Totopaolo: 15ª settimana

A cura di Paolo Motta.

In arrivo per gli Hornets (26-20) una settimana da “pressure test”: 5 sfide in 7 giorni, compreso un back to back fuori casa (e mezzo in casa!), che metterebbe in difficoltà chiunque.

Ecco nel dettaglio le sfide che ci attendono, sulla carta equilibrate e di fondamentale importanza per il continuo della stagione regolare:

Game 47: lunedì 24/01/2022 ore 01:00 AM italiane Vs Atlanta Hawks (20-25):

Terza sfida stagionale (1-1 il parziale) contro i Falchi della Georgia.

Hawks ancora in difficoltà rispetto al rendimento della scorsa stagione, causa indisponibili e prestazioni dei singoli non all’altezza delle aspettative.

Huerter e Gallinari in dubbio mentre Bogdanovic sarà ancora out.

Occhio al solito asse Young-Collins.

Al momento Hornets superiori sulla carta, con Rozier e Hayward fondamentali per guidare i giovani alla vittoria.

1. di buon auspicio.

Game 48: mercoledì 26/01/2022 ore 01:00 AM italiane @ Toronto Raptors (22-21):

Prima sfida della stagione contro i Raptors, che dopo un inizio di campionato balbettante stanno risalendo la china grazie al duo VanVleet (21.8 ppp) – Siakam (21 ppp).

In generale i canadesi sono una squadra compatta, ben allenata e con diverse soluzioni alla mano, soprattutto sulle ali (vedere anche Anunoby con 18.9 ppp).

Partita equilibrata ma il fattore campo potrebbe dare una spinta in più alla squadra di casa.

1. Sconfitta di misura.

Game 49: giovedì 27/01/2022 ore 01:00 AM italiane @ Indiana Pacers (17-30):

Quarta ed ultima sfida stagionale contro i Pacerscon gli Hornets ad aver già vinto la serie stagionale (sul 3-0) contro i gialloblù.

Nonostante i gialloblù siano in un momento difficoltoso, la partita potrebbe essere più complicata del previsto.

Tra il B2B e la voglia di rivalsa dei padroni di casa, il match è da prendere con le pinze.

Out per Indiana Turner, Brogdon e probabilmente ancora McConnel.

Sforzo in più necessario per portare a casa la partita.

2 sofferto.

Game 49: sabato 29/01/2022 ore 01:00 AM italiane Vs L.A. Lakers (22-23):

Gialloviola in un momento particolarmente delicato della stagione.

Oltre alla chimica di squadra che fatica a sbocciare, aumenta la temperatura della panchina di coach Vogel, ormai sempre più sulla graticola ma la situazione per i losangelini potrebbe migliorare con il rientro di Davis (fuori dal 17 dicembre) già da questa domenica.

James bestia nera degli Hornets ma i Lakers saranno in B2B.

Ago della bilancia il ritorno del “Monociglio”.

2. Sconfitta papabile.

Game 50: domenica 30/01/2022 ore 07:00 PM italiane Vs Los Angeles Clippers (23-24):

Anche l’altra squadra di L.A. si trova in difficoltà, vista l’assenza del duo Leonard – George (fuori dal 25 dicembre).

Il peso della squadra è tutto sulle spalle del supporting cast Jackson (16.7 ppp), Morris (16 ppp) e Kennard (11.5 ppp) non sempre all’altezza della situazione e con i risultati che tardano ad arrivare.

Altra partita equilibrata, dove la stanchezza potrebbe farsi sentire ma la voglia (dei fan) di battere Batum va al di là di ogni fatica.

1 di godimento.

Il pronostico della setimana: 3-2

Game 46: Charlotte Hornets Vs Oklahoma City Thunder 121-98

Intro

Precursore del Brivido (intendo il gioco da tavola) quando ero bambino (stiamo parlando degli anni ’80, ecco perché ricordo bene i primi Charlotte Hornets) esisteva un bel gioco da tavola della MB chiamato Il Castello Incantato.

Già adoravo i disegni dei personaggi che rappresentavano una strega, una fatina, un supereroe con il costumino roso che sparava fulmini…

Il gioco poi lo trovavo avvincente sia per il fondale che per l’emozione data dall’imprevedibilità… quando scendeva quella “palla” potevo provare la stessa emozione di quei pochi decimi di secondo nei quali la palla è sospesa in aria e diretta verso il canestro per vedere che esito avrà…

Ne il Castello Incantato si doveva seguire un percorso (un po’ come nel classico Gioco dell’Oca) irto di ostacoli stando attenti a non essere falciati dalla scure del fantasma in armatura o venire colpiti dal teschio che rotolava giù dal camino che avrebbe potuto prendere ben 4 direzioni.

Un gioco che avrebbe potuto rivelarsi quindi una trappola fino a pochi passi dalla vittoria.

I Calabroni nel proprio feudo incantato cercheranno, invece, di trarre la lezione imparata con Orlando non sottovalutando un avversario che potrebbe avere alcune caratteristiche simili a quelle dei Magic.

Con Charlotte sul 25-20 ed un’avversaria inferiore solo sulla carta, gli Hornets dovranno avere l’accortezza di superare anche questo ostacolo per mettere nel mirino i Cleveland Cavaliers dando continuità alle proprie vittorie.

Molti non credono ancora in Charlotte ma l’innalzamento di livello di molti uomini, un attacco di prim’ordine unito a una difesa che recentemente ha avuto pochi passaggi a vuoto sta strutturando e legittimando le ambizioni di un team che è in upgrade rispetto a previsioni più morigerate d’inizio stagione.

Ashley, la bordocampista prima della partita illustra alcune note per le squadre.

Si scende sul parquet e per una volta non seguiremo Nereo Rocco dicendo: “Vinca il peggiore”…

Le Honey Bees durante la presentazione del quintetto.

Andamento della partita

Gli starting five.
Bridges e il quintetto di Charlotte tipico della 2021/22.

Dopo la palla a due conquistata da Plumlee e subito il canestro di Giddey in taglio nel mezzo tra due tiri da tre a vuoto dagli angoli (Hayward e Rozier), Charlotte pareggiava a 10:48 con la schiacciata di Plumlee intensificando le entrate in attacco con due slanci di Bridges nel traffico imitato da Rozier che a 9:12 costringevano OKC al primo time-out per cercare di limitare le penetrazioni degli avanti Hornets giunti sull’8-2

I Thunder si riprendevano dopo il time-out con un’entrata di Gilgeous-Alexander seguiva un alley-oop di Plumlee, la risposta dello stesso SGA prima che Rozier, rischiando di perder palla nel traffico servisse Ball per un deep 3 che valeva il 13-6 a 7:37 ma Charlotte perdeva palloni nelle azioni successive così Giddey a 6:17 – dopo tre punti precedenti Thunder – arrivava a toccare il -2 813-11) con un coast to coast che faceva propendere Borrego per il time-out.

Anche in questo caso la squadra richiedente riusciva a trarne beneficio ripartendo con un arresto e tiro di Hayward che toccato da Muscala (in rientro) sulla schiena lasciava anche il libero all’ex Celtics.

Tre punti portati a casa a 5:05 seguiti da due per i bianchi con Giddey a sfruttare una 2nd chance da sotto ma P.J. Washington metteva bene piede sul parquet infilando subito la tripla.

Una schiacciata di Bridges a 3:00 dalla prima sirena portava Charlotte sul 23-17 ma era in questi ultimi 180 secondi che i Calabroni volavano con P.J. a stoppare Muscala e il golpe di Oubre Jr. in transizione.

Seguivano un’altra stoppata di P.J. Washington su SGA , sue punti di Hayward in entrata, un canestro di Rozier dal pitturato leggermente sbilanciato con il rilascio a mano unica che si fermava sul primo ferro esitando prima di entrare e due triple di P.J. nell’ultimo minuto per il 35-17.

Il parziale di 12-0 era arrestato da Beasley con una tripla (dopo averne sbagliata una in precedenza emettendo un air-ball) per il 35-20 ma Rozier a :08.2 segnava in entrata subendo fallo.

FT mancato ma Charlotte al comando di 17 dopo 12 minuti.

P.J. Washington, autore di una buona prestazione anche in attacco. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Dopo una schiacciata tagliata di Bazley in avvio secondo periodo Oubre Jr. finiva due volte in lunetta portando a casa tuttavia un solo punto in quattro tentativi e dopo aver visto Diakite accorciare sul 38-24 gli Hornets tornavano a segnare dopo gli errori di McDaniels e Oubre Jr. sulla stessa azione chiusa però brillantemente da Martin con europeista nel traffico.

La palla intercettata da Oubre in orizzontale, il suo fast break con fallo di Mann non impedivano al nostro sesto uomo di realizzare un two and one questa volta mentre P.J. Continuava da oltre l’arco la sua buona serata da tre punti indovinando a 7:42 la tripla del 46-24.

Williams pareva l’unico in assenza di SGA a dare linfa agli ospiti con tre punti diretti mentre Diakite era fermato da una manata di McDaniels che gli misurava la pressione.

Il problema era che uno sgambetto involontario su un’entrata dello stesso numero 6 (chiusa con un canestro in reverse) costava lo spogliatoio alla nostra ala con un problema alla caviglia sinistra dolorante.

Niente fallo chiamato e Hornets a bloccare l’azione di rimessa per dare a Jalen la possibilità di uscire giacché era rimasto a terra.

Dall’altra parte Williams indovinava un libero, mancava il secondo, catturava il rimbalzo e segnava dall’angolo una tripla facendo tutto da solo quindi arrivava il primo errore da fuori di Washington (4/5) ma Martin a rimbalzo lanciava Rozier nell’angolo sinistro che sparava fumante il +20 (51-31).

Dopo il rientro di SGA e 5 punti consecutivi del play, Borrego fermava le lancette per rovinare l’inerzia agli avversari vedendo nei suoi una difesa troppo rilassata.

Sull’ennesimo fast break Hornets la tripla dall’angolo Rozier con sfioramento di Dort in chiusura serviva con un 3 and 1 per il 55-36 quindi nel finale la partita si intensificava in ritmo e canestri ma nonostante il tentativo di allungo con Hayward capace di realizzare due triple veloci confidenti (la prima marcato, la seconda con Giddey in uscita), ecco OKC con Giddey e SGA a far tornare la propria squadra a 17 punti a fine primo tempo: 69-52 con Charlotte comunque nettamente al comando e parsa superiore grazie al controllo del ritmo gioco che portava un 26-14 nei fast break agevolando e costruendo il 55,3% contro il 42,6% al tiro dal campo avversario.

Anche a rimbalzo il 31-24 Hornets garantiva il controllo delle plance.

Il terzo parziale si apriva con una palla persa di Rozier che lasciava possibilità a OKC ma Dort, Giddey e Wiggins fallivano le tre possibilità relativamente facili da sotto e così Ball in entrata e Bridges correggendo un tiro in entrata contrastato lanciavano sul +21 i Calabroni.

Hayward infilava il 75-54 arrestandosi per un pull-up in fade-away frontale ma gli Hornets cominciavano a soffrire il comeback degli ospiti che segnavano con Robinson la tripla del 77-64 avvicinandosi ulteriormente con una dunk di Wiggins (78-69) per toccare – causa altra tripla infilata da Robinson – il -9 a 4:12.

Charlotte mancava diverse occasioni, Borrego, non contento della selezione dei tiri, chiamava un time-out.

Non che la tripla dalla sinistra di P.J. Washington (a segno) fosse consigliabile vista la chiusura del difensore ma funzionava e Martin in transizione spingeva i Calabroni lontani dall’incubo di una quinta vittoria Thunder consecutiva allo Spectrum Center.

P.J. stoppava Gilgeous-Alexander (con lamentele dello stesso) ma dall’altra parte il passaggio dal pitturato di Rozier non lasciava tempo alle recriminazioni perché il n° 20 catapultava dentro la tripla del 90-75.

A :09.5, in un quarto dove Rozier e Oubre Jr. facevano insolitamente fatica a trovare il canestro, ecco l’entrata del numero 3 con fallo di Williams: two and one per il 93-75 che consegnava un ulteriore punto di vantaggio agli imenotteri (rispetto all’intervallo).

93-75, un +18 da difendere in tranquillità.

Rozier provava a mandare a vuoto Wiggins che finiva per terra ma sull’avanzata l’alzata di Rozier era stoppata alta dal n° 7 Thunder (Bazley) in aiuto mentre Jerome silurava da lontano gli Hornets.

Non si aprivano falle perché due FT di P.J. Washington a 10:48, Bridges in caduta laterale seguito dal difensore e un tap-in di Oubre Jr. che estendendo la sinistra correggeva una delle rare triple di P.J. a vuoto consentivano alla squadra della Carolina del Nord di andare sul 99-78 a 9:52 dal termine…

La tripla fuori equilibrio di Rozier (tranciato a livello ginocchia da un Jerome in caduta a sua volta fuori equilibrio) consentiva al n° 3 il secondo 3 and 1 del match poi era LaMelo a fornire a Bridges la tripla per il 111-86 ancor prima d’iniziare a vedere la panchina profonda degli Hornets in campo.

Thor forniva l’assist a LaMelo per la tripla che consentiva al giovane play di arrivare in doppia cifra e da un finale nel quale Thor e Richard presidiavano il perimetro con i piccoli all’interno finivano 4 lunghi in campo più Bouknight il quale nell’ultimo minuto aveva voglia di sprintare per andare a posterizzare in schiacciata Diakite siglando il 121-98 finale.

Nel finale, la “panchina”, festeggia la schiacciata di Bouknight.
Rozier in entrata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

E’ bastata una partita a tratti (quando serviva) attenta difensivamente a Charlotte per sorprendere spesso in transizione gli ospiti e quando Rozier e Oubre Jr. hanno patito un po’ di imprecisione al tiro nel terzo periodo con la squadra dell’Oklahoma rientrata a uno svantaggio in singola cifra, è riemerso P.J. Washington insieme ad altri componenti che tornando a giocare di squadra non hanno dato possibilità al team in divisa bianca.

Unica nota dolente di serata l’infortunio di McDaniels alla caviglia sinistra che bisognerà poi valutare per appurare l’entità del danno.

Charlotte tira con il 45,5% dal campo contro il 38,1% avversario.

Che non fosse un grande attacco quello dei Thunder si sapeva anche se Gilgeous-Alexander con 29 punti e Giddey con 21 hanno combinato 50 punti a favore dei propri colori ma l’unico altro uomo in doppia cifra a disputare una buona partita è stato Robinson-Earl con 12 punti e 11 rimbalzi.

Dominio negli assist (34-20) e buona prova a rimbalzo (67-56) con le transizioni difensive a produrre un 33-24 nei fast break, ottime per rompere una difesa che anche schierata è sembrata scricchiolante sia sui drive and kick che semplicemente alcune infilate di Bridges mentre il confronto tra panchine ha fatto registrare un 41-28 pro Hornets.

Infine, tornando all’inizio, un po’ come in Carlito’s Way, da segnalare l’avvio di partita attento di Charlotte continuato poi per larghi tratti della partita con pochi cali di tensione, ottimo segnale per cancellare la sottovalutazione avvenuta contro i Magic.

LaMelo Ball: 7

10 pt. (4/12), 9 rimbalzi, 8 assist, 1 stoppata. Fatina. E’ lui che accende la bacchetta magica stellata per far sognare gli Hornets anche se gli mancano un paio di assist per andare in doppia doppia (se i compagni non avessero sprecato un po’…) ma ha voglia di lottare a rimbalzo ed è premiato nell’ultimo quarto quando una sua trattenuta non vista è ricambiata da una spinta che lo fa andare a terra, TO Thunder sul fischio della terna. Assist, rimbalzi, qualche punto con la doppia cifra che arriva nel finale su assist di Thor. Qualche forzatura con dei deep 3 ma discreta partita in generale.

Terry Rozier: 8

24 pt. (8/17), 5 rimbalzi, 9 assist. L’omino lancia fulmini del Castello Incantato segna ben due 3 and 1 e uno lo mette pur essendo tranciato a livello delle ginocchia da Jerome anche se fa meglio a livello di affidabilità con soluzioni miste in entrata… Si perde nel terzo quarto (bello l’ankle break rifilato a Wiggins con la finta anche se Bazley ci mette una pezza stoppando il suo floater) mettendo però alla fine un two and one in entrata. Visione di gioco migliorata, anche con passaggi semplici o bound interessanti come quello che porta Bridges alla schiacciata. Sfiora ancora la doppia doppia e continua ad essere un punto offensivo di riferimento importante per la squadra.

Gordon Hayward: 7

16 pt. (6/11), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Strega. Ogni vota che la situazione lo richiede la pozione di Gordana (come sarà il nome al femminile?) funziona: assist o tiri non forzati, piazzati o nelle proprie corde. Qualche palla persa in volo ma un’altra prova di equilibrio, esperienza, razio e sostanza per supportare i tre big più appariscenti.

Miles Bridges: 7,5

22 pt. (9/18), 13 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate, 2 stoppate. 4 TO. Taz che non sarà un personaggio del castello incantato ma rende l’idea. Unica nota negativa i TO: spara dalle sue braccia passaggi troppo forti e a volte leggermente imprecisi ma è un uragano su tutto il campo. Una trottola, una dinamo vorticosa che ruba palloni, fornisce assist e punti grazie a uno skillset che ha acquisito una quarta dimensione perché come faccia a volte a battere degli avversari incarogniti con entrate di forza e di fioretto al contempo rimane un mistero. Istigato da Bouknight nel finale splende in alley-oop ribadendo con autorità le proprie doti atletiche. Altra super prova chiusa in doppia doppia garantendo sicurezza a rimbalzo.

Mason Plumlee: 6,5

8 pt. (4/4), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata in 16:50. Teschio. Era la palla che scendendo dal camino decideva la buona o la cattiva sorte nel gioco citato nella intro. In serata le sue conclusioni sono tutte vincenti e a rimbalzo garantisce buona sicurezza. Un paio di falli spesi, altre volte oppone il corpo per dar fastidio indipendentemente di come andrà a finire. Si diverte con i compagni in panchina soprattutto.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

8 pt. (3/14), 5 rimbalzi, 3 rubate, 4 PF. Fantasmino. Paradossale partita di Kelly che termina con un +25 in plus/minus ma con uno 0/6 da fuori e un 2/5 ai liberi tirando complessivamente molto al di sotto delle sue possibilità. Sparito al tiro in sostanza. Buoni i palloni rubati mostrando mani rapide contro i temerari che lo sfidano in uno contro uno, qualche fallo di troppo ma va bene. Quasi sufficiente nel complesso ma nel terzo quarto sbaglia troppo e rischiamo di essere ripresi. Bello invece il tap-in di sinistra con braccio esteso sull’errore di P.J. nel finale.

Cody Martin: 6,5

4 pt. (2/6), 4 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata in ben 28:00 minuti. Pendolo. Oscilla di qua e di là con la sua classica verve. Gioca un po’ di più ma incide meno rispetto al solito in difesa probabilmente, o almeno, non è fondamentale pur giocando una discreta partita anche se da fuori lancia tre sassi che vanno a vuoto, persi nello stagno. Fa centro con un bell’eurostep nel traffico e partecipa allo smistamento canestri.

P.J. Washington: 8

20 pt. (6/10), 6 rimbalzi, 2 stoppate in 26:50. Fantasma con la scure. Avrebbe potuto esser anche l’omino lancia-fulmini benissimo ma il ruolo è già stato assegnato a Rozier. Dopo alcune prestazioni incolore entra subito sul parquet con confidenza rispondendo ai dubbi di molti fan (compresi i miei) fornendo anche un valido apporto difensivo ed è qui che manda la sua scure in stoppata diverse volte fermando anche due entrate del pericoloso SGA. Punti importanti e provvidenziali contro una squadra non di grido che gli concede quei cm per prender confidenza e mandare a segno triple fondamentali. Il 6/10 è tutto da tre e poi bisogna aggiunger i due liberi sull’unica iniziativa presa per andare in are.

Jalen McDaniels: 6,5

pt. (/), rimbalzi, assist Scheletro. Più che altro (aspetto filiforme a parte) perché forse dovranno fargli una radiografia (ma anche una risonanza magnetica magari?) per capire se ci sono danni e di che tipo alla caviglia sinistra sperando che essa e il caso si sgonfino rapidamente e contemporaneamente. Fa in tempo a misurare la febbre a Diakite con una manata sula fronte e sull’azione successiva viene sgambettato in entrata così, dopo aver segnato un eroico reverse rimane giù ed è portato negli spogliatoi dopo soli 5:59 sul parquet.

James Bouknight:6,5

4 pt. (2/2), 1 assist. Entra a 7:52 dalla fine e io ho finito i ricordi sui dettagli del gioco. La partita è segnata ma gioca un paio di minuti con i titolari veri. Lascia troppo spazio a Mann un paio di volte ma si rifà con un paio di canestri e il secondo in entrata con stacco da triplista e poster su Diakite è fantastico.

Kai Jones: s.v.

0 pt. (0/0) in 3:09. Da segnalare solo un fallo e una palla che arriva dalle sue parti ima va a schiantarsi sul ferro anziché raggiungerlo dall’altra parte. Peccato per il passaggio leggermente impreciso o avremmo un alley-oop in più e due punti per Jones.

J.T. Thor: 6

2 pt. (0/2), 3 rimbalzi, 1 assist in 4:20. Porta a casa due punti ai liberi insistendo l’azione. Una tripla nettamente fuori bersaglio e una dunk schiantata sul ferro anche se contrastata. Buona la difesa tra rimbalzi, close-out e inizialmente protezione del perimetro.

Vernon Carey Jr.: s.v

1 pt. (0/0) in 2:34. ½ ai liberi e un po’ d’aria per un giocatore in naftalina.

Nick Richards: s.v.

0 pt. (0/0), 2 rimbalzi. Un po’ avulso dal gioco cattura due rimbalzi in 4:20.

Coach James Borrego: 7

Chiama i time-out nei momenti necessari. Forse nel terzo avrei optato prima per una pausa ma in generale i nostri giocano una buona partita e vengono richiamati quando distratti. I Thunder prendono 44 tiri da fuori (noi 49) e con un po’ d’attenzione roviniamo le loro percentuali, il resto lo fa una difesa “swarm” attenta e veloce e seguendo un copione collaudato anche i Thunder si arrendono. Tutti dentro alla fine, buona cosa per rinsaldare l’amicizia e alzare il morale del gruppo con qualche minuto anche per chi non gioca quasi mai.

Versione 1.
Versione 2.

Matchup key 46: Charlotte Hornets Vs Oklahoma City Thunder

A cura di Filippo Barresi.

Terry Rozier Vs Luguentz Dort

“Scary” Terry è indubbiamente il giocatore più in forma degli Hornets e le sue prestazioni stanno trascinando gara dopo gara la squadra a vittorie sempre più impressionanti.

Questa notte sarà marcato da uno dei difensori più temibili della lega:

Dort è in grado di contrastare efficacemente giocatori come Rozier sia in uscita dai blocchi e sia in situazioni di 1 Vs 1.

Per Terry ci sarà quindi da faticare più del dovuto per garantire alla squadra i suoi punti facili che tanto agevolano il flusso offensivo degli Hornets.

Possibili svantaggi:

Nonostante la pessima stagione, i Thunder rimangono comunque una squadra molto fisica e difensivamente ostica soprattutto per un attacco “leggero” come quello degli Hornets.

I Thunder concedono poche opportunità a rimbalzo e in transizione visto il basso numero di palle perse.

Gli Hornets dovranno trovare quindi soluzioni più ragionate attaccando la difesa schierata degli avversari.

Possibili vantaggi:

Al momento i Thunder sono il penultimo attacco della lega e la peggior squadra in quanto a percentuali dall’arco.

Il loro sistema offensivo è molto incentrato sulla vena realizzativa di Shai Gilgeous Alexander e per questo motivo sarà necessario bloccare le sue avanzate con efficacia per anestetizzare il gioco degli avversari.

Un pesante uso della zona scommettendo sulle percentuali da tre potrebbe essere la chiave per controllare la partita.

Game 45: Charlotte Hornets @ Boston Celtics 111-102

Intro

Con un record sul 24-20 maturato giocando più partite in trasferta, gli impronosticabili Hornets vanno a fare visita a dei Celtics che al momento si trovano dietro i Calabroni in classifica e cercheranno di accorciare il divario nella standing.

Per me però è tempo di bilanci, nei sette anni precedenti solo una volta Charlotte è emersa dalla mediocrità e quest’anno pare stia tentando di guadagnarsi la fama di mina vagante dell’Est però nell’ottica del tempo eterno potrebbe essere tutto inutile per Giansenio…

Questo teologo del diciassettesimo secolo pensava che solo alcuni uomini fossero eletti mentre gli altri non lo fossero e non avessero possibilità di salvarsi perché corrotti dal peccato originale.

La Chiesa non la prese bene poiché questo principio vanificava l’uomo come arbitro ed artefice del proprio destino ultraterreno.

Se esistesse un Dio del basket probabilmente condannerebbe il fondatore dei nostri Calabroni George Shinn, il suo progetto era più afferente alle proprie casse che a un titolo.

Mourning per Rice, Johnson per Mason, Eddie Jones per Rice, giocatori sulla carta buoni ma leggermente inferiori ai predecessori che si sono esaltati nella Queen City oltre i propri limiti andando meglio dei partenti non sono bastati e così la squadra attuale pronta al decollo secondo il dogma di Giansenio probabilmente non arriverebbe mai a un titolo con un proprietario come MJ troppo “mite” nel perseguire l’obiettivo.

La kenosis degli Hornets, scesi agli inferi nelle recenti annate, oggi trova spazio per riempire nuovamente i cuori dei fan teal & purple anche di quelli che nella vita privata sperimentano l’invalicabile giansenismo del Dio denaro sulla propria pelle come risvolto etico e sociale nella concezione di un destino già segnato.

Certamente sappiamo mancano dei mattoncini e la chiave di volta per svoltare verso il titolo ma se rimiriamo gli obiettivi perseguibili in questa stagione, Charlotte sta facendo bene il suo lanciando la sfida al giansenismo dallo sport, un ambito certamente non più intonso ma che ancora può far valere la piccola forza del mortale sul destino con buona pace di chi, come il teologo, pensa sia tutto già scritto e il destino ineludibile.

Andamento della partita

Gli starting five.

La prima palla del match era giocata sotto da Tatum che mancava un reverse su pressione di Hayward mentre dall’altra parte Bridges era impreciso in fade-away.

Boston passava al terzo tentativo con un piazzato di Brown dal mid range.

Lo stesso numero 7 non poteva contenere l’uno contro uno di Plumlee che in palleggio, spalle a canestro si avvicinava a contatto e lo batteva in girata con un gancetto.

A 9:37 Bridges in corsa andava su Tatum in seconda chiusura: fallo e 2/3 della star in verde, pareggio però trovato dalla stella degli Hornets Ball che in entrata veloce seminava tutti.

Hayward rubava due palloni in due azioni consecutive differenti ma le triple di Miles e Terry non funzionavano così toccava a LaMelo avvolgere il difensore allungandosi da fermo oltre il corpo del pilastro verde servendo nel mezzo Plumlee che in corsa faceva centro.

Jumper di Schröder dal mid range e dopo un paio di canestri a testa a 6:52 il fallo su Horford sotto canestro costava un two and one per l’8-11 Boston.

Charlotte rispondeva con il layup di sinistra da parte di Ball e l’appoggio al vetro di Rozier trovando il sorpasso (12-11) ma dall’angolo sinistro prima (Schröder) e dall’angolo destro poi (G. Williams) Boston indovinava due triple per issarsi sul 12-17.

Dopo un opinabile fallo offensivo di ball con un piede sul movimento del tiro entrava Cody martin che dava fastidio per tre volte a Boston sulla stessa azione, non si materializzava l’offesa dei Celtics ma lo stesso martin spediva da oltre l’arco una conclusione sul ferro con gli Hornets giunti a 0/5 da fuori.

Una bella entrata di Miles con alzata swooping era contrastata da Brown che sorprendeva in verticale la difesa di Charlotte in velocità. Stessa cosa che faceva Martin passando tre difensori in orizzontale e chiudendo in reverse per il 16-19.

Per un tocco di Miles in chiusura Schroeder otteneva l’and one dopo aver messo il tiro dalla media e a 2:49 la squadra di Ime Udoka (sostituiva fisicamente Stevens) scappava sul +6.

Gli Hornets tagliavano il divario con il primo tentativo del neo entrato Oubre Jr. che valeva anche la prima freccia pesante a bersaglio per Charlotte.

Rozier con un pull-up colpiva due volte sullo steso tiro ferro e vetro prima che la palla flipperasse dentro, Tatum però si liberava del nostro numero 3 riuscendo a batterlo per arrivare fino al ferro e Boston rimaneva avanti nel finale dopo una tripla di Richardson dalla destra rintuzzata con un little floater di Oubre Jr. che dalla lunetta a :21.2 splittava due FT (fallo di Tatum) ritoccando sul 25-27 il punteggio di primo quarto.

Era ancora Oubre Jr. a prendere l’iniziativa mancando da sotto l’appoggio ma rimanendo da solo con Tatum scivolato via batteva facilmente l’aiuto tardivo.

Oubre con due close-out mandava a vuoto due tentativi dei verdi ma dopo l’errore di P.J. da fuori Boston tornava avanti con Tatum prima che McDaniels risultasse bravo a piazzare la bombarda del sorpasso (30-29).

McDaniels in corsa rimontava e stoppava Richardson solarmente di fronte al ferro e ci pensava Oubre Jr. in transizione (dopo una palla a due guadagnata contro Brown, persa ma intercettata da Hayward) correva dall’altra parte segnando il 32-29

Il team del Massachusetts si riportava sotto con Langford e passava avanti a 7:21 con Richardson in appoggio.

Brown ne infilava altri due ma il divario era azzerato che da una rimessa dal fondo nella metà campo avversaria di Ball bravo a pescare con il lancio lanciasse lungo McDaniels e il catch n’shoot da tre pesante.

Con Tatum a tre falli, la partita si infiammava da fuori a 6:18 con la tripla di Rozier (38-37) seguita da quelle di Brown, Ball e Langford che alzavano sul 41-43 il punteggio con il nuovo perfetto equilibrio dopo un’altra stoppata imperiale di McDaniels che a 5:06 in corsa subiva fallo.

Liberi vincenti per il 43 parie Hornets in vantaggio con un fade-away rilasciato su una gamba in corsa di McDaniels che battendo al vetro inaugurava l’ottimo finale di quarto dei Calabroni che tornavano a segnare a 4:20 con due FT di Rozier bravo poi con un’esitazione ad andare nel pitturato a prendersi e segnare un altro tiro costringendo Udoka al time-out a 4:00 dalla fine con Charlotte sul 49-43.

Un arcobaleno in corsa di Miles oltre al difensore non era facile ma l’abbraccio del cotone rendeva grazia al talento della nostra PF prima che Schröder da tre interrompesse il parziale da 8-0 degli Hornets.

Boston sbagliava triple aperte finendo per pagare l’entrata di Bridges con fallo di G. Williams già battuto.

Dopo questo due più uno arrivava anche l’anticipo di martin su una rimessa di Boston con palla per Rozier in fast break a portare sul +10 gli imenotteri.

L’ultimo colpo lo batteva Schröder ma a Charlotte rimanevano 8 punti di vantaggio grazie al 52,5% complessivo dal campo contro il 40,4% avversario.

Anche i rimbalzi (29-21) sorridevano a Charlotte come gli assist (12-11).

Partiva bene per Charlotte il secondo tempo con la tripla di Miles dall’angolo sinistro su Horford che restituiva andando in corsa di peso ad appoggiare su Miles.

Boston riusciva a recuperare due punti dopo due terrificanti liberi a salve di Plumlee con Freedom che dall’altra parte non falliva in lunetta per il 61-54.Balla mandava Plumlee a bersaglio con l’alley-oop, Tatum segnava in entrata quindi LaMelo entrava in un piccolo loop di frustrazione mancando alcuni tiri, recuperando comunque alcuni palloni.

Hayward approfittava della distrazione di Tatum che si faceva leggermente velare lasciando la pazza idea della tripla (a segno) a 7:56 per il +10 (66-56).

Brown segnava due punti, Tatum commetteva il quarto fallo poi a 7.11 Rozier inaugurava la prima delle sue tre triple consecutive (contrastate dall’attacco di Boston con le bombe di Schröder e Horford) che valevano il 75-64 prima che Schröder in fast break mancasse un facile appoggio così Oubre Jr. sulla sinistra fintava liberandosi del difensore ricollocandosi un paio di passi più verso il centrocampo prima di emettere la sentenza da tre aperta (78-64).

Charlotte tentava di mantenere il vantaggio con un turnaround hook di Miles su Horford nel pitturato (80-67) ma Boston rientrava di un paio di punti con la complicità di qualche cambio che non funzionava sempre a dovere nonostante le percentuali non alte.

86-74, 12 punti da difendere che divenivano problematici per il quintetto Hornets intriso di bench nella prima parte dell’ultima frazione.

Kelly Oubre Jr. tenta di andare a canestro oltre Tatum. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Quando Langford recuperava un air-ball di Pritchard infilando un and one e Richardson a 9:40 buttava la bomba a canestro i Celtics gettavano un’ombra sul match di Charlotte che rimaneva con 6 punti di vantaggio: 86-80.

Ball rientrava sparando un missile verticale corto per McDaniels che dietro le linee schiacciava, tuttavia Freedom – o meglio… Kanter – a 9:05 pescava un altro and one per i suoi portando a -5 i folletti (88-83).

In transizione arrivava all’ultimo l’aiuto di McDaniels su Langford ormai pronto a depositare il sottomano.

Un ½ ai liberi lasciava un +4 a Charlotte che finalmente rispondeva con Ball da tre nell’angolo destro grazie al passaggio di un Rozier raddoppiato.

Tatum era triplicato sull’entrata in area ed arrivava la stoppata di P.J. sull’asso avversario.

Richardson mandava a vuoto due triple mentre due entrate di Bridges oltre Brown facevano allungare Charlotte sul 95-88 mentre Tatum giungeva al quinto fallo e sbagliava un’altra conclusione da fuori nella sua serata no.

Quando Oubre Jr. a 4:55 tirava fuori dal nulla un deep catch n’shoot i tre punti andavano a sommarsi al vantaggio con un +10 (98-88) che sembrava non mettere paura ai Calabroni nel finale però Brown segnava da tre tuttavia Williams e Horford non avevano il passo per contenere un twisting reverse di Bridges (100-91).

Quando la difesa di Charlotte toglieva palla all’attacco dei Celtics e in fast break Bridges si produceva in una wind-mill per il 102-91 tutto sembrava chetarsi ma non ci si poteva distrarre perché arrivava immediata la risposta volante di Tatum sull’altro fronte.

La pratica da tre che condannava i Celtics sembrava funzionare nel finale perché Horford mandava a segno il 102-96, Charlotte rispondeva con le bombe di Ball e Rozier auto prodotta la prima (su assist ribaltato di LaMelo la seconda) ma Schröder indovinava due triple veloci per far tornare Boston al -6 a 1:14 dal termine.

Il pubblico di casa si spegneva quando a :54.0 dalla fine Terry – dopo aver congelato la sfera – andava sulla diagonale destra e con un passo laterale si assestava per sparare oltre il difensore che poteva solo constatare la morte della partita.

La Melo Ball (scarpa sx gialla e destra rossa) e Miles Bridges, due protagonisti di serata. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Finiva 111-102 con gli Hornets vittoriosi al TD Garden dopo lungo tempo.

Analisi

Charlotte torna a vincere a Boston dopo tanto tempo e anche se ai Leprecauni mancavano elementi di pregio come Robert Williams e Marcus Smart mentre Charlotte ha potuto contare su un Kelly Oubre Jr. in più, la squadra di Borrego non ha rubato nulla giocando intelligentemente, diligentemente rimanendo attenta in difesa, una delle chiavi per vincere questa partita.

La buona difesa ha limitato il mobile Tatum a 12 punti in una serata da 5/19 per lui…

Schröder con 24 punti e Brown con 21 hanno sostenuto l’attacco dei padroni di casa con Horford in doppia doppia a 13 pt. e 10 rimbalzi a dare una mano così come Langford arrivato a 11 punti.

Richardson ha segnato 10 punti ma con un 4/12 dal campo.

I Celtics hanno fatto largo uso del tiro pesante sbagliando anche qualche open in una serata storta finita al 30,4% contro il 39/90 al tiro complessivo (43,3%) mentre Charlotte si è espressa al 41,0% da fuori e al 48,8% dal campo.

15 TO per Charlotte contro i 14 dei Celtics sono una piccola, leggera nota a favore dei verdi ma il 57 a 45 a rimbalzo e il 6-3 nelle stoppate ha favorito Charlotte mentre gli assist sono finiti pari (27-27) mentre ai liberi le squadre si sono equivalse: 11/15 CHA, 10/13 BOS.

Gli Hornets come nella scorsa partita hanno preso un leggero vantaggio a fine secondo quarto per estenderlo nel terzo e controllarlo (nonostante la resistenza di Boston) nel finale grazie al trio Ball, Rozier e Bridges coadiuvati da Oubre Jr. e il 18-9 nelle 2nd chance dimostra quanto i Calabroni tenessero a una vittoria che li avvicina a Cleveland sconfitta a Chicago.

LaMelo Ball: 8

15 pt. (5/15), 10 rimbalzi, 10 assist, 1 stoppata, 8 TO. Gioca con la scarpa destra rossa e la sinistra gialla. Confonde dapprima sé stesso, poi gli avversari. Tripla doppia (se non la toglieranno un’altra volta sui riconteggi) per Ball alla fine che contribuisce in maniera pesante al gioco di squadra con assist preziosi nel finale che facilitano la vita a McDaniels e Rozier tra gli altri. Va a riprendersi qualche pallone dopo aver mancato qualche tiro insistendo a rimbalzo offensivo mentre nel finale ne cattura uno difensivo subendo una manata di Tatum. In ripresa dopo un primo tempo un po’ letargico condito da 6 TO, spesso banali, in palleggio o per imprecisioni. Secondo tempo al contrario di livello, quando conta da la spinta nel finale.

Terry Rozier: 8,5

28 pt. (10/18), 4 rimbalzi, 10 assist. Inizia male, freddo tanto da pensare che l’aspetto psicologico che l’ha spesso condizionato a Boston contro la sua ex squadra possa fargli vivere un’altra serata da incubo ma Terry si riprende lentamente e dal vetro baciato per il 12-11 passa in forma clutch segnando tre triple consecutive poi nell’ultimo quarto quando smista un pallone provvidenziale su Ball (intelligentemente perché raddoppiato) in angolo che fa centro nel momento più delicato della partita e si permette il lusso di infilarne un altro paio nel finale (la seconda da urlo con passo laterale a uscire dal raggio di stoppata del difensore) che decidono la partita. Doppia doppia grazie a tanti assist che migliorano il gioco di tutta la squadra. Grande prestazione da ex.

Gordon Hayward: 7

5 pt. (2/4), 3 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 5 PF in 20:56. Non gioca molto alternandosi con Martin ma si spende diverse volte contenendo bene Tatum o qualche avversario di passaggio. Arriva a 5 falli ma contribuisce con alcuni pregevoli assist e difesa. Le sue steal consecutive nel primo tempo non portano punti ma tracciano la via.

Miles Bridges: 8,5

22 pt. (9/17), 7 rimbalzi, 2 assist. Sgabello d’oro degli Ashanti. Secondo la leggenda sceso dal cielo per Osei Tutu durante una riunione dei capi clan, ne decretò il suo potere. Dopo una guerra vittoriosa contro una popolazione vicina oggi si ritiene che in quello sgabello sia contenuto lo spirito di questa etnia. Lui fa piovere dal cielo teardrop, alzate in corsa che finiscono impressionantemente oltre al difensore e spesso è solo cotone. Incursioni utilizzando il vetro come le due nel secondo tempo che fanno sembrare Brown quasi un rookie sono in realtà due conclusioni non semplici e se poi trova qualcuno senza il suo passo (Horford e Williams) si infila in mezzo e va a segnare in reverse. La windmill in fuga è solo la ciliegina di una partita dove non brilla dall’arco (1/6 con l’unica tripla dall’angolo a inizio terzo quarto) ma domina concretamente quando vuole andare a canestro. Difesa buona.

Mason Plumlee: 6,5

6 pt. (3/4), 10 rimbalzi in 27:54. Nonostante ai liberi paia più un giocatore di morra cinese che un cestista (vedere il primo terrificante libero rilasciato come air-ball alle foglie morte), Plumlee cattura 10 rimbalzi, da una mano, mette un hook giocando intelligentemente contro Brown e poi è lesto a capire il passaggio per lui raffinato in alley-oop. Non è un centro che sposti ma tiene abbastanza bene in serata.

Kelly Oubre Jr.: 7,5

18 pt. (7/14), 3 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Rientra alla grande dopo il fermo per il protocollo di sicurezza NBA Oubre Jr. che da quello sprint in più alla bench di Charlotte. Prima conclusione e prima tripla di tutti gli Hornets nella partita, poi attacca il canestro confondendo anche la difesa con finte. Nel primo tempo si nota anche per due buone chiusure (una da sotto e una sulla linea dei tre punti) sulla medesima azione. Un paio di bombe di spessore ancora nel quarto finale.

Cody Martin: 7

3 pt. (1/5), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Sakoku. La politica autarchica del Giappone che per quasi due secoli si chiuse in sé stesso blindandosi (con qualche concessione a cinesi, coreani e olandesi) dalle minacce esterne. Entra così, non riuscendo a recuperar palla ma facendo sbagliare tre tiri ai Celtics sotto la sua influenza. L’egida di Martin difensiva si fa valere soprattutto nel primo tempo con qualche traccia nella ripresa sebbene non possa far molto sul secondo triplane di Schröder se non un close-out senza rischiare. A parte una bella entrata in reverse, serata imprecisa al tiro forse per aver speso un po’ troppo difensivamente.

P.J. Washington: 6

2 pt. (1/4), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Una bella stoppata in aiuto su Tatum, peccato per il solito tiro al piccione da fuori (0/3). Segna su alley-oop offerto da Oubre dopo che Brown aveva interrotto con una manata in salto il primo tentativo di passaggio dell’ex Warriors.

Jalen McDaniels: 7,5

12 pt. (4/5), 3 rimbalzi, 2 stoppate, 4 PF in 18:59. Ottima performance iniziale di Jalen che infila con sicurezza due triple per rimanere a galla e in rimonta si frappone tra Richardson e il canestro balzando con il tempismo giusto per respingere solarmente il tentativo oltre il mittente ma ne piazza anche un’altra. Più periferico e meno protagonista nel secondo tempo quando viene anche colpito ai “gioielli di famiglia” e stenta un po’ a stare in campo.

Coach James Borrego: 7

Rischia forse un po’ concedendo qualche tripla a Boston ma imbriglia Tatum e senza un paio di punti di riferimento i Leprecauni devono affidarsi spesso al tandem in backcourt, solo che se Schroeder da 3 fa 5/8, Brown fa 2/11 da oltre l’arco. La difesa esiste e funziona, forse un po’ dispendiosa ma ritrovati 9 uomini in rotazione con i cambi Hayward/Martin (altra serendipità) tutto va liscio sino alla fine soffrendo leggermente nell’ultimo quarto ma la squadra “calma”, trova i colpi anche se con un paio a rischio.

Versione 1
Versione 2

Matchup key 45: Charlotte Hornets @ Boston Celtics

A cura di Filippo Barresi.

Miles Bridges Vs Jayson Tatum

Dopo l’exploit di Miles Bridges di lunedì sera la speranza degli Hornets è riposta nella continuità delle sue performance.

I 38 punti registrati contro i Knicks rappresentano il suo career high.

Continuare con questa energia potrebbe essere la chiave per Charlotte per tenere la buona posizione in classifica ottenuta sinora.

Davanti a lui ci sarà il giocatore di punta di questi Celtics rimaneggiati: Jayson Tatum.

Si prospetta una serata fisica, fatta di tanti scontri 1vs1 tra questi due interpreti.

Possibili svantaggi:

Nonostante il non entusiasmante inizio di stagione, i Celtics rimangono una squadra ostica soprattutto dal punto di vista difensivo.

La presenza in contemporanea di Robert Williams sotto canestro e di Smart sugli esterni è in grado di contrastare gran parte delle offensive avversarie, per non contare anche l’apporto di Tatum e Brown alla causa.

Possibili vantaggi:

Potrebbe prospettarsi per gli Hornets una preparazione simile alla gara dei Knicks, affrontando anche oggi una squadra che predilige un ritmo basso e che non ha un flusso offensivo così dinamico al momento.

La tenuta difensiva messa in mostra in queste ultime uscite potrebbe garantire agli Hornets una marcia in più, soprattutto se contraddistinta dalla sempre presente difesa a zona.

Game 44: Charlotte Hornets @ New York Knicks 97-87

Intro

Adolf Hitler non è davvero morto.

Sì, ok, forse dovrei parlarvi del Martin Luther King day ma un’altra volta, oggi avevo in mente questa tematica che per certi versi si rifà al problema.

Che Hitler non sia morto… questa è l’idea di base di Charles Bukowski che trae spunto dalle leggende metropolitane che vorrebbero ancora in vita il Führer “incarnatosi” sotto mentite spoglie in qualche personaggio dalla vaga somiglianza nelle più disparate aree del mondo, soprattutto nelle Americhe dove trovarono riparo alcune figure naziste sfuggite al giudizio di americani e sovietici dopo il conflitto.

Il piccolo racconto è piuttosto ovattato, lascia una linea di tensione al lettore, la violenza è gravemente sottile e non ostentata.

La trama narra la storia di due agenti della Casa Bianca che assoldati da un ormai ottuagenario Adolf Hitler portano il presidente degli States davanti a lui in una casa di campagna.

Lì avverrà, per mano di due sapienti dottori un’inversione della morfologia tra i due, un cambio di connotati tra due fisionomie vagamente somiglianti con una tecnologia all’avanguardia che permetterà anche all’ex dittatore di assimilare la voce del presidente degli States e sostituirsi a lui per completare il suo diabolico piano mentre l’ormai ex presidente sarà lasciato in vita con la voce del Sig. Tilson (nome di Hitler sotto copertura) e portato in un ospedale psichiatrico poiché ritenuto pazzo per le sue dichiarazioni sul fatto di essere il presidente degli Stati Uniti D’America.

Una storia di maschere molto moderna che nasconde altri significati ma personalmente amo notare come l’aspetto riesca a prendere il posto della personalità anche senza memoria (sarebbe stato bello se il racconto fosse proseguito) e di come oggi nella società dell’immagine questa sia una garanzia più affidabile di sconfessati comportamenti.

Per tornare agli Hornets, verrebbe da chiedersi allora qual è il vero volto, qual è la vera forza di Charlotte dopo averla vista battere Milwaukee e Philadelphia per poi cadere con Orlando?

I Calabroni, tormentati e apolidi (nel senso che gli Hornets hanno giocato in tre Stati americani: North Carolina, Louisiana e Oklahoma) tornano al loro road tour ma solamente per le tappe delle varie sfide: New York e Boston, due big city a Est forse non promettono di svelarlo del tutto ma potrebbero dare indizi sul futuro di questa stagione per una squadra che pare essere più attenta quando la sfida si fa più ardua così, anche se gli arancio-blu e i vedi sono in ritardo in classifica, non dovrebbe mancare la concentrazione.

Dire di conoscere esattamente le persone che abbiamo intorno probabilmente sarebbe utopico ma noi conosceremo almeno il risultato dopo questa incerta partita.

Andamento della partita

Lo starting five di Charlotte rimodellato sull’assenza di Ball.

New York schierava: Fournier, Burks, RJ Barrett, Randle e Robinson.

Gli Hornets partivano bene a New York con una quick drive di Bridges rifinita da un arcobaleno oltre Robinson e un’infilata di Rozier che provocava il goaltending di Robinson in ritardo per l’aiuto con palla stoppata dopo il tocco al vetro.

Miles dalla diagonale destra realizzava il 7-0 a 9:45 con una tripla sicura mentre New York segnava il suo primo punto ai liberi a 9:29 con Robinson.

A 9:17 e Hayward ricambiava la cortesia splittando i liberi quindi toccava a RJ Barrett con la tripla frontale dimezzare lo svantaggio.

Di tripla andava ancora Bridges che da una posizione molto simile alla precedente infilava l’11-4.

Due bombe di seguito per mano di Randle riportavano in carreggiata New York e la runner dunk di Robinson segnava il sorpasso: 11-12.

Rozier dalla sinistra centrava con l’arco il bersaglio per il 14-12 quindi gli Hornets allungavano dopo un ½ di Plumlee in lunetta con un bound pass di Bridges a trovare nell’angolo destro Hayward per un altro preciso dardo dalla distanza ma non era finita perché il jumper di Rozier da due punti e il two and one di Bridges in corsa a contatto con Quickley valevano il 12-0 di parziale per il 23-12 a 5:04.

Quickley da tre vedeva la palla colpire il primo ferro ed entrare ma un passaggio schiacciato di Rozier tra due pilastri della difesa newyorchese filtrava sotto per Miles che metteva dentro sorprendendo tutti.

Fournier segnava il 25-18, un divario ad elastico di 7 punti mantenuto a 1:06 da due liberi di Randle mentre Bridges era capace di segnare da fuori portando sul 32-22 il risultato.

Il primo quarto si chiudeva sul 34-23 grazie ad altri due punti di uno scatenato Bridges.

Bridges festeggia morigeratamente dopo una tripla. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Nel secondo quarto però emergeva all’inizio New York anche grazie a 5 punti di Toppin rapidi che a 9:54 portavano la partita in time-out sul 34-30 con Borrego costretto a chiamare il time-out.

Diciotto secondi più tardi RJ Barrett falliva l’occasione di portare a -2 i Knicks mancando due liberi mentre 11 secondi ancora dopo (9:25) l’entrata di Ish valeva il two and one per fallo di Quickley.

Toppin realizzava l’alley-oop del 37-32, Gibson splittava i suoi liberi riconducendo a -4 la squadra di Thibodeau.

Quando lo stesso Gibson toccava un pallone a Plumlee in avanzata lo stesso era recuperato da Hayward in corsa fuori area, altra avanzata con fallo del difensore e floater beffardo per i fan della Grande Mela che a 8:06 si salvavano almeno dall’addizionale mancato da Gordon.

Charlotte continuava a premere sul ritmo e la tripla di Hayward che si schiantava sul ferro era preda di un precipitevole Bridges bravo a trovare plasticità, coordinazione, tempismo e potenza per ribadire la sfera a canestro a suo modo.

Toppin cileccava altri due FT per i newyorchesi e a 6:23 l’entrata di Miles dava i suoi frutti portando sul 43-33 il match.

Blocco illegale di Robinson che sgambettava Martin, palla guadagnata da Charlotte che si allungava con un passaggio baseball per Plumlee in transizione solitaria con dunk del 47-34.

Jumper da due di Randle in solitaria, risposta di Hayward dall’angolo destro, time-out a 4:00 di NYK sul 50-36.

Rozier metteva dentro 4 punti poi toccava a Plumlee (imbeccato da un passaggio in salto volante di Bridges) prodursi in un selvaggio reverse con and one (fallito due volte) e nel finale tornava protagonista Terry con una tripla rim/glass prima di vedere Barrett batterlo per via del fisico ma il nostro numero 3 tornava alla ribalta con un’altra saetta nel finale con ottimo tempo di ricezione a :01.2.

62-44, +18, ottimo primo tempo di Charlotte.

Miles dopo il primo tempo.

Nella ripresa Randle infilava da tre ancora ma dopo un’entrata a ricciolo il floater sparato dalla cartucciera di Gordon era perfetto, Robinson rispondeva con un rimbalzo e una schiacciata violenta mentre Rozier sull’altro fronte a sinistra pescava martin che in splendida solitudine tirava fuori dal cilindro una tripla solo cotone per il 67-49.

Fournier replicava dall’angolo sinistro ma Martin in taglio riceveva in area andando a contatto con RJ Barrett riuscendo ad avere la meglio di fisico per l’appoggio.

Gordon dalla baseline sinistra passava oltre difensore e ferro per un reverse chiuso a uovo per impedire la stoppata quindi la tripla di Burks faceva girare il mega-schermo sul 71-56.

P.J. Ritrovava un passaggio indirizzato a lui ma toccato dalla difesa dei bianchi riuscendo a deviarlo al volo da sotto in maniera vincente e quando a 6:13 dalla diagonale sinistra Rozier catapultava il tre punti del 76-56, Charlotte sembrava avere ormai le redini dell’incontro definitivamente in mano.

Nonostante una correzione volante fuori equilibrio sotto il nostro canestro di Randle (78-61) Hayward bombardava a a 3:22 mentre alla dunk di Robinson rispondeva Miles in entrata con un canestro fortunoso probabilmente non proprio valido con un’alzata per sé stesso senza che la palla pare avesse toccato il vetro mentre probabilmente la terna considerava il tocco del difensore Knicks.

A 1:06 Miles realizzava da tre mentre gli ultimi 4 punti di quarto erano segnati da New York per l’86-67.

Partenza dell’ultimo quarto pressoché inutile, gli Hornets mantenevano il vantaggio e quando a 2:16 dalla fine Martin spazzava via con un balzo felino il tentativo di Toppin era finita, infatti, nemmeno l’entrata blanda della panchina di Charlotte (lasciava zero tracce sulla partita) permetteva a NYK di rientrare ma solo di accorciare sul 97-87 finale.

Sale imprendibile Rozier al tiro. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

La differenza tra le due squadre in questa partita l’ha fatta il ritmo, incarnato da Miles Bridges esploso in attacco già dal primo quarto con le sue giocate dai tempi giusti.

Charlotte è riuscita a imporre al MSG il proprio ritmo veloce in attacco giocando di squadra mentre in difesa si è dimostrata solida anche grazie all’inserimento di Martin in quintetto che ha sostituito provvidenzialmente LaMelo Ball (influenzato ma teoricamente disponibile) per l’occasione.

New York è parsa lenta e spaesata, ha mancato tiri liberi e occasioni piuttosto semplici molto ravvicinate, inoltre si è sentita probabilmente frustrata da una terna che ha dato ragione a Charlotte molto spesso e onestamente a parte pochissime volte nelle quali NYK è stata realmente penalizzata, le decisioni sono state prese in maniera corretta.

Partita mai in discussione dal finire del primo tempo, nonostante il 49-65 a rimbalzo i Knicks pagano l’11/21 ai liberi e il 7-15 nei TO, come detto nel matchup key, gli arancio-blu, un po’ confusi, in cerca di una propria identità, anche nelle rotazioni troppo particolari (Ok, mancavano Rose e Walker) hanno patito la pressione di Charlotte sfociata solamente in un 7-4 nei fast break ma molto più letale per fermare Randle e soci.

L’attesa coppia Randle e RJ Barrett si è fermata a 18 punti a testa, 12 punti per Quickley, 11 per Toppin, 10 quelli di Robinson.

Il parziale di 90-58 per i titolari degli Hornets su quelli dei Knicks si è rivelato decisivo nonostante l’apporto della panchina di Charlotte in termini di punti (7) e di tenuta difensiva non sia stato esaltante, alla fine il 41,9% dal campo di Charlotte è stato leggermente superiore al 40,0% dei padroni di casa.

Cody Martin: 7,5

9 pt. (3/11), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. Non parte proprio benissimo. Un diesel, si scalda in difesa volando lateralmente sui close-out a dare fastidio ai tiratori avversari, si fa sgambettare da Robinson riprendendo palla per Charlotte e oltre a un paio di triple piazzate dal lato – anche se la percentuale al tiro non è alta (non benissimo ai liberi) – infila anche un colpo da sotto facendo la voce grossa con il fisico sul più possente RJ Barrett. Mister 3 polmoni corre per 45:33 dando fastidio a tutti e ne ha ancora nel finale per decollare su Toppin a 2.16 dalla fine spazzando il suo tentativo. Una partita messa sul ritmo e lui lo fa in difesa.

Terry Rozier: 7,5

22 pt. (8/18), 6 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata. Terry produce a tutto campo dalla difesa all’attacco. Fastidioso come difensore per gli avversari, in attacco sa trovare anche i compagni giusti (vedi bound filtrante spettacolare per Miles o passaggio apertura sulla sinistra per lo smarcato Martin) e segnare in proprio ritrovando una discreta media anche con il 4/11 da oltre l’arco. Uno dei cardini di questa W.

Gordon Hayward: 6,5

16 pt. (6/16), 2 rimbalzi, 4 assist , 2 rubate. Avrei giurato avesse chiuso con percentuale migliore al tiro ma bastano gli swish giusti. Il 3/8 da fuori con buona mano aiuta Charlotte così come i 4 assist. Supporting cast d’autore come quando in corsa recupera la sfera toccata da Gibson a Plumlee, entra in area e spinto lateralmente sulla schiena rilascia un floater ipnotico con possibile and one (mancato)…

Miles Bridges: 9

38 pt. (14/20), 12 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata, +26 in +/-. Doppia doppia partendo con l’esplosione di punti nel primo quarto quando le due triple sganciate di seguito gli entrano. Prosegue con degli avvicinamenti chiusi in maniera talmente leggiadra, perfetta e spettacolare da sembrare finti anche perché Robinson, Randle e soci non gliela rendono facile. Teardrop, hook, appoggi, reverse layup e anche un canestro fortunoso probabilmente da annullare con una specie di auto-passaggio sono nel suo carnet d’imprevedibilità che mostra a ventaglio nella serata. Thibodeau probabilmente al grido di: “Lo fermi chi può” non trova le contromisure anche se nel secondo tempo si acquieta un po’ lasciando ai compagni mano prima di mostrare un altro paio di gemme già descritte. 22 punti nel primo quarto, 38, career high alla fine.

Mason Plumlee: 6,5

5 pt. (2/2), 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 4 PF. Non so se vi ricordate qualche cartone animato giapponese dove gli eroi sono 5 tipo il Supercar Gattiger o altri, de facto lui è quello più scarso tra i titolari ma qualche pezza per far sì che New York non domini da sotto ce la mette, a volte con il fallo ricorrendo all’esperienza. Avesse un po’ di esplosività e forza in più… Bella la steal in uscita, peccato non sia riuscito a controllare la transizione. Gli va meglio quando lo lanciano dall’altra parte del campo e lui infila la schiacciata. 1/3 ai liberi che sarebbe ¼ per gentile concessione della terna fatto ribattere ma ancora niente…

Ish Smith: 5,5

3 pt. (1/6), 1 rubata in 13:47. Primo elemento della panchina del quale parliamo stasera. Segna un two and one con fallo di Quickley. Per il resto un po’ indisciplinato in attacco, non mette più un tiro.

P.J. Washington: 5,5

2 pt. (1/7), 6 rimbalzi. Anche per lui il tiro in serata è opzionale segnando solo un non tiro con una deviazione volante dopo essersi visto toccare una palla indirizzata a lui, rollante a canestro. Un po’ spaesato in difesa e fatica all’inizio a tenere il primo passo (vedi anche come lascia passare Toppin a inizio secondo quarto) nonostante la fascetta della potenza turchese indossata in serata per far compagnia a McDaniels. Almeno qualche rimbalzo lo cattura ma ci si aspetta di più da lui a meno che non sia realmente in uscita…

Jalen McDaniels: 5,5

2 pt. (1/6), 4 rimbalzi. Qualche rimbalzo e un bel pull-up prendendo il tempo al difensore ma anche la sua difesa non mi è parsa eccelsa.

Nick Richards: s.v.

0 pt. (0/0) in 2:15. Entra su un larghissimo vantaggio per salutare il pubblico newyorchese. Utilità zero, meglio forse con un microfono in mano a cantare qualche canzone del connazionale Marley visto l’andazzo del garbage time.

Coach James Borrego: 7

Partita mai in salita, impostata sul ritmo grazie alla serendipità Martin. Provvidenziale Bridges, bene i titolari, urge dare una sveglia alla panchina nelle prossime partite quando servirà realmente di più. A volte il gioco si è sviluppato ordinatamente, a volte di corsa con un po’ di confusione ma alla fine il risultato è stato buono.

Totopaolo: 14ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Dopo una settimana dove sono saltati tutti i pronostici e le coronarie di noi tifosi, gli Hornets (23-20) affronteranno un altro trittico di partite sulla carta impegnativo e da non sottovalutare.

Andiamolo ad osservare più da vicino:

Game 44: lunedì 17/01/2022 ore 07:00 PM italiane @ New York Knicks (22-21):

Seconda sfida stagionale contro i Knicks, la prima terminò 104-96 per Charlotte allo Spectrum Center.

Dopo un periodo di appannamento gli arancioblù (5 vittorie nelle ultime 6 partite) tentano di risalire la china guidati dal duo J. Randle e RJ Barret, rispettivamente a 19.1 e 16.9 punti di media nelle ultime 10 partite.

Per la squadra della Grande Mela out l’ex Kemba Walker, D. Rose e il neo acquisto Reddish dagli Hawks.

Per noi sarà ancora indisponibile Oubre Jr..

Partita equilibrata ma c’è da riscattare la brutta sconfitta contro Orlando.

2 di orgoglio.

Game 45: giovedì 20/01/2022 ore 01:30 AM italiane @ Boston Celtics (22-22):

I Celtics sono una squadra in difficoltà che sta cercando di raddrizzare una stagione non all’altezza delle aspettative.

I biancoverdi hanno vinto 4 delle ultime 5 partite grazie al tandem Tatum-Brown.

Supporting cast non all’altezza del duo bianco verde però e Hornets che dovranno sfruttare l’inconsistenza offensiva che ha contraddistinto diverse partite dei Celtics.

Anche in questo caso partita equilibrata.

Charlotte spesso in difficoltà nel Massachussets ma è giunto il momento di espugnare il TD Garden.

2.

Game 46: sabato 22/01/2022 ore 01:00 AM italiane Vs Oklahoma City (14-28):

Altra partita trappola contro OKC.

Dopo un inizio da incubo i Thunder hanno trovato la loro dimensione togliendosi diverse soddisfazioni battendo squadre sulla carta molto più quotate (per esempio chiedere a Los Angeles, sponda Lakers).

SGA (22.4 ppp) e Dort (16.6 ppp) i più pericolosi dei Tuoni.

Concentrazione e determinazione gli ingredienti per non finire come contro Orlando.

Vittoria al cardiopalma.

1.

Il pronostico della settimana: 3-0

Matchup key 44: Charlotte Hornets @ New York Knicks

A cura di Igor F.

Miles Bridges Vs Julius Randle

Anticipando per alcuni versi l’introduzione alla partita degli Hornets di stasera alle 19:00, è ovvio che venga da chiedersi quale versione dei Calabroni scenderà sul parquet di New York.

Quella vista contro i big team o la brutta copia vista contro Orlando?

Forse la chiave per questa squadra è lo stimolo, la sfida… di certo al MSG la sfida sarà già più “importante” rispetto a quella con i Magic e Bridges prova a tracciare la via: “Ho detto che non potevamo rilassarci contro questa squadra ed è esattamente quello che abbiamo fatto. Quei ragazzi sono usciti, hanno giocato duro, ci hanno preso a pugni in faccia, hanno fatto tutte le piccole cose. Possiamo facilmente salire per il gioco con i Warriors, i Bucks o i Nets ma quando giochiamo con questo tipo di squadre dobbiamo alzarci e affrontare la partita allo stesso modo. Questo è un segno di maturità e non è quello che abbiamo fatto”.

Possibili svantaggi:

New York è una squadra in forma, tornata sopra quota .500 vincendone tre di fila, ultima ad Atlanta per 117-108.
Julius Randle incarna il classico lungo che potrà dar fastidio a Charlotte quando non è in serata e i lunghi di Borrego ricevono poco aiuto in termini non solo fisici ma anche di tempistica.

Collettivo che può colpire attraverso il singolo ma occhio alla coppia di backcourt Burks and Barrett, specialmente dalla linea dei tre punti, con Walker in dubbio e Rose out, le percentuali da tre saranno importanti per una squadra che non tira sempre benissimo da due ma potrebbero essere comunque agevolate dagli Hornets in una versione svogliata, sperando ciò non accada.

Possibili vantaggi:

Thibodeau è alla ricerca di far funzionar la panca e questo potrebbe produrre ancora un po’ di confusione nella messa a punto contro una rotazione più corta e di qualità come quella degli Hornets (anche la panca degli Hornets è piuttosto corta ultimamente ma é più rodata, vedi i Knicks con l’ultima acquisizione di Reddish oltre al precedente caso Kemba, spiegabile con la filosofia che gioca il più utile, quello in linea teorica più in forma), mentre per quanto riguarda le medie assist e rubate gli Hornets sono nettamente sopra gli arancioblù.

Mettere intensità sulla palla ed utilizzare tutto il collettivo a disposizione potrebbero essere due chiavi importanti per sorprendere i Knicks nonostante l’assenza di Oubre Jr..

Gli Hornets dovranno saper dosare le triple nei momenti giusti senza forzare troppo ritrovando un Rozier più performante dopo il passaggio a vuoto contro Orlando.
In questo contesto l’esperienza di Hayward potrebbe essere preziosa.

Game 43: Charlotte Hornets Vs Orlando Magic 109-116

Intro

A poche ora dall’inizio della partita continua contro un “nemico” sulla carta meno ostico di Milwaukee e Philadelphia contro le quali Charlotte ha ottenuto un 3-0 del tutto inaspettato contro i marziani NBA, il pericolo questa volta arriva dalla Terra.

Un po’ come negli anime giapponesi dei robot anni ’80 quando spesso erano nemici venuti dallo spazio a minacciare l’ambiente terrestre, questa notte all’Alveare sembrerebbe presentarsi una squadra più simile agli Haniwa (anche Yamatai guidati dalla regina Himika, Himiko quella di riferimento reale) civiltà realmente esistita, ripescata da Go Nagai che proveniente dalle profondità della terra (sono stati ritrovati molti manufatti di terracotta di questa civiltà nella realtà) cercava il risveglio (Orlando ha una striscia di 10 partite consecutive perse) e poi di conquistare la campana di bronzo, oggetto potentissimo per conquistare il pianeta.

Il momento di forma e la difesa degli Hornets si sono dimostrate armi vincenti, contro i Magic, Charlotte dovrà mostrare di avere stimoli, continuità e concentrazione.

Pleonastico (come il nostro tempo) quindi evidenziare che il campanello d’allarme dovrà suonare subito nelle menti dei giocatori Hornets per non rimanere impreparati alla minaccia (mai sottovalutare nessuno, specialmente nella NBA) e continuare ad essere i marziani del periodo a Est.

Andamento della partita

Un po’ a sorpresa, dalla palla a due vinta da Lopez, al time-out chiamato da Borrego a 7:43, i protagonisti d inizio match erano i Magic che partivano bene con una tripla da fermo di Harris per replicare dall’angolo sinistro con Okeke.

Il punteggio di 0-6 era sbloccato da Ball che con uno spin tornado si liberava del difensore prima di appoggiare alto oltre il lungo.

Un back-door di Wagner portava il lungo a canestro ma era ancora ball a provvedere all’attacco passando palla in alley-oop a Plumlee per il 4-8 e mettendosi in proprio per il floater del -2.

Da una pala persa di Hayward arrivava però l’alley-oop in transizione di Anthony e un open 3 di Harris (non la prima volta rimasto tutto solo) da destra ecco il 6-13 a 7:43, appunto.

Ball rischiava una lunghissima tripla frontale e svegliava i Calabroni dal torpore quindi a 6.34 due FT di Rozier valevano il -2 prima del pari di Bridges che da sotto, in discesa dal salto riusciva ad alzare la palla oltre il difensore pareggiando.

Durava un lampo perché Harris, lanciato lunghissimo, pescava impreparata la nostra difesa ma a 5:49 Ball apriva sulla sinistra per Rozier che toccato da Anthony sul close-out pescava un 3 and 1 per il 17-15bella l’alzata in corsa di Ball, plastica come l’apparizione di Mason che in girata trovava un reverse alley-oop più gustoso e leggero di un noto biscotto che faceva scogliere il pubblico.

Peccato che a 5.10 Robin Lopez trovasse un 2+1 rovinando l’inerzia favorevole a Charlotte (21-20) così la partita si manteneva suo binari dell’equilibrio con le triple di Ross e Hayward per il saliscendi che portava sul 24-23 quindi Miles a 3:20 trasformava due FT e a 3:06 la steal di Plumlee su Lopez – spalle a canestro – valeva il coast to coast con dunk per il 28-23.

Orlando sparava un paio di colpi con Mo Wagner da sotto a infilare il 28-27 mentre sull’altro fronte era fortunato l’aggancio completamente sgusciato dalle mani di McDaniels (passaggio forte di Rozier) che trasformava l’alley-oop in una saponetta arcobaleno con palla che rilasciava petali fioriti in perfetta discesa nel cesto.

Tripla dell’altro Wagner, Franz per tornare alla realtà ed equilibrio a quota 30 più altri due punti di Franz che anticipava la tripla sorpasso di Hayward del 33-32.

Suggs da tre e Rozier in risposta con un catch n’shoot pesante chiudevano un primo quarto dalle buonissime medie realizzative sul 36-35.

Non si scostava molto il secondo periodo con i Wagner che più che proporre la Cavalcata delle Valchirie di Richard Wagner tentavano di proporre la Cavalcata dei Magic cominciando con una schiacciata di Mo per il sorpasso.

Il pallone arrivato forte e veloce ben afferrato in area sopra la propria testa e successivo reverse consentivano a P.J. di riportarci avanti ma a 10:22 la manata di Ball su Franz Wagner valeva il 2/2 in lunetta per il lungo Magic con il numero 22 che andava anche a stoppare Bridges e così la tripla di Ross oltre McDaniels portava gli ospiti sul +4 (38-42).

Un’azione fuori equilibrio di Charlotte con rischio di LaMelo di finir fuori dal campo era proseguita da P.J. che con partenza in precario equilibrio smistava sotto per un two and one a 9:17 (ribattuto per invasione l’aggiuntivo).

L’euro di Miles chiuso in fing and roll segnava il +1 (43-42) ma due punti di Anthony e una tripla di Mo Wagner costringevano a 7:37 ad un altro time-out Borrego sul nuovo -4 (43-47).

Charlotte rispondeva con i punti di Rozier e Washington per il nuovo pareggio ma l’entrata di Franz Wagner non lasciava scampo.

McDaniels con rapida finta appena all’interno del bordo area batteva in jumper il proprio difensore quindi Mo Wagner e Ball si scambiavano le cortesie per alzare il punteggio modificato ulteriormente dalla tripla di Hampton, da Rozier che in allontanamento al vetro batteva il difensore spedendo la palla al vetro e da un due punti di Hayward servito da Rozier dopo un’azione fajolada (55-54).

Nel finale vi erano ancora sorpassi e contro-sorpassi con Miles ad indicare la via con tripla propria ricavata da uno step-back 3 vs Anthony per il 60-58.

La tripla a 1:05 di Rozier dalla sua mattonella era aperta e finiva dentro per il 63-58 ma uno swoopig hook di Lopez e un ½ di Suggs in lunetta a :10.9 riportavano la squadra della Florida sul 63-61.

52,1% vs 54,5% dal campo, 26-18 a rimbalzo, 7 TO per parte ma un 13-6 nei fast break i dati del primo tempo.

Il secondo tempo si apriva con due FT a segno di Ball dopo 13 secondi con risposta di Harris da sotto grazie alla confusione della difesa di Charlotte.

Il pareggio di Franz Wagner oltre Plumlee e il tentativo di risposta del nostro centro con un runner fuori misura più l’alley-oop mancato da Hayward davano la possibilità ai Magic di passare in vantaggio ma Franz Wagner toccava la linea laterale del campo in partenza concedendo un TO.

Partiva quindi il Ball show con l’arresto e la tripla che provocava l’ankle break di Cole poi un passaggio intercettato subito dopo proprio ad Anthony (diretto a Wagner) e la partenza per il fast break consentiva di pensare allo show con passaggio in salto sotto le gambe che convertito da Miles in schiacciata dava l’aria di essere show time anche a Charlotte.

Plumlee si univa allo show uscendo dalla propria area, superando con uno spin Wagner, scambiando con Rozier e terminando con un fing and roll per il 74-66.

Tutto sembrava mettersi sui binari giusti ma un blitz da 0-10 della squadra di Jamahl Mosley chiuso da Harris con una tripla dall’angolo rispediva sotto Charlotte (74-76) prima che Ball dal gomito dell’area segnasse in pull-up.

Altra tripla di Harris dal corner sinistro e risposta di Plumlee ravvicinata su palla ceduta da Ball all’indietro (78-79).

Charlotte per recuperare a 3:23 spediva in campo anche Ish Smith mentre poco dopo Hayward mancava un appoggio rifacendosi però subito dopo sulla rimessa con un jumper dal mid range per l’83-83.

Ish Smith lanciava la palla verticale per l’alley-oop di Miles e Hayward realizzava l’87-83.

P.J. Si faceva bloccare in entrata da Mo Wagner costringendosi a una palla a due che l’avversario non solo vinceva ma finalizzava da tre materializzando il sorpasso (87-88).

Ish guadagnava un fallo rotolando a terra a :35.2.

La trasformazione dei liberi era seguita da un 2/3 di Hayward nel finale compreso un tecnico a :12.2 a Mo Wagner per le reiterate proteste sul fallo a lui assegnato sull’azione precedente.

90-88 e ultimi 12 minuti di fuoco pronti…

Partiva però male Charlotte che incassava due punti di Suggs e sebbene la partenza con finta permettesse a Ish Smith di arrivare dritto per dritto a canestro per depositare il 93-90, quello rimaneva l’unico canestro Hornets con Mo Wagner che da tre punti superava per il 93-95 trovando anche in area più tardi il colpo del 93-101 con gli Hornets a giungere su un 1/10 di quarto al tiro

dopo gli errori di Bridges e Rozier (contro il 6/9 avversario) e Hampton a 6:56 spediva a -10 i Calabroni (93-103).

Quando ormai senza nessuno intorno Miles schiacciava sul ferro una dunk si capiva che non c’era storia sebbene le triple veloci di Ball e McDaniels, entrambe dall’angolo destro, consentivano a Charlotte di tornare velocemente sul -4 infiammando il pubblico che vedeva il tabellone sul 99-103.

Mo e Franz Wagner però segnavano un canestro a testa mentre Charlotte non riusciva a segnare commettendo anche un TO con McDaniels.

Dentro Hayward a 4:14 dall’ultima luce rossa ma era ancora Franz Wagner a segnare oltre Plumlee.

Il nuovo -10 e gli errori al tiro di Charlotte condannavano la squadra di Borrego in un finale che vedeva Rozier segnare per caso solo sulla sirena tirando per gioco.

109-116 per i Magic e Hornets ora attesi lunedì sera alle 19:00 italiane al riscatto nella Big Apple contro i Knicks.

Bridges in schiacciata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Caduta un po’ a sorpresa per gli Charlotte Hornets che contro i Magic cercavano la quinta vittoria di fila per dare continuità alla propria classifica, tuttavia la squadra di Mosley, reduce da 10 sconfitte consecutive non ha rubato nulla mettendo in piedi una partita fisica e, trascinata dalla cavalcata dei fratelli Wagner (26 punti per Moritz Wagner e 19 per il fratello più giovane Franz), è riuscita nell’ultimo quarto a spuntarla quando i Calabroni hanno fatto scendere notevolmente le proprie percentuali al tiro non trovando più la via del canestro nemmeno quando Bridges tutto solo decideva di sparare una schiacciata in corsa a mille che rimbalzando sul ferro faceva intuire la serata storta in metafora fisica.

Una battuta d’arresto che ha visto la squadra inizialmente un po’ deconcentrata ritrovarsi e combattere fino a prendere un +8 nel terzo quarto con un paio di giocate da show time di Ball e una bella azione di Plumlee ma il parziale di 0-10 preso ha rimesso in carreggiata gli ostinati avversari che hanno avuto più voglia di vincere dopo tante sconfitte accumulate.

Dispiace perdere ma questa sconfitta restituirà probabilmente a Charlotte la voglia di crederci di più perché dal mio punto di vista, troppe soluzioni degli Hornets nell’ultima frazione sono state prese senza troppa convinzione, irretiti dalla difesa dei Magic.

Hornets scesi al 41,2% contro il 51,7% finiti sotto negli assist 29-32 e nonostante i liberi battuti in più (21 vs 15) e i rimbalzi (55-52), hanno finito per concedere troppi punti nel pitturato, specialmente ai Wagner con Plumlee (doppia doppia) parso inadeguato nel fermare gli avversari e un P.J. che quando è rimasto sul parquet è sembrato inadeguato, speriamo non scosso da qualche leggera voce di mercato che lo vorrebbero lontano da Charlotte.

Pesa anche la mancanza di Oubre Jr. e una rotazione che alla fine ha prodotto soltanto 19 punti dalla panchina contro i 55 avversari, differenza abissale.

La squadra di Mosley ha poi ottenuto 18 punti da Harris, 12 da Suggs e 10 a testa dalla coppia di veterani Ross/Robin Lopez mentre Okeke è andato in doppia cifra ma con 10 rimbalzi.

LaMelo Ball: 6,5

23 pt. (8/18), 4 rimbalzi, 8 assist, 3 rubate, 3 TO in 30:15. Parte con la plastica alzata per il reverse di Plumlee e dopo aver iniziato la rimonta con una deep 3 raggiunge il suo apice contro Cole nel terzo quarto quando favoleggia con un arresto e tiro da tre punti per poi intercettare un passaggio della PG avversaria e passare una palla in salto sotto le gambe per l’alley-oop di Bridges. Un po’ l’unico che prova e trova con convinzione nell’ultima parte un gioco offensivo produttivo. Una tripla, un assist per McDaniels e poi un altro paio di giocate come errori. Non basta purtroppo.

Terry Rozier: 5

19 pt. (6/23), 8 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 1 stoppata. La discreta partita di Terry è rovinata al tiro, soprattutto nell’ultimo quarto quando spara a salve diverse volte e gli Hornets restano al palo. 19 punti ma con una bassa media al tiro per quella che era stata l’arma in più nelle ultime partite, sfortunatamente, nonostante l’impegno, l’imprecisione di Scary ha tagliato le gambe alle possibilità di W del team però prende le sue responsabilità.

Gordon Hayward: 6

18 pt. (7/14), 3 rimbalzi, 3 assist, 2 TO. Un paio di layup semplici mancati sui quali il pubblico rumoreggia compensati da un paio di triple e buone azioni di esperienza portate a termine vicino al ferro. Non i capisce chi marchi Harris all’inizio, se lui, Rozier o Borrego, comunque porta punti anche stasera e il suo ingresso a 4:14 dalla fine è tardivo.

Miles Bridges: 5,5

20 pt. (7/17), 3 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate, 3 TO. Dal mio punto di vista manca un po’ lui in aiuto difensivo a Plumlee. In fondo è lui che gioca da PF e a parte un paio di stoppate, i rimbalzi sono minimi e la difesa così così. Sbaglia qualche tiro compresa la schiacciata che spalma in corsa sul ferro nell’ultima frazione mentre spara un paio di alley-oop d’autore.

Mason Plumlee: 5,5

10 pt. (5/6), 10 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 5 PF in 26:59. Doppia doppia (minima) per Mason. Si vedono momenti da highlight come quando ball serve un plastico pallone per il suo reverse alley-oop o come quando compie uno spin su Wagner poi scambia con Rozier e segna in fing and roll. Il problema è che non stoppa nessuno o influenza raramente un tiro, le incursioni dei Wagner che dovrebbero essere 208 cm e 211 contro di lui che dovrebbe essere su per giù anch’esso a 211 lo mettono in tremenda difficoltà.

Ish Smith: 6

4 pt. (1/4), 2 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. Ripescato dalla cantina prima che si arrugginisse, la motoretta Ish pare sembri funzionare quando entra sul parquet. Un bell’assist per Bridges in alley-oop un paio di steal e un rischio di rubata poi segna anche con la partenza in finta dopo aver mancato un’altra entrata in precedenza. L’idea era di dare fastidio ai lunghi con i piccoli non facendoli giocare. Funziona per un po’, poi va in difficoltà.

Cody Martin: 5,5

4 pt. (1/4), 7 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata, 3 TO. Solita generosa lotta in 22:59 trovando come punta di diamante un and one da sotto (ribattuto e segnato dopo averlo fallito per invasione) ma la serata al tiro non è delle migliori per dirla eufemisticamente. Benino a rimbalzo anche se quando tutto da solo in post deve confrontarsi con i lunghi avversari può solo dar fastidio e nell’ultima frazione è frustrato da cose che non gli riescono e dal risultato.

P.J. Washington: 5,5

4 pt. (2/5), 2 rimbalzi, 1 assist, 3 TO, -6 in plus/minus in 18:45. Non ripete le sue precedenti prestazioni difensive e perde tre palloni. Non una buonissima partita ma forse Borrego che spesso lo usa, stasera lo limita nel finale quando avrebbe potuto giocare la sua carta per opporre più resistenza ai fratelli tedeschi.

Jalen McDaniels: 5,5

7 pt. (3/6), 5 rimbalzi, 1 TO in 15:46. La sua tripla nel finale fa sperare ma poi va a perdere una palla inseguendola goffamente osservandola scorrere verso la panchina di Charlotte con una smorfia/sorriso. 5 rimbalzi non sono male.

Coach James Borrego: 5,5

Probabilmente qualche scelta diversa avrebbe potuto essere fatta con il senno di poi. Gioca per diversi attimi con Hayward come ala grande, e tre piccoli sul parquet. Ish Smith nasce dall’idea di affrontare i big non facendoli giocare, pressandoli. Funziona all’inizio, poi basta una volta prese le contromisure.

Matchup key 43: Charlotte Hornets Vs Orlando Magic

A cura di Filippo Barresi.

Terry Rozier vs Gary Harris

Questa piccola striscia di vittorie ci ha insegnato che quando Rozier è in forma per gli avversari c’è poco da fare nel contenere le avanzate offensive degli Hornets.

In questo ultimo periodo la guardia sta girando con cifre molto migliori rispetto a quelle di inizio stagione e il beneficio che ne trae la squadra è smisurato.

Questa notte avrà davanti un difensore rognoso come Gary Harris che farà di tutto per limitarlo a conclusioni difficili e contestate: dall’esito di questa sfida passano le sorti della gara.

Possibili svantaggi:

I Magic sono una delle squadre peggiori della lega e sono pochi i punti in cui primeggiano in questa prima parte di stagione, tuttavia, la squadra gioca con molta fisicità e fa sentire la propria presenza a rimbalzo molto bene, fondamentale dove gli Hornets lasciano molto a desiderare.

Sarà necessaria maggiore concentrazione per vincere la lotta sotto canestro e non concedere troppi possessi aggiuntivi agli avversari.

Possibili vantaggi:

Il sistema offensivo dei Magic lascia molto a desiderare ed è qui che gli Hornets possono guadagnare il giusto vantaggio per portare a casa agevolmente la vittoria.

Nelle ultime uscite la difesa dei Calabroni ha aumentato i giri e dovrebbe trovarsi un matchup favorevole viste le caratteristiche e le difficoltà degli avversari di questa notte, continuare su questa falsariga aiuterà nel conquistare il successo.

Game 42: Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 109-98

Intro

Aprendo un’enciclopedia di filosofia (e non solo perché comprende tante altre voci come epistemologia, psicologia, antropologia culturale, logica formale, sociologia, ecc.) mi sono imbattuto semi-volontariamente in Karen Horney (volevo semplicemente vedere se ci fosse una voce Hornets, magari legata a qualche strana patologia).

Scherzi a parte, Karen Danielsen (Horney fu il cognome acquisito dal marito) è stata un’interessante psicoanalista tedesca (origini norvegesi e olandesi) trasferitasi negli Stati Uniti dove ha fondato l’American Institute of Psychoanalysis.

La Horney si stacca dal ‘maestro’ nel campo Freud rifiutando le teorie sull’importanza preminente dei fattori sessuali e la formulazione freudiana dell’apparo psichico.

E’ molto interessante come lei, immigrata negli States nel 1932, poco prima della salita al potere di Hitler, indichi nei fattori socioculturali la strutturazione progressiva della personalità ponendo di fondo l’”angoscia di base” il fondamento della sua analisi definendo questa come: “il sentimento che il bambino ha di essere isolato e impotente in un mondo potenzialmente ostile”.

E gli Hornets al Wells Fargo Center affronteranno in un ambiente ostile la squadra più difficile da affrontare negli ultimi anni, dati alla mano, per questo, anche se qualche protagonista di partite passate non c’è più la psicologia dei Calabroni dovrà essere improntata alla fiducia per aver possibilità di vittoria e fermare una squadra che arriva da sette vittorie consecutive.

La classifica a Est prima della partita con Charlotte a provare l’avvicinamento a Cleveland per entrare nel novero delle migliori 6 che non disputeranno i play-in.

Andamento della partita

Dopo gli errori al tiro di Rozier e Harris i Calabroni inauguravano il tabellone con la tripla di Hayward a 11:15, canestro seguito dal floater lungo linea di Maxey.

Il fallo subito da Embiid a 10:37 faceva sì che i 76ers scavalcassero prima di subire il contro-sorpasso di Rozier che con un’esitazione in palleggio riprendeva velocità per superare Curry e batterlo nei pressi del ferro.

Il secondo vantaggio di Phila arrivava da una tripla di Harris che riceveva sull’azione successiva (dopo aver catturato un rimbalzo su un transizione con tripla di Curry a vuoto a girare sul ferro) una manata di Hayward: ½ e 5-8.

L’euro di Ball con chiusura di sinistra e l’open 3 frontale di Bridges valevano il 10-8 ma il passo di valzer di Embiid (raddoppiato) con and one era buono per il 10-11.

Floater di Bridges per il nuovo vantaggio di Charlotte tiro influenzato da Plumlee a vuoto da parte di Maxey che permetteva sull’altro fronte a ball di segnare e allungare con il pull-up del 14-11.

Ball anticipava un passaggio impreciso (per raddoppio) verso Embiid e in transizione Hayward chiudeva sul bound pass di Bridges.

16-11 a 7:09, Philadelphia in time-out.

Fallo offensivo (spallata) di Embiid su Rozier e finta con avanzamento e jumper dalla sinistra di Hayward perfetto per il+7,un vantaggio che Embiid rimontava con una tripla e un canestro dalla baseline sinistra con alzata oltre Plumlee (18-16).

Hayward ripeteva la finta per liberarsi del difensore in ritardo sulla chiusura, l’avanzamento e il perfetto jumper solo cotone dalla destra quindi Embiid in sottomano, Ball in lunetta a 4:03 e la tripla di Green portavano la partita sul minimo scarto con ancora un punto da difender per Charlotte: 22-21.Da una palla persa da Embiid (in palleggio sbattendo su Miles) arrivava la transizione chiusa con qualche difficoltà da Charlotte con palla trasmessa sotto canestro da Ball (toccata) a Hayward che rinunciava al tiro per passare a Rozier a rimorchio, bravo a chiudere in maniera sicura.

Korkmaz centrava un 2/2 in lunetta, P.J. mancava un appoggio ma si correggeva velocemente e Hayward sulla prima linea intercettava un passaggio consentendo a McDaniels il fast break con schiacciata indisturbata per il 28-23.

Il vantaggio di Charlotte saliva a sei punti dopo la bomba di Hayward (31-25) ma Green partiva splittando due FT (in bonus) poi stoppava Ball e segnava a un minuto esatto dalla prima sirena una tripla seguito da Maxey che con la bomba scavalcava Charlotte (31-32) quindi la tripla di Hayward (6/6 dal campo) e la seconda si Maxey fissavano sul 34-35 il primo quarto.

Tanti errori in avvio di secondo quarto con P.J. abile nel recuperare numerosi rimbalzi sotto le plance ma inabile a segnar da tre ma tuttavia Bridges arrivava all’ultimo a stoppare Green (rimaneva a terra dopo aver messo male il piede) ed era Rozier su un fast break ad appoggiare a 9:18 il vantaggio fallendo l’and one.

La tripla di Harris era soggetta ai capricci del ferro e rimbalzava fuori così dalla destra Martin mulinava le braccia saltando Niang e Korkmaz per un two and one realizzato a 8:29.

Altro buon jumper (frontale questa volta) di Martin con rimbalzo particolare della sfera accolta nel canestro per il 41-37 prima della granata di Niang dalla sinistra (41-40).

Rozier con l’arresto e tiro in corsa faceva scivolare il difensore oltre per appoggiare al vetro e dopo il buon due di Maxey era ancora Martin a portare propulsione offensiva: tripla fallita dall’angolo destro ma intervento sul tiratore pachidermico di Drummond dopo il rilascio della palla e tre liberi affondati per il 46-42 a 4:56.

Rivers, preoccupato, a 4:56 mandava dentro Embiid subito marcato da Plumlee al pronto rientro ma era Harris in second chance a segnare due punti per Phila che falliva un tecnico per 3 sec. violation con Embiid poco più tardi.

Il pareggio di Embiid a 4.42 però sembrava preludere a un finale di primo tempo difficile, invece Rozier di sinistra inaugurava un buon parziale seguito dalla schiacciata di Plumlee in fast break prima dell’incidente di percorso (Curry in corsa per il 50-48) che non arrestava gli ospiti che segnavano con Miles in traffico e con Hayward bravo prima a influenzare l’errore al tiro di Maxey e a ricevere in transizione per chiudere.

A 2:11 Embiid falliva altri due FT e Bridges da posizione quasi frontale alzava la parabola per una frecciata da 57-48 che unita alla palla persa da Embiid (passaggio per sé stesso dietro la schiena) valeva il +11 quindi Hayward chiudeva il suo primo incredibile tempo balistico con la tripla (9/9 dal campo) del 62-48.

Embiid si ricordava di essere lui con un fade-away su una gamba improbabile che finiva dentro (62-50) ma Charlotte chiudeva con l’appoggio di Bridges a contatto con il centro per il 64-50 che vedeva i Calabroni avvantaggiarsi dal 19-8 nei passaggi e bravi a correre nei fast break con un 4-1 nelle rubate e un 5-8 complessivo nei TO.

55,3% al tiro contro il 45,0% di Phila.

P.J. Washington in uscita. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

La partenza nel secondo tempo dei locali consisteva con un fallo offensivo di Embiid (terzo personale) su Hayward che mancava il primo tiro in attacco (turnaround marcato) ma serviva una dime per Plumlee abile a schiacciare.

Gordon era dimenticato in area e il lob che lo pescava aumentava il divario sul +18 prima di vedere l’ex Celtics rubare un altro pallone e chiudere in transizione per il 70-50, un +20 molto buono a 10:08.

Rivers correva ai ripari vedendo la sua squadra distratta e con un linguaggio del corpo discutibile.

I canestri di Harris e Curry (da fuori quello del secondo) tagliavano il divario cominciando una rimonta che toccava il -10 a 6:52 quando a Embiid era concesso canestro con and one per il 72-62.

Gli Hornets attaccavano in maniera episodica e occasionale così a 6:30 incassavano anche la preoccupante tripla di Seth che faceva 72-65.

Borrego andava in time-out, un po’ tardivo ma utile a riordinare l’attacco.

Martin stoppava un passaggio in uscita da Niang andando con perfetto passaggio tagliato a servire Ball in corsa abile ad appoggiare un altro fast break con fallo dello stesso Niang in rincorsa disperata.

Il baseline mid range dalla sinistra di Hayward a 4.30 dava a Charlotte un +12 (77-65) prima del pull-up di Curry e del 2/2 di Embiid a 3:52 che in lunetta riduceva lo scarto a 8 punti: 77-69.

Niang commetteva il quinto fallo andando in pressione su Hayward e Rozier ripartiva per Charlotte in pull-up seguito da Plumlee che al volo, morbido, incasellava l’alzata di Ball.

Gli Hornets continuavano a produrre in attacco con il sincopato floater di LaMelo e su una mischia nell’area di Charlotte usciva sparato Rozier che di sinistra chiudeva un uno contro uno in maniera impeccabile per l’85-69 a 2:20.

Nel finale i colpi di Philadelphia rimontavano qualche punto anche se Drummond in lunetta commetteva uno 0/2 che lasciava attardata la squadra di Rivers di 9 punti: 85-76.

Ball sul parquet inusualmente a inizio quarto per cercare di mantenere il vantaggio ma era Korkmaz a infilare la tripla che veniva restituita da Martin dalla sinistra dopo un buon rimbalzo offensivo di McDaniels.

Ball con un soft floater veniva aiutato dai ferri quindi si passava da due liberi di Korkmaz al floater rallentato di McDaniels prima che Drummond realizzasse in schiacciata riportando a 9 punti il gap a 8:32.

Dentro Embiid insieme a Drummond, doppia torre per Rivers che osservava Embiid stoppare Miles abile però a riprendere e a sfoderare una poderosa schiacciata a una mano oltre Drummond che commetteva anche fallo (glissato dalla terna) e tuttavia vedeva ancora Drummond mancare a 6:50 due liberi lasciando inalterato il 94-83.

La quintessenza della difesa di Charlotte si materializzava quando Maxey mancava la tripla contro Rozier e Martin catturando il rimbalzo mostrava come gli Hornets non fossero disposti a ceder la partita.

Harris però segnava 5 punti consecutivi compreso un catch n’shoot dalla diagonale sinistra facendo rientrare a 8 punti (96-88) i suo a 5:06.

Time-out e tripla di Rozier in caduta dalla sua mattonella (diagonale sinistra) oltre Curry.

Fallo di Hayward su Embiid e 2/2 a 4:31 per il 99-90 ma con il tempo ad accorciarsi e il rientro di Ball gli Hornets utilizzavano i giusti ingredienti per portare a casa la partita.

P.J. a 3:51 contendeva una palla a due a Embiid (il tocco sul palleggio costringeva il centro a giocarsela) vinta quindi la tripla di Bridges dall’angolo e il passaggio di Ball per Miles che da sotto faceva 104-92 davano garanzie sull’esito finale.

Poco importava se Embiid schiacciava facilmente, mentre qualcuno abbandonava il Wells Fargo Center a 1:31 cadeva anche la tripla di Rozier come punto esclamativo sul match.

Il 109-98 andava aldilà di ogni ottimistica previsione consegnando a Charlotte un’altra importantissima vittoria.

Hayward in schiacciata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Perdonate la poca noblesse oblige ma questa volta a Philadelphia ‘cade un bagascio in mare’.

Finalmente un Embiid, sì tutelato ma entro certi limiti, parametri, non può incidere sul risultato finale (31 punti, 6 rimbalzi e 7 TO) contro il gioco corale degli Hornets (29-18 negli assist) che con la loro divisa porta fortuna strappano una W fantasmagorica contro la loro nemesi.

I 76ers battevano ormai gli Hornets da 16 partite di fila ma la squadra di Doc Rivers ha patito molto l’aggressività dei Calabroni in difesa che questa volta sono stati capaci di completare i palloni recuperati con tante abili transizioni (25-14 nei fast break).

Non era facile fermare Embiid che al contrario di Giannis sa prendersi più spesso posizioni classiche sotto canestro quindi la doppia barriera in partenza studiata contro il greco non avrebbe funzionato contro il camerunese comunque imbrigliato dall’inizio dalla difesa di Charlotte che l’ha costretto a due falli con fischi del pubblico per un offensivo, netto.

Quel pizzico – oltre una difesa intensa e rapida che commette i falli tattici da fare finalmente – in più l’ha dato Gordon Hayward (9/9 nel primo tempo) abile insieme a Martin e ai compagni a produrre un 18-4 di parziale negli ultimi 4:46 di seconda frazione, prima dell’intervallo.

Un vantaggio che poi ha toccato i 20 punti in avvio ripresa per scemare sino al +7 ma che gli Hornets sono riusciti a gestire con la difesa (spesso a zona in alcuni momenti chiave e fisica) e riprendendosi dopo qualche attacco velleitario a inizio secondo tempo.

Per Phila dietro a Embiid sono arrivati 17 punti da Harris, 14 da Korkmaz, 10 a testa da Curry e Maxey (osservati speciali) con un 17-30 nel confronto tra bench ma anche perché Borrego, perso Oubre Jr., sta mettendo in rotazione solamente 8 giocatori con un minutaggio non altissimo.

Alla fine il 51,7% al tiro contro il 46,6%, il 10-16 nei TO e il 56-34 nel pitturato hanno influenzato e indirizzato il match nonostante il 7/8 di Charlotte a confronto con il 18/28 in lunetta degli avversari che hanno pregiudicato la loro partita sulla più facile delle cose.

LaMelo Ball: 7

13 pt. (5/16), 7 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata, 1 (solo) TO. Galleggia quasi imprendibile quando vuole come quel suo floater che rimbalza delicato sui ferri prima di scendere in retina o il runner con alzata dal ritmo sincopato anch’esso inghiottito dalle maglie della net di Phila. Non sempre le conclusioni offerte sono ben selezionate, specialmente quelle da fuori a volte troppo deep che non lo aiutano, infatti, da tre punti segna uno 0/8 in serata. Quando però decide di giocare per i compagni si vede offendo 8 assist con il lob per Plumlee e quello per Miles tanto facili sono stati fatti sembrare (serve precisione però) parsi però tanto geniali quanto efficaci. Bene a rimbalzo, in entrata e nella gestione della spicchiata con un solo TO. “Win after win after win” come dice Ball, cerchiamo di accedere ai PO direttamente, infortuni permettendo (out Bouknight, Carey Jr. e Oubre Jr. per Covid-19).

Terry Rozier: 7,5

22 pt. (10/18), 4 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Gioca 40:46 e parte con uno 0/4 da tre ma la tripla su Curry nell’ultimo periodo è fondamentale. 2/6 da 3 pt. alla fine ma ricopre in maniera variegata il suo ruolo da SG intervallando in tanti vincenti pull-up, fughe in transizione chiuse da solo o a rimorchio, alzate dal pitturato, insomma, il solito repertorio offensivo ben seguito da un’attenta difesa con close-out che incidono anche quando flotta come su Maxey da tre (errore) nell’ultimo quarto.

Gordon Hayward: 9

30 pt. (13/16), 4 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate. Beh… strepitoso primo tempo con un 9/9 che sostiene l’attacco di Charlotte ma ha mani abili davanti ai passatori avversari ed è lì che recupera un paio di palloni per transizioni poi divenute semplici, buono anche lo sfondamento preso da Embii a inizio ripresa materializzandosi davanti al semicerchio. Un buon passaggio in transizione per Rozier cedendo il tondo arancio al compagno meglio piazzato appena dietro di lui e personalità. Una di quelle serate nelle quali decide di emergere vedendo che serve ed è in forma anche con un livido sotto l’occhio. 4/4 da oltre l’arco, serata magica sbagliando pochissimo in 36:29.

Miles Bridges: 7,5

21 pt. (9/20), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Buona prestazione di Miles anche se in attacco molte volte Embiid lo costringe a tornare indietro o a provare tiri difficili. Uno lo mette a fine primo tempo con il contatto sul centro camerunese che nel secondo tempo lo stoppa ma finisce a terra così Miles riprende sparando una mina psichedelica su Drummond che non lo ferma nemmeno con il fallo netto (dimenticato dalla terna). Mette energia come quando in attacco slalomeggia semplice nel traffico per depositare. Nel finale, dopo aver già segnato due triple (era a 2/8), dall’angolo aggiusta la mira e manda a bersaglio quella che scaccia tutte le paure definitivamente.

Mason Plumlee: 6,5

6 pt. (3/5), 4 rimbalzi, 3 assist, 5 PF in 26:21. Inizia influenzando ben tre tiri e non solo di Embiid poi lascia il parquet come il solito per P.J. Washington. Anche lui arriva alla fine con 5 falli, l’ultimo su palla vagante in attacco con le sue vibranti lamentele. Onesta partita in difesa mentre in attacco lo trovate come presenza fissa alla mensa sotto canestro quando Ball e compagni lo invitano a partecipare al banchetto. Non forza (solo un gancio tirato male in orizzontale in uno vs uno) ma si guarda intorno perdendo zero palloni e questo è importante.

Cody Martin: 7

11 pt. (3/3), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 TO, -4 in +/-. Se deve cedere a Harris per via dei cm due o tre volte compensa con altre difese attente scambiandosi la posizione con Rozier o compagni sui blocchi portati dagli avversari. Compensa bene in difesa quando sul parquet magari non ci sono proprio tutti i migliori. Mani veloci, decisivo nel break di secondo quarto mostrando anche concentrazione sulla tripla da sinistra. Bella l’entrata dalla sinistra saltando Korkmaz e Niang con battuta al vetro e and one e jumper fronatale (pull-up) aiutato da ferro e vetro oltre Harris. I 24:43 lo aiutano a trovare il ritmo partita.

P.J. Washington: 6,5

2 pt. (1/6), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 19:19. Qualche buona difesa ma il problema con Embiid (meno con Drummond) l’ha e deve ricorrere a 5 falli, almeno secondo la terna, su uno non sono proprio d’accordo ma pazienza… tuttavia è lui che non accorda gli strumenti per il tiro da tre punti finendo con uno 0/4 da fuori e un unico canestro in autocorrezione nel secondo quarto quando sembra non essercene per nessuno sotto le plance ma, sbaglia appunto tutto da tre e si fa passare un passaggio basso e lento in mezzo alle gambe quando si era appostato per un open dal corner destro. Partita di sacrificio, bene a rimbalzo e bravo a strappare una palla a Embiid nel finale costringendolo a una palla a due che vince anche (finita nelle mani di Ball).

Jalen McDaniels: 6

4 pt. (2/5), 4 rimbalzi, 1 assist. Un bel canestro in entrata rallentata e un rimbalzo con passaggio sull’esterno sinistro (Martin) per una tripla aperta. In 16:52 cattura un discreto numero di rimbalzi ma nel complesso la squadra con lui fatica un pochino a rimanere unita incassando qualche punto in più benché la prestazione sia sufficiente.

Coach James Borrego: 7,5

Colpaccio in Pennsylvania, a Philadelphia finalmente. Espugna il parquet del collega Doc Rivers costretto a inventarsi la doppia torre nell’ultimo quarto ma la sua difesa, aumentata d’intensità (aspetto fondamentale), funziona costantemente senza interruzioni di corrente. L’unico black-out offensivo a inizio ripresa forse consiste nel suo unico errore di serata, chiamare un time-out troppo tardi ma sempre utile. Con la fortuna di avere Hayward in serata sì, non patiamo in un finale dove gli attacchi sono gestiti meglio da Ball e Rozier e Bridges a supporto sfoderano una tripla a testa per chiudere il discorso. Vittoria che consolida una posizione in classifica che dopo le tre vittorie insperate contro MIL e PHI protende verso l’alto se rimarremo concentrati anche contro Orlando nella prossima uscita casalinga cercando di recuperare energie ma questa squadra è giovane e può farlo.

Versione Phila.
Versione commento Charlotte.

Matchup key 42: Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers

A cura di Filippo Barresi.

P.J. Washington Vs Joel Embiid

Altro giro altro scontro con i 76ers di Joel Embiid.

Questo, come sempre, significherà solo una cosa: sofferenza sotto canestro per 48 minuti. In tutti i recenti scontri con i Sixers le problematiche nel pitturato hanno condizionato la gara negativamente per gli Hornets che dovranno chiedere gli straordinari al proprio reparto lunghi.

L’indiziato speciale sarà P.J. Washington, reduce da due gare eccelse in difesa contro Giannis.

Tuttavia, la fisicità di Embiid è addirittura più straripante rispetto a quella del greco e questo non fa che rendere la sfida ancora più complessa.

Possibili svantaggi:

Oltre allo strapotere fisico della punta di diamante dei Sixers, negli scorsi incontri Phila è riuscita a imporre il proprio ritmo gara, non permettendo agli Hornets di correre in libertà come sono abituati a fare.

Questa lentezza soffocante condizionerà nuovamente la gara e sarà un fattore da considerare per poter ambire a un successo.

Possibili vantaggi:

Nonostante l’imponenza del centro avversario già sottolineata, i Sixers non sono una grande squadra a rimbalzo e concedono molte seconde opportunità dopo un tiro sbagliato.

Come sappiamo, invece, gli Hornets hanno dimostrato di saper attaccare con una buona aggressività i rimbalzi offensivi e questa potrebbe essere una chiave per segnare canestri più facili in una serata dal coefficiente di difficoltà molto elevato.