Z.T.L.

Z.T.L. è l’acronimo di zona traffico limitato ma anche di Zeller, Troy (Daniels) e Lance (Stephenson).
A bocce ferme possiamo parlare di tre giocatori che per vari motivi dovrebbero far ancora parte del progetto futuro di questi nuovi Charlotte Hornets.
Zeller quasi sicuramente vestirà il teal and purple anche il prossimo anno, giacché coach Clifford pare voglia migliorarlo sotto l’aspetto balistico da oltre l’arco. Coach Clifford si è reso conto che il gioco di Zeller non è una minaccia in post (un fisico troppo leggero non lo aiuta) e anche da sotto canestro le sue correzioni spesso non hanno trovato la retina. Sicuramente Cody è giovane, sul piatto della bilancia tra gli aspetti positivi mette energia, potenza in campo aperto e una difesa sufficiente, a tratti discreta, anche se l’inesperienza quest’anno c’è costata una gara casalinga contro Indiana quasi vinta. Zeller in una partita contro i Wizards aveva subito una lesione alla cuffia dei rotatori della spalla destra. Il suo tentativo di rientro qualche gara dopo non aveva dato i risultati sperati sul parquet, Cody aveva quindi abbandonato il campo per non rientrare più per tutto il resto della stagione. Nemmeno le terapie non invasive avevano garantito buoni risultati alla nostra ala grande, così qualche giorno fa si è dovuti ricorrere all’operazione. L’intervento chirurgico per riparare un tendine alla spalla destra, rimuovere uno sperone osseo e del tessuto cicatriziale è andato bene. I tempi di recupero dovrebbero essere di circa di tre mesi. Questo probabilmente non lo farà partecipare alla Las Vegas Summer League, ma dovrebbe tornare in perfetta forma per l’inizio del training camp.

Cody in versione centurione, con il tutore alla spalla destra, in fase di ripresa dopo l'operazione.

Cody in versione centurione, con il tutore alla spalla destra, in fase di ripresa dopo l’operazione. Auguri di guarigione.

Troy Daniels, i cui interessi sono curati dall’agente John Spencer, invece, ha strappato un contratto di $ 816,482, il più basso tra quelli degli Hornets se escludiamo il giocatore fantasma Elliot Williams, pagato $ 53,838 per non giocare nemmeno un minuto. Il suo contratto per la prossima stagione non sarà molto più oneroso, salirà a $ 947,276, ragionando nel contesto economico NBA, aumento meritato visti i suoi 24 punti contro Toronto che costituiscono il suo massimo in carriera. Arrivato insieme a Mo Williams, ha giocato solo lo scorcio finale della regular season. La nostra SG di riserva, da tre punti, con questo roster, costituisce un validissimo aiuto dalla panchina per il tiro da tre punti, caratteristica assolutamente mancante a questi Hornets, anche se davanti a lui teoricamente ci sarebbero Henderson e Stephenson nel ruolo. Quel N°30 sulle spalle ricorda Dell Curry, grande tiratore da tre punti e padre si Stephen Curry (sperando un giorno il figliol prodigo giochi per Charlotte), sarà un segnale?
Ecco un video da me realizzato su Daniels in questa stagione:


A proposito di Lance abbiamo già detto. Sul suo futuro c’è incertezza. Ha tirato con la peggior percentuale della storia NBA da 3 punti (17% circa), scendendo in tutte le sue statistiche rispetto al suo precedente anno con i Pacers. Ha anche entusiasmato il pubblico con alcune giocate; finte di crossover, passaggi, penetrazioni e quel memorabile canestro (anche se un po’ fortunoso) contro gli Hawks che ha permesso alla nostra squadra di battere sulla sirena i rispettabilissimi Falchi dopo una battaglia durata due supplementari. Però… è stato deludente, è poi passato da titolare a panchinaro, a riserva scarsamente utilizzata. La sua capacità di passatore indicherebbe in qualche maniera l’utilizzo al posto di Walker, ma in quel ruolo c’è già Mo Williams, in più Stephenson perde troppi palloni rischiando passaggi non proprio sempre saggi, benché alcuni suoi assist siano perfetti per mettere in condizioni ottimali i compagni. Lance, se sarà ancora a Charlotte a inizio prossima stagione, sicuramente su di lui ci saranno speculazioni e gli Hornets potrebbero avere difficoltà nel cederlo, dovrà migliorare anche in difesa. Il differenziale di Charlotte tra canestri fatti e subiti è di -20. Ha un offensive rating di 85 e un difensive rating di 105 su ogni 100 possessi…

lance

Presa da basketball-reference.com, la statistica ogni 100 possessi. Si evince come sia tornato agli albori in un contesto di squadra con problemi Lance non riesce a fare la differenza come si era pensato erroneamente.

 

Il Punto Finale @ 82

Charlotte-Hornets-New-Logo - Copia

La regular season si è conclusa il 15 aprile (nella notte del 16 in Italia) dopo la classica maratona composta da 82 partite l’anno che non lascia tempo ai giocatori NBA per allenarsi, salvo qualche rara eccezione e gli ovvi shootaround nei giorni precedenti o prepartita.
Un’appassionante ed estenuante corsa che ha lasciato il segno su diverse squadre, specialmente quest’anno, prive per molto tempo dei loro uomini migliori.
Alcune vittorie di Charlotte sono state ottenute contro new York senza Anthony, oppure contro Atlanta dimezzata…
Anche Charlotte, che presentava un calendario ricco di back to back dato dagli analisti come il terzo peggiore nella Lega (grazie NBA per avere sempre un occhio di riguardo, sarà quello di Mordor?), ha subito in diversi momenti delle “injuries” che hanno alterato i risultati di alcune partite, specialmente nel finale di stagione, quando è venuto a mancare tutto il frontcourt titolare.
Leggendo però su varie pagine, siti ufficiali e non, ho potuto rilevare l’umore e le opinioni di alcuni tifosi, troppi dei quali credono ancora che avendo auto tutti gli uomini a disposizione, avremmo ottenuto i playoffs.
Personalmente non sono così sicuro.
Gli Hornets hanno fatto fatica tutto l’anno e hanno avuto un inizio denso di partite che li ha potati lontani dalla zona per partecipare alla post season.
La squadra ha avuto un novembre terribile, terminato ai primi di dicembre con la vittoria all’ultimo istante su New York firmata Kemba Walker.
Dopo essere finita sotto di 14 partite (10-24 il 2 gennaio contro Cleveland) rispetto a una situazione di parità, la squadra ha fatto un lavoro straordinario per recuperare affidandosi principalmente alla difesa e l’otto marzo si è trovata per la seconda volta a distanza di sole cinque partite dai .500 ma nelle ultime 20 partite gli Hornets hanno vinto solo 5 volte andando per ben 15 volte K.O., perdendo ben 4 scontri diretti e sostanzialmente tankando nelle ultime gare giocate senza ben sei elementi di spessore o comunque in alcuni casi migliori di quelli scesi poi in campo (Jefferson, Zeller, Kidd-Gilchrist, Stephenson, Mo Williams e P.J. Hairston). Sicuramente l’assenza più pesante tra queste è stata quella di Michael Kidd-Gilchrist, leader della difesa e capace di portare improvvise minacce nelle metà campo avversarie con improvvise transizioni con un jumper migliorato che costringe gli avversari a più attenzione e lo può portare anche a soluzioni alternative.
Senza di lui gli Hornets hanno vinto solamente 6 partite subendo 21 sconfitte. Senza Zeller i Calabroni hanno ottenuto un record di 6-14, mentre senza Jefferson sono 8-9, without Stephenson 10-11, con Walker a riposo sono 12-8 e con Biyombo infortunato 7-11.
Marginali i leggeri infortuni di Marvin Williams e Gerald Henderson, rispettivamente con record di 1-3 e 1-1 (non solo per infortunio).

Questo quintetto titolare è riuscito solo 8 volte a scendere sul parquet insieme.

Questo quintetto titolare è riuscito solo 8 volte a scendere sul parquet insieme questa stagione. Immagine presa alla penultima contro Houston.

L’età media della squadra che ha terminato la stagione è stata di 25 anni e 3 mesi, non certo una squadra di veterani ma “l’inesperienza” di alcuni giovani è stata compensata dall’energia di altri giovani, mentre l’apporto dei 4 giocatori sulla trentina (Mo Williams 32, Maxiell 32, Jefferson 30 e Roberts 29) è stato altalenante per diversi motivi.

Occupiamoci ora dei singoli giocatori dividendoli per ruolo, del gioco di squadra che coach Clifford ha proposto e dell’operato della società in stagione traendo delle analisi finali.

Il roster degli Charlotte Hornets composto da 15 giocatori conta 3 uomini per ruolo, più Gary Neal e Jannero Pargo che avevano cominciato la stagione, ma poi sono stati accantonati dalla società che li ha rimpiazzati rispettivamente con Troy Daniels e Mo Williams prima della scadenza del febbrile mercato di Febbraio.

Point Guard

Voto complessivo Reparto: 6,17 (la media dei voti finali presi dai singoli in questo ruolo)

Partendo dal basso verso l’alto seguendo una classifica di rendimento (che troverete alla fine dell’articolo), dei quattro playmaker proposti, il primo che troviamo (al quarto posto quindi) è Brian Roberts, il quale ha disputato una scarsa annata dal mio punto di vista.
In alcune partite le sue triple hanno tenuto a galla la squadra nella prima parte, ma troppo spesso al suo rientro in campo a cavallo tra i due quarti finali ha avuto medie di tiro pessime o ha fallito qualche tripla che avrebbe potuto riportare in partita Charlotte.
Come terza opzione potrebbe anche andare bene, promosso titolare per l’assenza di Walker, ha mostrato qualche limite di troppo e gli Hornets poco prima della chiusura di mercato sono andati su Mo Williams.
Roberts ha chiuso con 6,7 punti (11° posto) e 2,3 assist (5° posto) di media a partita giocando in media 18,5 minuti a gara.
Brian ha con l’89,2% la terza miglior percentuale della squadra nei tiri liberi ma è 13° per quel che riguarda i tiri dal campo con un 38,9%.
Jannero Pargo ormai lasciato libero da tempo dalla società é terzo, ma il suo minutaggio è stato limitato e le sue prestazioni ottenute a giochi già fatti contro le panchine avversarie.
I suoi problemi fisici prolungati hanno convinto a liberare un posto nel roster la dirigenza, sebbene Jannero avesse un ruolo di uomo spogliatoio con i suoi 35 anni. Al secondo posto troviamo Kemba Walker, il quale è una delle grandi incognite dell’universo Hornets.
Rimangono senz’altro memorabili alcuni canestri ottenuti negli ultimi secondi che hanno permesso a Charlotte di vincere qualche partita, partendo dalla serata iniziale; sua è stata la tripla del pareggio per portare la gara al supplementare e poi il tiro vittoria contro Milwaukee in uno contro uno, poi il 6 di dicembre la sua penetrazione sulla sirena è valsa la vittoria di un punto contro New York che ha infranto un muro di 10 sconfitte, ancora l’8 gennaio una sua azione ha risolto la partita contro i Pelicans, infine ha vissuto un momento magico essendo nominato giocatore della settimana dalla NBA contribuendo ad alcune pesanti vittorie dei Calabroni.
Poi l’infortunio, il rientro con un Mo Williams in più che non ha dato gli esisti sperati.
Kemba è sembrato lontano dall’essere quello di prima, la squadra ne ha risentito. Ci sarebbe da approfondire se la cosa riguarda l’aspetto tattico o il suo stato di salute.
Personalmente credo che la seconda abbia influito pesantemente avendolo visto sbagliare facili appoggi che non avrebbe fallito solitamente.
Certamente Walker rifirmato a inizio anno fa parte del progetto di Cho e Jordan, ma la sua impennata di stipendio (da $3,272,091 a $12,000,000 all’anno per quattro anni) paragonata al rendimento di fine stagione è qualcosa di preoccupante, tanto più che Kemba è sì il miglior marcatore della squadra con 17,3 punti di media a partita (ottenuti in 34,2 minuti di media sul parquet) ma ha anche un 14° posto in squadra per quel che riguarda i tiri dal campo.
Un 38,5% troppo basso, dovuto anche alla scelta di soluzioni personali forzate e alla poca capacità della squadra di trovare frequentemente gli uomini smarcati per tiri più semplici.
In classifica assist si piazza al secondo posto con 5,1 a partita, distante dai migliori della lega, anche se Charlotte fa fatica a segnare e ciò lo penalizza un po’.
I palloni persi non sono tantissimi rispetto al suo impiego (1,6 i suoi turnover) e recupera 1,4 palloni a partita (1° nel roster).
Al primo posto tra le PG troviamo Mo Williams che arrivato a febbraio ha giocato 27 partite (14 da titolare), alternandosi nelle rotazioni con Kemba al rientro e con Henderson.
Clifford lo ha provato anche con Kemba stesso per creare una coppia di piccoli abile ad attaccare il canestro, fornire assist (Mo più che altro) e creare spazi per gli altri.
Dopo un inizio stratosferico Mo non ha più trovato l’energia del vuoto che lo avrebbe fatto accelerare e ha finito per peggiorare il suo rendimento.
Rimane comunque il secondo miglior marcatore della squadra con 17,2 punti e il miglior uomo assist con 6,0 di media a partita in 30,8 minuti di media sul parquet. Si piazza quarto nelle palle rubate con uno 0,6 ma il suo lato debole è che a volte esagera con il palleggio e finisce col perder palla; i suoi 2,6 turnover a partita sono troppi.
Commette 2,2 falli a gara ed è il secondo giocatore più falloso della squadra.
Al secondo posto per quel che riguarda i FT con un 89,2% (prima di lui ci sarebbe Pargo con un 2/2…), una garanzia a cronometro fermo, insomma…
Il suo “sgasamento”, dopo essere stato anche nominato giocatore della settimana, ha contribuito a far uscire Charlotte dai playoffs.
Questo è stato un ruolo che ha dato molto in termini di punti a Charlotte, sommando i 4 giocatori hanno messo insieme 45,8 punti a partita ma hanno anche subito troppo in difesa dalle guardie avversarie.
L’unico a salvarsi in difesa (anche se su molte chiusure avrei da dire) è Walker, gli altri hanno qualche lacuna da colmare.

Shooting Guard

Voto complessivo Reparto: 5,97 (la media dei voti finali presi dai singoli in questo ruolo)

Anche qui nel corso dell’anno abbiamo avuto quattro elementi che si sono alternati in campo, quello con il rendimento peggiore, sorprendentemente deludente, è stato Gary Neal che ha salutato la compagnia ben prima della fine della stagione.
Le sue percentuali erano basse, al 16° posto nei tiri dal campo con il 35,9%, al 13° posto nei tiri da 3 punti con il 29,3% al 5° posto (ma è in negativo) per quel che riguarda i turnover con 1,3 a partita.
Tutto ciò non veniva compensato dai suoi 9,6 punti a partita (6° posto) e dall’86,3% (4°) ai tiri liberi.
La sua maniera scriteriata di sparare, anche se da lui si chiedevano punti, ha finito per creare un effetto negativo.
Al terzo posto troviamo la delusione dell’anno; Lance Stephenson, il quale è stato preso dopo una buona stagione a Indiana che non ha avuto seguito a Charlotte.
Il suo top moment è stato a inizio stagione contro Atlanta.
La sua tripla di tabella ha evitato a Charlotte il terzo supplementare contro i vincitori dell’Eastern Conference.
Un pubblico in visibilio compreso me da casa estasiato da una vittoria arrivata dopo una battaglia epica.
Purtroppo di momenti vagamente simili ne ha avuti ben pochi e come SG titolare è stata un disastro finendo per prendersi pull-up improbabile e ancora più improbabili tiri da 3 punti.
Lance ha finito la stagione tirando con il 37,6% dal campo (15° posizione), e con il tragico 17,1% da oltre l’arco (14° solo perché Biz, Maxiell e MKG non hanno mai tentato una tripla nella regular season), in più ha commesso una media di 2,2 falli a partita, qualcuno magari non proprio intelligente.
A completare le statistiche negative troviamo anche i turnover con 2,1 palloni persi a gara che lo piazza al secondo posto dietro a Mo Williams.
Tra le statistiche positive troviamo i modi in cui Stephenson ha provato a rendersi utile alla squadra; in fase assist soprattutto, con 3,9 passaggi vincenti smistati a partita si piazza al terzo posto nel team, con 4,5 rimbalzi è quinto in questa statistica, posizione che conferma anche nelle steal dove ha una media di 0,6. Lance è finito in panchina e ha giocato in qualche caso una discreta pallacanestro con la second unit, ma sicuramente è stato uno dei flop dell’anno.
Il Direttore Generale dei Calabroni Rich Cho, ha detto che Lance Stephenson deve migliorare dopo la sua deludente prestazione in questa stagione: “Come ho detto ieri, non penso che Lance abbia giocato bene”, ha affermato Cho.
“Ha potenziale per migliorare. Nella stagione 2013-14 ha tirato con il 35% da 3 punti. Quest’anno è sceso solo al 17%. Può migliorare quest’aspetto.
Sa che ha avuto un brutto anno.
Penso che s’impegnerà al meglio quest’ estate.”. Al secondo posto troviamo chi ha rimpiazzato Stephenson, ovvero Gerald Henderson.
Dopo un inizio da incubo culminato con la dormita a Indiana che ha consentito ai Pacers di vincere la partita all’ultimo secondo, la nostra nuova guardia titolare si è svegliata e ha fornito alcune buone prestazioni.
L’andamento è stato discontinuo tuttavia, si è passati da alcune buone serate ad altre nettamente nocive per gli interessi di Charlotte che ricevendo basse percentuali dal suo tiratore, ha finito per perdere. Il voto complessivo si attesta sulla sufficienza, ma se Charlotte vuole fare il salto di qualità, ha bisogno di qualcosa in più, benché per la panchina sarebbe un ottimo giocatore.
Gerald ha commesso 1,4 turnover a partita, di questi troppi quelli per passi in partenza, deve migliorare su quest’aspetto.
E’ 6° nella statistica palle rubate con 0,6 a partita così come nella % dal campo con il 43,7%, mentre migliora in classifica marcatori con 12,1 punti divenendo quarto e mantenendo la posizione nella classifica assist con 2,6 di media, non moltissimi anche se lui dovrebbe più finalizzare.
Non un tiratore mefitico da 3 punti, buoni alcuni suoi tiri presi dagli angoli, ma alla fine la media è del 33,1%, quasi un tiro su tre.
Al primo posto troviamo Troy Daniels, probabilmente perché ha giocato poche partite e si è limitato a fare il suo lavoro da sharpshooters, cioè segnare.
Era l’unico tiratore da 3 punti che avesse a disposizione Clifford, ma il suo impiego è arrivato troppo tardi.
Sarà da rivedere in difesa dove ha alternato prestazioni buone ad altre meno positive.
Daniels è 5° nella % di tiri dal campo con il 45,8% e “secondo” (solo perché Zeller ha fatto 1/1) da 3 punti con un 17/36 che gli da una % del 47,2% nel tiro da tre punti.
Sale al decimo posto dopo aver realizzato 24 punti contro Toronto nell’ultima gara dove ha ricevuto più spazio, 7,0 i suoi punti di media per un decimo posto in squadra tra i marcatori.

Small Forward

Voto complessivo Reparto: 5,96 (la media dei voti finali presi dai singoli in questo ruolo)

Anche se come vedremo poi nella classifica finale hanno lo stesso voto, Jeff Taylor si piazza terzo tra le ali piccole, sia perché ha meno partite, sia perché ha un centesimale inferiore a chi lo precede.
Rientrato da una squalifica nella gara contro Utah a dicembre, la NBA lo aveva sospeso per maltrattamenti alla moglie, ha finito per maltrattare anche i tifosi di Charlotte con prestazioni troppo spesso mediocri benché Jeff in difesa si dia da fare.
Semplicemente dal mio punto di vista, al momento la NBA è troppa grazia per lui. A suffragare le mie teorie, a parte il fatto relativo d’essere quindicesimo in classifica marcatori (stiamo sempre parlando ovviamente nel contesto di Charlotte) con 4,4 punti di media a partita, non entra nei primi posti in nessuna statistica, anche se poi si piazza a metà in quasi tutte le classifiche.
La barbuta ala viene bocciata tecnicamente dal mio punto di vista e nonostante l’impegno difensivo, anche in difesa non è stato all’altezza.
Al secondo posto, con la stessa media di Taylor, troviamo P.J. Hairston, il quale a un certo punto ha vissuto una stagione da rookie da spettatore poiché Clifford gli ha detto di accomodarsi fuori.
P.J. sembrava più preso dalla frenesia di sparare triple che di collaborare con i compagni, una serie di tiri veramente ignoranti l’ha fatto uscire da serate con 0/5 o 0/6 da oltre l’arco, con bombe scagliate da ben oltre la linea da 3 punti.
E’ anche vero che quel tiro lo può mettere, come dimostrato in altre serate, ma alla fine la % si è rivelata bassa (12° posto con un 30,1%) e quell’azione avrebbe potuto essere spesa meglio in media.
P.J. è stato, anche a causa della sua inesperienza, l’Hornet con la più bassa % al tiro dal campo (32,3%), mentre a gioco fermo dalla lunetta ha ottenuto un 86,1% che gli è valso il 5° posto, dimostrando di avere freddezza e buona mano. P.J. chiude 12° con 5,6 punti a partita di media.
Al primo posto, due gradini sopra alle due riserve, troviamo Michael Kidd Gilchrist, l’unico che promuoverei a pieni voti per questa stagione.
Un ragazzo che ha avuto in famiglia una storia tragica da piccolo e che nella NBA faceva fatica in attacco.
Si è messo a lavorare con l’assistant coach Mark Price e ha migliorato il suo jumper, tanto che la % dal campo è stata del 46,5% (3° posto), anche se con diverse penetrazioni e finalizzazioni ravvicinate.
Senza di lui la difesa di Charlotte collassa.
Lo si è visto bene nelle ultime giornate, quando Charlotte spesso ha subito più di 100 punti.
Non sempre ha avuto la meglio su avversari come LeBron James o Rudy Gay che l’hanno messo in crisi, ma il più delle volte è stato lui a uscire vincente dal duello, anche quando coach Clifford richiedeva a Micheal di andare a prendersi l’uomo più pericoloso dell’altra squadra, facendo da stopper su un giocatore di un altro ruolo, magari con un altro passo o con più cm. In una serata contro Detroit, Clifford gli ha chiesto di andare a prendere Reggie Jackson che stava facendo danni alla difesa degli Hornets, con lui sul playmaker dei Pistons Charlotte ha vinto la partita riuscendo ad annullare l’ex Thunder.
MKG ha onorato la maglia battendosi, i suoi 2,1 falli a partita sono poca cosa avendo dovuto affrontare le minacce avversarie più temibili.
MKG chiude al quinto posto nella classifica marcatori con 10,9 di media migliorando il piazzamento alla quarta posizione nella classifica stoppate (0,7 a partita) dimostrando tempismo e atletismo anche se non è un gigante.
La sua energia gli ha permesso anche di prendere la medaglia d’argento nella classifica rimbalzi con 7,6 a partita, davanti a tutti i lunghi eccetto Jefferson.
Da migliorare rimane il tiro libero e poco altro, anche perché presumibilmente il tiro da tre punti non sarà mai una sua arma, sembra fuori dal suo raggio, non avendo mai tentato una sola conclusione da oltre l’arco in tutta l’annata.
L’unico punto fermo tra i titolari da cui ripartire.

Power Forward

Voto complessivo Reparto: 5,97 (la media dei voti finali presi dai singoli in questo ruolo)

Anche qui ci sono stati problemi, come per il ruolo d’ala minore rispetto all’ala grande.
La differenza di rendimento tra i tre giocatori a contendersi il ruolo è stata molto meno marcata rispetto all’abisso tra MKG e i sostituti come ala piccola, ma la sufficienza strappata da Zeller e da Vonleh, più la scarsa prestazione di Marvin Williams hanno creato dei notevoli problemi quando Zeller non è riuscito a dimostrarsi all’altezza o è rimasto vittima dell’infortunio a inizio stagione.
Al terzo posto troviamo Marvin Williams, stipendio troppo alto, partito come titolare, la ventottenne ala grande avrebbe dovuto mettere esperienza e qualche tripla. Quello che la dirigenza non ha calcolato è che Marvin misura 206 cm, mentre Zeller 213.
Alcuni avversari si sono approfittati di Marvin nel ruolo di ala grande per prendere rimbalzi su di lui, infatti, l’ex Jazz in 26,1 minuti sul parquet ha preso solo 4,9 rimbalzi a partita piazzandosi al 5° posto.
Contro Philadelphia ha salvato il risultato catturando il rimbalzo, ma ha rifilato involontariamente un colpo a Biyombo mandandolo K.O..
Marvin nella classifica marcatori si piazza al nono posto con 7,4 punti a partita e al 6° per i tiri da oltre l’arco sfruttando parzialmente la percentuale da 3 punti non altissima (35,8%) ma sempre superiore alla media di squadra (31,8%).
Un po’ meno atletico e sottodimensionato rispetto ad altre PF ha ottenuto un buon mismatch naturale contro alcuni giocatori più lenti, la sua buona capacità di rubare palloni l’ha portato al secondo posto in questa statistica con 0,9 a partita, però da contraltare c’è la statistica delle stoppate, dov’è solo settimo alla pari con Walker con mezza stoppata a gara, seppur ne abbia rifilate di memorabili per forza e tempismo.
Al secondo posto per un centesimo in meno si piazza il rookie Noah Vonleh, impiegato praticamente solo nel finale di stagione.
3,3 punti di media a partita dicono che è ultimo, ma solo perché in qualche apparizione Noah toccava il campo per risedersi misteriosamente immediatamente. Non pronto fisicamente dopo un infortunio che l’ha costretto a saltare la fase di preparazione fisica unita alla parte tattica, Clifford ha preferito lasciarlo fuori, anche quando i tempi per un suo impiego più massiccio sembravano ormai maturi.
Buoni movimenti, ancora un po’ acerbi, da capire, il giocatore uscito dagli Indiana Hoosiers ha solo 19 anni.
Con una media sufficiente si è piazzato al primo posto tra le power forward Cody Zeller.
Anche per lui, ventiduenne, la giovane età è stata un pregio e un difetto.
Aveva iniziato dando tanta energia alla squadra, tanto da farsi preferire a Marvin Williams benché Cody abbia provato un solo tiro da 3 punti durante l’anno (tra l’altro segnato), poi la sua inesperienza unita a una tecnica migliorabile sotto canestro in fase d’appoggio gli ha fatto scalare qualche voto in pagella.
Comunque sia, Cody rimaneva una pedina fondamentale in difesa poiché i suoi cm coprivano meglio Jefferson e il canestro in fase difensiva, purtroppo un fisico troppo filiforme (dovrebbe mettere su qualche kg) non l’ha aiutato quando gli sono capitati un paio d’infortuni.
Il secondo (problemi alla cuffia dei rotatori) l’ha tolto di mezzo e la sua perdita è stata un fattore negativo per Charlotte giacché non è stato degnamente sostituito.
Nel bene e nel male Cody è il primo Calabrone a spender falli con 2,5 a partita ma anche il terzo stoppatore della squadra con 0,8 a match e il quarto rimbalzista con 5,8 a incontro.
La percentuale dal campo è di 46,1% che lo aiuta a rimanere a metà classifica marcatori, all’ottavo posto con 7,6 punti di media.

Center

Voto complessivo Reparto: 6,10 (la media dei voti finali presi dai singoli in questo ruolo)

Al terzo posto si piazza come da gerarchie sul campo, Jason Maxiell.
Un inizio di stagione da disperazione per i tifosi teal & purple vedendo Jason giocare.
Qualcuno, me compreso, sperava che Clifford lo panchinasse quasi a vita.
Poi qualche buona gara, ma in generale prestazioni mediocri, il suo fisico alla Robert Traylor (quest’ultimo aveva una mano diversa però) che fa da controparte a quello di Zeller è stato utile per rimandare al mittente qualche pallone (5° nelle stoppate con 0,7) o catturare qualche rimbalzo, ma la sua pochezza offensiva ne fa un giocatore incompleto.
Ha finito con il segnare 3,3 punti a partita segnando praticamente solo da intorno all’anello, dalla lunetta ha avuto solo il 57,7% in stagione (ultimo nei FT)…
Al secondo Bismack Biyombo, altro giocatore incompleto.
Buono in difesa ma non in attacco. Charlotte dovrà decidere se puntare su di lui o no.
Biz si distingue per % dal campo (mettendo tutto quello che può sul sicuro da sotto canestro) dove è 1° con il 54,3% (ma è solo il 13° marcatore con 4,8 pt.), nelle stoppate dove mantiene il comando della classifica con 1,5 a match e nei rimbalzi, altra statistica prerogativa dei lunghi con 6,4 a partita (3°) in 19,4 minuti sul parquet.
Nonostante abbia migliorato la mano dalla lunetta chiude al penultimo posto con il 58,3%.
Al primo posto tra i centri si piazza il titolare, “Big” Al Jefferson.
Tutta la stagione è ruotata intorno a lui e alle sue potenzialità offensive.
Il suo gioco in post basso è senza dubbio per la maggior parte delle volte efficacie, solo raramente stando bene ha incontrato avversari capaci di contrastarlo.
Due infortuni in stagione hanno creato problemi al suo movimento e alla sua velocità.
Problemi all’inguine e al ginocchio che alla fine l’hanno costretto fuori dal rettangolo di gioco, giacché stava divenendo più dannoso che utile per il team.
Mo Williams, ex compagno di squadra è arrivato a Febbraio e ha trovato una buona intesa con lui, Big Al ha ceduto qualche pallone in più verso l’esterno, anziché andare dentro o provare un tiro forzando.
La sua integrità fisica dovrà essere ben valutata perché Charlotte così com’è non può permettersi di perdere Jefferson, essendo uno dei pochi elementi sicuri che porta punti a una squadra che segna pochissimo e ha uno dei peggiori attacchi NBA.
Jefferson, pur non avendo dimostrato una difesa pronta a coprire anche la zona più lontana dal canestro ha comunque collezionato 1,3 stoppate a gara (2°) e preso 8,4 rimbalzi a incontro (1°), in più le sue mani sono riuscite a strappare 0,7 palloni a partita (3°).
Non benissimo dalla lunetta con il 65,5% (13°) ma bene nelle % dal campo con il 48,1% (2°) e nei punti di media realizzati; 16,6 che gli valgono una “medaglia di bronzo”.
Jefferson ha costretto spesso gli avversari a mandare su di lui un secondo uomo in raddoppio, questo ha portato Charlotte ad avere un vantaggio (non sempre sfruttato quando si è intestardito a voler realizzare) poiché un uomo veniva a trovarsi libero, ma per sfruttare al meglio quest’aspetto Charlotte dovrebbe dotarsi di tiratori affidabili e anche di una point forward, un giocatore con le mani buone che sappia distribuire assist un po’ come Josh McRoberts la stagione precedente, in grado di muovere la difesa con un passaggio extra nel caso sul primo passaggio la difesa chiuda prontamente.
Jefferson talvolta (non spessissimo) con il suo gioco in post basso è stato abile a trovare i tempi giusti per consegnare o passare il pallone ai compagni che tagliavano verso canestro.

Allenatore e Società

Coach Steve Clifford si è dimostrato mediocre.
In alcune partite decisioni tattiche come quella di non commettere fallo quando si trovava tre punti avanti a Memphis a pochissimi secondi dalla fine del tempo sono costate la partita, così come un paio di gestioni time-out nel finale di partite hanno privato Charlotte di una soluzione migliore per riagguantare la partita, inoltre la “linea verde” non solo non è stata privilegiata, ma è stata proprio estromessa. Clifford ha preferito affidarsi ai suoi titolari e alle sue riserve limitando l’utilizzo di uomini che viste le loro caratteristiche (vedi Daniels) avrebbero potuto aiutare la squadra.
Sicuramente il materiale che Jordan e il GM Cho gli hanno messo a disposizione non è stato il top della NBA e lui ha dovuto aggrapparsi alla difesa per vincere le partite.
Questo però è costato in termini di energia e probabilmente ha portato alcuni elementi a spingersi oltre il loro limite provocandone alla lunga infortuni. Sicuramente Charlotte ha bisogno di allungare la panchina ma anche di trovare dei titolari affidabili.
Dal mio punto di vista una SG versatile capace di portare punti costantemente (vedi Monta Ellis) sarebbe una priorità (ma Stephenson a contratto garantito da 9.000,000 di dollari dovrebbe abbandonare la North Carolina), così come una PF titolare, mandando via Marvin Williams, il quale però ha un altro anno garantito a 7.000,000 di dollari…
Per il futuro i più grossi punti interrogativi per la prossima stagione però sono i due cardini della formazione.
Walker e Jefferson.
I loro infortuni avranno restituito due “corpi” in grado di fare quello che hanno fatto l’anno precedente con i Bobcats?
Non credo che al momento Walker sia in discussione vista la sua lunghissima e onerosa estensione di contratto, mentre Jefferson che ha l’opzione contrattuale a suo favore sembra (al momento) voglia rimanere.
Al Jefferson ha detto che è improbabile che sarà lui a esercitare la clausula opt-out (la rinuncia) inclusa nel suo contratto per diventare un free agent a luglio.
L’altro lungo titolare, Zeller, sembra far parte di un originale progetto di Clifford che lo vorrebbe come shooter da 3 punti, visto che l’allenatore di Charlotte dice che non è in realtà una minaccia per gli avversari in post: “Cody Zeller é pronto per iniziare gli allenamenti dall’angolo da tre”, ha detto Clifford. Vedremo la prossima stagione che ruolo avrà e se lo staff tecnico degli Hornets riuscirà a convertirlo in questo strano progetto.
Chi dovrà però decidere le sorti della franchigia sarà il proprietario MJ, al quale i social non sono simpatici, ma dal quale gradirei sentire delle parole sul suo progetto futuro.
Come dice il mio amico Matteo Spelta (tifoso Hornets D.O.C.G.), è bene che: “MJ dichiari cosa vuol fare da grande”, aggiungerei io far diventare la squadra una grande, prima che l’entusiasmo per il cambio d’identità si affievolisca e i tifosi magari preferiscano buttarsi sui Panthers della NFL piuttosto che seguire una squadra che seguendo questo trend continuerebbe ad essere una delusione.
Dal mio punto di vista, dato che MJ ha anche aumentato il capitale, dovrebbe sborsare un po’ di denaro per accaparrarsi un paio di mezze stelle (ovviamente utili alla squadra, parlando con Clifford poiché pare rimanga), se Charlotte non può competere ancora a livello di fascino con altri team e nemmeno può garantire ai suoi eventuali futuri giocatori un posto ai playoffs, “Sua Maestà” dovrà convincerli attraverso la parte economica ma ancor di più esercitando il suo fascino, perché da molti MJ è considerato “il basket”.

Statistiche e Tabelle

L’attacco di Charlotte in stagione si è piazzato al 28° posto con 94,2 punti a partita, troppo pochi per entrare tra le migliori 16, la difesa invece ha subito 97,3 punti di media (+ 0,2 rispetto alla media precedente), scivolando dalla 4^ alla 7^ posizione, comunque un buon piazzamento.
La squadra ha tirato con il 42,0% in penultima posizione, mentre fa ancora peggio da oltre l’arco con il 31,8% e rimane ultima (nonostante Daniels) in questa particolare classifica.
A completamento delle statistiche di squadra… con il 74,8% gli Hornets hanno chiuso in ultima posizione nelle steal con 6,1 a partita, in 28^ piazza per quanto riguarda la classifica assist con 20,2 a partita, 19^ posizione dalla lunetta, 10^ a rimbalzo con il 44,1 a gara, 7^ nelle stoppate con 5,5 a partita e 1^ nei turnover con 11,9 nonostante Mo Williams e Stephenson…

Queste le zone di tiro dal campo di Charlotte con le relative percentuali finali:

camp1horn

 

Qui sotto la payroll per le prossime occasioni, senza Tyus Thomas amnistiato in questa stagione che è costato $ 9,388,430.

:

payroll cha

Le statistiche individuali della stagione dei giocatori di Charlotte:

statsperchorn

Qui sotto troverete i voti dei giocatori presi in ogni singola partita:

I voti delle prime 17 partite.

I voti delle prime 17 partite.

I voti dalla 18^ alla 34^.

I voti dalla 18^ alla 34^.

I voti dalla 35^ alla 51^.

I voti dalla 35^ alla 51^.

I voti dalla 52^ alla 67^.

I voti dalla 52^ alla 67^.

Dalla 68^ all'82^.

Dalla 68^ all’82^.

Sotto, la classifica con la media dei voti dei giocatori che ho assegnato (senza pretese) in tutte le gare disputate:

voti finalicha

P.V.V.: partite con voto valido (che non sono necessariamente le giocate perché c’è da considerare la possibilità del senza voto),
P.R.P.C.: posizione rispetto alla posizione precedente classifica,
% R.V.P.: Percentuale rispetto al voto della precedente classifica.
P.R.B.: Promosso, Rimandato, Bocciato.

Classifica finale Eastern Confernece 2014/15

Mentre Charlotte aggiunge sei infortunati e altrettante sconfitte in questo finale di stagione, ecco gli altri verdetti:

Miami non ce la fa, così come Indiana a cui è fatale la sconfitta a Memphis 83-95 quasi in sincrono con la contemporanea vittoria di Brooklyn sugli Orlando Magic per 101-88 nella notte.

I Brooklyn Nets rimangono avanti avendo vinto 2-1 la serie stagionale contro gli Indiana Pacers e si aggiungono, come partecipanti ai playoffs ai Boston Celtics, caldisimi ma aiutati da un paio di partite di pretattica dei Cavaliers che hanno consentito ai verdi di Boston di batterli due volte, forse proprio per ritrovarseli davanti nei playoffs in una sfida tra seconda (Cleveland) e settima (Boston).

Gli altri scontri a Est saranno:

Atlanta Hawks (1^) Vs Brooklyn Nets (8^), Chicago Bulls (2^) Vs Milwaukee Bucks (6^) e Toronto Raptors (4^) Vs Washington Wizards (5^).

Charlotte chiude all’undicesimo posto dopo aver perso 4 scontri diretti e aver consentito a molte big di pareggiare la serie stagionale, tutto sommato più che soddisfacente data la classifica. A Est l’unica squadra che gli Hornets non sono riusciti a battere sono stati i Cleveland Cavaliers.

Sono finiti sotto però negli head to head contro le squadre della stessa conference (25-27). Sette le serie in equilibrio, tre quelle chiuse avanti e tre quelle al passivo.

Il 2-1 contro Milwaukee però non compensa lo 0-3 preso contro Cleveland.

A Ovest invece l’unica big entrata nei playoffs che siamo triusciti a battere è stata New Orleans, la quale all’ultimo respiro ha meritatamente staccato il biglietto per i playoffs battendo i San Antonio Spurs (scivolati più in basso e costretti ora a vedersela con i Los Angeles Clippers), anche se ora se la dovrà vedere contro i Golden State Warriors.

Il duello texano tra Rockets e mavericks più la serie tra Trail Blazers e Grizzlies completano il quadro playoffs.

Charlotte finisce undicesima a Est. Speriamo almeno d'avere un po' di fortuna alla lotteria per il Draft.

Charlotte finisce undicesima a Est. Speriamo almeno d’avere un po’ di fortuna alla lotteria per il Draft.

Game 82; Charlotte Hornets @ Toronto Raptors 87-92

Gli Charlotte Hornets non avevano più nulla da chiedere a questa stagione, solo i suoi tifosi si auguravano che la squadra onorasse sino in fondo la stagione.
Difficile dire quanto abbiano pesato le assenze (aumentate nelle ultime partite) e quanto siano arrivati in fondo solo perché obbligati.
Potrei dire come fanno al TG in caso di sciopero, parafrasandoli parzialmente, che quest’ articolo “sarà scritto in forma ridotta”, tuttavia, dato che mi sono alzato per ben 79 notti quest’anno (3 erano in serale), direi che prima di calare il sipario tra qualche giorno con l’articolo “ll Punto”, farò un ulteriore sforzo per descrivere l’andamento della partita.

Daniels che indossa il n° 30 di Dell Curry è sulle sue orme. ha terminato la gara con 24 punti tirando 6/13 da oltre l'arco.

Daniels che indossa il n° 30 di Dell Curry è sulle sue orme. Ha terminato la gara con 24 punti tirando 6/13 da oltre l’arco.

Gli Hornets si presentavano all’Air Canada Center con l’uniforme viola da trasferta.
Clifford decideva di schierare classicamente l’obbligato recente starting five composto da; Walker, Henderson, Taylor, Marvin Williams e Biyombo, mentre i canadesi rispondevano con; Lowry, DeRozan, Ross, Hansbrough e Valanciunas.

Charlotte iniziava bene la gara vincendo la palla a due e trovando il primo canestro del match dopo 20 secondi con una penetrazione centrale di Walker chiusa in floater.
Valanciunas e il suo gancio pareggiavano a 11:22 ma i Calabroni rimanevano caldi pur avendo varcato la frontiera settentrionale del paese, così Marvin Williams a 11:02 da posizione frontale metteva dentro una bomba che portava la squadra di Jordan sul 5-2.
Ross a 10:43 segnava con un tiro lungo da due punti, Charlotte tornava in attacco e Valanciunas non controllava, “palleggiando” fuori dal campo in maniera evidente una sfera che stava per uscire, gli arbitri provavano ad assegnare la rimessa a Toronto ma le proteste della panchina di Charlotte facevano recedere la terna dall’insano proposito.
Walker a 10:03 approfittava della palla restituita per doppiare i Raptors con una tripla che mandava il tabellone sull’8-4 per gli ospiti. Quarantacinque secondi dopo, tuttavia toccava a Toronto realizzare una tripla, Lowry riportava a contatto i canadesi avendo tutto il tempo per tirare con Walker in ritardo che saltava oltre sul minimo movimento della PG avversaria finendo fuori causa.
Charlotte in attacco provava a trovare i punti per scappar via, una fuga che però non avveniva perché Biz prima si faceva portar via palla, poi su un’azione successiva guadagnava due liberi ma ne realizzava solamente uno, ne approfittava Toronto con un bank shot di DeRozan per pareggiare anche se Henderson con un’entrata seguita da arresto e tiro nel pitturato dava il +2 ai ragazzi di coach Clifford.
Toronto non ci stava, prima pareggiava e poi passava avanti a 6:32, da un rimbalzo offensivo di Valanciunas che passava a Ross, seguiva l’assist della guardia dei Raptors per Hansbrough che da sotto non aveva difficoltà a segnare l’11-13.
A metà tempo esatta, Walker segnava in pull-up ma 19 secondi più tardi DeRozan con un jumper dalla top of the key contro Taylor ridava il +2 ai suoi.
Charlotte riusciva a non far segnare per qualche azione i Raptors ma in attacco falliva tre tiri da oltre l’arco, uno con Walker e un paio aperti con Marvin Williams.
Toronto a 3:42 veniva aiutata ancora da DeRozan che realizzava da pochi passi con un elegante appoggio da cameriere ma Walker rispondeva con un’entrata più complicata per la presenza di avversari meglio disposti e più agguerriti. D
eRozan tornava utile ai Raptors anche più tardi; da una sua penetrazione infatti, nasceva lo scarico nell’angolo destro per Ross che riusciva a realizzare la tripla del 15-20.
Biyombo tornava in lunetta e questa volta era precisissimo, Vasquez tuttavia si univa alla tripla di Ross realizzando da altra posizione.
Ancora una volta Toronto e in questo caso Greivis, beneficiavano di un rimbalzo offensivo.
Charlotte però non calava il sipario sulla stagione perché Troy Daniels si dimostrava caldissimo segnando dalla diagonale sinistra con i piedi piantati ben oltre la linea da tre punti…
A :29.9 Ross alzava la parabola in entrata contro due difensori e fissava il punteggio dei primi 12 minuti sul 20-25, anche perché Vonleh tentava di fare il playmaker andando in penetrazione, ma sul raddoppio perdeva il pallone…

Nel secondo quarto Vonleh si faceva perdonare segnando subito due liberi, ma Lowry con un tiro con schiena all’indietro ricordava una galassia in espansione, la traiettoria del globo rilasciato finiva nella Via del Cotone e i Raptors filavano via sul +6.
A 10:46 Taylor si presentava con un buon tiro in sospensione dalla baseline sinistra per il 24-28. Toronto cercava di predare i Calabroni. Prima Lowry segnava due FT, poi Daniels si andava intrappolare sul lato destro del campo, perdeva la maniglia e Toronto in attacco dopo alcuni passaggi segnava da 3 punti con Patterson a 10:10 sul quale Maxiell usciva ma senza poterlo fermare.
Clifford 7 secondi dopo chiamava time-out per cercare di far rientrare i suoi ragazzi in partita.
Taylor ci provava e guadagnava due liberi (messi) per un blocking foul, ma Lowry da 3 punti era ancora preciso mentre Taylor dall’altra parte falliva due conclusioni (una da tre punti), ma per fortuna ci pensava Vonleh, la cui mano spuntava più alta di tutte sotto canestro e riusciva a correggere tra una selva di mani quasi impenetrabile. Daniels rifaceva le prove da 3 punti, Roberts ci provava a imitare il compagno tentando d’aver miglior sorte, ma entrambe le conclusioni non entravano, Brian però si riscattava recuperando in anticipo un passaggio lungo e Daniels a 7:55 si confermava micidiale da oltre l’arco con una tripla incredibile.
28 secondi più tardi era ancora lui con una bomba (questa volta dalla diagonale destra a realizzare e a 6:58 lo stesso numero 30 si presentava due volte in lunetta per un fallo commesso da Vasquez. I due liberi erano ben eseguiti e gli Hornets tornavano a -2 a 6:58.
A 6:34 i Calabroni pareggiavano anche, grazie a un fluido e armonico gancio di Vonleh, eseguito dopo uno spin move da far invidia a una danzatrice di flamenco. Roberts mancava la tripla, Daniels era stoppato da J. Johnson ma la squadra del North Carolina trovava comunque il vantaggio (40-38) con Henderson a 5:37. Henderson faceva buona difesa su DeRozan ma i Raptors comunque finivano per passare in vantaggio con Ross, totalmente libero di realizzare il missile del sorpasso (40-41). Walker continuava a essere discontinuo e un suo passaggio troppo telefonato era intercettato, in transizione Lowry si arrestava e segnava da 3 punti, ai quali seguivano quattro di Valanciunas (assist da sotto di DeRozan che batteva il raddoppio, e fortunoso il secondo dal post basso) per lanciare il parziale decisivo.
Il 40-48 era contrastato da due punti di Henderson, ma Vasquez a 2:03 si faceva beffe di una difesa di Walker appena accennata e faceva superare i 50 punti ai canadesi.
Il primo tempo si chiudeva con una nice drive di Kemba e con due canestri di DeRozan, aiutato due volte dall’anello, specialmente sul secondo tiro, realizzato poco prima che si accendesse la luce rossa, un’infinità di piccoli rimbalzi della sfera aiutavano il giocatore dei Raptors a mandare il punteggio sul 44-55.

Gli Hornets entravano quindi nel secondo tempo sotto di 11 punti, travolti nel finale di primo tempo.
Henderson segnava per primo a 11:38 ma Lowry rispondeva per ristabilire il vantaggio in doppia cifra.
Charlotte non riusciva seriamente a entrare in partita, l’elastico si allungava e accorciava, con Toronto sempre capace di rispondere ai canestri di Charlotte.
Era il caso di Marvin Williams che a 6:28 segnava da tre punti, ma Hansbrough dall’altra parte aveva vita troppo facile sotto canestro e ridava 11 punti di vantaggio (56-68) all’unica squadra della foglia d’acero.
Ancora Walker a 5:08 dalla media diagonale sinistra aveva come contrapposto Valanciunas e il suo jumper a 4:53 (58-70).
A 4:12 una bella transizione portata da Walker vedeva il play servire un assist laterale schiacciato per Henderson che arrivava in corsa e veleggiava palla in mano per schiacciare il pallone del 60-70, ma Valanciunas otteneva due punti con relativa facilità contro Biyombo. Charlotte segnava 5 punti consecutivi con un runner di Marvin Williams e con una tripla di Vonleh, ala grande che sta dimostrando buona mano da fuori, e si riportava sul -9 ma DeRozan ancora una volta smontava i tentativi di ulteriore rientro.
Nel finale Walker segnava due liberi e lasciava il gap inalterato a fine quarto (67-78).

La schiacciata di Henderson in contropiede per il sessantesimo punto di Charlotte.

La schiacciata di Henderson in contropiede per il sessantesimo punto di Charlotte.

L’ultimo quarto vedeva J. Johnson, l’uomo dai capelli rossi (tinti), segnare il 67-80, poi Charlotte sbagliava il tiro, Maxiell prendeva il rimbalzo ma scaricava per nessuno mandando la palla in rimessa laterale…
Vasquez non riusciva a battere Daniels che poi in attacco a dispetto del suo avversario, finalizzava un jumper dalla baseline (media distanza), dopo aver mandato per le terre il giocatore dei Raptors. Con una finta dall’angolo.
Lowry dal corner sinistro aggiungeva te punti per la squadra di Casey e poi ci provava imbeccato da un perfetto assist che lo poneva fronte a canestro, ad aspettarlo c’era però Vonleh che gli rifilava una stoppatona. Nel finale ormai deciso, le cose migliori in casa Hornets si vedevano da Daniels che a 3:57 realizzava un open dal lato sinistro, confermandosi micidiale quando ha due secondi di tempo per caricare e tirare, sempre lui in transizione a 1:40 si procurava due FT che non sbagliava e chiudeva in bellezza con due assurde triple (questa sotto, scusate la qualità ma l’ho presa live), la seconda che poi è quella del video, da casa sua.

Questa tripla quale mi ricordava l’ultimo canestro di Wesley nei playoffs contro i Nets prima che i Calabroni immigrassero a NOLA.
L’ultimo canestro degli Hornets della stagione era suo quindi e anche se non serviva per vincere, era utile a limitare il distacco a soli cinque punti.
Il finale era 87-92 pro Raptors.

Charlotte ha corretto un po’ “il tiro”, ma solo a rimbalzo, dove ha catturato più palloni degli avversari, anche la media dal campo non è stata così bassa come al solito ma è stata concessa una media troppo alta agli avversari, inoltre le critiche mosse da diversi analisti che dicono che Charlotte sia un team che ha un pessimo tiro sono vere in parte, nel senso che troppe volte i giocatori prendono tiri forzati o al di fuori dalla loro portata, mentre gli avversari facendo un gioco migliore di squadra hanno la possibilità di prepararsi meglio per la conclusione.
I 15 assist della squadra di Clifford contro i 27 di Casey, denotano anche quest’aspetto.

Per il resto, tempo di riordinare idee e consultare statistiche, scriverò tra qualche giorno “Il Punto”, con considerazioni e analisi finali sulla stagione.

vvv

Voti

Walker: 5,5
17 pt. (6/15), 3 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate. L’attacco è sufficiente, forse potrebbe guadagnare qualcosa di più se gli arbitri gli dessero un paio di falli che sembravano anche poterci stare, tuttavia lui si lamenta spesso e non sempre ciò è funzionale. La difesa su Lowry però è troppo approssimativa e perde 3 palloni, quello per una PG, però è il minimo.

Henderson: 6,5
15 pt. (7/12), 3 rimbalzi, 2 assist. Onesto lavoro difensivo. E’ anche sfortunato sulla sirena del secondo quarto, quando DeRozan fa il massimo ed è fortunato segnando dopo 7/8 rimbalzi della palla a spicchi sull’anello… Buon attacco. Schiacciata da highlights. Poco dalle altre statistiche.

Taylor: 5,5
6 pt. (2/6), 4 rimbalzi, 3 assist. Non è colpa sua se dietro MKG non c’è nessuno. Lui il suo prova a farlo ma non è un titolare.

Marvin Williams: 5
8 pt. (3/7), 2 rimbalzi. Non male al tiro ma la difesa è più che rivedibile. Ha meno cm di Biz ma come PF prende solo due rimbalzi. Clifford rilancia Vonleh e lascia in panchina lui che ha avuto fiammate offensive, ma insufficienti.

Biyombo: 4,5
3 pt. (0/1), 4 rimbalzi, 1 stoppata. 3 perse. Soffre Valanciunas, in attacco non riesce a proteggere il pallone quando tenta la schiacciata, pessima serata e la difesa degli Hornets rimane senza protezione.

Daniels: 8
24 pt. (7/15), 2 rimbalzi, 1 assist. Troy, segna partendo dalla panchina, ben 24 punti, contro i 15 totali delle riserve dei Raptors… Tira quasi con il 50% dal campo e fa 6/13 da 3 punti. Uno specialista arrivato a febbraio lasciato a marcire in panchina.

Vonleh: 7
9 pt. (3/7), 12 rimbalzi, 2 stoppate. Buonissima gara con alcuni pregevoli canestri. A volte fa bene, altre male, manca sicuramente d’esperienza essendo molto giovane, le sue prestazioni sono discontinue, anche se tecnica per fare bene in futuro ne ha deve imparare alcune malizie.

Maxiell: 6,5
2 pt. (1/1), 6 rimbalzi, 1 rubata in 16:05. Per il tempo che ha a disposizione fa meglio di Biz e Marvin a rimbalzo, segna il suo tiro. Gioca la sua partita.

Roberts: 6,5
3 pt. (1/7), 5 assist, 4 rubate. Non dico di essere stato ingeneroso con Brian in passato, ma quando un voto oscillava tra il mezzo più alto e più basso, spesso ho scelto il più basso perché non mi aveva convinto appieno. Questa sera, nonostante la pessima prestazione al tiro voglio dargli un voto positivo poiché ha un +11 di plus minus, guadagnatosi con 5 assist e 4 rubate, che indicano una buona prestazione in soli 18:10 sul parquet anchge se nel finale forse potrebbe tenere meglio Lowry, ci tenta ma escono due triple del paly canadese.

Coach Clifford: 6
Chiude la sua stagione con un’altra L. La squadra tiene per quasi due quarti e poi nel finale (troppo tardi), si riavvicina grazie a un giocatore che lui non ha colpevolmente impiegato prima. E’ il giocatore che nel roster ha il miglior tiro da fuori ma è stato accantonato in un angolo, salvo farlo giocare a giochi già fatti, così come Vonleh. La linea verde non è stata privilegiata pensando di poter ottenere dei risultati con i veterani, alcuni dei quali sono stati deludenti.

Game 81; Charlotte Hornets Vs Houston Rockets 90-100

Sottotitolo; scivo-lamento

Charlotte ormai uscita dai playoffs chiudeva la stagione per quello che riguarda le partite casalinghe affrontando gli Houston Rockets, avversario tutt’altro che abbordabile, affamato di vittorie.
A farne le spese la notte precedente erano stati i New Orleans Pelicans in lotta per un posto al sole nei playoffs (ai quali auguro di parteciparvi, anche perché la squalifica annullata (per il 16° tecnico fischiatogli contro) a Westbrook, anche se a termini di regolamento, opinabili, è a discrezione di un gruppo che visiona “per la NBA” i filmati dal 2006, a mio giudizio è vergognosa) colpiti dal Barba, avversario non facile da affrontare che si autoproclama MVP della stagione, anche se per me Curry è di un livello ancora superiore.
Tornando a noi… la qualità di Charlotte senza i suoi uomini migliori si abbassa di molto, soprattutto in questo deprimente finale si è fatta sentire la mancanza di MKG, senza di lui i Calabroni sono a 6 vittorie contro 20 sconfitte, ciò dimostra il suo incommensurabile valore difensivo per Charlotte…
Taylor e Henderson non sono riusciti a contenere la stella dei Rockets e i tifosi di Charlotte hanno dovuto incassare l’ennesima sconfitta di una stagione a questo punto molto deludente, seppur con parziali attenuanti. Charlotte però a Ovest contro le big ha incassato solo sconfitte, dimostrando di non essere all’altezza dei top team NBA. Il messaggio alla dirigenza deve arrivare forte e chiaro…
Nota: Anche P.J. Hairston nella notte si aggiungeva alla lista infortunati poiché nell’ultima partita aveva riporto una distorsione al ginocchio destro (e non alla caviglia comunque distorta come si pensava).

Taylor in schiacciata. Jeff ha chiuso con 16 punti.

Taylor in schiacciata. Jeff ha chiuso con 16 punti.

Gli Houston Rockets scendevano alla Time Warner Cable Arena in divisa giallorossa con; Terry, Harden, Ariza, Terrence Jones e Dorsey, mentre gli Hornets (in tenuta bianca) schieravano; Walker, Henderson, Taylor, Marvin Williams e Biyombo.

Dopo la palla a due vinta dai Rockets, Houston si portava in avanti, Harden iniziava in maniera classica; finta per far abboccare l’avversario e due liberi ottenuti, dato che Taylor gli franava addosso in maniera evidente.
0-2 Houston a 11:43, punteggio che resisteva sino ai 10:22 benché gli Hornets avessero avuto ben tre liberi precedenti tutti falliti da Taylor (fallo di Dorsey che toccava la mano di Jeff leggermente), era sempre la nostra ala piccola con una penetrazione seguita da un arresto e tiro allo scadere dei 24 secondi a pareggiare.
Houston concedeva una transizione sulla quale era sempre Taylor il protagonista mostrando una schiacciata a 360° per dare un po’ di spettacolo.
Ariza tuttavia 13 secondi più tardi riportava avanti i Razzi con un missile da 3 punti, al quale replicava però Marvin Williams a 9:19 per il 7-5 Hornets.
T. Jones con un giro e tiro ravvicinato pareggiava ma i Calabroni erano più attenti e aggressivi in questo inizio e tornavano avanti con un’altra schiacciata di Taylor, seguita da un’altra dunk, Harden tentava di penetrare nelle retrovie degli Hornets ma si parava di fronte a lui un muro invalicabile sul quale il Barba sbatteva concedendo la transizione agli Hornets dopo aver perso il controllo della palla, questa volta Taylor in contropiede sfornava l’assist per la jam di Marvin Williams a 8:19 e infine era ancora la nostra PF dall’angolo sinistro a trovare la via del canestro con un jumper in ritmo per chiudere il parziale e portare i Calabroni sul 13-7 a 7:05.
Charlotte tentava di difendere il vantaggio, prima con Biyombo che inchiodava al vetro la palla alzata da Jones, poi era Terry non riuscire a mettere la tripla, tuttavia la guardia dei Rockets riuscirà a segnare dal pitturato con un tiro arcobaleno poco più tardi.
Daniels a 5:00 commetteva fallo su Harden, il quale realizzava il libero e anche il tiro portando Houston sul -1, Walker e il Barba si rispondevano con due punti a testa, poi Daniels dall’angolo sinistro non aveva troppo tempo per sistemarsi e si accontentava di colpire con un tiro lungo in sospensione da 2 punti per il 17-14.
Houston riportava in parità la partita con Harden, lesto a portar via un rimbalzo difensivo a Marvin Williams, il quale un po’ dormiente commetteva anche fallo sulla stella dei Rockets che completava un altro gioco da 3 pt..
Biyombo a 2:03 segnava in appoggio e poi tornava in difesa in aiuto per cancellare un tentativo dei Rockets a 1:55 ma sulla rimessa, solamente un secondo dopo, Maxiell che l’aveva appena sostituito commetteva fallo e regalava a Capela due tiri liberi che il n°15 ospite realizzava.
A 1:38 un fast break di Houston con Brewer dava il +2 alla formazione di McHale, Vonleh commetteva passi in partenza e tiro di Harden portava al massimo vantaggio ottenuto nei primi dodici minuti dai giallorossi.
Daniels con una tripla da 45° sinistra riusciva a riportare a -1 i teal & purple anche se Harden dalla lunetta aggiungeva un punto, per un fallo lontano dalla palla di Smith su Maxiell gli Hornets avrebbero la possibilità di riportare in equilibrio il punteggio.
Jason però realizzava solo un libero lasciando sotto di un punto (23-24) i Calabroni dopo la prima frazione.

Troy Daniels contende un pallone, alle sue spalle Bismack Biyombo.

Troy Daniels contende un pallone, alle sue spalle Bismack Biyombo.

Nel secondo quarto gli Hornets sembravano smarrirsi subito; Houston piazzava il parziale con una bomba di Ariza seguita da un’altra di Josh Smith, Ariza aggiungeva altri due punti a 9:48 e i Razzi si lanciavano sul 23-32.
Roberts però iniziava far la sua comparsa sulla scena realizzando due punti, Houston non se ne preoccupava poiché Capela metteva una schiacciata.
Maxiell segnava dal pitturato trovando la coordinazione giusta ma Josh Smith trovava in gancio su Vonleh un ottimo canestro per il 27-36.
Un fallo di Capela su Vonleh mandava in lunetta Noah che tuttavia splittava, poi falliva un’occasione da sotto canestro oltrepassando il ferro e appoggiando, la sfera però non entrava, un suo fallo su Smith concedeva anche due punti in più ai texani prima che Daniels e Taylor (a 7:29 e 6:44) con due saette da oltre l’arco riuscissero ad accorciare sul 34-38.
Brewer metteva a segno due punti per portare la squadra di coach McHale a 40, Charlotte si riavvicinava con due punti di Roberts che incrociava con Marvin Williams per trovare lo spazio per tirare. Brian proseguiva l’operazione rimonta con il suo personale show da oltre l’arco bombardando da ogni posizione; a 5.12 from downtown era l’aperitivo, poi una palla intercettata a Harden fruttava a Marvin Williams un contropiede concluso in dunk per il 41-40 Hornets.
Terry da due punti, Harden da tre e una schiacciata di Jones (dopo un raro errore di Harden in transizione) sembravano potessero dare lo strappo decisivo alla partita, visto che la qualità messa in campo dagli Hornets recentemente non è eccelsa, Henderson mi dava ragione sbagliando dall’angolo destro un tre punti senza avversari a contrastarlo. Harden in penetrazione si arrestava, Henderson si staccava ma il Barba lo graziava sbagliando un tiro piuttosto semplice. Walker andava da sinistra a destra in penetrazione diagonale, la sua mano destra oltrepassava il ferro e l’elegante up & under era servito.
Roberts dal corner sinistro infilava tre punti, Terry rispondeva a 1:52 con Kemba troppo molle in difesa, a 1:29 un assist posteriore di Gerald metteva in condizione Roberts di sparare dalla destra, per il -1 che diventava +2 (52-50), quando Brian bruciava la retina con una tripla frontale che esaltava il pubblico.
Un gancio di J. Smith a :44.8 chiudeva le marcature nei primi 24 minuti, anche se Charlotte falliva con Roberts un primo tiro dal parcheggio, con Biz due liberi (air-ball il primo e storto verso sinistra il secondo) e rischiava di segnare sulla sirena una clamorosa tripla con Roberts che andava vicinissimo a segnare ma l’anello gli diceva no.

Patrick Ewing e Coach Steve Clifford.

Patrick Ewing e Coach Steve Clifford.

La ripresa iniziava con l’errore da Taylor da 3 punti e con i Rockets che si riportavano in vantaggio con Terry.
Henderson con due punti al vetro pareggiava ma a 10:23 lo stesso Gerald perdeva una palla in palleggio concedendo a Jones la transizione con arrivo a canestro in schiacciata.
Una penetrazione arrivata sotto canestro di Walker con scarico sulla destra per un liberissimo Taylor rimandava avanti Charlotte (57-56) ma Harden, sfuggito alla guardia di Taylor, guadagnava altri due liberi sul contatto con Biyombo.
Il Barba si dimostrava una macchina infallibile dalla linea della carità e insieme a Terry che dall’angolo destro era liberissimo di segnare da oltre l’arco ridavano un vantaggio di 4 punti agli ospiti.
La squadra del North Carolina chiamava time-out e al rientro sul parquet, nonostante Taylor fallisse il tiro, riusciva ugualmente a realizzare; dopo il tap-out di Biyombo Taylor attaccava il canestro dalla baseline destra, Houston non era d’accordo e concedeva due liberi che questa volta la nostra ala piccola trasformava.
Un gancio di Dorsey over Biyombo non entrava, dall’altra parte, però Walker continuava a essere in difficoltà al tiro, un fade-away che non prendeva nulla più una tripla fallita da Marvin Williams davano la possibilità a Houston di portarsi in attacco e di segnare con Ariza che dimenticato nell’angolo sinistro dava il più 5 ai Rockets (59-64).
A 6:49 un gioco a due tra Marvin Williams e Henderson, composto da passaggi laterali quasi sul posto, liberava la nostra ala grande per la tripla dalla diagonale destra per il -2.
Charlotte potrebbe pareggiare; Henderson ci provava con un tiro non troppo ravvicinato dalla baseline sinistra ma era sfortunato, la sfera saltava via dall’anello e i Rockets riallungavano con due tiri liberi di Harden (fallo di Jeff Taylor) e con Jones, su Biyombo per muovere il punteggio sul 62-68.
Il nostro centro congolese si rifaceva segnando con un tiro a una mano che superava le mani protese di due difensori, si adagiava sul ferro e scendeva delicatamente nella retina e con una dunk dopo aver preso un gran rimbalzo offensivo sottraendolo ad Ariza.
A 4:45 grazie al canestro di Bismack gli Hornets tornavano sul -2 (66-68),
ma Houston si affidava a Harden che piazzava il break quasi decisivo della partita con 3 penetrazioni; sulle prime due i Calabroni si arrangiavano con il fallo, ma il Barba segnava i 4 liberi concessi, sull’ultima si affidavano all’errore del giocatore dei Rockets che naturalmente non falliva.
Il 66-74 per la squadra del Texas costringeva Clifford al time-out.
A 3:02 dopo il rientro dalla pausa Daniels trovava l’angolo alto del tabellone giusto per segnare due punti, Josh Smith lo imitava e il distacco rimaneva invariato, Biyombo andava 4 volte in lunetta grazie al bonus e riusciva a segnare 3 liberi, grazie ai quali la squadra di cui Jordan è il proprietario, si riportava a -5 (71-76).
Daniels rubava un pallone a Brewer, gli Hornets in attacco segnavano con un ricciolo di Taylor che alzava la sfera a una mano per trovare il cotone della retina e il canestro del -3.
Purtroppo per gli Hornets, Brewer dall’angolo sinistro trovava quasi immediatamente la tripla che uccideva la partita, anche perché Roberts si raffreddava sparando un tiro corto e Biyombo che a 1:22 aveva appena stoppato da dietro il Barba in gran recupero sulla transizione, usciva per far posto a Maxiell. Il finale era tutto pro Rockets; due FT di Smith, alley-oop di Capela (assist di Harden ravvicinato), stoppata di Harden su Taylor…
Deprimente fino al pallone rimesso in gioco sul quale si avventava Daniels che riceveva e sparava all’unisono, pazzesco fade-away da quasi 3 punti realizzato dalla baseline destra.
Il terzo quarto si chiudeva quindi sul + 8 per i Razzi (75-83).

Nell’ultimo quarto Capela continuava a sorprendere con un canestro in reverse passando per la baseline e con un gancio che a 10:37 portava a +12 la squadra texana.
Vonleh a 9:23 si fotocopiava come nella gara precedente; tiro open da 3 punti da posizione frontale e bucket!
Roberts da 3 punti ci provava ancora ma nel frattempo l’ambiente si era raffreddato e anche lui iniziava a ghiacciare, Brewer invece approfittava della mancanza di comunicazione della difesa di Charlotte individuando un varco nel quale si gettava per una flash dunk che a 8:44 portava il punteggio sul 78-89.
Il tempo scorreva senza che gli Hornets avessero la forza di rientrare, a 3:26 uno scivolamento laterale verso destra di Roberts da oltre l’arco serviva per liberarsi di Terry e sparare una mina nel canestro dei Rockets che valeva solo l’85-94.
Daniels a 2:09 realizzava un’altra tripla per l’88-97 e la partita si chiudeva sul 90-100 a favore di Harden e soci.

Gli Hornets hanno sensibilmente migliorato le statistiche dal campo comprese quelle riguardanti i 3 punti ma hanno ottenuto poco dalla lunetta (9/17) contro un 21/26 dei Rockets (fin troppa grazia) che ha prodotto una differenza di 12 punti…
Rimane ora un’unica gara da disputare, quella contro i Toronto Raptors. Non nutro grandi speranze ma spero si possa almeno giocare una buona partita, dopo di che mi auguro che l’entourage faccia il suo formando in estate una colonia di Calabroni più compatta e più agguerrita, ultimamente sembrano più ditteri travestiti.

chahiustat

Voti

Walker: 5
4 pt. (2/10), 1 rimbalzo, 5 assist, 1 stoppata. Impresentabile. Si salva dalla grave insufficienza con un paio di buoni assist e un bel canestro, per il resto, anche se è reduce dall’infortunio e la stagione di Charlotte è andata potrebbe anche impegnarsi un po’ più seriamente. Stento a credere che il nuovo Kemba sia questo.

Henderson: 4,5
2 pt. (1/10), 5 assist, 3 rimbalzi, rubata. Perde 3 palloni, uno in una fase delicate, banalmente, concedendo la transizione e realizzazione agli ospiti. Fa peggio di Kemba al tiro e se è la guardia realizzatrice titolare con queste percentuali non vinceremo mai. Fallisce anche alcuni open. In difesa Harden se vuole lo saluta quando lo marca lui, ma questo è normale.

Taylor: 6
16 pt. (6/11), 2 assist, 1 rubata. Spende 4 falli. Indovinate su chi? Buona prestazione offensiva. Peccato per i 3 liberi miseramente falliti all’inizio.

Marvin Williams: 6,5
12 pt. (5/7), 4 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Perde due palloni. Una percentuale al tiro finalmente degna, cerca di aiutare come può facendo un po’ di tutto.

Biyombo: 6,5
9 pt. (3/4), 13 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 3 stoppate. Torna a essere una discrete presenza difensiva. Anche in attacco, seppur non sia la prima opzione offensiva, sbaglia poco.

Daniels: 6,5
15 pt. (6/10), 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Perde un paio di palloni, compensa con un 3/6 da oltre l’arco. Si prende in faccia la bomba di Terry che da un vantaggio decisivo ai Rockets.

Vonleh: 4,5
4 pt. (1/8), 7 rimbalzi. Perde un paio di palloni ma soprattutto manca troppi tiri, anche facili e Charlotte scivola…

Maxiell: 6
5 pt. (2/4), 9 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Perde tre palloni in 17:49. Cifre che testimoniano la discreta prova di Maxiell sebbene il suo apporto offensivo rimanga limitato, specialmente ai liberi.

Roberts: 6,5
23 pt. (8/19), 5 rimbalzi, 3 assist. Fa 5/12 da 3 punti. E’ vero, sbaglia troppo nel secondo tempo e Charlotte non rimane in partita, m era stato sempre lui a tenercela nel primo tempo. Da terza scelta finisce comunque con 23 punti e tanti tiri presi.

Coach Clifford: 5,5
Deve mettere insieme I pezzi del puzzle. Lo starting five proposto è trito e ritrito e continuiamo a perdere. Con questi giocatori anche girti e spostati forse succederebbe comunque, ma la panchina sta giocando meglio dei titolari in alcuni casi. Se i giocatori non rendono bisogna mandarli a sedere, anche per mettere un po’ di pressione su di loro, di voglia di riscatto.

Game 80; Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 77-116

Sottotitolo; FucilaziHornets

Ormai fuori matematicamente dai playoffs, gli Charlotte Hornets andavano a far visita ai Detroit Pistons in una partita tra deludenti e deluse. Charlotte tra le sue fila continuava a dover fare a meno del frontcourt titolare ai quali si univano Stephenson (da un paio di partite) per il problema al piede e Mo Williams, regolarmente in panchina ma non sceso in campo probabilmente per qualche acciacco fisico di cui ha recentemente risentito.
Troppa grazia per Detroit, ma non facciamoci ingannare.
Questa squadra al completo in una partita normale se la sarebbe giocata, non avrebbe dominato.
Chissà se Michael Jordan conosce il detto latino “Homo faber fortunae suae” (l’uomo è artefice della propria fortuna).
Ora… questo detto è vero in parte, a volte si possono fare scelte, altre no.
MJ che nella sua carriera sicuramente si è impegnato molto è anche stato benedetto da un naturale talento.
Ora che avrebbe più possibilità economiche e quindi facoltà di scelta, fermo restando che i nuovi Charlotte Hornets sono ancora un piccolo mercato che potrebbe divenire grande in futuro, sta a lui e al suo entourage quest’estate per far compiere un deciso salto di qualità alla franchigia perché questa notte passata a non rovinare la festa dell’ultima casalinga dei Pistons è stata deprimente, oltretutto condita dalle fucilate da oltre l’arco di “semisconosciuti” nel finale.

Noah Vonleh in schiacciata. 16 punti per il rookie, migliore dei suoi in questa pessima serata.

Noah Vonleh in schiacciata. 16 punti per il rookie, migliore dei suoi in questa pessima serata.

Gli Hornets (in bianco) guidati da coach Clifford, che avrebbe un altro anno di contratto, presentavano sul parquet il seguente starting five; Walker, Henderson, Taylor, Marvin Williams e Biyombo, mentre i Pistons si affidavano a; R. Jackson, Caldwell-Pope, Caron Butler, Monroe e Drummond.

La palla a due era preda dei Pistons che mettevano subito in chiaro come si sarebbero svolte le cose nella serata d’addio stagionale al loro pubblico.
Drummond sfruttava la prima azione d’attacco della Motor City con un gancio a segno realizzato nonostante la difesa di Biyombo.
Walker riusciva a pareggiare momentaneamente con un’entrata in appoggio al vetro per il 2-2 a 10:53 ma poi tornavano a rombare i motori mentre Marvin Williams, Taylor e Walker sbagliavano a ripetizione.
Detroit si riportava in vantaggio a 9:26 con Caldwell-Pope e il suo jumper e allungava sul 2-13 piazzando un parziale di 0-11 concluso da Monroe che in lunetta splittava a 6:02.
I Calabroni tornavano a far muovere il tabellino pur non mettendo la palla nel cesto; Marvin Williams partiva deciso da sinistra e dopo un arresto in salto nel cuore del pitturato provava un mezzo gancio fermato da Drummond ma in parabola discendente che dava altri due punti ai ragazzi di Clifford.
Un open jumper di Monroe frontale denunciava l’assenza della difesa di Charlotte che poi tornava in attacco e produceva due punti grazie all’attacco di Kemba che scaricava in verticale oltrepassando il proprio difensore; il pallone finiva saldamente nelle mani di Biyombo che andava a schiacciare per il 6-15 a 5:11 dalla fine del primo periodo.
Biyombo restituiva il goaltending ai Pistons andando a fermare Monroe troppo tardi e Caldwell-Pope segnava due punti da solo sotto canestro dopo un attacco fallito da Charlotte con Henderson e una smanacciata di Biyombo capace involontariamente di aprire il contropiede avversario. Clifford provava il cambio d’ali (dentro P.J. Hairston e Vonleh), ma la squadra non decollava, P.J. falliva la tripla, Monroe dall’altra parte il tiro ma Drummond si avventava sul pallone per andare a correggere con una difesa della squadra del North Carolina che si faceva sopraffare troppo facilmente.
Per un fallo di Drummond, Henderson muoveva il punteggio di due per gli Hornets a 3:04 prima che a 2:41 un tre punti di Tolliver desse un vantaggio di 14 punti ai padroni di casa e Meeks, dopo due liberi di Walker mancati, imitasse il compagno di squadra con una bomba per l’8-25 Pistons.
Meeks nel finale segnava 5 punti contro un Daniels in difficoltà, intervallati da un canestro di Vonleh in entrata fluttuante. Il primo quarto si chiudeva quindi sul 10-30 con i Pistoni aventi in tasca già mezza partita.

Nella seconda frazione i Pistons si guadagnavano anche l’altra mezza; Tolliver segnava da 3 punti, per pareggiarli ci volevano quattro tiri liberi ottenuti da P.J. Hairston e Noah Vonleh che decidevano di attaccare il canestro e segnavano dalla lunetta rispettivamente due punti e un punto. Daniels continuava ad andare in difficoltà su Meeks e concedeva due liberi (trasformati) dal giocatore dei Pistons e Tolliver segnava tre punti contro Vonleh portando il match sul 13-40…
Un disastro incorniciato anche dalle due azioni successive degli Hornets che fendevano l’aria con un air-ball di Hairston e poi quando già stavano pregustavano due punti a rovinargli tutto ci pensava Maxiell che schiacciava sul ferro violentemente tutto solo dopo esser stato messo in condizioni ottimali dall’assist di Roberts.
I Pistons raggiungevano il clamoroso + 32 con tre punti in mezza transizione ottenuti da Meeks.
Maxiell a 5:48 realizzava due punti in jumper dal post basso sinistro per il 19-49.
A 4:55 Monroe trovava un canestro difficile e fortunoso alzando un pallone sopra la testa di Henderson; il rimbalzo abbastanza secco sul tabellone faceva si che la palla colasse a picco nel canestro…
Ai Pistons girava tutto bene anche oltre ai loro meriti mentre la difesa di Charlotte era latitante e Lucas aggiungeva due punti con un tiro in sospensione, punti in jumper che continuavano ad arrivare come se piovessero dal cielo.
A 3:52 grazie a un passaggio di Henderson, Walker from downtown restituiva il minimo sindacale con una tripla e dopo due FT di Monroe segnati, Henderson a 3:16 attaccava in penetrazione passando sulla baseline oltre a Drummond, una volta oltrepassato il ferro (girato di spalle rispetto a esso), il suo movimento discontinuo fingendo disinteresse gli faceva guadagnare cm di vantaggio su Monroe ben sfruttato con il giro e tiro vincente per il 24-55.
Una correzione volante in schiacciata di Vonleh a 2:07 metteva in moto il nostro n°11 che segnava anche dalla lunetta per fallo di Drummond a 1:38 e incrementava il punteggio personale a 1:00 con una dunk per il 30-57.
Henderson a :37.8 segnava due punti, anche se mancava il libero addizionale mentre R. Jackson interrompeva il rientro degli Hornets con una penetrazione coraggiosa.
Una penetrazione di Kemba che passava la palla a Henderson, il quale faceva saltare l’avversario con una finta e andava dall’altra parte del ferro per difendersi e appoggiare il 34-59, chiudeva il primo tempo sul 34-59 per i ragazzi di Van Gundy.

Troy Daniels. Più di un passo indietro per lui al "Palace". 2 pt. con un 1/9 al tiro...

Troy Daniels. Più di un passo indietro per lui al “Palace”. 2 pt. con un 1/9 al tiro…

Dopo l’intervallo lungo i primi ad andare a segno erano gli Hornets che con Henderson mettevano dentro la sfera facendola carambolare prima sul lato destro del tabellone. R. Jackson segnava un libero omaggio mentre Hendo s‘intiepidiva; il suo catch n’shot non entrava, mentre Miller batteva Gerald in difesa passandolo sulla baseline destra ma non faceva i conti con Biyombo che gli respingeva il tiro.
Henderson con un sottomano appoggiato sulla sinistra del tabellone tornava caldo.
Drummond segnava in schiacciata ma i Calabroni mangiavano ancora un po’ di vantaggio ai Pistoni grazie a Taylor che a 9:46 metteva dentro un appoggio ravvicinato e subiva il fallo andando a completare un gioco da 3 punti che valva il 41-62.
Henderson in difesa rubava anche un pallone ma sulla transizione a triangolo guidata da Taylor, Jeff decideva di servire Henderson marcato sulla destra piuttosto che Walker libero sulla sinistra e costringeva Hendo a prendersi un tiro in 1 vs 1 che la nostra SG falliva.
Dopo due punti di Detroit, Hendeson si rifaceva con un banking shot e a 7:39 un buon attacco con passaggio volante di Marvin Williams per Biz metteva in condizione il nostro centro di segnare in gancio dal post basso sinistro il 45-64 nonostante la difesa di Drummond.
Ai Pistoni tuttavia bastava poco per riprendersi quasi il + 25 d’inizio quarto; Jackson sparava sul ferro ma gli arbitri concedevano due liberi alla PG avversaria a (a segno), poi era Caldwell-Pope a mettere il tiro da oltre l’arco e il 45-69 era servito.
Qualche tiro libero portava le due squadre sul 48-71, poi Daniels subiva ancora; un’altra tripla da parte di Meeks valeva il 48-74, inoltre Vonleh dopo un bel movimento in spin guadagnava due liberi che tuttavia cestinava a 3:34 consentendo ai Pistons di raggiungere i 77 punti per effetto di un’altra tripla di Caldwell-Pope.
Da segnalare a 3:04 un bel canestro di Vonleh che in salto da pochi passi dal canestro resisteva al contatto e alzando la palla la faceva rimbalzare sul vetro per poi ottenere due punti difficili.
A 2:41 l’ennesima tripla di Detroit; di Tolliver questa volta per il 50-80. Un runner di Daniels dopo una finta a liberarsi e un’entrata partendo da oltre l’arco di P.J. Hairston con appoggio al vetro valevano il 54-82 che chiudeva il terzo periodo.

L’ultimo e non decisivo quarto vedeva anche Vonleh iniziare male; Drummond lo stoppava e poi Noah andava subire una tripla di Tolliver, Miller rincarava la dose da 3 e la squadra del Michigan andava sul punteggio di 54-88.
Roberts a 9:37 segnava da 3 frontalmente, poi da un anticipo di Daniels su Meeks nasceva la transizione che Roberts sfruttava per mettere dentro due punti da vicino guadagnando anche il FT che inusualmente falliva, tuttavia arrivava Maxiell a correggere e i Calabroni andavano sul 61-90.
A 8:56 però, dopo un tiro scoordinato, Drummond perdeva l’equilibrio e finiva per terra ma proprio sulla caviglia di P.J. Hairston che si distorceva sotto il peso del corpulento centro avversario.
Taylor provava a ritagliarsi il suo spazio andando a guadagnare due FT ma ne riusciva a realizzare solamente uno poi arrivavano i canestri di Meeks, Taylor, ancora Meeks abile a recuperare il passaggio/assist sotto canestro prima dell’intervento di Daniels, Vonleh a 6:42 e Taylor ancora a 6:15 dopo un interessante spin move per il 68-94. Per Charlotte realizzavano ancora Roberts a 5:40 da tre punti e Vonleh a 3:23 con un open 3 frontale (buona mano nell’occasione, polso spezzato perfettamente) per il 74-99. Nel finale però un diluvio di triple da parte della panchina profonda dei Pistons colpiva Charlotte; Martin, Sh. Williams, Miller e Lucas… gli Hornets si trovavano sotto 74-113, prendendo un parziale di 14-0.
La partita si chiudeva sul 77-116 con 3 FT degli Hornets appena sufficienti a non far superare i 40 punti di scarto…

Charlotte ha tirato male come al solito, ha subito da 3 punti un 57,1% contro…
Inoltre ultimamente i problemi a rimbalzo sono evidenti, con Zeller out e un Biyombo irriconoscibile rispetto a inizio stagione, la squadra di Clifford ha preso solamente 33 rimbalzi (12 di Vonleh) contro i 56 di Detroit.
Infine Charlotte non riesce ad avere un gioco fluido, farcita di panchinari, diventa ancora più difficile se non si ha un sistema valido per mettere in condizione i giocatori di arrivare al ferro o tirare con relativa tranquillità. 16 gli assist conto i 33 di Detroit che ne ha prodotti 13 solo con la PG titolare Reggie Jackson.
Una delle peggiori serate di Charlotte.

jki

Voti

Walker: 5
7 pt. (2/11), 1 rimbalzo, 7 assist, 2 rubate. Negli assist si dimostra una buona PG stasera, ma il tiro è smarrito.

Henderson: 5,5
14 pt. (6/16), 2 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. Qualche fiammata ma insufficiente per avere un 6 in pagella.

Taylor: 5,5
10 pt. (3/7), 2 rimbalzi. Perde due palloni, arriva in doppia cifra, ma oltre ai punti ha solo 2 rimbalzi sul tabellino. Dalla lunetta è abbastanza preciso, anche in difesa il 5,5 è giusto.

Marvin Williams: 5
4 pt. (1/3), 3 rimbalzi in 19:11. Nottata più da panchinaro che da titolare. Marvin è in declino. La fase calante delle ultime partite ha convinto Clifford a vedere com’è Vonleh e direi che Noah è meglio nonostante possa offrire meno esperienza di Marvin. Due triple dall’angolo sinistro fallite a inizio partita.

Biyombo: 4,5
5 pt. (2/4), 4 rimbalzi, 1 stoppata. Soffre i cm della doppia torre avversaria, ma lui non sembra più in grado di dare quell’apporto che l’aveva contraddistinto a metà campionato facendomelo preferire a Jefferson, almeno in difesa. Senza difesa diventa un palo piantato lì in mezzo.

Vonleh: 6,5
16 pt. (6/11), 12 rimbalzi, 1 rubata. Perde due palloni dai quali nascono transizioni pericolose dei Pistons. A parte ciò, per un giocatore relegato in panchina nel suo anno da rookie, andare in doppia doppia non è male. Subisce qualche canestro in difesa che forse poteva evitare.

P.J. Hairston: 5
4 pt. (1/5), 1 assist in 13:54. Dispiace per la distorsione (immagino) alla caviglia. Finché rimane sul parquet però non è efficacie. Stasera commette solo un fallo che avrei volto rivedere, lui non era convinto.

Maxiell: 5,5
4 pt. (2/5), 4 rimbalzi, 1 stoppata in 18:36. Limiti tecnici evidenti quando schiaccia sul ferro tutto da solo… Vivacchia provando a metterci professionalità e passione come aveva detto nell’intervista preregistrata a S. Ready, giornalista di Fox per gli Hornets.

Daniels: 4
2 pt. (1/9), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Mi smentisce subito. Avevo detto che avrebbe potuto essere un interessante giocatore, per carità, una gara storta ci sta, ma stasera ne combina di tutti i colori intestardendosi in un tiro preso a volte con l’uomo addosso. Finisce con un 1/9 e una difesa ampiamente insufficiente nonostante qualcosina faccia di buono ma troppo poco.

Roberts: 6
11 pt. (3/8), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Un paio di triple a segno su altrettante tentate. Gioca 19:46, una sufficienza la merita.

Coach Clifford: 5
Provato. Protesta un paio di volte con gli arbitri in maniera convinta ma la squadra non c’è, così come non sembra esserci l’ombra di un gioco di squadra reale. Sarebbe difficile per chiunque in questa situazione ma perdere di 39 punti è imbarazzante. Non riesce a svegliare i suoi da un atteggiamento grave. Non iniziare le partite con il piglio giusto le fa chiudere subito e diventa frustrante per tutto l’ambiente.

Game 79; Charlotte Hornets @ Atlanta Hawks 80-104

Sottotitolo; LimitaziHornets

Gli Charlotte Hornets si recavano ad Atlanta in un viaggio senza speranza.
Pochi temerari tifosi teal & purple si sono spinti in Georgia per assistere a una partita che nei primi 24 minuti effettivi è stata per certi versi sorprendente.
Gli Hornets hanno retto all’impatto e hanno concluso anche in vantaggio di un punto il primo tempo, palesando poi nel secondo tutti i limiti che la panchina promossa titolare ha, contro una squadra che ha recuperato diverse pedine fondamentali e che esponeva nella notte lo stendardo a ricordo di questa stagione.
Gli Hawks, infatti, sono campioni della divisione e dell’Eastern Conference nell’anno.
Per onorare al meglio quest’annata oltre le previsioni del loro tifoso più ottimista cercavano la vittori n°60 in stagione, ottenuta a spese dei Calabroni, che comunque hanno finito per pareggiare la serie stagionale contro i Falchi 2-2, non male considerando la forza degli avversari.

Jeff Taylor in appoggio.

Jeff Taylor in appoggio.

Charlotte si presentava con la solita rimaneggiata formazione; Walker, Henderson, Taylor, Marvin Williams e Biyombo, mentre gli Hawks schieravano il seguente starting five; Teague, Korver, Carroll, Horford e Muscala.

Partita che stentava a decollare nel primo minuto; Carroll mancava il primo tiro, Marvin Williams per gli Hornets non riusciva a mettere il tiro poiché un effetto flipper respingeva il pallone, Muscala commetteva passi nell’area dei Calabroni, Walker mandava la palla oltre il fondo tentando di servire Taylor con un passaggio senza successo nello stretto, alla fine arrivava il canestro di Korver da due punti a 10:48 a inaugurare la serata.
A 10:34 per effetto di un Fallo di Carroll commesso su Henderson, gli Hornets accorciavano di un punto (Gerald splittava) mentre tornava in difesa andando a piazzare la prima stoppata di serata che non serviva a molto poiché alla fine Muscala s’inseriva su un appoggio sbagliato da un compagno e realizzava l’1-4 che diventava 1-6 grazie a una penetrazione di Carroll, il quale segnava su una seconda chance grazie al rimbalzo di Muscala.
Henderson e Teague sbagliavano una tripla a testa, gli Hawks tornavano a mettere pressione; Walker raddoppiato e chiuso nell’angolo destro in attacco doveva chiamare time-out visto che gli arbitri non fischiavano la spinta su di lui che lo costringeva quasi a uscire dal campo.
Le squadre continuavano a essere piuttosto fredde al tiro, finalmente anche gli Hornets trovavano un paio di canestri per riavvicinarsi (7:47 Henderson dalla baseline e Kemba appoggiando al vetro più tardi sfruttando una palla recuperata da Taylor) sul -1, anche se erano sempre gli Hawks a tenere la testa della gara aumentando il divario a 7:15 con due punti di Horford con un jumper da posizione frontale.
Gli Hawks mettevano pressione anche a Henderson nell’angolo destro, ma la nostra SG era abile a far uscire la palla e dopo un ulteriore passaggio Marvin Williams riceveva e sparava; purtroppo il suo tiro era corto e gli Hornets concedevano due liberi a Carroll, il quale fortunatamente ne falliva uno portando avanti i suoi di 4 punti (5-9).
Gli Hornets tentavano di accorciare; il primo tentativo di Taylor da oltre l’arco andava a vuoto poiché il tiro era fuori misura e colpiva il secondo ferro, il secondo, effettuato da Hendo dalla diagonale sinistra era più preciso e portava la gara sul 7-9.
Lo stesso Gerald avrebbe la possibilità di pareggiare ma il suo tiro in sospensione non regalava ai tifosi Hornets l’equilibrio perfetto, anche Taylor mancava il tiro, Vonleh, Biyombo prendeva il rimbalzo ma Vonleh si faceva prima contendere una palla da Horford e poi portar via sulla palla a due seguente, concedendo una possibilità che i Falchi sfruttavano con Bazemore abile ad appoggiare la sfera a canestro nel traffico.
Walker mancava una conclusione e Vonleh che si trovava sulla giusta traiettoria per accaparrarsi il rimbalzo si faceva sfuggire il pallone tra le mani.
La squadra di Clifford si “riavvicinava” a 3:12 con Henderson che dalla linea segnava ancora solamente un solo libero.
Un floater della guardia di riserva degli Hawks aumentava il gap a cinque punti ma a 2:41 Walker from downtown riaccorciava sul -2, tuttavia Antic a 2:26 dopo esser stato rilasciato dalla polizia di New York rilasciava anche un tiro che dava l’11-15 per i padroni di casa.
Lo stesso Antic si vedeva sbattere un pallone sul piede sul tentativo d’assist Schroeder, quindi i Calabroni iniziavano a popolare il parquet di Atlanta con le riserve; proprio grazie a una di loro, Mo Williams, che andava sul fondo in penetrazione e in salto prima d’uscire dal campo serviva Maxiell che andava in appoggio con il gancetto da sotto canestro, riuscivano a tornare a realizzare.
Lo stesso Maxiell si faceva trovare nella stessa posizione e pareggiava a quota 15 a :45.7 dalla fine del primo periodo.
Dopo un errore di Antic, Mo Williams pasticciava costringendo Maxiell ad alzare un pallone senza nemmeno coordinarsi, la sua conclusione finiva ben lontana dal ferro, facendo scadere i 24 secondi.
Jason provava a rifarsi su una rimessa degli Hawks a pochi secondi dalla fine; l’anticipo su Antic era un’ottima giocata, così come l’avanzamento e il mezzo Hook sullo stesso lungo di Atlanta.
Il canestro sulla sirena veniva prima assegnato e poi tolto al nostro centro, la prima frazione si concludeva così in perfetta parità sul 15-15.

Il secondo quarto si apriva con un errore di Roberts, così la squadra della Georgia passava in vantaggio con Schroeder, al quale replicava a 11:10 Marvin Williams con un’entrata frontale molto aggressiva. A 10:42 P.J. Hairston spingeva Schroeder che stava facendo il bloccante su Korver che nel frattempo aveva tentato il tiro.
Il play tedesco finiva addosso al compagno e per effetto domino gli Hawks recuperavano 3 liberi dato che il tiro di Korver, fuori equilibrio per la spinta, non entrava. 3/3 e 17-20 Hawks rintuzzato da P.J. Hairston a 10:26 con un bel tiro uno contro uno che continuava a dare linfa all’attacco degli Hornets anche dopo un 3 punti subito; la nuova realizzazione a mezzo tripla della nostra ala riportava a -1 i Calabroni che subivano ancora un canestro da parte di Schroeder in appoggio (servito con una palla perfetta sul suo taglio) ma pareggiavano a 9:26 (25-25) grazie a una bomba di Mo Williams dal corner destro. Korver non poteva esimersi dall’accettare la sfida in fatto di triple e segnava da oltre l’’arco a 8:46 riportando avanti i Falchi che raggiungevano anche il +5, ma Brian Roberts in ritmo rispondeva alla distanza a Korver con un missile da tre punti che valeva il 28-30.
Un arcobaleno di Schroeder dava il vantaggio oltre il possesso ai bianchi di casa ma Maxiell in area metteva la sfera nel cesto con un’inusuale (per lui) bel tiro. Roberts e Korver si risfidavano da oltre l’arco, ad avere la meglio questa volta era Korver che dava un vantaggio di 5 punti ai suoi, poi ridotto a 3 da Maxiell pronto a ricevere un passaggio dalla linea di fondo e a pochi cm dal canestro ad abbassare il ferro per la dunk che non lasciava spazio all’intervento ai difensori.
A 5:37 Henderson andava corto dalla baseline destra ma un aggressivo Taylor anticipava Muscala sul rimbalzo e poi segnava da sotto i punti del 34-35.
Gli Hornets provavano anche a passare in vantaggio; una palla rubata da Daniels consentiva a Walker di provare la tripla ma senza esiti positivi, tuttavia Muscala si faceva sorprendere dalla velocità di Marvin Williams che si lanciava sul rimbalzo ma veniva steso dallo stesso lungo di casa. Marvin in lunetta falliva il sorpasso ma trovava l’aggancio a 35 punti splittando.
Muscala si rivaleva su Biz in attacco segnando da sotto giacché Biyombo non si faceva trovare in posizione ottimale per difendere, il n°32 Scott, sempre da sotto riusciva a trovare lo spazio per tirare e segnare contro 3 giocatori degli Hornets a presidio dell’area ma a 3:31 Henderson dalla destra incrociava con un compagno che faceva da bloccante per farlo tirare libero; buona coordinazione e ottimo jumper per il 37-39.
Daniels dalla sinistra inaugurava la sua buona serata al tiro realizzando da due punti il nuovo pareggio a 2:50, seguivano i canestri di Scott e di Vonleh che dopo aver perso quasi palla riusciva a salire in salto vicino a canestro ritagliandosi uno spazio per rimettere la partita in discussione non lasciando allontanare i Falchi.
Atlanta comunque provava l’allungo con quattro punti realizzati ma Daniels non era d’accordo sul progetto dei ragazzi di coach Budenholzer e piazzava una tripla, quella del -1 (44-45).
Biz in modalità terzo tempo veniva fermato con le cattive. il centro africano potrebbe anche pareggiare dalla lunetta a :38.1 ma il suo solo libero realizzato faceva fallire nuovamente il progetto sorpasso Hornets.
Gli Hawks fallivano un tiro, Biyombo conquistava il rimbalzo e Kemba giocava con il cronometro che aveva una differenza di pochi secondi.
La sua penetrazione era premiata; allungo con il braccio destro, palla appoggiata bene nonostante il fallo di Muscala e gioco da 3 punti per il primo vantaggio Hornets dopo un primo tempo passato a inseguire.
C’era il tempo tuttavia di arrivare al tiro per Atlanta; Muscala in alley-oop chiudeva le ostilità del primo tempo realizzando il 48-47.
I Calabroni rientravano negli spogliatoi dopo aver giocato un buon primo tempo che li lasciava meritatamente in vantaggio.

Marvin Williams con l'appoggio in entrata.

Marvin Williams con l’appoggio in entrata.

Gli Hawks comunque spiccavano il volo nel terzo quarto; Taylor mancava un facile layup, Horford pareggiava dalla lunetta con un uno su due a 11:28 e Taylor perdeva un pallone in palleggio.
Teague ai 24 secondi non riusciva a mettere la conclusione, Henderson s’intrappolava da solo sul lato sinistro tentando di andare in penetrazione sull’esterno ma cadeva e concedeva palla agli avversari commettendo turnover.
Korver, Horford e Carroll sulla stessa azione sbagliavano un tiro più facile dell’altro lasciando sul tabellone il risultato di parità a quota 48. Henderson tornava un attimo in panchina per farsi fasciare sotto il ginocchio destro ma non sembrava risentirne, dato che proprio lui a 9:55 segnava con un tiro in sospensione dalla bella coordinazione il 50-48 ma un alley-oop di Horford (assist di Teague) pareggiava la partita a quota 50.
Purtroppo gli Hornets dimostravano di avere problemi da oltre la linea dei 3 punti, oltretutto Marvin Williams non era in serata e sbagliava un wide open da 3 punti mentre Horford dal lato destro, seppur non vicinissimo, metteva un tiro oltre il nostro centro congolese.
Walker sbagliava ancora da oltre l’arco mente il rasta Carroll metteva due punti.
Charlotte arrancava ora; Biyombo andava a cercarsi guai in area e veniva stoppato, un contropiede degli Hawks consentiva a Teague di dare un pallone all’indietro (poiché Taylor era su di lui) a Horford che a rimorchio schiacciava per il 50-56 costringendo Clifford a una pausa.
Gli Hornets si riportavano a un possesso lungo quando Biyombo decideva di scaricare sull’esterno dove trovava un Walker che da libero riusciva a mettere una bombarda da 3 punti a 7:32.
Teague segnava da due punti, Henderson no, poi Teague si perdeva in attacco soffrendo la discreta difesa di Walker; ne usciva una shot clock violation ma gli Hornets non ne approfittavano visto che Marvin Williams sbagliava ancora la tripla aperta, sebbene Scott in attacco non riuscisse a segnare, era Charlotte stessa a concedere un contropiede facile al play titolare di Atlanta che si trovava sulla linea di passaggio di un telefonatissimo tentativo d’assist di Taylor e s ’involava in transizione per segnare il 53-60.
Biyombo dimostrava di essere un buon rimbalzista, anche in attacco recuperando un pallone, ma evidenziava anche i suoi limiti offensivi andando a tirare da pochi cm cortissimo fallendo una succulenta occasione dando a Scott la possibilità di segnare altri due punti che mandavano sotto i teal & purple di 9 punti.
Henderson e Walker sbagliavano due tentativi da oltre l’arco, ci pensava Vonleh a 4:03 con un jump stop a realizzare dal cuore del pitturato, tuttavia una spinta leggera sulla schiena di Antic (ormai a pochi cm dal canestro pronto a ribadire sull’errore di un compagno) da parte di Roberts (più basso) costava il 2/2 a 2:20 e il 55-64.
Un fallo dello stesso Antic mandava in lunetta Maxiell che si dimostrava un legno sul primo tiro, migliorando sul secondo libero trasformato.
Horford dalla lunetta segnava due liberi, a contrastarlo era Taylor che prima si faceva stoppare la conclusione, poi con un po’ di fortuna Charlotte recuperava palla e Taylor si buttava dentro segnava, purtroppo però Schroeder schermato da Horford riusciva a piazzare la tripla del +11 Atlanta (58-69).
Dopo un FT a segno per gli Hawks, Roberts andava sulla baseline destra e provava un jumper dalla media, arrivavano a chiuderlo 3 Falchi che non gli consentivano la realizzazione, tuttavia c’era il fallo su Brian che realizzava dalla lunetta il 60-70 che chiudeva il terzo periodo.

Bastavano dodici secondi nell’ultimo quarto per capire che non ci sarebbe stato un finale a sorpresa, anche perché la panchina magmatica degli Hornets faceva la sua comparsa in superficie, sebbene due di questa colate laviche erano molto calde, divenendo i più hot della serata.
Korver tentava il tiro da tre punti, su di lui usciva Hairston che si aiutava con il gomito destro, fallo veniale e inutile che infatti non modificava la parabola della palla, 3 punti più tiro libero.
Il giocatore degli Hawks però a cronometro fermo graziava i nostri fallendo il gioco da quattro punti. Passavano altri docici secondi e Daniels tentava la tripla, leggero tocco di Korver ma fallo chiamato a Bazemore in uscita che tentava di fermare il nostro N°30 che guadagnava tre liberi realizzandone due per mandare il punteggio sul 62-73.
Gli Hawks segnavano due punti ma Daniels a 10:41 rimaneva caldo sfornando una tripla che aiutava gli Hornets a tornare a -10 (65-75).
Gli Hornets tentavano di accorciare come nella partita precedente con delle triple ma la prima era fallita da Roberts, poi gli Hawks saltavano un turno per un blocco in movimento di Muscala che tagliava fuori Daniels irregolarmente, era quindi P.J. Hairston andava corto, così finiva per segnare da due punti Korver a 9:37, ma solo dalla linea del tiro libero perché sul suo tentativo P.J. commetteva un altro fallo con una malizia che tuttavia gli arbitri coglievano.
Entravano in azione anche i lunghi M&M’s; Muscala che per gli Hawks allungava, e Maxiell che replicava con due punti recuperando un rimbalzo da un appoggio errato da Marvin Williams, tuttavia Muscala andava ancora a segno anticipando Maxiell per il 67-81.
A 8:08 Roberts segnava in entrata rilasciando un pallone senza parabola che si arrampicava sul ferro entrando.
Gli Hornets si trovavano a -12 ma Mack nel finale inaugurava un parziale che avrebbe consentito ai Falchi di raddoppiare i loro punti alla fine, con gli Hornets un po’ in disarmo a concedere spazi a degli affamati Hawks che giustamente attaccavano come avevano fatto qualche giorno fa gli Hornets nella vittoria casalinga ottenuta a spese di Atlanta stessa.
L’ultimo canestro arrivava con una triangolazione; Hairston dall’angolo scaricava per Roberts che from downtown a :26.1 infilava la tripla facendo toccare quota 80 agli Hornets contro i già acquisiti 104 degli Hawks.

Charlotte è ora matematicamente fuori dai playoffs, ma la cosa era ormai pressoché certa dopo la sconfitta a Miami. Gli Hornets hanno tenuto bene a rimbalzo, ma il problema resta sempre quello; la poca abilità nel realizzare.
Le percentuali dal campo e da tre punti sono delittuosamente basse, Clifford sta lasciando più spazio anche a chi non gioca attualmente in quintetto.
Non so se servirà a far sviluppare qualche giocatore che comunque potrebbe anche non far più parte del roster e del progetto dopo l’estate.

Gli Hornets hanno avuto il loro top scorer in Daniels con 15 punti seguito da Maxiell con 13. Oltre a loro Walker con 11 punti e Henderson con 10 sono finiti in doppia cifra, ottenuta anche da Biyombo ma solo a rimbalzo con undici palloni catturati sotto le plance ma solo un misero punto messo a referto. 9 i punti di Roberts con 4 rubate ma un cattivo 2/9 al tiro.

Le statistiche di squadra.

Le statistiche di squadra.

 

Le statistiche individuali degli Hornets.

Le statistiche individuali degli Hornets.

Voti

Walker: 5,5
11 pt. (4/12), 1 rimbalzo, 6 assist. Perde un paio di palloni, poi si siede nell’ultimo quarto. In campo ci prova ma non è al top.

Henderson: 5
10 pt. (4/11), 2 rimbalzi, 1 stoppata. Perde tre palloni, uno veramente da solo… Dubbi sulla consistenza.

Taylor: 5,5
4 pt. (2/9), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 2 perse. Un po’ di difesa, i suoi punticini in attacco, poi la qualità non è eccelsa.

Marvin Williams: 5,5
3 pt. (1/7), 9 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Periodo no che si prolunga per la PF divenuta titolare. Toppi errori al tiro che finiscono per far perdere Charlotte.

Biyombo: 5
1 pt. (0/3), 11 rimbalzi, 1 stoppata, 2 assist. Attacco nullo, a confronto di Jefferson è da campionato europeo. Sopperisce con i rimbalzi, ma soffre un po’ gli avversari.

Vonleh: 5,5
4 pt. (2/5), 6 rimbalzi, 1 assist.In miglioramento rispetto all’ultima prestazione. Un bel canestro ma deve ancora crescere.

Roberts: 5,5
9 pt. (2/9), 3 rimbalzi, 2 assist, 4 rubate. Poco incisivo al tiro, ruba ben 4 palloni.

Mo Williams: 6,5
3 pt. (1/3), 1 rimbalzo, 4 assist in 8:05. Ottimo come uomo assist, gioca poco e realizza 3 pt.

Maxiell: 7
13 pt. (6/7), 4 rimbalzi, 1 rubata. Non è un fenomeno in difesa, patisce anche i cm avversari, sebbene prenda 4 rimbalzi e in attacco riesce a dare quello che non da Biyombo. Sono come la barzelletta sui due carabinieri; uno sa leggere l’altro scrivere, si riuscisse a trovarne uno che sa fare le due fasi…

P.J. Hairston: 5
7 pt. (3/7), 2 rimbalzi in 18:55. Due palle perse e dopo un buon inizio finisce in difficoltà in difesa dove la troppa (?) malizia finisce per penalizzarlo. Si batte ma deve difendere in maniera migliore.

Daniels: 7
15 pt. (5/10), 1 rimbalzo, 1 rubata in 20:38. Buona prestazione. Subisce un paio di tiri contro da parte di Jenkins, ma lui fa nettamente meglio ed è il top scorer di serata. Avesse trovato più spazio prima… dato che fa 3/3 da tre punti e dimostra una buona mano, la cosa era preventivabile ma Clifford ha deciso d’impiegarlo poco nonostante nella notte dimostri di non essere scarso in difesa.

Coach Clifford: 6
Assembla con quel che ha, anche se non s’inventa nulla. Troppo tradizionale per me, potrebbe togliere la SF Taylor e provare a mettere una SG come Daniels, magari girando Henderson in SF o simili. Così continuiamo a pagare dazio, anche perché gli altri due del frontcourt segnano poco.

Video provvisorio in attesa degli highlights:

Game 78; Charlotte Hornets Vs Toronto Raptors 74-92

Sottotitolo; ScivolHornets

Diciannove anni fa nella stessa giornata gli Charlotte Hornets battevano i Chicago Bulls, interrompendo la striscia casalinga di 44 gare vinte dai Tori nella loro home, lo United Center. Non so se Michael Jordan si voglia vendicare o se la sua longa manus Cho abbia dei conti in sospeso con Charlotte, non credo.
Di certo i ragazzi per una fase della stagione si sono superati tentando il recupero, ma la società non ha potuto o voluto operare scambi prima della deadline e ora sostanzialmente i giocatori anticiperanno le ferie. Charlotte, se vuole migliorare la sua attuale squadra dovrà lavorare parecchio quest’estate per rivoluzionare un roster che non si è rivelato all’altezza.
Abbiamo già detto fino allo sfinimento degli infortuni di tutto il frontcourt titolare, in più questa sera si sedeva in borghese anche Lance Stephenson (distorsione alla punta del piede destro) in panchina, che definire una perdita per come ha giocato in generale quest’anno, sarebbe osare troppo.
Un’analisi più dettagliata la faremo a fine “campionato”, per il momento i menomati Hornets stanno dimostrando inconsistenza.
La partita a metà secondo quarto era già finita e in tre quarti la squadra di un frustrato e in parte complice Clifford aveva raccolto la miseria di 45 punti.
Solo le triple del terzo quarto, grazie a un po’ di spazio lasciato dai Raptors più tranquilli hanno consentito di rendere il passivo meno imbarazzante.
Gli Hornets sono scivolati nuovamente in casa, dove quest’anno il fattore campo ha decisamente lasciato troppo a desiderare…

 

Periodo giù di forma per Mo Williams. Ha finito con 10 punti (4/13) e 3 assist.

Periodo giù di forma per Mo Williams. Ha finito con 10 punti (4/13) e 3 assist.

I Raptors (in divisa rossa carminio/nera) si schieravano con; Vasquez, DeRozan, Ross, Hansbrough e Valanciunas, mentre gli Hornets (in teal) presentavano il recente starting five; Walker, Henderson, Taylor, Marvin Williams e Biyombo.

L’avvio di gara era equilibrato; Charlotte passava in vantaggio a 11:34 grazie a Biyombo che correggeva l’errore in penetrazione di Walker a 11:34, Hansbrough pareggiava a 10:29 dal pitturato, mentre Charlotte usava bene l’area dall’altra parte giocando di squadra, con la penetrazione di Marvin che arrivato sotto canestro scaricava a destra per Biyombo che in schiacciata segnava il suo quarto punto, anche se Toronto prima raggiungeva il pareggio a 9:58 con DeRozan e poi si portava in vantaggio grazie a Valanciunas che prima stoppava Hendo, poi realizzava in alley-oop su assist di Vasquez.
DeRozan metteva in condizione Hansbrough di segnare e i Raptors doppiavano gli Hornets sul 4-8, ma una penetrazione all’interno dell’area di Walker comprimeva i giocatori dei Raptors verso l’anello, l’intelligente scarico oltre l’arco trovava Taylor pronto a realizzare la tripla del 7-8 a 7:38 prima che Henderson trovasse anche il pareggio a quota 8 splittando due liberi a 6:51.
Dieci secondi più tardi DeRozan con un tiro in sospensione batteva Taylor e riportava in vantaggio gli ospiti, a dargli manforte ci pensava Patterson che dall’angolo destro metteva una tripla per l’8-13, ma anche Charlotte raggiungeva la doppia cifra a 5:27 grazie a Henderson la cui rapida penetrazione con iniziale cambio di direzione spiazzava la difesa dei Raptors facendo arrivare la nostra guardia all’anello, il suo appoggio vedeva la sfera lenta e ipnotica percorrere il ferro più volte prima di adagiarsi momentaneamente passando all’interno della retina.
A 4:46 Taylor si riproponeva in versione bombardiere con un’altra bomba dalla sinistra facendo raggiungere agli Hornets il pareggio a quota 13. Hansbrough a 4:31 dalla linea della carità mandava sopra di due i canadesi, ma a 2:03 Taylor (buon inizio in fase offensiva) segnava (forse c’era una deviazione di Biz dalle parti dell’anello), tuttavia i Raptors chiudevano il quarto con una tripla e due tiri di DeRozan a segno dalla lunetta a :0.07 che davano il +5 agli ospiti.

Jeff Taylor. Per lui 8 punti (3/6) e 2 rimbalzi.

Jeff Taylor. Per lui 8 punti (3/6) e 2 rimbalzi.

Dopo 29 secondi dall’inizio dell’ultimo quarto i Calabroni accorciavano a un possesso lungo con Henderson a bersaglio dalla media distanza da destra, Lou Williams imitava la nostra guardia con gli stessi risultati. Charlotte, che cercava di accorciare il gap, vi riusciva momentaneamente con Maxiell, abile a correggere un tap-in dopo un errore di Marvin Williams che si era avventurato in una conclusione in penetrazione, ma a 10:08 Henderson commetteva un “anacronistico” fallo su Lou Williams, il quale realizzava due dei tre liberi regalati dalla nostra guardia.
Marvin Williams da tre punti non segnava, così anche Vasquez dall’altra parte, ma la differenza tra le due azioni era costituta dal rimbalzo preso da J. Johnson che correggeva per due punti Toronto.
A 9:20 quindi Charlotte si vedeva costretta a riordinare le idee con i Raptors avanti di 7 punti (19-26).
Al rientro erano ancora i nero/rosso carminio a segnare 3 punti con Lou Williams, allungando sul +10 e anche se Walker provava a tenere in partita i nostri con un tiro dalla media distanza a 8:30, questo quarto si sarebbe dimostrato già decisivo per le sorti dell’incontro.
Gli Hornets tuttavia avevano un buon momento dopo il libero segnato (1/2) da J. Johnson per fallo di P.J. Hairston; Walker a 7:53 segnava il tiro in sospensione e a 7:34 Hairston andando a contatto con Lou Williams segnava sbilanciandosi mentre andava al tiro sul lato sinistro, ne usciva un tiro da bassa percentuale, ma che la nostra SF riusciva a realizzare nonostante mancasse all’appello la chiamata arbitrale per il libero aggiuntivo.
Charlotte tornava quindi sul -5 ma J. Johnson segnava due punti, Henderson era sfortunato perché sulla sua conclusione l’anello gli diceva di no e Vasquez a 6:31 metteva dentro altri due punti, portando sulla soglia dello svantaggio a doppia cifra la squadra del North Carolina (25-34) e ce la mandava con un reverse lay-up a 6:02 su un preciso inserimento.
A 5:49 un passaggio di Henderson coglieva i Raptors impreparati.
Biz era colpito da dietro sul gomito dal n°44 dei Raptors evidenziando un dolore momentaneo alla spalla che tuttavia non gli impediva di mandare dentro i liberi del 27-36.
I Raptors segnavano nelle azioni seguenti cinque punti, mentre Charlotte sbagliava una tripla con P.J. Hairston e segnava un tiro con Marvin Williams, giustamente annullato dagli arbitri perché in entrata finiva addosso (seppur leggermente) a Hansbrough commettendo fallo, prima di trovare il canestro buono di Walker che dal palleggio tirava su la palla spicchi e le dava una traiettoria vincente per il 29-41 a 3:49 dall’intervallo lungo.
Biyombo cercava di tenere in partita la squadra del North Carolina andando a cancellare DeRozan con una delle sue perentorie stoppate, ma Charlotte non ne approfittava con Walker che allo scadere dei 24 secondi era in pessima posizione per tirare una tripla che da una distanza ragguardevole non entrava, anche Vonleh da sotto non ce la faceva a mettere dentro, così Toronto piazzava il colpo partita decisivo con Ross che realizzava da 3 punti mandando gli Hornets a -15 (29-44), troppi punti da rimontare per una squadra in netta difficoltà.
A 1:36 Kemba con un veloce movimento intorno all’anello realizzava, ma Lou Williams lo batteva con un tiro dalla lunga distanza, le occasioni finali non avevano buon esito e Charlotte andava a riposo staccata di 16 lunghezze sul 31-47 (16-27 di parziale).

Noah Voleh. 3 punti (1/7), 6 rimbalzi e 1 stoppata in 23:26 sul parquet.

Noah Voleh., un po’ deludente e inconcludente in serata, ha finito con 3 punti (1/7), 6 rimbalzi e 1 stoppata in 23:26 sul parquet.

La ripresa si apriva con due punti di DeRozan, il suo jumper con precedente finta di giro sul piede perno era buono.
Henderson rispondeva con un bel tiro in sospensione la cui difficoltà aumentava per il fallo di Ross che usciva tardi dal blocco di Biyombo, ma la nostra SG metteva dentro ugualmente, sbagliando però la parte più facile; il libero aggiuntivo.
Anche Kemba falliva un jumper, mentre DeRozan attaccando Taylor lo costringeva al fallo mandando il giocatore dei Raptors in lunetta da dove non falliva le conclusioni assegnate dalla terna.
Charlotte continuava a non segnare; Marvin Williams mancava una tripla, poi guidava una transizione, ma sul suo passaggio Henderson disturbato finiva per controllare male e perdere palla, lo stesso Henderson mancava un altro tiro, finché Toronto decideva di andare sul +20 con Ross e DeRozan che faceva da trait d’union con il canestro successivo di Ross per il 33-58.
Un fallo tecnico chiamato a Henderson frustrava tutto l’ambiente giacché i canadesi si portavano sul +26 (33-59).
A 7:21 era lo stesso Gerald a trovare la strada buona per raggiungere il ferro e appoggiare la sfera a una mano, poi era la manona sinistra di Biyombo a 6:59 a fermare con perfetto tempismo il tentativo di Valanciunas, tuttavia Vasquez realizzava da 3 punti mentre Taylor si faceva stoppare da DeRozan il tiro.
La nostra ala si rifaceva più tardi contenendo Taylor sulla sua sinistra e facendogli colpire l’esterno del tabellone sul tentativo di tiro.
Walker provava a dare una scossa, seppur tardiva, anche per non subire più del dovuto; a 5:07 segnava un tre punti che veniva replicato dai Raptors, ma a 4.36 per un fallo di Vasquez si recava in lunetta per realizzare due punti facili.
Ross faceva la conoscenza con la specialità di Biz, la stoppata, tempismo perfetto e alte quote raggiunte dal centro congolese che lasciava Valanciunas tirare un paio d’azioni più tardi, ma la sua buona difesa non consentiva al lituano di segnare, anzi, il rimbalzo finiva nelle mani di Walker che subiva fallo dal lungo avversario.
Due FT per Walker a segno che davano un’impronta di rimonta quando Mo Williams (toccato da De Rozan che gli faceva volare via la headband dal capo) in ripartenza andava a segnare a 1:31.
Nonostante prima Toronto faccia scadere i 24 secondi concessi e nel finale Biyombo insieme a P.J. Hairston difendendo bene su DeRozan non concedano canestri su queste due azioni, Lou Williams segnerà ancora 3 punti chiudendo il periodo sul 45-69.

Nel quarto finale i Raptors partivano con un 5-0 (tre di Vasquez e due di Patterson dal post basso) ma Charlotte che aveva mandato anche qualche terza linea sul parquet, iniziava la sua personale sfida con la distanza.
A 10:19 Roberts inaugurerà una serie di triple che consentiranno agli Hornets di rientrare un po’ dal -29 nel quale erano caduti; a 9:34 Roberts ancora, a 7:49 Mo Williams da 45° destra (56-78), a 7:26 P.J. Hairston (59-78), a 6:17 ancora Mo Williams (62-83), anche Noah partecipava incredibilmente al festival delle triple mettendone una.
Troy Daniels a 4:19 segnava il 70-85 portando a -15 gli Hornets e costringendo Coach Casey a chiamare time-out.
La partita si concludeva con J.Johnson che a 1:40 spiccava da sotto il canestro con i suoi capelli rosso carminio in tinta con la divisa e realizzava prima che Charlotte segnasse i quattro punti finali (Roberts a :52.0 dalla fine e Maxiell in prepotente dunk) che fissavano il punteggio sul 74-92.

Gli Hornets accusano spesso gli stessi problemi; le percentuali al tiro e i rimbalzi ultimamente.
Charlotte ha tirato male (l’8,3% in meno rispetto ai canadesi) come le capita troppo spesso e ha concesso anche una differenza di 12 rimbalzi a favore della squadra di Dw. Casey, troppi per poter sperare in una vittoria sommando i due fattori.
Walker ha finito con 15 punti, mentre Mo Williams e Roberts ne hanno aggiunti 10 a testa, evidenziando che il frontcourt di Charlotte di riserva è poca cosa e anche il backcourt ha avuto le sue difficoltà con i raddoppi alti di Toronto che è riuscita a coprire bene sia sotto canestro che sull’arco dando il tempo di rotazione ai suoi lunghi.
Un messaggio per la dirigenza non troppo velato, diventare una squadra seria in estate valutando attentamente le caratteristiche tecniche difensive e offensive dei vari giocatori per creare una squadra che si complementi, così non poteva reggere…

chatorsta

Voti

Walker: 6
15 pt. (5/13), 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Tiene a galla finché riesce I suoi. Non è facile predicare alle porte del deserto, tuttavia Charlotte l’anno prossimo impegnerà un capitale su di lui. Dubbi sulla percentuale al tiro e dubbi anche sui pochi assist che riesce a smistare (i compagni non lo aiutano sparando spesso fuori).

Henderson: 5
9 (4/13), 3 assist. Una squadra che troppo spesso dipende dalle giornate di Henderson. La guardia tiratrice non era nemmeno titolare a inizio anno. Ha sostituito Stephenson partendo malissimo, poi recuperando, trovando giornate ottime al tiro, purtroppo però è scostante e Charlotte, anche se riuscirà/vorrà tenerlo in estate dovrà guardarsi intorno, magari vendendo lance e scalando Hendo in panca da dove potrebbe diventare una minaccia come sesto uomo durante le rotazioni.

Taylor: 6
8 punti (2/3) in 18:08. Clifford non lo lascia in campo tantissimo. In difesa si prova, in attacco a parte una stoppata presa mette i restanti tiri. Gioca perché MKG è fuori e P.J. è un rookie un po’ inviso a Clifford.

Marvin Williams: 5
1 pt. (0/5), 8 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Dovrebbe dare esperienza al quintetto, finisce per perdersi anche lui. Nullo al tiro e in estate era stato pensato anche per aggiungere pericolosità da dietro l’arco, sopperisce parzialmente con qualche rimbalzo che comunque non sarà sufficiente per Charlotte.

Biyombo: 6
6 pt. (2/4), 7 rimbalzi, 3 stoppate. Biz the buzz. Ronza intorno al ferro dove riesce a collezionare 3 stoppate, una più bella dell’altra, l’ultima effettuata quando la sfera aveva raggiunto l’apice della parabola. Atletico. 7 rimbalzi però per lui in serata. Deve tagliare meglio fuori gli avversari ed evitare che inizino a sbilanciarlo.

Mo Williams: 5,5
10 pt. (4/13), 3 assist. Mo non è più la spinta propulsive verso I playoffs. Può avere qualche giornata d’exploit ma gli si stava chiedendo troppo. Da tre punti mette il 66,6% (2/3).

Vonleh: 5
3 pt. (1/7), 6 rimbalzi, 1 stoppata. Serataccia di Vonleh che va male al tiro, compie qualche movimento inutile. In generale soffre, regredendo allo stato di pulcino/rookie. Qualche rimbalzo.

Roberts: 6,5
10 (4/7), 3 assist, 1 rimbalzo in 17:52. Entra in doppia cifra dimostrando buona mano in serata.

Maxiell: 5,5
4 pt. (2/3), 2 rimbalzi, 1 stoppata in 18:58. Potrebbe fare
qualcosa di più in difesa, tuttavia si salva un po’ con i 4 punti realizzati.

P.J. Hairston: 5
5 pt. (2/8), 4 rimbalzi. Nel finale mette una tripla in faccia al nuovo Dennis Rodman, J. Johnson ma al tiro è troppo impreciso. Gli arbitri lo penalizzano anche in un paio d’occasioni, frustrando lui, Clifford, e tutti i tifosi che vedevano vanificare dagli arbitri un paio di buone difese.

Daniels: 6
3 pt. (1/2) in 6:37. Minutaggio sempre esiguo per il nuovo n°30 di Charlotte. In questo team almeno una quindicina di minuti Clifford lo dovrebbe far giocare, specialmente ora senza Lance. Nel garbage time prova un paio di triple e una va a segno da oltre l’arco.

Coach Clifford: 5,5
Charlotte cade ancora in casa. Gioca con una formazione assortita quasi da scapoli/ammogliati (forzando e calcando un po’ il concetto), talmente gravi sono le perdite. Non riesce a dare un’impronta, anche se almeno Charlotte ci prova anche andando dentro, tuttavia le trappole di Toronto sono scattate bene e i Raptors mettono a referto 9 stoppate più 38 rimbalzi difensivi.

Il tabellino di Charlotte.

Il tabellino di Charlotte (dalla Gazzetta D.S.).

 

Game 77; Charlotte Hornets @ Miami Heat 100-105

Sottotitolo; AmarHornets

Quattro scontri diretti, tutti persi recentemente.
Avrebbero potuto costituire la differenza e l’hanno fatta ma in negativo. Gli Hornets con tutto il frontcourt titolare infortunato si affidavano alla coppia di guardie titolare, magari ricevendo qualcosa dal backcourt in panchina Stephenson/Mo Williams.
Miami che aveva capito l’antifona, ha sfruttato le falle della difesa di Charlotte per attaccare spesso nel pitturato.
Gli arbitri hanno regalato qualche fallo agli Heat e Charlotte si è staccata nel secondo tempo, non riuscendo a risalire a più di 3 punti di distanza. Probabilmente oggi finisce il sogno playoffs, trascinato avanti dagli Hornets da un po’ di tempo grazie alle vittorie su Detroit e Philadelphia, anche se Steve Martin, commentatore degli Hornets per Fox vuol farcela bere dicendo che “non è ancora finita ma il destino non è nelle nostre mani”.
Vero… matematicamente non è ancora finita, ma senza titolari e con uno svantaggio difficilmente colmabile, anch’io che ci ho creduto fino a ieri, posso dire che oggettivamente avremo un 1% di farcela…

Non è bastato un Gerald Henderson da 29 punti (18/11) per vincere.

Non è bastato un Gerald Henderson da 29 punti (11/18) per vincere.

 

Gli Hornets in “purple” scendevano sul parquet di Miami inizialmente con; Walker, Henderson, Taylor, Marvin Williams e Biyombo.
Dall’altra parte Spolestra recuperava molti giocatori dati in dubbio e schierava; Dragic, Wade, Deng, Haslem e Whiteside.

Gli Hornets partivano bene vincendo la palla a due e andando a segnare i primi due punti grazie a Kemba che galleggiava magneticamente sul parquet e non incontrava seria resistenza da parte degli Heat un po’ distratti, 2-0 in up & under a 11:45.
Anche gli Heat si dimostravano caldi in attacco e pareggiavano con un tiro dalla media destra di Deng che batteva la difesa di Taylor.
A 10:53 Henderson continuava la serie di buoni tiri delle due squadre con un tiro in sospensione lungo dalla diagonale destra per il nuovo vantaggio (4-2) Hornets.
Miami ritrovava il pareggio un paio di volte (nel mezzo un canestro di Taylor) prima che Biyombo conquistasse la lunetta; su una penetrazione di Taylor che scaricava al volo il centro congolese veniva fermato irregolarmente a 9:47, purtroppo l’uno su due dava la possibilità ai padroni di casa di scavalcarci nel punteggio, fatto che accadeva a 8:54 grazie a Whiteside che in gancio eludeva qualsiasi tentativo di difesa. Henderson in jumper a 8:43 metteva il tiro, mentre Wade dalla lunetta inusualmente non riusciva a segnare nessuno dei due liberi concessi.
A 7:59 un’entrata da destra di Henderson consentiva agli Hornets di guadagnarsi un tiro libero aggiuntivo oltre il canestro ottenuto e di portarsi sul 12-8, prima che Wade non desse scampo a Henderson con l’appoggio alla tabella in entrata diagonale verso destra.
Gli Hornets riuscivano a piazzare un parziale di 6-0; prima con un canestro difficile messo a segno dal pitturato da Marvin Williams, poi con Taylor che si smarcava sotto canestro da dove agganciava al volo il pallone passatogli da Henderson dalla rimessa laterale e segnava senza problemi, infine con Biyombo che correggeva al volo con la mano destra un errore di Henderson al tiro. Miami era costretta a chiamare time-out a 5:35.
La pausa faceva bene alla squadra di Spolestra che al rientro produceva un controparziale di 6-0 iniziato e concluso da Wade.
Clifford chiamava time-out ma il parziale della squadra della Florida era allungato da Deng che pareggiava a 4:20, poi lo stesso Deng batteva Marvin Williams per il sorpasso che durava fino a 2:54, quando Henderson dall’angolo sinistro metteva la tripla del controsorpasso (21-20).
Andersen metteva a referto un gioco da tre punti poiché Taylor commetteva da sotto un fallo evitabile non avendo l’adeguata stazza per contrastare il centro degli Heat.
Dopo qualche errore Charlotte giocava di squadra; passaggio dalla penetrazione per Henderson che attaccando dalle retrovie entrava in diagonale ma veniva chiuso sotto, pallone immediatamente e fluidamente scaricato sul lato destro del canestro da dove Maxiell prima sbagliava, poi recuperava il rimbalzo e rimediava all’errore riportando l’equilibrio totale a quota 23 nel punteggio.
Maxiell si dimostrava la terza scelta avvantaggiando Miami.
Un fallo su Dragic regalava un altro gioco da tre punti alla squadra della Florida, mentre in attacco gli arbitri gli fischiavano un blocco in movimento.
Jason si faceva perdonare parzialmente a :44.1 quando su un’azione simile al precedente attacco Hornets riceveva da uno scarico di P.J. Hairston e schiacciava (questa volta appostato sulla sinistra del ferro). Andersen chiudeva il primo quarto con una schiacciata a sei decimi dalla fine che dava il +3 ai padroni di casa nonostante Charlotte avesse conquistato cinque rimbalzi offensivi contro uno solo di Miami.

Marvin Williams in fase di attacco dalla baseline.

Marvin Williams in fase di attacco dalla baseline.

Il secondo periodo si apriva in maniera pessima; a 11:36 un fallo chiamato a Vonleh su Dragic mandava la guardia avversaria in lunetta.
Il 2/2 dava il +5 a Wade & Company, anche se Mo Williams su una seconda chance riusciva a mettere due punti quasi dalla zona di post alto per il riavvicinamento a un possesso.
Ennis con tre punti dava il massimo vantaggio agli Heat (27-33) e Dragic lo estendeva ulteriormente in contropiede a 9:46 con gli Hornets costretti a chiamare un altro time-out che non dava esiti immediati poiché trentadue secondi dopo Haslem andava a schiacciare per il -10 Charlotte…
La panchina dormiente finalmente si riprendeva e aiutata da qualche “titolare” forzato produceva un controbreak; a 8:53 P.J. Hairston colpiva da 3 punti dalla diagonale destra, dal lato destro arrivavano ancora 3 punti prodotti da Stephenson con un buon tiro preso in ritmo.
Biyombo preservava il canestro degli Hornets andando a stoppare il n° 5 avversario e poi fornendo l’assist in attacco per Marvin Williams che s’infilava da dietro molto semplicemente per schiacciare in faccia alla difesa di Miami riportando i Calabroni sul -2 (35-37).
Un taglio back-door di Dragic però costringeva Mo Williams in ritardo a commetter fallo per non lasciare due punti comodi a Goran che tuttavia dopo lo sforzo supplementare dalla linea incamerava a 7:37 i due punti per i suoi.
A 7:31 gli arbitri fischiavano un doppio palleggio a Biyombo in versione playmaker nella nostra metà campo in ripartenza, del turnover se ne avvantaggiava Wade che metteva un floater tirando oltre Stephenson.
A 6:40 finalmente gli Hornets facevano vedere una buona azione. Mo Williams vedeva il movimento di Biyombo a staccarsi da Whiteside e gli serviva un pallone alzato dalle parti del canestro per l’alley-oop del centro congolese.
Lance era ancora in difficoltà contro Wade; sul suo tiro ricadeva di schiena toccando leggermente la guardia degli Heat che aspettava solo il contatto, la furbizia valeva due liberi trasformati in altrettanti punti dalla lunetta per il 37-43.
Stephenson ridava qualcosa a Charlotte a 6:01 quando da casa sua sparava una tripla clamorosa a 6:01 per il 40-43, poi ci riprovava dalla destra ma non riusciva nuovamente a trovare la via della retina che trovava invece Deng con l’ausilio del ferro battendo anche la difesa di Henderson.
A 5:00 un lungo tiro da due punti di Stephenson dalla diagonale sinistra valeva un possesso lungo di distanza (42-45).
A 4:31 colpiva Henderson con un fade-away dalla baseline destra su assist di Biyombo che in difesa recuperava una palla sporcata e dava la possibilità a Charlotte di tornare avanti.
Mo Williams a 4:06 dal pitturato realizzava e i Calabroni tornavano a mettere il capo un punto avanti (46-45).
Tre falli commessi dagli Hornets e quattro tiri liberi degli Heat che andavano due volte in lunetta consentivano a Miami di prendersi due punti di vantaggio, ma gli Hornets pareggiavano con Walker in floater e dopo una rimessa dal fondo piuttosto dubbia rimediata dagli Heat e gettata via, a 2:31 Ennis tentava di chiudere Henderson nell’angolo destro del parquet ma lo faceva male poiché Gerald con un ottimo primo passo gli sfuggiva sulla linea di fondo e andava a schiacciare per il 50-48. Whiteside tuttavia segnava 4 punti per i padroni di casa nonostante fallisse un libero addizionale a 1:25, tuttavia a 1:12 Walker zigzagava tra i giocatori in divisa bianca per segnare il 52 pari.
Wade per Whiteside costava l’alley-oop agli Hornets che rimediavano con altri due punti di Kemba dal lato destro.
All’intervallo si arrivava sulla parità quindi, ma con un punto in più (55-55), perché i giri dalla lunetta di Biyombo ed Ennis si concludevano entrambi con il 50% di realizzazione, mentre la tripla dalla metà campo sulla sirena di Walker colpiva vetro, primo ferro e usciva.

La ripresa era bugiarda poiché gli Hornets ingannavano i propri tifosi compiendo un break che dava l’illusione di poter quantomeno giocarsi la partita punto a punto sino in fondo.
Dopo un errore di Deng seguito dagli errori di Henderson e di Wade (da 3 pt. quest’ultimo), Biyombo avrebbe la possibilità di muovere il punteggio, ma il suo gancio non aveva miglior sorte dei tiri precedentemente descritti, tuttavia Henderson si catapultava sul rimbalzo e correggeva da sotto canestro per il 57-55.
Henderson accumulava punti segnandone altri due in ritmo e mentre Haslem era stoppato da Marvin Williams a 9:16 Walker con il suo tiro fronte a canestro contro Whiteside portava sul 61-55 la squadra in divisa viola.
Gli Heat però reagivano e mettevano le basi per vincere la gara oscurando gli Hornets in questa fase, iniziava a 9:04 dal pitturato e nonostante Kemba aprisse bene sulla sinistra per dare un vantaggio nella tripla a segno di Marvin Williams ben appostato e a 8:04 Henderson lasciasse Deng sul posto per andare in entrata flash a schiacciare in armonia con l’universo, gli Heat con Wade (già autore in questo parziale di un bel canestro con giro sul piede perno e finte sui lati spalle a canestro tirando dalla baseline sinistra) si riportavano in parità a quota 65.
Un fallo chiamato a Biyomo piuttosto discutibile più un fallo commesso da Henderson a 5:47 su Deng che faceva richiamare la guardia in panchina da parte dell’allenatore Clifford, concedevano il +2 agli avversari.
Un goaltending di Biz che toccava la palla a contatto con l’anello costava a Charlotte due punti così come una battaglia persa a rimbalzo finiva per premiare gli Heat che con Haslem a 4:36 si portavano sul 65-71 con un parziale da inizio quarto di 10-16.
Il gap saliva ancor dopo il time-out preso da Charlotte; dopo alcuni errori, anche in fase di controllo e passaggio, la bandiera degli Heat Wade aveva la meglio a 3:48 contro Stephenson in penetrazione, dal fallo ricavava due liberi per il 65-73.
Gli Hornets erano anche sfortunati; su una palla veramente sputata fuori dal ferro gli Heat improvvisavano la transizione, passaggio in stile touchdown di Wade, il quale avrebbe dovuto essere un alley-oop, ma la pala che sbatteva sul tabellone terminava a Haslem che segnava da sotto.
Gli Hornets riducevano lo scarto a una cifra a 2:50 con un gioco a due Mo/Biz che portava il secondo ad allungarsi per andare in appoggio. Il tempo scorreva e anche se le squadre segnavano, Charlotte rimaneva distante; a :59.0 sec. Mo Williams metteva un jumper con ginocchio in avanti per il 71-82.
Un discreto finale di terzo periodo dava a Charlotte la possibilità di riavvicinarsi; una steal di Kemba su Dragic (manata sulla palla a spicchi sul palleggio dello sloveno nell’area degli Hornets), era preludio al fallo di Haslem che travolgeva Kemba sullo slancio nel tentativo di recuperar palla.
2 FT a segno più un canestro di Biyombo, grande atletismo nello stacco effettuato dal cuore dell’area per sorprendere il difensore sul rimbalzo e convertire in schiacciata il pallone scagliato da Mo Williams che aveva colpito solamente il ferro.
75-82 agli ultimi dodici giri di lancette…

L’ultimo quarto iniziava male pura vendo il possesso.
Biz era stoppato e Miami segnava 4 punti, la palla persa da Mo sulla pressione di Dragic (poi facile in transizione) a 10:42 valeva il 75-86. Lance veniva stoppato da Ennis, Deng sbagliava un open shot e finalmente Mo a 9:58 segnava due punti a 9:58 con un fade-away dal lato sinistro.
Lo stesso Mo però si faceva rubare da dietro un pallone dal rookie Johnson addormentandosi in mezzo al campo e a 9:22 un fallo di Maxiell su Andersen costava un punto ai Calabroni per effetto dell’uno su due dalla lunetta del centro avversario.
Charlotte provava ad attaccare, ma la difesa degli Heat in questa fase era veloce e granitica, passaggi veloci dentro/fuori e sul perimetro non scalfivano il posizionamento e le rotazioni degli Heat, gli Hornets, però riuscivano a prendersi i rimbalzi sul tiro per proseguire l’azione, cosicché Walker a 8:47 potesse infrangere il muro con una bella penetrazione che portava nelle casse di Charlotte tre punti (fallo di Ennis).
La squadra di Clifford appena raggiunto il -7 però era colpita a freddo da Ennis, il quale a 8:25 poteva contare su tanto spazio per una tripla aperta che dava il +10 agli Heat (80-90).
Dopo una transizione quattro contro uno fallita da Johnson, Kemba riusciva a commettere fallo non sul tiro e salvava gli Hornets che tornavano ancora a -7 con tre liberi di Mo Wlliams (fallo di Dragic sul tiro a 7:26), poi era Wade a colpire il “palo” tirando sul lato del tabellone, mentre Charlotte sull’azione seguente si portava in attacco ma gli arbitri non chiamavano un evidente fallo su Mo Williams in appoggio.
Si ricordavano del fischietto a 6:43, ancora Johnson a far fallo sul veterano ex Minnesota.
Dalla lunetta Mo era una garanzia e la squadra del North Carolina tornava sul -5 (85-90).
Whiteside in gancio e Marvin Williams che trovava la giornata del porte aperte partendo dalla sinistra e percorrendo tutta la linea di fondo andava a schiacciare lasciavano le distanze inalterate.
L’occasione per tornare a un possesso Charlotte l’aveva a partire da 5:10 quando gli Heat commettevano un turnover con un passaggio impreciso che terminava fuori dal campo.
A 4:48 arrivava il primo -3 grazie a due FT di Henderson, Dragic continuava a essere difficilmente marcabile per gli Hornets e segnava in appoggio sulla sinistra nonostante l’ala di Biyombo protesa nel tentativo di fermarlo.
Haslem si prendeva una stoppatona da Biz e Henderson con un jumper dalla diagonale sinistra a 3:39 dava qualche speranza a Charlotte, ora sul 91-94.
Il duello Dragic/Walker decideva la partita nel finale. Lo sloveno andava a segnare anche prendendosi il fallo di Biyombo che colpiva la protezione della struttura del canestro con un gesto di stizza, gioco da 3 punti che unito al canestro realizzato più tardi (dopo una forzatura di Kemba con palla gettata in rimessa laterale cercando Henderson) sfruttando un blocco e andandosi a prendere un tiro frontale non eccessivamente difficile segnava il 91-99 a 1:37 dalla fine.
A 1:32 Kemba tornava in sé. Rainbow per il 93-99, poi Dragic giocava con il cronometro, ma erano gli Hornets in transizione a rischiare di segnare un gioco da 3 punti con Henderson.
Niente da fare sull’appoggio ma liberi a segno per il 95-99 a 1:01.
Deng come Dragic si dimostrava una spina nel fianco per i Calabroni continuando a colpire in jumper.
Due punti pesanti a meno di un minuto dalla fine.
Ancora più pesanti erano gli errori di Walker dalla lunetta a 30 secondi dalla fine.
Il suo 0/2 avrebbe potuto essere fatale ma Marvin Williams toccava la palla spedendola fuori, forse c’era un impercettibile tocco di Haslem sulla sfera e gli arbitri dopo aver prima dato la rimessa per gli Hornets, averla invertita, andavano al tavolo dell’instant replay tornando sui propri passi e affidandola agli uomini di Clifford, anche se io onestamente ho qualche dubbio ancora, sebbene la terna ci restituisse qualcosa in maniera tardiva.
Mo a .243 segnava due punti veloci da sotto, Henderson commetteva fallo su Wade che non sbagliava i liberi per il 97-103.
Charlotte era sotto di due possessi e mancava poco alla fine, urgeva una tripla, segnata da Henderson a 15 secondi dalla fine.
I Calabroni tentavano di recuperar palla sulla rimessa grazie al raddoppio, ma il piano falliva e Henderson a :07.5 era costretto al fallo.
Dragic chiudeva la gara, anche perché dopo il time-out Mo provava con coordinazione precaria da 3 punti per un -2 eventuale, ma il miracolo non avveniva e Charlotte cadeva nuovamente in uno scontro diretto.

Charlotte ha peccato andando in alcuni minuti di gioco cercando soluzioni personali in jumper.
Miami magari ha messo assist meno vistosi o belli rispetto a Charlotte, ma sono stati più numerosi e ha finito per far registrare 20 assist contro i 12 di Charlotte.
Per effetto dell’attacco nel pitturato gli Heat hanno finito per guadagnarsi tiri più o meno meritati, con un 22/28 dalla linea contro il 17/21 degli Hornets, esattamente i 5 punti in più che hanno fatto la differenza.
Il 12/37 del tandem Waker/Mo Williams ha finito per incidere sul 39/91 totale della squadra.

miahornsta

Voti

Walker: 5
Perde il duello con Dragic. Prima alterna buone cose ad altre meno positive ma si tiene sulla sufficienza, anche qualcosina oltre forse, poi nel finale scende nettamente di tono e Charlotte perso il perno inizia a girare cercando di ritrovare il punto d’appoggio. Da valutare se possa essere la PG del futuro. Sbaglia troppo anche se non sarà al top della condizione.

Henderson: 7
Serata passata all’attacco di Henderson che cerca nel finale di caricare i compagni. In difesa non sempre riesce a fermare gli attacchi avversari, ma sicuramente è superiore in serata a Wade e a chi gli passa davanti, sebbene gli Heat non giochino male nemmeno come singoli.

Taylor: 5,5
Rimane in campo specialmente nella fase iniziale, poi quasi nullo in fase realizzativa benchè stasera faccia un 2/2 e dia anche un bell’assist viene tolto da Clifford. Difesa così così.

Marvin Williams: 6
Tanti rimbalzi, una bella schiacciata e una tripla tirata con un po’ di fretta realizzata. In difesa alterna buone giocate a momenti di difficoltà.

Biyombo: 6,5
Gioca con il naso rotto senza mascherina, se la vede con Whiteside e da qualcosa in più rispetto al pivot avversario, anche se a volte le sue posizioni sono rivedibili.

Maxiell: 5
2/7 ottenuto in schiacciata. Qualche rimbalzo, per il resto direi che sarebbe ora che giocasse Vonleh sebbene sia una PF.

Mo Williams: 5,5
Troppo poco da lui al tiro. Con queste statistiche alla Neal non si va da nessuna parte.

P.J. Hairston: 6
Una bella tripla e un salvataggio in transizione. Resta poco in campo ma un 6 è giusto.

Stephenson: 5,5
Io direi che l’estate è lunga. Brooklyn, Indiana o anche Alaska, dove volete voi… Non è il colpevole principale della serata, ma è quasi un corpo estraneo alla squadra, quando gioca a volte fa segni ai suoi compagni e “non sempre l’azione che comanda” è così intelligente… Di solito inizia bene e finisce male, contratto troppo oneroso potrebbe ritrovarsi in altro contesto.

Vonleh: s.v.
Pochissimo sul parquet.

Clifford: 5,5
Troppi tiri in sospensione. Non riesce a causa degli infortuni a limitare le incursioni in area a causa anche della bravura degli Heat e a qualche regalino degli arbitri, ma sta fallendo l’obiettivo minimo, pur in condizioni di di difficoltà. Troppe perse quando aveva tutti a disposizione con partite gettate alle ortiche…

Il tabellino degli Hornets.

Il tabellino degli Hornets.

Peccato Capitale

Strani giroli cosmico karmici sull’Eastern Conference.
Come molti di voi sapranno gli Charlotte Hornets prendono il nome grazie a un generale inglese, Cornwallis, che s’imbatté in una colonia d’indipendentisti americani durante la guerra di secessione dalla madre patria inglese e definì la zona un nido di Calabroni perché non capiva da dove colpissero i suoi nemici.

Battle of Charlotte

Come talvolta accade nella storia, gli oppressi passarono da vittime ad aggressori quando il primo presidente Washington iniziò una guerra contro gli indiani che porterà alla battaglia di Fallen Timbers dove i nativi originari delle terre americane presero una sonora batosta.

Alla fine del 1800 gli Indiani avevano perso gran parte dei loro territori, fra il 1891 e il 1898 tutti i Nativi furono rinchiusi nelle riserve, ad eccezione dei Chippewa che diedero origine a una rivolta che finì in un massacro.

Traditi dalle promesse dell’esercito, dall’aggressione dei pionieri in combutta con l’esercito e il governo di Washington, da episodi famosi raccontati anche dal poeta cantautore Fabrizio De André in “Fiume Sand Creek”, villaggio in cui l’esercito massacrò donne e bambini benché i Pellirossa esponessero bandiera bianca…
Proprio contro la capitale del “peccato originale del nuovo mondo” anche gli Hornets hanno perso molto, fortunatamente non la vita, ma due giocatori fondamentali, Cody Zeller e Michael Kidd-Gilchrist.

Il primo si è infortunato a Charlotte contro i Wizards il 9 marzo, ormai un mese fa.Si sperava fosse una cosa momentanea, ma la spalla slogata non ha dato chance alla nostra ala grande titolare giacché le terapie per recuperarlo non hanno dato esiti positivi. Cody aveva tentato il rientro, ma si era dovuto arrendere ben presto (nella stessa partita di rientro) a causa delle sue condizioni non ottimali. Ancora oggi ha problemi nel muovere efficacemente il suo braccio sopra la spalla.

Auguri a Cody Zeller per un rientro in gran forma a breve.

Cody Zeller, ancora fuori stanotte.

Il secondo si è infortunato a Washington il 27 marzo alla caviglia sinistra e ancora oggi la parte è gonfia e dolorante. Potrebbe rientrare per venerdì forse.

MKG.

MKG.

Due perdite fondamentali comunque per una squadra che fa della difesa la sua forza, importanti per dare una mano a Jefferson il primo, semplicemente un gran difensore il secondo.

Queste due perdite potrebbero confinare Charlotte nella riserva delle squadre che quest’anno guarderanno i playoffs alla tv, anche perché il destino si è divertito a togliere dai giochi anche Al Jefferson che si è dovuto arrendere a Indianapolis e non agli indiani per un doppio problema (inguine e ginocchio). Big Al aveva già subito un infortunio contro Milwaukee in casa e nonostante un primo lungo stop, contro Sacramento il problema si era riproposto. Stava giocando trascinandosi in campo, incapace di fare alcuni movimenti che non gli consentivano un buon attacco e permettevano agli avversari di prendersi un vantaggio considerevole in attacco. Anche lui non dovrebbe rientrare prima della gara di venerdì contro i Falchi di Atlanta.

Bismack Biyombo (il centro che sostituisce il nostro N°25) invece si è appena fratturato il naso contro i 76ers, o meglio… contro Marvin Williams quando i due nel finale si sono avventati sullo stesso pallone come rapaci per togliere la possibilità a Phila di segnare i punti che avrebbero chiuso la gara a pochi secondi dalla fine. Charlotte però ha fatto sapere che si è allenato al shootaround e sarà regolarmente in campo anche se con una maschera protettiva.
Anche Miami fino a questa mattina non sembrava messa benissimo, la lista degli infortunati era/è lunga, anche se a parte Bosh in lungodegenza, le perdite del Calore sono meno importanti nell’economia globale della squadra rispetto a quelle di Charlotte. Michael Beasley (ginocchio), così come Hassan Whiteside (mano) e Luol Deng (ginocchio) sembravano più per il no che per il si, ma nella giornata di oggi sono dati in dubbio, migliorando quindi la loro situazione… Wade (ginocchio) e Dragic (schiena) hanno leggeri problemi ma ci saranno sicuramente contro di noi.

A Miami quindi scontro fondamentale per continuare a sperare oltre la ragione in un viaggio ai playoffs per dare un po’ di entusiasmo all’ambiente, benché le difficoltà descritte siano veramente una montagna da scalare, ma gli Hornets non hanno bisogno di una nota bevanda per mettere le ali essendone dotati.

Sta a loro ora decidere se usarle o meno…

Charlotte-Calabrone Vero

Game 76; Charlotte Hornets Vs Philadelphia 76ers 92-91

Sottotitolo; RespirHornets

Alla Time Warner Cable Arena arrivavano i Philadelphia 76ers, una squadra con una dirigenza incomprensibile che aveva rivoluzionato nuovamente la squadra poco più di un mese fa.
Chi pensava che i 76ers venissero a passeggiare, pur essendo (record alla mano) una delle peggiori squadre della lega, sbagliava di grosso.
I 76ers hanno avuto fino all’ultimo istante la possibilità di vincere la partita, ma l’ultimo tentativo non è andato a buon fine e gli Hornets, che giocavano senza tutto i frontcourt titolare (Jefferson, Zeller e MKG), hanno potuto tirare un grosso sospiro di sollievo vincendo una partita che probabilmente non servirà a molto, ma che ci da un’altra speranza, quella di poter scendere a Miami ancora in gioco visto che gli Heat sono usciti dal Palace di Auburn Hill con una sconfitta 98-99 per mano dei Pistons, mentre i Boston Celtics hanno avuto ragione alla fine dei Toronto Raptors per 117-116 dopo un OT in questa pasqua giocata sul filo. Brooklyn ha ceduto ad Atlanta 99-131 per la cronaca.

Biyombo commette fallo su Aldemir.

Biyombo commette fallo su Aldemir.

Gli Hornets (in bianco) calcavano il parquet amico con; Walker, Henderson, Taylor, Marvin Williams e Biyombo, mentre i 76ers (blu chiaro con bande rosse) si presentavano con; Ish Smith, Covington, J. Grant, Noel e Aldemir.

Taylor iniziava male andando in area a cercarsi guai e scaricando fuori una palla sporcata che Marvin Williams fermava prima dell’uscita dal campo, purtroppo il suo piede sinistro toccava la linea laterale e i 76ers passavano all’attacco ma non segnavano così come Henderson che era stoppato.
I primi a segnare erano i 76ers sull’azione successiva; un’alley-oop di Noel muoveva sullo 0-2 il punteggio a favore degli ospiti.
Charlotte dimezzava lo svantaggio quando sulla conclusione ravvicinata di Kemba dalla baseline sinistra, Biyombo era fermato irregolarmente sul tentativo di tiro da sotto dopo essersi guadagnato il rimbalzo.
Il centro congolese a 10:37 splittava, le squadre sbagliavano diversi tiri tra cui un tentativo a testa da 3 punti con Marvin Williams e Covington che colpivano entrambi due volte i ferri interni prima di uscire.
Su un recupero di Taylor Walker decideva per l’attacco frontale, sulla conclusione era toccato irregolarmente, ma con buona coordinazione riusciva ugualmente a resistere e a mettere una specie di tiro/gancio laterale.
La giocata era completata dal libero aggiuntivo realizzato e Charlotte passava in vantaggio 4-2 a 8:36 prima di essere raggiunta dal tiro di Ish Smith (stoppato da Biyombo una frazione di secondo dopo che il pallone avesse preso la parabola discendente) e superata a 7:35 da una schiacciata di un buon Grant (in transizione).
I Calabroni riagguantavano prima il risultato di parità e poi il vantaggio con due tiri quasi fotocopia di Walker che in jumper dalla media distanza dalla diagonale destra aggiungeva 4 punti per l’8-6 a 6:18, tuttavia Grant dall’angolo destro riportava sopra Philadelphia di un punto con la tripla dell’8-9.
Dopo qualche errore per parte ancora, compreso un tentativo di Biz in schiacciata che perdeva il controllo della palla alzando a una mano per caricare la schiacciata, era Taylor a tentare d’imitare Biz con una jam a 4:50.
Il buon passaggio sulla corsa di Taylor consentiva alla nostra ala di arrivare lanciato, Covington cercava il contatto per arrestarlo, sullo scontro la palla sfuggiva dalle mani di Taylor ma era già ben avviata verso il canestro; due punti più libero a segno e Charlotte nuovamente avanti sull’11-9.
Robinson pareggiava ma Marvin Williams cercava di far valere la sua esperienza; dopo l’errore in jumper in uno contro uno riusciva a riprendersi il rimbalzo anticipando il difensore e a correggere in tap-in. Biyombo segnava da sotto a 2:48, poi tornava a difendere; quando a Mbah a Moute si spalancavano le porte dell’anello e sembrava destinato a segnare, arrivava Biyombo a spazzare via il suo tentativo con una vigorosa monster block che preservava il vantaggio di due punti, poi aumentato da Mo Williams che prima falliva da 3 punti, ma sul possesso tenuto vivo da Charlotte colpiva con un jumper prima e allungava dalla lunetta poi a 1:37.
Thompson con un tiro da 3 punti riaccorciava sul 19-16 a :53.6, il punteggio non si schiodava più nella prima frazione poiché il centro congolese rifilava sulla sirena un’altra stoppata ai 76ers.

Nel secondo quarto Thompson dalla lunetta trovava 11 secondi dopo il pareggio e Sampson anche il vantaggio ospite con un’entrata troppo facile.
A 10:05 Phila si portava sul +4 grazie a Mbah A Moute che andava in lunetta perché sfuggiva alla marcatura di Vonleh e andava a contatto (irregolare) con Maxiell.
Il n°12 ospite metteva i liberi del 19-23, successivamente Charlotte in attacco sbagliava con P.J. Hairston ma sul tentativo del compagno arrivava Vonleh a correggere in tap-in per il -2.
Maxiell realizzava anche il pareggio ma Covington a 8:28 segnava il 23-25 e Lance dalla rimessa concedeva una transizione diretta a Phila passando palla direttamente agli avversari prima che Maxiell riportasse a -2 la squadra di Clifford con un gancio ravvicinato.
I Calabroni riportavano la gara in equilibrio perfetto quando Mo Williams mancava il tiro, la palla rimbalzava sul ferro, il primo ad arrivare nei pressi era Vonleh che deciso anticipava Covington e schiacciava violentemente per il 27 pari abbattendo anche Noel involontariamente che non rientrerà più sul parquet.
Phila comunque nel secondo questo si dimostrava vivace e aveva un buon momento; i canestri di Aldemir e due liberi del n°35 dei 76ers più tre punti di Covington a 5:57 davano un margine di vantaggio agli ospiti di 7 punti (27-34), poi toccava ai Williams (intervallati da un libero di Aldemir) aggiungere due punti a testa.
Il canestro di Mo spostando il baricentro in avanti ed entrando con un passo nella zona del tiro da due per battere la difesa di Grant sul perimetro era difficile, la parabola quasi inesistente ma la palla finiva per entrare ugualmente.
I Sixers tuttavia ubriacavano la difesa di Charlotte con il canestro di Grant (che per fortuna di nome non fa Glen) da 3 punti e anche se Charlotte replicava con due punti di Mo Williams, gli avversari segnavano il 33-40 con Smith da vicino canestro.
Biyombo cercava di ridurre il gap; con un buon movimento sotto canestro (pump fake a far saltare i due difensori e gancio) segnava Covington da 3 proseguiva l’era delle triple Phila (35-43).
A 3:27 Henderson si creava da solo dopo un’azione in palleggio a portare a spasso il difensore, un tiro dalla linea di fondo che entrava, comunque Aldemir prima stoppava il pallone alzato da Walker in entrata, poi subiva una spinta a rimbalzo da parte di Hendo, il quale lo mandava in lunetta da dove il lungo bianco non falliva.
A 2:36 Mo Williams dalla lunetta imitava Aldemir con un 2/2 ma Robinson per gli avversari portava altri due punti nel paniere.
Phila rimaneva troppo aggressiva e l’inesperienza portava Thompson a commettere un piccolo fallo ingenuo in marcatura che consentiva a Marvin Williams di andare in lunetta per segnare due liberi (41-47), linea sempre protagonista dall’altra parte del campo quando vi si fermava a cronometro fermo anche Robinson che con un 2/2 per fallo di Mo Willams ridava un cuscinetto di 8 punti di vantaggio alla sua squadra.
Charlotte faceva partire il progetto rimonta nel finale dimezzando lo svantaggio con due liberi di Biyombo, bravo a farsi far fallo dopo aver conquistato un altro rimbalzo offensivo e con Mo Williams in pull-up per il 45-49.
Marvin Williams con un tiro in sospensione lunghissimo metteva i punti del 47-49 ma Sampson in turnaround contro Walker portava i 76ers sopra i 50. A chiudere il quarto ci pensava Mo Williams che dalla lunetta (fallo di Aldemir) realizzava altri 2 FT mandando tutti a bersi qualcosa negli spogliatoi sul 49-51 per i blu ospiti.

6 punti e 6 rimbalzi in 14:12 sul parquet per Noah Vonleh.

6 punti e 6 rimbalzi in 14:12 sul parquet per Noah Vonleh.

Il terzo quarto vedeva Charlotte trovare il pareggio 30 secondi dopo l’inizio.
Il 51 pari era il preludio a un’altalena d’emozioni che si sarebbe conclusa solo sulla sirena finale.
Aldemir da 2 punti, e Mbah a Moute dalla lunetta (per un fallo di Bismack che salverà un punto decisivo) davano il +3 a Noel & Company, ma a 10:03 la difesa di Phila stendeva il tappeto rosso per Taylor che in entrata ne approfittava per l’appoggio del 53-54.
Mbah a Moute continuava a combinar disastri; anche in attacco faceva perdere palla ai suoi spingendo Henderson.
Da spalle a canestro con un braccio allargato e una spallata faceva cadere Gerald e gli arbitri davano a Charlotte la possibilità di reimpossessarsi del pallone.
A 7:40 Walker from the elbow andava a segno e 34 secondi dopo Kemba ci riprovava non riuscendo a metter dentro la palla, c’era però ancora l’onnipresente Biyombo a guadagnarsi la palla a spicchi e a posterizzare Sims per il 58-57.
Phila tornava avanti ma Kemba a 6:03 ci provava in modalità entrata con cambio mano e appoggio al vetro sulla destra, tutto perfetto e nuovo vantaggio della squadra di Jordan che durava poco per l’imitazione dell’azione di Kemba (con meno difficoltà) da parte di Ish Smith.
Kemba ci provava da 3 ma il tiro colpiva solamente l’anello, tuttavia il nostro play tentando di rubar palla si allungava sul parquet compiendo una giocata di sacrificio su Smith che era l’ultimo a toccare e gli Hornets riguadagnavano palla.
A 5:05 Taylor lasciava sul posto Covington con un’entrata dalla sinistra, sul tentativo di dunk arrivava Sims a commettere un fallo.
Taylor però realizzava entrambe le conclusioni e i teal & purple tornavano avanti di un punto (62-61).
Walker si erigeva a momentaneo protagonista prendendo bene posizione in difesa, l’entrata di Smith era valutata giustamente dagli arbitri come sfondamento e Kemba tornava in attacco per colpire a 4:24 con un piccolo arcobaleno ravvicinato sopra il difensore.
Per un fallo di Maxiell su una palla vagante con Charlotte in attacco, a 2:42 i Calabroni concedevano il bonus che Smith sfruttava pienamente per riportare i suoi colori al -1.
Mo Williams andava sulla baseline destra imponendo al difensore un difficile controllo poiché l’accelerazione usata gli dava quel minimo di vantaggio per rimediare lo spazio per tirare anche in uno contro uno. Buon canestro, seguito da quello ospite con Grant e il suo layup in contropiede e da quelli ottenuti a gioco fermo a 1.31 da Marvin ai liberi (2/2).
Nel finale Sampson apportava due punti alla causa avversaria, Mo veniva stoppato da Grant che in serata ne aveva già messe a referto altre, ma a :32.3 entrava a tutta velocità frontalmente nella difesa di Phila che non riusciva a fermarlo, tuttavia ancora un morbido tiro di Sampson, dopo aver colpito il secondo ferro scendeva nella retina. Mo Williams chiudeva a :02.2 il quarto con un remake della seconda frazione; 2/2 dalla lunetta e punteggio di 72-69 prima dell’ultimo “avvincente” quarto.

L’ultimo quarto di gara iniziava con un errore di Mo al tiro e con Thompson a pareggiare con un tiro da 3 punti. Hairston si prendeva un jumper lungo dalla linea di fondo destra e lo metteva a segno venendo applaudito dal pubblico.
Il 74-72 diventava 74-75 per effetto di una tripla mandata a bersaglio da Mbah a Moute (con Vonleh di fronte), ma P.J. Hairston con un tiro dalla media sinistra decideva che era il momento di farsi vedere in attacco; altro canestro e controsorpasso Hornets.
A 10:10 pe un fallo di Vonleh su Mbah a Moute faceva scoprire agli Hornets le difficoltà di questo giocatore in lunetta.
L’uno su due stabilizzava la gara a quota 76 ma a 8:46 Walker cercava di spingere in direzione Charlotte la gara con un’entrata fast e tiro in svitamento con appoggio vincente più tiro libero.
Il +3 Charlotte era vanificato da un’altra tripla di Thompson ma Walker segnava con un jumper, tipico della sua serata.
Robinson segnava da 3 tirando over Walker, il quale perdeva anche il pallone in attacco, comunque Vonleh quasi allo scadere dei 24 secondi faceva un’ottimo lavoro andando a spingere su Mbah a Moute con movimento spalle a canestro e una volta preso quel piccolo spazio per tirare colpiva con un hook perfetto a 7:10 per l’83-82.
27 secondi dopo era ancora Kemba from the elbow a dare tre punti di vantaggio a Clifford e a metà tempo esatta un Walker protagonista passava dietro a un blocco di Biyombo (che ben teneva sul difensore del nostro play) e segnava dal mid range diagonale destro.
Il +5 era solo toccata e non fuga, 3 punti di Smith nel finale riportavano a stretto contatto Phila (87-86).
Kemba veniva stoppato e sulla transizione Smith passava a Grant, per fortuna a 4:07 Marvin William commetteva fallo, scelta che si rivelerà decisiva perché Grant dalla lunetta fallirà entrambe le conclusioni lasciando in vantaggio Charlotte.
La partita potrebbe chiudersi a 3:52 quando Henderson infilava la tripla dal corner destro ma 18 secondi più tardi la risposta di Covington da oltre l’arco faceva ritornare la situazione uguale a quella antecedente alla bomba di Gerald.
Walker sbagliava l’entrata, Grant invece era impossibilitato a concretizzarla dato il fallo di Marvin Wiliams a2:51 su di lui.
Il due su due dava origine a un 90-91 che durava sino ai secondi finali dato che le squadre si affidavano alle loro guardie principalmente.
Mo veniva stoppato da Smith, poi era Biz a contenere Smith e dall’altra parte Mo Williams perdeva ancora un pallone andando a mettersi nell’angolo destro in palleggio.
A 1:30 un fallo offensivo di Grant era seguito da un jumper di Henderson dalla media fallito a un tiro di Smith da 3 punti che non entrava, i Calabroni concedevano troppe opportunità a Philadelphia che guadagnava rimbalzi ma non segnava, alla fine era Marvin Williams (il quale nella frenesia colpiva involontariamente Biz con un gomito e con la scarpa lasciandolo a terra) a recuperare finalmente il rimbalzo a :23.1 dalla fine.
Mo ci provava da 3 punti ma il pallone non entrava, passavano anche troppi secondi prima che lo stesso Mo riuscisse a fermare il gioco con un fallo tattico.
A :10.6 Smith si presentava in lunetta ma si compiva il piccolo miracolo; 0/2 e time-out Hornets per architettare qualcosa in occasione dell’ultima possibilità.
Al rientro Henderson correva a ricever il passaggio dalla rimessa laterale in punta sulla soglia dei cinque secondi concessi, la sua entrata aggressiva a battere Smith non era facilissima, ma la sua maggiore stazza unita alla sua esperienza lo portava a ottenere un canestro che a :06.0 dalla fine avrebbe potuto rivelarsi decisivo.
Philadelphia aveva un’ultima azione e si affidava a Smith che cercava come Gerald il canestro ma seguito da Biyombo anche se in leggero ritardo non tenendo il passo e affrontato da Walker in chiusura sotto canestro doveva alzare la palla forse cambiando tiro rispetto a quello già in mente.
La sfera non entrava e il tempo spirava, Charlotte così coglieva un’importante vittoria sebbene ottenuta con tantissima fatica.

Pochi assist in generale, Charlotte utilizza bene la lunetta (decisiva) ma tira malissimo da 3 punti con solo il 7,7% contro l’alto 42,3% sei 76ers. Balzano all’occhio le 14 stoppate contro 5 a favore degli ospiti e i 22 punti realizzati da Charlotte sui palloni persi d Phila contro gli 8 concessi dai Calabroni. Per quanto riguarda i top scorer d serata in casa Hornets, Walker chiude a 24 pt., Mo Williams a 18 e Marvin Williams a 11. Biyombo invece chiuderà con 9 punti e 9 rimbalzi.

chaphista

Voti

Walker: 7
24 pt. (11/21), 5 rimbalzi, 2 assist. Perde due palloni, un’inezia a confronto della bocca da fuoco che è tornata a essere. Lo aspettiamo contro gli Heat in forma smagliante per giustificare il suo prossimo oneroso contratto. Senza forzare jumper magari, anche se lui dal palleggio e con lo stepback riesce talvolta a crearsi lo spazio per il tiro.

Henderson: 6,5
7 pt. (3/12), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Dopo un 2/11 da brividi, a salvarlo sono una difesa sufficiente e il canestro voluto e cercato che fa compiere a Charlotte il sorpasso definitivo.

Taylor: 6,5
7 pt. (2/4), 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Più preciso dalla linea, si prende alcune buone entrate che gli consentono anche di andare in lunette e aggiungere punti, dimostrando che riesce a tirare anche dalla linea a cronometro fermo.

Marvin Williams: 6,5
11 pt. (3/7), 7 rimbalzi, 1 rubata. Qualche buon punto e quel rimbalzo che salva Charlotte dall’ennesimo canestro subito su una seconda opportunità. Avrebbe probabilmente tagliato le gambe a Charlotte.

Biyombo: 7
9 pt. (3/4), 9 rimbalzi, 3 stoppate. Quasi va in doppia doppia. Marvin Williams nel finale cerca di metterlo K.O., anche se in maniera del tutto involontaria. Lui riesce a rialzarsi e a inseguire Ish da vicino, anche se non ne ha il passo, nell’ultima azione che costringe i 76ers alla resa. Un paio di stoppate delle sue, belle toste.

Mo Williams: 5,5
18 pt. (5/17), 1 rimbalzo, 5 assist, 1 stoppata. 3 palle perse di cui l’ultima pesantissima in una fase delicata della partita. Rischia di costarci cara la sua media tiro nel finale. Buon distributore di assist e “prima uscita” dalla panchina discreta.

P.J. Hairston: 6
(3/10), 3 rimbalzi, 1 rubata in 16:50. Importante nel finale quando mete due tiri di seguito, poi esagera, si fa stoppare da sotto e portar via la palla, tuttavia, nonostante al tiro non vada benissimo la sufficienza la strappa.

Vonleh: 6,5
6 pt. (3/6), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata in 14:12. Fondamentale. Fa fuori Noel involontariamente e mette a segno una mossa decisiva per l’incontro, tanto più che sulla stessa azione anticipa Covington e schiaccia con grinta per un’azione da highlights. Lo si vede tirare bene anche in gancio e cattura alcuni rimbalzi.

Stephenson: 5
0 pt. (0/3) in 6:35. Sbaglia tutti i tiri, perde 3 palloni e non sembra in partita da subito.

Maxiell: 6,5
4 pt. (2/2), 6 rimbalzi, 1 stoppata in 15:57. Fa un discreto lavoro. Interrompe la sua striscia di tiri non realizzati con un 2/2 che sblocca la sua incapacità di andare a segno. Tiene abbastanza a rimbalzo.

Coach Clifford: 6,5
Tutto il frontcourt fuori. Si ostina a far giocare nei loro ruoli specifici i giocatori seguendo le gerarchie. Stasera, anche perché l’avversario è più abbordabile, Taylor e P.J. Hairston, anche se subiscono un po’, vanno meglio della gara precedente e soprattutto riceve una mano da Walker. I suoi giocano in maniera più intelligente, schema finale compreso con la decisione di andare a giocarsela dentro, sebbene nel primo quarto specialmente, i 76ers avessero rigettato diversi tentativi di appoggio dei Calabroni (alcuni troppo accademici). L’importante era vincere, ora si torna a sperare un po’. Tra tre giorni Miami. Dopo aver perso tre scontri diretti recentemente, potremmo vincerne uno per rimanere in corsa, infortuni permettendo visto che in serata ha dovuto rinunciare anche a Jefferson, sebbene Biyombo lo stia sostituendo degnamente secondo le proprie caratteristiche. Smith alla fine dalla lunetta lo/ci grazia e lui ringrazia.