetto a Jefferson si prendeva la sfera, si girava e subiva anche il fallo dopo la realizzazione. Il gioco da 3 punti era completato dalla linea dei liberi e Charlotte tornava sul -7 (42-49).
Wiggins segnava ma dall’altra parte del campo Kemba capiva che poteva attaccare agevolmente la difesa di Minnie; a 3:05 era fermato irregolarmente e dalla lunetta segnava i suoi liberi, mentre lo stesso Wiggins fermo sulla linea opposta splittava 12 secondi dopo.
La squadra dei Lupi metteva a segno un mini-parziale di 5-0 con Martin e Buddinger che completava un gioco da 3 punti mandando sotto Charlotte di 13 punti ma la squadra di Jordan reagiva nel finale; a 1.41 grazie ad un appoggio di Henderson, a 1:08 con due FT di Walker, a :58.1 con altri due tiri liberi di Kidd-Gilchrist (transizione nata da una steal di Walker e fallo sulla nostra ala piccola al momento del tiro) e a :36.5 con un’azione confusa, sulla quale gli Hornets sono abilissimi e hanno mani velocissime per salvare un pallone in difesa e un paio in attacco che serviva a MKG per realizzare il 52-57.
Il finale di primo tempo era completato da due liberi di Dieng e da un assist al bacio di Walker per Jefferson che da sotto segnava due facili punti. Gli Hornets chiudevano i primi 24 minuti effettivi concedendo ancora una volta troppi punti agli avversari nei primi due quarti ma in netta ripresa.

Kemba Walker all'attacco del canestro.

Kemba Walker all’attacco del canestro.

Nella terza frazione era Charlotte ad aprire le marcature, sebbene a cronometro fermo; 2/2 di Hendo (fallo di Lavine) dalla linea della carità. Questa volta Gerald non tremava di fronte all’ululato dei Lupi diffuso dentro all’arena per farlo sbagliare.
A 10:51 Gilchrist si dimostrava un abile contropiedista andando a segnare in transizione grazie a un’altra palla rubata da Walker.
A 10:29 Henderson sorgeva con un jumper in fade-away contro due avversari a ridosso; tiro molto difficile ma canestro realizzato e Hornets sul -1 (60-61).
Payne segnava con un jumper lungo da due punti ma Kemba forzava la penetrazione e faceva bene visto che Lavine si dimostrava in difficoltà e si doveva aggrappare al fallo per contenerla.
Bottino pieno dal giro della lunetta e nuovo -1 che diventava +1 e primo vantaggio di serata per gli Hornets a 9:31, quando l’asse Walker/Kidd-Gilchrist produceva l’assist del primo per la schiacciata a due mani del secondo.
A 8:57 Walker tirava dalla diagonale sinistra da marcato in fade-away dopo essersi portato appresso il difensore; tiro in ritmo e canestro, che unito a quello di Hendo a 8:17 davano il 68-63 alla squadra del North Carolina.
La squadra del Minnesota rimontava e si portava con un preciso tiro di Payne dal mid range sul 70-68 e mancava la possibilità del pareggio con Wiggins a 6:42, giacchè splittava dalla lunetta lasciando a -1 i padroni di casa.
Marvin Williams mancava la tripla ma un rimbalzo offensivo di Jefferson salvava l’azione dato che da vicino poteva convertire grazie a un facile appoggio.
Henderson spendeva un altro fallo su Wiggins che litigava con il fero splittando ancora, così in attacco a 5:07 Kidd-Gilchrist passando orizzontalmente dietro a un blocco alto di Jefferson trovava tempo e spazio per un jumper con buona coordinazione che premiava la nostra ala piccola, regalando alla squadra il 74-70.
Jefferson strappava un pallone sul terzo tempo di Dieng e Marvin Williams metteva un libero dei due concessi per il 75-70 che diveniva 75-74 dopo i canestri di Brown e Payne che consigliavano a Clifford di chiamare il time-out a 3:42.
Il punteggio rimaneva in bilico per qualche azione; a 2:42 Mo passava a MKG che da solo chiudeva in schiacciata, Wiggins con un turnaround batteva lo stesso Kidd-Gilchrist, a 2:06 Mo Williams metteva una tripla importante ma Payne continuava a focalizzare bene l’obiettivo segnando l’80-78 prima che Lance a :33.4 andasse in arresto e tiro per segnare l’82-78 che sarà anche il punteggio di chiusura della terza frazione.

Lance Stephenson. Buon apporto dalla panchina per lui in serata.

Lance Stephenson. Buon apporto dalla panchina per lui in serata.

Martin inaugurava le marcature nell’ultimo quarto ma Mo dalla sinistra tirava fuori dal cilindro un altro canestro con un tiro in sospensione, poi era lo stesso Mo a fornire l’assist per l’ennesima galoppata in transizione di Kidd-Gilchrist che costava a Minnesota altri due punti, sebbene la nostra ala rimanesse a terra e Biz si vedeva costretto a spendere un fallo per non giocare in inferiorità numerica.
MKG si rimetteva fortunatamente in piedi, chi cadeva rovinosamente a terra era Neal che dal lato sinistro batteva Henderson andando a prendere la linea di fondo, poi purtroppo per lui finiva con il mettere il piede sopra quello di Stephenson che si scansava, alla fine Gary volava a terra dopo il salto non rilasciando la palla. Palla persa e problemi alla caviglia per Neal che abbandonava il parquet.
I Timberwolves ci provavano allora dall’altro lato con Martin, sul quale operava MKG che faceva una buona difesa chiudendo la linea di fondo e alzando le braccia, purtroppo non sarebbe bastato sul tiro preciso della guardia avversaria se non fosse intervenuto Biyombo in aiuto a spazzar via il tentativo, così Lance dall’altra parte andava in penetrazione decidendo di scaricare fuori per Mo Williams che ringraziava il compagno mettendo la tripla da 45° a sinistra.
Wiggins e Buddinger segnavano 2 punti a testa ma Marvin Williams segnava al volo dopo aver preso la palla a spicchi che stava allontanandosi dal ferro sull’errore di Mo Williams.
Martin segnava ma un bel passaggio di Lance che serviva sotto Jefferson facilitava la vita per la marcatura del n°25 in maglia viola.
Tornava a vedersi per i padroni di casa Lavine, il quale con un cambio mano segnava ma Walker a 5:33 passava dietro a un blocco, subiva fallo e completava un gioco da 3 punti per una prima fuga degli Hornets, ora sul 96-88, Dieng, però imitava la nostra guardia mettendo a referto un gioco da 3 punti.
Gli Hornets in attacco trovavano un varco sulla sinistra; passaggio di Henderson, partenza fulminea, ottimo primo passo di Marvin Williams (dopo una piccola finta che disorientava Dieng giunto sino alla linea laterale dell’arco da 3 punti nei pressi del corner sinistro) che andava di prepotenza a prendersi la linea di fondo e a schiacciare con veemenza. Un mismatch Walker/Dieng era favorevole al centrone avversario che segnava altri 3 punti grazie al libero. Mo Williams però dava il +6 a Charlotte depistando Lavine con un palleggio incomprensibile (100-94). Martin segnava ancora ma gli Hornets usavano i rimbalzi offensivi per vincere la gara; Mo non la metteva ma MKG prendeva il rimbalzo, Kemba ci riprovava ma niente da fare, alla fine era Jefferson a prendersi il rimbalzo offensivo e a segnare il 102-96 che a 1:53 diventava 104 grazie al jumper di Mo Williams abile a sfruttare un blocco di Big Al.
Martin dalla baseline sinistra raccoglieva le briciole con due punti, Marvin Williams, invece su assist di Kemba, sprigionava una bombarda da 3 punti senza esitazioni a 1:03 mandando i titoli di coda.
Charlotte espugnava il Target Center vincendo 109-98 una partita che si era messa maluccio nel primo tempo.

Charlotte ha vinto quest’importante sfida tirando con il 50,6%, lasciando comunque ai Timberwolves un clamoroso 55,4% dal campo, prendendo 42 rimbalzi contro i 32 avversari.
La nota positiva è che ha commesso solo 8 turnover. Ora gli Hornets cancellano il 2 iniziale e girano a 30 vittorie.
Con le sconfitte d’Indiana di ieri contro Brooklyn, di Boston (in casa contro Detroit dopo un supplementare) e di Miami a Oklahoma City torna a sperare, sebbene non si possa campare sulle disgrazie altrui, gli Hornets devono appunto dimostrare di meritare questi playoffs vincendo più partite possibili da qui alla fine della regular season.

Le statistiche di squadra.

Le statistiche di squadra.

Altre statistiche con i punti in area

Altre statistiche che evidenziano i 52 punti in area segnati dagli Hornets contro i 22 dei padroni di casa e i punti ricavati dalle seconde possibilità sulla stessa azione (17-5).

Voti

Walker: 7
16 pt. (4/11), 3 rimbalzi, 8 assist, 6 rubate. A lui va il merito di capire la debolezza difensiva dei T.Wolves e di attaccare dove fa più male. Grazie a lui e a MKG gli Hornets rientrano in partita.

Henderson: 7
17 pt. (7/12), 2 assist, 1 rimbalzo. Buona prova al tiro. Come MKG la difesa non riesce sempre, però ci prova.

Kidd-Gilchrist: 8
18 pt. (8/10), 9 rimbalzi, 1 stoppata. MKG torna ad alti livelli. I Timberwolves lo lasciano fare, lui va in transizione come se fosse un aereo in fase di decollo, in difesa si batte, anche se non sempre gli riesce bene. Ottima percentuale al tiro andando a trovare le posizioni giuste per attaccare il canestro.

Marvin Williams: 6
8 pt. (3/11), 8 rimbalzi, 2 assist. Buon finale offensivo che lo salva da una prestazione non proprio eccelsa. Un’inusuale dunk potentissima per cercare di sigillare il risultato dovrebbe essere tra gli highlights.

Jefferson: 6
18 (9/20), 11 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Si rifà nel secondo tempo. Nel primo in difesa manda il suo cartonato. Va in doppia doppia prendendo alcuni rimbalzi importanti sotto il canestro dei Timberwolves. Al tiro si ha l’impressione che a volte forzi troppo, ma quello è il suo gioco, lui ci crede e non tiene in considerazione il limite.

Biyombo: 6
0 pt. (0/0), 2 rimbalzi, 1 stoppata. Commette 5 falli in 14:38. Troppi, ma la difesa è migliore rispetto a quella più passiva di Big Al. Una bella stoppata.

Mo Williams: 8
24 pt. (10/16), 4 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata in 28:39. Perde 3 palloni, per il resto guida Charlotte alla vittoria con i suoi jumper e le sue triple. Let’s go Mo!

Stephenson: 7
8 pt. (4/9), 4 rimbalzi, 4 assist in 20:32. Buona serata per Lance che non tira male e serve su un piatto caldo un paio d’assist smarcanti.

Coach Clifford: 6,5
Gli Hornets vincono e questo basta, ma per domani bisogna fare un discorso ai ragazzi; senza spendere quantità incredibili di energie non devono concedere primi tempi vicinissimi ai 60 (o oltre) punti agli avversari.

Game 67; Charlotte Hornets @ Sacramento Kings 91-101

Charlotte se la doveva vedere ancora una volta a stretto giro di posta contro i Re e volava da Los Angeles alla città degli alberi per cercare di celebrare il sacramento del matrimonio con i playoffs visto che nella notte Indiana e Boston erano appena cadute rispettivamente a Cleveland e San Antonio.
Una vittoria avrebbe significato l’aggancio ai due team che la precedono.
I “sacerdoti” dei Re però ci dicono che Charlotte è più vicina all’estrema unzione, (primo tempo chiuso sul -11, 46-57), con gli Hornets incensati dal turibolo portato da un Rudy Gay in ottima forma. Per lui 33 punti alla fine.
Nella ripresa non cambiava molto, gli Hornets non si avvicinavano mai seriamente e minacciosamente ai Kings.
Charlotte, raramente si affidava a quel gioco corale che una squadra come questa ha bisogno di attuare (non basta la pressione dei Kings a spiegare le difficoltà offensive, incapaci di produrre i punti necessari a vincere le partite), preferendo i jumper…
Alla fine Charlotte tirerà con il 39,6% contro il 47,4% dei Kings e i rimbalzi alla fine saranno 48 per i Re contro 36 dei Calabroni, impossibile vincere così, anche se i turnover degli Hornets sono stati 13 contro 22 dei Kings.
Non siamo ancora spacciati, ma se il gioco è questo, quasi… le sconfitte sono ormai 38 a fronte di sole 29 vittorie.
Deprimente annata (ok gli infortuni, che molte squadre hanno comunque avuto) per una squadra che era partita con ben altre ambizioni.

Henderson: 20 punti ma 0 assist, 3 perse e difesa non sempre all'altezza.

Henderson: 20 punti ma 0 assist, 3 perse e difesa non sempre all’altezza.

Oltretutto i Kings non potevano schierare DeMarcus Cousins, mentre gli Hornets potevano contare nuovamente sul rientrante Zeller, decidendo di far partire nello starting five anche Walker tornando a riformare il quintetto ideale di Clifford che nella serata schierava; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller, Jefferson, mentre per coach George Karl scendevano sul parquet della città degli alberi; McCallum, McLemore, Casspi, Gay e Thompson.
Charlotte in viola (il colore dell’attesa nella Chiesa, speriamo che il miracolo playoffs si compia), Sacramento in bianco.

Charlotte iniziava subito male; Rudy Gay nonostante la presenza di Kidd-Gilchrist puniva con un tiro da tre punti la squadra di Clifford e nonostante un flash spin move di Henderson che si liberava così del suo marcatore andando a schiacciare di prepotenza, Thompson (il centro di riserva) dimostrava subito di poter mettere in difficoltà Big Al sfuggendogli e appoggiando per il 2-5 a 11:09.
Henderson rimaneva marcatore unico per gli Hornets splittando dalla lunetta ma Sacramento raggiungeva presto gli 8 punti, per i Calabroni Big Al ne metteva a referto due a 10:08 portando sul 5-8 la gara ma solamente dodici secondi dopo Casspi doppiava i Calabroni con una tripla.
Gli Hornets segnavano con MKG e McCallum in transizione andava a sbattere su Walker, molto abile a prendere posizione all’ultimo sacrificando il proprio corpo.
Kemba si serviva di esso a 8:28 per trovare una perfetta coordinazione per il jumper del 9-11.
Gli Hornets potrebbero pareggiare grazie a una palla rubata da Jefferson, ma Henderson commetteva infrazione di passi.
Le squadre segnavano due canestri a testa, poi Zeller sbagliava un tiro aperto fronte a canestro mentre Gay marcato da Henderson non mancava il tiro in uno contro uno, gran conclusione allo scadere dei 24 secondi…
Per Charlotte si faceva finalmente notare Jefferson, il quale prima con le finte mandava ai pazzi Thompson e segnava il primo dei suoi due canestri che riportavano a 3:59 sul -1 la squadra in tenuta viola (18-19), anche perché Big Al si avvaleva di un libero supplementare per aver subito fallo sulla seconda azione.
Gay andava in arresto e tiro dal pitturato dopo una penetrazione e McCallum segnava con un buon tiro, ma Evans commetteva un fallo offensivo prima del tiro e in questo caso il canestro dei Kings veniva annullato.
Walker provava a segnare in jumper ma non ci riusciva, ci riprovava poco dopo rubando palla a Stauskas, il quale lo inseguiva e lo abbracciava prima che il nostro play titolare potesse appoggiare palla al vetro.
Gli Hornets a 2:52 tornavano pienamente in partita sul -1 grazie alle realizzazioni di Walker.
I Kings però allungavano; Gay dalla baseline sinistra prima e a 1:34 Stauskas (dopo due errori di Mo Williams al tiro) da tre punti lanciavano i Kings sul 20-26.
Marvin faceva compagnia all’altro Williams fallendo la conclusione, ma anche Evans dei Kings ne mancava due da sotto, interveniva MKG sul pallone a rimbalzo, Landry lo prendeva e Charlotte andava dall’altra parte del campo per due liberi segnati dalla nostra ala piccola.
A chiudere il quarto era ancora Staukas che metteva anche l’omega (dopo l’alfa di Gay) da tre punti a chiudere la frazione. Il quarto era appannaggio dei Kings 22-29.

Marvin Williams iniziava bene il secondo quarto con una bomba da 3 punti a 11:39 e Henderson con un tiro in sospensione caricato velocemente per battere la difesa di Derrick Williams, realizzava il 27-29 ma lo stesso giocatore dei Kings colpiva da 3 venendo imitato da Miller dal corner sinistro.
Marvin Williams metteva un’altra tripla e il punteggio si spostava sul 30-35.
Landry dalla lunetta splittava e gli Hornets segnavano due punti, finalmente con una bella azione; Stephenson vedeva l’inserimento verticale di Henderson, il quale riceveva il bell’assist diagonale schiacciato di Lance e andava dentro per un fing and rolla da due punti.
Stauskas segnava due liberi ma Charlotte reagiva con Henderson a 8:01 e il suo jumper dalla baseline desta e poi con Biyombo, il quale segnava in leggera dunk grazie al passaggio di Zeller da sotto il canestro.
Biz faceva buona guarda in difesa ma Henderson andava a perdere in palleggio una palla in attacco, così finiva per segnare a 6:50 ancora Gay e per di più con una bomba.
Rudy sfruttava quel minimo di spazio e portava i padroni di casa sul 36-43.
Charlotte segnava due canestri con Big Al e Hendo ma i Kings rispondevano due volte con altrettanti punti (4), poi Henderson calpestava la linea che delimita il campo e sull’attacco i Calabroni perdevano palla e Casspi segnava.
Lance cercava il passaggio in post per Jefferson, il quale impegnato nella lotta per prender posizione non arrivava sulla palla.
Rudy Gay non perdeva invece il tempismo, partiva dal corner sinistro, dopo aver battuto facilmente il difensore arrivava al ferro a schiacciare indisturbato con Big Al preso in controtempo mentre stava andando dall’altra parte del campo, nettamente sorpreso ma in discutibile posizione giacché nessun aiuto arrivava in difesa dell’anello.
Walker a 3:44 segnava con un tiro in sospensione frontale, poi mancava la tripla e a 3:05 l’israeliano Casspi batteva facilmente Henderson in entrata andando a segnare e a subir fallo da Jefferson.
Il tiro addizionale non entrava ma i Kings tornavano su un vantaggio in doppia cifra (42-53).
Le guardie degli Hornets sbagliavano i propri tiri (Mo, Kemba e Gerald), Kemba allora con una drive trovava l’entrata giusta per il 44-53, abbastanza inutile perché i Calabroni concedevano un open shot a McCallum.
Walker tuttavia non ci stava a rimanere con uno svantaggio di due cifre e segnava con un fing and roll.
Ray McCallum provava a segnare ma Kidd-Gilchrist lo stoppava, tuttavia la palla rimaneva ai Kings che a :19.7 trovavano un gran canestro di Gay. Il periodo terminava sul 46-57 con gli uomini di Clifford più simili a una pleiade lì per caso che a una squadra di basket.

Biyombo a rimbalzo.

Biyombo a rimbalzo.

La ripresa si apriva bene per Charlotte che riceveva da MKG due punti in appoggio, grazie alle mani di Al Jefferson che aumentava poco dopo il bottino personale girandosi veloce come una trottola (dal post basso sinistro) su Thompson e andando a segnare il 50-57.
Henderson a 10:21 decideva per l’entrata, l’idea era buona, l’appoggio anche grazie al ferro amico.
A 10:06 per un fallo di MKG su Rudi Gay gli Hornets tornavano sul -7 ma a 9:42 Walker con un gran palleggio arresto e tiro (quasi fade-away) su McCallum colpiva da 3 punti e portava a due possessi lungi la squadra di Jordan (55-61).
Quattordici secondi dopo un fallo di Jefferson su Thompson costava il canestro più il libero a favore dei Kings, che per fortuna non era concretizzato.
Henderson a 8:53 dimostrava la sua vivacità in attacco andando in transizione e appoggiando al vetro, due punti più un FT a segno e Hornets sul -3.
Quando pareva che ormai la partita potesse tornare sul punto a punto Gay segnava nuovamente, mettendo in luce le difficoltà di MKG in marcatura su di lui.
Big Al commetteva passi in attacco e gli arbitri in difesa gli fischiavano anche un tecnico contro, il pessimo momento del nostro centro proseguiva contro McLemore, su un contatto onesto gli arbitri davano fallo contro Jefferson e i Kings ringraziavano gli arbitri per un gioco da 3 punti che portava sul +9 i californiani.
Kidd-Gilchrist tornava in attacco ad assaltare il ferro, sul contatto con un difensore riusciva ugualmente a mettere dentro a 7:14 per il 60-67.
Gli Hornets potrebbero creare ancora qualcosa di pericoloso ma Casspi commetteva un fallo di frustrazione sgambettando Walker che aveva preso il possesso palla in difesa e stava ripartendo a tutta velocità. Kemba volava a terra a 6:56 e gli arbitri si recavano allo schermo per osservare meglio dall’instant replay la dinamica dell’accaduto.
Alla fine decidevano per la semplice rimessa Hornets.
La squadra di Clifford era beffata poco dopo, quando in difesa Big Al rifilava una stoppata a McCallum, ma sul proseguo dell’azione McLemore dalla diagonale destra metteva dentro un tre punti per il 60-70.
MKG e Walker non riuscivano a sfruttare le loro transizioni, entrambi si lamentavano di un fallo subito, Kemba era molto nervoso e si prendeva un tecnico.
Il secondo contro i Calabroni.
Era Marvin Williams a provare a suonare la carica per i Calabroni con una tripla da circa 40° sinistra.
A 4:22 però Gay creava una delle azioni più belle della partita; Spin move con rotazione velocissima e sciolta più appoggio con mano sinistra sullo slancio ad andare oltre al tentativo di stoppata di Jefferson, troppo lento. A 4:06 Jefferson con il suo gancetto riportava sul -8 gli Hornets (65-73) ma poiché il proverbio recita: “Non c’è due senza tre”… arrivava ancora un tecnico a Mo Williams per una spinta su un avversario, o meglio… per un gesto d’insoddisfazione come a significare “ma va, che fiscale”… Charlotte tornava a essere in difficoltà; Kidd-Gilchrist mancava un tiro aperto e Miller lavorando spalle a canestro contro Walker si avvicinava all’obiettivo e lo colpiva con un buon tiro, inoltre Zeller sbagliava, lo stesso MKG veniva fermato irregolarmente da Gay a 1:56 su un tentativo di schiacciata, ma dalla lunetta segnava solo un libero che bastava solo a ripristinare il -10 (66-76).
La partita sostanzialmente terminava al tramonto del terzo quarto quando D. Williams lanciato a canestro andava a posterizzare Biyombo, al quale non riusciva l’estrema giocata difensiva.
I Kings chiudevano sul 69-80 i primi tre quarti di gara.

Clifford si presentava con la panchina sul parquet nell’ultimo quarto, sperando potesse fare bene, ma Lance mancava subito la prima occasione di Charlotte, mentre D. Williams andava dentro, segnava e guadagnava la linea della carità che tuttavia non sfruttava.
Per una difesa illegale di Miller Mo Williams andava in lunetta e segnava il suo primo punto della gara…
I compagni speravano che questo lo sbloccasse ma Mo sbagliava subito dopo un altro tiro, ci doveva pensare Henderson a 10:24 alla realizzazione; i suoi due FT uniti al canestro in jumper dalla diagonale sinistra mandavano gli Hornets sul 74 contro gli 82 punti avversari i quali regalavano un’altra perla al proprio pubblico con l’alley-oop di D. Williams (su assist di Miller), un’altra volta in faccia a Biyombo.
74-84 e per fortuna, un altro FT mancato dai Kings. A 8:20 Mo Williams accorciava a -7 le distanze con una bomba da tre.
Henderson mancava un altro tiro ma Stephenson era bravo a marcare Gay, il quale andava in confusione spalle a canestro, si palleggiava addosso e perdeva palla per lo scoccare dei 24 secondi.
Lance pestava la linea laterale in attacco e Gay ringraziava andando all’attacco del ferro passando dietro a un blocco, niente da fare sul primo tiro ma il rimbalzo concessogli dagli Hornets permetteva all’ala piccola avversaria di segnare a 6:49 e prendere un fallo di Marvin Williams per un gioco da 3 punti che riportava l’elastico a estendersi sino ai 10 punti di margine.
Trenta secondi dopo era MKG a ridurre il gap grazie a un goaltending di D. Williams.
I Calabroni potrebbero ridurre lo svantaggio ma Marvin Williams dal lato destro falliva la tripla e MKG si faceva recuperare da Miller sull’ennesima ripartenza, tuttavia sull’ennesimo contropiede degli Hornets condotto sempre dalla nostra ala piccola arrivava un altro goaltending per l’81-87. Incredibilmente gli Hornets a due possessi lasciavano Thompson libero nel cuore dell’area, il suo “ponticello” finiva dentro e dopo l’errore di Big Al in attacco Marvin Williams commetteva fallo su Gay.
La squadra del North Carolina era in bonus e Gay splittava a 4:11 per il provvisorio 81-90.
Un regalo della terna (senza cercare scuse, Sacramento ha giocato meglio e ha meritato di vincere) sanzionava un intervento di Marvin Williams sul Williams dei Kings che non vantava parentele, ma si limitava a segnare i liberi.
Mo e Kemba da 3 fallivano, Miller no, Kemba Walker ci riprovava a 2:40 nonostante la spinta di D. Williams che lo faceva finire oltre all’ipotetica linea orizzontale parallela alla tabella; Kemba però riusciva ad alzar palla e a mettere una conclusione difficile in maniera fantastica.
Il libero segnato consentiva agli Hornets solamente di salire a 84 punti, 10 in meno dei padroni di casa.
Troppo tardi per il recupero, anche se Marvin Williams con una bomba nel finale portava il risultato sul 91-97 e Walker rubava un pallone, Henderson mancava la tripla un paio di metri oltre l’arco dalla diagonale destra, a Charlotte non restava che spendere falli futili e il divario si ampliava sino al 91-101 finale.

Le statistiche di squadra:

gggg

Prossima tappa Minneapolis; non sarà al mare ma è l’ultima spiaggia…

Voti

Walker: 6,5
18 pt. (7/18), 5 rimbalzi, 2 assist, 4 rubate. Discreto rientro da titolare. Sbaglia troppe triple (1/5) e qualche entrata, più propenso a chiedere il fallo che a realizzare, anche se in una occasione ha probabilmente ragione. Speriamo ingrani. Ora o mai più per l’annata di Charlotte…

Henderson: 5,5.
20 pt. (8/16), 5 rimbalzi, 1 rubata. Serata egoista da SG. Si prende i suoi tiri e ne mette la metà. Qualche errore evitabile ma non può metterli tutti. Lascia perplesso in difesa, su alcune chiusure sembra un casello con la sbarra alzata. Tre palle perse.

Kidd-Gilchrist: 5,5
13 pt. (5/9), 7 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. E’ vero, fa 5/9 ma sbaglia alcuni open. E’ sempre pronto a ripartire ma perde 3 palloni, inoltre Gay, che non è cliente facile, lo supera quasi sempre.

Zeller: 5
1 pt. (0/3), 6 rimbalzi, 4 assist in 19:09. Non sembra pronto. Prende 6 rimbalzi, ma spesso sotto le plance gli passano vicini e non riesce a catturarli. Ancora “influenzato” dall’infortunio non rende, nemmeno al tiro e Clifford lo limita a meno di 20 minuti.

Jefferson: 5
17 pt. (8/18), 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Troppo lento in difesa. Anche Thompson facendo due passi con partenza da fermo gli va via e appoggia senza patemi. Brutto momento nel terzo quarto che contribuisce a far distaccare gli Hornets. Anche nel finale non proprio alla sua altezza. Segna comunque i suoi punti ma per un centro che gioca più di 35 minuti contro una riserva 5 rimbalzi sono pochi.

Marvin Williams: 5,5
9 pt. (3/8), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Anche dalle sue mani si cercano punti. Mete qualche tiro. Stano faccia tre su quattro da 3 e zero su quattro da due.

Mo Williams: 4
9 pt. (3/15), 1 rimbalzo, 4 assist. Letale… per noi questa volta. Non ne prende una fino al tiro libero assegnatogli. Qualche partita fa segnava con facilità, ora, forse sballottato dalle rotazioni a causa del rientro di Walker sembra la sua controfigura. Chissà che l’aria di Minneapolis (sua ex squadra) lo risvegli…

Biyombo: 5,5
2 pt. (1/1), 3 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata in 13:14 minuti. Gioca poco e viene posterizzato due volte. Non una grandissima serata per lui anche se qualcosa di buono la combina.

Stephenson: 5,5
2 pt. (1/3), 2 rimbalzi, 3 assist in 19:14. Perde 3 palloni, uno non lo conto, un lob per Big Al che non s’intende con lui… “Poca roba comunque”, potrebbe attaccare, si limita al jumper, quello che sta uccidendo Charlotte in questa fase.

Coach Clifford: 5
La squadra è scomparsa. Lui batte le mani ma meno convinto. Si deve rendere conto che primariamente in attacco Charlotte deve tornare a muover palla bene e velocemente per avvicinarsi il più possibile a canestro. Vanno bene i blocchi, uno, due magari alti per Kemba, poi se non si ha eccessivo talento offensivo, continuare a sparare jumper in abbondanza, non premia. Deve risistemare la difesa a livello dell’arco, prendiamo troppi canestri da 3 che ci complicano le partite.

 

Calendario BOS/MIA/IND e CHA + Classifica Eastern Conference al 19 marzo.

aaaaaaaa

Charlotte insegue le tre navi che l’hanno recentemente superata. Se Milwaukee non colerà a picco, solo due di queste squadre parteciperanno alla post season. Brooklyn è più attardata, ma nutre ancora qualche speranza.

 

La regular season della NBA volge ormai al tramonto e sugli Charlotte Hornets nelle ultime partite pare essere calato un momentaneo buio sebbene contro i Clippers si siano visti segnali di risveglio nel gioco e in qualche protagonista un po’ in ombra ultimamente.
Nelle ultime cinque gare i Calabroni l’hanno spuntata una sola volta, quando erano con le spalle al muro, contro i Bulls, uscendo sconfitti da Wizards, Kings, Jazz e Clippers.
Quattro sconfitte che hanno fatto male a Charlotte che la vedono ora inabissarsi come un sottomarino al decimo posto dell’Eastern Conference ma visto che sta succedendo di tutto ultimamente (squadre date per spacciate tornate alla ribalta e viceversa), speriamo che i Calabroni possano ripetere la buona parte finale della scorsa stagione. Ora alla squadra di Jordan non resta che fare affidamento sul radar per silurare e affondare almeno due delle tre fregate che l’hanno superata in classifica (Heat, Celtics e Pacers).
Nella notte solo gli Heat hanno vinto, mentre Pacers e Celtics si sono rese rispettivamente a Chicago e Oklahoma City.
Queste squadre hanno diverse cose in comune, a partire dal calendario che vede le tre franchigie avversarie ferme a “gara 67”.
Ciò vuol dire che tutte e tre avranno ancora 15 sfide da disputare, contro le 16 di Charlotte, la quale visti i gentili omaggi di Bulls e Thunder, ora è a mezza partita dai verdi e dai gialloblù.
Gli Hornets dopo la sfida contro i Kings dovranno disputare 7 partite in casa contro le 8 in trasferta, incredibilmente anche le altre 3 compagini interessate nella lotta playoffs (al momento ho escluso i Nets un po’ defilati ma non si sa mai…) avranno la stessa suddivisione tra partite in casa e trasferta.
Vediamo nel dettaglio i calendari delle principali avversarie:

Miami Heat (31-36) 2-1 a favore degli Hornets negli scontri diretti (uno scontro diretto ancora da disputare).

Una gara e mezzo di vantaggio sugli Hornets, i Miami Heat avranno un calendario in discesa nella parte finale di stagione ma i problemi, nonostante la perdita di Bosh (spettatore nella notte contro i Trail Blazers) e la buona forma attuale, potrebbero iniziare subito. Sette delle prossime 10 gare saranno in trasferta e i campi di Thunder, Hawks e Cavaliers non saranno semplici da espugnare, inoltre la squadra della Florida avrà tre scontri diretti; 2 in trasferta contro Pacers e Celtics e quello con Charlotte in casa che sarà anche la prima partita di un finale da giocare in casa che vedrà la squadra di Spolestra affrontare in casa anche Bulls e Raptors. L’ultima sarà contro Phila, in trasferta, ma i 76ers probabilmente faranno da comparsa, eliminati ieri matematicamente dalla lotta per i playoffs. Gli Heat disputeranno solo 2 back to back.

Calendario Heat

21/03/2015 Vs Nuggets
22/03/2015 @ Thunder
25/03/2015 @ Bucks
26/03/2015 @ Celtics (back to back)
28/03/2015 @ Hawks
30/03/2015 Vs Pistons
01/04/2015 Vs Spurs
03/04/2015 @ Cavaliers
05/04/2015 @ Pistons
06/04/2015 @ Pacers (back to back)
08/04/2015 Vs Hornets
10/04/2015 Vs Bulls
12/04/2015 Vs Raptors
14/04/2015 Vs Magic
16/04/2015 @ 76ers

Boston Celtics (30-37) 2-1 a favore degli Hornets negli scontri diretti (uno scontro diretto ancora da disputare).

A mezza partita da noi, la squadra del Massachusetts sta giocando bene nonostante la cessione di Rondo e la perdita di Sullinger ma sono arrivati i nuovi più un Datome marginale.
Nella notte con le triple piovute su Oklahoma ha tentato di riaprire una partita chiusa.
Westbrook non ha tremato dalla lunetta e con 6 punti ha mitigato gli 11 dei Celtics nel rush finale.
Il calendario è particolare; gli Spurs fuori casa saranno un osso duro, Detroit in casa sarà abbordabilissima, poi dopo una gara a Brooklyn (avranno ancora qualcosa da dire i bianconeri newyorkesi?) inizieranno una serie di partite particolari.
Anche per loro saranno 3 gli scontri diretti.
Miami e Indiana in casa, mentre Charlotte sarà in trasferta.
Nel finale un’altra gara contro Detroit da disputare questa volta al Palace of Auburn Hills più due sfide a testa contro Toronto, Milwaukee e Cleveland, 6 gare che incideranno sulle sorti dei Leprechaun.
Boston avrà 3 back to back.

Calendario Celtics

21/03/2015 @ Spurs
22/03/2015 Vs Pistons
24/03/2015 @ Nets
26/03/2015 Vs Heat
28/03/2015 @ Knicks
30/03/2015 Vs Clippers
31/03/2015 @ Hornets (back to back)
02/04/2015 Vs Pacers
04/04/2015 Vs Bucks
05/04/2015 @ Raptors (back to back)
09/04/2015 @ Pistons
11/04/2015 @ Cavaliers
12/04/2015 Vs Cavaliers
15/04/2015 Vs Raptors
16/04/2015 @ Bucks (back to back)

Indiana Pacers (30-37) 1-2 (per i Pacers) negli scontri diretti (uno scontro diretto ancora da disputare).

Indiana sembrava lanciatissima e inarrestabile ormai.
Una serie di 7 vittorie di fila sembrava lasciare un posto in meno alle squadre in lotta per la post season, tuttavia la serie sfavillante di vittorie è stata interrotta da 3 sconfitte consecutive.
Ora si fa dura anche per David West e soci.
La prossima a Cleveland sarà dura e avranno altre squadra non semplicissime da affrontare (Washington, Memphis), sebbene godano in qualche caso del fattore campo (Houston, Dallas, Oklahoma City).
Indiana ha la particolarità che potrà giocare contro Boston, Charlotte e Miami in fila.
La prima sarà fuori casa e sarà un back to back di ritorno da Brooklyn, le altre due sfide le giocherà in casa alla Bankers Life Fieldhouse.
Buon per i Pacers avere dopo questi scontri New York (da prendere con le molle visto lo scherzetto fatto a San Antonio) e Detroit, anche se entrambe fuori casa.
Indiana avrà ben 4 back to back.

Calendario Pacers

21/03/2015 @ Cavaliers
22/03/2015 Vs Nets (back to back)
24/03/2015 Vs Rockets
26/03/2015 @ Wizards
27/03/2015 @ Bucks (back to back)
30/03/2015 Vs Mavericks
01/04/2015 @ Nets
02/04/2015 @ Celtics (back to back)
04/04/2015 Vs Hornets
06/04/2015 Vs Heat
09/04/2015 @ Knicks
11/04/2015 @ Pistons
13/04/2015 Vs Thunder
15/04/2015 Vs Wizards
16/04/2015 @ Grizzlies (back to back)

Charlotte Hornets (29-37)

Charlotte deve aumentare la velocità sul tachimetro e far girare la prima cifra sul contachilometri passando da 2 a 3, immediatamente per inseguire il sogno playoffs al primo anno Hornets, nonostante gli infortuni che hanno rovinato un po’ la stagione.
Niente più scuse però.
La quota per raggiungere i playoffs a Est è bassa, la squadra era data come quarta o quinta forza a Est, invece ha avuto dei problemi e dei giocatori (vedi Neal) che hanno reso pochissimo.
Bisogna lanciare lo sprint finale. Dopo Sacramento, come già detto, anche gli Hornets torneranno in linea con le altre squadre per quel che riguarda partite in casa e in trasferta, la differenza sarà che gli Hornets dovranno disputare ben 5 back to back.
Un paio di partite con Detroit (una in casa e una in trasferta) più una gara in casa con Phila saranno le abbordabili, per il resto anche gli Hornets andranno sui campi di Boston e Indiana mentre prima ancora ospiteranno i Celtics.
Curiosità… tra una partita e l’altra i Calabroni beneficeranno delle sfide contro Detroit e Philadelphia (anche se quest’ultima in back to back).
La squadra di Clifford potrebbe rilanciarsi prepotentemente, le possibilità ci sono, la difesa dovrà limitare meglio gli attacchi avversari, anche se ci saranno diverse altre gare ostiche (due contro i Falchi di Atlanta e due contro i Raptors), ora dipende dalla squadra.
E’ il momento della verità.
Saprà tornare a regalare i playoffs come spesso riusciva ai vecchi Charlotte Hornets o falliranno miseramente?
Il calendario degli Hornets lo trovate anche sul lato della pagina Home a destra.

21/03/2015 @ Kings
23/03/2015 @ Timberwolves
24/03/2015 @ Bulls (back to back)
26/03/2015 Vs Nets
28/03/2015 @ Wizards
29/03/2015 Vs Hawks (back to back)
31/03/2015 Vs Celtics
02/04/2015 Vs Pistons
04/04/2015 @ Pacers
05/04/2015 Vs 76ers (back to back)
08/04/2015 @ Heat
09/04/2015 Vs Raptors (back to back)
11/04/2015 @ Hawks
12/04/2015 @ Pistons (back to back)
14/04/2015 Vs Rockets
16/04/2015 @ Raptors

La classifica al 19 marzo:

cccccccc

Let’s go Hornets!

Game 66; Charlotte Hornets @ Los Angeles Clippers 92-99

Charlotte Hornets @ Los Angeles Clippers 92-99

A cavallo tra gli anni’80 e i primi anni ’90 c’era una squadra che militava nella massima serie spagnola di calcio, si trattava del Cadice; la piccola e graziosa città andalusa era arroccata non solo morfologicamente, ma anche sul campo per cercare di salvarsi.
Nelle fasi finali di campionato le riuscivano spesso rimonte impensabili che le avevano fatto guadagnare il soprannome di sottomarino giallo (impropriamente dato poi anche al Villareal) a causa del colore della sua maglia, così anche gli Hornets questa sera sono riemersi nel terzo quarto con un parziale di 33-18 che li ha spinti sul 74-77 e poi durante l’ultimo quarto più volte sul -1 ma non sono mai riusciti ad agguantare la parità. Un peccato, anche se i Clippers rimangono una formazione terribile e J.J. Redick sfruttando i blocchi ha trovato una gran serata al tiro, gli Hornets possono essere più fiduciosi per le prossime tre trasferte.
Giocando come nel secondo tempo si hanno, nonostante le sfide siano in trasferta, molte possibilità di vittoria.
Il sottomarino teal & purple si è inabissato dopo la seconda sconfitta consecutiva, ma potrebbe riemergere prepotentemente vincendo le prossime quattro sfide, tutte alla portata, che Charlotte dovrà giocarsi con il dovuto rispetto per gli avversari, ma senza nessun timore reverenziale. Certamente ora non si deve più “sbagliare”, coach Clifford dovrà riguardarsi la partita e magari limitare alcuni jumper a bassa percentuale da parte di alcuni interpreti che ne abusano, specialmente se sul campo le spaziature ci sono, si aprono possibili open shot o possiamo attaccare il canestro concludendo meglio l’azione.

Gli Hornets (in viola) scendevano sul parquet con; Mo Williams, Henderson, Kidd-Gilchrist, Marvin Williams e Al Jefferson, i Clippers (in bianco) ci fronteggiavano con; Paul, J.J. Redick, Turkoglu, Griffin e D. Jordan messi in campo da Doc Rivers.

Jefferson contribuisce alla rimonta mandando a segno un jumper nel terzo quarto che gli Hornets concluderanno con un parziale di 33-18 riportandosi nella scia dei Velieri.

Jefferson contribuisce alla rimonta mandando a segno un jumper nel terzo quarto che gli Hornets concluderanno con un parziale di 33-18 riportandosi nella scia dei Velieri.

I Clippers vincevano la palla a due, ma a sbloccare il punteggio sul tabellone ci pensava Kidd-Gilchrist che riceveva sulla sinistra un passaggio cambio lato di Henderson, MKG tentava il jumper.
La palla dopo un rimbalzo sul ferro che la faceva impennare tornava giù e coglieva il fondo della retina per il 2-0.
Il tiro in sospensione di Henderson non era così fortunato, inaugurava così una serie di tiri beffardi che non entravano per poco, Marvin Williams comunque rubava un pallone diretto verso Paul e partiva in transizione cedendo poi la palla a spicchi a MKG a metà campo che dava il pallone nuovamente a Marvin per cercare di farlo segnare a pochi passi dal canestro, ma il rientro di Griffin che toccava il pallone di ritorno per MKG rallentava il canestro degli Hornets, ottenuto ugualmente dal nostro n°14 che riprendeva la sfera e segnava da sotto.
A 10:02 Redick dopo un paio di errori al tiro inaugurava la sua buona serata mettendo il 4-2, Turkoglu a 8:52 da 3 punti metteva la tripla del primo sorpasso della gara, poi Paul metteva nelle mani di Griffin un pallone che l’ala grande dei Clippers metteva nel cesto per il 4-7 a 8:18.
A 7:39 ci pensava Jefferson a ristabilire la parità con un giro e tiro a scomparire dietro la tabella sullo slancio; la palla comunque entrava e Big Al guadagnava anche il tiro libero per il fallo commesso su di lui. Gioco da 3 punti e 7 pari.
Henderson riportava avanti i Calabroni prendendo il cuore del pitturato e staccando come se volesse schiacciare, ma sul suo salto si faceva trovare pronto Jordan che lo contrastava bene, sul contatto Henderson iniziava a scendere ma riusciva con un guizzo in controtempo a tirare e a segnare passando sopra le braccia del centrone avversario.
A 6:34 gli Hornets si godevano un vantaggio di 4 punti grazie al passaggio di Mi per Jefferson che comodamente metteva altri due punti, gli rispondeva in jumper Paul dopo 16 secondi ma Mo Williams riportava sul +4 la quadra del North Carolina a 5:52; arrestando la sua penetrazione con un giro e tiro con poca parabola metteva dentro il 13-9 A 5:27 passando dietro un blocco, schema sfruttato parecchio dai Clippers, Redick metteva un altro tiro.
A 4:15 DeAndre Jordan dalla lunetta splittava, inaugurando la serie di errori personale dalla lunetta, il libero però riportava a -1 la squadra di casa, la quale passava in vantaggio con un contropiede di Rivers; nonostante la stoppata di MKG, arrivava a rimorchio comunque Redick per il nuovo vantaggio dei californiani.
L’ultimo vantaggio della squadra in tenuta viola arrivava con Jefferson che spalle a canestro si girava e alzava la parabola sopra Jordan per il 17-16. Il nuovo vantaggio Clippers era viziato da un fallo veniale ma punibile da regolamento.
Sul canestro di Griffin, DeAndre saltando andava a toccare il ferro mentre la palla stava per entrare e questo non si può fare, comunque sia gli arbitri chiudevano un occhio e Griffin concludeva un’altra azione con un gancio su Maxiell per il 17-20.
Charlotte buttava palla sulla partenza dell’azione mentre Lance entrava in campo, tuttavia i Velieri avevano un buon momento e velocemente accumulavano punti di vantaggio; Robinson da 3, Jordan con un gancio in turnaround mentre era raddoppiato, infine Griffin con un sottomano al vetro (toccato da MKG sulla corsa) andava a mettere un gioco da 3 punti. Walker ci provava due volte da 3 punti per capire se fosse serata o meno. Il primo tiro andava a bersaglio, il secondo sulla sirena no e Charlotte si trovava sotto di 8 punti (20-28) a fine prima frazione.

Kemba Walker con il suo ball-handling cerca di depistare Nate Robinson.

Kemba Walker con il suo ball-handling cerca di depistare Nate Robinson.

Kemba Walker apriva le danze a 11:40 con due punti mentre a 10:20 Biyombo si presentava in lunetta in forma segnando le sue due occasioni completando un parziale di 7-0 (24-28) interrotto da un pick and roll vincente Davis/Robinson che portava il lungo di riserva dei Clippers a segnare in allungo mentre Robinson poco dopo colpiva da 3 per il 24-33. Henderson cercava di non far allontanare troppo i suoi con una corsa sulla linea di fondo destra, dalla quale scagliava il suo tiro vincente dalla media distanza per il 26-33 a 8:19 ma Robinson era molto fastidioso colpendo ancora, sebbene lo faccia con un’azione da due punti, a dare un’altra tripla a favore dei Clippers ci pensava Hawes che portava i suoi in condizioni di avere un vantaggio in doppia cifra sul 26-38 (+12).
Charlotte faceva fatica a segnare, anche Marvin Williams si prendeva un tiro in corsa da centro area fallendolo e a tradire si aggiungeva anche Henderson, il quale metteva un solo libero sui due assegnati per fallo di Davis sul suo tentativo d’appoggio rovesciato.
Redick segnava due punti nel duello con Henderson ma Walker a 5:23 guadagnava la lunetta e altri due punti per la squadra di Clifford che aumentava il punteggio sino a 29 punti contro i 40 della squadra che abitualmente gioca allo Staples Center.
Griffin sbagliava un tentativo ma riprendeva e finiva per trovarsi lo spazio per il tiro vincente.
Marvin Williams a 4:22 trovava il fondo del secchiello con un tiro aperto frontale, ma 10 secondi dopo Turkoglu rispondeva da oltre l’arco alla nostra PF e a 3:22 DeAndre Jordan per fallo di Jefferson si recava in lunetta aggiungendo un punto per i Clippers che dopo aver visto splittare nuovamente il proprio centro si trovavano sul32-46.
A 3:11 Henderson con furbizia si procurava un fallo andando verso Turkoglu ma dalla lunetta la nostra SG imitava il Jordan della serata con un libero solamente mandato bersaglio e i Clippers aumentavano il gap quando a 3:00 dall’intervallo Griffin ben schermato trovava il corridoio per la dunk a una mano.
Un passaggio in diagonale dalla linea di fondo di Mo per Big Al e una tripla di CP3 dal corner sinistro a 2:27 facevano salire il divario a 16 punti (35-51) e nonostante Jefferson e MKG segnassero rispettivamente un tiro e due liberi contro Turkoglu (difesa battuta e fallo) i Clippers rispondevano con Redick (tra le due azioni citate di Charlotte) e Griffin a 1:05 con un tiro in diagonale over Maxiell, le due squadre aggiungevano un canestro per parte e si andava al riposo sul 41-59, con i Clippers in vantaggio di 18 punti, frutto di una lampante superiorità, avvantaggiati anche dal fatto che Charlotte non sempre avesse fatto le migliori scelte in attacco, condizione imprescindibile per la rimonta.

Marvin Williams sovrasta Turkoglu a rimbalzo.

Marvin Williams sovrasta Turkoglu a rimbalzo.

La ripresa iniziava con un tiro di Mo Williams da 3 pt. corto e con i Clippers che rispondevano lanciando DeAndre verso canestro. Il centro subiva una stoppatona inutile da Marvin Williams, per gli arbitri sulla sua sinistra a commettere fallo sul tentativo di jam c’era Jefferson.
Il centro si abbonava a “Splittare” e modificava di poco il punteggio (41-60).
Big Al aveva qualche difficoltà dal post basso, il suo giro e tiro dalla sua mattonella andava corto a causa della difesa di DeAndre Jordan e a 10:03 Paul metteva una tripla da 45° sinistra contro Henderson facendo sembrare tutto facile per i Velieri, ora in placide acque, con un vantaggio di 22 punti (41-63).
La scuderia Williams però iniziava a correre; Mo per Marvin che iniziava la rimonta con due punti, su un altro passaggio del play Marvin con un tiro in sospensione da due aggiungeva altri due punti prima del contrattempo Redick che riportava a 20 le lunghezze di distacco tra le due formazioni. Charlotte metteva un piccolo parziale di 5-0 grazie a Jefferson in fase di risveglio, anche se Paul a 6:33 metta la sua bomba nonostante la sua conclusione colpisse il primo ferro per poi entrare un po’ aiutata.
Mo Williams rispondeva dalla lunga distanza con una conclusione dall’esecuzione veloce.
Il punteggio muoveva sul 53-70 quando un Paul in formato ancora di salvataggio guadagnava due liberi a 6:00 dalla fine del terzo quarto, realizzandoli entrambi.
Un tecnico fischiato a Gerald Henderson riportava a 18 il vantaggio di Paul & Company ma la stessa guardia tiratrice di Charlotte si gettava dentro per subire un fallo sul tiro.
Dalla lunetta questa volta Henderson tornava a essere preciso Marvin Williams dal corner sinistro segnava con un tiro effettuato appena dentro la linea dei due punti e poi splittava dalla lunetta, chi invece non falliva dalla linea della carità era MKG che in contropiede veniva abbattuto sull’azione offensiva seguente di Charlotte.
A 3:22 a gioco fermo l’ala piccola degli Hornets realizzava il 62-73. Redick segnava contro Walker (che non tentava di contrastare il tiro saltando sulla conclusione del giocatore dei Clippers) che peggiorava la sua situazione andando a commettere un fallo offensivo sullo stesso avversario.
Mo Williams però rubava un pallone a Davis (autentico buco per i Clippers) e andava ad appoggiare al vetro dopo un coast to coast.
Davis era dannoso per i suoi commettendo un fallaccio sulla penetrazione di Kemba che si rifaceva parzialmente dalla lunetta mandando dentro le due conclusioni a cronometro fermo.
Per un fallo di Jones su Walker, commesso lontano dalla palla, Kemba tornava in lunetta, non facendo felice Mo Williams che nel frattempo aveva ottenuto un pallone nell’angolo destro ed era pronto a tentare un tiro aperto da 3 punti.
Comunque sia il play di Charlotte segnava altre due volte e a 1:05 i Calabroni non erano poi più così distanti sul punteggio di 68-75… Jefferson rubava un pallone a Davis e Mo Williams metteva una tripla grazie all’apertura sulla sinistra di Walker in transizione sfumata, Robinson con un fade-away rispondeva ma a :04.6 un’altra tripla di un suo play; Walker, il quale mandava all’intervallo corto sul 74-77 le squadre.

Big Al in azione.

Big Al in azione.

L’ultimo quarto si apriva quindi con qualche speranza in più per gli Hornets che accorciavano sino al -1 con Henderson a 11:17 dalla lunetta. Charlotte però non riuscirà mai a passare in vantaggio ma si limiterà a rispondere ai canestri dei Clippers tornando più volte sul minimo divario possibile.
Ad esempio Jones metteva un libero (fallo ingenuo di Biz) ma Kemba che a sua volta si presentava in lunetta per due conclusioni splittava, Walker stesso sullo slancio per contrastare un tiro dalla baseline destra di Robinson finiva per toccarlo.
Il piccolo play non sbagliava i due FT a 10:12, MKG con un jumper segnava il 79-80, Redick segnava ancora nonostante la difesa di Kidd-Gilchrist, ma a 8:52 nonostante scivolasse nel pitturato e finisse per terra, la nostra ala piccola da seduto riusciva a vedere e a servire Henderson in inserimento verticale che la guardia degli Hornets concludeva con una strepitosa dunk a 8:52.
Dopo che nell’azione precedente aveva recuperato un pallone Walker e Mo Williams fallivano il sorpasso, Jordan era stoppato ma si riprendeva la sfera per la schiacciata dell’81-84.
Henderson provava il pareggio con un tiro da 3 dall’angolo destro ma non era preciso, grazie al rimbalzo di Biyombo, Hendo aveva un’altra possibilità che si giocava in uno contro uno; il suo tiro in ritmo da due era più preciso e gli Hornets per l’ennesima volta tornavano sul -1.
A 6:49 Paul tornava a colpire, era un top shot, una tripla frontale che lasciava poche colpe da attribuire alla difesa di Walker.
Henderson dalla diagonale destra (ben schermato da Biz) metteva un altro tiro e il tabellone segnava ora l’85-87 per i Clippers.
A 6:19 un fallo di Marvin su Griffin portava oltre il possesso (-4) gli Hornets, Jefferson era stoppato, prendeva il rimbalzo ma sbagliava il tiro, dall’altra parte il duello Griffin-Williams (Marvin) si riproponeva con Blake che nel pitturato andava a spingere con il corpo Marvin verso il canestro, procurandosi così lo spazio per segnare da sotto altri due punti a 4:54. Venti secondi dopo Big Al batteva Jordan.
Con gli Hornets sul -4 i Calabroni tentavano la tattica del fallo su Jordan, pessimo tiratore di liberi, tale si confermava a 4:20 splittando ancora una volta.
Charlotte non ne approfittava perché il veloce tiro in sospensione di Mo Williams non entrava, così come quello di Paul, poi a 3:51 per una trattenutina di CP3 su Big Al il nostro centro tornava in lunetta per essere colpito dalla sindrome jordaniana.
Anche lui metteva solamente una delle conclusioni e gli Hornets rimanevano sul -4 (88-92).
Charlotte fermava il cronometro a 3:47 con il fallo su Jordan che ciclicamente si ripeteva inesorabile.
Uno su due che dava qualche speranza alla squadra di Clifford, specialmente dopo i due punti ottenuti velocemente da Mo e dalla buona difesa della squadra intera (in particolare nei secondi finali di MKG a difendere fisicamente su Griffin) che non faceva tirare nei 24 secondi la squadra di Doc Rivers.
Gli Hornets avrebbero la possibilità di pareggiare grazie a un’opportunità era ghiottissima; un ribaltamento di gioco trovava Marvin Williams oltre l’arco a 45° sinistra con tutto lo spazio del mondo per pareggiare, ma il suo era un tiraccio che colpiva solamente l’esterno del ferro sinistro finendo per rimbalzare mestamente oltre la linea di fondo.
A 2:50 un altro fallo di Charlotte (lo stesso Marvin) su DeAndre confermava il 50% con il quale il centro avversario stava tirando in serata. Henderson sull’azione d’attacco si fermava sul lato di destra ma commetteva passi, brutto colpo per la squadra di Jordan sotto di 4 a poco dalla fine…
Un fallo assegnato a MKG su un’iniziativa in entrata di Redick dava il 90-96 dalla lunetta a 2:12.
Un’entrata di Mo riportava a -4 gli uomini in viola che erano sfortunati sull’azione difensiva seguente; Redick andava corto con il tiro stranamente ma la palla rimbalzava sulla scarpa di Jefferson mandandola oltre la linea di fondo per la disperazione del nostro centro.
Gli Hornets si salvavano sul tentativo di Paul in corsa, ma lo stesso Jefferson non si faceva “perdonare” l’involontaria deviazione di piede sbagliando il gancio su una delle ultime azioni offensive.
I Clippers a questo punto giocavano con il cronometro, Paul da 3 non ripeteva la magia precedente e il tabellone segnava :22.6 ancora da giocare.
Il time-out chiamato da Clifford disegnava uno schema buono in parte. Rimessa, incrocio di Henderson che aveva lo spazio forse perfino per tagliare in verticale e arrivare a canestro, si accontentava di lasciare con il fiato sospeso i tifosi degli Hornets andando con un jumper aperto da discreta posizione che però non finiva dentro.
I Clippers erano ormai salvi. Dalla lunetta a Paul non restava che rifinire il punteggio.

La prossima gara sarà contro i Re, poi ci saranno Lupi e Tori in trasferta, sino ad arrivare alla gara casalinga contro i Nets, quattro finali, almeno 3 se non tutte da vincere se si vuole avere qualche possibilità di andare ai playoffs. Ora le sconfitte sono diventate troppe, le prossime 4 sfide saranno fondamentali.

Le statistiche da cui si evince che i Clippers hanno tirato meglio o forse semplicemente si sono presi delle conclusioni a più alta percentuale, per il resto le stats non sono dissimili…

clihor

Voti

Mo Williams: 6
18 pt. (8/15), 4 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata. Non male come percentuale dal campo per una guarda. Contribuisce alla rimonta ma gli manca il colpo del sorpasso, che avrebbe messo in condizioni di apprensione gli avversari. Commette un paio di errori in momenti decisivi. Sarebbe il play di riserva, non gli si può chiedere la luna. Difesa migliorabile.

Henderson: 5
16 pt. (5/13), 4 assist, 1 rimbalzo, 2 rubate. E’ in simbiosi con la stagione degli Hornets, probabilmente è un pezzo fondamentale nella stagione dei Calabroni, le sue prestazioni condizionano e influenzino spesso i risultati finali. E’ Atletico, nel primo tempo mette un bel tiro in controtempo contro DeAndre Jordan ma da una guardia tiratrice ci si aspetta che metta il tiro primariamente. Ha degli spunti interessanti in uno contro uno o quando è in ritmo ma nella notte commetter 3 turnover, grave quello verso la fine (passi). Sbaglia la tripla del pareggio e sbaglia il tiro della speranza. La differenza troppo sovente tra sconfitte e vittorie, dobbiamo sbagliare meno.

Kidd-Gilchrist: 5,5
10 pt. (3/9), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Non fantastico nella prima parte specialmente al tiro, sale di tono in difesa nella seconda e anche in attacco si fa vedere con un bell’assist e un importante jumper. Non è all’altezza del solito MKG però.

Marvin Williams: 5,5
10 pt. (4/10), 11 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Il voto sale di mezzo punto per gli 11 rimbalzi che lo portano in doppia doppia. Non è che su Griffin faccia una grande figura, così come sbaglia la tripla del pareggio completamente libero esitando. Mette qualche punto per la rimonta ma con tutti i suoi difetti preferirei il dinamismo e l’energia di Zeller che si adatterebbe bene a chiudere il cerchio.

Jefferson: 6
21 pt. (9/19), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Non riesce a far quello che vuole contro Jordan dal post basso. Ha dei momenti di risveglio. Segna 21 punti ma con 19 tiri, male a rimbalzo.

Maxiell: 5
0 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 1 assist in 18:41. Perde due palloni, non una gran serata, sovrastato.

Walker: 6,5
15 pt. (3/8), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 3 turnover per Kemba che continua a far lenti progressi partendo ancora dalla panchina. Per giungere ai playoffs serve che Walker torni a livelli stratosferici in breve tempo. Segna quasi la metà dei suoi punti dalla lunetta. Una tripla importante per il riavvicinamento ma anche un errore per dare il vantaggio ai nostri eroi.

Biyombo: 5,5
2 pt. (0/1), 8 rimbalzi, 2 stoppate in 14:19. Tutto difesa Biz. E’ il secondo rimbalzista della nottata giocando 16 minuti esatti meno di Marvin Williams. Ha il peggior +/- di tutti con -14, anche con lui c’è qualcosa che non va, ma la difesa è sottopressione e le colpe sono primariamente da distribuire a una panchina un po’ latitante nel secondo quarto. Sta imparando a tirare i liberi, sembra nettamente migliorato. Da lì coglie i suoi due punti.

Stephenson: 5
0 (0/3), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata in 10:17. Meno minutaggio in serata per Lance che comunque non è troppo sul pezzo. Ruba un pallone ma rallenta e si accontenta del tiro sbagliandolo. Anche la difesa è rivedibile. -10 di +/-.

Clifford: 5
E’ lui che disegna gli schemi, è lui che decide l’attacco decisivo. L’entrata a canestro non è contemplata? Oppure nell’ipotesi peggiore, se dobbiamo affidarci alla sospensione essendo sotto di 4 pt. si può tentare uno schema simile con un passaggio in più per il ricevente che magari passando dietro un blocco potrebbe trovare 3 punti, certo… gli Hornets non hanno grandi tiratori da tre punti ma anche avessimo segnato avremmo dovuto mandare in lunetta gli avversari sperando che sbagliassero almeno un libero e saremmo stati sotto ancora di 3 se fosse andata bene. Tanto valeva provare l’entrata (magari recuperare canestro e fallo) o tentare di accorciare subito da 3 e andare a rimbalzo se la conclusione non fosse entrata. Per il resto la squadra disputa una partita comunque gagliarda risalendo sino al -1 ma non completa la rimonta.