Matchup key 63: Charlotte Hornets @ Milwaukee Bucks

A cura di Filippo Barresi.

P.J. Washington Vs Giannis Antetokounmpo

Nei recenti incontri tra le due squadre la sfida è sempre stata decisa dalla capacità di contenimento della stella greca dei Bucks.

Spesso, per conquistare la vittoria è servita una prestazione difensiva di livello da parte di P.J. Washington che si è dimostrato in grado di tenere Giannis nelle differenti situazioni di gioco nelle quali spesso è incontenibile.

Il compito non sarà facile e richiederà uno sforzo corale anche dagli altri lunghi Bridges e Plumlee.

Possibili svantaggi:

Oltre alla caratura dell’avversario, le difficoltà di questa notte saranno fortemente collegate alla stanchezza fisica e mentale degli Hornets.

Charlotte è stata sconfitta la scorsa notte ai tempi supplementari dai Pistons e subentrerà nel corso della sfida una difficoltà nel tenere il ritmo ad un livello adeguato.

Possibili vantaggi:

Nelle ultime cinque uscite i Bucks hanno ottenuto una sola vittoria e sono, in questo lasso di tempo, una delle difese più inefficienti della lega.

Gli Hornets dovranno cercare di cavalcare il momento, sfruttando l’incertezza nella riorganizzazione difensiva del sistema avversario che sta cercando di riassestarsi dopo gli scambi fatti a fine mercato.

Game 62: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 126-127 (OT)

Intro

Non so perché ma (sarà per esperienza personale) non credo tanto nei segni del destino benché a volte certe coincidenze paiano assurdamente incredibili.

“Finirò col credere ai segni del destino, perché davanti a così tante coincidenze non può esserci altra spiegazione. Lassù c’è qualcuno che ci gioca dei tiri birboni o ci lancia dei salvagente, e il più delle volte ci dimentica”, da ‘Le Terre Promesse’ di Jean Michel Guenassia.

Forse perché ciò che pare bello, momentaneo e ben avviato risulta sempre essere un’illusione, di certo per Charlotte il momento d’oro contro i Pistons sta continuando da lungo tempo e per tornare a quota .500, quale miglior avversaria (apparentemente) se non Detroit per rilanciarsi dopo le cocenti sconfitte pre All-Star Game?

Aspettando Godot, cioè ciò che forse non avverrà mai forse (un posto ai playoff per non parlare di una vittoria finale), il senso della vita degli Hornets potrebbe avere una mano di vernice fresca in questa sfida con i bad boys per ritrovare quota .500.

Nadežda (speranza) o insensatezza?

Andamento della partita

La partenza con palla in mano dei Pistons caratterizzava i primi minuti: un vantaggio ottenuto di due punti grazie ad una second chance ottenuta da Stewart ed il pareggio Hornets per mano di Bridges che in questo caso attaccava lateralmente per arrivare allo scoop.

Altro tap-in di Stewart e pareggio di Plumlee in rollata sul raddoppio di Ball, due punti di Bey da sotto e fallo di Stewart su Plumlee che in lunetta però mancava due liberi avendo perso confidenza dopo l’All-Sttar Game.

Detroit otteneva un altro rimbalzo offensivo con Stewart e segnava con Grant prima che P.J. Washington, in post basso destro, realizzasse in turnaround appoggiando al vetro e i Calabroni ottenessero il primo sorpasso a 8:35 proprio grazie ad una 2nd chance con una deviazione di Bridges in uscita che andava a favorire la tripla di Rozier per il 9-8.

Riottenuto il vantaggio con Stewart a 7:32 (transizione 3 vs 1), i Pistons accusavano il contro-sorpasso a 6:46 con il coast to coast di Bridges chiuso di sinistra per battere l’ultimo uomo in appoggio.

Cody Martin allungava in transizione e recuperava un fallo offensivo da Cunningham prima che il pull-up frontale di Rozier scavasse un piccolo solco di 5 punti tra le due squadre: 15-10.

Joseph a 5:40 infilava due punti ma Bridges dal corner sx allungava con un dardo da tre punti: 18-12 prima che i Pistons trovassero 5 punti consecutivi con l’uomo “di casa” Bey: 18-17.

Martin segnava una running dunk lanciata di destra sul servizio laterale di Harrell ma Diallo superava il lento Thor e rispondeva per le rime.

A 3:07 Martin segnava un libero su due dando la possibilità del pari ad Hayes che non falliva il pull-up da due: 21-21.

Con la panchina degli Hornets inabile ad andare regolarmente a canestro la squadra di Casey riprendeva il vantaggio con un paio di colpi di Diallo da sotto prima che ball attenuasse il divario schermandosi per una deep 3: 26-27 a 1:17.

Bey con uno spin e un appoggio in allungo su Martin aveva ancora buona capacità realizzativa, Ball in entrata gareggiava in fantasia ma niente fischio supplementare a favore così toccava a Bey nel pitturato realizzare il 28-31 che chiudeva il primo quarto.

La seconda frazione partiva con il sorpasso Hornets: jam di Thor su passaggio diagonale schiacciato di ball e colpo da due di Oubre Jr., pareggio di Diallo dalla lunetta a quota 32 (1/2) ma i Pistons riprendevano qualche punto di vantaggio fino al colpo da tre di Oubre Jr. a 8:50 che riportava sul -1 la squadra di Borrego: 35-36.

Livers colpiva da tre e Borrego era costretto al time-out a 7:30.

Rozier indovinava due triple consecutive e gli Hornets sorpassavano ancora: 41-39, un vantaggio amplificato dal tuffo di Plumlee a metà campo che trascinava avanti un pallone conteso per Martin che finalizzava la transizione da sotto.

Livers però si riproponeva bellamente come tiratore dalla lunga così gli Hornets, dopo un altro colpo a lunga gittata subito questa volta da Olynyk dovevano trovarsi a fare i conti con uno svantaggio.

Plumlee appoggiava al vetro scontrandosi con Olynyk, FT addizionale mancato ma sfondamento di Grant su un Martin abile ancora una volta a portare a casa un risultato in difesa.

Vantaggio di Ball da second chance personale ma Cunningham che subiva il tocco in partenza di Rozier in chiusura continuava l’entrata trattenendo per i pantaloncini Terry al quale era comminato il fallo sul tiro, un two and one che entrava più un tecnico (mancato) affibbiato allo stesso Scary per proteste.

Harrell andava per 2 volte in lunetta splittando i suoi liberi, il 2/4 portava sul +1 Charlotte che però tuttavia si faceva colpire da Grant, uno svantaggio questa volta non assorbito subito mentalmente che portava sul +6 gli ospiti: 49-55.

A :55.1, Ball approfittava di una nuova palla (l’altra era in via di disinfettamento dopo la sua uscita dal parquet, altro sfondamento di Grant questa volta su Miles) servendo un tre punti ma lo stesso Grant da sx rispondeva pagando con la stessa moneta.

L’ultima parola del primo tempo l’aveva Martin che forzando l’entrata lungo linea da destra trovava un reverse spinto per il 54-58.

Gli Hornets però andavano a riposo sotto di 4 punti grazie alla resitenza della squadra di Casey, parsa più organizzata rispetto l’ultimo confronto.

Detroit avanti grazie al 28-32 nel pitturato (nonostante il 52,4% al tiro per Charlotte contro il 44,4% avversario) e ai TO (11-5) aiutati dall’1-9 nelle rubate, insolitamente per gli Hornets…

La ripresa non cominciava nel migliore dei modi con Bey bravo a scappare a Washington e a mettere un reverse su Plumlee che lo toccava.

2+1 flexando da terra poi convertito, -7…

Gli Hornets non si perdevano d’animo e se Bey mostrava abilità atletiche, Terry faceva vedere quelle da giocoliere allungandosi in area su Cunningham trovando lo sfioramento, altro two and one, forse un po’ generoso ma valido per il 57-61 a 10:51.

Charlotte tentava di recuperare e ci riusciva con il 61-63 di Bridges che in corsa diagonale appoggiava al vetro con buona angolazione.

Il sorpasso arrivava per mano di Ball con un tiro dalla diagonale di destra dalla lunga (64-63) ma non era ancora definitivo poiché Stewart pareggiava dalla lunetta splittando (fallo di Plumlee) a 8:31.

Il piccolo arcobaleno di Rozier in area valeva il nuovo +2 ma il quarto ballerino riportava in auge i grigi che con una jam di Grant scappavano sul 69-74.

Gli Hornets reagivano con una tripla di Rozier bravo a procacciarsi anche la folata che a 4:53 agguantava la squadra del Michigan a quota 74 prima che gli Hornets allungassero il parziale con due FT di Oubre Jr. ed un’altra entrata di Rozier per il 78-74 a 3:46.

Parziale di 9-0 interrotto da Hayes in alzata su Oubre Jr. e nuova parità con Bey dalla lunetta a 2:57 per una chiusura di Harrell.

Parità a quota 80 ma un lunghissimo passaggio di ball per Bridges valeva l’alley-oop con la nostra ala dimenticata da tutti.

Olynyk batteva dalla media Harrell che si rifaceva passando sotto per Bridges bravo a chiudere il quarto sull’84-82.

Partita ancora incerta in avvio di ultimo quarto con due FT di Miles a segno a 11:32 per cercare di strappare da un finale arroventato mentre la palla rubata da ball a Olynyk nel pitturato era vista come fallo dalla terna.

Challenge di Borrego che faceva un’ottima scelta perché la manata sopra la palla esposta dall’altro Kelly era buona e gli arbitri cambiavano decisione.

Charlotte saliva anche sull’88-82 ed anche se Bridges, pescato da Harrell, segnava un reverse, lo faceva nel mezzo di due triple a segno di Olynyk bravo a riportare la partita sul 90 pari.

Charlotte rispondeva con due triple dalla destra su Cunningham: Oubre Jr. e Rozier distanziavano gli avversari ma la sagra del tiro da tre non si concludeva ed Olynyk ne infilava un altro.

Sulla tripla di Rozier con schermo di Plumlee arrivava il fallo di Hayes in chiusura ritardata con tocco sull’avambraccio del tiratore.

2/3 a 6.53 e 101-96.

Nonostante una coraggiosa entrata di Martin nel traffico (103-98) venivano i brividi a Charlotte che non riusciva a scrollarsi di dosso l’ostinata avversaria con Grant bravo a colpire con un lungo due da destra su Bridges per il 105-104.

Due schiacciate di P.J. non fermavano la rincorsa di Detroit che rimetteva la testa avanti con Cunningham nel finale (109-110) prima che un catch n’shoot da tre di Rozier valesse il +2 Charlotte.

Un rimbalzo offensivo (troppi concessi in un finale senza Plumlee fatto uscire da Borrego per la strategia di Casey anticipata di mandarlo in lunetta doveva precedentemente mancato visibilmente due FT) costava agli Hornets il pari ma peggio ancora andava a Charlotte sulle due azioni successive con un blocco in movimento chiamato a Washington e alla tripla incassata da Bey a :13.5 dall’angolo sinistro.

Il fallo di Detroit su Miles non si dimostrava particolarmente perspicace poiché Bridges infilava i liberi, sull’altro fronte Cunningham splittava mentre sul -2 (114-116) a :09.4 Charlotte giocava l’ultimo time-out.

Palla a Bridges in punta che in corsa mancava l’appoggio marcato da Stewart ma a sx della tabella spuntava P.J. bravo a pareggiare.

Sulla rimessa Ball rubava anche palla sfiorando il colpaccio sulla sirena ma il suo tiro da due finiva sul ferro uscendo e le due squadre andavano al supplementare.

Detroit vinceva la palla a due ma erano gli Hornets a passare per primi con due punti di Rozier che recuperava anche un lob nell’area difensiva e deviando al volo su un tiro errato di Ball da tre punti trovava Bridges pronto alla schiacciata solitaria sotto canestro.

Nonostante un fade-away con spin di Grant, sembrava finita quando Bridges incocciava a metà altezza Hayes lanciando la sfera dentro con un and one per il 123-118 a 2:50 ma la tripla di Grant rimetteva in discussione una partita infinita.

Un passaggio corto sotto di Martin liberava P.J. Washington per la schiacciata, Bey calpestava la linea bianca sulla destra da tre punti infilando un due lungo:125-123.

Miles in lunetta mancava il suo unico tiro di serata a gioco fermo e un ispirato Grant andava a segnare il layup.

Un LaMelo fuori forma mancava un facile layup ma il disastro era rimandato da martin che deviava un passaggio di Grant in angolo diretto verso Bey assicurato da Rozier.

Il problema era che P.J. Non riusciva a battere Stewart in schiacciata e Detroit si ritrovava il colpo vittoria a :09.1 dalla fine.

Martin frenava con un fallo Cunningham dopo 7 secondi ma per Detroit, non in bonus, serviva un miracolo sulla rimessa: gli spostamenti lasciavano Olynyk, scattante e destra pronto a ricevere e il suo mezzo fade-away (con Washington a tentar di rientrare) finiva dentro agitando il ferro interno.

La beffa era servita.

Per Charlotte, che sarà in back to back domani a Milwaukee, la festa è già finita a meno di non sorprendere i Bucks in back to back, proprio come i Pistons hanno fatto oggi contro degli Hornets che in OT (0-7) non riescono proprio a vincere.

Terry Rozier e Kelly Olynyk, due protagonisti della sfida. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Il masso trascinato da Sisifo sulla montagna rischia di cadere in testa agli Hornets definitivamente perché una squadra che arrivava da 15 sconfitte consecutive contro Charlotte trovava il modo più crudele e beffardo di vendicarsi: una vittoria all’OT con tiro sorpasso sulla sirena in una partita altalenante che ha visto ben 20 volte cambiare squadra al comando e 16 volte la situazione in parità è volta in favore di Detroit all’ultimo respiro.

Il team di Borrego quindi deve cominciare tutto daccapo cercando di scalare nuovamente quella che pare più che una montagna normale, un Everest, dei PO, quote irraggiungibili per le nostre possibilità.

Il 32-45 tra le panchine è stato un fattore come la maggior determinazione degli avversari che hanno sfruttato i risicati vantaggi statistici per avere la meglio sebbene un fattore determinante siano stati i rimbalzi offensivi: lì Charlotte è finita sotto 12-22 e Detroit ne ha approfittato anche perché nel finale di regolamentari, dopo due liberi falliti miseramente Plumlee è stato tolto ed Harrell non è stato fatto entrare sul parquet, forse per il medesimo motivo con Borrego che si ancorato a P.J. Washington sotto canestro per non far varcare i limes dell’anello alla compagnia di Detroit.

Washington ha finito per fare quello che poteva, alternando buone difese ed attacchi ad alte situazioni meno performanti e così Olynyk, il canadese, ha varcato la porta del confine di P.J. con un lungo linea sulla sirena che ha beffato una Charlotte capace di riportare il match al supplementare (quasi vinto con la steal di un ball non in serata che ha fallito il tiro vittoria nei regolamentari).

C’erano tutti i crismi per poter vincere e tranciare la maledizione degli OT ma oggi siamo sullo 0-7 con una squadra che adesso, sul 30-32 è nei guai in classifica.

Bey ha chiuso con 28 punti, Grant con 26, Olynyk con 20 e Cunningham con 19 con uno Stewart fermo a 7 ma determinante con 11 rimbalzi e alcune buone difese.

Charlotte perde nonostante il 50,6% dal campo e il 41,9% da tre punti…

LaMelo Ball: 5

17 pt. (6/24), 7 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 2 stoppate, 4 TO. Imballato, tira con un 3/8 da fuori prendendosi un paio di fuori ritmo, purtroppo, nonostante la brillante steal a conclusione del regolamentare conferma di essere poco preciso sparando sul ferro il tiro vittoria. Imballato, commette anche alcuni TO di troppo, banali e sbaglia cose semplici in momenti delicati come un tap-in più facile da segnare che da mancare. Serata più no che sì con il 25,0% al tiro…

Terry Rozier: 7

33 pt. (12/21), 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Compare a folate per tutto il match e lo fa anche nel supplementare con diverse buone giocate, sia offensive che difensive, purtroppo il suo 6/10 da oltre l’arco non serve ai fini del risultato.

Miles Bridges: 7

29 pt. (9/14), 10 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 3 stoppate. Doppia doppia per Miles che finisce con un 10/11 dalla lunetta mancando uno dei tiri più importanti nel finale dell’OT ma è fisiologico. Azioni nelle quali si prende le proprie responsabilità da incursore che spesso vanno a segno o punti da sotto, cerca meno il tiro da fuori e fa bene (1/3). Buono sforzo con alcuni canestri importanti come l’and one contro Hayes ma anche per lui non c’è gloria finale. Inutile anche un bel passaggio teso no look per mandare in schiacciata P.J. Washington.

P.J. Washington: 6

10 pt. (5/9), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Primo tempo piuttosto scialbo, Borrego si aggrappa a lui come centro nel finale non potendo contare su Plumlee così lui fa quello che può cercando di contrastare, strappando palloni, contendendoli ma a volte lasciando anche qualche falla o la distanza giusta ad Olynyk per sparare il colpo vincente. Anche in attacco da sotto produce buoni canestri ma è sempre suo l’errore nel finale contro Stewart. Si bilancia alla fine…

Mason Plumlee: 4

5 pt. (2/4), 7 rimbalzi, 3 assist. Soffre Stewart a inizio partita poi qualche rimbalzo lo cattura ma non è certo una iena, anzi, Detroit lo usa come esca per i liberi che ha disimparato a tirare dopo la pausa ASG. Un gelido e brutale 1/7 che alla fine costa carissimo e oltretutto Borrego, che non può usarlo per via della tattica dei Detroit, lo spedisce in campo su una palla contesa che arriva nella sua zona ma la sua lentezza gli impedisce di recuperarla.

Kelly Oubre Jr.: 6,5

15 pt. (4/9), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Finisce con un 3/8 da fuori facendo un discreto secondo tempo condito da un 4/4 dalla lunetta ma non mi fa impazzire. Discreta gara ma non determinante.

Cody Martin: 7

13 pt. (6/6), 2 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate. Due sfondamenti presi nel primo tempo e tante iniziative offensive dirette al ferro, una palla toccata nel finale per assicurarla verso Rozier mentre in attacco è coraggioso puntando a canestro e pur essendo un “piccolo” ricava punti preziosi. Lì per dar fastidio ci riesce con tre rubate anche se a volte il problema di cm sul jumper avversario si fa sentire.

J.T. Thor: 6

2 pt. (1/1), 2 rimbalzi, 1 assist in 10:37. Passo indietro nel minutaggio. Che fosse un po’ lento lo si sapeva, forse gli costa una difesa non troppo rapida però i suoi cm avrebbero fatto comodo. Una bella schiacciata su un bound pass di Ball.

Montrezl Harrell: 5,5

2 pt. (0/1), 4 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata in 23:38. Un po’ in sordina nell’energia e nel procurarsi tiri per se stesso. Alla fine manca un po’ a Charlotte la commistione tra queste due cose, un sincretismo dinamico, in movimento verso le plance che non c’è. Calo di tensione sperando nelle prossime torni a far sentire letteralmente il suo peso, anche fisico.

Coach James Borrego: 5,5

Voto negativo più che altro per certe scelte strategiche opinabili. Se andava bene non concedere Plumlee nel finale, meno bene l’idea di rinunciare a uno tra Harrell e Thor per limitare i rimbalzi mentre su una palla a due nel finale sono stati rimandati dentro Plumlee e Harrell insieme e proprio la lentezza del primo nel raggiungere la sfera è costato il possesso della stessa. La partita sta molto lì, nel play big poiché le squadre per altri versi si sono equivalse, di certo non gli si possono imputare gli errori dalla lunetta di Plumlee o certe situazioni personali dei giocatori ma Detroit andava fermata lì per non concedere a una squadra con pochi punti nelle mani tiri semplici per un 45,5% finale.

Versione 2.

Totopaolo: 20ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Il programma della ventesima settimana.

Gli Hornets (30-31) ripartono dopo la pausa per l’ASG “a tutto gas” e dopo un’ottima prestazione contro Toronto cercheranno di trovare un po’ di continuità e recuperare terreno in ottica playoff già da stanotte.

In arrivo una settimana ricca di impegni, sulla carta più o meno abbordabili.

Nello specifico:

Game 62: lunedì 28/02/2022 ore 01:00 AM italiane Vs Detroit Pistons (14-46):

Contro Detroit le vittorie di fila sono arrivate a 15, l’ultima partita, qualche settimana fa, terminò 141-119.

Classica partita trappola però per Charlotte, che, in passato ci ha abituato a scivoloni contro avversari di questo genere.

Bisognerà quindi partire subito forti e concentrati con pressione anticiclonica per evitare di rincorrer gli avversari per tutta la partita.

Vittoria obbligatoria. 1.

Game 63: martedì 01/03/2022 ore 02:00 AM italiane @ Milwaukee Bucks (36-25):

Quarta sfida della stagione e Hornets sorprendentemente avanti 2-1 nella serie grazie alle due vittorie casalinghe consecutive di inizio gennaio.

Per i Bucks, che arrivano da due sconfitte consecutive, momento chiave della stagione per centrare una top seed in vista playoff.

Riusciranno gli Hornets a bissare le prestazioni di inizio anno?

Partita equilibrata ma Antetokounmpo e soci potrebbero avere la meglio sfruttando il livello tecnico superiore e il parquet amico.

Sconfitta indolore. 1.

Game 64: giovedì 03/03/2022 ore 01:00 AM italiane @ Cleveland Cavaliers (36-24):

Quarta sfida della stagione (1-2 il parziale) contro l’ormai certezza Cavs.

Dopo un inizio inaspettato i Cavalieri hanno mantenuto un ottimo livello di gioco, anche dopo gli infortuni dei costruttori di gioco Sexton e Rubio.

La coppia Garland/Mobley fornisce il motore di questa squadra con i veterani Love ed Allen pronti a dare una mano in ogni occasione.

Partita tosta ed equilibrata ma da vincere per dimostrare di esserci ma anche per vendicare il finale “confusionale” degli arbitri della sfida di inizio febbraio che ci costò la vittoria.

2 di orgoglio.

Game 65: domenica 06/03/2022 ore 01:00 AM italiane Vs San Antonio Spurs (24-37):

Gli Spurs sono ormai in “soft” rebuilding e vederli con un record negativo così particolare “fa sempre strano” per la disabitudine.

Murray (20.1 ppp) e Johnson (16 ppp) i più pericolosi degli Speroni.

La vecchia volpe Popovich sarà però sempre pronta a fare lo sgambetto anche al suo “discepolo” Borrego.

Partita da non sottovalutare con la speranza di ripetere l’ottima prestazione di metà dicembre che ci portò la vittoria per 131-115 in terra texana.

Vittoria alla portata. 1.

Il pronostico della settimana: 3-1.

Matchup key 62: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons

LaMelo Ball Vs Cade Cunningham

La pausa per l’All-Star Game può far bene alle squadre e una sorta di questo effetto si è già visto nella prima uscita degli Hornets, vittoriosi contro i Raptors.

L’unico giocatore che non ha potuto rilassarsi in questa pausa di metà stagione è stato LaMelo Ball, che difatti è sembrato il più impallato nella gara contro Toronto.

Gli occhi stasera saranno puntati su di lui visto il duro compito di competere direttamente con Cade Cunningham, prima scelta dello scorso draft, finalmente in ritmo dopo un inizio di stagione molto difficile.

Possibili svantaggi:

Nelle ultime tre gare i Pistons sono riusciti ad ottenere due vittorie, confermando la lenta crescita di questa giovane squadra.

Affrontare una squadra che gioca senza particolare pressioni può sempre essere insidioso: i molti giovani a roster cercano sempre di mettersi in mostra il più possibile tentando giocate sorprendenti, difficili e spensierate.

Per gli Hornets servirà una gara attenta ed ordinata per ritornare con un record in parità tra vittorie e sconfitte.

Possibili vantaggi:

Nell’ultimo periodo i miglioramenti difensivi degli Hornets sono stati abbastanza incoraggianti.

Questa notte sfideranno una delle peggiori squadre nella lega per percentuali dal campo, sia nei pressi del ferro che da oltre l’arco.

Non sarà così arduo tenere botta difensivamente e, con il rientro di Martin e l’inserimento nelle rotazioni di Thor, il rendimento visto nelle ultime uscite potrebbe essere decisivo per acciuffare la vittoria.

Game 61: Charlotte Hornets Vs Toronto Raptors 125-93

Intro

Ricomincia senza remittenza la Regular Season per gli Hornets che ospiteranno i Raptors, gli “stranieri” canadesi della NBA.

I rapporti tra Stati Uniti e Canada sono buoni e questo mi da modo di poter scrivere per un sorta di parallelismo sul drammatico problema ai bordi dell’Europa “civilizzata”, ovvero, il conflitto armato tra Russia ed Ucraina.

Premesso che non sosterrò mai una guerra e tendenzialmente rimango neutrale come Caparezza in “Nessuna Razza” poiché l’idea di confine induce spesso ad avere problemi con i vicini più o meno gravi, va detto che il nuovo Hitler di Russia (analogie con l’invasione dell’Austria e dei Sudeti con la promessa a Chamberlain che non ci sarebbero state altre espansioni, il rischio di Hitler con la Polonia…), Putin (al quale va la mia condanna morale), sta realizzando qualcosa orribile all’alba del 2022 e con una guerra fredda mai realmente terminata grazie ad una Nato determinata ad ampliarsi il più possibile in ex casa sovietica (qualcuno dovrebbe rivedere le proprie posizioni oggi e comprendere che evidentemente il problema non era il comunismo o di tipo ideologico), ora il caos regna sovrano.

L’obiettivo è destituire il presidente Zelensky, “ostile” a Mosca e fermarsi lì oppure occupare permanentemente una parte o l’intero paese che ha risorse minerarie importanti?

Senza voler far il professore di geopolitica (diciamo che sulla storia “contemporanrea” comunque non me la cavo male) o la Cassandra di turno, difficilmente il Cremlino oserà rischiare di attaccare un paese già facente parte dell’alleanza NATO poiché scoppierebbe realmente la terza guerra mondiale ed anche in era nucleare.

Penetrati su tutto il territorio ucraino, anche da nord dal confine bielorusso (evidente stato fantoccio nelle mani di Mosca), i soldati del nuovo Zar (anche qui tantissime analogie con l’epoca pre rivoluzione d’ottobre con il paese più arretrato d’Europa che oggi lo sta tornando per molti aspetti a causa degli oligarchi della Duma) stanno occupando velocemente i principali nodi strategici e militari della nazione e mentre in Europa occidentale si fanno già sentire i rincari indiretti e le speculazioni dovute alla guerra, è inaccettabile che ancora una volta quella parte d’umanità che si dice e crede civilizzata (perché i conflitti altrettanto gravi nei paesi poveri non interessano a nessuno, anzi, vengono armati dall’occidente spessissimo) possa produrre un simile orrore a danno di innocenti.

E mentre ondate di profughi ci raccontano di quanto possa diventare effimera e miserabile la vita su questo pianeta, l’anima si scinde come ogni giorno guardando un TG nel quale si passa in un lampo dalla guerra al gossip stupidi e a varie futilità.

Per noi, per ora, la vita va avanti e guardando sul versante occidentale speriamo che le uniche bombe a segno siano quelle sganciate nella NBA, di certo questa scelta di scriverne a favore degli Hornets mentre già diversi sportivi ucraini impegnati in partite hanno detto scritto: “No War”.

Rozier durante le presentazioni.
Le dance bracket durante la presentazione.

Andamento della partita

Generata da una voglia di rivalsa la partenza degli Hornets erra veemente: per ben due azioni i Calabroni avevano due possibilità di second chance e se sulla prima tutto sfumava, sulla seconda era Rozier nell’angolo sinistro a battere il primo colpo della partita con la tripla del 3-0.

Toronto accorciava a sua volta con una 2nd chance capitata a Trent dal cuore del pitturato ma Charlotte muoveva palla e la intercettava in difesa, sulla rollata di Plumlee il passaggio interno di Rozier mandava in schiacciata indisturbata il nostro centro per il 5-2 quindi Miles con una drive e Ball in transizione (passaggio dietro la schiena recuperato da Bridges sulla linea di fondo con contro-passaggio) batteva in alzata l’ultimo difensore per il 9-2.

Trent da tre non funzionava e Birch spiattellava sull’anello la potente put-back dunk quindi di fioretto dall’area uscivano gli Hornets con Rozier ad alzare l’impossibile palla passata tra Birch e Barnes con uno spin che risucchiava la sfera galleggiante sul primo ferro.

Dopo la tripla di Ball frontale per il 14-2 si svegliavano anche gli ospiti che segnavano due canestri con Barnes prima che Rozier in pull-up da due punti realizzasse il 16-6 in uno contro uno.

Rozier era anche spinto da Birch sul blocco del medesimo giocatore di Toronto e Charlotte riguadagnava palla in un primo quarto contraddistinto da alcuni TO da ambo le parti.

A 6:09 qualche cambio per Borrego e si rivedeva Martin che mancava una tripla e si faceva toccare un pallone in transizione che finiva sul plexiglass prima di essere conquistato e convertito da Harrell in due punti.

Trent fuori equilibrio al verto e “Trezz” portavano il punteggio sul 20-8.

la tripla di Oubre Jr. valeva il 23-11, quella di Martin, che rimirava dalla stessa posizione del tiro precedentemente tentato, il doppiaggio: 26-13.

Toronto accorciava al terzo tentativo consecutivo da sotto, Martin sfondava in attacco ma ne subiva uno da Boucher poco più tardi.

Oubre Jr. dalla lunetta a :14.9 dal termine realizzava il 28-17 in lunetta ma a 9 decimi Siakam trovava il modo per prendere due liberi e trasformarli anche se l’ultimo brivido del primo quarto lo dava P.J. Washington che da 64 piedi colpiva il ferro…

La seconda frazione si apriva con il -6 firmato da VanVleet con una tripla, Harrell e Banton si rispondevano da due punti mentre il floater di Ball dalla linea di fondo destra finiva dentro ma mancava un netto fallo così LaMelo, probabilmente toccato dall’accaduto, prendeva una tripla in ritmo dal palleggio tambureggiante ed infilava il 35-24.

I canadesi tentavano di riportarsi sotto anche grazie ad un altro tiro da fuori di VanVleet (35-29) ma Harrell segnava di forza subendo fallo.

Il libero ancora una volta non era preciso e l’incursione di Miles con schiacciata volante era annullata per interferenza.

Quando P.J. Scalava in area intercettando il passaggio per l’attaccane sotto canestro e ripartiva, gli Hornets si esaltavano con il passaggio di Miles per lo stesso Washington che inchiodava una bimane appesa per il +10 prima che a 8:45 un arresto e tiro da tre su un’altra transizione finisse dentro per il 42-29.

I due combinavano ancora rispettivamente con una stoppata ed una tripla per il +16 e non rimaneva un’incompiuta nemmeno la sfuggente entrata di Rozier: 47-29.

Birch, travolto da Thor sulla finta, splittava due liberi ma P.J. Washington dal corner sinistro faceva cifra tonda scoccando una freccia da tre punti: 50-30.

Tripla di Trent in pull-up su Oubre Jr. e soprassediamo sui liberi di Plumlee con un netto air-ball ma dopo un time-out voluto da Borrego a 6:13 sul floater di Barnes, Oubre Jr. calcava la mano da fuori per il 53-35.

Barnes chiamava palla in posta andando a battere il macchinoso Thor e l’aiuto di Plumlee ma Charlotte riprendeva il filo dell’attacco con un vertical bound pass di Rozier perfetto per i tempi d’inserimento sulla linea di fondo sinistra di Thor che martellava senza paura.

Barnes ne segnava altri due continuando ad essere punto di riferimento in attacco ma la risposta arrivava da Rozier con un lungo lancio lungo che trovava Bridges in alley-oop dietro le linee.

Rozier in entrata saltellante si allungava per il 59-41 e qualche azione più tardi era ancora lui ad infilare un jumper dalla baseline sinistra per il 63-45.

Siakam aveva la meglio su Thor ma Bridges, toccato, in mezzo fade-away appoggiava al vetro trasformando anche l’and one del 66-47 a 1:54.

Siakam mancava il jumper su Harrell che da sotto si faceva spazio ed appoggiava, scena quasi simile a quella nel finale quando un pull-up air-ball di Bridges (tiraccio) finiva dietro quasi fuori ma Trezz recuperava la sfera inarcandosi oltre Achiuwa mettendo dentro il 70-47 all’halftime.

Nettamente meglio su tutti i fronti gli Hornets con un 19-9 negli assist, un 29-21 a rimbalzo e un alto 58,0% al tiro che faceva la differenza.

La ripresa partiva con due punti di Siakam su P.J. Washington ma ball si infilava nelle maglie nere per portare la palla fino all’anello realizzando con abile appoggio oltre i guardiani.

A Trent rispondeva con la stessa moneta P.J. Washington, altro dardo da tre con rimbalzo amico lungo: 75-52.

Dopo un errore di Siakam contro Washington cominciava il monologo Hornets con Plumlee che batteva Birch in crossover arrivando alla running dunk che esaltava il pubblico.

Tecnico a Nurse per accompagnare sulle proteste a 7:56 e Hornets che volavano sul giro palla con la tripla di Rozier a 6:17 per poi vedere Mason infilare un aggressivo pick and roll a una mano su alzata di Ball per l’83-52.

Toronto faceva scadere i 24 in attacco mentre Oubre Jr. dilatava il vantaggio con una tripla prima che Rozier stoppasse VanVleet ed andasse ad appoggiare al vetro in fade-away toccato.

Un rimbalzo offensivo di Harrell consentiva a Martin di prendere una second chance per il 3 del 91-52 quindi sull’altro fronte segnava Barnes ma dalla linea di fondo destra scappava martin che avvolgeva il difensore passandolo con velocità per arrivare sino al ferro.

Quando martin recuperava un pallone grazie ad una rubata era facile per un indisturbato Oubre Jr. esibirsi per il pubblico nella windmill del 95-54.

Toronto provava a rientrare dal -41 mangiando qualche punto ma Young mancava un paio di liberi, tuttavia nel finale, dopo un’altra adrenalinica schiacciata di Thor in corsa, i canadesi accorciavano sino al 97-61 ma l’ultimo quarti, stucchevole parlarne (lascio gli highlight sottostanti) era una festa per Charlotte che si divertiva a segnare qualche canestro in maniera artistica.

Lo sforzo del “bandanato” Harrell. Provvidenziale per Charlotte. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

La pausa dovuta all’All-Star Game restituisce “una squadra vera” al torneo NBA.

Forse una prestazione è troppo poco per essere giudicati ma i Calabroni apparsi stasera allo Spectrum Center hanno voluto riscattare le ultime deludenti prestazioni con una performance determinata in difesa e fatta di gioco corale in attacco anche se la caratteristica dominante da tre punti non si è smentita ma probabilmente anche qui, vista la ritrovata mano, i Calabroni hanno lavato via un po’ di stanchezza fisica e mentale accumulata nelle ultime frustranti uscite.

Ritrovato anche Cody Martin mentre Anunoby (dito rotto) era perso per Toronto, è parso subito chiaro fin dall’inizio che la differenza tra i due team avrebbe portato alla vittoria Charlotte, esplosa progressivamente e allontanatasi senza dubbi nel terzo quarto.

Energia, difesa dunque si base che hanno finito per produrre un +32 finale contro una squadra scoraggiata che probabilmente non si aspettava una Charlotte così in forma.

Scottie Barnes è sembrata l’unica nota positiva di Toronto chiudendo con 28 punti mentre Trent è stato l’unico altro giocatore di coach Nurse a raggiungere la doppia cifra in punti con 12.

I condottieri VanVleet e Siakam sono stati bloccati abilmente e hanno chiuso la loro partita con 8 punti entrambi finendo per giocare sotto i 30 minuti.

Gli Hornets hanno tirato con il 55,0% contro il 44,3% avversario e con il 37,5% da tre punti.

55-47 a rimbalzo ma soprattutto un 34-18 negli assist parso eloquente e determinante per la vittoria.

10-6 nelle rubate, 7-4 negli assist e vantaggi sia nel pitturato che per i fast break che le second chance.

Adesso i Calabroni saranno attesi alla prova di Detroit per dare continuità al recupero verso i PO.

LaMelo Ball: 7,5

13 pt. (5/16), 5 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 6 TO. Qualche TO di troppo e ancora non precisissimo al tiro ma una forza dinamica in movimento in grado di spostare l’attenzione e la fisicità della difesa servendo anche assist. I plus/minus stratosferici del quintetto sono alzati anche da lui che ha soltanto un +10 ma gioca una buona gara con qualche perla in entrata sebbene il fischio sul fallo non arrivi mai. Tira senza paura.

Terry Rozier: 8,5

23 pt. (10/16), 4 rimbalzi, 9 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Finalmente riparte Terry con una prestazione valida su tutti i fronti segnando un 3/7 da fuori. Molto più preciso alla conclusione, forse si è ristorato dalla stanchezza nella pausa. Più attento e veloce in difesa, abile in attacco sia come smistatore che come finalizzatore, si dimostra anche altruista. Un incredibile plus/minus da +46 convalida la sua prova con sigillo in ceralacca.

Miles Bridges: 7,5

11 pt. (5/11), 10 rimbalzi, 7 assist, 1 stoppata in 31:06. Bel duetto con P.J. Washington, si trovano nel primo tempo a vicenda. Una bella entrata chiusa con and one, un alley-oop dietro le linee, un canestro annullato per interferenza ma soprattutto difesa più 10 rimbalzi (doppia doppia) e 7 assist. Nonostante i 4 TO si rivela in serata pezzo fondamentale.

P.J. Washington: 7,5

13 pt. (5/11), 5 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 2 stoppate. Convince anche lui in serata in difesa (buona tenuta) tenendo nel secondo tempo anche un paio d’iniziative di Siakam. 3/9 da fuori ma un paio di errori arrivano a partita già ampiamente vinta e combina numeri – anche se non altissimi – in tutte le caselle con una steal che fa ripartire un’azione che lui stesso andrà a chiudere in transizione con una dunk appesa.

Mason Plumlee: 7,5

8 pt. (4/4), 10 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Liberi a parte (un air-ball tremendo), rolla per andare a segnare un bell’alley-oop a una mano ma si esibisce anche in un crossover incrociato contro Birch per spiccare il volo in bimane sorprendendo tutti e – ciliegina sulla torta – realizza anche in qualche maniera nel finale su un passaggio toccato contemporaneamente dal marcatore. Perfetto dal campo, raggiunge 10 rimbalzi sfiorando la doppia doppia ma soprattutto infastidisce gli attaccanti avversari nei pressi del ferro.

Kelly Oubre Jr.: 7,5

23 pt. (8/14), 4 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata in 32:10. C’è uno sforzo anche da parte sua in difesa mentre in attacco colpendo un paio di volte contribuisce ad allontanare Charlotte. Segna poi sul velluto nel finale a mente libera arrivando al 5/10 da tre punti.

Cody Martin: 7,5

8 pt. (3/5), 2 assist, 2 rubate in 12:10. Inizia con un errore da tre ed una palla persa poi subisce sfondamento e realizza una tripla (2/3 in serata) aggiustando la mira dallo stesso punto: corner sx. Non riesce a trovar rimbalzi contro le torri avversarie (anche per via di un minutaggio limitato al rientro) ma da fastidio con la corsa e la pressione. Bella l’entrata dal corner destro saltando agilmente con il compasso il difensore intermedio sulla linea di fondo per arrivare al ferro.

Montrez Harrell: 8

20 pt. (9/12), 10 rimbalzi, 3 assist. Energia fino allo scoppio del tecnico finale quando tentando di stoppare Watanabe eccede dopo le numerose altre proteste (non tutte a torto a dire il vero) occorse durante la partita. Lì in mezzo è importante, una belva che riesce a spostare i difensori ed anche attorniato riesce a salire per appoggiare palloni che da sotto con altri uomini di Charlotte non avrebbero visto la retina con frequenza così alta. L’uomo in più che serviva a Charlotte in diverse partite, il tutto giocando 23:16.

J.T. Thor: 7

6 pt. (3/5), 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 23:57. Buon minutaggio per Thor per farsi le ossa. Un po’ lento e macchinoso negli spostamenti difensivi, ogni tanto si fa aggirare mentre altre volt riesce ad infastidire recuperando passando dal concedere canestri facili ad essere un muro con filo spinato. Deve migliorare lì mentre in attacco anche lui partecipa allo smistamento prendendosi un paio di incursioni assistite in corsa con il messaggio: “Toglietevi o vi farete male”… Due belle martellate, insomma, anche lui fa il suo.

Coach James Borrego: 7

La squadra sembra diversa. Certo, vive anche sul tiro da tre ma c’è una difesa molto migliorata perché più determinata che irretisce anche le stelle di Toronto. Si gioca in transizione e da tre ma anche per Harrell (alle volte Thor) che lì in mezzo aggiunge un’opzione importante per Charlotte. Mai in svantaggio, diventa subito facile grazie alla partenza con lo spirito giusto.

https://www.youtube.com/watch?v=O88NYIJTodI&ab_channel=WarriorsHighlights
Versione 2.

Matchup key 61 Charlotte Hornets Vs Toronto Raptors

A cura di Filippo Barresi.

Miles Bridges Vs Pascal Siakam

Negli ultimi due incontri con i Raptors, gli Hornets hanno sofferto molto la capacità di Siakam di farsi largo nei pressi dell’area.

La resistenza opposta dai ragazzi di Borrego è stata pressoché nulla in questa situazione e sarà necessario trovare un aggiustamento in questo senso in vista della sfida di stanotte. Bridges ha sicuramente tutti i mezzi per poter contrastare con efficacia le avanzate fisiche dell’avversario e, spalleggiato dagli altri lunghi, dovrà cercare di impegnarlo quanto più possibile.

Possibili svantaggi:

I Raptors arrivano alla ripresa del campionato dopo aver vinto 8 gare nelle ultime 10 e quindi saranno in scia positiva anche in termini d’entusiasmo.

Il filotto di risultati è strettamente legato alla capacità di Nurse dei suoi ragazzi di mantenere un’organizzazione ordinata in entrambe le metà campo.

Il confronto con squadre così ordinate ha sempre messo in difficoltà gli Hornets nel corso di questa stagione.

Possibili vantaggi:

Come nelle scorse gare, la differenza degli Hornets può arrivare dalla possibilità di raccogliere un buon numero di rimbalzi offensivi.

A rimbalzo, i Raptors sono una delle peggiori squadre della lega e l’ultima aggiunta di Harrell potrebbe fornire un discreto vantaggio in questo aspetto per Charlotte.

Totopaolo: 19ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Il programmino della diciannovesima settimana.

Nella speranza (per noi tifosi) che durante la pausa per l’ASG gli Hornets (29-31) abbiano ricaricato le batterie fisiche e mentali, inizia la seconda parte di stagione che sarà fondamentale per raggiungere il tanto agognato posto ai playoffs.

Già questa settimana i Calabroni avranno uno scontro importante per tentare poi l’impresa finale, nello specifico:

Game 61: sabato 26/02/2022 ore 01:00 AM italiane Vs Toronto Raptors (32-25):

Terzo incontro stagionale contro i Raptors (0-2 il parziale), l’ultimo finito 101-116 circa tre settimane fa nella terra delle foglie d’acero.

Con Hayward ancora out, Cody Martin in dubbio e Charlotte che ha vinto una partita sulle ultime dieci uscite la sfida sembra proibitiva ma la pausa potrebbe aver fatto bene alla squadra, che, prima dell’ASG ha dovuto fare i conti con un attacco fuorigiri che ha stravolto le speranze di playoff.

Siakam e le triple di VanVleet saranno ancora le minacce più grandi dalle quali doversi difendere.

Un Harrell in più sotto canestro e il pubblico di casa potrebbero fare la differenza.

Vittoria della speranza. 1.

Il pronostico della settimana: 1-0.

Falling Down, sottotitolo: Lost soul

Come nel film con Michael Douglas ‘Falling Down’, Kelly Oubre Jr. e gli Hornets sono in cerca di ritrovar il loro spirito per non varcare il punto di non ritorno.

Analisi tecnica a cura di Matteo Vezzelli, articolo scritto da Igor F..

Mentre il clamore del mondo NBA avvolge calorosamente l’evento dell’All-Star Game nella nicchia di un piccolo mondo di sabbia che si sgretola, si ricompone e di dissolve gli Charlotte Hornets provano a tracciare una via per uscire dalla notte nella quale sono inaspettatamente piombati dopo l’1-9 nelle recenti ultime 10 partite.

Non esiste una vera linea di confine tra eroismo e stupidità spesso.

Il confine sparisce nelle zone desertiche dove i due concetti si sovrappongono fino a fondersi e diventare indistricabili ed indistinguibili.

Quel confine labile è motivazionale, indotto dall’interesse (qualcosa ha importanza soltanto fintanto si rimane coinvolti o gliela si da) e dal risultato che produce e volte nemmeno da quello perché un certo “romanticismo” fuso con il senso del dovere personale producono comunque uno sforzo inimmaginabile per cercare di sostenere battaglie già perse in partenza.

In certe circostanze potrebbe tornare utile la morale kantiana ma questa risolverebbe solamente parte del problema perché le preoccupazioni espresse su una squadra di questo tipo mi erano già evidenti in fase prestagionale.

Pezzo estratto dalla preview dell’anno.

I peggiori nemici degli Hornets sono essi stessi ancora prima degli avversari e di certe terne che sono costate caro recentemente.

Occorrerebbe una stratigrafia nell’anima di questa squadra per vedere se oltre agli strati friabili superficiali c’è in fondo un fondale solido sul quale edificare.

L’anima degli Hornets non si ancora a punti fermi poiché il gioco espresso è sì a tratti elettrificante ma soprattutto evanescente e vaporizzabile con una difesa frustrante soltanto da osservare, nell’insieme un moloch che distrugge le potenzialità di alcuni giocatori che andrebbero meglio indirizzati.

Dan Peterson recentemente ha commentato negativamente questa NBA a suo dire fatta soltanto di tiri da tre punti, duelli uno contro uno e alley-oop muscolari.

Forse avrà visto qualche partita di Charlotte perché la descrizione, salvo rare eccezioni sembra corrispondere perfettamente al copione e all’identità mandata in scena da Borrego (questo è un secondo grave problema) in un sistema che pare ormai più una fabbrica di plastica che qualcosa con un’anima vera, sia in fatto di gioco (non si può ricalcare perennemente lo stile di gioco di Curry se non l’hai in squadra) che di credibilità (si contano ben 5 errori, 2 gravi nell’ultimo quarto a favore di Miami contro Charlotte nell’ultima uscita).

Questa identità (con alcune eccezioni) è valsa per gran parte delle partite fino all’arrivo di Harrell che nelle intenzioni di Borrego avrebbe dovuto riempire quel vuoto atavico nella posizione di centro che da sempre attanaglia gli Hornets.

Il risultato è stato ancora diverso da quello sperato.

Un centro sottodimensionato che ha mostrato sì qualche lacuna di protezione da pick and roll e al ferro con tempi lenti di risposta o movimento qualche volta ma un giocatore che sta già prendendo leadership nello spogliatoio sembrato in grado di dare una bidimensionalità alla squadra sotto le plance in svariate maniere.

“Trezz” Harrell schiaccia a conclusione di una delle folate dei Calabroni. Purtroppo il grande, energico e ‘commovente’ sforzo del lungo si è rivelato essere prometeico per il risultato visti i numerosi errori della terna a noi contrari.

Per una squadra che vive sulle folate è energia in più per evitare interruzioni di corrente in attacco che portano gli Hornets a uscire spesso di scena dalle partite, il rischio semmai è il sovraccarico per un temperamento forte ma in definitiva l’innesto è stato positivo anche se non colma alcune lacune nel mezzo e sugli esterni dove gli Hornets, anche a causa del sistema difensivo in rotazione non ideale, faticano e latitano.

Procediamo con ordine facendo un passo indietro però.

La seconda identità di Charlotte non è stata quella mostrata con Harrell in squadra ma bensì quella d’emergenza che ha visto uscire di scena uno dopo l’altro i vari McDaniels, Hayward e Martin.

Con queste defezioni i Calabroni hanno perso esperienza dall’ex bostoniano e una difesa aggressivo-attiva da parte dei due aiuti dalla panchina.

Andava da sé che dall’idea di small ball e dall’idea di mercato originale di attingere ad Oubre Jr. come sostituto naturale di Gordon, Borrego schierasse l’ex Wizards, Suns e Warriors come ala piccola nello starting five.

Esperimento bocciato nel giro di pochissime partite poiché anche il coach si sarà sicuramente accorto (come ne parlava a proposito di Smith) che gestire anche Kelly in quel contesto di quintetto andava ad alterare troppo gli equilibri del team.

Durante un esperimento a partita persa con Memphis, Borrego ha tentato di inserire tre lunghi rispolverando dalla panchina Thor, il quale, nonostante faccia parte delle acerba linea verde è riuscito ad aiutare Charlotte a torreggiare sui Grizzlies.

Borrego dopo la partita ha fatto sapere di voler giocare con più cm sul parquet ma non si è scostato molto da una rotazione tradizionale poiché Bridges è stato rispedito al suo vecchio ruolo di ala piccola a prendere il posto di Oubre Jr. in quintetto mentre P.J. Washington ha ritrovato un ruolo da titolare come ala grande.

L’accoppiamento con Plumlee dal mio punto di vista non è esaltante perché non sono due giocatori con spiccato ed elevato atletismo mentre Harrell è rimasto in panchina e viene schierato con buon minutaggio accoppiandosi in alcuni momenti con Thor, il quale gioca meno minuti ma compensa in altezza qualche cm in meno dell’ex Wizards.

Qui, ringraziando coach Matteo Vezzeli per le analisi (ho preso in esame diverse situazioni occorse contro Memphis), andiamo a vedere alcune situazioni di difesa personale dove Oubre Jr. e altri Hornets non sono stati irreprensibili in difesa.

Partiamo dalla prima azione:

Come avrete potuto osservare da una rimessa dal fondo nella nostra metà campo difensiva Memphis rimette in gioco con un “bloccare il bloccante” quindi, visto il lungo tagliare dentro seguito da Ball (non si crea vantaggio poiché non avviene nessuna rotazione) è proprio Morant ad andare a prendere un blocco esterno di Adams seguito da Rozier in corner il quale non tiene un’angolazione perfetta (errore principale) e volente o nolente concede la linea di fondo alla star dei Grizzlies che non si fa pregare fino ad arrivare al ferro poiché l’aiuto di Oubre Jr. da sotto è nettamente in ritardo così viene concesso un canestro piuttosto semplice.

Seconda azione:

Qui vogliamo evidenziare la cattiva difesa di Charlotte sui blocchi.

Inizialmente troviamo Morant, palla in mano, fronteggiato da Rozier.

Ja, molto veloce, sfugge inizialmente a Terry che recupera grazie anche all’accenno di raddoppio di Ball mentre Bane porta un blocco diagonale per l’uscita di Jaren Jackson Jr. (il 13 che sale), lungo che va a dare un’ipotetica alternativa a Morant tracciando una possibile linea di passaggio.

Una volta portato il blocco Bane va a disintasare l’area ricciolando fuori sulla destra sfruttando una specie di blocco (forse non voluto) di Adams e quando Morant riparte ad attaccare il centro la difesa di Charlotte collassa facendo muro.

La palla viene giocata fuori per Bane che ha tutto lo spazio per colpire giacché né Oubre Jr. né nessun altro difensore in rotazione hanno seguito lo spostamento di Desmond.

Terza azione:

Ancora Bane e Jaren Jackson Jr. attivi per i plantigradi mentre sull’altro fronte Harrell ed Oubre Jr. vanno a difendere sul pick and roll rapido portato dal 13 in divisa bianca.

Quando Harrell sceglie di andare a contenere Bane coprendo l’area (anche perché Oubre Jr. è già in ritardo), il portatore di palla, con un semplice passaggio, beffa la cattiva chiusura di Oubre Jr. che non chiude la linea di passaggio in raddoppio e non recupera con il tempo giusto sul pop di J. J. Poi bravo a trasformar da tre punti.

Cattiva comunicazione ed esecuzione che rende fin troppo facile una giocata semplice.

Quarta azione:

Palla in mano in punta ad Adams, dietro di lui l’attivissimo Bane sfrutta il blocco mentre Oubre Jr. riesce ancora ad evitare il passaggio consegnato andando poi ad incespicare sul piede sx del neozelandese.

Il lob di Adams evidenzia come la posizione tenuta da Plumlee sia ibrida e dannosa, senza pressione del lungo, senza atletismo e senza quel paio di passi indietro per recuperare il pallonetto ecco che l’inserimento di Bane diventa facile da finalizzare anche per una possibile mancata scelta di andare a chiudere Bane lasciando ipoteticamente Kelly a chiudere il tiro a “Funaki”, un tiro che si sarebbe potuto anche concedere da quella distanza al centro.

Quinta azione:

Tyus Jones e Brandon Clarke ancora una volta evidenziano la povertà di difesa degli Hornets.

I due fintano di combinare un drag pick and roll ma il centro di Memphis slitta via prima di aver portato l’effettivo blocco e dallo “slip the pick” nasce al rollata sulla quale vengono bruciati Rozier, Harrell e Bridges tanto che sul lato forte si stacca dal suo uomo P.J. Washington per andare in aiuto e chiudere al ferro ma l’atletismo del numero 15 ha la meglio tanto da non pensare nemmeno al passaggio aperto nell’angolo destro per l’open 3.

Sesta azione:

Dopo un paio di tentativi di blocchi interni l’attacco di Memphis diventa statico con il pallone consegnato a Morant che prova il primo tiro da tre con Harrell davanti, dall’errore nasce un rimbalzo pro Tennessee team, altra situazione identica con tiro da tre dalla top of the key di Anderson contro Harrell, Charlotte fortunata ma non brava abbastanza per evitare il canestro.

Con una difesa scollegata e un linguaggio del corpo pessimo anche Bridges da dietro si faceva soffiare palla da Konchar il quale incredibilmente mancava l’appoggio ma alla fine emergeva ancora l’attività più intensa degli ospiti che con Morant riuscivano a guadagnare il quarto possesso consecutivo finalizzando sulle macerie di una squadra che, visto il divario (aldilà delle manchevolezze tattiche e fisiche), probabilmente aveva una parte della testa già negli spogliatoi.

Infine, vediamo un paio di attacchi classici.

Settima azione:

Ovvero come non attaccare la zona.

Partenza con possibilità di un pick and roll dinamico, Harrell taglia dentro e Rozier manda la palla sull’esterno a Bridges mentre Harrell viene impacchettato nel mezzo dalla zona dei Grizzlies.

Tre passaggi orizzontali (non il massimo) esterni tra Rozier e Bouknight che alla fine tira e segna prendendo quel minimo di spazio concesso dall’ondeggiamento, dalla flottazione di Morant.

L’attacco però, nonostante il canestro è statico, non c’è un taglio, non c’è un ribaltamento nel 4-1 esterno di Borrego.

Ottava azione:

Pick and roll con Plumlee che rolla via, Morant va a chiudere il tiro da tre dalla top of the key di Ball, l’errore diventa l’icona del gioco degli Hornets, solo Plumlee a rimbalzo (tagliato fuori facilmente), gli altri giocatori fermi sull’esterno e a volte messi non benissimo sul parquet con rientri che causano transizioni da parte degli avversari.

Soluzioni simili con tiri presi da fuori non aperti se ne vedono di sovente, anche in pull-up, inutile rimarcarle se vi è capitato di vedere almeno una partita di Charlotte.

Il dato è che gli Hornets, dopo la partita ad Indianapolis hanno offuscato i loro dardi corruschi: nei loro sei effettivi attuali che hanno girato nello starting five hanno collezionato un 114/400 da tre punti, il che vuol dire un basso 28,5%, per una squadra che conta e usa molto su questa soluzione ovviamente è un dato, unito alla difesa problematica che porta a perdere le partite.

Bridges ed Oubre Jr. hanno segnato 13 3 pts. a testa (Miles 14/63, Kelly 14/74), curiosamente anche Ball e Rozier hanno infilato lo stesso numero di triple: 33 ma mentre LaMelo l’ha fatto su 87 tentativi, Terry ne ha presi ben 112 (un problema la sua bassa percentuale da shooter) e a completare l’occasionale 0/1 di Plumlee il “neo-ingresso” in quintetto P.J. Washington ha sparato con un 20/63 da oltre l’arco.

Cosa aspettarsi dopo la pausa:

Il bello o il brutto del futuro è che è imprevedibile.

Il calendario regala sulla carta anche qualche partita meno complicata, ammesso ve ne siano per i Calabroni di questi tempi, la mano dell’allenatore però sarà sempre la medesima.

Per i fan di lunga data degli Hornets (come me e chissà quanti se ne sono persi negli anni) tutto sembra inesorabilmente fermo allo stesso punto, cambiano i volti, cambia il gioco, cambiano le dinamiche ma ormai da 20 anni a Charlotte non si vede una squadra con un progetto deciso avere due stagioni con un record vincente.

Per i fan giovani c’è la speranza che questo young team riesca a mettere delle basi intorno a Ball e Bridges (se rinnoverà come dichiara di voler fare) mentre il resto è un’incognita, dall’allenatore che è inadeguato ad un Hayward fin troppo importante per sentir la sua mancanza in eccesso quando i preoccupanti infortuni in momenti chiave lo tolgono sistematicamente di mezzo (secondo anno consecutivo in un momento cruciale) o come le scelte di contorno di questa stagione con Bouknight che recentemente ha fatto parlare di sé più per lo scambio di parole con Borrego e per essere stato cacciato dalla prima fila, come spettatore, mentre assisteva, o meglio, riprendeva con il telefonino con un piede in campo (dall’arbitro della partita Mike Roberts) una partita della sua ex UConn.

https://www.youtube.com/shorts/Mj73v8IdCiI?&ab_channel=IlVarista

La classifica ad Est con gli Hornets pericolosamente in zona bassi play-in ormai.

Tracce di vita primordiale, nonostante tutti i problemi già citati ci sono state nell’ultima partita contro Miami dove l’occasione di battere un big team ha prodotto uno sforzo da parte della squadra per tentare di riscattare un periodo altamente negativo che ha fatto piombare Charlotte al nono posto e sotto quota .500 con ben 7 sconfitte casalinghe che hanno minato l’entusiasmo di alcuni fan ma ormai mancano 22 partite (in quello che sarà il mio ultimo anno da seguitore iper-assiduo della squadra) e servirà il supporto di tutti, anche quello del pubblico per caricare una squadra che dovrà cercare di ritrovarsi e giocare più intelligentemente per non smarrirsi.

La squadra è giovane ed è troppo presto per arrendersi, comunque vada, come scritto sulla copertina di “Le Terre Promesse” di Jean-Michel Guenassia, “Credere non basta. Devi voler credere” e ripartire con la vittoria nello scontro diretto casalingo contro Toronto servirebbe a restituire fiducia a una squadra che ne ha molto bisogno.

Game 60: Charlotte Hornets Vs Miami Heat 107-111 (2OT)

Intro

Sul 28-22 tutto sembrava finalmente avviato alla svolta ma ancora una ancora una volta si è svitato tutto e gli Hornets con un 1-8 nelle ultime 9 partite sono scesi sotto quota .500, quella abituale in sei delle sette stagioni precedenti nei quali i Calabroni hanno seguito il trend dei Bobcats piuttosto che degli originali.

Difficile essere entusiasti oggi con una squadra con tre infortunati pesanti, un gioco che produce basse percentuali oltre la ataviche problematiche offensive.

La fisica ci direbbe che i pronostici per stanotte vanno tutti in direzione di Miami ma gli Hornets – che a questo punto non hanno più nulla da perdere – possono almeno tentare di giocarsela a patto lo facciano seriamente.

“Che fine ha fatto la corsa funky?
Una generazione persa nel ritmo
La vita non doveva essere più di questo?
In questo bacio cambierò la tua noia per la mia felicità”,

Più o meno potrebbe essere una descrizione di questi stravaganti Hornets che giocando (male) sul ritmo si sono persi con una squadra che prometteva meglio mentre l’ultima strofa potrebbe essere dedicata a Oubre Jr. che dopo l’uscita a Indianapolis da sogno ha collezionato un 10/62 da tre punti che ha contribuito a causare alcune sconfitte.

Se i baci di Kelly cadranno numerosi allora gli Hornets potrebbero avere la meglio su una squadra che non segna moltissimo rispetto ad altre ma è molto forte e performa le proprie vittorie su altri diversi aspetti.

Andamento della partita

Le Honey Bees durante la presentazione dello starting five.
I quintetti.

Nonostante la prima palla fosse giocata dagli Heat, alla seconda azione offensiva di Miami erano gli Hornets a passare con un lancio lungo di Ball per Miles che saltava l’ultimo difensore con un lento cambio passo che modificava la direzione per arrivare alla dunk.

Miami rispondeva con Adebayo dalla lunetta a 10:26 ma i tiri splittati portavano solo sul 2-1 benché il team della Florida segnasse una tripla con Lowry ma Bridges a ricciolo in entrata pareggiava.

Adebayo con una dunk a 9:24 lanciava, insieme a Lowry (seconda tripla), la squadra di Spolestra sul 4-9.

Bridges da tre trovava l’open per il -2 quindi Adebayo con due punti e una tripla di Rozier dal corner sinistro alzavano il punteggio sul 10-11 ma gli Hornets si bloccavano in attacco consentendo un parziale di0-10 al team della Florida condito da due triple di Robinson.

Ad interromperlo era Bridges in post basso destro con alzata al vetro (12-21) ed era sempre Miles con il crossover in entrata a regalare il -7.

Miami segnava con Yurtseven nel pitturato e con PJ Tucker perso sulla linea di fondo quindi Thor sorprendeva proprio l’esperta ala con una tripla dalla costruzione lenta ma precisissima per il 17-27.

Harrell conquistava solo due FT ma Charlotte recuperando il rimbalzo dava una possibilità a Ball per una tripla che a segno dava il 21-27.

Un goaltending di Thor su una palla già out era un incidente come quello di Harrell che segnava due punti da sotto stretto in raddoppio falloso ma la terna non assegnava il libero supplementare.

Una palla al volo dentro per Yurtseven era fortunosamente messa dentro dal centro con la sfera schizzatagli via come una saponetta e così Miami si trovava sul 23-31 prima di un ½ dalla lunetta di Oubre Jr. a 2:02.

Gli Hornets segnavano ancora con un runner di Ball per il -5 masi arrivava a un finale dove colpo su colpo ci si rispondeva e una schiacciata di Ball sul ferro aveva bisogno del challenge per essere assegnata con Highsmith chiaramente ad afferrare l’anello durante la schiacciata.

Adebayo in pull-up però di arrestava con pochi secondi e batteva sulla sirena Harrell per il 28-37.

Il confronto tra bench però mutava nel secondo quarto:Bouknight in transizione lanciava Harrell in alley-oop, Strus da tre mancava una tripla con in & out quindi arrivava un errore di P.J. Da sotto che si correggeva tuttavia facilmente prima che Oubre a 9:44 cambiasse il ritmo del match con una tripla per il 37 pari.

Vincent in pull-up realizzava il +2 per i visitatori ma era proprio la guardia dei “Termici” a essere vittima della seconda tripla di Kelly: 40-39.

Non era finita perché Kelly replicava su Vincent per il +4, Adebayo mancava un mid range shot vs Harrell e dopo un paio di azioni arrivava anche l’entrata di Ball con contatto su Vincent: floater a segno come il FT e a 7:33 Miami rispediva sul parquet Butler stando sotto 46-39.Harrell segnava un libero su due a 4:28 e stoppava Yurtseven prima di chiudere una triangolazione verticale in schiacciata per il 52-43.

Miami si rifaceva sotto con 4 punti dalla lunetta firmati Butler ed Adebayo prima che a 1:04 il centro, affaticato, – stoppato da P.J. Ma toccato da Harrell, mandasse a vuoto due FT così lo spin con jumper di Oubre Jr. su Lowry in netto mismatch valeva il 54-47.

Il punteggio rimaneva quello sino alla seconda sirena con gli Hornets a beneficiare della minor precisione degli Heat scesi al 48,6% grazie a una miglior difesa degli Hornets saliti in attacco al 51,2%.

Importante il 7-0 nelle 2nd chance.

Charlotte tornava al massimo vantaggio con una drive con cambio mano di P.J. in corsa quindi un tiro ravvicinato di Tucker era aiutato dal primo ferro che ci pensava un po’ prima di far scender la palla dal lato retina.

Plumlee a 9:28 infilava due FT ma gli Heat rimontavano con la tripla di Tucker, approfittando anche dell’uscita di Ball per il quarto fallo, poi altri due punti dello stesso da sotto che recuperava da un open 3 fallito da Butler e con Lowry da oltre l’arco nell’angolo destro.

Borrego andava in time-out sul 60-57 quindi Bridges era provvidenziale a 7:06 nel recuperare e infilare due tiri dalla lunetta.

Lowry dal corner destro infilava ancora da tre mettendo paura al team di Borrego che resisteva però per diversi minuti agli attacchi degli Heat incapaci di segnare anche con Adebayo, il quale cambiava scarpe ma non mano dalla lunetta così, Charlotte, pur lentamente infilava tiri liberi che la portavano sul 67-62 anche se Oubre Jr. ne falliva due a 2.37.

Harrell influenzava il tiro di Butler in entrata così come Thor la 2nd chance di Tucker da tre solamente che lo stesso Harrell rimaneva nella nostra metà campo sulla transizione di Charlotte colpito dal gomito di Yurtseven così Borrego decideva per la pausa dopo aver visto un attacco 4 vs 5 bloccato.

Bridges allungava a 1:37 dalla lunetta (69-62) quindi nel finale Yurtseven da sotto (:34.2) e Rozier in entrata (secondo canestro per lui) chiudevano il quarto sul 69-64.

L’avvio di ultimo quarto era da sogno per Charlotte che vedeva abbassarsi le percentuali di Miami con Highsmith a mancar due triple dall’angolo sinistro e anche due liberi così, nel mezzo Harrell faceva spettacolo partendo in post basso destro con uno spin hook su Strus di rara bellezza batteva il difensore mentre a 10:42 chiudeva un pick and roll con Ball rispedito sul parquet dopo quasi un quarto in panca e dal mid range destro tirava fuori un mumbo oltre Adebayo per il 78-64.

Un +14 che a 9:16 dava buone speranze di vittoria.

Robinson però superava P.J. Dal corner destro e Butler batteva Bridges dal mid range in pull-up prima che un no look pass di Ball oltre Robinson arrivasse a P.J. Che si estendeva per schiacciare oltre l’ultimo difensore.

Dopo diversi errori Heat al tiro, Adebayo segnava lasciato solo sotto il ferro ma un reverse di Bridges partito dalla baseline destra finiva dentro.

+11 (82-71) ma a 4:47 la tripla di Robinson con il tocco di ball in chiusura valeva 4 punti per il team di Spolestra oltre al quinto fallo di Ball.

Partita riaperta perché Charlotte gestiva male alcuni possessi e gli Heat con un appoggio di Adebayo si portavano a un possesso: 84-81.

Un blocking di Lowry con challenge di Spolestra andata a vuoto valeva un punto per la nostra ala ma Robinson con un incredibile long 3 metteva le basi per il sorpasso che avveniva con due liberi, in più Lowry ne aggiungeva un altro ma Ball serviva con passaggio flash Harrell bravo a pareggiare a :24.6 dalla fine da sotto in schiacciata.

Butler andava a prendersi un tiro da tre dall’angolo destro contro Bridges ma la sfera non entrava (lasciando l’87 pari) così il tempo si esauriva sul rimbalzo tra Harrell e Adebayo.

Partiva l’OT con errore di Lowry e successiva spinta ma era proprio Miami a passare in vantaggio con Adebayo dalla lunetta che questa volta centrava i due tentativi.

Ball con due entrate produceva prima due tiri liberi splittati e poi un and one con Robinson ancora al fallo in chiusura.

A 2:03 Lowry scavalcava perché venivano erroneamente assegnati tre punti anziché due con evidente fallacia della terna che non vedeva il piede anteriore ben presente sulla linea.

Miles segnava da tre e Lowry pareggiava a quota 94 quindi era ancora Lowry da fuori a realizzare ma P.J. andando dentro accorciava.

Sul contatto Lowry-Ball la terna lasciava giocare ma il play andava a toccare la linea laterale sinistra, palla a Charlotte che tentava un reverse con Harrell a :01.7, arrivavano due liberi.

Buono il primo, corto il secondo così si andava al secondo dei due supplementari con la stoppata di P.J. Washington in angolo su Butler.

Proprio Butler però diventava decisivo negli uno contro uno con Miles segnando il 99-104 in pull-up.

Il capolavoro di Bridges in entrata su Tucker ed Adebayo con and one valeva il -2 ma Butler rincarava la dose con una tripla che prometteva di uccidere una partita riaperta ancora da Bridges che con un deep 3 frontale segnava oltre Robinson il 105-107 a :25.4 dalla sirena usando un flare screen.

Lowry però segnava da sotto ed Oubre Jr., pessimo secondo tempo, si faceva stoppare da Adebayo mandando in frantumi le speranze di W dei fan degli Hornets presenti nell’Arena.

107-111 era il finale con il ritocco di P.J. all’ultimo istante.

Montrezl Harrell mostra la sua grinta. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Gli Hornets perdono la terza partita di fila dopo due OT (0-6 l’incubo dei supplementari) e dopo aver sfiorato una vittoria che soltanto alcune circostanze hanno negato.

In una partita dove l’arbitraggio è stato piuttosto approssimativo da ambo le parti, probabilmente, a parte il gioco da 4 punti che ha riaperto il match, Charlotte ne esce danneggiata clamorosamente perché una tripla di Lowry non corretta a due punti come avrebbe dovuto essere, ha fatto sì che si andasse al supplementare e che poi i due liberi di Harrell, splittati a un secondo e sette decimi dalla fine del primo OT valessero il pareggio e non la vittoria.

Errore grave (la terna ha detto no a Borrego sulla richiesta di rivederlo) che porta parecchia amarezza perché la squadra – pur con i suoi difetti (qualche rimbalzo concesso ancora nei momenti decisivi e qualche elemento non in forma) – almeno ha giocato tirando fuori una prestazione di carattere ma ancora una volta è arrivata una sconfitta, in questo caso immeritata.

Si può sorridere solo per lo spirito e la prestazione, meno sulla gestione di alcuni possessi nel finale che hanno dato modo a una squadra più esperta di salvarsi.

Il calo della percentuale da tre punti nel secondo tempo è stato un fattore in una partita fisica iniziata dagli Heat nel primo quarto con un tiro dal campo al 75,0% ma abbassatosi drasticamente nel secondo quarto con gli Hornets, anche grazie allo scontro tra panchine, capaci di tenere il Calore di Miami a soli 12 punti.

L’inesperienza nel finale (14 erano i punti di vantaggio) contro un team più rodato e consolidato ha prodotto anche tanti sfondamenti subiti dagli Heat, team che viaggia a più di 80 (quasi più del doppio della seconda) che hanno beneficiato dei 25 punti di Lowry e dei 21 di Robinson mentre un terzetto composto da Butler, Tucker ed Adebayo (tutti in doppia doppia da rimbalzi) ha chiuso a 15 anticipando un Yurtseven da 10 punti.

Altra beffa per Charlotte che va in pausa All-Star Game con un sapore agrodolce di ritrovata speranza ma dopo aver incassato un altro pugno nello stomaco dal quale gli Hornets, barcollanti, dovranno rialzarsi.

LaMelo Ball: 7

14 pt. (5/15), 10 rimbalzi, 14 assist, 1 rubata. Altra tripla doppia per Ball che non tira benissimo (soprattutto da fuori è 1/9) ma trascina la squadra con alcuni canestri e a forza di assist (no look per P.J. I schiacciata o apertura in corsa per la tripla di Bridges dall’angolo nell’OT) in alcuni momenti. La palla che gli viene toccata nel secondo OT con spinta su Robinson gli costa il sesto fallo (altro fallo grave lo sfioramento su Robinson per i tre punti più l’and one) ma non gode certo dello status di All-Star presso gli arbitri che a volte sorvolano sui contatti. Miscela qualche TO ma è la gioventù oltre ai 38:38 giocati.

Terry Rozier: 5,5

5 pt. (2/9), 2 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. Timido fino all’inverosimile cede spessissimo palla. Ok, il lavoro oscuro in difesa con alcuni punti probabilmente salvati ma in 36:12 mi aspettavo di vedere di più da lui. Una buona infilata centrale resistendo alla palla e forse mano toccata ma poco altro con un 1/5 da fuori.

Miles Bridges: 7

29 pt. (10/21), 11 rimbalzi, 2 assist, -23 in +/-. Altra colonna portante della squadra. Non ha la statura per chiudere Butler nel finale anche perché è sempre fin troppo pulito sui close-out ma in attacco trova alcuni buoni canestri che danno speranze di vittoria o di rientrare. Da ossigeno alla squadra e da segnalare un circus shot passando tra PJ Tucker ed Adebayo con and one e due triple notevoli (una dall’angolo in un momento importante e una deep su Robinson).

P.J. Washington: 6

15 pt. (6/15), 14 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Spesso beffato da Robinson (almeno tre volte) sui suoi close-out con triple assurde, cerca di rifarsi puntando più il canestro in attacco tirando soltanto 4 volte da oltre l’arco anche se il risultato è stato zero. Stoppa Butler sull’ultimo tiro alla fine del supplementare e porta rimbalzi.

Mason Plumlee: 6

2 pt. (0/1), 5 rimbalzi, 2 assist in 13:36. Gioca poco, infila due liberi e cattura 5 rimbalzi ma il plus/minus è di -13 e qualcosa non va a livello di aggressività in coppia con P.J. Quindi Borrego si affida spesso a Harrell. Di suo non fa poi male.

Kelly Oubre Jr.: 5

15 pt. (5/15), 4 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. La ragione per la quale gli Hornets strapazzano nel secondo quarto Miami è Kelly che difende meglio ma soprattutto tira fuori 4 triple dal cilindro soltanto che i 15 punti arrivano nel primo tempo. Nel secondo tempo manca tutto quello che c’è da tirare e si fa stoppare da Adebayo nel finale. Storia d’amore che dura un quarto poi i cartigli dei baci dicono che è finita.

J.T. Thor: 6

3 pt. (1/3), 2 rimbalzi, 2 assist in 15:25. Non proprio sempre all’interno degli schemi, tuttavia centra un buon tre punti sorprendendo Tucker poi cattura un paio di rimbalzi cercando di far densità in difesa ma è una sufficienza.

James Bouknight: 6

0 pt. (0/0), 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata. Gioca 7:15, la terna gli assegna un paio di falli così così e non prova mai la soluzione ma si rende utile in altri aspetti e, infatti, il suo +14 è il miglior plus/minus.

Montrezl Harrell: 6,5

24 pt. (9/16), 8 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Energia come una tassa, si modifica, si trasforma ma non si disperde. C’è un gioco interno con lui che si scatena in avvio ultimo periodo poi purtroppo, dopo aver pareggiato, ha la possibilità di portare alla vittoria Charlotte ma – dopo aver infilato il primo libero – manca il sorpasso tirando il secondo corto (6/9 dalla linea). Peccato perché la prestazione è stata ottima e costellata da alcune perle tecniche ed atletiche. Buono anche il rimbalzo sul finire del quarto periodo.

Coach James Borrego: 6,5

Si rivedono degli schemi e una squadra che lotta. Questa volta la beffa arriva dalla terna che assegna tre punti a Lowry anziché due e gli Hornets cadono nuovamente ma non senza lottare. Altro duro colpo inferto alla squadra ma giocando così si potrebbe tornare a sorridere presto anche se necessitano alcune correzioni, indubbiamente.

Matchup key 60 Charlotte Hornets Vs Miami Heat

Mason Plumlee Vs Bam Adebayo

Ultima uscita per ambo le squadre prima della pausa ASG.

Gli Hornets toccheranno quota 60 partite giocate e poi negli ultimi due mesi si giocheranno il tutto per tutto nel countdown delle ultime 22 partite sulle 82 totali.

Ambo i team vengono da una sconfitta nell’ultima uscita ma lo stato di forma dei due team è diametralmente opposto.

I favoriti rimangono i leader divisionali ma gli Hornets che pur distanti 8,5 g sono secondi, tenteranno di far lo sgambetto agli Heat per riprendere fiducia, portarsi a quota .500 e restituire un po’ di entusiasmo ai fan dopo un periodo in caduta libera.

Mason Plumlee dovrà cercare di essere l’ancora di salvezza insieme agli altri lunghi nel non conceder punti e rimbalzi facili ad Adebayo e soci dalle parti del ferro per abbassare le buone percentuali dal campo degli Heat.

Possibili svantaggi:

Certamente questi Heat sono forti ma il loro primo vantaggio sono gli attuali Hornets:

“Tutto questo è davvero un gioco mentale”, ha detto l’allenatore degli Hornets James Borrego.

Certamente in parte i giocatori di Charlotte non stanno girando al massimo e anche lo sforzo sul parquet non sembra sempre adeguato a una squadra in difficoltà, non si lotta duramente su ogni pallone.

La macchina degli Heat è in grado di portare pluri-minacce da varie zone del parquet per cui lo sforzo collettivo di Charlotte nel difendere adeguatamente stanotte sarà più importante che mai.

Le rotazioni di Borrego – che ha detto di puntare sui big – sono ancora un po’ confuse ma la messa a punto richiederebbe più spazio anche per Thor anche perché oltre alle minacce dall’esterno, Butler ( se sarà sul parquet visto che è in dubbio per un dolore alla spalla dalla scorsa partita con i Mavs) ed Adebayo cercheranno di approfittare della loro esperienza e fisicità per mettere in difficoltà gli Hornets nei pressi del ferro.

Nel caso non giocasse Butler, Strus potrebbe avere più minutaggio anche per compensare un po’ l’assenza di Herro ma l’assenza pur importante sarà compensata dall’esperienza di diversi uomini Heat capaci di produrre già un vantaggio su alcuni matchup.

Possibili vantaggi:

“Ritroveremo il nostro spirito giovedì sera. … Non ci resta che rimetterci in sesto. Una grande opportunità per vincere prima dell’intervallo”, queste le parole di James Borrego le quali personalmente no commento.

Le solite tre assenze (Hayward, Martin e McDaniels) peseranno ma Charlotte avrà il vantaggio di non trovarsi di fronte Herro, Dedmond, Oladipo e Markieff Morris mentre rimangono in dubbio l’ex Caleb Martin, Butler e Haslem.
Se qualcuno dei giocatori in dubbio dovesse saltare la sfida, Harrell e soci potrebbero essere più facilitati a non essere ancora outrebounded sotto le proprie plance come avvenuto nell’ultimo quarto a Minnesota dopo aver ben presidiato per tre quarti la propria area.

“Ha avuto una grande energia per noi”, ha detto l’attaccante Miles Bridges di Harrell, che ha segnato una media di 16 punti e 7,3 rimbalzi nelle sue tre partite con gli Hornets.
Plumlee non è una garanzia, specialmente contro Adebayo ma ha una media di 11,8 rimbalzi nelle ultime 10 partite.

Il mix per tentare l’impresa, nonostante i tanti problemi strutturali, saranno la difesa, anche per ripartire in transizione dove gli Hornets sono statisticamente migliori (16,1 pt. Vs 10,6 pt. nei fast break) ma non dovranno subire quelle possibili avversarie, una buona scelta di tiri in attacco senza farsi condizionare dalla difesa Heat e il pubblico a spingere aldilà delle difficoltà una squadra che deve molto in questo momento ai propri fan aldilà delle scuse di un’età media bassa.

Game 59: Charlotte Hornets @ Minnesota Timberwolves 120-126 (OT)

Intro

Quando si intraprende un viaggio meglio affrontarlo passo per passo, così il famoso regista giapponese Akira Kurosawa ammoniva nel suo film.

Per arrivare alla vetta ( i PO) gli Hornets stanno percorrendo un cammino tortuoso che vedrà i Calabroni cercare di attraversare (a traverso, passare da un punto all’altro) la foresta dei lupi di Minneapolis.

Dal 28-26 al 29-29 è stata una vera giungla (dall’hindi jangal “pare” anche se l’origine per alcuni è controversa, deserto) che il deserto di gioco prodotto dagli Hornets ha contribuito a trascinare dentro.

Le inestricabili difficoltà della foresta tropicale saranno affrontate ad altre latitudini e per ripartire Borrego ha promesso di affidarsi a un quintetto più lungo con la contemporanea presenza di Harrell e Plumlee mentre dovrebbe trovar spazio anche Thor che con la sua attenzione e grinta difensiva (oltre a un wingspan non male) ha catturato l’attenzione di Borrego.

La parola d’ordine è non finire sotto quota .500 a due partite (l’altra sarà casalinga ma contro Miami, gara difficile) dalla pausa All-Star Game per giocarsi tutto nello sprint finale delle ultime 22 partite.

Andamento della partita

I quintetti.

Dopo la buona partenza di Charlotte che apriva con un 5-0 (Bridges da 3 dall’angolo sinistro e Rozier da due con finta in area a 10:56) arrivava la contro-risposta Timberwolves con un parziale da 8-0 cominciato con una tripla di Russell e chiuso alla medesima maniera dallo stesso a 9:54 prima che un floater di ball si infilasse per il 7-8.

La partita prendeva una piega dal ritmo veloce ed atletico, poco tattico ma ad avere il sopravvento in questa prima fase erano i Timberwolves che, sfruttando l’imprecisione maggiore da parte degli Hornets, riuscivano a piazzare un altro parziale di 6-0 arrivando sul 7-14 dopo la schiacciata di Towns a 7:36.

Time-out Hornets m nonostante Bridges stoppasse Edwards, la run dei locali proseguiva con la tripla dello stesso Edwards e due punti di Towns in corsa prima che Ball a 6:21 riuscisse a splittare due FT per l’8-19.

Un libero di Plumlee e un floating di Rozier erano per gli Hornets buoni per tornare a -10 (11-21) prima che un paio di colpi di Plumlee valessero il 15-22.

JT Thor stoppava Beasley e a 2:36 piombava anche la jam di destra di Miles in corsa dalla linea di fondo destra (17-22).

Towns da tre, Rozier in appoggio di sinistra in uno contro uno, un lancio lunghissimo dello stesso Rozier al bacio per l’alley-oop di Bridges e ancora Scary in lunetta a :58.2 era la sequenza che trascinava Charlotte sul -2 (23-25) prima che Reid allontanasse di 4 i locali benché Thor, splittando due liberi a :26.1 facesse tornare a fine quarto a un possesso il gap tra i due team: 24-27.

Oubre apriva riavvicinando i Calabroni sul -1 ma i Lupi si allontanavano tra un bel crossover sulla baseline destra di McLaughlin su Harrell e il layup di Edwards in corsa per realizzare il 28-34 a 10:15.

I Lupi potrebbero allontanarsi ma dalla lunetta cominciavano a sbagliare frequentemente tiri partendo con due di Edwards (fallo di Oubre Jr.) quindi Bridges ne infilava due ma un runner del fratello di McDaniels risistemava il divario sul -6.

P.J. Dal corner destro dimezzava il divario finché Edwards in corsa andava dentro per sorprender tutta la difesa Hornets che a 7:18 lasciava il 33-38 con Borrego preoccupato chiamare un time-out.

Quando Miles, cercando di affondare, mancava un alley-oop non difficilissimo, la partita sembrava segnata ma Edwards a 5:52 splittava due FT e Ball con un runner faceva tornare a -4 Charlotte che si avvantaggiava di altri due FT a metà di Beverley a 5:18 per andarne a mettere due con Rozier a 5:03: 37-40.

Da un recupero offensivo di Edwards sorgevano altri due FT per Beverley a 4:42 ma ancora una volta solo un FT si infilava mentre una triangolazione con Plumlee largo (last pass) era chiusa da Harrell in schiacciata per il 39-41.

Quando Towns beneficiava di due FT per una certa scompostezza nella ricaduta (andava a colpire Harrell) la terna decideva per un tecnico contro il lungo dei Lupi quindi il parziale di 1-2 lasciava in scia (40-43) i Calabroni a 3.49.

Una schiacciata di Bridges e un alley-oop di Plumlee su servizio di Rozier invertivano la leadership prima che il solito ½ (bonus) di Beverley riequilibrasse la partita a quota 44.

Harrell respingeva Towns poi Rozier da due ed altri due FT (questa volta infilati) di Russell garantivano nuovamente la parità.

Il break degli Hornets scattava su una palla data fuori da Plumlee per la tripla di Ball frontale ed anche se il tuffo a terra da dietro di Plumlee per cercare di recuperare palla a Russell che in palleggio aveva qualche difficoltà, risultava essere una falciata che costava un punto a gioco fermo, ball a 1:21 metteva un’altra bomba mentre Harrell da sotto prima e Bridges dalla lunetta poi (:38.6) trascinavano Charlotte sul 56-47.

Towns era toccato da Harrell sul close-out e questa volta Minnesota non falliva, accorciando di tre toccava quota 50 mentre un ½ di Vanderbilt valeva il -5 a :07.8.

C’era il tempo per un attacco frontale in corsa di Harrell che messo in sandwich segnava toccato da Beverley, niente fallo per la terna m,a mentre il centro finiva a terra rialzandosi per protestare ecco il flop di Beverley che finiva giù sulla rimessa sullo sfioramento del riccioluto giocatore.

Rivista al replay la terna assegnava fallo contro Charlotte, personale a Montrezl e palla ai Timberwolves che in un secondo e un decimo non potevano organizzare un buon attacco lasciando il punteggio sul 58-52.

A favorire Charlotte le basse percentuali di Minnesota con un 80,0% degli Hornets dalla lunetta contro il 64,0% avversario ma anche il tiro da tre punti con il basso 23,5% di Charlotte contro il 15,4% avversario.

Le squadre decidevano di alzare la percentuale da oltre l’arco partendo nel secondo tempo con la tripla di McDaniels dall’angolo sinistro e la risposta di Bridges con la bomba rimbalzante dalla diagonale destra.

Ball a 10:40 ne aggiungeva un’altra sulla transizione fallita dalla squadra di Minneapolis che sparava palla sul corpo di Miles.

Un fallo su Towns non assegnato e un in & out del centro avversario salvavano Charlotte che colpiva con Rozier in corsa alto al vetro per il 66-55 a 9:41.

Dopo un FT di Plumlee e una tripla di Russell, il crazy rainbow reverse layup di sinistra di Miles (in corsa dalla linea di fondo destra passando il cerchio) riportava serenità, un grande canestro al quale si univa quello di Rozier per il 71-60.

McDaniels – perso da Ball – in taglio back-door agguantava il passaggio e segnava mentre Beverley, forzato a tirare nell’angolo sinistro ai 24 segnava il 71-65.

Il fallo di Towns su Plumlee a 5:45 era buono per l’ex centro dei Pistons: 2/2 e 10 punti raggiunti.

Drive di McDaniels e risposta di Oubre Jr., il divario oscillava dal -6 dall’affondata di McDaniels (77-71) al +11 nel finale quando Rozier ne metteva altri due benché l’ultimo colpo del quarto fosse di Nowell che approfittando della scivolata di Terry si infilava battendo l’aiuto per l’87-78.

Partiva ben l’ultimo quarto con due FT di Harrell ottenuti dopo 15 secondi mentre Ball lanciava a destra del canestro un pallone sul quale spuntava Thor che elastico e scattante infilava l’alley-oop.

Charlotte tentava di mantenere il divario con un’alzata tagliata di Oubre Jr. e un piazzato di Harrell dal mid range sinistro (95-82) ma 5 punti consecutivi di Reid e un ritmo offensivo progressivamente perso nonostante l’appoggio in corsa di sx di Miles per il 97-87 ritrascinavano il match nell’incertezza. Una transizione di Beverley +1 a 6:55 e due punti di Towns in entrata che colpiva con il gomito destro Bridges che lamentava un sanguinamento in bocca per il colpo ricevuto.

In una fase convulsa con una tripla lanciata d Towns e canestro in tap-in annullato a McDaniels per interferenza sopra il ferro arrivava la stoppata di Beverley su Ball ma anche il tecnico al coach di Minnesota Finch per reiterate proteste soltanto che Ball spediva sul ferro il regalo.

Due punti di McDaniels cominciavano un elastico di tre punti tra i due team: Rozier segnava il 100-93 con tre punti ai quali rispondeva Russell.

Sulla drive con passaggio bomba pocket di Bridges era bravo Plumlee a trattenere la sfera fuori cilindro e sulla continuazione del movimento trovava due punti da sotto.

A 3:52 un 2/3di Towns dalla lunetta (fallo contro Rozier) valeva il 102-98.

Ball in corsa segnava un runner su Towns con cambio mano ma due FT a favore del n°32 dei T.Wolves riassegnavano il -4 ai Lupi.

Quando ball mancava il floater e gli Hornets lasciavano il rimbalzo offensivo a Beverley ecco il -2.

Rozier non metteva il tiro e Towns ringraziava realizzando una tripla sorpasso.

Harrell passava corto a Miles sulla linea di fondo e la palla scivolava fuori…

Towns tentava di infilare la tripla clutch riuscendoci ma Bridges sparava da tre dall’angolo sinistro marcato riuscendo a infilare il -1 quindi Russell mancava una tripla e Bridges a 9 secondi dalla fine guadagnava due liberi con Towns in chiusura.

Purtroppo finiva dentro solo il secondo mentre sull’iso di Russell il tiro dell’esterno finiva nuovamente corto sulla sirena portando la partita all’OT dove Charlotte si trovava già sullo 0-4.

Ancora una volta la falsa partenza degli Hornets (c’è da dire che sulla palla a due il fallo di Towns sul braccio di Plumlee è stato ignorato dopo le ripetute spinte che ne hanno ritardato il lancio) ha poi prodotto un gap incolmabile.

L’OT è stato lungo ma Vanderbilt ha iniziato splittando due liberi, l’alley-oop dietro le linee di McDaniels e il runner di Beverley hanno aperto la via (108-113) alla squadra del Minnesota.

L’elbow i Rozier ci ha riportati a un possesso ma una tripla di Towns e un floater con gran controllo del corpo dello stesso hanno spinato la via della W a coach Finch.

Gli Hornets hanno abbozzato qualcosa ma alcuni errori dalla lunetta hanno tenuto a distanza Charlotte che al massimo si è ripresentata sul -5 ma senza pretese.

120-126 era il risultato finale.

Plumlee contro Towns. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Charlotte non sa più vincere.

Gli Hornets scendono sotto quota .500 (non accadeva dal 20 dicembre, 17-18, L in casa Jazz), interrompono una serie di 4 W consecutive contro i Timberwolves e si portano sullo 0-5 nei supplementari ma soprattutto non riescono a sfruttare una serata piuttosto no al tiro di una squadra volonterosa, “furba” (esperta) che ha avuto in Towns il giocatore clutch per cambiare le sorti di un incontro sembrato ormai alla portata degli Hornets per lunghi tratti del match.

Un gara trascinata e lunghissima con un 28/37 (75,7%) di Charlotte dalla lunetta contro il 27/43 per i Lupi (62,8%) e un 8/33 (24,2%) da fuori contro un 13/55 (23,6%), una squadra che ha provato a cambiare qualche rotazione ma che è parsa più confusionaria che utile, un team dal gioco confusionario e che sta subendo ancora una fase di loop mentale negativo nonostante l’innesto di Harrell che stanotte non è stato bravo come nelle precedenti due uscite mettendo in risalto i suoi difetti in lentezza e i limiti caratteriali.

Una vittoria concessa a una squadra che ha tirato con il 39,4% (Charlotte al 41,2%) con un 31-29 negli assist ma un 70-81 a rimbalzo che è stato provvidenziale alla squadra di Finch nello sforzo per rientrare nel quarto quarto quando gli Hornets ne hanno concessi troppi offensivi…

39 punti e 15 rimbalzi di Towns, 18 di McDaniels e Russell, 15 pt., 11 assist di Beverley e 10 pt.+14 rimbalzi di Vanderbilt.

LaMelo Ball: 6,5

22 pt. (8/22), 9 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Prendo spunto dal +/- di -12 per evidenziare come sia paradossale la sua buona situazione nei numeri ed un giocatore che va un po’ per cono suo: certo, ci sono 6 assist e una difesa non sempre irreprensibile possono spiegare questi numeri in parte ma sembra quasi che nel non gioco di Borrego più si abbia bisogno di Ball (3/8 da fuori e un tecnico mancato) più si perda. Nel finale dei regolamentari mette un gran runner poi ne sbaglia uno più semplice. Era iniziata da lui la fuga con due triple poi nel fiale dell’OT perdendo un po’ la testa per frustrazione pressa eccessivamente Beverley finendo out per falli.

Terry Rozier: 6

25 pt. (9/22), 1 rimbalzo, 5 assist, 1 rubata. Non è sempre difficile sfuggirgli e in serata qualche punto ci costa ma soprattutto non è al top level come lo scorso anno anche se fa un discreto 9/22 dal campo con solo una tripla a bersaglio su 7 tentativi contro il 6/6 in lunetta.

Miles Bridges: 6,5

28 pt. (9/21), 13 rimbalzi, 7 assist, 1 stoppata, 4 TO. Bridges è croce e delizia perché a parte le solite iniziative preso verso il ferro che portano punti segna in corsa passando il canestro un rainbow reverse layup di sinistra fantastico. Si sbatte molto e in alcuni frangenti paga in difesa non riuscendo ad essere rapido nell’intervenire. La tripla del 107-108 è incoscienza pura ma funziona ed era piuttosto obbligata, peccato sbagli un tiro libero nel finale che avrebbe potuto darci la vittoria e poi anche un floater nell’OT e due FT rimanendo sempre però propositivo. Voto su tutta la partita, peccato per gli episodi decisivi.

P.J. Washington: 6

3 pt. (1/5), 8 rimbalzi, 4 rubate. Parte titolare, mette a tratti un po’ di difesa anche se non sempre convince ma in attacco non ci siamo con questo sparare soltanto da tre (tutto da fuori l’1/5).

Mason Plumlee: 7

14 pt. (4/6), 17 rimbalzi, 9 assist, 3 TO. Sfiora incredibilmente la tripla doppia già nei regolamentari e fa un buon 6/8 (per lui è moltissimo) dalla lunetta. Cala un po’ alla distanza e qualche lacuna l’ha ma stasera è una dinamo che produce assist, rimbalzi e anche punti come quelli da sotto ottenuti dopo aver preso con uno splendido catch il pallone lanciatogli forte e ravvicinato da Miles. Ovviamente Towns fa meglio ma per lui è la miglior prova in divisa Hornets.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

11 pt. (4/13), 4 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate. 0/4 da tre punti, una discreta spinta nel secondo tempo in punti ma in generale al tiro va male e diventa quasi inutile se non dannoso in codesta versione. Tre palle rubate, una la cestina subito perdendola in coast to coast.

J.T. Thor: 6

5 pt. (2/3), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata in 11:21. Con lui, nonostante tutto sembriamo un po’ messi meglio sul parquet. Dopo una tripla presa al volo e una simpatica ramanzina di Harrell probabilmente perché voleva un pallone, mette una schiacciata facendosi trovare pronto all’appuntamento e un alley-oop elastico su invito di Ball.

Montrezl Harrell: 5,5

12 pt. (5/10), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Qualche punto lo mette ma ho trovato alcune difese lente ed accademiche con poca reattività su ciò che accadeva intorno e nella fase di recupero dei T.Wolves sono stati troppi i rimbalzi lasciati.

“Nonostante” Le Nike LeBron XI in versione Hornets, Harrell stasera non ha convinto pienamente.

Coach James Borrego: 5

Per me orma è un marasma di situazioni differenti che si ripetono. Il gioco veloce e sconclusionato in avvio seguendo il ritmo dei T. Wolves, il tentativo dei lunghi con Thor tolto troppo presto però e una squadra che si fa rimontare concedendo 81 rimbalzi agli avversari con troppi difensivi (17) abbandonati agli avversari.

Matchup key 59 Charlotte Hornets @ Minnesota Timberwolves

A cura di Filippo Barresi.

Miles Bridges Vs Anthony Edwards

I giocatori che saranno decisivi per le sorti di questa gara stanno affrontando due periodi di forma molto differenti.

Edwards nelle ultime partite riesce a trovare il canestro con grandissima continuità ed è un fattore per il sistema offensivo dei Timberwolves.

Dall’altro lato, direttamente impegnato nel suo contenimento ci sarà Miles Bridges che in questo ultimo periodo non sta performando come ci ha abituato.

Sarà importante per gli Hornets che Bridges ritrovi la forma a cui ci ha abituato, soprattutto per le sorti di questa gara.

Possibili svantaggi:

Il quintetto titolare di Minnesota è il punto forte della squadra.

Le opzioni offensive di Edwards, Towns e Russell garantiscono versatilità ed efficienza per tutti i quarantotto minuti della gara.

Sarà molto importante partire con il piede giusto per poi sfruttare l’energia del nuovo arrivo Harrell quando in gioco saranno chiamate le due panchine.

Possibili vantaggi:

La più grande difficoltà dei Timberwolves è la presenza a rimbalzo, fondamentale in cui sono tra le peggiori squadre della lega.

In questo varco possono inserirsi gli Hornets soprattutto grazie alle forti presenze di Harrell, Washington, Plumlee, Bridges e forse Thor.

Il giovane è in rampa di lancio e cerca spazio nelle prossime gare.